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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/06/15 in Risposte
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Buon giorno a tutti, Segnalo a tutti la nascita di una nuova sezione sul sito della Società Numismatica Italiana, "Le storiche riviste numismatiche italiane" (LINK), nella quale andranno a confluire le raccolte integrali di testate numismatiche che dal XIX al XX secolo sono state pubblicate in Italia. Da oggi è disponibile la raccolta completa del "Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano" LINK Buona lettura a tutti6 punti
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Purtroppo è un dato di fatto che il 90% del materiale sequestrato finisce negli scantinati/magazini dei musei, molto spesso senza essere catalogato....nella migliore delle ipotesi rimarrà li per decenni e passa...nella peggiore... Mi rendo conto che catalogare sia un compito molto oneroso e faticoso ma a me pare che non ci sia la cultura della catalogazione: nessuno ama farla volentieri: se si tratta di esemplari che ti portano sui giornali e TV allora ok, ma se si tratta di materiale meno rilevante, allora si butta in uno scatolone e ti saluto. Nel mese di Dicembre sono andato a visitare un Museo.....pochissimi visitatori (non piu di cinque), tre operatori alla cassa, altri due in giro a bighellonare....zero sorveglianti.... Si dice sempre che mancano i fondi...io credo che manchi soltanto la voglia di credere in quello che si fa, tanto alla fine del mese lo stipendio arriva comunque.6 punti
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Ormai le varianti note di questa particolare moneta, sono talmente tante che, un po per pigrizia, un po perché mi manca il Corpus, per classificarlo, ho deciso di far divertire i numerosi giovani appassionati di questa tipologia. In particolare @ che so che ci "esce pazzo", ma non solo. La classificazione presente sul vecchio cartellino che accompagnava la moneta (De Falco), non corrispondeva sicuramente alla reale classificazione. Per cui neanche la cito, perché fuorviante. Notare il cerchio lineare interno su entrambi i lati.5 punti
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La Zecca di Manfredonia fu attiva dal 1263, anno in cui il Re Manfredi di Svevia (Hohenstaufen) vi trasferì tale funzione da Brindisi, al 1266, anno in cui Manfredi morì, sconfitto dalle truppe di Carlo I d'Angiò, nella battaglia di Benevento. Il Re Manfredi di Svevia (Hohenstaufen), (nacque a Venosa nel 1232 – morì a Benevento il 26 febbraio 1266 in battaglia, sconfitto dalle truppe di Carlo I d'Angiò), ultimo Re svevo del regno di Sicilia, figlio dell'imperatore Federico II di Svevia e di Bianca Lancia di Monferrato, legittimo o naturale, a seconda se si accetta che Federico II la sposò, anche se solo poco prima della sua morte, o se si accetta che la Curia romana disconobbe quel vincolo matrimoniale, per il profondo odio per la casa di Hohenstaufen, fondò sui resti dell’antica Siponto, la città a cui conferì il suo nome in segno di prestigio e potenza, appunto “Manfredonia”, il giorno di San Giorgio nel 1256, conducendovi la popolazione di Fiorentino e di Dragonera, ma, secondo il Palumbo, i lavori di costruzione della città venne iniziata nella primavera del 1259 e gli abitanti s’insediarono all’inizio del 1263. Per tanto anche la Zecca iniziò la sua attività nel 1263. Si ricorda che allora l’anno iniziava il 1 settembre, per cui potrebbe trattarsi della fine del 1262. Nei progetti di Manfredi, Manfredonia era stata designata a fungere da importante centro per i traffici commerciali del Mediterraneo e "Apuliae Caput", capitale della Puglia o meglio di tutto il meridione continentale, dato che allora per Apuliae si intendeva tutto il meridione continentale. Di tale Zecca si conoscono solo due tipologie monetarie: 1) un tarì d’oro, molto raro, e alcune sue varianti rarissime, di cui non avendo esemplari spero che altri li inseriscano; 2) un denaro in mistura, di cui sono note cinque varianti.5 punti
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scatto con macro 180 mm e canon 5d mark 2 appunto per ottenere risultati di livello professionale.per quanto riguarda photoshop, è stato usato solo per il taglio ed il montaggio. anche se non sono un fotografo professionista (ma vorrei diventarlo) eticamente e numismaticamente trovo scorretto "abbellire" una foto al fine di rendere la moneta più attraente di quello che è in realtá. concetto che ho sempre ribadito, anche nella piccola guida introduttiva sulla fotografia numismatica che ho stilato che trovate negli articoli del forum. la moneta che ho postato è eccezionale, senza se e senza ma, con fondi "speculari" come va tanto di moda dire, e l'attrezzatura che uso per scattare lo è altrettanto, e le infinite prove fatte per migliorarmi, fotograficamente parlando, mi hanno portato ad ottenere risulati fotografici qualitativamente di rilievo. d'altronde, se il mio sogno è quello di scattare per le case d'aste, sarebbe ridicolo se tutte le cose menzionate nel mio sito fossero solo belle parole.4 punti
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Nella visita mattutina assieme ad altri utenti del forum presso il MNR ho fotografato (finalmente) quello che viene definito come uno stampo per realizzare falsi coronati. Quello che a mio avviso colpisce, al di là del metodo, è l'accuratezza dell'incisione. In diversi (@@eliodoro @@adolfos )abbiamo potuto constatare l'abilità del falsario. Lo "stampo" si presenta formato da due placche metalliche (presumibilmente bronzo o lega di rame) con due perni per il bloccaggio delle stesse posti agli angoli opposti per una migliore chiusura. Vi è poi uno "scivolo" su entrambe le placche da dove veniva versato il metallo fuso e, sulla placca con la croce, due ulteriori "canali" presumibilmente creati come sfiatatoi per la fuoriuscita dell'aria. La moneta da falsificare è del tipo privo di sigle ed è stata riprodotta nei minimi particolari. Si possono infatti osservare i cosiddetti "punti di compasso", la rigatura della croce, la cordonatura sul bordo e del cerchio che delimita il campo con la legenda, l'interpunzione etc. Insomma un bel lavoro. Sarebbe stato interessante osservare il prodotto finale venuto fuori da questo stampo che, a guardarlo, sembrerebbe aver lavorato. Ovviamente sarebbe stato tradito dal fatto di essere stato prodotto per fusione, ma magari nel “mucchio”, riusciva a passare inosservato. Sperando di aver fatto cosa gradita.3 punti
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Troppo in basso questa discussione...è vero!! Ecco un mio modesto contributo per l'idolo della mia infanzia che resterà sempre nel mio DNA...l'ho preso ad una fiera a PD praticamente al prezzo di emissione (38€)! Stato: S.Marino Valore € 5,00 Tipologia: Argento 925/000 Peso Legale: gr. 18,00 Diametro: mm. 32 Tiratura massima: 8.000 esemplari Disegno rovescio bozzetto: Marcio Petta Disegno dritto bozzetto: Antonella Napolione Modellazione bozzetto: Silvia Petrassi Bordo godronatura: spessa continua Emissione: 22.7.2014 Prezzo emissione: 34€3 punti
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@@Reficul @@incuso @@francesco77 Avevo già espresso il mio parere positivo su questo nuovo assetto del Forum, e a riprova di ciò, devo dire che da quando sono state riunite tutte le varie sezioni degli Stati Preunitari in un'unica Sezione, oltre alle Borboniche, ho iniziato ad interessarmi di discussioni inerenti monetazioni di altri Stati ed alle monete dei Savoia, che prima non avevo modo di notare. Mi auguro che anche altri amici del Forum abbiano avuto lo stesso impatto con questa novità, che dfinirei "strategica". Complimenti!! Raccomando a tutti di inserire i TAG delle categorie di discussione che aiutano moltissimo a ritrovare i vari raggruppamenti.3 punti
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Es un cavallo de Ferdinando de la ceca de Napoli senza sigle, de las primeras emisiones. Hay numerosísimas variantes de esta tipología.3 punti
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Più che non presa in considerazione, direi che è caldamente e faziosamente stata fortemente osteggiata da chi, lavorando all'interno delle istituzioni, se ne è sentito minacciato dall'impietoso confronto prestazionale.....e anche da quella parte degli addetti che nel torbido, evidentemente, ci sguazza .... Quanto all'idea di far vendere alle istituzioni i reperti comuni e presenti in multipli negli scantinati( perché è lì che poi stanno) sfondi una porta aperta per quel che mi riguarda. Soprattutto perché si eliminerebbe il sostrato in cui vivono e prosperano tutte le figure che lucrano sugli effetti di questo proibizionismo di maniera e di comodo. Pensate: se fosse lo stato a cedere certe categorie di reperti, dopo averli opportunamente studiati e repertoriati, che senso mai avrebbe l'esistenza di un mercato clandestino per quegli oggetti? Tutta la pletora di traffichini e trafficoni che adesso si mettono intasca fior di soldi "esentasse" sparirebbe all'istante con soli benefici per tutti, lo stato che incasserebbe ( e si rimangerebbe anche quelli, visto chi ci governa) e gli acquirenti , che, finalmente, non dovrebbero più preoccuparsi del problema falsi e sveglie mattutine inopportune. Un progresso non da poco. Uniche vittime i traffichini che rimarrebbero disoccupati, ma non me la sento di piangere per questo. Le monete, per la loro intrinseca natura di ripetitività seriale, sarebbero il soggetto principe di una tale rivoluzione.3 punti
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TAGLIO : 2 Cent STATO : San Marino TIRATURA 2002 : 120.000 AUTORE : Frantisek Chochola - Lorenzo Frapiccini TEMA : Statua della Libertà MATERIALE : Acciaio (94,35%) placcato con rame (5,65%) DIAMETRO : 18,75 mm. SPESSORE : 1,67 mm. PESO : 3,06 gr. CONTORNO : Filetto orizzontale in incuso La Statua della Libertà si trova nella Repubblica di San Marino in Piazza della Libertà, tra il Palazzo Pubblico e la Parva Domus Realizzata nel 1876 in marmo bianco di Carrara è opera dello scultore Stefano Galletti (1832-1905). Simbolo della libertà della più antica Repubblica, la statua rappresenta una guerriera che avanza fiera con una mano tesa in avanti e con una bandiera al fianco. La testa è cinta da una corona con tre torri che rappresenta la città fortificata di San Marino.3 punti
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Altro mio secondo pezzo, descrizione: LIVORNO Cosimo III de'Medici, 1670-1720. Tollero 1703 tipo Senile. Ar gr. 27,02 COSMVS III D G MAG DVX ETRVRIAE VI Busto a d. coronato e con lunga capigliatura. Rv. ET PATET ET FAVET Veduta del porto di Livorno. CNI 69/71; Gal. XLVI; Di Giulio 145;MIR 64/18. Molto Rara. Delicata patina. questa è eccezionale, le foto sono col cellulare forse non rendono, anzi non esprimono, ha fondi quasi specchio rilievi nitidi e pungenti..siamo sopra lo splendido. al rovescio dopo la scritta PATET in alto vi è una leggera escoriazione di metallo, dovuta all argento in fase di coniatura..piccole imperfezioni tipiche di questi grandi moduli Medicei. anche per questa moneta la raffigurazione cambia dai precendenti Tolleri del porto, in questa il Granduca è raffigurato in età più matura, busto senile.. @@dabbene @@nando12 @@tommydedo vi piace? mi spiace per le foto al cell mi spiace tanto non le rendono grazia..2 punti
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La corona di Castiglia è il nome dato all'entità nata dalla fusione dei regni di Leon e di Castiglia e così ne viene descritto lo stemma: Scudo inquartato: 1º e 4º di rosso, un castello d' oro finestrato d' azzurro; 2º e 3º d'argento, un león porpora coronato d'oro, armato e lampassato di rosso. Al timbro, elmo reale con corona, cercine e svolazzi nello stesso colore. Come cimiero, un castello d'oro finestrato d'azzurro cimato da un leone di porpora uscente, coronato d'oro, con una spada d'argento guarnita d'oro nella destra e un mondo crociato d'oro nella sinistra. A quanto pare il cimiero è costituito dall'unione di Castiglia e Leon. Il dragone invece è parte dello stemma d'Aragona, infatti viene nominato come: El senyal real del rei d'Aragón (il simbolo regale del re d'Aragona) quindi i tre elmi presenti sullo stemma recano i simboli della Spagna: Leon, Castiglia e Aragona Ormai sulle corone e l'araldica riesco a cavarmela :D E credo che una risposta ai quesiti di junomoneta può esserci stata, poi non so come siano andati a finire i suoi studi a riguardo, certo non sono gli Avalos prospettiati dal mero :D http://www.lamoneta.it/topic/75536-filippo-iv-9-cavalli/?hl=%2Bnapoli+%2Bcavalli+%2Bdrago#entry11765682 punti
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Beh a questo punto mi sembra necessario postare qualche foto... Frazione di siliqua (0,26 g) attribuita a Sergio I (candidata votata da @@adolfos) Denaro antiquiores di Leone III con Carlo Magno (più attinente alla sezione secondo il parere di @@dabbene)2 punti
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Il problema alla base di tutto è che ogni introito di monete sia proveniente da scavi, donazioni o acquisti deve essere subito catalogato, inventariato, fotografato, se non viene fatto le monete non esistono di fatto, non c'è alcuna prova tangibile della loro esistenza, poi tutto il resto segue....non dimentichiamo che le monete donate allo Stato o alle Civiche sono poi di tutti e devono essere tenute come beni da tutelare, proteggere, divulgare, le donazioni hanno come scopo sempre che siano di pubblica utilità, quindi visionabili e a disposizione....2 punti
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Andrea, dai io concordo con molte cose che dici, però così si esagera . Purtroppo per via del regolamento ( spesso inflessibile , ma che purtroppo devo far rispettare ) non si possono inserire link diretti di vendita o indirizzi email in chiaro . Però basta rivolgersi in MP agli utenti e a me hanno sempre risposto . I nomi dei venditori, i link ai siti, gli indirizzi e mail . Ora, non voglio pensare che lo facciano cn me soltanto perchè sono curatore, mi rifiuto proprio di pensarlo . Poi , ce ne sono tante di mele marce , ma non tutte , anzi la maggior parte non lo sono . Non prendere parte alle attività del Forum non vuol dire necessariamente essere speculatori o egoisti, soltanto questo intendevo :good:2 punti
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Ed ecco cosa mi ha rifilato stamane il buon giornalaio...difficile accorgersi che non è un 5 eurocent.. :crazy:2 punti
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@@anto R Hai sicuramente ragione :) . Tuttavia l'esemplare che ho presentato riguarda la prima emissione del Senato Romano e non della zecca di Roma in particolare. Capito mi hai? :) Secondo me, anche se il discorso è lungo e complesso, la prima produzione potrebbe risalire alle bizantino-papali. Argomento sicuramente da approfondire. E comunque l'Alto Medioevo non è il mio campo...... Saluti a tutti2 punti
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un gran buongiorno a tutti....... :good: ....un altra monetina di quella con il A...pare piu fine e piccola.... 0.31 grs,per 10mm di diametro........ormai si potra dire che quella cugina carnale dei minutini,circolavanno.... :) ...e semprecurioso vederne torna un esemplare.... :)2 punti
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Passo io allora a una zecca del sud e vado in Puglia a San Severo......, ne avevamo anche parlato sul forum e la storia di questa moneta è decisamente interessante. Essendo la moneta una sola, tra l'altro in due soli esemplari, e un altro però ritenuto falso, mi sento di non sbagliare su quale fu la prima moneta di questa zecca :blum: e allora raccontiamo.... Nel 1903 il generale Giuseppe Ruggero pubblica una nota sulla RIN " Un tornese di Sansevero " in cui parla e descrive il pezzo ritenuto unico conservato nella Collezione Reale. Si tratta di una moneta che era stata regalata al re quell'anno dal Sign. Emanuele Viviani di La Spezia. Il Ruggero parla di coniazione della moneta in un momento di autonomia della città nel periodo di circa la metà del XV secolo. Il Cagiati riprese successivamente l'argomento che venne poi inserito nel CNI con dati metrologici e immagine della moneta stessa. Cagiati parla di Sansevero che non ebbe mai autonomia di diritto ma nel contempo dice che " in quei tempi era facile attribuirsela di fatto, per qualche tratto più o meno breve....." e il riferimento temporale è sempre la metà del XV secolo. Due sono gli esemplari conosciuti, come già detto, dei tornesi di Sansevero, assomigliano a quelli di Campobasso, sono in rame e hanno fatture similari. Il Ruotolo sostiene essere verosimile il fatto che il Conte Nicola di Monteforte nel periodo in cui fece battere monete in Campobasso lo fece anche per Sansevero. C'erano degli intrecci parentali in tutto questo, il conte di Campobasso era genero di Paolo di Sangro, signore di Sansevero che aveva sposato la figlia Altabella. Furono monete per lucro, certo differenti dai tornesi di Acaja che superavano una lega del 25% d'argento, il Ruotolo illustra anche l'altro esemplare che differisce da quello del CNI per le leggende con le rappresentazioni nei campi invertite. Sempre il Ruotolo presenta anche un falso moderno e dice di averne visto un altro sempre opera dello stesso falsario ; ci sono anche falsi comunque per Campobasso. Quindi una storia interessante, pochissimi pezzi, coniati per un brevissimo lasso di tempo, per lucro a quanto pare, con una zecca che non si sa bene dove fosse, forse nel centro abitato, una storia numismatica questa volta di una zecca poco conosciuta del Sud, allego le immagini tratte da " Il denaro tornese nell'Italia meridionale " di Davide Fabrizi....ora però passerei ad altri....scegliete voi.... :blum:2 punti
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Personalmente uso le capsule, tenendole temporaneamente all'interno di vassoi in floccato (l'unico sistema poco costoso ma abbastanza elegante). Dato che però mi ero stufato di tenere i vassoi in uno scatolone, e dato che le soluzioni disponibili in commercio per contenere i vassoi costano un occhio della testa, ho deciso di costruirmi un monetiere. Alla fine non è risultata una cosa economica come pensavo (tra legname e maniglie per due cassettiere ho speso più di 100 euro!), però il risultato mi soddisfa, e anche costruirle è stato divertente. Visto che ho impiegato molto tempo a progettarlo, ho pensato di scrivere un veloce tutorial che spero possa essere utile come spunto a chi eventualmente volesse fare lo stesso. Non so se sia il caso di inserirlo da qualche altra parte, quindi mi limito per ora a postarlo qui. Tutorial-monetiere.pdf2 punti
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Chiedo scusa a Sanni se non ho ben compreso il suo post... dove è stato scritto che quasi tutti i falsi prodotti sono privi di sigle? Quali sarebbero le ipotesi che lasciano strascichi di cattivi pensieri? Stiamo parlando di uno stampo per creare false monete attraverso una fusione, non parliamo di conii a tuo dire che "potrebbero essere perfetti". A questo punto vengono in mente a me cattivi pensieri... che ancora una volta, con frasi apparentemente innocenti, ci si diverta a lanciare qualche "frecciatina" rischiando di strumentalizzare nuovamente una discussione trasformandola in una potenziale polemica. Spero che i miei cattivi pensieri siano frutto di errata interpretazione e nel caso chiedo scusa ma magari, per evitare certe incomprensioni, basterebbe essere meno sibillini.2 punti
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Ma così è troppo perfetta! a proposito... complimenti! Posso solo spatinarla e farci un foro per usarla come ciondolo ok? :crazy:2 punti
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Mi dimenticavo che è possibile scaricare il lavoro di Lazzarini anche in formato pdf direttamente dalla Revue Suisse de Numismatique, con migliore qualità (adesso ho adeguato ingombro per poter allegarlo): Lazzarini 2005 monetazione Halykiai.pdf2 punti
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Taglio: 2 Euro Nazione: Spagna Anno: 2014 Tiratura: 8.000.000 Conservazione: BB+ Località: Trieste Note: NEWS !2 punti
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Certo che un minimo di grazia nel chiedere non guasterebbe, ti ricordo @@Gabriele1996 che questo forum non è una caserma, ( ma se sei del 1996 manco l'hai viste le caserme!) e gli ordini non si danno. Hai anche sbagliato la sezione essendo una medaglia papale avresti dovuto inserirla nella relativa sezione. saluti. TIBERIVS2 punti
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L'Italia potrebbe guadagnare un sacco di soldi vendendo a prezzi di mercato (non svendendo) i reperti archeologici ripetitivi, soprattutto monete comuni, cocci di anfore,... Basterebbe una modifica legislativa, non si tratta di cambiare la Costituzione. Ma per l'immaginario collettivo ogni coccio o denario romano è un reperto archeologico di valore inestimabile e temo che una simile legge risulterebbe molto impopolare ai non addetti al settore (vendere la storia ai privati? un altro favore ai soliti ricchi, meglio lasciarli a marcire nei musei che però sono di tutti).2 punti
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Giusto per far vedere che sono già in circolazione. Non avevo il tempo di scannarizzarla.2 punti
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Come sempre le monete sabaude continuano a riservarci delle sorprese... Ho avuto la fortuna di poter inserire in collezione questa monetina (una delle mie amate piccole) e penso che meriti dedicarci due parole! Si tratta di una moneta di Carlo II, un mezzo quarto di grosso di Piemonte, moneta abbastanza rara a vedersi ed a trovarsi, coniata nella meta' del 1500 a Vercelli ed a Nizza. Le monete coniate a Vercelli riportano le sigle IT dello zecchiere Girolamo Torrato e LF di Giovanni Ludovico Ferraris, sono le più' viste e conosciute, il Cudazzo sul MIR pubblica una moneta con le sigle GC che segnala come battuta a Torino o Cornavin e la segnala inedita apparsa su di un'asta nell'ottobre 1999. Le monete di Vercelli sono state battute al taglio di 304 pezzi al marco per un totale di 2680 marchi, mentre a Nizza a 260 pezzi al marco per un totale di soli 322 marchi. Visto l'esiguo numero di monete coniate non risultano ancora censite su nessuna pubblicazione numismatica di mia conoscenza... Ora andiamo alle mie conclusioni... Partendo dal presupposto che senza uno studio approfondito dei documenti queste sono solo mie supposizioni, deduco che l'attribuzione del mezzo quarto con le sigle GC per la zecca di Cornavin sia errata per la mancanza di documentazione di battitura di questa moneta per questa zecca e sopratutto perché moneta coniata per il Piemonte e non per la Savoia, sia errata l'attribuzione alla zecca di Torino perché le sigle GC per Girardino Carcassone non sono fattibili avendo lavorato in quella zecca nel 1536 cioè precedentemente al l'ordinanza di battitura di queste monete... Posso quindi supporre che queste sigle siano di Gabriele Capello che invece proprio in quel periodo lavorava a Nizza e siglava le sue monete con NGC, in cui pero' non ha inserito la N per Nizza. Ora altra considerazione per la moneta ora in mio possesso... Questa, a differenza delle altre, al rovescio non presenta alcuna sigla dello zecchiere, ma la legenda del diritto termina con una N. Si può leggere al diritto: croce KROLUS : SECOND : N al rovescio: croce DVX : SABAVDIE Non posso dire che non sia strano inserire la sigla di zecca al diritto sulla moneta nella legenda, non è una cosa consueta, ma a mio parere identifica quasi certamente la provenienza, cioè Nizza. Ora, se non ho stufato nessuno con questa lunga disquisizione su un piccolo "rottame" avrei il piacere di sentire le opinioni di chi ha avuto la pazienza di seguirmi in questo discorso lungo, ma penso logico... Altra cosa che stavo dimenticando... La foto di questa moneta che cinque anni fa avevo inserito a catalogo nella scheda e che mi era stata passata gentilmente da un utente ho notato che presenta lo stesso conio della mia, il che significa che probabilmente si tratta proprio di una coniazione e non di un errore.... Sono curioso di ascoltare altri pareri concordi o discordi...1 punto
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Buon giorno a tutti! Purtroppo devo accantonare la numismatica fino a Marzo, tuttavia mi sono imbattuto in questa osella (non è mia) e mi piacerebbe avere il vostro parere a riguardo, valore, suggestioni? Inoltre, se dovessi trovarmi di fronte un'osella a cosa devo prestare attenzione per attribuirle il "corretto" valore (o sarebbe meglio dire: fare una stima corretta di quanto spenderci). Grazie a tutti quelli che interverranno!!1 punto
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bella e verosimile ricostruzione.... certamente era situato in un punto strategico magnifico , posizione arroccata abbastanza " facilmente "difendibile e molto bello anche dal punto di vista "panoramico"! chissà quanti uomini formavano la guarnigione di soldati ! ( Giovanni Della Grossa, non lo dice ?) Grazie Jagd per condividere con noi queste belle iniziative!1 punto
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Ho risposto in PM a più di 10 di voi! Scaglionatevi con le mail al venditore sennò s'ingolfa! :rofl:1 punto
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Il Buon Tevere la chiuse qFDC...penso sia stato cattivello!!! :blum: Però pesando i segnetti al dritto la valutazione è condivisibile. Renato1 punto
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l'excursus di questa discussione, al di là di qualche "placet" di facciata da parte di chi parla dalla parte delle istituzioni, è un copione visto e rivisto. Con altri attori, ma il succo è sempre il solito, sempre lì si va a parare:chi non fa parte della categoria non può né deve metterci bocca perché non ne è né degno né capace....con buona pace dei privati che hanno fatto tanto per il settore. L'iniziativa privata no.....perché toglie il pane di bocca agli impiegati....nonostante i risultati che possiamo vedere di qualche secolo di clientelismo istituzionale, nella funzionalità della gestione nostro patrimonio. La alienazione controllata anche di un frustolo no...perché non si sa mai quale altra futura mistica conoscenza possa contenere... In pratica, ci si riempie la bocca di progresso e "we can" ma si resta sempre irrimediabilmente inchiodati su posizioni "borboniche " e classiste.... Questa si che è aria fritta, ma non viene dall'esterno...viene dall'interno dei palazzi.1 punto
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c'è un altro "castello" su un'altra tipologia di 9 cavalli... ricordate Filippo IV? Fonte Cataloghi Online1 punto
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Ciao @@rommel88, giusta classificazione 29a, zecca differente Arles D N MAG MAXI-MVS P F AVG, pearl-diademed, draped & cuirassed bust right / SPES RO-MA-NORVM, campgate with two turrets, no doors, star above. TCON = Arles Complimenti per l'acquisto.. Saluti1 punto
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buongiorno @@memimemi direi che è la n. 8 B che a mio avviso è simile alla tua il peso si avvicina molto; essendo la tua molto consumata la differenza può starci. Riporto parte dell'immagine del messaggio di @@acraf delle ore 0,31 ove si nota che la moneta n. 8B è simile alla tua "Al momento la pubblicazione che offre la panoramica più esaustiva di questa misteriosa zecca, in passato confusa con Himera, è il Buceti, Monete, Storia e Topografia della Sicilia Greca, 2010, che però non può essere considerata un vero libro di numismatica, ma piuttosto un comodo manuale per una prima scernita delle zecche ed emissioni della Sicilia greca. Mancano approfondimenti e riferimenti bibliografici." se guardi bene l'ingrandimento della moneta 8B-- il testo accanto indica chiaramente che è un cinghiale. PS: se leggi il riferimento alla moneta 8B hai la soluzione sull'animale (ho cambiato il messaggio per renderlo essenziale) Pietro1 punto
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Questi complimenti li giro a @@MEDUSA51 , @@ndy92 , @.Pino. e @@derek83 . Io inserisco il file, dò qualche opinione, ma il vero motore e la vera mente sono loro :clapping: :clapping: :clapping: :clapping:1 punto
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Stavo per scrivere alcuni di questa prima, ma mi hanno sconsigliato la mia difficoltà di linguaggio. Penso è troppo complicato per il traduttore on-line, ma qui va: 1. Circa la "politica", essendo una possibile causa della parola-dato... che era la mia speculazione solo, non “The numismatist.” Io pensare il élite politica allora-corrente perdendo potere alla classe media, come stava accadendo in Perù al momento che queste monete erano in corso di progettazione, potrei hanno trovato qualche sottile espressione nell'uso della parola-date molto insolito. Forse era inteso come educazione, come nikita ha suggerito che potrebbe essere una possibilità. Qualcosa altro citato da nikita è più lungo il mio pensiero, tuttavia. Quando stavamo parlando di come, alla fine della serie, che alcune delle date sono state prodotte in due varietà, una delle quali sembrava nikita di essere spagnolo "Spagnola" e l'altro, un altro spagnolo "Latino americano". Ora, non so questo,, ma a me ha molto tempo sembrava possibile che un punto era stato fatto con l'uso di un tipo di spagnolo nel corso di un altro tipo di spagnolo. La differenza tra "Spagnola" spagnolo e spagnolo "Latino americano" è stato spesso fonte di "noi contro loro" pensando in centrale e Sud America e non so questo,, ma mi sembrava che qualche stilista moneta potrebbe avere raccontato una élite politica "Spagnola" lingua spagnola che, bene, le cose stavano cambiando. O potrebbe essere semplicemente una scelta estetica, come abbiamo tutti parlato. Non so. 2. la differenza, se del caso, tra KM214.1 e 214,2. Niki ta è corretta: 214.1 Philly scioperi, 214,2 sono prodotti di Londra. Cercato e cercato. Penso che il 214,2 è un design più raffinato, con leggende recto molto leggermente più piccoli, spostato un po' più lontano dalla cerchioni della moneta e (forse) in luoghi, ulteriormente dal ritratto. Il troncamento del ritratto è leggermente diverso: il 214.1 ha il sussurro di una S-curva, mentre il 214,2 è più piatta (vedere anche la leggera differenza nel punto del busto di ritratto, sotto la collana). Questi non sono grandi differenze, ma dopo solo un po ' mentre io potrei dire la differenza tra un 214.1 e un 214,2 senza guardare la data. Un'altra cosa circa la differenza tra i due tipi (Krause). In un primo momento ho pensato che potrebbe essere una differenza nelle dimensioni dei caratteri data (una volta ha colpito anni '30, le date richiedono più lettere). E c'è una differenza molto precisa in formato lettera—ma apparentemente solo con il 1920. Quindi, se sei un catalogatore e hai la foto di un 1920 che sai che è da Philadelphia, e qualsiasi data dal 1935-41, che si sa è da Londra, la grande differenza nel formato data-lettera sicuramente suggerire un tipo diverso. Cosa è, se vedi qualsiasi data diversa dal 1920 degli scioperi 1918-26, esso assomiglia molto al 1935-41 Londra colpisce! Linea di fondo, per me, comunque, è che ho sempre pensato che dovrebbe esserci una pausa di catalogo tra il 1968 e il 1969 centesimi di Lincoln. Non c'è una grande differenza nelle due, cataloghi per lo più ignorano, ma coprono le date di un 100 cent di Lincoln e sarete ancora in grado di identificare tutti i 100 da quale lato del 1968/1969 divide appartengono. Idem con 1918-1941 10-centavos Perù e il 1926/1935 divide. Con appena un po' di pratica, la differenza è facile da vedere. Non so circa 100 di 100, ma... Bla, bla, bla. Spero che questo aiuta! :) v. --------------------------------------------------------------- I was going to write some of this before, but my language difficulty discouraged me. I think it’s too complicated for the on-line translator, but here goes: 1. About “politics” being a possible cause of the word-dates….that was my own speculation only, not the “The Numismatist.” I think the then-current political elite losing power to the middle class, as was happening in Peru at the time these coins were being designed, might have found some subtle expression in the very unusual use of word-dates. Perhaps it was intended as education, as nikita has suggested might be a possibility. Something else mentioned by nikita is more along my own thinking, however. When we were talking about how, near the end of the series, that a few of the dates were produced in two varieties—one of which seemed to nikita to be “Spanish” Spanish, and the other, a more “Latin American” Spanish. Now, I do not know this,[ /i] but to me it has long seemed possible that a point was being made with the use of one type of Spanish over another type of Spanish. The difference between “Spanish” Spanish and “Latin American” Spanish has often been a source of “us versus them” thinking in Central and South America, and I do not know this,[ /i] but it seemed to me that some coin designer might have been telling a “Spanish” Spanish-speaking political elite that, well, things were changing. Or it could well be simply an aesthetic choice, as we’ve all talked about. I just don’t know. 2. The difference, if any, between KM214.1 and 214.2. Niki ta is correct: 214.1 are Philly strikes, 214.2 are London products. I looked and looked. I think the 214.2 is a more refined design, with very slightly smaller obverse legends moved very slightly further from the coin’s rims, and (perhaps) in places, further from the portrait. The truncation of the portrait is very slightly different: the 214.1 has the whisper of an S-curve to it, while the 214.2 is flatter (see also the slight difference in the point of the portrait’s bust, below the necklace). These aren’t big differences, but after just a little while I could tell the difference between a 214.1 and a 214.2 without looking at the date. One other thing about the difference between the two (Krause) types. At first I thought it might be a difference in the size of the date lettering (once the ‘30s hit, the dates require more letters). And there is a very definite difference in letter size—but seemingly only with the 1920. So, if you’re a cataloger and you have the picture of a 1920 which you know is from Philadelphia, and any date from 1935-41, which you know is from London, the big difference in date-letter size would definitely suggest a different type. Thing is, if you see any date other than the 1920 of the 1918-26 strikes, it looks a lot like the 1935-41 London strikes! Bottom-line, for me anyway, is that I always thought there should be a catalog break between the 1968 and the 1969 Lincoln cents. There isn’t a big difference in the two, and catalogs mostly ignore it, but cover up the dates of a 100 Lincoln cents, and you will still be able to identify all 100 as to which side of the 1968/1969 divide they belong. Ditto with Peru’s 1918-1941 10-centavos and the 1926/1935 divide. With just a little practice, the difference is easy to see. Don’t know about 100 of 100, but…. Blah, blah, blah. I hope this helps! :) v.1 punto
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Ieri sera volevo scrivere più o meno le stesse cose di Tiberius poi ho lasciato perdere, un saluto ed un per favore quando si chiede qualcosa sono sempre graditi ed aprono tutte le porte, purtroppo sempre più spesso vengono dimenticati soprattutto nella sezione identificazioni. E comunque è una discussione doppia.1 punto
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Buona giornata Bella rappresentazione e bella moneta! Anche a me da l'impressione che fosse appiccagnolata, quella "sbocconcellatura" in alto, può esserne la traccia; bisognerebbe comunque averla in mano per esserne certi. Comunque, se così fosse, l'appiccagnolo è stato rimosso a modo, senza deturpare il tondello. Ha un buon rilievo, indice che, qualora ridotta a suo tempo a ciondolo, non è stata "usata" molto ed anche la patina è gradevole. La traccia di un appiccagnolo rimosso è essenziale, dipende chiaramente da come è stato rimosso e quale traccia è rimasta; in questo caso sembrerebbe minima; in altre è molto evidente e deturpante; spesso le oselle sono state anche bucate .... per non parlare di quelle usate come ciondolo ed il loro continuo sfregamento sul tessuto o sulla pelle ne hanno abraso il rilievo, rendendolo minimo. Come giustamente ha accennato dux-sab, i parametri per giudicare un'osella non sono poi molto differenti da quelli relativi al giudizio che si può dare ad una moneta; la variante è il numero di pezzi coniati. Rispetto ad una moneta sappiamo che le oselle venivano coniate annualmente in un numero ridotto di esemplari (2/3 mila); un esemplare per ciascun membro del Maggior Consiglio, ma sappiamo anche che altre venivano fatte coniare dalla Signoria come donativo a personaggi cospicui ed altre venivano fatte coniare da privati per ostentazione. All'origine della coniazione sappiamo che i membri del Maggior Consiglio erano oltre 2.000, verso la fine della Repubblica erano ridotti a poco più della metà; si potrebbe pensare, quindi, che siano più rare le ultime rispetto alle prime, ma non c'è il conforto dei numeri ..... mancano sempre dai conteggi quelle coniate extra. Certamente va poi considerato che talune oselle riportano, nella propria iconografia, richiami ad eventi particolari per la Repubblica (es. battaglia di Lepanto) e queste sono molto più ricercate di altre. Le altre considerazioni sono le stesse delle normali monete; ovviamente riferite al periodo di cui si parla ... sui prezzi che possono spuntare, meglio di me, parlano i cataloghi d'asta .... Parlare di Fdc o Spl, ci sta naturalmente, ma personalmente lo considero più come "esercizio accademico", ma attenzione, nulla a che vedere con i parametri usati per le monete del regno..... le oselle, per la tecnica di coniazione (torchio) e per il numero dei pezzi coniati, sono altro. saluti luciano1 punto
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Gli specialisti perdoneranno lo sconfinamento in terra veneta (che peraltro mi ospita con continuità e grande amicizia). Anche Treviso ha visto il passaggio di Desiderio Re dei Longobardi che lì ha aperto la zecca o perlomeno ha emesso moneta d'oro. Nel link il tremisse. Dritto: (croce)FLAVIATARIISIOC (AV in nesso) verso: (croce)DNDESIDERIVSRX (ND e RX in nesso) http://46.137.91.31/web/catalogazione/search/SchedaDetail.aspx?TSK=NU&ID=5143&g=5 (non posto le immagini per non violare i diritti sulle stesse) Ciao Mario1 punto
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Pensate poi a una cosa.... Cosa avrebbe fatto un imperatore ad un incisore, dopo aver visto una moneta così, uscita dal conio? Io un idea me la sono fatta....(sella castrensis...?? :-) Skuby1 punto
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Sono dell'idea che il mercato si regoli da sé, se le tariffe sono palesemente esagerate la casa perderà clienti, a meno che non proponga pezzi unici. Quanto a ebay a mio parere va benissimo se parliamo di oggetti fino ad un certo valore (100-150 €) perché se prendiamo un "bidone" ce lo teniamo e amen ma oltre queste cifre preferisco sempre la garanzia e la supervisione di una casa d'aste, ben vengano le commissioni se in caso di problemi ho un interlocutore affidabile.1 punto
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A proposito di Francesco Giuseppe I (in Italia chiamato Cecco Peppe) vi posto una moneta da 2 Korone @@nando12 che te ne pare?1 punto
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Ciao. Se devo pensarla "all'italiana", la risposta potrebbe essere questa: 1. il venditore si "domicilia" apparentemente in Germania per le note questioni legate al commercio di monete antiche, che affliggono i sellers residenti in Italia; 2. è un dipendente o ha comunque accesso alla carta intestata del CNR e dunque "usa" quel materiale (e chissà....probabilmente anche l'affrancatura...) di proprietà dell'Ente. 3. il "paraculismo" arriva al punto che chiede il costo della raccomandata ma non potendo, ovviamente, spedire con tale mezzo usando il plico intestato del CNR (rimarrebbe una traccia troppo pericolosa e la spedizione farebbe formalmente capo all'Ente....non parliamo poi se per qualche motivo la raccomandata ritornasse al mittente...) il nostro venditore usa la posta prioritaria, economica, rapida e, soprattutto, anonima. Che dire.....un altro esempio di "europeismo" in salsa italiana? Però, magari le cose non stanno così.....tieni conto che io quando sento queste cose parto prevenuto.... :clapping: Saluti. M.1 punto
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Mi inserisco in questa bella discussione postando le prime monete coniate a Macerata. SI tratta di tre nominali (picciolo, mezzo grosso e grosso) coniati durante il pontificato di Giovanni XXII. D: croce patente - (croce) . PP . IOhANNES . R: DVS a triangolo - (croce) . VICESIMV . SEC . D: busto mitrato - * (croce) . PP . IOhANNES * R: croce patente - (croce) . SALVE . SCA . CRVX . D: il papa in trono - (piccolo triangolo) . PP . IOh - ANNE(S coricata) (piccolo triangolo) R: croce patente - (croce) (fiore) SALVE . SCA . CRVX (fiore) Buona serata a tutti, Antonio1 punto
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A Reggio Emilia le coniazioni iniziarono in seguito alla concessione rilasciata l’11 settembre del 1232 dall’imperatore Federico II a Nicolò Maltraversi, Vescovo di Reggio Emilia dal 1230 al 1243. Vista la crescente richiesta di moneta, nel 1233 la zecca cittadina aprì i battenti, iniziando l’emissione di moneta grossa di buon argento (860 °/00 ) e moneta piccola; il grosso aveva valore pari a 12 volte il piccolo. Tale monetazione doveva avere a riferimento la moneta circolante nelle altre città emiliane: Bologna, Parma, Ferrara (Modena seguì Reggio aprendo la propria zecca nel 1242, il grosso di Modena presentava un fino pari a 880 °/00; il grosso bolognese presentava un fino pari a 864 °/00 e peso pari a 1,4 grammi); allo scopo di salvaguardare i reciproci scambi Ferrara, Bologna, Parma e Reggio sottoscrissero un accordo che portò alla creazione nell’Emilia orientale di un’ampia area con buona omogeneità monetaria. Il verso (ex asta Varesi) il dritto I pesi del grosso reggiano riportati dal CNI presentano fluttuazioni da 1,11 a 1,41 grammi con un massimo di 1,96 grammi Il grosso di Reggio Emilia fu sempre ben accetto tanto che la sua produzione proseguì ben oltre la morte del Vescovo Nicolò Maltraversi. Reggio Emilia proporrà una nuova versione del grosso solo dal 1293 con Azzo d’Este. Ma il grosso ed il piccolo a nome del vescovo Nicolò Maltraversi furono solo le seconde “prime monete” di Reggio…..in effetti a Reggio vi fu un’altra prima emissione, attorno al 760 a nome di Desiderio, re dei longobardi. Si tratta di un tremisse conosciuto in unico esemplare coniato con caratteristiche identiche ai tremissi coniati anche a Lucca, Milano, Pavia, Piacenza, Pisa, Treviso, Vercelli e Vicenza. Resta da chiarire se questa moneta fosse il prodotto di una zecca itinerante o…? Questa moneta, oggi conservata ai civici musei di Reggio Emilia, venne rinvenuta da Flavio Tirelli, un appassionato locale, che la trovò fra le sabbie scartate da un’idrovora sul Po. il dritto il verso un saluto Mario1 punto
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