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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/11/15 in Risposte

  1. questa bella abitudine è nata nei primi anni 70, tanto per...................essere diversi. Io sarei per uniformare la modalità di sigillare e periziare le monete, una volta per tutte. Il sottoscritto, ad esempio, è cresciuto a Bobba, a Ratto, a Santamaria, ad Ambrosoli, a Gnecchi, a Manfredini e potrei andare avanti per un pò, e tutti chiudevano le monete con SPL-FDC per una conservazione intermedia e SPL/FDC per differenziare le due facciate della moneta. Che poi, qualcuno si è svegliato al mattino ed ha invertito le scritture per una sua comodità, per carità, ma negli anni 60 questo era il metro. E chiaramente, io continuo con il mio metodo.
    6 punti
  2. Prima che " ribattuta" venga interpretato in modo negativo come " ribattuta su un tondello non antico " o che si ingeneri altra confusione:il termine "ribattuta" è qui usato a sproposito. Per ribattuta si intende una moneta battuta su un'altra di altro genere ( ribattuta appunto) come per certi bronzi dei Mamertini o certe monete del regno ribattute su altre ( i centesimi esagono, se non sbaglio).Purtroppo è anche una tecnica di falsificazione dove su tondelli antichi originali, privi di immagine residua, si ribattono appunto le immagini di una nuova moneta usando conii in acciaio. Ma non è il caso del sesterzio in questione che è perfettamente autentico( anche se meno verde di come si vede in foto) e non ha avuto nessuna lavorazione né dei fondi, né di altreparti. Il termine che sarebbe stato giusto usare sarebbe stato " doppia battitura" o "rimbalzo di conio" che è quello che ha determinato un certo sdoppiamento su alcune lettere della legenda ed è dovuto a movimenti spuri del tondello tra un colpo e l'altro della mazzetta con cui si colpiva ( ripetutamente) il conio e si imprimeva l'immagine sulla moneta. Lo si trova molto spesso sulle monete eseguite a mano in qualsiasi epoca, dalle greche, alle romane alle rinascimentali e medievali, fino all'avvento della coniazione a macchina.
    5 punti
  3. ANDORRA 1,2,5 cent 2014 TAGLIO : 1 Cent STATO : Andorra MATERIALE : acciaio (94,35) placcato con rame (5,65%) DIAMETRO : 16,25 mm SPESSORE : 1,670 mm PESO : 2,30 gr. CONTORNO : Liscio TAGLIO : 2 Cent STATO : Andorra MATERIALE : Acciaio (94,35%) placcato con rame (5,65%) DIAMETRO : 18,75 mm. SPESSORE : 1,67 mm. PESO : 3,06 gr. CONTORNO : Filetto orizzontale in incuso TAGLIO : 5 Cent STATO : Andorra MATERIALE : Acciaio (94,35%) placcato con rame (5,65%) DIAMETRO : 21,25 mm. SPESSORE : 1,67 mm. PESO : 3,92 gr. CONTORNO : Liscio Le monete da 5,2 ed 1 cent andorrane , con data a partire dal 2014 ( coniate dalla zecca di Madrid ) , rappresentano animali tipici della fauna dello Stato, con sullo sfondo un tipico paesaggio pirenaico e sulla sinistra un po’ angolato, la scritta Andorra e l’anno di emissione . Sono molto significative in quanto in un immagine rappresentano flora, fauna , paesaggio , insomma la natura di Andorra . L’autore di questi disegni è Ruben da Silva Carpio . In particolare si vede in primo piano un camoscio pirenaico , in secondo piano un gipeto in volo e sullo sfondo una montagna dei Pirenei . Diamo un breve saggio su questi animali e su questa catena montuosa così imponente: Il camoscio pirenaico o camoscio dei Pirenei (Rupicapra pyrenaica) è un'antilope caprina che vive sui Pirenei, sui Monti Cantabrici e sui Monti Appenninici. Appartiene alla sottofamiglia Caprinae, all'interno della famiglia dei bovidi, insieme a pecore e capre. Piccola curiosità, è la mascotte della Nazionale di rugby andorrana, appunto . Il suo mantello estivo è bruno-ruggine; in inverno è bruno/nero con macchie più scure attorno agli occhi. Sia i maschi che le femmine hanno corna uncinate rivolte all'indietro lunghe fino a 20 cm. Si nutre di erba, licheni e germogli di alberi. Agile e ben saldo sulle sue zampe si trova in ogni tipo di ambiente montano, fino ai 3000 m di quota. La lunghezza totale del corpo, misurata dall’estremità della testa alla radice della coda, varia tra 100 e 110 cm. L’altezza media, misurata al garrese, è di 70 cm. Il peso corporeo è influenzato dall’età, dal sesso: nei maschi adulti tale valore oscilla tra i 25 e i 40 kg, nelle femmine adulte tra i 25 e i 32 kg . Cacciati fino quasi all'estinzione negli anni quaranta del Novecento, la popolazione ha mostrato una forte riprese e nel 2002 è stata stimata una popolazione di 25.000 esemplari . L’animale è infatti, per adesso , classificato “ a rischio minimo “ di estinzione. Il gipeto (Gypaetus barbatus) è un uccello rapace della famiglia Accipitridae . Comunemente noto come "avvoltoio barbuto" o "avvoltoio degli agnelli", fa parte degli avvoltoi del Vecchio Mondo, ed è l'avvoltoio di maggiori dimensioni tra quelli nidificanti in Europa.Tipicamente stanziale, nidifica sui dirupi in alta montagna nell'Europa meridionale ( Alpi,Carpazi, Pirenei, Caucaso ), in Africa ( Atlantide, Tunisia , Acrocoro etiope ), in India ed in Tibet ( sulle montagne dell’Himalaya), deponendo una o due uova. È stato reintrodotto con successo sulle Alpi, ma continua ad essere uno dei più rari avvoltoi d'Europa ( infatti viene classificato come “prossimo alla minaccia” di estinzione. Come altri avvoltoi è un necrofago, cioè si nutre principalmente di carcasse di animali morti, ed ha una dieta estremamente specializzata, nutrendosi in particolare delle ossa e del midollo osseo. Un comportamento tipico è quello di lasciar cadere le ossa di carcasse da grandi altezze, per frantumarle e quindi nutrirsene. L'adulto può raggiungere una lunghezza di 110-115 cm (la sola coda, a forma di cuneo, misura 42–44 cm), con un'apertura alare di 266–282 cm e con un peso di 5–7 kg . Nell'adulto il colore del piumaggio presenta un netto contrasto tra le parti ventrali e la testa, chiare, e le parti dorsali e le ali, scure. Le penne timoniere e le penne copritrici delle ali e del dorso, pur essendo di colore grigio scuro, sono dotate di un rachide biancastro che produce delle sfumature chiare.Sul capo, costantemente bianco, spiccano i ciuffi di vibrisse nere che circondano l'occhio e scendono fin sotto il becco a formare una specie di "barba". L'iride è gialla ed è circondata da un anello perioculare membranoso di colore rosso che diventa particolarmente evidente nei momenti di eccitazione. Il gipeto è piuttosto longevo (20–25 anni in natura, fino a 40 in cattività) ed è caratterizzato da un ciclo riproduttivo lungo. La riproduzione occupa, infatti, la maggior parte dell'anno, dall'autunno, con la preparazione del nido, fino all'abbandono del territorio da parte dei giovani quando gli adulti iniziano le parate nuziali per un nuovo ciclo. Ogni coppia è monogama ed occupa un territorio che può raggiungere anche i 300 km2 di estensione. I Pirenei sono una catena montuosa che forma il confine fra la Francia e la Spagna, all’interno della catena ( nei Pirenei orientali )vi è , appunto il Principato di Andorra. Separano la penisola iberica dalla Francia e si estendono per circa 430 km dal Mar Cantabrico (golfo di Biscaglia) fino al Mar Mediterraneo (cap de Creus). La vetta più alta dei Pirenei è il Picco d'Aneto (3.404 m s.l.m.), situato sul versante spagnolo. I sedimenti che compongono i Pirenei furono inizialmente depositati in bacini litoranei durante le ere paleozoica e mesozoica. Nel periodo cretaceo inferiore, il fondale marino sotto il Golfo di Biscaglia si è alzato spingendo la Spagna contro la Francia e ponendo gli strati di sedimento in una sorta di stretta. La pressione e il sollevamento della crosta terrestre in primo luogo hanno interessato la parte orientale ed hanno influenzato progressivamente l'intera catena, con un culmine nell'eocene. La parte orientale dei Pirenei è costituita in gran parte da granito e da rocce di gneiss, mentre nella parte occidentale le cime composte da granito sono fiancheggiate da strati di calcare. L'aspetto voluminoso e "nuovo" della catena viene dalla relativa abbondanza di granito, che è particolarmente resistente all'erosione, così come un'evoluzione glaciale scarsa.
    4 punti
  4. Agli inizi del IX secolo inizia la propria attività la zecca di Venezia coniando un denaro di tipo carolingio a nome di Ludovico il Pio (814-840), figlio di Carlo Magno. E questa è una cosa interessante in quanto Venezia formalmente era territorio bizantino, come confermato da accordi tra Carlo Magno e l'imperatore di Bisanzio Michele I Rangabe. Il primo tipo coniato ebbe al dritto la legenda H LVDOVVICVS IMP e al rovescio VENECIAS MONETA in tre righe. Questo primo tipo, ora rarissimo, venne ben presto sostituito dalla tipologia che al rovescio porta la scritta VENECIAS in due righe, qui rappresentata. Arka
    4 punti
  5. Fonte Cataloghi Online Quella che ho postato è l'immagine del R/ di un quattrino di Ancona del XV secolo. Di quelli che nel campo portano le lettere CVS. Sembrerebbe tutto normale, ma controllando la legenda c'è qualcosa di anomalo che a me non è mai capitato di vedere. Al termine della legenda, infatti R/ X_PP*S*QVIRIA* (?) / nel campo C*V*S* ad ore 10 c'è un simbolo strano. L'avete mai visto? Che cosa è per voi?
    3 punti
  6. Stavo pensando che le discussioni generali come questa dovrebbero avere un TAG arcobaleno... :D Arka
    3 punti
  7. Coda lunga o coda di paglia?
    3 punti
  8. dopo una decina di giorni di monete normali ecco la prima BOMBA del 2015 :yahoo: Taglio : 50 cent Nazione : Malta Anno : 2013 Tiratura : 35.000 solo divisionali Condizione : SPL Città : Bereguardo Data : 10/02/15 note : la più bassa tiratura da me trovata Taglio : 1 euro Nazione : San Marino Anno : 2014 Tiratura : 1.556.500 Condizione : Città : Bereguardo Data : 10/02/15
    3 punti
  9. 3 punti
  10. Come sempre le monete sabaude continuano a riservarci delle sorprese... Ho avuto la fortuna di poter inserire in collezione questa monetina (una delle mie amate piccole) e penso che meriti dedicarci due parole! Si tratta di una moneta di Carlo II, un mezzo quarto di grosso di Piemonte, moneta abbastanza rara a vedersi ed a trovarsi, coniata nella meta' del 1500 a Vercelli ed a Nizza. Le monete coniate a Vercelli riportano le sigle IT dello zecchiere Girolamo Torrato e LF di Giovanni Ludovico Ferraris, sono le più' viste e conosciute, il Cudazzo sul MIR pubblica una moneta con le sigle GC che segnala come battuta a Torino o Cornavin e la segnala inedita apparsa su di un'asta nell'ottobre 1999. Le monete di Vercelli sono state battute al taglio di 304 pezzi al marco per un totale di 2680 marchi, mentre a Nizza a 260 pezzi al marco per un totale di soli 322 marchi. Visto l'esiguo numero di monete coniate non risultano ancora censite su nessuna pubblicazione numismatica di mia conoscenza... Ora andiamo alle mie conclusioni... Partendo dal presupposto che senza uno studio approfondito dei documenti queste sono solo mie supposizioni, deduco che l'attribuzione del mezzo quarto con le sigle GC per la zecca di Cornavin sia errata per la mancanza di documentazione di battitura di questa moneta per questa zecca e sopratutto perché moneta coniata per il Piemonte e non per la Savoia, sia errata l'attribuzione alla zecca di Torino perché le sigle GC per Girardino Carcassone non sono fattibili avendo lavorato in quella zecca nel 1536 cioè precedentemente al l'ordinanza di battitura di queste monete... Posso quindi supporre che queste sigle siano di Gabriele Capello che invece proprio in quel periodo lavorava a Nizza e siglava le sue monete con NGC, in cui pero' non ha inserito la N per Nizza. Ora altra considerazione per la moneta ora in mio possesso... Questa, a differenza delle altre, al rovescio non presenta alcuna sigla dello zecchiere, ma la legenda del diritto termina con una N. Si può leggere al diritto: croce KROLUS : SECOND : N al rovescio: croce DVX : SABAVDIE Non posso dire che non sia strano inserire la sigla di zecca al diritto sulla moneta nella legenda, non è una cosa consueta, ma a mio parere identifica quasi certamente la provenienza, cioè Nizza. Ora, se non ho stufato nessuno con questa lunga disquisizione su un piccolo "rottame" avrei il piacere di sentire le opinioni di chi ha avuto la pazienza di seguirmi in questo discorso lungo, ma penso logico... Altra cosa che stavo dimenticando... La foto di questa moneta che cinque anni fa avevo inserito a catalogo nella scheda e che mi era stata passata gentilmente da un utente ho notato che presenta lo stesso conio della mia, il che significa che probabilmente si tratta proprio di una coniazione e non di un errore.... Sono curioso di ascoltare altri pareri concordi o discordi...
    2 punti
  11. Buonasera a tutti, più per curiosità che per altro ho passato un po' di tempo a studiare i bagattini coniati a Ferrara tra la metà del 1300 e la metà del 1400 sotto Niccolò II d'Este (1361-1388) (detto lo Zoppo a causa della gotta, al quale si deve la costruzione, in soli due anni del Castello Estense che tuttora domina il centro della città e al quale si deve l'introduzione della "lira ferrarese di marchesini" detta volgarmente marchesana come ci insegna il Bellini), e il nipote Niccolò III (1393-1441) (che divenne marchese all'età di 10 anni, famoso anche per la triste storia di Ugo e Parisina, ma che a Ferrara è da sempre ricordato per le avventure amorose: ebbe moltissimi figli legittimi - tra i quali Ercole futuro duca della città - e illegittimi -tra i quali Leonello e Borso - che gli succedettero al governo di Ferrara). Niccolò III nel 1431 ottenne dal Re di Francia Carlo VII il privilegio di inquartare lo stemma estense con l’arme della corona di Francia cioè i tre gigli d’oro dando inizio così al periodo di maggior splendore della città di Ferrara. Ma torniamo ai bagattini: è moneta molto piccola in mistura: 11-12 mm di diametro e un peso medio di 0,30 g. La cosa che ha suscitato la mia curiosità è che mi sono trovato in mano due esemplari, che per quanto non ben conservati, erano a mio avviso assai diversi. Ho provato a consultare i testi di cui sono in possesso e questa è la sintesi: il CNI cita solo il Bagattino di Niccolò III (nn. 20-23), quello di Niccolò II non è indicato Il MIR, come il CNI, cita solo il Bagattino di Niccolò III (n. 226), quello di Niccolò II non è indicato; Il Bellesia non indica il bagattino tra le monete di Niccolò II, lo indica tra quelle di Niccolò III (n. 8) indicando un solo esemplare conosciuto e scrivendo "Anache il bagattino di Niccolò III si distingue da quello di Niccolò II per la diversa forma delle lettere: si notino come al solito la A, la C e la O (il riferimento alle solite lettere che cambiano deriva dalla stessa evoluzione avuta dal Marchesano). Il catalogo di numismatica italiana di lamoneta.it lo indica solo tra le monete di Niccolò III E' quindi evidente che, pur non citandolo direttamente tra lemonete coiate sotto Niccolò II, il Bellesia ne ammette l'esistenza e, indicando il bagattino di Niccolò III come esistente in un unico esemplare, implicitamente evidenzi come quello di Niccolò II sia più comune. Secondo le indicazioni del Bellesia le due monete differiscono per le lettere A, C, e O. La questione è nota, tra l'inizio della signoria di Niccolò II e la fine di quella di Niccolò III trascorrono 80 anni gli stili e le tecniche di coniazione sono cambiati. La A di Niccolò II era più tozza, formata con linee dritte e con base piatta, quella di Niccolò III era più elaborata e la base aveva le punte verso il basso. La C di Niccolò II era formate da una mezzaluna e da due triangolini, quella di Niccolò III era invece chiusa davanti da un tratto verticale infine le O di Niccolò III erano più gonfie ai lati. Di seguito posto l'immagine che ho elaborato per confrontare le due monete: L'elemento che mi è saltato all'occhio e dal quale sono partito ad approfondire è la differenza tra le due n centrali: una grossa e tozza e l'altra decisamente più snella. Gli altri elementi di confronto sono indicati nell'immagine. Ho cercato evidentemente anche su internet diverse immagiini ma ho sempre trovato bagattini classificabili, secondo la mia teoria, al primo tipo, quello di Niccolò II. Quello indicato al n. 8 di Niccolò III nel Bellesia invece appartiene evidentemente al II tipo. Se la mia teoria è giusta, anche il bagattino fotografato nel catalogo di lamoneta.it, ed indicato sotto Niccolò III, dovrebbe invece appartenere a Niccolò II. Attendo le vostre considerazioni in merito.
    2 punti
  12. DE GREGE EPICURI Un catalogo, non mi risulta. Esiste un volume con molte foto in bianco e nero,uscito (mi pare) negli anni 70, titolo "Ritratti di Auguste" o qualcosa di molto simile; contiene molte foto di monete delle auguste, alcune veramente splendide. Direi che la descrizione propriamente numismatica non mi aveva entusiasmato, mentre quella artistico-iconografica è notevole. Credo si possa trovare usato su ebay o in qualche negozio.
    2 punti
  13. In meditazione come davanti ad un buon rosso :) ma monete in mano!
    2 punti
  14. Concordo con Francesco, falso Raro, visto il taglio........si potrebbe arrivare anche ai 50/70 euro.
    2 punti
  15. Ciao Riepo. Come puoi vedere dagli allegati, il nastro della medaglia riprende i colori del Canton Ticino, mentre sulla targhetta è impresso lo stemma di Bellinzona. Non è sicuramente una onorificenza elvetica : a giudicare dalla scritta che hai riportato, penso sia una delle tante medaglie di benemerenza dedicate a gruppi o reparti, in questo caso i Veterani del Ticino. Ho avuto occasione di parlare con un anziano signore svizzero di Zurigo, con cui mi rallegravo per la loro neutralità nel corso dei due conflitti mondiali hanno sconvolto l'Europa. Mi è sembrato meravigliato....poi mi ha chiarito che anche loro erano al fronte durante i conflitti. Le loro truppe erano mobilitate e schierate sui confini, lui faceva ancora parte della Territoriale e conservava a casa sua l'intero equipaggiamento compreso il fucile, inoltre era soggetto a periodici richiami e gare di tiro. Un aspetto dello spirito militare elvetico che non immaginavo ma che non deve sorprendere, basta conoscere un po' la storia del Paese.
    2 punti
  16. Mi era sfuggita questa discussione. Mi sono permesso di raccogliere la discussione in un unico file pdf. Grazie per le informazioni. LA ZECCA DI LECCE.pdf
    2 punti
  17. Mi chiedo se non sarebbe il caso di inviare una lettera aperta, tramite una rivista specializzata, all'autore dell'articolo, per chiedere pubblicamente...un "approfondimento" della nota nr.56
    2 punti
  18. Complimenti agli autori! Impegnati da anni nella ricerca in questo particolare e assai ostico campo.. Non vedo l'ora di leggerlo
    2 punti
  19. Mi associo. E' importante sostenere, anche economicamente (senza grande spesa), queste iniziative editoriali, tanto più che sono fatte bene e con buon impatto culturale considerando che si occupa di un periodo storico e numismatico molto complesso e oscuro. Mi sembra di capire che a cura degli stessi autori ci saranno prossimamente altri volumi sulla monetazione vandala, analizzando depositi e ripostigli di monete vandale.
    2 punti
  20. Ordinata una copia. Credo che il miglior modo per sostenere l'editoria numismatica ed apprezzare il lavoro degli Autori sia quello di......acquistare i libri. Che poi vanno però anche letti.., Saluti e complimenti a tutti, Autori ed Editore. Michele
    2 punti
  21. ______________ _________1875 Germania - Impero Guglielmo I° (1797-1888) ____________________ 1 Marco - Argento .900 20 Pfenning - Argento .900 5 Pfenning - Rame/nickel
    2 punti
  22. Aggiungo un altro tassello "emiliano" alla discussione.... L'attività della zecca di Modena è caratterizzata da due distinti periodi. Il periodo comunale che va dal 1242 al 1598 e il periodo estense, dal 1598 al 1796, anno in cui Ercole III d'Este venne scacciato dai francesi morendo esule a Treviso nel 1803 (gli Austro-Estensi, tornati a Modena nel 1815, non coniarono moneta). Da notare che le monete modenesi emesse prima del 1598, anche a nome dei vari signori estensi (fino ad Alfonso II d'Este), vennero prodotte sulla base della conncessione imperiale alla comunità cittadine e che questa autonomia fu constantemente osteggiata dai signori di turno. La concessione a battere moneta, unitamente ad altri benefici, venne rilasciata nel 1226 da Federico II alla comunità della città di Modena come atto di riconoscenza alla città emiliana che, in seguito all'occupazione di alcuni castelli e territori modenesi da parte dei bolognesi, era uscita dalla lega dei comuni ed era passata dalla parte degli imperiali. I bolognesi, che non aspettavano altro, passarono ad occupare altri territori modenesi, devastando, saccheggiando e portando scompiglio e morte. Le vicende belliche ritardarono l'apertura della zecca cittadina che avvenne solo 1242 con l'emissione del grosso modenese citato nei post precedenti. dritto (ex asta Varesi) verso per una visione delle varianti: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MOCOM/1 un saluto dal distretto dei Pirenei atlantici....; -) Mario
    2 punti
  23. Ieri sono ritornato da un breve soggiorno in Abruzzo, Roccaraso (AQ) per la precisione, ecco un elenco delle cose positive che si incontrano in questa splendida regione: 1) panorami da cartolina (paesi incastonati nelle montagne verdi quasi come fossero presepi) 2) verde e aria pura 3) cordialità abruzzese da parte di albergatori, ristoratori, passanti, eccetera. 4) prezzi contenuti in generale 5) patrimonio artistico e culturale di alto livello, specie nei piccoli paesi 6) pulizia e poco inquinamento 7) mare da bandiera blu in estate 8) montagna e neve in abbondanza in inverno Se ho dimenticato qualcosa aggiungete pure ............ In questi giorni passati in Abruzzo non mi sono limitato alla semplice passione sciistica ma ho voluto visitare in ogni pomeriggio alcune cittadine e città della parte sud della regione, in particolare parte delle provincie di L'Aquila e Chieti (quest'ultima particolarmente a cuore per i vecchi ricordi della mia vita) e non vi nascondo che in estate stavo pensando al mare d'Abruzzo (di recente, bandiera blu per molti anni consecutivi). In esclusiva per gli amici di Lamoneta e per alcuni amici miei di quelle parti ( @f.dc @@iachille @@Reficul @@JunoMoneta @@chris ) posto alcune immagini che ho scattato durante le mie visite. Iniziamo con Sulmona (AQ), un vero gioiello! In molti luoghi cittadini troviamo riferimenti al grande Publio Ovidio Nasone (Ovidio) e la sua celebre frase Sulmo Mihi Patria Est (SMPE sulle monete di Sulmona) http://www.vacanza-abruzzo.it/citta/sulmona.php . Iniziamo con la piazza principale, museo diocesano, spero che le foto vi piacciano, le ho scattate con il cellulare per un fatto di praticità.
    1 punto
  24. Beh a te non importerà, ma continuare a dire imperterrito pubblicamente che la gradazione é SOLO come dici tu, come hai fatto sino ad ora su questo forum, non rende certo un buon servizio agli utenti che leggono. Ma non per una questione "morale". E' il semplice riscontro oggettivo della realtà. Le cose NON stanno come gliela racconti tu, nel solo senso che non c'é uniformità, ed in particolare non c'é l'uniformità che tu ribadisci. L'uso delle scale e della relativa simbologia non é sempre come hai risposto tu più volte ad utenti di questo forum che hanno chiesto. E lo status reale delle cose non cambia semplicemente facendo finta che così non sia, o dando per "giusta" una cosa piuttosto che un'altra. Penso tu sia d'accordo su questo. La cosa più corretta da dare come "risposta" al momento può essere solo quella di dire "vatti a guardare come chiude QUEL perito", sia in termini di terminologia che in altro, se non si sa o si preferisce non rispondere su come quel perito chiude. Poi come ti dissi, so che qualcuno sta lavorando per arrivare ad un "dunque", ed io al momento faccio anche il tifo per loro. Ma sino ad allora la situazione é questa, non trovo molto giusto negare l'evidenza. Se poi scherzandoci sopra un po' volessi dire qualcosa anche a Bruno, visto che afferma che qualcuno (e mi immagino si riferisse a Tevere) si é alzato una mattina nei primi anni '70 per fare il diverso, potrei chiedergli allora: ma prima degli anni '60 allora si chiudeva ? Non é che per caso "non si chiudeva" ed uno si é alzato una mattina per fare il diverso ed ha cominciato a chiudere (Bobba)? E prima ancora delle mezze conservazioni + q e varie, chi si é alzato una mattina ed ha deciso di inserirle per fare "il diverso" ? E via discorrendo... Tutto qui. Non mi stupisco poi di intravedere come al solito qualcuno che ha convenienza nel confondere quello che si é detto, con la qualità della professionalità e dell'onestà degli operatori. L'utente ha chiesto chiaramente come chiude Massimo (Filisina) secondo voi. E come al solito silenzio assoluto. Attacchiamoci allo slash che invece é utile.
    1 punto
  25. Non dovrebbe essere Pietro Giampaoli? Una ricerca con "C. Giampaoli incisore" mi ha portato a trovare Cecilia Giampaoli che "ha lavorato con artisti incisori di diversa nazionalità, ottima conoscenza delle tecniche classiche dell'incisione della Scuola di Urbino", ma che non può certo aver inciso queste medaglie nel 1934. E un (o una, sempre lei) C. Giampaoli, è presente anche in questo elenco di incisori papali, ha lavorato per Giovanni Paolo II: http://www.lamoneta.it/topic/76507-elenco-incisori-vaticani-a-roma-dal-xv-sec/?p=821000 A parte il nome dell'incisore (sai qualcosa di più su di lui?) come fai a essere sicuro che siano d'epoca? Perché neanche a me fanno una bella impressione, e l'errore nell'iniziale (se di errore si tratta) potrebbe essere la prova che sono produzioni recenti, fatte con la superficialità di chi conosce Giampaoli (Pietro) come uno dei più grandi incisori italiani, ma ha fatto confusione sul nome :rolleyes: petronius :)
    1 punto
  26. Oh bella, sai quanto me ne importa.... io di numismatica non ci campo, a differenza di tanti altri. Che la numismatica sia il regno della soggettività è purtroppo cosa stranota, e te l'avevo pure scritto, quando avevamo parlato di questa problematica. Certo, mi aspetterei che il mondo numismatico si muovesse per togliere almeno parte di questa soggettività, e non lavorasse invece per aumentarla, o per mantenere uno status quo di pura pigrizia. Poi per quel che mi riguarda potete pure mettervi daccordo ad usare la @ per indicare una conservazione intermedia e il # per indicare due lati con due conservazioni diverse, l'importante sarebbe solo che diecimila commercianti non usino diecimila diverse convenzioni. Cmq sia come Tevere usasse questa convenzione non mi è mai stato molto chiaro: io non l'ho mai visto usare il trattino, ma solo la sbarretta.
    1 punto
  27. ma che fine ha fatto l'inserzione? Io volevo la cifra a 6 zeri!
    1 punto
  28. @@francesco77 se dovessi tornare in provincia di Chieti, fammi sapere, che ci incontriamo, c'è da visitare la bella Guardiagrele a 5 km da casa mia, con il suo storico palazzo Marini, che la tradizione popolare riconosce come sede della zecca, il museo archeologico etc. etc., l'importantissima Chieti con i suoi musei ,archeologico che ospita una delle più importanti collezioni numismatiche, e la Civitella,oltre ai vari monumenti di epoca romana, infine Ortona con il suo bellissimo castello aragonese
    1 punto
  29. Niente di strano, è uno due alti valori (100 e 200 lire) della serie Siracusana emesso nell'ottobre 1955, è stato emesso con vignetta più grande per distinguerlo dai valori più bassi:http://www.ibolli.it/cat/serie/siracusana/siracusana.php Ha qualche modesto valore solo se nuovo con gomma integra, usato è il classico francobollo da grossi lotti. Di questo francobollo esistono due emissioni che variano per la dimensione della vignetta, il primo emesso nel 1954 ha la vignetta più grande e di conseguenza la cornice più sottile, il secondo del 1955 (che è il tuo) ha la vignetta più piccola e la cornice più larga.
    1 punto
  30. Comunque, anche se con la stessa data hai due monete diverse l'una dall'altra. :good:
    1 punto
  31. I falsi d'epoca di Francesco II sono rari, penso che sia possibile stimarlo commercialmente al livello di un esemplare autentico, grosso modo una quarantina di euro considerando che è in BB.
    1 punto
  32. Qui un bell'acquisto, bravo....vuoi mettere un pezzo di storia per un caffè!!!!! Saluti
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  33. Cari amici proseguendo nella galleria numismatica savoiarda del lunedì, mi piace oggi condividere con Voi la sorella minore del 100 lire postato una settimana or sono. L'esemplare da 50 lire qui fotografato, come al solito con i risultati che vedete, pur coniato in 414 esemplari, è considerato un R4 rispetto alla classificazione R3 vantata dal pezzo maggiore. Probabilmente dipende dal numero di esemplari in circolazione, che è sempre stato assai limitato. Questa moneta è di relativamente recente acquisizione (2007) ed è periziata Bassani in FDC. Presenta i soliti minimi inevitabili graffietti nei campi (quasi impossibile trovarne una senza) ma i rilievi sono al 97-100%. Si tratta della variante oro rosso, e dalla foto si percepisce chiaramente l'elevata percentuale di rame rispetto agli esemplari in oro giallo. Non so dire quale delle due sia più rara, certamente il loro valore commerciale è sostanzialmente simile. Trovo questa serie, di sole tre date, un trittico affascinante e non facile da reperire in eccellente conservazione. Un saluto a tutti e alla prossima! min_ver
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  34. Questa è facile: Costantino II, Claritas Rei Publicae, zecca di Arelate.
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  35. Questo rosso fuoco e' dedicato a @@dizzeta e agli amici genovesi e liguri......
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  36. La seconda : http://en.numista.com/catalogue/pieces26721.html
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  37. Ottimo scambio con @@Ric70!!
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  38. Vi allego una discussione un po' vecchiotta su un 20 lire di Pio IX, http://www.lamoneta.it/topic/117259-pio-ix-calante/?hl=%2Bpio che presentava caratteristiche similari, eccessivo calo di peso non presentando una forte usura, bordo strano ( stretto), taglio con zigrinatura non originale, le ipotesi vagliate furono tante: falso da fusione, falso, lega inferiore, ecc ecc. anche in quell'occasione per me ci fu tosatura e ricostruzione "artigianale" del taglio, cosa che fu confermata ( con mio piacere ) da una perizia di un notissimo Numismatico romano, sarà così anche qui? Buona notte TIBERIVS
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  39. Taglio: 20 cent Nazione: Lettonia Anno: 2014 Tiratura: 35.000.000 Condizioni: BB Città: Milano Note: 2 monete Taglio: 10 cent Nazione: Lettonia Anno: 2014 Tiratura: 40.000.000 Condizioni: BB Città: Milano
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  40. Forse qualcosa si muove :pleasantry: ! Il Ministro de Economia di Andorra, Jordi Cinca ha dichiarato che a partire dai prossimi giorni tutti i collezionisti europei potranno avere il set 2014 BU di Andorra al prezzo di emissione. Al fine di limitare la speculazione in atto sono stati infatti raggiunti accordi con "distributori internazionali" per la vendita in territorio europeo di 35.000 sets di monete mentre le restati 30.000 verranno distribuite esclusivamente nel territorio di Andorra. Non ci resta che aspettare. Mi sembra comunque un segnale positivo per arginare una situazione che era vistosamente sfuggita di mano. Ecco il link dove poter leggere il comunicato: http://archivos.pulifil.com/prensa/carterasandorra.pdf
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  41. Già, una lega che abbia la densità dell’argento. Il fatto è che con l’alpacca arrivi al massimo a 8,9 /cm3, con il bronzo (8-14% di stagno) o il bronzo fosforoso idem, con il bronzo al piombo al massimo a 9,5 g/cm3. La possibilità che vedo per arrivare alla densità dell’argento naturalmente con un lega a base di metallo vile è col piombo con impurezze che riducano di circa una unità la densità del metallo puro (11,34 g/cm3). apollonia
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  42. A questo punto bisogna chiarire la questione una volta per tutte Con una riunione di tutti i professionisti del settore, che dici?
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  43. Aggiungo un'altra zecca papale: Montefiascone. Qui iniziò l'attività di zecca per volere di Giovanni XXII (1316 - 1334), il quale riteneva la vicina Viterbo poco sicura a causa delle continue sommosse. Proprio per motivi di sicurezza venne scelto come edificio per ospitare la neonata attività la Rocca de papi, edificata nel punto più alto della città nei primi anni del XIII secolo durante il pontificato di Innocenzo III. A Montefiascone sotto Giovanni XXII vennero coniati solamente denari paparini, nominale già esistente nei territori d'Oltralpe. www.youtube.com/watch?v=48xcaj2gmv4 D: + IOS' . PAPA XII * due chiavi in palo R: + PRIM' . BEI . PE (armetta) croce patente
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  44. Certo che se si comprano monete in alta e altissima conservazione poiché si hanno i soldi per poterle comprare, è molto più facile prenderle senza colpi e/o colpetto al bordo. Anche io evito le monete con i colpi al bordo ovviamente quelli vistosi e deturpanti. Non capisco invece il disprezzo x monete con lievissimi ed insignificanti colpetti a volte visibili solo con la lente o in foto con zoom esasperato Io quest'ultime se dovesse capitare le metto in collezione e non me ne vergogno
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  45. TAGLIO : 5 Cent STATO : San Marino TIRATURA 2002 : 120.000 AUTORE : Frantisek Chochola - Lorenzo Frapiccini TEMA : Castello della Guaita MATERIALE : Acciaio (94,35%) placcato con rame (5,65%) DIAMETRO : 21,25 mm. SPESSORE : 1,67 mm. PESO : 3,92 gr. CONTORNO : Liscio San Marino - Lire 1.000 in argento del 1988 La Guaita o Prima Torre, è la più antica delle tre rocche che dominano la Città di San Marino. Grazie all'ultimo restauro risalente al 1930 è accessibile ai visitatori. Fu il rifugio dei primi abitatori del Monte Titano e risale all'undicesimo secolo, due cinte murarie difensive proteggono la torre. La cinta esterna, coronata da merlature, fu costruita a difesa della città La torre ha pianta pentagonale e non ha fondazioni in quanto poggia direttamente sulla roccia del monte. Alcuni locali interni furono usati dalla metà del XVIII secolo fino al 1970 come carceri, venivano ospitati coloro che dovevano scontare pene non superiori ai sei mesi, per pene superiori era previsto il trasferimento nelle carceri italiane. Nel cortile sono presenti alcuni pezzi di artiglieria, due mortai e due cannoni con i quali la Guardia di Rocca spara a salve durante i giorni di festa, dono di Vittorio Emanuele III.
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  46. Aggiungo la zecca di Castelseprio con questo tremisse coniato sotto Desiderio. Editions V. Gadoury > Auction 2013 Auction date: 30 November 2013 Lot number: 271 Price realized: 8,500 EUR (approx. 11,574 USD as of the auction date) Lot description: Barbares - Lombards - Desiderius 757-773 - Tremissis, Castelseprio, 757-773, AU 1.08g. Avers : DNDESIDIRIVS Croix potencée. Revers : FLAVIA SEBRIOI étoile à six rais. Ref : MIR 128, Bern 175, CNI 1/8. SUP, rarissime Starting Price: 7500 EUR Un altro esemplare, meno poroso: Nomisma - asta 45 lotto 583 CASTELSEPRIO Desiderio (757 - 773) Tremisse - CNI 1/8; MIR 128 AU (g 1,06) RRR Grading/Stato: SPL Buona giornata a tutti, Antonio
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  47. Ho trovato interessantissimo l'articolo di Alberto Campana sullo stipendio dei soldati nell'impero romano: si tratta di una ricognizione pregevole e ben informata dell'argomento. I miei complimenti vivissimi all'autore.
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  48. Buonasera, faccia da parte mia i complimenti a suo padre, l'anno scorso passando in una fornita libreria di Olbia ho comprato un suo libro, che avendo attinenze non solo con le monete sarde, ma anche lucchesi, genovesi, pisane mi interessava molto e poi mi sono letto tutto d'un fiato. Il libro è " Economia e moneta nel Medioevo mediterraneo ", è un libro che consiglio a tutti per la ricchezza di collegamenti tra storia, economia e ovviamente monete, mi piacciono molto questi mix, ora lo conservo gelosamente in libreria e ogni tanto mi permette di essere anche se solo idealmente e nello spirito nella splendida Sardegna, buona serata, Mario
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  49. Io parto dalla considerazione che FIOR DI CONIO e', per di definizione, quanto più bello possa fornire un conio. Quindi tenderei ad escludere dal FDC le monete in altissimissima conservazione, ma con il conio rotto, stanco (o debole), ripulito e quanto si voglia di tecnico. La moneta per me è FDC anche con piccoli piccoli segni di contatto, dovuto al contatto in fase di conio o nei primi trasporti. E come dice Bruno, il tuo cervello deve saper riconoscere di quale contatto si sta parlando. Infatti, commercialmente parlando, si parla spessissimo di FDC ma, fondi lucenti, bella patina, colpetto, segnetto, graffietto e tutte ste belle paroline che possono piacere come no. Quindi il tuo occhio e il tuo cervello ti fa capire il TUO FDC (ovviamente un po' di oggettività deve esserci) e cosa è meglio per te. Sempre se parliamo di monete moderne, perchè se parliamo di monete ante 1800 il discorso cambia e totalmente.
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