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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/19/15 in Risposte
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bhe questa è proprio forte...guardate cosa mi han dato oggi di resto invece dei 5 cent...FANTASTICA!!!!!! :rofl:3 punti
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Non collezionando monetazione veneziana , vi posto questo esemplare : Grosso Matapane Filippo d'Acaja (1301-1334) D/PhILIPVS S(anctus) IO(hannes) TORI(nus) San Giovanni nimbato , con libro nella sinistra che consegna uno stendardo al Principe alla sua destra R/ Anepigrafe Il Cristo seduto in trono di fronte , zecca di Torino Argento , 21 mm. , gr 2,10 / 1,40 Esemplare fotografato nell'opera del Biaggi Mir Savoia rami collaterali 7 , Biaggi 6 , Simonetti 7 , CNI 6 presenta una variante nella punteggiatura3 punti
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Ma sono le nuove monete andorrane !!! Notare la scritta : Banca di Paperopoli... Non ricorda niente ??? :rofl: E' mesi che le aspettiamo con ansia e a te le danno di resto ! Che fortuna ! :moon: :P2 punti
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Credo che anche per il "eccezionale" non sia poi così complesso. Ci può , anche in questo caso, venire in aiuto la lingua italiana. Eccezionale è ciò che rappresenta la "eccezione" e l'eccezione è ciò che non segue la regola. Quindi ciò che rappresenta una eccezione rispetto alla normale condizione è eccezionale. Ad esempio un marengo di Umberto I con fondi speculari non è eccezionale, perché ne hanno fatti a palate. Un pezzo da 8 lire di genova con i fondi speculari è decisamente eccezionale invece, perché tutti i pezzi a parte pochi (che sono rarissimi) non presentano questa particolarità. Altro esempio: i 120 grana sono quasi sempre con i graffi e i fondi opachi, ne trovo uno senza graffi e con fondi speculari? È eccezionale. Vi sono poi anche aspetti più generici che sono applicabili più ampio raggio: una certa qualità dei rilievi e dei fondi non si riscontrano mai in certe monetazioni se non rarissimamente. E questo a causa delle tecniche di coniazione impiegate. Quando si incontra un pezzo che presenta quelle caratteristiche è eccezionale. E così via :)2 punti
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Proprio oggi un amico mi ha portato in visone alcune monete per una valutazione, fra tutte quella più interessante e carica di storia è un piccolo tondello forato, la cui dicitura al diritto non lascia dubbi: Internierten Lager Katzenau. Pur sapendo dell'esistenza di quelle monete da campo usate dai prigionieri per le loro esigenze quotidiane e conoscendo la storia di quel campo non avevo mai avuto l'opportunità di averne una in mano, è accaduto oggi. Il campo di internamento di katzenau era situato nelle vicinanze di Linz, in Austria, venne aperto nel 1915, esattamente 100 anni fa all'indomani dell'entrata in guerra dell'Italia. Chi erano gli internati ? Si trattava di sfollati provenienti dai territori austriaci occupati dall'esercito italiano all'inzio del conflitto e in maggioranza di elementi politicamente sospetti a causa di sentimenti di italianità delle province ora italiane dell'impero, sospetti irredenti in pratica, con loro anche persone di altra nazionalità in analoga situazione. Arrivò ad ospitare migliaia e migliaia di persone e si ebbe purtroppo un elevato tasso di mortalità dovuto alle cause comuni ad altre situazioni di questo tipo ossia scarsa alimentazione, carenza strutture sanitarie, igiene carente, etc, venne chiuso nel 1918 a fine guerra. Allego il link dell'unica discussione che ho trovato in cui se ne parla, sarebbe interessante approfondire il tutto dal punto di vista numismatico, magari cavandone fuori qualcosa da pubblicare sul portale online......... http://www.lamoneta.it/topic/23085-aiuto/#entry6432792 punti
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Tale segno di zecca (cerchietto con due raggi) è ben documentaro nel tardo ripostiglio di Orentano - Castelfranco di sotto ( v. http://www.academia.edu/1806692/Il_Tesoro_del_Lago._Paesaggi_e_insediamenti_tra_Castelfranco_di_Sotto_e_Orentano_nel_Duecento), probabilmente databile alla seconda metà del XIV secolo, mentre è più raro nei ritrovamenti da scavo. Per questo ho ritenuto che possa essere più tardo di altri segni simili (ad esempio solo cerchietto e cerchietto con quattro raggi), collocandosi attorno al III quarto del XIV secolo. Sicuramente però Monbalda ha cose più precise ed aggiornate da riferire, in proposito. Cari saluti, Andreas2 punti
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Sono qui ancora per omaggiarvi dei miei ringraziamenti, sono talmente pochi I conoacitori della monetazione greco-italiana che ogni aiuto è d oro.... Saluti Roberto2 punti
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Contribuisco alla discussione postando anche qui le immagini dei pezzi da 1 e 2 heller del lager di Katzenau.2 punti
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Aggiungo il mio unico esemplare di matapan. Lo avevo già postato qui: http://www.lamoneta.it/topic/108165-grosso-matapan-di-pietro-gradenigo VENEZIA, Pietro Gradenigo (1289-1311), Grosso Ag; 2,11 gr; 21 mm D/ . PE . GRADONICO . DVX . S . M . VENETI a sin. il Doge stante frontale che regge il vessillo; a destra San Marco stante frontale che regge il Vangelo R/ Cristo seduto in trono frontalmente; sopra IC-XC Rif: CNI VII 10 var.; Papadopoli 2, tipo 62 punti
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Questo e' un pfennig viennese emesso sotto l'Arciduca Alberto VI o l'imperatore Federico III Le tre lettere attorno allo stemma sono W-H-L sono le iniziali di Wiener Hausgenossen Liephart, quindi puo' essere datato nel periodo 1463-1473 visto che Valentin Liephart fu Münzmeister a Vienna in questo periodo.2 punti
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Allora, eccomi a casa: trattasi di bronzo siracusano del 214-212 a.C. Al D/ testa diademata di Poseidone a dx e l'etnico SURAKOSION. Al R/ Tridente. Rif. bibl. CNS II n° 2092 punti
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Un altro uniface, stavolte un heller (mezzo pfennig), proveniente dalla Boemia del periodo hussita (circa 1417-1439) e coniato sotto l'imperatore Sigismondo nella zecca di Iglau, oggi Jihlava, la più antica città mineraria della Repubblica ceca.2 punti
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Benvenuto in questo mondo, il mio maestro mi diceva sempre: impara a conoscere e a valutare le monete che ti capiteranno nelle tue mani con il tuo cervello, gli altri pareri o opinioni rimarranno tali e se ascolterai loro, non imparerai mai. ;)2 punti
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Buonasera a tutti, più per curiosità che per altro ho passato un po' di tempo a studiare i bagattini coniati a Ferrara tra la metà del 1300 e la metà del 1400 sotto Niccolò II d'Este (1361-1388) (detto lo Zoppo a causa della gotta, al quale si deve la costruzione, in soli due anni del Castello Estense che tuttora domina il centro della città e al quale si deve l'introduzione della "lira ferrarese di marchesini" detta volgarmente marchesana come ci insegna il Bellini), e il nipote Niccolò III (1393-1441) (che divenne marchese all'età di 10 anni, famoso anche per la triste storia di Ugo e Parisina, ma che a Ferrara è da sempre ricordato per le avventure amorose: ebbe moltissimi figli legittimi - tra i quali Ercole futuro duca della città - e illegittimi -tra i quali Leonello e Borso - che gli succedettero al governo di Ferrara). Niccolò III nel 1431 ottenne dal Re di Francia Carlo VII il privilegio di inquartare lo stemma estense con l’arme della corona di Francia cioè i tre gigli d’oro dando inizio così al periodo di maggior splendore della città di Ferrara. Ma torniamo ai bagattini: è moneta molto piccola in mistura: 11-12 mm di diametro e un peso medio di 0,30 g. La cosa che ha suscitato la mia curiosità è che mi sono trovato in mano due esemplari, che per quanto non ben conservati, erano a mio avviso assai diversi. Ho provato a consultare i testi di cui sono in possesso e questa è la sintesi: il CNI cita solo il Bagattino di Niccolò III (nn. 20-23), quello di Niccolò II non è indicato Il MIR, come il CNI, cita solo il Bagattino di Niccolò III (n. 226), quello di Niccolò II non è indicato; Il Bellesia non indica il bagattino tra le monete di Niccolò II, lo indica tra quelle di Niccolò III (n. 8) indicando un solo esemplare conosciuto e scrivendo "Anache il bagattino di Niccolò III si distingue da quello di Niccolò II per la diversa forma delle lettere: si notino come al solito la A, la C e la O (il riferimento alle solite lettere che cambiano deriva dalla stessa evoluzione avuta dal Marchesano). Il catalogo di numismatica italiana di lamoneta.it lo indica solo tra le monete di Niccolò III E' quindi evidente che, pur non citandolo direttamente tra lemonete coiate sotto Niccolò II, il Bellesia ne ammette l'esistenza e, indicando il bagattino di Niccolò III come esistente in un unico esemplare, implicitamente evidenzi come quello di Niccolò II sia più comune. Secondo le indicazioni del Bellesia le due monete differiscono per le lettere A, C, e O. La questione è nota, tra l'inizio della signoria di Niccolò II e la fine di quella di Niccolò III trascorrono 80 anni gli stili e le tecniche di coniazione sono cambiati. La A di Niccolò II era più tozza, formata con linee dritte e con base piatta, quella di Niccolò III era più elaborata e la base aveva le punte verso il basso. La C di Niccolò II era formate da una mezzaluna e da due triangolini, quella di Niccolò III era invece chiusa davanti da un tratto verticale infine le O di Niccolò III erano più gonfie ai lati. Di seguito posto l'immagine che ho elaborato per confrontare le due monete: L'elemento che mi è saltato all'occhio e dal quale sono partito ad approfondire è la differenza tra le due n centrali: una grossa e tozza e l'altra decisamente più snella. Gli altri elementi di confronto sono indicati nell'immagine. Ho cercato evidentemente anche su internet diverse immagiini ma ho sempre trovato bagattini classificabili, secondo la mia teoria, al primo tipo, quello di Niccolò II. Quello indicato al n. 8 di Niccolò III nel Bellesia invece appartiene evidentemente al II tipo. Se la mia teoria è giusta, anche il bagattino fotografato nel catalogo di lamoneta.it, ed indicato sotto Niccolò III, dovrebbe invece appartenere a Niccolò II. Attendo le vostre considerazioni in merito.1 punto
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vorrei porvi un quesito questo denaro è attribuibile alla zecca di Lucca o potrebbe essere una emissione toscana? peso 0,45 grammi circa. Grazie1 punto
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DE GREGE EPICURI Moneta veramente malandata, però...i sesterzi di Iulia Maesa non si vedono tutti i giorni, e ve lo mostro. E' di barra, e pesa 24,7 g. (30 mm). Direi completamente spatinata..non spettinata,anzi : si intravvede una acconciatura abbastanza accurata,che comporta anche una specie di diadema (ma è un diadema?) poggiato sulla chioma. Ci sono anche non poche abrasioni. Il rovescio è anche peggio del diritto, ma dovrebbe trattarsi di una PIETAS AUG, RIC 414. Visto il periodo, il peso è più che discreto.1 punto
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AE3 - RIC IX, 38c (Siscia) ARCADIUS. 383-408 AD. Æ 18mm (1.96 gm). Siscia mint. Struck 384-387 AD. D N ARCADI-VS P F AVG, pearl-diademed, draped, and cuirassed bust right / VIRTVS RO-MANORVM, Emperor advancing right, dragging captive and holding labarum; BSISC. RIC IX 38c.2 var. (obv. legend break); LRBC 1571. (Image courtesy CNG) comune1 punto
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Gli Spiel marke sono dei gettoni da gioco prodotti dalla ditta Lauer di Norimberga dal 1851 fino al 1920 circa. Il tuo esemplare è in ottone ed è collocabile negli anni '80 dell'800.1 punto
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@@Silver70 ho riesaminato con attenzione la moneta, e devo dire che non è un pezzo facile da graduare, come ha fatto presente @@Il*Numismatico, però secondo me serve a fare scuola. Ovviamente bisognerebbe avere la moneta in mano per dare un giudizio puntuale, però proviamo a farlo sulle foto. L’esame l’ho effettuato con una metodologia che sto mettendo a punto e questa è una buona occasione per effettuare un test. Esaminiamo gli elementi che servono a stabilire il grado di conservazione. D/ Fondi : opachi per la presenza di numerose eccedenze e mancanze di metallo, però risultano abbastanza esenti da segni di circolazione. Nonostante le eccedenze e le mancanze di metallo, lo stesso sembrerebbe mantenere una certa freschezza. Stato del tondello: buona centratura ed assenza di fratture. Segni di circolazione: pochissimi graffi, alcuni colpi, evidenti segni di usura sulla ciocca frontale, sul naso e sulla guancia e sul bordo sotto la data tra ore 6 e 7. Da quanto sopr,a abbiamo, su una scala di 100 (Fdc), un valore di 54 che corrisponde ad un BB. R/Fondi: opachi, però presenterebbero una discreta freschezza del metallo e pulizia. Stato del tondello: leggerissima decentratura, assenza di fratture Segni di circolazione : un evidente graffio insieme ad alcuni colpi alla sx dello stemma, segni di usura sullo stemma. Anche il R/ risulta graduato 54/100 che corrisponde ad un BB. Quindi complessivamente la moneta è un BB Ora prendiamo in esame gli elementi che incidono sulla valutazione economica del grado stabilito. D/Segni di conio: evidenti debolezze (orecchio, tempia), numerose mancanze ed eccedenze di metallo, vari segni di contatto. Patina: pesante e disomogenea. Rilievo del figurato: medio-basso. Indice di decurtazione : -37% R/Segni di conio: piccoli graffi, una evidente debolezza al centro ed in basso dello stemma, alcuni segni di contatto. Patina: Media-Pesante disomogenea. Rilievo del figurato: medio. Indice di decurtazione: -24% Quanto sopra significa che se un BB è quotato 50€ questa moneta varrebbe 31€ (50€ meno il 37%).1 punto
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L'area geografica è sicuramente quella, anche se l'aquila potrebbe avere un non so che di siracusano, ma non ci siamo con il peso. Sto lavorando per te, ma stavolta è dura.1 punto
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:yahoo:questo oggi Taglio: 50 cent Nazione: Lituania Anno: 2015 Tiratura: ? Condizioni: qFDC Città: Argenta (FE)1 punto
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Traduco dall'inglese qualche altra notizia in rete Egina è un'isola di alte montagne e di terra coltivabile limitata, che si trova nella parte alta della baia del Pireo, vicino alle coste dell'Attica e del Peloponneso. Gli abitanti di Egina si rivolsero al mare per guadagnarsi da vivere. I marinai e i commercianti egineti fondarono una stazione commerciale a Naucrati in Egitto, e le loro navi andavano in lungo e in largo per il mare Mediterraneo, trasportando merci e beni. Questi viaggi hanno portato all'isola ricchezza e potere. Il tempio di Afaia che domina il grande porto è stato decorato con sculture di alta qualità artistica. Monete in forma di gettoni hanno fatto la prima apparizione nell’area del Mar Egeo orientale durante la seconda metà del 7° sec. a. C. , come risulta dagli scavi presso il tempio di Artemide a Efeso. L'invenzione è stata portata dagli Egineti in patria e quindi Egina è stata la prima città greca a battere moneta (dopo il 570 a. C.). Gli stateri di Egina con la raffigurazione di una tartaruga marina, che erano conosciuti come cheloni, furono battuti in grande quantità nel 6° sec. a. C. e circolarono diffusamente in Grecia, in Tessaglia, in Beozia, nel Peloponneso, nelle Cicladi e a Creta, come pure in Oriente, come è evidente dallo studio dei ritrovamenti monetali. La dramma di Egina era chiamata dagli Ateniesi la "dramma spessa (thick)", dal momento che lo standard eginetico era più pesante di quello ateniese. La fonte della materia prima per questi stateri era probabilmente l'isola di Sifno, le cui miniere d'argento erano all'apice della loro produzione nel 6° sec. a. C. Dopo le guerre persiane (circa 480 a. C.), la zecca di Egina aveva un’emissione inferiore a quella del secolo precedente, poiché alla posizione occupata dalla moneta eginetica era subentrata quella di Atene. Negli anni successivi Egina perse il suo dominio sul mare e nel 457 a. C. fu conquistata da Atene diventando sua tributaria. Il cambiamento di tipologia numismatica dalla tartaruga di mare a quella di terra dev’essere avvenuto prima che gli Egineti fossero espulsi dalla loro isola dagli Ateniesi nel 431 a. C. Alla fine della guerra del Peloponneso gli Egineti tornarono nella loro isola e continuarono a emettere monete con la raffigurazione della tartaruga terrestre. Su queste monete furono impresse le prime tre lettere del nome etnico. Silver stater c. 480 BC. O. Sea turtle. R. Incuse square. Silver Stater c. 325 BC and later O. Tortoise. R Incuse square apollonia1 punto
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Ciao, perchè non chiedi al tuo amico come l'ha avuto, sarebbe interessante saperlo. Qualche altra notizia su questi gettoni la trovi sulla discussione Gettone Jmpresa Viveri. Anche Igmoris ha postato foto e notizie di altri gettoni usati nei campi. Grazie per avercelo mostrato, Giò1 punto
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Chi studia le "cianfrusaglie antiche", appurata l'impossibilità di viverci, lo fa - anche se non lo ammette - per ritrovarsi. Stare seduto al sole, accanto ad una (in effetti una sola ne è rimasta) colonna di Locri Epizefiri,significa restare soli al cospetto di ventisette secoli di storia.1 punto
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Nessuno si accorge che si sta parlando del nulla? :) L'italiano non è una opinione: il "fiore del conio" è ciò che un determinato conio, così come è stato prodotto (più o meno perfetto) produce senza che poi ci sia la circolazione. Può essere imperfetta anche l'opera di produzione della moneta , quindi la moneta esce fuori in fdc anche se ha imperfezioni. Del resto questo dicono da decenni tutti i cataloghi. Infatti esiste poi il fdc eccezionale (che non rispetta i caratteri tipici del tipo ma ne è superiore) e anche le "classi" (vedi Gigante). Il Gigante stesso indica le classi in base alla perfezione che raggiunge il metodo produttivo. Può esserci moneta in fdc con bordo deturpato dai FERT ad esempio. O una piastra delle due sicilie in fdc che ha i tipici graffi in superficie. Se non li ha è appunto "eccezionale". Ragionando in altro modo l'unico fdc sarebbe nelle monete moderne commemorative prodotte per collezionisti e in quelle prodotte per la circolazione ma "eccezionali". Tutto il resto sarebbe sotto.1 punto
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.... sapevano che ogni moneta ha un'anima... .... e probabilmente volevano vederci piu' chiaro .... :nea:1 punto
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ma........ guardandola bene, potrebbe essere buona! una cosa pero' è certa: la moneta è stata " vilipesa" e oltraggiata..... :whome:1 punto
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io in mare ci vado, faccio pescasub, capisco che degli oggetti possano rimanere sotto strati di sabbia e emergere a seguito di mareggiate, diversamente non si capirebbe perchè questi sul sono stati i primi a trovare queste monete a 12 metri, detto questo qui non si parla di processi di reazione ma anche e solo di sedimentazione, primo, quindi perlomeno dovevano essere leggermente ricoperte, secondo se sono emerse in seguito a forti mareggiate hanno avuto parecchio strisciamento con la sabbia che credo abbia un grosso potere abrasivo, poi può succedere che siano state protette per 1000 anni, e che il mare le abbia "scoperte coi guanti", ma è l'eccezione, a mio avviso, non la regola, un'altra domanda, qualcuno sa qual è la percentuale di oro puro in quelle monetine? così, approssimativamente.... p.s @@bizerba62 grazie per la cortese risposta, io parlo per ipotesi, tu per cognizione di causa :good:1 punto
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Ciao. "è vero che l'oro non si altera e non reagisce, ma, se è così tutti quelli che hanno delle collezioni d'oro che le mettano in mare, guarda lì come si mantengono!....macchè, concordo con @ihuru3 il mare consuma le pietre e gli scogli, e non consuma delle monetine? volevo sapere, visto che non sono state trovate "a terra" se fosse successo in italia sarebbero comunque patrimonio nazionale? A quanto sembra il ritrovamento era sepolto sotto la sabbia ed è emerso a seguito di forti mareggiate che hanno smosso il fondale marino. Per quanto riguarda la conservazione, tempo fa ho potuto vedere un oggetto d'oro rinvenuto in mare, di età fenicio-punica, che era ancora quasi perfettamente conservato. Quindi non mi stupisco affatto che quelle monete possano avere la conservazione perfetta che appare dalle foto, sopratutto poi se sono state a lungo ricoperte dalla sabbia del fondale. Quanto all'appartenenza, le monete rinvenute sono di proprietà dello Stato d'Israele e non è neppure previsto un premio per chi le ha trovate. La legislazione israeliana in materia è dunque persino più severa della nostra, che invece contempla un premio per il rirovatore. Saluti. M.1 punto
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Non mi convince tanto l'ipotesi del catapano... Su "CA" c'è un segno di abbreviazione, e non credo sia lì senza un motivo...1 punto
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Ci metto pure uno dei miei, va... anche se non splende di certo per conservazione :) ma ci sono affezionato, è stato il primo che ho avuto tra le dita... e da adolescente ho avuto come la sensazione di tenere in mano un piccolo mosaico della Basilica di San Marco! Poi si tratta del doge che ha dovuto istituire il consiglio dei Dieci, e colui che doveva essere deposto da Baiamonte Tiepolo nella famosa congiura del 1310.. Penso sempre alla curiosità che se Baiamonte avesse raggiunto il suo obiettivo, ora avremmo avuto anche grossi con il suo nome, chissa? Legende come BAI.TEVPL ? :D Pietro Gradenigo (1289-1311), variante Pap. numero 3 (puntino a destra di S. Marco)1 punto
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La finlandese è il mio prossimo obiettivo. Se sono riuscito a trovare la Tdr slovena, riuscirò a trovare anche a finlandese. LO VOGLIO!!!1 punto
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Gli scudi della tua testuggine mi consentono altra divagazione. Ricorderete, quando si traduceva dal greco e dal latino, che la parte dello schieramento più importante era quella destra. A destra si poneva il condottiero o il suo comandante più abile. Mi sono sempre chiesto il motivo della preferenza del "corno destro" (così nelle traduzioni). Soltanto qualche anno fa leggendo "L'oplita, il legionario ed il soldato" ho trovato la ragione. Lo schieramento oplitico prevedeva come armamento lo scudo e l'asta. La spada si usava solo in casi disperati quando il nemico aveva rotto la formazione. Se voi considerate il singolo soldato con lo scudo retto dalla sinistra e con l'asta nella destra, vi renderete conto che ciascuno dei combattenti era spinto a gettarsi sulla destra per trovare la protezione del prorpio emitorace destro presso lo scudo del compagno. Poiché, all'inizio, lo scontro avveniva come nel rugby (il pacchetto di mischia) la spinta in avanti ed a destra provocava la rotazione dei due schieramenti. Per evitare questo incresciosa rotazione, si era soliti schierare a destra i soldati più forti e quindi più capaci di contrastare la spinta laterale congiunta dei propri compagni di linea. Da qui la maggiore capacità combattiva del corno destro in quanto formato dai più muscolosi. Polemarco1 punto
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Buona serata a quelle suggerite da odjob, aggiungo anche Semenzato 09/11/89 - Venezia dal lotto 464 al 513 + lotti dal 524 al 536 ed anche l'asta del 15/12/88 - Venezia dal lotto 549 al 603 (scusate l'OT) A vedere i cataloghi della Semenzato oggi, mi viene tristezza ... tutte le foto (in bianco/nero) - e non di tutti i lotti - relegate a fine catalogo, descrizioni delle monete "minimaliste": senza diametro né peso; solo per le medaglie venivano aggiunte le misure .... Curiosità: nell'asta del 15/12/88 ero presente in sala ed avevo il numero 97 ... non male a frequenza; forse perché non c'era da fidarsi del catalogo :blum: saluti luciano saluti luciano1 punto
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Buona serata Grosso a nome di Francesco Dandolo (1328-1339) Segno del Massaro nr. 3 - anellino sulla veste del Cristo al suo lato sinistro della gamba sinistra gr. 2,14 - diam. mm. 22 D: ° FRA DANDVLO ° ° S M VENETI ° lungo l'asta DVX - S.Marco porge il vessillo al Doge R: IC XC - il Redentore in trono saluti luciano1 punto
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Taglio: 20 Cent Nazione: Lussemburgo Anno: 2009 Tiratura: 5.000.000 Condizioni: BB Città: Trieste Taglio: 20 Cent Nazione: Irlanda Anno: 2014 Tiratura: ??? Condizioni: BB+ Città: Trieste Note: NEWS1 punto
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Campo di internamento di Katzenau, italiani in coda per il rancio, immagine tratta da Wikipedia............http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_internamento_di_Katzenau Il motivo per cui ho questo interesse verso le monete usate in quel campo è semplice, ho sicuramente avuto dei parenti lontani che hanno "soggiornato" in quel campo dopo essere sfollati dal Comune di Livinallongo del Col di Lana nel 1915, territorio di frontiera dell'Impero poi diventato zona di guerra ed occupato dalle forze italiane, salvo poi ritornarvi nell'inverno 1917-18 dopo che la linea si era attestata sulla linea del Piave e del Grappa all'indomani dello sfondamento di Caporetto.1 punto
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Taglio: 2 Euro TDR Nazione: Slovenia Anno: 2007 Tiratura: 400.000 Conservazione: SPL Località: Trieste1 punto
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@@Specialized65 Come promesso per mp e per non lasciar cadere nel silenzio (leggi oblio) questa bella questione, provo umilmente a proporre alcune valutazioni con una premessa d’obbligo: io mi limito a leggere quanto pubblicato da ben più autorevoli autori, partendo dall’opera più recente per risalire, quando possibile, alla bibliografia storica, fino, se possibile, ad arrivare a formarmi una mia opinione….ma io sono un lettore…non sono un ricercatore…. Molti autorevoli autori si sono cimentati nello studio, nella ricerca e nella catalogazione delle monete ferrarresi. Vincenzo Bellini, Giovanni Ognibene, Carlo Kunz, i compilatori del C.N.I. Emanuela Ercolani Cocchi fino alla monografia di Lorenzo Bellesia pubblicata nel 2000. Ho però la sensazione che qualche punto grigio sia rimasto e uno di questi lo hai ora evidenziato. Sulla base dei documenti citati e riportati dai vari autori che si sono occupati della zecca di Ferrara appare certo che nel 1381, nel corso del marchesato di Nicolò II, vennero sottoscritti accordi per l’emissione di Marchesani grossi (soldi), marchesani parvi (denari, in quanto la dodicesima parte del soldo ) e di bagattini (la ventiquattresima parte del soldo). Per il periodo relativo al marchesato di Nicolo III, il Bellini, citando il Muratori, scrive che Nicolò III a partire dal 1410, fece battere a proprio nome: Marchesani, Bolognini pizzoli e Bagattini. E quindi, in base ai documenti, dovremmo trovare esemplari delle tre tipologie per entrambi i periodi in questione. Le monete conosciute e la loro classificazione: Relativamente ai marchesani sono stati reperiti e classificati esemplari attribuibili a Nicolò II, a Alberto V e a Nicolò III In base a valutazioni stilistiche ampiamente condivise, il marchesano per Alberto V, la cui classificazione è certa, fa da punto di cesura stilistica fra le monete dei due Nicolò. Il marchesano per Nicolò II presenta caratteri gotici con linee squadrate e linee rette simili ai caratteri del marchesano per Alberto V che però presenta un leggero ammorbidimento della A nel campo del verso. Il marchesano per Nicolò III, distinguibile in due tipologie, presenta sempre caratteri con linee più morbide e tondeggianti che si concretizzano nella A del verso con basi arcuate e asta superiore a formare una specie di fiocco; la tipologia più tarda presenta la A al centro del verso con due punte convergenti verso il globetto sottostante. Marchesano per Nicolò II (ex asta Bolaffi) Marchesano per Alberto V (ex asta Ranieri) Marchesano per Nicolò III (ex asta Ranieri) Marchesano per Nicolò III, 2° tipo (da Numismatica Fiorentina) Sul CNI viene inoltre evidenziato come i Marchesani attribuiti a Nicolò III presentino la N di NIChOL in forma invertita (speculare), caratteristica presente anche nei piccoli. L.Bellesia evidenzia anche alcune importanti differenze stilistiche nelle lettere componenti le legende. Fra queste la più significativa è, a mio parere, la R che dal periodo comunale fino ad Alberto V vede il trattino obliquo sempre realizzato con un triangolo; da Nicolò III tale trattino obliquo viene invece realizzato con una specie di virgola. Questo io penso possa essere un carattere di riferimento anche per l’attribuzione delle emissioni di moneta spicciola. Importante anche notare che in queste monete per Nicolò III le C si presentano sia realizzate con mezzaluna chiusa da una stanghetta che con mezzaluna e due triangoli agli estremi….e quindi questo carattere ritengo non possa essere considerato come discriminante per l’attribuzione di una moneta… I marchesani piccoli (denari), teoricamente emessi a nome di entrambi i Nicolò, sino al 1987 erano tutti attribuiti a Nicolò III. Nella descrizione delle monete ferraresi della collezione reale E. Ercolani Cocchi ha trovato nell’esemplare 9 del CNI (sez.per Nicolò III) delle caratteristiche stilistiche che lo sposterebbero al periodo di Nicolò II. Classificazione accettata poi anche da L.Bellesia che ne pubblica un’immagine al n°2 (pag.49). Da notare che anche in questo caso la R presenta il tratto obliquo realizzato con un triangolo mentre tutte i piccoli classificati per Nicolò III presentano il tratto obliquo della R a “virgola”. Marchesano piccolo per Nicolò III Anche le altre monete attribuite a Nicolò III, mezzanino e quattrino, presentano le R con tratto obliquo della R a virgola. E infine il bagattino: nei capitolati del 1381 (Nicolò II) riportati da G.Ognibene risulta evidente come fosse prevista anche l’emissione di questa moneta e questo particolare viene riportato sia dal Bellini che da L.Bellesia, ma entrambi gli autori omettono poi di approfondirne lo studio, di darne una descrizione o di proporne qualche esemplare. Il Bellesia cita anche una possibile massiccia produzione di bagattini a nome di Nicolò II per giustificarne l’assenza nella successiva monetazione a nome di Alberto V e, come riporta anche specialized65, ne cita le differenze rispetto al bagattino di Nicolò III, ma ad oggi vedo che siamo ancora tutti orfani di un bagattino realmente attribuibile o attribuito a Nicolò II. Da notare infine che i capitolati del 1381 riportano per il bagattino, come descrizione del dritto, nel giro la legenda MARChIO , nel campo la lettera N ( o n); nel verso nel giro la scritta DE FERARIA e nel campo lo scudo cittadino; da questo emerge che la legenda del verso prevista dai capitolati è comunque differente da quella dei bagattini ad oggi conosciuti (FERARIA)….ma non sarebbe la prima volta. Come non sarebbe la prima volta che una moneta prevista dai capitolati non venisse poi effettivamente prodotta ....magari per l’abbondanza di moneta minuta proveniente da precedenti emissioni o da altre zecche vicine e comunque già presente nel circolante....e/o anche per il breve periodo intercorso fra l'inizio delle emissioni (1382) e la morte di Nicolò II (1388) che potrebbe giustificare una scarsa produzione e l'attuale "totale" irreperibilità di esemplari. Da ultimo ma non ultimo, verificando le poche immagini di bagattini disponibili, in tutte io trovo le R con il tratto obliquo a "virgola" e quindi, almeno stilisticamente, collegabili alle sole emissioni a nome di Nicolò III. In definitiva riguardo ai due esemplari di bagattini qui presentati io trovo più analogie alle emissioni per Nicolò III che non differenze che le possano separare in due diverse monetazioni...anche in considerazione del fatto che Nicolo III regnò per 48 anni, un periodo che giustifica una variazione stilistica nelle varie emissioni che possono essersi succedute.....ma questo è solo un mio parere. Sperando che altri utenti vogliano portare il loro contributo. Un saluto Mario1 punto
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La differenza nei rilievi, come ti accennavo prima, si spiega proprio con la circostanza che nel 1921 i Peace Dollars vennero coniati con dei rilievi "alti", poi dato che a causa dei suddetti rilievi si verificarono problemi con i macchinari durante la coniazione si decise per gli anni successivi di coniare questi dollari con dei rilievi molto più "bassi". Il 1921 è stato del resto il primo anno di coniazione per i Peace Dollars. Il peso risulta sin troppo corretto, ed il diametro parrebbe compatibile con un originale...anche se leggermente inferiore... Personalmente propendo per l'originalità...vediamo cosa ne pensa @@villa66...1 punto
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forse mi hai frainteso :blum: ...volevo solo dire che non intendevo improntare una discussione su come ognuno definisce il FDC...perchè se ne è già parlato abbondantemente altre volte....La mia domanda...e se ci son periti che leggono lo chiedo pure a loro...è capire come ci sia così disparità di opinioni da parte di professionisti....non si dovrebbe definire cosa è il FDC?Si certo sul gigante e altri cataloghi cè scritto...ma se anche li ognuno dice la sua allora siam punto e a capo. Insomma una moneta non può esser definita FDC da uno e SPL+ da un altro...perchè allora o uno tralascia i difetti o il secondo se li inventa.Un FDC per il signor Tevere non può essere uno SPL+ per il signor Testa (è solo un esempio) Il massimo a mio avviso NON DEVE essere opinabile. Non so se mi spiego ma comunque son d'accordo che io e solo io do la valutazione alla moneta e solo io definisco il prezzo che vale.Ma con queste perizie si fa solo una gran confusione.1 punto
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