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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/25/15 in Risposte

  1. In Italia avrebbero cercato di sequestrare anche la palla di neve... Se poi si fosse sciolta, il bambino sarebbe finito in galera per aver nascosto parte del corpo del reato... :ph34r:
    6 punti
  2. Pensa fosse successo in Italia, tra legislazioni, obblighi e burocrazie sarebbe stato un modo eccezionale per non far mai avvicinare il ragazzino alla numismatica.
    4 punti
  3. Viste le recenti foto postate di 2 lire di Vittorio Emanuele II voglio condividere con voi il mio 2 lire 1863 Napoli...quando è stata messa a riposare sul velluto era "ghiacciata" :D....ora ha iniziato a patinarsi...
    3 punti
  4. Ciao. La sensazione, da una prima lettura dei contenuti della riforma, apparsi sulla stampa "del settore" (il testo della Legge non è ancora stato pubblicato sulla G.U.), come, ad esempio qui: http://www.leggioggi.it/2015/02/25/responsabilita-civile-giudici-magistrati-legge-testo/ è che per le note questioni afferenti i sequestri "numismatici" e le conseguenti traversie processuali dei collezionisti, in mancanza di una "riforma" della legge sostanziale sulla proprietà statale dei beni archeologici e di una diversa regolamentazione della proprietà privata dei suddetti beni,......non cambierà niente. La responsabilità dei magistrati (quindi non solo dei giudicanti ma anche dei P.M.) scatterà solo in caso "di grave negligenza e di travisamento del fatto o delle prove", da intendersi come macroscopica svista. Per quanto riguarda la "colpa grave", la cui nozione in precedenza richiedeva che il magistrato escludesse un fatto esistente o ritenesse sussistente un fatto inesistente, la riforma allarga il concetto prevedendo che il magistrato risponda di colpa grave anche "anche in presenza di violazione manifesta della legge, del diritto comunitario o in caso di travisamenti". Per quanto riguarda il dolo del Giudice....non è neanche il caso di parlarne qui. Detto questo, bisognerebbe probabilmente spostare la responsabilità sulla "filiera" che opera antecedentemente al magistrato. Ma anche in questo caso, con le Leggi sostanziali esistenti nella nostra materia, sarà pressochè impossibile dimostrare le "macroscopiche sviste" che devono sussistere per configurare la responsabilità del magistrato e danno diritto al risarcimento. Prendete uno qualunque dei casi finora esamnati su questo Forum e giudicate Voi se si siano, almeno una volta, verificate quelle "macroscopiche sviste" (che sono, evidentemente, cosa diversa da una valutazione dei fatti rivelatasi, ex post, non corretta...) richieste dalla legge affinchè sorga la responsabilità. Vedremo comunque come evolverà la situazione. Saluti. M. .
    3 punti
  5. In attesa della numero 58, rieccomi con un altro 10 Tornesi, entrato in collezione qualche tempo fa... Come vi sembra? Saluti!
    2 punti
  6. Ho preso in considerazione anche questa possibilità ma voglio dargli il tempo di cullarsi nel velluto e vedere come procede...a fargli un bagnetto per tornare allo stato iniziale ci vuole un attimo.... a farla patinare mooooolta pazienza!!! ;)
    2 punti
  7. Basta non insistere e chiedere in privato . Per ogni azione presa c é sempre un motivo .
    2 punti
  8. RIC 249 Augustus AE27 Quadrans of Treveri, Germanus Indutilli L. 2.40g; ca 10 BC. Diademed male head right / [G]ERMANVS INDVTILLI F above and beneath bull butting right. AMC 459; RIC 249; RPC 506. Text
    2 punti
  9. Ringrazio Illyricum per la bella e stimolante discussione che spero resti nei binari iniziali e non si perda un po' dietro a indovinelli (per quanto interessanti possono meglio svilupparsi in una discussione indipendente, credo). Dunque, per come la vedo io quasi ogni moneta ha la propria dignità e merita di essere apprezzata e studiata. Escludo solo le monete rifatte a bulino e stravolte nella loro integrità, che reputo ormai falsate nell'essenza. Una patina artificiale quando prodotta per ultimare un restauro migliorativo, che ha reso piu' leggibile e godibile una moneta prima obliterata da grosse incrostazioni, non la vedo come un problema anzi è un mezzo per riportare la moneta in uno stato studiabile e collezionabile. Invece sono contrario ovviamente a ripatinature totali per fini assolutamente estetici/economici e quando si va a distruggere una patina naturale per rimpiazzarla con una artificiale piu' appetibile (secondo chi poi?). A me piacciono invece molto anche le monete patina tevere (quando naturale) per cui non è che la patina sia un elemento necessario per poter apprezare una moneta, anzi spesso succede che determinati tipi di patina crescendo in volume sulla moneta obliterano e inglobano in verticale determinati dettagli minuti che quindi rimangono apprezzabili solo sulle monete prive di patina (questo lo sanno ahimè anche alcuni restauratori che quando si accorgono che un determinato tipo di patina impedisce una lettura completa di una moneta sotto ben conservata non esitano a spatinarla per recuperare dettaglio...) C'è da dire che in passato le tecniche di restauro e i materiali disponibili non erano quelli di oggi per cui non si puo' sempre condannare quanto ci è arrivato in condizioni compromesse oggi. Molte monete con patine leggere ossidative sul marrone/rossiccio non sono altro che monete spatinate 50/100/200 anni fa quando il restauro era sicuramente effettuato in maniera piu' spiccia di oggi. D'altra parte quasi tutti i grandi bronzi sono stati puliti e restaurati, oggi o in passato, per cui a volte è un po' illusorio credere che se si scelgono monete in MB/BB queste si ritroveranno spesso nelle stesse condizioni in cui passavano tra le mani dei romani per essere spese... Ad esempio la prima moneta presentata nel primo post di Illyricum presenta la legenda del dritto ripassata a bulino e i fondi lisciati (indicativa la zona esterna alle lettere), il Domiziano qualche lettera del dritto ridefinita, mentre l'altro Domiziano presentato da Eliodoro al post #6 presenta le legende ridefinite, lisciature e poi evidenziatura dei dettagli con terriccio applicato. Tutto questo non l'hanno certo fatto i soldati romani o qualche agricoltore dell'ager pontinus... ;) Quindi secondo me può risultare illusorio credere che se si sceglie il BB o l'MB ci si ritrova automaticamente con monete intonse, anche queste conservazioni vengono restaurate e piu' spesso di quello che si crede. Non vengono rifatte completamente o ripatinate con patine complesse e rifinite perchè il gioco di solito non vale la candela, ma una lisciatura, una brunitura e una passata di argilla per evidenziare legende e rilievi non costano poi molto tempo e risorse. Meglio dunque per queste conservazioni secondo me prediligere patine verdi e minerali dove a volte gli interventi sono piu' limitati. D'altro canto non capisco perchè una moneta magari SPL e con ottima patina non avrebbe vissuto? Chi lo dice? Esistono monete con conservazioni ottime che sono state appena pulite dai restauratori e che ci sono giunte con patine marezzate e complesse che le hanno ricoperte completamente, testimoniano benissimo tutti i secoli di interazioni chimiche che hanno attraversato nel terreno. Magari hanno avuto una vita attiva di soli 50 anni prima di essere perse o nascoste, o magari di piu' ma sono state trattate con cura e non sbatacchiate con altre monete in contenitori angusti, e poi hanno avuto la fortuna di finire nel terreno con la giusta composizione chimica e la giusta umidità e di restarci il tempo sufficiente a sviluppare quella meravigliosa patina. Allo stesso tempo una moneta quasi completamente lisa e con leggerissima o quasi assente patina (o anche con buona patina) non è che ci dia nessuna garanzia di avere vissuto attivamente per secoli ed essere stata utilizzata per centinaia di anni durante l'impero romano: magari è semplicemente una moneta già nata con debolezze di conio, rilievi bassi per coniatura approssimativa, poi magari ritrovata nei primi decenni del 1800, spatinata aggressivamente e infine ripatinatasi con leggere ossidazioni cupritiche per arrivare ai giorni nostri in condizioni MB con leggera patine marroncino/rossiccia. Insomma se non si era capito io sono per le monete belle potendo scegliere, come questa Plotina ad esempio (uno dei rari grandi bronzi davvero untouched che ho visto), proveniente da un famoso hoard di 4000 sesterzi ritrovato vicino al lago di Bolsena a fine '800 (e finito nella collezione Sarti), poi potersele permettere è un altro discorso...
    2 punti
  10. Si tratta di un follaro salernitano battuto a nome di Gugliemo I con al D/ l'agnus dei ed al R/ la legenda W REX / DVX PN ( o similare) nei quarti di una croce. Rif. MIR 657 - D'Andrea/Contreras 258 - Travaini 305. Bella e rara moneta, in conservazione inusuale per la tipologia. Complimenti.
    2 punti
  11. Ciao amici...questa pesa 0,70g. 15mm.....chieddo Un'ID..per aiudarmi......... ringrazzi.in anticipo
    2 punti
  12. ______________ 1882 Regno Unito Vitttoria (1819-1901) Farthing - Rame
    2 punti
  13. Vista l'ora, le 13, e visto che ormai stiamo per servire il pranzo (come potete vedere), più che un aperitivo sarei propenso a una bottiglia di vino rosso, ma di quello buono davvero.... (fresco, visto che oggi è una calda giornata estiva!)
    2 punti
  14. In realtà quello che scrivi non mi stupisce affatto caro Antwala. E' un forum a spiccato indirizzo commerciale sorto come corollario al negozio di Sermarini, che è IL principale obbiettivo e scopo ultimo di tutto il carrozzone. Ci sono su quel forum utenti molto validi e studiosi appassionati ed è per quello che continuo a seguirlo, ci sono e ci sono state discussioni interessanti nell'ambito della monetazione classica. Ho difficoltà a scriverci invece, soprattutto nella sezione falsi. La loro percezione dei falsi e delle falsificazioni è in qualche modo limitata, e d'altronde la regia vuole che resti cosi'. Ho ricevuto minacce di ban privatamente da Joe piu' di una volta a riguardo di discussioni che avevo postato là e alcuni miei messaggi sono stati oscurati. Mi ha detto chiaramente che lui ci vive vendendo monete e non permette affermazioni che affermino che il fenomeno dei falsi sia in crescita o che esistono falsi di alto livello che vengono venduti anche in aste rinomate. Il collezionista medio ed ancor di piu' il neofita deve rimanere con la percezione che sia un hobby sicuro, tranquillo e rilassante e soprattutto privo di insidie in modo che non si spaventi e continui a comprare monete ONLINE. Anche tutte le affermazioni che invitano ad osservare bene le monete in mano o con una lente non sono ovviamente permesse, perchè quello che interessa è che la gente continui a comprare monete ONLINE. Di fatto là si possono pubblicare solo falsi di cui è riconosciuta chiaramente la falsità perchè con gli stessi conii di falsi conosciuti e presenti nel loro database, guai inoltre a dire che un possibile falso è stato venduto in un'asta rinomata (asta rinomata secondo Lui, ovviamente. Nel caso di ACR di qualche tempo fa se ne parlò anche là a profusione perchè non godevano della sua stima, evidentemente). Da quanto ho capito è un tipo abbastanza rancoroso e vedo che ora ogni intervento che faccio là è monitorato da vicino e spesso vengo subito ripreso e censurato con veemenza al minimo commento in cui esprimo un'opinione. L'ultima volta altri utenti hanno reagito ricordandogli di stare calmo perchè è risultato davvero maleducato e fuori luogo... Un paio di settimane fa ho comprato un libro dal suo shop finalmente...chissà che magari si sia rabbonito un po' ora... ;)
    2 punti
  15. Perfetto! Anche se uguali le monete risulteranno tutte diverse :)
    1 punto
  16. Moneta che non ho mai visto "dal vivo". correzione delle 23,19: non leggo bene la prima parola del verso.....per cui potrebbe essere la n°1133 come "quattrino ?" di Piacenza per Ottavio Farnese, CNI 58 - 59. Rarità dichiarata .....R5 (??). o la n°953 per Parma (stesso duca)..classificata R2 A te, moneta in mano, l'ultima parola descrizione: dritto: corona / OCT.F / DVX / II entro ghirlanda verso: (PLAC? o PAR?) R COL la città seduta con scudo e lancia. in esergo / giglio O giglio? ciao Mario n.b. la legge delle probabilità direbbe Parma...ma non si sa mai...; -)
    1 punto
  17. Alla fine sono riuscito a prenderlo per €100,00.
    1 punto
  18. l' avevo visto non avevo capito se la variqnte era legata alla tipologia della scritta. Sopra il mio esemplare.
    1 punto
  19. Io continuo a credere che monete con patina naturale in giro ce ne siano davvero molte, forse sarò cecato io cosa volete che vi dica :) sulle decine di migliaia in vendita online non credo proprio che ve ne siano "pochissime" con patina naturale. Che la maggior parte non la abbiano siamo d'accordo, ma sono davvero moltissime quelle che ancora la posseggono. Che poi abbiano magari qualche lisciatura della patina sui fondi o operazioni simili ad alcune di quelle che ha descritto cliff è un altro discorso. Comunque molto spesso sono fatte a regola d'arte e senza stravolgimenti. Purtroppo spesso mi sembra che, se si dovesse collezionare nel modo "giusto" in senso assoluto, seguendo alla lettera in modo ferreo certi dettami, occorrerebbe smettere di collezionare perché impossibile. La ricerca per me ha un grande ruolo e anche piacere insito, per trovare il pezzo che mi aggrada visioni migliaia di monete. Ma con ciò non dimentico mai che tutte le monete (dalla prima all'ultima) sono state in qualche modo restaurate, pulite e quant'altro ;)
    1 punto
  20. Ho trovato la moneta composta dalla saldatura di tre esemplari riportata da Vox79. Allego immagini della moneta nella relativa asta. e aggiungo anche la moneta piana venduta in un'asta. Un'antico proverbio cinese recita "Un'immagine vale più di mille parole". Antonio
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  21. Rispetto alla citazione del post sopra, penso che la stessa frase, se letta con la sua permessa, possa suonare molto diversa: "Dal mio punto di vista, a prescindere dal livello qualitativo, sarei portato a distinguere le monete certamente buone, che appagano a prescindere dalla conservazione, per quanto eventualmente corrose o con altri difetti, da quelle dubbie/ritoccate/incoerenti, da lasciare dove stanno. Poi, all'interno della prima categoria, il collezionista si muoverebbe su basse/medie/alte conservazioni e rarità in base a disponibilità e frequenza d'acquisto." Ovvero: 1. Il collezionista divide le monete buone, non ritoccate, storicamente interessanti o con buona patina da quelle non interessanti. E qui entra in gioco l'esperienza e le ore passate su libri, in convegni, e perché no, l'occhio innato del singolo 2. Fra le "buone" sceglie anche in funzione del potere di fuoco, ovvero budget e frequenza di acquisto Sono d'accordo con te che, per fortuna, la conoscenza gioca un suo ruolo. E non è più correlata alle capacità economiche, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione. Ciao ES
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  22. I cataloghi aiutano un poco, ma tra la teoria e la pratica ci passa un mondo! Se la qualità è effettivamente TALE, 300€ per una moneta veramente in altissima conservazione (anche di questo millesimo, 1857) ci stanno tutti. Così anche per uno spl degno di TAL sigla. Ma per giudicarla serve la moneta in mano, o in alternativa, un venditore / commerciante SERIO E PRECISO nell'assegnare il grado di conservazione. @@Rex Neap Purtroppo Pietro, hai centrato in pieno il punto, questo è il vero e grande problema che c'è alla base... che ci sono Spl e Spl... se ci fossero in circolazione conservazioni più corrette, meno generosità nello sparare alto, saremmo già a buon punto, ma la vedo dura...
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  23. Faccio un'incursione in questa conversazione ripescando il tema iconografico di S. Martino, e portandovi alcune monete che, sebbene circolarono nel nord Italia (nel ducato di Milano ed in Piemonte, motivo per il quale erano state coniate) arrivano dalla Svizzera, più precisamente da Bellinzona. Una premessa storico-sociale è d'obbligo. La zecca di Bellinzona ebbe una vita breve ma intensa. Iniziò la sua attività nel 1503 sotto la rigida occupazione armata dei confederati di Uri, Schwyz ed Unterwalden, i c.d cantoni primitivi, a nome dei quali battè moneta fino al 1529 (anno in cui passo il suo testimone ad Altdorf). I confederati, guidati dagli urani, occuparono le terre ticinesi a più riprese durante il XV sec, fino a quando, nel 1500 Bellinzona si consegnò definitivamente ai 3 Cantoni attraverso l'atto di dedizione. Il possesso dei territori collinari a sud delle alpi permetteva ai confederati di sfruttare la loro potenza militare per immettersi nelle questioni politiche del nord Italia, ed in particolare del Ducato di Milano. Scrive il Chiesa: "La creazione di una zecca in territorio subalpino sembra infatti rientrare in un più ampio disegno di economia politica". Dunque la creazione di moneta, di fattura italiana, ed in particolare simile a quella milanese, permetteva di inserirsi nel circolante di un territorio caratterizzato dal caos generato dal susseguirsi ed accavallarsi di diverse entità emittenti (Francia e 3 diversi duchi di Milano) e di incontrare l'insaziabile domanda causata dalla scarsità di circolante. Torniamo al Santo: il simbolo di Martino era molto caro alla tradizione dei cantoni primitivi, e sopravvisse alla furia dei contrasti generatesi tra riforma e controriforma. In più s. Martino "episcopus" ben si adattava, nella posa e nelle vesti, ad imitare le rappresentazioni di s. Ambrogio delle monete milanesi. Qui però si parla di cavalli, dunque vi porto le rappresentazioni di s. Martino ed il mendico delle monete Bellinzonesi. (ps. le monete non sono mie purtroppo, le foto le ho pescate qua e la sul web ho le o prese dai cataloghi) Fiorino d'argento a nome dei tre cantoni D/: VRANIE SVIT ET UNDERVALDI I tre scudi in fascia sormontati da aquila bicipite coronata e chiavi decussate R/: + SANCTVS MARTNVS EPISCOPVS Santo a cavallo nell'atto di tagliare il mantello per il mendico senza data (o. J.) R4 Chiesa 3;HMZ 938 (Fonte: Chiesa, La Zecca di Bellinzona) Cavallotto (Ag) a nome dei tre cantoni D/: VRA SVVITZ UNDERVALD I tre scudi disposti a trifoglio, ognuno sormontato da aquila bicipite R/: S MARTINVS EPISCVS Santo a cavallo nell'atto di tagliare il mantello per il mendico senza data (o. J.) R2 Chiesa 10, HMZ 943 (fonte: web) Sperando di aver fatto cosa gradita, mi riservo la "bomba" per domani...
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  24. Per il Fdc mi sembra una valutazione corretta 250/300 euro per lo Spl mi attesterei sui 110/130......ma tieni anche presente che poi ci sono Spl e Spl dichiarati e quindi visto anche quanto è stato scritto se poi ad un certo punto, viso che queste annate sono comuni, sul mercato ne trovi in abbondanza il prezzo scende. Un ultima considerazione è......chi compra alle aste potrebbe trarne sempre un vantaggio nell'acquisto di monete comuni ma nello stesso tempo con valutazioni oscillanti fra il qSpl e lo Spl + ......magari molti collezionisti ho già detengono il pezzo (visto che è comune) oppure se non collezionista non interessa quel tipo di moneta appunto perchè comune. Spero di essermi fatto capire.
    1 punto
  25. Ciao, si tratta in effetti di un tipo che il Bruni classifica come molto raro, emissione della Repubblica Romana con i tipi di Pio VI. In particolare è il Bruni 6 (CNI 28), caratterizzato dalle lettere D-E in "DEI" che si toccano e secondo il Bruni dalla scritta "VECCHH" al diritto, cosa che a ben vedere le tue immagini può essere un'interpretazione di esemplari non perfettamente conservati, come il secondo che hai postato, mentre mi pare corretta l'incisione "VECCHIA" nel primo esemplare, particolarmente ben conservato. Ciao, RCAMIL.
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  26. ______________ 1882 Grecia Giorgio I° (1845-1913) 5 Lepta - Rame
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  27. hai la moneta in mano. percui leggi meglio di noi le lettere in campo. si vede la A e la I centrale.... sembra proprio lei.. Roberto
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  28. Ciao @@rommel88, concordo con Te..RIC 172... saluti
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  29. @@cliff cosa intendi per untouched?? premetto,moneta meravigliosa anche per me,il termine "non toccata" pero' io lo toglierei dal mondo della numismatica poiche mi sembra inappropriato. e inopportuno.. la Plotina,a mio parere presentava in origine pesanti concrezioni terrose e di cuprite che ne obliteravano sicuramente la bellezza del pezzo non facendo apprezzare la conservazione eccezionale .ha subito,quindi una scrostatura vigorosa in linea con la metodologia dell'epoca di ritrovamento...magari oggi avrebbero usato qualcosa di piu delicato...tanto da arrivare in qualche punto anche al metallo. ma cosa ti fa dire che stiamo parlando di una meraviglia trovandomi daccordo? il fatto che l'hanno lasciata cosi,con i suoi naturali difetti di patina lasciandoci intravedere,comunque,il proprio trascorso nei secoli.... sappiamo perfettamente che in una qualsiasi asta mondiale la avrebbero ripatinata con quelle tipiche patine verdoline piuttosto che azzurrine,monocromatiche coprendo le sue fantastiche "rughe"...ma assicurandosi realizzi triplicati. e cosi il mondo mal va.....aime' :pardon:
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  30. A un anno di distanza la riapro, adesso già è più consono potere parlare di eventuali news del prossimo anno :good:
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  31. Questa mi piace particolarmente, sarà per l'anno tondo e comunque per una conservazione superba. Altro pfennig, sempre di Salisburgo, coniato per Johann Ernest Thun-Hohenstein (1687-1709). Che ne dite? Qui si vede grande, ma è di 11mm di diametro.
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  32. ... forse ne ho viste piu' di te... e basta.... ciao
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  33. Buona giornata ...perché il link è tratto da una discussione avvenuta all'interno del Gruppo "Quelli del Cordusio" :pardon: Te lo rimetto in chiaro.... http://venicewiki.org/wiki/Marcantonio_Bragadin/Il_martirio saluti luciano
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  34. Da quello che so non è possibile trovare una stima dei pezzi battuti in base ai passaggi d'asta. Se si inizia a collezionare Napoli si vede da subito come le annate 56 e 57 siano onnipresenti dappertutto. Per cui, ci si può davvero divertire a trovarlo bello (ovviamente, trovarlo davvero molto bello è comunque una sfida, vista la tipologia. Ed il prezzo poi rifletterà sicuramente questo fattore)
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  35. @@mfalier eh sì, sono monete affascinanti e poi Ravenna ha una storia particolare. Tornando alle monete, mi chiedevo se anche per Ravenna non si potesse procedere con un accostamento dei grossi ai denari, individuarne i caratteri in comune e cercare di capire una seriazione. Viene anche da chiedersi se non esistano tesoretti/ripostigli di denari e/o grossi che si possano studiare per stringere il cerchio visto che se capisco bene la documentazione scritta non ci aiuta più di tanto.
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  36. @@eliodoro del bisante ossidionale di venezia emesso durante l'assedio turco a Famagosta ti consiglio di leggero l'articolo di un certo @@roth37 :D . lo conosci? http://roth37.it/COINS/Famagosta/index.html per approfondimenti vedi la discussione sulle ossidionali. http://www.lamoneta.it/topic/117899-gli-emblematici-tondelli-ossidionali/page-3?hl=%20ossidionali
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  37. e quinto ....conoscere le monete , ma è meglio evitare la polemica .
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  38. Zecca di Venezia - Quattrino con Doge inginocchiato. Doge Francesco Donà o Donato (1545-1553).
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  39. sì, Laodicea ad mare (Siria): dovrebbe essere un tripode, a sx :Greek_Lambda: AO :Greek_Delta: IKH.. TH :GreeK_Sigma: IHPA :GreeK_Sigma: (almeno credo) e a dx KAI AYTONOMOY... la divinità è Giove.
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  40. In certe officine la tecnica di produzione non era sempre precisa e quando una moneta aveva un peso superiore veniva tosata all'origine, per portarla al peso giusto. Questa correzione è stata eseguita anche quando non era il caso, da persone che volevano lucrare.Tutti questi ritagli dovevano poi avere un loro canale commerciale illegale. Potevano essere accettate o meno, dipende dalla carenza di circolante nel contesto storico-geografico. Quando erano usate per pagare le gabelle o il pedaggio di un ponte, se l'addetto all'incasso aveva la bilancia poteva rifiutarle. Alla fine le monete tosate incamerate dall'erario, venivano fuse e riconiate con l'aggiunta di rame o altro materiale, per raggiungere il peso. A lungo andare la moneta aveva sempre meno argento e sempre più rame e a un certo punto non era più conveniente tosarle. vedi Legge di Gresham.
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  41. C'e' chi ha le corna lunghe e chi il braccino corto!!!! ............ :drinks:
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  42. Fenomeno dei falsi in crescita ? Monete false vendute in aste rinomate ? Noooo Tutto questo accade in un universo parallelo dove il povero collezionista si e' svegliato da tempo e ha preso coscienza del fenomeno e cerca di difendersi come puo' .... Poveretto cose che succedono negli altri Mondi piu' primitivi e meno protetti del nostro .... Noi invece possiamo dormire sonni tranquilli Ci sono ottimi mercanti, maxime on - line, che vegliano su di noi. Che fortuna!
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  43. Ringrazio @@Gallienus per l'opinione espressa. A @@legioprimigenia dico che l'ho pagate molto meno, 50 euro. Buona serata.
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  44. @@Specialized65 Come promesso per mp e per non lasciar cadere nel silenzio (leggi oblio) questa bella questione, provo umilmente a proporre alcune valutazioni con una premessa d’obbligo: io mi limito a leggere quanto pubblicato da ben più autorevoli autori, partendo dall’opera più recente per risalire, quando possibile, alla bibliografia storica, fino, se possibile, ad arrivare a formarmi una mia opinione….ma io sono un lettore…non sono un ricercatore…. Molti autorevoli autori si sono cimentati nello studio, nella ricerca e nella catalogazione delle monete ferrarresi. Vincenzo Bellini, Giovanni Ognibene, Carlo Kunz, i compilatori del C.N.I. Emanuela Ercolani Cocchi fino alla monografia di Lorenzo Bellesia pubblicata nel 2000. Ho però la sensazione che qualche punto grigio sia rimasto e uno di questi lo hai ora evidenziato. Sulla base dei documenti citati e riportati dai vari autori che si sono occupati della zecca di Ferrara appare certo che nel 1381, nel corso del marchesato di Nicolò II, vennero sottoscritti accordi per l’emissione di Marchesani grossi (soldi), marchesani parvi (denari, in quanto la dodicesima parte del soldo ) e di bagattini (la ventiquattresima parte del soldo). Per il periodo relativo al marchesato di Nicolo III, il Bellini, citando il Muratori, scrive che Nicolò III a partire dal 1410, fece battere a proprio nome: Marchesani, Bolognini pizzoli e Bagattini. E quindi, in base ai documenti, dovremmo trovare esemplari delle tre tipologie per entrambi i periodi in questione. Le monete conosciute e la loro classificazione: Relativamente ai marchesani sono stati reperiti e classificati esemplari attribuibili a Nicolò II, a Alberto V e a Nicolò III In base a valutazioni stilistiche ampiamente condivise, il marchesano per Alberto V, la cui classificazione è certa, fa da punto di cesura stilistica fra le monete dei due Nicolò. Il marchesano per Nicolò II presenta caratteri gotici con linee squadrate e linee rette simili ai caratteri del marchesano per Alberto V che però presenta un leggero ammorbidimento della A nel campo del verso. Il marchesano per Nicolò III, distinguibile in due tipologie, presenta sempre caratteri con linee più morbide e tondeggianti che si concretizzano nella A del verso con basi arcuate e asta superiore a formare una specie di fiocco; la tipologia più tarda presenta la A al centro del verso con due punte convergenti verso il globetto sottostante. Marchesano per Nicolò II (ex asta Bolaffi) Marchesano per Alberto V (ex asta Ranieri) Marchesano per Nicolò III (ex asta Ranieri) Marchesano per Nicolò III, 2° tipo (da Numismatica Fiorentina) Sul CNI viene inoltre evidenziato come i Marchesani attribuiti a Nicolò III presentino la N di NIChOL in forma invertita (speculare), caratteristica presente anche nei piccoli. L.Bellesia evidenzia anche alcune importanti differenze stilistiche nelle lettere componenti le legende. Fra queste la più significativa è, a mio parere, la R che dal periodo comunale fino ad Alberto V vede il trattino obliquo sempre realizzato con un triangolo; da Nicolò III tale trattino obliquo viene invece realizzato con una specie di virgola. Questo io penso possa essere un carattere di riferimento anche per l’attribuzione delle emissioni di moneta spicciola. Importante anche notare che in queste monete per Nicolò III le C si presentano sia realizzate con mezzaluna chiusa da una stanghetta che con mezzaluna e due triangoli agli estremi….e quindi questo carattere ritengo non possa essere considerato come discriminante per l’attribuzione di una moneta… I marchesani piccoli (denari), teoricamente emessi a nome di entrambi i Nicolò, sino al 1987 erano tutti attribuiti a Nicolò III. Nella descrizione delle monete ferraresi della collezione reale E. Ercolani Cocchi ha trovato nell’esemplare 9 del CNI (sez.per Nicolò III) delle caratteristiche stilistiche che lo sposterebbero al periodo di Nicolò II. Classificazione accettata poi anche da L.Bellesia che ne pubblica un’immagine al n°2 (pag.49). Da notare che anche in questo caso la R presenta il tratto obliquo realizzato con un triangolo mentre tutte i piccoli classificati per Nicolò III presentano il tratto obliquo della R a “virgola”. Marchesano piccolo per Nicolò III Anche le altre monete attribuite a Nicolò III, mezzanino e quattrino, presentano le R con tratto obliquo della R a virgola. E infine il bagattino: nei capitolati del 1381 (Nicolò II) riportati da G.Ognibene risulta evidente come fosse prevista anche l’emissione di questa moneta e questo particolare viene riportato sia dal Bellini che da L.Bellesia, ma entrambi gli autori omettono poi di approfondirne lo studio, di darne una descrizione o di proporne qualche esemplare. Il Bellesia cita anche una possibile massiccia produzione di bagattini a nome di Nicolò II per giustificarne l’assenza nella successiva monetazione a nome di Alberto V e, come riporta anche specialized65, ne cita le differenze rispetto al bagattino di Nicolò III, ma ad oggi vedo che siamo ancora tutti orfani di un bagattino realmente attribuibile o attribuito a Nicolò II. Da notare infine che i capitolati del 1381 riportano per il bagattino, come descrizione del dritto, nel giro la legenda MARChIO , nel campo la lettera N ( o n); nel verso nel giro la scritta DE FERARIA e nel campo lo scudo cittadino; da questo emerge che la legenda del verso prevista dai capitolati è comunque differente da quella dei bagattini ad oggi conosciuti (FERARIA)….ma non sarebbe la prima volta. Come non sarebbe la prima volta che una moneta prevista dai capitolati non venisse poi effettivamente prodotta ....magari per l’abbondanza di moneta minuta proveniente da precedenti emissioni o da altre zecche vicine e comunque già presente nel circolante....e/o anche per il breve periodo intercorso fra l'inizio delle emissioni (1382) e la morte di Nicolò II (1388) che potrebbe giustificare una scarsa produzione e l'attuale "totale" irreperibilità di esemplari. Da ultimo ma non ultimo, verificando le poche immagini di bagattini disponibili, in tutte io trovo le R con il tratto obliquo a "virgola" e quindi, almeno stilisticamente, collegabili alle sole emissioni a nome di Nicolò III. In definitiva riguardo ai due esemplari di bagattini qui presentati io trovo più analogie alle emissioni per Nicolò III che non differenze che le possano separare in due diverse monetazioni...anche in considerazione del fatto che Nicolo III regnò per 48 anni, un periodo che giustifica una variazione stilistica nelle varie emissioni che possono essersi succedute.....ma questo è solo un mio parere. Sperando che altri utenti vogliano portare il loro contributo. Un saluto Mario
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  45. è sicuramente falsa , non ci possono essere dubbi . Colore e bordo ( sdoppiato ) ne sono la conferma
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  46. 20 centesimi della serie Impero in nichel. Annate molto comuni e in bassa conservazione! Valore economico nullo, valore storico..inestimabile ;)
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  47. Buongiorno! Non parlo molto bene italiano. Mi scusi. Filippo Spinola conte (1616-1688). Scudo 1639. :wub:
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  48. Stessa medaglia e stesso clone...... purtroppo è falsa. Sanni mi ha gentilmente anticipato ed ha individuato i punti d'ombra che andavano visualizzati. Siamo pienamente d'accordo tra noi e convinti che sia un falso e non ho alcun problema a consigliare a @keplero75 di utilizzare questa discussione per recuperare i suoi soldi. Io penso che il venditore si renderà conto della situazione nel visionare queste ultime immagini. Una moneta o medaglia coniata da un determinato conio potrà aver sempre le stesse caratteristiche e rilievi ma non gli stessi segni in incuso.
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