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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/05/15 in Risposte
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In questa discussione sono emerse molte verità, così come si è costruttivamente discusso sui punti di forza e di debolezza dell'attuale forum, rimpiangendo anche un po' i tempi che furono. Un aspetto sul quale mi piacerebbe porre l'attenzione e che a mio parere costituisce una delle principali differenze tra il forum degli anni passati e l'attuale è rappresentato dalle possibili difficoltà di inserimento dei nuovi utenti. Tempo fa l'atmosfera era infatti generalmente più distesa, complice il fatto di non essere costantemente sotto lente di ingrandimento. Sempre in termini generali i contenuti erano forse meno raffinati, ma conseguentemente il clima invogliava maggiormente ad inserirsi nelle discussioni. Oggi il numero di discussioni di livello piuttosto alto, sia tecniche che storico-culturali, è drasticamente aumentato ed i partecipanti tendono, per esigenze dettate dal tipo di argomento, ad esprimersi in modo sempre più puntuale, utilizzando metodologie e linguaggi specifici tali da creare una sorta di barriera, che per il neofita o il nuovo iscritto è apparentemente insormontabile. Ovviamente il mio è un discorso generale e per nostra fortuna le eccezioni sono numerose, ma sotto questo aspetto tutti potremmo forse fare qualcosa in più. Accompagnare maggiormente i nuovi arrivati dovrebbe essere la priorità di ciascuno di noi, mostrando magari più pazienza e comprensione. In molti qui già fanno tanto in questo senso, ma non è assolutamente vietato provare a fare ancora meglio! Cause di forza maggiore mi hanno tenuto lontano dal forum per qualche mese ma al mio rientro, avvenuto qualche giorno fa, ho però trovato delle piacevolissime sorprese. Nuovi utenti, alcuni dei quali giovani ed addirittura giovanissimi hanno portato nuova linfa, altri che già conoscevo e che "tenevo sotto controllo" (nel senso buono del termine ovviamente) si sono inseriti magnificamente iniziando a contribuire con frequenza e competenza. Come già detto da chi mi ha preceduto, sono queste le cose importanti ed è per questo che il forum esiste e continuerà ad esistere. Infine un invito a tutti i nuovi iscritti, lanciatevi nelle discussioni senza alcun timore, proponete, chiedete, domandate! Rompete il ghiaccio tenendo ben presente che tra queste pagine ciascuno di noi la sua bella cavolata l'ha sparata e la sua bella cantonata se l'è presa... è del tutto normale ;).7 punti
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Temo che ormai il fenomeno per alcune monetazioni sia ormai al di là dei limiti della gestibilità. Le uniche monete che possono essere prese in considerazione, per scopi scientifici, sono quelle provenienti da scavi e ritrovamenti documentati. Quelle presenti sul mercato, se prese in considerazione in lavori scientifici ed in assenza di esami diretti ed approfonditi, rischiano solo di portare a cantonate.7 punti
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Cari colleghi, credo che questo post tocchi un punto fondamentale sia per la numismatica, che per l'antichistica in genere: la contrapposizione fra la percezione materialistica della storia e quella - mi si passi il termine - più "romantica". La maggior parte degli appassionati, avendo contratto questa piacevole malattia in modo del tutto casuale, magari da bimbi, prova un certo disagio nei confronti di chi vorrebbe affrontare la disciplina in maniera freddamente razionale, asettica quasi. Ed è un disagio legittimo. Mommsen, di cui indegnamente mi sono appioppato il nome, affermava che Roma (ma potrei estendere la riflessione all'antichità in generale) non fu un concetto puntuale, racchiuso in coordinate spaziali e temporali, ma rappresentò un'idea, una percezione, una Gefühl, per dirla alla tedesca: benissimo, questa è la linea che faccio mia, "il sentimento dell'antico". Sentimento che deve essere, ma questo è naturale e doveroso, affiancato da uno studio sistematico e metodico, onde evitare di apportare più danni che vantaggi alla disciplina. Vedete, colleghi numismatici, potremmo sapere in maniera precisissima la composizione chimica della patina che ricopre un denario repubblicano - e bisogna fare di tutto per saperla - ma quando quella moneta smetterà di trasmetterci un'emozione, un'emozione che valga la pena di essere raccontata alle nuove generazioni e che giustifichi tante ore di studio, potremmo anche buttarla nel cestino dei rifiuti perché essa - fosse anche una rara emissione della Gens Plaetoria - non varrà molto di più di un bullone di una Porsche... O di una Renault 4, se preferite.5 punti
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Ciao a tutti, Vi posto il mio ultimo acquisto preso da Tinia Numismatica, Sesterzio di Crispina con, al rovescio, la Laetitia: Riguardo la vita della sfortunata Imperatrice, rimando a questa vecchia discussione: http://www.lamoneta.it/topic/97862-crispina/?hl=%2Bcrispina#entry1093582 Vi volevo, invece, parlare del post mortem di Crispina... Crispina, secondo Dione pari a Commodo come ferocia, fu dapprima esiliata a Capri, e, poi fatta uccidere dall'Imperatore in quanto accusata, forse ingiustamente, tanto di adulterio ( accusa alquanto bizzarra tenuto conto del fatto che Commodo aveva tanto una concubina, quanto un preferito), quanto di aver partecipato al tentativo di congiura ispirato da Lucilla.. Orbene, nel 1810, le truppe francesi guidate da Giocchino Murat saccheggiarono la chiesa di Santa Costanzo, a Marina Grande... Nelle navate della chiesa, i Francesi trovarono un sarcofago romano dove riposava l'Imperatrice Crispina. All'interno del sarcofago, infatti, fu rinvenuto lo scheletro dell'Imperatrice avvolto in vesti d'oro e d'argento, arricchito con gioielli ed un bastone a forma di scettro con tre cerchi d'oro. In bocca, infine, fu trovato un aureo di Vespasiano, probabilmente l'obolo pagato a Caronte. Dopo un secolo, il sarcofago di Crispina, ricomparve nel giardino dell'Hotel Grotte Bleue, luogo d'elezione di futuristi come Marinetti. In seguito alla ripartizione dell'albergo in appartamenti, avvenuta nel 1960, il sarcofago, si trova, tuttora, in un'area di proprietà privata. Insomma, Imperatrice è stata sfortunata nella vita e nella morte.. Saluti Eliodoro4 punti
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Il venditore ha venduto in prevendita le "seriette".Qui si parla di divisionali visto che le "seriette"complete per mancanza degli 1 e 2 cent non ci potranno mai essere. Si attacchera' a questa dicitura e restituira' i soldi. Nessuno potra' lamentarsi perche',appunto,parlando di "seriette" il prodotto attuale(divisionali o comunque set per residenti) non corrisponde piu' alla decrizione. E i grandi venditori la spuntano sempre. Un po' come nella vita reale no?! Cosi' funziona il mondo,Italia in primis. Io VIETEREI le prevendite su un sito importante come la baia.In tal modo non ci sarebbe niente che tenga.Vendi cio' che hai. Quando vado a lavoro mi pagano il mese cio' che ho lavorato nel mese precedente non nel mese successivo. E' insensato secondo me vendere cio' che non si ha disponibile. Cosi' hai fatto attendere 15 mesi e lasci il cliente senza serie solo perche' le "cose non sono andate secondo i piani" che TU venditore avevi ipotizzato. Bel modo di ragionare. Pero',ripeto,funziona cosi'. Molti miei amici che avevano comprato ed ordinato a Novembre 2013 si sono visti rispondere cosi. Hanno ricevuto il rimborso ma si trovano senza serie e a doverla,nel caso in cui la vogliano,pagate il quintuplo. Se tu prometti,poi mantieni. Se le cose non vanno come devono non puoi riprenderti cio' che hai perso dai clienti. E' un po' come la benzina..Si dimezza il prezzo del barile e scende di 10 cent al massimo. Riaumenta di 10 dollari al barile e aumenta di 20 cent. Questo e' il nostro Paese,o forse,questo e' il modo di fare che piu' funziona a questo mondo. Che ci piaccia o no,cosi' e'. Prima ce ne facciamo una ragione,meno perdiamo tempo ad arrabbiarci. Scusate se mi sono dilungato,spero di non avere annoiato nessuno.4 punti
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_______________________ 1886 1304 _____ ١٣٠٤ Zanzibar Barghash bin Said (1837-1888) 1 Pysa - Rame4 punti
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Salve a tutti. Non immaginate quanto condivida i vostri saggi pareri proferiti dalla vostra sconfinata esperienza... . Anch'io, come @@Titta99, rientro nella fascia dei "giovanissimi numismatici", ed è davvero difficilissimo, avendo soltanto 13 anni, scovare qualcuno avente la mia età che condivida almeno in parte questa passione straordinaria qual è la numismatica(non posso però pretendere che i miei coetanei apprezzino tutto ciò...),essendo criticatissimo e incitato a lasciar perdere e "divertirmi" come fanno tutti(se questo non è divertimento, ditemi voi cos'è ;)). Noto un incredibile calo nell' apprezzare i valori storici che da tempo ci sono tramandati, tutto a causa delle nuove mode dilaganti come Watsapp(a mio parere totalmente inutile), che atrofizza i nostri cervelli alla pari di alcuni videogiochi violenti e diseducativi, ma che affascinano quasi tutta la mia generazione a tal punto da renderli quasi il loro unico argomento di conversazione. A mi avviso, la numismatica andrebbe insegnata come materia curriculare in tutti gli istituti Italiani a partire da quello secondario di primo grado, alla pari della Storia. Chissà quanta, di Storia, si potrebbe ricavare da un singolo esemplare... Non hanno la minima idea di cosa di perdono... Dovrebbero "gustare" e passarsi tra le mani un bel sesterzio(non ne ho mai avuto la possibilità...), e allora, se avessero almeno un briciolo di sensibilità e amore verso il nostro glorioso passato, di sicuro cambierebbero idea. Quanta ignoranza nel nostro paese, quanti beni di interesse archeologico nelle piccole città come la mia sono abbandonati nell'incuria del tempo e nel degrado... . Fortunatamente ho scoperto questo straordinario forum, traboccante di persone colte e gentilissime con le quali mi sento a mio agio e posso condividere il mio peculiare interesse :clapping:!.4 punti
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Tra i tanti interventi in questo thread , e anche in altre discussioni, mi sono soffermato su questo intervento. Lo scorso anno mi sono trovato a fare una lezione (parola un po' "aulica" - diciamo meglio "chiacchierata" ) di numismatica ad una classe di IV elementare. Abbiamo portato un video , molto carino , un cartone animato sulla nascita della moneta e ed esempi di monete da tutto il mondo comprese quelle , pesanti 5kg in rame svedesi e i "cash" bucati cinesi. Un po' timorosi di come bambini cosi giovanio avrebbero reagito di fronte ad una materia reputata "vecchia".. ci siamo avventurati ad illustrare ai bambini i tanti d^significati e la storia delle monete. Ebbene, siamo stati subissati di domande, tutti poi volevano "toccare" le varie monete portate. Questi bambini avevano una curiosità ineusaribile. Ecco, a chi mi dice che la numismatica è una scienza "vecchia"... porto questo esempio. Qui sul Forum abbiamo organizzato in occasioni diverse concorsi e iniziative per i giovani , tutte hanno avuto un grandissimo successo. I giovani ci sono e molti di loro sono anche molto in gamba :) I giovani di oggi non sono certo peggiori di come eravamo noi, ma forse noi eravamo piu' fortunati perche ' avevamo maestri piu' preparati. Quello che è fondamentale è stimolare la "curiosità". Interessarsi a qualcosa - qualunque cosa - ma fatta con passione, se poi sarà la numismatica tanto meglio ma l'importante è che vi "sia" qualcosa che stimoli il nostro spirito, i nostri interessi. Un giovane che è curioso, non farà poi molta fatica a studiare e non distinguerà piu' se è roba vecchia o nuova perché presto vi si perderà dentro . Essendo curiosi e , di conseguenza , studiando e assorbendo cultura, si aumenta l'autostima. L'aridità culturale è la mancanza di interessi, la curiosità è la fucina degli interessi che ci rendono piu' bella e interessante la vita.4 punti
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Come autore dell'articolo Le monete "dimenticate" della seconda invasione francese, pp. 133-160, intervengo per segnalare questo refuso: (Appendice, documento II, pag. 144) Lo coronato de manco piso che de uno carlino se expenda per celle cinque. invece di Lo coronato de manco piso che de (piso sia) uno carlino se expenda per celle cinque. In buona sostanza, nella trascrizione di questo passaggio va espunto proprio l'intervento dell'autore, posto tra parentesi. Con ciò, ritengo opportuno entrare nel vivo dell'argomento, fermando l'attenzione su questo aspetto; come scritto da altri utenti in una vecchia discussione (purtroppo non ricordo quale, ma ci si interrogava sulla valuta di cambio, nel Regno di Napoli, per i coronati e i carlini aragonesi "tosati"), la fonte (un bando della Camera aquilana, emesso il 5 agosto 1499) svela, fra le tante valute in circolazione all'Aquila, anche il rapporto di cambio tra i due tipi monetali, nell'ordine: A) Il coronato "tosato" (de manco piso) che aveva il peso del carlino (inteso come moneta integra, cioè di giusto peso) andava speso per 1 carlino; B) il coronato "tosato" che pesava meno di 1 carlino andava speso per 5 celle (alla valuta di conto aquilana), quindi (e lo vediamo subito dopo) come se fosse stato un carlino "tosato"; C) il carlino "tosato" andava speso per 5 celle. L'autorità municipale, in base ai diversi gradi di "tosatura" della moneta d'argento, aveva stabilito, per le contrattazioni che si svolgevano all'interno della sua area commerciale, dei parametri di equiparazione monetaria tra il coronato e il carlino. Mi scuso, pertanto, con l'Editore, l'Associazione e i Lettori. AG3 punti
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Un bel e raruccio (sono di parte) cavallo della zecca di Sora battuto da Pier Giampaolo Cantelmo a nome di Carlo VIII di Francia.3 punti
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Grazie @@cliff per aver portato qui questa interessante argomentazione. Personalmente però non sono del tutto convinto che tutto quello che abbiamo visto possa essere attribuito a trattamenti di restauro a laser. Portando qui l'esperienza che ho nella marcatura laser, maturata in ambito industriale, conosco le potenzialità del laser e mi sembra difficile pensare che monete autentiche possano essere "riprese" in questo modo. E' certamente più semplice reincidere una moneta a laser (incisioni 3D ad alta precisione) lanciando la matematica sviluppata con un apposito e potentissimo software. Diversamente vorrebbe dire operare a livelli con il rischio però di creare scalini laddove il modellato risulta convesso. Oltretutto un laser riesce ad asportare (in realtà brucia il materiale) più o meno materiale a seconda della potenza utilizzata e per asportare grandi quantità occorrono grandi potenze. Mi suona molto strano ed improbabile il fenomeno della reincisione con l'aggiunta di particolari mancanti. Personalmente ritengo che quel marcantonio con più capelli e meno capelli possa essere semplicemente un clone realizzato con tecniche più tradizionali. Per l'altro caso del prima e dopo in realtà vedo solo che la moneta inizialmente aveva una patina chiazzata che poi è stata rimossa. tutte le operazioni di rimozione o di lisciatura dei campi, anche per l'argento, possono avvenire manualmente con metodi meccanici senza ricorrere al costoso laser che comunque penso sia tecnicamente difficile da utilizzare per azioni di ripresa come quelli qui menzionati. Anche la finitura superficiale va analizzata bene. Il laser brucia e tende quindi a rendere la superficie porosa (anche se con grana finissima) con effetto satinato. Le monete trattate a laser andrebbero quindi comunque trattate come una qualsiasi fusione in modo tale da renderne l'aspetto credibile. Per curiosità, guardate le creazioni di questa azienda: http://www.remak.it/acsys-sistemi-per-incisione-laser/incisione-laser/3 punti
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Ringrazio il grande Cliff per l'inquietante rassegna dei denari. A me semplicemente fa piangere.... Eclatante l'esempio di Marco Antonio. Se uno vuole iniziare a studiare una emissione, con tanto di analisi dei conii, diventa matto, a meno di non riconoscere (come in questo caso) il trattamento prima e dopo il laser. Infatti il rinnovo della capigliatura rende l'esemplare difforme dall'originale conio e potrebbe indurre all'errore, facendo credere all'esistenza di un nuovo conio, con tutti i problemi anche scientifici e tutto questo semplicemente per migliorare la qualità della moneta e renderla più pregiata sul piano economico. Ma la moneta è rovinata per sempre e non può tornare indietro. E' un vero crimine....! Ovviamente sarebbe molto utile conoscere meglio questa tecnica e concordo sull'importanza di conoscere bene il peso, per verificare se esiste anche appposizione di nuovo metallo....3 punti
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E` con grande orgoglio che vi presento il nuovo albergo per le mie monete che ho costruito con le mie mani. Si tratta di un trilocale con una biblioteca, uno spazio con le stanze e un'aula magna. la biblioteca ospita qualche libro del mestiere, lo spazio camere comprende 8 stanze da letto per un totale di 288 posti mentre l'aula magna contiene vari folder. :D Le misure sono 50 altezza x 37 larghezza x 25 profondità, è dotato di serratura e i vassoi sono in floccato della leuchtturm. Che ne pensate? E` uscito un bel monetiere secondo voi? la stanza vaticana la stanza antiche2 punti
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In attesa di essere illuminato sulle Conferenze :blum: e sul programma definitivo.... continuo a parlare di quello che è il programma per i giovani del forum che avendolo seguito con altri conosco necessariamente meglio. Sarà il momento del forum Lamoneta, dei lamonetiani, dei giovani, dei Quaderni di Lamoneta2 scritti da lamonetiani, ma poiché le cose le vogliamo fare bene, anche perché difficilmente ci potranno essere scenari e teatri simili come location e come Associazioni organizzatrici come la NIP e la SNI in futuro per noi, cercheremo di offrire almeno un altro libro, punteremo sulla qualità del prodotto, sull'effettiva utilità dello stesso come conoscenza e divulgazione.... Dei libri, uno che rappresenta in toto il forum e che passeranno di mano da utenti diciamo " adulti o meno giovani ", ma comunque vi assicuro giovani dentro, a dei giovani che in effetti poi conosciamo e che sicuramente meritano per quanto fatto e faranno. E allora mi piacerebbe che si realizzasse davanti al tavolo della sala questa scena alcuni di noi da una parte del tavolo che passano " il testimone della conoscenza, il libro " al altri più giovani che saranno uno per uno dall'altra parte del tavolo. E' quello che avrebbe voluto vedere " Lupo solitario " o altri divulgatori dei miei racconti che per quanto passati come tempo rimangono e rimarranno purtroppo sempre attuali. Col placet del nostro Amministratore e la sua Benedizione su tutti noi e col suo saluto, questo vorremmo fare....e questo se devo essere sincero è il mio, il nostro primo obiettivo, spero vada tutto per il meglio, questo sarà il gesto che rimarrà io credo anche nel tempo, poi ovviamente come tutti sperano e si augurano gloria e onore al Convegno Commerciale, alle Conferenze che saranno tutte bellissime, all'Esposizione di tessere, all'Assemblea, ma quello sarà il Nostro Momento e spero siate in tanti.... Mi dicono che parlo troppo :blum:, mi piacerebbe che altre voci si unissero a noi..., noi milanesi lo ammetto siamo un po' freddi..., ma poi qualcuno deve anche scrivere...,mi piacerebbe sentire ripeto qualche NIP, SNI, CCNM, qualche addetto ai lavori, qualche altro giovane non intervenuto, qualche altra realtà italica, per esempio so che @@matteo95 ci sarà, si muoverà qualche altro genovese ? @@dizzeta, @fracasellame ( qualcosa mi dice di si....), ma anche dalle parti del Veneto che si dice @@Arka, @@Andreas ? e a Napoli pensate che qualcuno possa venire a salutarci @@francesco77 ? E' ovvio che se parlerete voi....adesso potrò dando retta all'amico e starmene anche zitto con buona pace di tutti.... :blum:, ascoltarvi e leggervi :blum:.....pensate a quanti leggono qui, tutti poi..., sarebbe bello un riscontro scritto, un commento semplice, una domanda ....a voi cari amici....2 punti
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Buon pomeriggio Già ... ma è anche legittimo che al signor Hu, poco interessi la nostra storia ... quello che preoccupa è che non interessa nemmeno a tantissimi italiani. Cone diceva Indro Montanelli, l'Italia è una nazione di contemporanei, viviamo alla giornata senza preoccuparci più di tanto del futuro, perché non sappiamo cosa è stato il nostro passato (e non ci interessa nemmeno saperlo) ... ovvio con tutte le eccezioni del caso. Dare all'italiano del "nazionalista" o dello "sciovinista" è una contraddizione in termini. L'italiano "galleggia" nel suo presente. Purtroppo. Resistiamo nel nostro fortino, finché si può. saluti luciano2 punti
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siamo destinati alla estinzione non l'avete ancora capito? non gliene frega niente a Hu o vari immigrati che ci sostituiranno delle monete di Casale o Asti o Correggio e della loro storia. a breve non ci sarà più l'Italia o quel poco che ne resta.2 punti
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@@Alex0901 @@Theodor Mommsen Condivido pienamente ;) Il passato italiano è uno dei più interessanti, ricchi e grandiosi di tutto il mondo; penso sia un dovere di ognuno tramandare alle generazioni future l'orgoglio nazionale che penso noi tutti abbiamo, anche se gli anni correnti non sono del tutto felici. In quest'epoca di globalizzazione generale, l'identità culturale nazionale diventa fondamentale; per questo motivo, conoscere il passato del nostro popolo aiuta ad apprezzare il nostro Paese e la numismatica penso sia un ottimo strumento per rivivere i gloriosi anni passati. La storia non è fatta solo di date, ma anche di emozioni che non sempre è possibile cogliere. I nostri antenati ci hanno lasciato uno splendido Paese, tocca a noi preservarlo e migliorarlo per le generazioni future.2 punti
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@@anto R Sai quante volte ho visionato l'immagine? Molte. Secondo me non è un mezzo denaro per motivi che tutti conosciamo oramai (spero). Non è un gruppo inedito semplicemente perchè non esiste. Francamente non riesco a spiegare l'iter tecnico che ha generato la "creatura" ma sicuramente non è voluto. Mi sembra che le leggende non siano conformi (moneta di fantasia? Non so...) Il taglio è in linea con gli esemplari della seconda metà del XIV secolo. Cari saluti2 punti
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purtroppo sempre piu' gente preferisce collezionare monete in SPL e questa ne e' una malata conseguenza(sia per chi distrugge la moneta,sia per chi l'acquista con consapevolezza o ignoranza),per quel che mi riguarda la numismatica non e' un investimento,onore alle monete consunte,riposate in pace amen2 punti
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vedi, è questo quello che non capisco, come può essere che misteriosamente le monete si svalutino così, una volta che le devi vendere ad esempio per necessità o perchè si vuol cambiare tipologia???? A volte sembra di aver a che fare con dei rivenditori d'auto "eh no, la sua è usata e allora tiriam via qualche euro" Sembra una cavolata ma alla fine il concetto è questo. Se compri, non solo dai commercianti, anche perchè loro non è che vivono d'aria e hanno dei costi, o dai pseudo collezionisti che poi sotto sotto tanto collezionisti non sembrano, ti fanno tot, se gli vuoi vendere (specialmente nel caso dell'ultima categoria) la stessa identica moneta, ti tirano su dei pallini atomici del tipo "eh, ti offro 300 e sto anche largo" (su una moneta che comunque varrebbe 200 euro in più) "eh, ma ci devo guadagnare in caso voglia rivenderla" no beh, fammi capire, collezioni o fai tutto aumma aumma?? E' già da un pò di anni che colleziono, ma sinceramente, per come si sta evolvendo la cosa anche nei convegni, mi sta passando completamente la voglia di frequentarli, di appassionati ce ne sono sempre meno, e di aumma aumma sempre di più. Scusate lo sfogo Ale2 punti
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Ormai stiamo passando, anche nella monetazione classica, alla ricerca del fiore di conio eccezionale.... visto che ci siamo, facciamo un parrucchino anche a Giulio Cesare visto che era calvo...la questione, però, è sempre la stessa...i nuovi facoltosi acquirenti di monete, con la loro spasmodica ricerca della perfezione, stanno falsando l'intero mercato numismatico..2 punti
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Taglio: 50 cent Nazione: sanmarino Anno: 2013 Tiratura: 132.000 :D:D:D Condizioni: / Città: Brescia2 punti
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Prendo a prestito da un racconto di Isaac Babel il titolo di questa discussione. L'argomento é del tutto diverso, ma l'area geografica in cui le vicende si svolgono non é poi cosi' distante. Ed il titolo mi sembra perfetto. Il cavallo in questione é quello con cui Filippo II di Macedonia vinse i 106esimi giochi olimpici nel 356 a.C., e che il re macedone decise di rendere immortale raffigurandolo sul rovescio di una propria emissione. Ma lo stesso Filippo mai avrebbe probabilmente immaginato il successo di tale rappresentazione, né i cammini inaspettati ed originali che quel cavallo avrebbe percorso, trasformandosi. Cammini lunghi e tortuosi, che lo porteranno fino all'Atlantico. Per il momento ci fermeremo prima, rimanendo nell'area balcanica. Scopo della discussione non é quello di dare un quadro esauriente delle imitazioni di Filippo II in area danubiana, ma solo quello di rendere un'idea del suo sviluppo, sulla base dei pochi esemplari, tipologicamente limitati, che ho in collezione. Le primissime imitazioni delle tetradracme di Filippo II si situano in tre zone dell'attuale Romania: Valacchia, Banato e Moldova (regione rumena, da non confondere con l'adiacente repubblica ex-sovietica). Siamo in una fase in cui le popolazioni celtiche non hanno ancora raggiunto la penisola balcanica. Le emissioni vanno pertanto attribuite ai Geto-Daci. Questa é un'imitazione, di prima mano, della Valacchia. La zona di emissione di questo tipo (definito da Constantin Preda come "Imitazioni dirette – Gruppo A") é a grandi linee quella rappresentata nella cartina: Putroppo (per noi) i saggi, estremamente profondi e solitamente prodotti con uno o più colpi di scalpello al rovescio sono molto frequenti in queste prime emissioni. Anzi, le monete che si salvano sono veramente poche. In alcuni casi, poi, non esistendo esemplari non "saggiati", é stato ipotizzato che l'operazione fosse eseguita all'origine, cosi' come la contromarcatura. E' il caso del tipo Huşi-Vovrieşti, caratteristico della Moldavia. La regione sarà successivamente occupata dai Bastarni, tribù celtica di stirpe germanica. Queste monete sono precedenti all'invasione, e rimarranno le uniche: in Moldavia non ci saranno emissioni successive a queste, per qualche secolo. Questa la posto con molte riserve. Apparentemente é inedita, fatto che non stupisce, trattandosi di una frazione. Certo é che in questo periodo di frazioni pubblicate non c'é un gran che. A me sembra avere delle grandi affinità con le tetradracme di tipo Tulghieş-Copăceni del Preda. Il tipo Tulghieş-Copăceni é localizzato tra il Banato e la Transilvania occidentale. <continua>1 punto
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In molti riteniamo sul forum che stare vicini ai giovani sia importante e premiante, personalmente penso che sia indispensabile un programma organizzato a vari livelli verso di loro, il ricambio generazionale nella numismatica è un problema sempre più incombente e non è difficile accorgersi di questo guardando le iscrizioni di Associazioni, Circoli ,Società, crisi economica, i cicli della vita, la nuova linfa è vitale e necessaria non solo per i numeri, che contano eccome, ma in particolare per l'entusiasmo, le idee, le energie che possono portare in questo mondo. E allora come forum Lamoneta continuiamo in questa direzione che ha dato e sta dando buoni frutti, Lamoneta e i giovani un bel binomio, ma anche Lamoneta e le varie entità della Numismatica Italiana. Il 28 marzo 2015, a Milano avremo il Convegno NIP commerciale e culturale con le conferenze, l' esposizione di tessere alimentari, l'Assemblea SNI, la partecipazione della SNI e del CCNM alle Conferenze, tanti attori, e Lamoneta, come sempre ci sarà anch'essa, a suo modo ma ci sarà. Ci sarà con la comunicazione dell'evento nell'apposita discussione che è in corso, ci sarà col meeting -point di incontro alle 12,45 al Circolo della Stampa, ma ci sarà anche nel modo con il quale spesso partecipa ai Convegni, con piccoli gesti, piccoli, ma significativi e i gesti sono giustamente rivolti verso i nostri giovani del forum. Abbiamo fatto tante iniziative, l'ultima un libro per i giovani a Verona è stata significativa sia per il forum, che per il Convegno stesso, ora a Milano Lamoneta vuole essere vicina ai giovani ancora e lo sarà con un suo prodotto, il nuovo Quaderno da poco uscito il n.2, il cartaceo del forum con i contributi di tanti utenti del forum stesso. Quindi Lamoneta, il suo nuovo Quaderno e i giovani.....giovani che verranno premiati con l'omaggio di 6 Quaderni n.2. Un modo per permettere di comunicare una iniziativa editoriale del forum, una nuova avventura..... e un modo tangibile per stare vicini ai giovani.... 6 di loro lo avranno, ovviamente dovranno essere sul posto quel giorno, vorrei che venissero consegnati al pomeriggio durante le Conferenze, dovranno essere nick conosciuti e il criterio verrà comunicato al momento. Potranno esserci anche altre ulteriori iniziative a favore dei giovani......vedremo, chi vorrà accodarsi a noi, a Lamoneta in questo appoggio, aiuto, percorso comune che credo sia necessario sarà il benvenuto......ogni ulteriore iniziativa avrà la sua valenza... noi ci saremo, e saremo quelli che sono intervenuti finora nell'apposita discussione negli eventi, ci saranno anche dei giovani e ci saranno anche i 6 Quaderni di Lamoneta per loro.....quindi un Milano 28 marzo giovane con i NIP, la SNI, il CCNM, Lamoneta e i giovani....i giovani del forum.....1 punto
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Salve a tutti Cercando tra le monete dell’antica Grecia dei multipli di tre della dramma, ho trovato questo capolavoro che non mi risulta sia stato ancora descritto sul forum. PHOKIS, Delphi. 5th century BC. AR Tridrachm (25mm, 18.26 g). Two rhyta (drinking vessels) in the form of ram’s heads; above, two dolphins swimming toward each other; ΔAΛΦ-I-KON in small letters below; all within beaded border / Quadripartite incuse square in the form of a coffered ceiling; each coffer decorated with a dolphin and laurel spray. Svoronos, Delphi 18, pl. XXV, 34 (Berlin) and 35 (Paris = Kraay & Hirmer 461); BCD Lokris 376 = Asyut 242 (this coin). EF, lightly toned. Well centered and struck. Il diritto fa riferimento alla vittoria dei Greci sui Persiani a Platea nel 479 a. C., quando i vincitori conquistarono un ricco bottino del quale facevano parte i due rhyta (plurale greco di rhyton) raffigurati, delle particolari coppe di forma conica per bevande o per liquidi da versare nelle cerimonie. Questi devono poi essere stati portati a Delfi come dedica ad Apollo, al quale erano sacri gli arieti (come pure i delfini). Anche il rovescio è insolito in quanto non si tratta di un normale incuso diviso in quattro parti ma di un soffitto a cassettoni, decorazione dei soffitti antichi come quello del tempio di Apollo. I delfini a ornamento dei cassettoni confermano questa identificazione in quanto essi entrano in gioco sia sul nome di Delfi sia sul fatto che Apollo stesso può apparire in forma di delfino. Una sintesi perfetta di stile, rarità e importanza storica. apollonia1 punto
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Les divers aspects de la vie publique, guerre, diplomatie, religion, cursus honorum, sont souvent aussi intimement liés dans les effigies monétaires qu’ils l’ont été dans la réalité meme. Sur ses deniers Syd. 517, frappes à Rome vers 110, N. Fabius Pictor reppelle un conflict politique dans lequel s’était trouvé engagé l’un de ses ancétres, grand-père ou arrière-grand-père; élu préteur en 189, il dut renoncer à la préture en Sardaigne qu’il avait tirée au sort, parce que les fonctions de flamen Quirinalis, qu’il exerçait déjà, lui interdisaient de quitter Rome. Le conflit avait eu, comme on s’en doute, des implications politiques assez étendues. H. Zehnacker, Moneta, p. 506 Il denario oggetto di questa discussione, emesso da N. Fabius Pictor nel 126 a.C., presenta al dritto la tradizionale testa elmata di Roma ed al rovescio una figura seduta a sinistra con elmo e corazza, apex nella mano destra e lancia nella sinistra; al fianco della sedia poggia uno scudo tondo caratterizzato da iscrizione QVI / RIN (Cr. 268/1, Bab. Fabia 11, Syd. 517, BMCRR Roma 1173). Ad un superficiale sguardo la figura del rovescio parrebbe “semplicemente” il nitido ed efficace ritratto di un flamen Quirinalis, sacerdote preposto al culto del dio Quirino e, nello specifico, di Q. Fabius Pictor, antenato del monetario, che ricoprì decenni prima tale sacerdozio. Ad una più attenta analisi, così come ben evidenziato dal Grueber (BMCRR, I, p.181 nota 2), è però possibile notare attributi che poco hanno a che fare con quelli tipici di uno dei tre flamini maggiori. La figura indossa infatti elmo e corazza (ben visibile solo in certi conii ed in alte conservazioni) e tiene nelle mani, oltre al simbolo sacerdotale rappresentato dall’apex, una lancia. Collocato in primo piano vi è infine lo scudo, simbolo legato alla sfera militare che, unitamente all’iscrizione QVIRIN posta su di esso, ben incarna la doppia valenza della raffigurazione. Tale dicotomia, se ben analizzata ed inquadrata, presenta una duplice lettura; la prima appartenente alla sfera giuridico-religiosa, la seconda a quella prettamente politica. Fondamentale è un breve racconto degli eventi che interessarono il soggetto del rovescio, Quinto Fabio Pittore, nonno o bisnonno del responsabile dell’emissione e figlio del più noto Quinctus Fabius Pictor, autore degli Annales (la prima ed importantissima vulgata dell’intera storia romana, dal mito di Enea alla seconda guerra punica). Correva l’anno 189 a.C. quando Quinto Fabio Pittore, già flamen Quirinalis dall’anno precedente, venne eletto pretore con assegnazione della provincia Sardinia. Vista la sovrapposizione di ruoli intervenne il pontefice massimo in carica, P. Licinius Crassus Dive, che dall’alto dei suoi poteri ed in virtù della sua discussa e discutibile rigorosità, vietò ad sacra la pretura. I motivi di culto connessi all’ufficio sacerdotale furono anteposti a quelli giuridici ma il flamine non accettò di buon grado tale imposizione ed il contenzioso che ne seguì ben ci è stato narrato da Livio (Ad Urbe condita, XXXVII, 51): […]et in senatu et ad populum magnis contentionibus certatum, et imperia inhibita ultro citroque, et pignera capta, et multae dictae, et tribuni appellati, et provocatum ad populum est. religio ad postremum vicit; ut dicto audiens esset flamen pontifici iussus; et multa iussu populi ei remissa.[…] Si passò da inibizioni di imperia da ambo le parti a multe reciproche, dall’appello ai tribuni alla provocatio ad populum, fino all’esecuzione dell’imposizione, però mitigata dalla remissione della multa comminata e dall’assegnazione della carica di praetor peregrinus (che operava nell'Urbe). Ufficialmente la religio viene dunque anteposta ad ogni altro aspetto ed un flamine che essendo lontano da Roma viene meno ai suoi doveri sacerdotali, si tramuta in una pericolosissima e reale minaccia contro la preservazione della pax deorum. Ma potrebbe essere questo l’unico motivo che spinse il pontifex maximus Publius Licinius Crassus Dives ad adottare un simile provvedimento?1 punto
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Che schifo. .. perdere in casa non è possibile! Spero che allegri oltre a parlare su quanto la coppa Italia è importante poi agisca e metta la migliore formazione! buttare così certe partite non è da juve. Lo faceva col Sassuolo il turnover1 punto
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Non so se abbiano utilizzato effettivamente il laser e in che modo, ho riportato un po' di voci dai forum americani e sarebbe interessante avere ulteriori dettagli tecnici. Ma alcuni dei denari rimangono molto molto strani, per cui o hanno trovato una nuova tecnica per bulinare l'argento oppure...bè...sono falsi. Anch'io credo che non sia facile da utilizzare un laser a mano libera e non credo che si possa automatizzare completamente un processo di pulitura con una scansione 3D della superficie...pero' non mi stupirebbe neanche troppo scoprire che abbiano trovato un nuovo modo di usare una tecnologia, il laser, che alla fine esiste da un po' e viene utilizzata ormai senza problemi per compiti molto piu' delicati come riscolpire una cornea. Il Vespasiano con Tito e Domiziano a rovescio anch'io credo che possa aver subito in fondo solo una energica pulitura che ha eliminato la patina, per quanto riguarda il Marco Antonio invece è lo stesso collezionista che l'aveva in collezione (ora l'ha venduto..) ad aver postato le due foto del "pre" e "post", per cui a me verrebbe da credergli. I denari di Augusto bhè....a dir poco sono parecchio strani... Domani comunque essendo a Monaco di Baviera se riesco passerò a visionare le monete Gorny, per cui spero di potervi poi raccontarvi se dal vivo l'effetto è come da foto.1 punto
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...stato di conservazione che, secondo te, qual è? Se dici che vale 90 euro...Ho davanti il Gigante 2014 che la da' a 80 per il BB; secondo te questa sarebbe più di BB???? Non scherziamo, per favore..... Su di un altro pianeta, forse......Se andassi io dai due periti che conosco, e gliela proponessi per 90 euro...Non dico che me la tirerebbero dietro, ma,...quasi!...1 punto
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E' un fanam d'oro; sono monete indiane che spesso compaiono nelle aste di ebay e qualche volta anche nelle aste di Inasta. Tempo fa provai a cercare un testo che li catalogasse, ma non trovai nulla. Sono monete che hanno una circolazione piuttosto lunga: iniziano a circolare nel XIII secolo (sono più grezzi e rossicci) e circolarono sino al XVIII secolo1 punto
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Per quanto concerne la rarità di sicuro la zecca del Cantelmo ha lavorato molto meno rispetto ad altre zecche del Regno, quindi la presenza di questi cavalli, tra il circolante dell'epoca, era sicuramente inferiore a quelli di conio aquilano, teatino o sulmonese... Se a questo aggiungiamo la loro successiva ribattitura, la loro fusione, il bando che vietava la circolazione dei "cauallirazzi de rame che haueuano facti lifrancisi conlo signo dela Croce et deli III gigli derame" a cui si deve anche aggiungere anche una loro esportazione verso altri lidi, come recentemente documentato da A. Giuliani, appare evidente che i nominali rimasti siano diminuiti di numero in maniera considerevole. Farei anche un'altra osservazione però, osservando il fenomeno al contrario e nella sua totalità e considerando la relativa facilità di reperimento di cavalli a nome di Carlo VIII, credo sia facilmente comprensibile l'enorme quantità di queste monete battute in un periodo relativamente breve di tempo. Quindi una così elevata produzione è di certo affiancata da un bisogno di un gran numero conii dando così vita alle innumerevoli varianti. Quest'ultimi magari, specialmente nelle zecche più piccole, venivano preparati in maniera non adeguata cercando di far fronte al bisogno di moneta, con il risultato di una durata minore dello stesso... ma qui entriamo nel campo delle ipotesi...1 punto
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Altra Annona. RIC IVb 190b, zecca di Roma, 228-231 d.C. D: IMP SEV ALEXAND AVG, busto laureato a dx con drappeggio sulla spalla sinistra. ANNONA AVG: Annona stante a destra con piede su prora di nave, regge un modius e un timone su globo.1 punto
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Le monete di Sora e Alvito sono sempre rare, nonostante la moltitudine di conii e varianti. Forse perché i cavalli vennero ribattuti dai successivi regnanti aragonesi.1 punto
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La moneta è comunque quella del primo link (10 piastre o 10 qirush) Trovi 2 date: l'islamica 1392 >>> ١٣٩٢ Corrispondente alla gregoriana 1972 scritta con caratteri arabi >>>> ١٩٧٢1 punto
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Favoloso oggetto! Complimenti. Una curiosità: lo avete acquistato o trovato "in soffitta" ? Vale la pena di farlo periziare, qua viaggiamo intorno anche fino a 200 euro qFDC-FDC cari saluti a tutti1 punto
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Mio malgrado non potrò partecipare, ma leggerò volentieri i vostri commenti ed i report della conferenza. Complimenti per l'iniziativa e un ringraziamento per gli ideatori. Sempre, sempre in primo piano i giovani che sono la nostra forza oltre che il nostro futuro. E come scrisse guidogozzano: Adolescente forte ... ... Sorrido al mio fratello... Poi, rassegnato e sazio, a lui cedo la coppa. E già mi sento in lui. PS: ...(badate bene solo metaforicamente e non ancora del tutto "rassegnato e sazio")1 punto
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per comparazione uno dell'anno prima http://www.ebay.it/itm/FERRARA-PAOLO-V-1605-1621-QUATTRINO-1613-/181221551286?pt=Monete_Antiche&hash=item2a31a56cb61 punto
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Sono totalmente d'accordo. Ormai gli esemplari che provengono dalle aste non sono più affidabili ai fini di un approfondito studio numismatico, per esempio l'analisi dei conii e della loro successione. Si può solo ricorrere alle monete provenienti da ritrovamenti e depositate nei Musei e a quelle di collezioni antiche ben documentate. In quanto alle monete presenti in commercio e dichiarate essere di provenienza da ritrovamenti noti, non vi è nessuna certezza che lo stato visibile di conservazione sia davvero quello originale: infatti vi sono collezionisti che si dedicano a collezionare le monete provenienti da determinati ripostigli/tesoretti, per cui tale provenienza ne incrementa anche di molto il prezzo commerciale. Niente di strano, quindi, che: a) siano "migliorate" monete davvero provenienti da ritrovamenti noti b) siano dichiarate come provenienti da ritrovamenti noti monete che hanno una diversa origine Questo stato di cose in buona parte è causato dagli stessi collezionisti che, come giustamente dice @@eliodoro, sono "anche nella monetazione classica, alla ricerca del fiore di conio eccezionale" e, citando @@luigi78, sono solo "una mandria di pecore pronte a comprare tutto". Molti anni fa, su questo stesso forum, scrissi provocatoriamente, ma neppure troppo provocatoriamente, che il collezionismo numismatico delle monete antiche dovrebbe essere permesso solo a persone debitamente "abilitate" a seguito di un'adeguata istruzione storico-numismatica. Resto della stessa idea, anche se è chiaramente irrealizzabile.1 punto
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Suberato evidente dalla zona di frattura del rivestimento d’argento sul rovescio, ma del peso di una moneta autentica. Il motivo è attribuibile alla presenza di piombo, un metallo di densità maggiore dell’argento, oltre al rame nella lega che compone la parte interna della moneta. Seleukid Kingdom. Antiochos I. 281-261 B.C. Fourrée tetradrachm (28 mm, 17.18 g). Pergamon, under Philetairos but in the name of Seleukos I, ca. 279-274 B.C. Head of Herakles right, wearing lion's skin headdress / Zeus seated left, holding eagle and sceptre; helmeted head of Athena right in left field, crescent below throne. Cf. SC 308b. Toned XF, area of plating broken on the reverse. From the Dr. Patrick Tan Collection. apollonia1 punto
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Dal diario di viaggio: Diciannovesimo giorno: il sacrilegio di Cassio George, dopo Traiano riprese la guerra contro i Parti? No Caesar, Adriano ed Antonino Pio che succedettero a Traiano sul trono di Roma furono imperatori più orientati alla pace; ma dopo che l’irrequieto Vologases 4° si era nuovamente impadronito dell’Armenia per Aurelio, il nuovo imperatore fu giocoforza riprendere il contrasto armato…non comandò direttamente la spedizione, inviò Vero che fortunatamente, circondato da buoni ufficiali, portò al successo la spedizione; ma il migliore forse dei suoi generali uomo d’arme per tradizione e vocazione, ingolosito dai tesori accumulati nel tempio non resistètte alla tentazione del sacrilegio…che sia stata questa la causa della pestilenza che decimò l’esercito o no sta di fatto che il male si sparse anche nella capitale ed in gran parte del territorio romano. Il Vologases che abbiamo visto contendere a Chosroe la corona, alla morte di quest’ultimo fu alla fine riconosciuto Re, era un principe oramai attempato non più disponibile ad azioni che non fossero strettamente necessarie al mantenimento dello “status quo” e ben felice di intrattenere con Roma i termini amichevoli che erano stati stabiliti dal suo predecessore . Ancora non erano passati tre anni da quando era stato chiamato al trono della Partia che in alcune zone del regno sorsero inattese fiammate di ostilità. Pharasmanes che aveva la sovranità sull’Iberia, sotto protezione romana, nel 133 A.D. aveva invitato una orda di barbari del Nord, originaria delle regioni oltre il Caucaso, a spostarsi verso l’Armenia, la Cappadocia e la Media Atropatene che ancora dipendeva dalla Partia ed a mettere a ferro e fuoco i centri di quelle fertili regioni. Vologases 3° fece presente a Roma la situazione e richiese aiuti per venirne a capo; ma Adriano, ritenendo che i torbidi scoppiati in località tanto lontane non avessero importanza se non relativa per l’Impero e ritenendo la Cappadocia protetta a sufficienza dal suo governatore: Arrian lasciò che Vologases se la cavasse da solo come meglio poteva. Il vecchio monarca fece allora ricorso ad un espediente poco politico e disgraziato, convinse le orde degli Alani che avevano invaso la sua provincia a lasciare il paese e portare le loro armi verso territori più lucrosi. Una politica di questo genere, saltuariamente adottata anche da Roma, non poteva portare altro che ad orrori e rovina. Una volta entrati in un paese i “barbari” è certo che continuarono a vessarlo sino allo sfinimento ed alla degradazione del popolo ospite. Adriano, sempre orientato alla pace, si astenne dal prendere iniziative nella guerra contro gli Alani; ma quello che sorprende è il fatto che invece di infliggere una punizione a Pharasmanes per la sua inusitata azione nell’aver chiamato i barbari in Asia ed averli lasciati liberi di scorazzare per l’intero paese, dopo un po’ lo lodò, lo ricoprì di onori e gli concesse benefici. Chiamato a Roma per rispondere della sua condotta, dette ad Adriano spiegazioni tanto esaurienti che il suo crimine non solo venne perdonato; ma gli fu anche concesso un allargamento dei suoi domini e vari favori di altro tipo come sacrificare sul Campidoglio, porre la sua statua equestre nel tempio di Bellona e presenziare ad una manifestazione in cui il monarca Iberiano, suo figlio ed il capo della nobiltà, poterono esibire la loro abilità e prodezza. Vologases non fu certo contento nel constatare che le sue lagnanze alla fine si erano risolte in un nulla di fatto, anzi in onori per Pharasmanes, sembra tuttavia che le abbia accettate senza replicare, quando Adriano passò a miglior vita (138 A.D.) e gli successe il figlio adottivo: Tito Aurelio, meglio noto come Antonino Pio, mandò a Roma una ambasciata per congratularsi con il nuovo imperatore e lo omaggiò con una corona d’Oro. (Denaro d’Argento di Antonino Pio) Le monete che ricordano l’evento furono battute nel primo anno di imperio e portano sul rovescio una figura femminile che tiene nella mano sinistra arco e faretra mentre con la destra porge una corona; nel circolo compare l’iscrizione: PARTHIA. Vologases pensava così di essersi ingraziato il nuovo sovrano e si permise di rivolgergli una poco cortese richiesta. Adriano, in un momento forse di debolezza aveva promesso che il trono d’Oro, catturato da Traiano nella sua spedizione in Oriente, sarebbe stato restituito; ma aveva lasciato passare molto tempo prima di dare esecuzione alla promessa ed alla fine era morto senza che il trono fosse stato restituito. Vologases sperava che il successore avrebbe mantenuto la promessa del precedente sovrano ed aveva appositamente mandato una ambasceria perché Antonino restituisse a lui il ricco ed importante cimelio; ma L’imperatore non era assolutamente dell’avviso di onorare le promesse del suo predecessore ed i messaggeri furono invitati a riferire al loro sovrano che al momento ogni speranza di ricevere l’emblema della sovranità Arsacide andava accantonata. Il resto del regno di Vologases trascorse in tranquillità non segnato da incidenti di sorta. Nei confronti dell’Armenia i Parti non avanzarono pretese e Roma per sua parte, alla morte di Parthamaspates accettò di buon grado, senza protestare, l’elezione del nuovo Re; anche per la questione del trono d’Oro non venne fatto alcun ulteriore tentativo per riaverlo. Il raffreddamento tra le due potenze che era seguito al rifiuto di Antonino Pio alla richiesta di Vologases era il pretesto per Roma di tenere a debita distanza il potente rivale e prevenire così occasioni di scontro mentre per i Parti l’azione pacifista di Antonino preservava il paese da torbidi interni e lasciava il successore di Chosroes felicemente sul trono, senza pretendenti e per il lungo periodo di 19 anni ( dal 130 al 149 A.D.) Il vecchio sovrano lasciò la sua corona ad un altro Re che portava il suo stesso nome: Vologases 4° con ogni probabilità suo figlio, anche se non ne abbiamo prove certe. Vologases 4° ascese la trono verso la fine del 148 A.D. o nei primi mesi del 149 A.D. assunse lo stesso titolo del suo predecessore; ma aggiunse alle monete la scritta, in semitico, “Vologases Re” oppure “Vologases Arsace, Re dei Re” (Dracma d’Argento di Vologases 4°) Queste monete datano dal 148/9 A.D. al 190/1 A.D. a dimostrazione del fatto che tenne lo scettro per ben 42 anni. Fu contemporaneo di Antonino Pio e sebbene non condividesse l’idea dell’esclusione della Partia sull’influenza Armena e si dichiarasse pronto ad entrare in conflitto aperto con Roma per questo, si persuase alla pace per le lettere che l’Imperatore pacifista romano gli aveva inviato in cui lo rassicurava sul fatto che sino a che fosse rimasto sul trono di Roma non sarebbe sceso in guerra contro i Parti lasciando al suo successore l’eventualità di una rottura nei rapporti di pace. Alla morte di Antonino, Valogases 4° ruppe gli indugi e marciò decisamente contro l’Armenia, depose Soaemio, creatura e vassallo di Roma, lo espulse dal paese e mise sul trono un suo fedele di nome: Tigrane rampollo della vecchia casa reale il cui nome richiamava i tempi della maggior gloria Armena. I governatori romani delle province limitrofe rimasero sorpresi dalla rapidità dell’azione allarmati dal fatto che l’Armenia era stata di fatto staccata dall’impero. Il prefetto della Cappadocia: Severiano, impetuoso uomo d’azione, di origine gallica, si portò immediatamente sul posto, alla testa di una singola legione, in parte sospinto dal suo temperamento ed in parte convinto dalla profezia di uno pseudo indovino di quelle parti che gli aveva predetto una suonante vittoria. Il risultato non fu purtroppo per lui quello agognato; appena passato l’Eufrate ed ancor prima di entrare in Armenia si trovò di fronte a forze preponderanti al comando di un generale Partico di nome Chosroes e non trovò altra soluzione se non quella di rifugiarsi nella città di Elegeia in cui venne immediatamente bloccato ed assediato. La strenua resistenza che oppose fu vana, non aveva truppe qualitativamente valide né motivate, in grado di rompere il cordone dell’assedio, fu così che in breve tempo i Romani caddero tutti sotto le micidiali frecce dei parti; solo pochi riuscirono a salvarsi; Severiano perì con loro e parve ai Parti di aver ottenuto un successo come quello avuto da Surena nei confronti di Crasso o di Arminio contro Varo. La loro supremazia sull’Armenia venne riconfermata e le province romane si trovarono ancora una volta in balia degli attacchi Partici i cui squadroni, attraversato l’Eufrate marciarono verso la Siria e qui ottennero un secondo successo militare contro L. Attido Corneliano, proconsole di quel paese che raccolte assieme le forze a sua disposizione, dette battaglia in campo aperto; ma fu battuto. Dopo la vittoria la situazione in Oriente era in tutto e per tutto simile a quella che e era venuta a crearsi dopo la sconfitta di Crasso o quando Labieno e Pacoro, nel 40 A.Ch. avevano portato rovina e distruzione nelle regioni comprese tra L’Eufrate e l’Oronte. Dalla Siria, i Parti passarono alla Palestina e l’intero Oriente romano parve allora aperto all’invasione; le notizie che giungevano a Roma misero il Senato in costernazione. Aurelio non poteva allontanarsi dall’Italia ed in vece sua inviò Vero a rappresentarlo in Oriente con tutte le forze militari disponibili per fronteggiare l’avanzata Partica. Vero non rimase entusiasta della scelta, visto che se ne stava tranquillo a girovagare per la Puglia, tuttavia da qui prese la via della Siria dove non trovò di meglio che concludere subito una pace con i Parti. Si trasferì successivamente nella lussuriosa Antiochia dandosi ai piaceri più sfrenati e lasciando ai suoi luogotenenti le cure della guerra. Fortunatamente per Roma non tutti i luogotenenti di Vero erano come lui, tra questi generali alcuno di vecchio stampo c’era, in particolare: Statio Prisco, Avidio Cassio e Martius Verus. Cassio, prim’ancora dell’arrivo di Vero e del suo esercito aveva dato vita ad una resistenza tangibile; con incredibile sforzo era riuscito a portare l’ordine e la disciplina di guerra nelle sue legioni ed era adesso in condizione, dopo aver bloccato l’avanzata di Vologases 4° di passare alla contr’offensiva; nel 163 A.D. si scontrò con i Parti, li sconfisse e li costrinse a ripassare l’Eufrate. Nello stesso tempo Statius Priscus e Martius Verus avevano dato inizio al recupero dell’Armenia; Statius era avanzato senza problemi sino ai confini ed oltrepassatili era giunto alle porte della capitale Artaxata; aveva conquistato la città, l’aveva messa a ferro e fuoco e dopo averla completamente rasa al suolo la ricostruì inserendovi una forte guarnigione romana. Informò il Senato Romano e l’Imperatore che l’Armenia era ora in grado di ricevere degnamente l’espulso principe Soaemius e Soaemius tornò, sebbene contrastato da parte della popolazione contraria a Roma. Gli irriducibili vennero successivamente sconfitti da Martius Verus ed il principe voluto da Roma, venne universalmente riconosciuto come legittimo sovrano ed il paese ritrovò finalmente uno stato di tranquillità. I successi che Vologases aveva inizialmente raccolto a questo punto erano andati completamente perduti; nel breve volgere di due anni Roma era riuscita a ricomporre il dissidio dimostrando di essere pienamente in grado di mantenere la posizione acquisita nei territori dell’Asia Orientale che aveva ottenuto con le conquiste di Traiano. I generali cui era ricaduta pressochè totalmente la condotta della guerra, data l’incapacità e la pigrizia di Vero, non rimasero certo soddisfatti dal riconoscimento loro offerto: “ciò che avevano fatto era motivo patriottico, piuttosto che impegno personale” In casi come questi la “distinzione militare” sul campo veniva considerata da tutti come foriera di altri più elevati onori ed il generale in capo: Vero, in virtù della sua posizione, entrò in corsa, data la vittoria ottenuta dalle sue truppe, per la carica imperiale. (Denaro d’Argento di Lucio Vero) Se sotto Napoleone ogni soldato aveva la consapevolezza che la sua carriera: il bastone di maresciallo, era contenuta nello zaino, ancor più i generali operanti in Medio Oriente erano convinti che ogni vittoria militare conseguita li avrebbe avvicinati al trono. Tra tutti gli ufficiali coinvolti nella guerra contri i Parti, il più capace ed ambizioso era Avidio Cassio, rampollo della famiglia del “Grande Liberatore” che aveva conteso il supremo potere dello Stato ad Augusto ed Antonio. Aveva Cassio una inclinazione ereditaria, quasi cromosomica che lo spingeva al fronte e lì non si lasciò sfuggire nessuna delle occasioni che la dea Fortuna gli mise sulla strada. La posizione che aveva in Siria gli offrì una splendida opportunità e dopo i primi successi contro Vologases 4° Aurelio lo nominò come una sorta di “Generalissimo”, dandogli così quella maggiore libertà d’Azione che gli consentì di portare guerra sul territorio nemico dove cercò di eguagliare, se non superare, le gesta ed i risultati di Traiano, ottenuti mezzo secolo prima. Non possediamo resoconti dettagliati di questa campagna; ma dalle poche frammentarie notizie in nostro possesso possiamo farci un’idea del suo svolgimento e del carattere che ebbe. Attraversato l’Eufrate a Zeugma, la più importante stazione romana sul fiume, procedette verso Nicephorium, vicino alla confluenza del Belik con l’Eufrate e da qui prese la via, lungo il corso del fiume, verso Sura ( Con ogni probabilità: Sippara) e Babilonia. A Sura venne combattuta una battaglia campale che vide la vittoria dei Romani e fu dopo questo evento che Cassio ottenne il grande successo che lo ricoprì di gloria. La grande città di Seleucia, all’epoca contava ca. 400.000 abitanti, venne posta sotto assedio, conquistata e data alle fiamme per punire il tradimento dei suoi abitanti; Ctesifonte, residenza estiva dei Re Parti, sulla riva opposta del fiume, venne occupata ed il palazzo reale messo a sacco e distrutto sino alle fondamenta. I vari templi e cappelle furono spogliati dei loro preziosi arredi e la caccia alla ricchezza coinvolse ogni più recondito sito e fruttò un immenso bottino. I Parti ebbero la peggio in ogni scontro in cui s’impegnarono sì che dopo un po’ cessarono ogni resistenza. Tutto il territorio a suo tempo conquistato da Traiano e restituito poi da Adriano tornò in possesso di Roma, inoltre Cassio organizzò una spedizione che inoltrandosi nel tratto montagnoso dello Zagros occupò buona parte del territorio considerato come appartenente ai confini della Media e mai dai Romani conquistato prima. Aurelio consentì al suo fortunato generale l’onore di aggiungere ai titoli di “ Armeniaco” e “Partico” che già aveva, anche quello di “Medicus” Diversamente da quanto era avvenuto con Traiano, i Parti non ne rivendicarono il possesso ed i territori, per quanto non riuniti in provincia andarono ad ingrandire il già vasto territorio orientale dell’impero, anzi quando dopo cinque anni di insuccessi finalmente Vologases si decise a chiedere la pace, si trovò costretto a cedere definitivamente l’intera Mesopotamia Orientale. Tutta la regione tra l’Eufrate e Khabur passò così sotto il dominio di Roma, definitivamente tolta alla Partia. Le monete delle città greche comprese nel territorio, emesse in quel periodo, riportano sul dritto la testa dell’Imperatore romano e sul rovescio simboli e leggende locali, ogni traccia dell’influenza partica era come per incanto scomparsa. Cassio nonostante gli onori che Roma gli aveva tributato per i successi ottenuti nella guerra contro Vologases, non riuscì a sfuggire all’anemesi che puntualmente colpisce gli iperfortunati. Durante la lunga permanenza nelle paludi della bassa Mesopotamia l’esercito di Cassio venne colpito dai germi di una strana e terribile malattia che si protrasse a lungo interessando la quasi totalità dell’esercito in ritirata. La superstizione dei militi ritenne che il male fosse di origine divina quando Cassio aveva tratto fuori, da una cella sotterranea del tempio di Apollo Commeano a Seleucia, un forziere pieno d’oro e secondo le scritture dei Caldei il Dio vendicava adesso ampiamente le sconfitte ed i molti dolori inflitti ai Parti. Ogni paese toccato dall’armata in ritirata ne era contagiato e da questi centri si propagava al paese vicino in tutte le direzioni; da Nord a Sud , da Est ad Ovest. A Roma il conto della pestilenza si attestò sulle decine di migliaia e non solo ne fu largamente colpito il popolino della Suburra, vittima abituale delle pestilenze; ma anche uomini d’alto rango. Secondo Orosio in Italia interi paesi e città furono così devastati e decimati nella popolazione che le coltivazioni erano lasciate andare in rovina ed i campi tornarono ad inselvatichirsi. Chi ne soffrì di più fu l’esercito che alla fine si dice sia stato quasi totalmente annientato. Nelle province, più della metà della popolazione era morta e la pestilenza, superate le Alpi, si sparse dal Reno all’Oceano Atlantico. Il resto del tempo di Vologases 4° non ebbe risonanza storica, il sovrano continuò a regnare sulla Partia sino al 190 – 191 A.D. senza tuttavia dare ulteriore impulso ad operazioni militari. Una sola volta sembra si sia astenuto dalla totale inazione e fu nel 174 – 175 A.D. in quel tempo Aurelio era immobilizzato con il suo esercito sul Danubio e l’ambizioso Avidio Cassio aveva spinto il Re dei Parti ad aperta ribellione, il prospetto di una guerra civile sembrò offrire a Vologases 4° una qualche speranza di riscatto; ma l’opportunità tramontò prima che il Parto fosse stato in grado di dar vita ad un serio movimento di rivolta. Cassio si spense molto presto e l’Oriente tornò alle sue normali condizioni di vita; Vologases 4° ridimensionò le sue intenzioni belliche e quando nel 176 A.D. Aurelio visitò la Siria, gli mandò ambasciatori per rinnovargli l’amicizia. (Denaro d’Argento di Marco Aurelio) Quattro anni dopo il regno del filosofico imperatore romano ebbe fine ed il potere imperiale passò nelle mani del fiacco ed indegno figlio: Lucio Aurelio Commodo. A Vologases 4° si offrì allora nuovamente l’opportunità di riprendere le ostilità; ma se ne astenne e rimase passivo nei limiti del proprio territorio. Commodo, durante il suo regno ( 180 . 192 A.D.) volle inizialmente mantenere inalterato il rapporto con i Parti. Vologases 4° era oramai anziano, regnava da 32 anni quando Commodo salì al potere imperiale e non aveva più interesse ad impegnarsi in azioni di guerra; Roma d’altro canto Roma, si mostrava intenzionata a mantenere intatte le conquiste conseguite in Mesopotamia e quando Vologases 4° passò a miglior vita ( 190 – 191 A.D.) di fatto le cose continuarono come erano state stabilite sino dai tempi di Aurelio, nel 165 A.D.1 punto
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Buona sera,dopo le ultime dritte di monica ho controllato i miei 11 denari e ne ho selezionati 5 nei quali sembra insinuarsi qualcosa nel campo tra la P e la I ,anche se mi unisco a valerio nel sospettare che sia una lettera della legenda(la R) che scende un po'.1 punto
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@@Georg in un monetiere DEVE entrare aria e umidità, altrimenti come fanno a patinare?1 punto
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Se sono lontano anni luce probabilmente allora la moneta è stata veramente un salasso. Ora mostro quello che si può fare con un po' di soldini (o almeno quello che avrei fatto io....). 1) 55.000 Dollari e mi porto a casa questo rarissimo esemplare di 2 shekels o tetradramma dell'elefante (senza quindi esagerare e arrivare al decadramma da 5 shekels). Questo come dicevo nel gennaio 2012 alla New York Sale è arrivata da 25.000 di stima a 55.000 dollari finali, ma si trattava della famosa Prospero Collection. Vi riporto la tabellina della mooneta (in inglese): Description The Prospero Collection of Ancient Greek Coins. KINGDOM OF MACEDON. Alexander III, The Great (336-323 B.C.), Silver Tetradrachm of 2 Shekels, 15.41g,. Minted at Babylon, struck c.327 B.C. Indian archer standing to right, drawing a large bow, AB monogram behind. Rev. Indian elephant to right, Ξ below (M. Price, ‘Circulation at Babylon in 323 B.C.,’ Mnemata: Papers in Memory of Nancy M. Waggoner, p. 70, 18, pl. 15 (these dies); M. Price, ‘The ‘Porus’ Coinage of Alexander the Great: a symbol of concord and community’, in Studia Paulo Naster Oblata, vol. I: Numismatica Antiqua (1982), p. 78, A/b (these dies); N. Dürr, ‘Neues aus Babylonien’, SM 94 (1974), 36b (this coin); Mitchiner Type 22). Light crack in flan, well-struck for the issue, obverse very fine, reverse good very fine, extremely rare and important. Ex Numismatic Fine Arts, Auction V, Beverly Hills, 23 & 24 February 1978, lot 82 Ex Numismatic Fine Arts, Auction XXV, New York, 29 November 1990, lot 82 This tetradrachm of 2 shekels is without doubt linked to the ‘Poros’ dekadrachm in the previous lot. It too has the xi symbol, but this time on the reverse of the coin. The elephant that appears on the reverse is similar in appearance to the one that features on the obverse of the dekadrachm. There is however a unique innovation on the obverse of this tetradrachm that occurs nowhere else in ancient Greek coinage: the archer appears to be an Indian infantryman. His attire and the arrangement of his hair indicate that he is not a Greek, and this has been a cause of considerable excitement among scholars. The types on both the obverse and reverse of this tetradrachm are symbolic of Indian power, and it therefore seems most likely that they were struck during Alexander’s time in India. It is known that he made use of Indian troops in his campaigns, and had been supplied with manpower and elephants by his ally Taxiles. This fascinating issue expresses elements of that fusion experienced by Alexander’s use of Indian forces. It is also interesting to consider that the very existence of these tetradrachms is indicative that they and the dekadrachms were intended as a coinage and not just as purely commemorative issues. US$ 25,0001 punto
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anche la plastica aiuta molto se la moneta è imbustata e conservata nei luoghi sopra citati1 punto
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Prova di tale risentimento è il denario in oggetto, emesso in un periodo ove l’iconografia monetale inizia a proporre riferimenti gentilizi sempre più diretti; tra le tipologie denariali di questa fase l’emissione dell’esponente dei Fabii Pictores è sicuramente tra le più efficaci e taglienti. Secondo la cronologia crawfordiana siamo nel 126 a.C., dunque nel cuore della concitata età graccana. Data l’incertezza cronologica delle emissioni repubblicane ed in considerazione del fatto che in questo ambito il riferimento ad un singolo e preciso anno rappresenta un assunto senza dubbio discutibile, è comunque curioso soffermarsi su un particolare avvenimento avvenuto nel medesimo anno. Proprio nel 126 infatti Caio Sempronio Gracco assunse la carica di questore e fu inviato sotto il console Lucio Aurelio Oreste in Sardegna, al fine di reprimere una rivolta della popolazione locale (Plutarco, Vita di Caio Gracco, 2.1). L’aristocrazia conservatrice fu ben lieta di aver allontanato da Roma il fratello di Tiberio, ucciso nel 133, ma come ci dice la storia la questione fu soltanto rimandata e non certo risolta. E’ in questo frangente che parrebbe emergere dalle officine della zecca di Roma l’iconografia denariale voluta da N. Fabio Pittore, ove il richiamo all’illustre antenato, privato dell’imperium militiae in quanto flamine Quirinale, viene proposto con una finalità politica piuttosto evidente. Il magistrato monetario non ha infatti rappresentato l’avo nelle semplici vesti di flamen Quirinalis (ufficio sacerdotale prestigioso che indubbiamente ricoprì), ma lo ha ritratto dando gran risalto anche ad attributi propri di una carica che materialmente mai assunse. L’esponente dei Fabii Pictores si fece portavoce non solo dell’affronto subito ma anche, in termini ben più ampi, della fazione degli Optimates ormai in costante lotta con quella popolare. Proponendo tale iconografia si comportò altresì come il perfetto erede del suo celebre avo annalista, raccontando fatti ed eventi in modo enfatico ed apologetico. Proseguendo col parallelismo, pur se aspramente criticato da Polibio lo stile narrativo di Quinto Fabio Pittore divenne il modello di riferimento della successiva storiografia romana, così come il modello di monumentum gentilizio “tendenzioso” presente sul rovescio di questa tipologia denariale divenne una tematica sempre più efficace e di successo. E’ bene precisare che non siamo certo di fronte al primo esempio di iconografia ove compaiono riferimenti atti a celebrare il prestigio della gens di appartenenza, ma siamo di fronte ad una delle primissime tematiche ove l’intento propagandistico tende a prevalere su quello celebrativo. Il denario oggetto di questo approfondimento, pur non essendo tra i più comuni, non è certamente tra i più apprezzati dai collezionisti. Le iconografie che lo caratterizzano non sono tra le più raffinate ed attraenti a livello estetico ed il suo fascino può non essere lampante. Ma sono spesso proprio queste tipologie a celare i tesori più grandi in quanto, tramite un minimo di inquadramento degli “eventi e personaggi” (…citazione casuale :D…) è possibile risalire ad informazioni estremamente preziose, in grado di farci comprendere il reale valore di un’antica moneta.1 punto
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Grazie @@Andrea imperatore Condivido tutto. Riguardo alla monetazione di Vittorio Emanuele II, devo ammettere che mi piace molto, e sto cercando man mano di migliorare i pezzi che avevo in collezione. Stò sostituendo gli esemplari in MB con esemplari dal BB in su. Stessa cosa dicasi per il re Umberto I° Questi due sovrani sono un pochino snobbati e tutti inseguono soprattutto Vittorio Emanuele III. Questo lo si riscontra anche nella scarsa partecipazione alle discussioni aventi come oggetto i sopra citati sovrani.1 punto
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Sicuramente un bel BB...magari in mano ci si puo' tranquillamente aggiungere quel +.......ne ho viste passare tante nel tempo e vi assicuro che trovarne oltre questa conservazione e' veramente ostico e a quel punto i prezzi schizzano! Complimenti per i pezzi che stai raccogliendo di questo re!@@pietromoney1 punto
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