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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/14/15 in Risposte
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Vi mostro questa magnifico esemplare di Leone per il Levante al nome di Silvestro Valier, 109° Doge della Repubblica di Venezia. Qui altre foto del rovescio La moneta, a fronte dei difetti congeniti che afliggono i grossi moduli coniati per il levante, si presenta in una qualità inusuale, conservando ancora una buona freschezza e lucentezza dei fondi. Così come occorsero 7 giorni a dio per realizzare il suo creato, anche per questa moneta ci vollero addirittura 7 battiture per arrivare al risultato finale che oggi possiamo osservare :) Vediamo se riuscite ad identificare tutti e 7 i punti incriminati :) più tardi posterò una foto per risolvere il "quiz" :) Un caro saluto, Luca4 punti
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Le corone di Aragona e Castiglia erano separate e lo sono state fino a quando Carlo V non le unificò. Mettiamo in chiaro una cosa: Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia erano rispettivamente re di Aragona e re consorte di Castiglia e regina di Castiglia e regina consorte di Aragona. Una volta morta Isabella, la corona di Castiglia passò alla figlia Giovanna con re consorte Filippo il bello d'Asburgo. Per le mire di potere sulla corona di Castiglia nacquero le situazioni ambigue attorno alla figura di Giovanna. Nel 1504 Isabella, nel testamento, stabilì che alla propria morte Ferdinando avrebbe dovuto restituire la Corona di Castiglia alla figlia Giovanna. Cosa che non avvenne. Con la morte di Filippo il bello (1506) Ferdinando si autoproclama reggente di Castiglia adducendo alla figlia una forma di pazzia e facendola imprigionare. Nel 1516 muore Ferdinando e il potere che dovrebbe passare alla figlia passa al nipote Carlo. Nel 1520 Giovanna viene liberata dai rivoltosi, in cerca di legittimazione per la loro rivolta. Nel 1521, dopo la repressione della rivolta dei Comuneros, Carlo prende il potere riconosciuto da tutti gli spagnoli. Numismaticamente Per l'Europa quasi sicuramente sono coniazioni precedenti al 1521 e sulle monete veniva riportato il nome di Giovanna regina di Castiglia e Carlo suo reggente, come è riportato anche durante altri periodi di reggenza (Carlo II e madre, ad esempio) viene prima il nome del re e poi quello del reggente. Per le zecche americane, invece, si parla di coniazioni quasi sicuramente avvenute dopo il 1523, anno di costituzione del viceregno di Nuova Spagna. Nel 1523, ricordiamo, i ruoli di Giovanna e Carlo sono gli stessi e, in quanto equivalenti, viene data importanza al regnante maschio da cui il nome di Carlo viene prima di quello di Giovanna @@francesco77 spero siano soddisfatti i tuoi dubbi :D4 punti
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Sentirsi dire "se vi piace davvero questo sito partecipate attivamente al forum" da chi è iscritto da soli 13 giorni, e ha all'attivo solo 6 messaggi, uno più inutile dell'altro, è cosa che mi sta facendo girare i cosiddetti <_< Se A TE piace davvero questo sito, prova a visitare tutte le sezioni del forum, e vedrai che non è affatto piatto come ti sembra, anche se, come in tutte le attività umane, possono esserci momenti di stanca. Se poi provassi anche a intervenire in qualche discussione con messaggi inerenti al tema (ovvero di interesse numismatico) contriburai a renderlo meno "piatto", e la cosa sarebbe sicuramente apprezzata. petronius4 punti
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Tipo di seconda della Germania imperiale rame-nichel 20-pfennig, questo 1890a primo anno colpito a Berlino visualizza l'aquila imperiale più espansiva che ha cominciato a comparire sulle monete minori tedeschi quest'anno. Il precedente tipo 20-pfennig (con il vecchio "piccola aquila") era stata introdotta solo nel 1887, e questo nuovo tipo di "grande aquila" è stata prodotta soltanto attraverso 1892. Entrambi i tipi sono stati ritirati solo un decennio più tardi, 1° gennaio 1903, quindi è difficile sfuggire l'idea che questi erano infruttuosi monete. (La nuova denominazione di 25-pfennig non apparve fino al 1909, così chiaramente che non può avere stati il motivo questi pezzi 20 pfennig—dopo una breve corsa—fermato prodotte e sono state ritirate.) Queste monete erano forse create per un particolare lavoro che poi presto si estinsero? O forse erano parte dello sforzo per affrontare i problemi della confusione che circonda la moneta 50-pfennig? O forse, semplicemente, qualche idea di creare un "ponte" tra le 10-pfennig e 50-pfennig aveva preso piede? Qualunque sia la ragione, sembra chiaro che qualcosa è andato storto. :) v. ---------------------------------------------------------- Imperial Germany’s second copper-nickel 20-pfennig type, this first-year 1890a struck in Berlin displays the more expansive Imperial eagle that began appearing on German minor coins this year. The previous 20-pfennig type (with the old “small eagle”) had been introduced only in 1887, and this new “large eagle” type was produced only through 1892. Both types were retired just a decade later, on 1 January 1903, so it’s difficult to escape the idea that these were unsuccessful coins. (The new 25-pfennig denomination didn’t appear until 1909, so clearly that can’t have been the reason these 20-pfennig pieces—after so short a run—stopped being produced and were withdrawn.) Were these coins perhaps created for a particular job that then soon went extinct? Or were they perhaps part of the effort to deal with the problems of the confusion surrounding the 50-pfennig coin? Or perhaps, simply, some idea of creating a “bridge” between the 10-pfennig and 50-pfennig had taken hold? Whatever the reason, it seems clear that something went wrong. :) v.4 punti
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Il problema dei fora (come per tutti i mezzi di comunicazione virtuale) è che, non avendo la possibilità di confrontarsi di persona, ma solo virtualmente si può fraintendere il tono delle risposte. Non credo che vi sia stato un intento "lapidatorio" in chi è intervenuto in questa discussione: sono state solamente esposte le motivazioni in sostegno alla teoria a favore del numero "2" modificato, così, come tu hai espresso i tuoi dubbi sull'eventuale uso del "3" rovesciato; credo, che, in questo modo, ciascuno possa confrontare i pareri e trarne una conclusione personale. Se avrai la pazienza di continuare a frequentare il forum, potrai, a mio parere, imparare e insegnare, a tua volta, molte cose sulla passione che ci accomuna.3 punti
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Salve,Prima di tutto tantissimi complimenti a tutti coloro che hanno realizzato o che stanno realizzando il proprio monetiere, i risultati visti finora sono meravigliosi. Io ne ho acquistato uno dal Sig. Zecchi, uno piccolo da 8 cassetti. È stata una spesa notevole ma in esso ci vedo tutto l'amore di chi lo ha fatto con cura e passione. Leggevo con interesse questo offtopic e ci tenevo ad aggiungere la mia opinione: per alcuni ( e sottolineo la soggettività di questa idea) la numismatica non è solo collezionismo, alcuni provano immensa gioia nel toccare le proprie monete, girarle tra le dita immaginando chi potesse averle usate prima di loro, passando ore a guardarle con la lente d'ingrandimento assaporandone ogni piccolo dettaglio, ogni riflesso. Per alcuni le monete sono oggetti che hanno un ciclo di vita, le monete invecchiano, è giusto che sia così, è giusto che ogni proprietario aggiunga qualcosa alla vita della moneta ( una pulizia, un miglioramento della patina, oppure un graffio maldestro). Come il vino, il tempo arricchisce gli esemplari di nuovi particolari, aumentandone il valore per il proprietario (ed alle volte anche quello economico). Attenzione, perchè proprio come il vino, la cattiva conservazione può alle volte risultare in un disastro. Tenerle chiuse in buste privandosi del contatto per alcuni sarebbe la rinuncia ad una parte importante della propria passione. Per i commercianti il discorso è differente: per loro sono un bene da vendere e la preservazione delle loro caratteristiche è essenziale per aumentare le possibilità di vendita e realizzare un guadagno. Esistono tuttavia dei negozi (io ho avuto la fortuna di visitarne un paio quando vivevo in inghilterra), piccoli e dimenticati in vicoli senza tempo, dove chi ti serve si avvicina con un piccolo monetiere, lo apre e ti mostra gli esemplari che ti interessano (rigorosamente usando guanti e pinzetta). Indipendentemente dagli effetti dannosi della lunga permanenza in plastica (che potrebbero essere oggetto di diatriba che mi guardo bene dall'alimentare), congelare la moneta in una bustina, per alcuni (e ribadisco per alcuni) potrebbe non essere gradevole. Io personalmente appartengo a questa categoria, ogni giorno mi tuffo nel mio piccolo monetiere ed acchiappo qua e la guardando e riguardando. Credo sia una scelta, come tante altre fatte, e come tale interamente soggettiva. Buona collezione compagni e compagne di viaggio3 punti
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Non capisco la polemica. Ognuno è libero di esprimere, civilmente, la propria opinione, e gli altri, nessuno escluso, sono tenuti a rispettarla. Per quanto mi riguarda, ho espresso la mia opinione...rispetto quelle degli altri Gigante compreso, ma non gli dò peso. Ho avuto la fortuna di entrare nella zecca di Stato per servizio e pertanto so come funzionano le operazioni di coniazione e posso tranquillamente dirti che non può esserci una coniazione con un millesimo con un numero invertito, semplicemente perchè..già nel 1924 e da molti anni, i conii venivano assemblati per intero, non come nella zecca di napoli dove errori del genere ci stavano (nel secolo XIX). Quindi...o difetto di conio o truffa...altro non può esserci.3 punti
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@@Il*Numismatico... io penso che il tuoi commenti siano inappropriati e fuori luogo.... qui ognuno esprime la propria opinione che deve essere rispettata dagli altri anche se non concorda con la propria. non mi piace nemmeno quel termine dialettale dispregiativo, in quanto l'utente che ha acquistato l'oggetto lo ha fatto senza dubbio in buona fede e chiede da noi un giudizio sereno, .3 punti
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______________ 1890 Olanda Nel 1890 muore: Gugliemo III° (1817-1890) Sale sul trono: Guglielmina (1880-1962) 2 1/2 Cent. - Rame3 punti
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buonasera a tutti, dopo mesi di assenza dal forum torno a postare una moneta, la prima in questa sezione.. grazie a tutti quelli che risponderanno..2 punti
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Buonasera a tutti, è il momento di mostrarvi questo mio scudo, una moneta prodotta in soli 18000 esemplari che compare poco sul forum. Vuoi per la monetazione di "nicchia" (come è quella di S. Marino) o per il suo stile a cavallo tra i secoli. Io lo trovo uno scudo bello e anche un pò raretto. Vi allego foto formato pizza come sempre. A voi tutti i commenti :) P.S.: i segni che si vedono al bordo sono per lo più derivanti dalle scritte in incuso che si trovano sul contorno.2 punti
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@@Nicolò Il collezionismo è gusto della ricerca, del trovare.... Mio padre iniziò la sua raccolta staccando i francobolli dalle buste poi, con una etichetta, li attaccava su un grosso quaderno. Da quello passò più tardi ad un album, acquistò un catalogo ecc., ma ancora c'era il gusto del ritrovamento, dello scambio. Poi gli Stati si misero a stampare tanti francobolli che non erano solo il tributo necessario a spedire una lettera ma essenzialmente "roba" per collezionisti, e negli Uffici Postali più importanti non mancava infatti uno "Sportello per collezionisti". Dopo alcuni anni. in molti si stancarono di andare ad acquistare questi quadratini di carta da inserire in album i cui fogli di aggiornamento costavano più dei francobolli. Infine, se per caso uno desiderava vendere la propria collezione di francobolli moderni, molto spesso non trovava l'acquirente o si sentiva proporre cifre molto inferiori a quelle da lui sborsate. La stessa cosa sta avvenendo per le monete : lo Stato (molti Stati) ogni anno emettono una serie il cui valore facciale è di XX ma poi per i collezionisti ne predispongono una serie sigillata in una scatola di plastica, magari aggiungendovi un taglio che non circolerà MAI, e vendono questo oggetto a XX+YY , realizzando un notevole guadagno. Prova a venderle ad un commerciante, queste scatoline....E così mentre tutta la monetazione precedente resta oggetto di interesse e di raccolta, questa produzione attuale sta incontrando un favore molto minore. Forse anche per questo i gettoni in questi ultimi anni hanno visto aumentare l'interesse di tanti che hanno iniziato a raccoglierli ; nei loro confronti scatta nuovamente l'interesse tipico del collezionista che li va a cercare ovunque, cerca di identificarli, li scambia con altri, ecc. Anch'io li raccolgo a tempo perso, li riordino in un paio di classificatori, ed ogni volta che ne trovo uno che non ho credo di provare la stessa piccola emozione che provava mio padre quando trovava su una lettera che veniva da qualche Paese lontano un francobollo che non aveva mai visto prima. Magari, col tempo anche tu finirai con l'averne una piccola raccolta !2 punti
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Mi aggiungo ai complimenti a @@francesco77 per l'articolo.. e gli fornisco una traccia per un ampliamento della storia del Reale Monte Villalobos... che successe, con l'avvento del Regno d' Italia, al Monte Ortiz y Villalobos? Se ne occupò la Camera dei Deputati: http://archivio.camera.it/patrimonio/archivi_del_periodo_repubblicano_1948_2008/acp01/documento/CD3000001690 Rimanendo al Regno di Napoli, molto interessante l'articolo di Raffale Iula... Adesso passo alla lettura degli altri articoli...2 punti
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di numismatica ne capisco poco (e ne so meno ancora); inoltre delle monete mi piace la loro bellezza intrinseca, la storia che queste rappresentano ma la loro rarità non mi coinvolge. Detto questo rimango sempre affascinato dai misteri e dalla possibilità di svelarli, monete o non monete. Nel caso specifico non posso dire niente, vista la mia dichiarata ignoranza, ma ho notato una cosa interessante, che evidenzio tramite l'immagine associata: a voi trarre le conclusioni. Buone indagini2 punti
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La teorizzazione dell'imperium ha un suo fascino: denota con chiarezza lo sforzo teorico per dare veste giurica alla forza bruta e al potere assoluto del primordiale modello di monarca/guerriero. Le monete ci aprono uno scorcio su questo processo2 punti
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Non ho letto tutta la discussione perchè non trovo gli occhiali, però scusate, mi pare che state parlando del sesso degli angeli....nessuna variante, nessun falso...controllate il numero 2 su una moneta buona...semplicemente per un piccolo difetto del conio in un punto non è venuta impressa parte del due tanto da farlo apparire come un 3 rovesciato. Tutto qui Alberto Varesi lo ha scritto poco fa2 punti
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Dalla foto postata direi che si tratta di un 2 al quale manca, causa un "colpetto" (fortuito o intenzionale è impossibile stabilirlo), una parte del proprio "corpo", venendo quindi ad assomigliare ad un 3. un semplice raffronto con esemplari degli anni '30 dovrebbe togliere ogni dubbio in merito, essendo il 3 originale ben diverso da quello che si vorrebbe qui rappresentato capovolto. Opinione personale......2 punti
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Salve, Io credo che tutte le riflessioni di questo post abbiano una profonda base di serietà ed apprezzo quest'atmosfera velata di ironia che lascia sempre qualche dubbio sul senso vero di ciò che si legge. Bravo, bravo!2 punti
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Ciao amici , mi dispiace per il mio cattivo italiano ... Sono il traduttore di questo libro . La ringrazio molto per il vostro interesse . Sono felice di aver finalmente rilasciato e spero vi sia utile .2 punti
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Avevo notato questa moneta, osservando una stima piuttosto bassa ed un aspetto particolare della stessa. Mi ricordava un esemplare Nomisma dell'ultima asta 50 che, sebbene invenduto, vantava una provenienza illustre (NGSA-6) e partiva da una stima considerevole (€ 15.000). Sono ancora perplesso a riguardo: sebbene certamente i due esemplari non coincidano, essi presentano usure corrispondenti al D/ e R/. Inoltre un ulteriore esemplare del 2009, esitato in asta LHS, presentava sempre usure corrispondenti al D/ e R/. Può ben essere si tratti di coni usurati, ma mi sembra comunque poco probabile (ben 3 esemplari). Va notato che la perlinatura ed il bordo differiscono in questi 3 esemplari, segno evidente che non si tratta di semplici cloni. Ritornando all'esemplare Kuenker avevo anche notato dei fondi che come prima impressione mi parevano ripassati (bulinati) e con porosità (però frequenti in questa tipologia). Non veniva riferito il peso, normalmente intorno ai 17.4 g (a proposito, proprio il peso farebbe deporre non per un mezzo scudo, ma per una medaglia). Inoltre la perlinatura del D/ è (in apparenza) troppo regolare per il tipo. Infine il pedigree, che se fosse reale (ex LEU 68) deporrebbe per autenticità (al tempo era una delle più accreditate Case d'Asta internazionali). Non è visibile il contorno mentre le immagini impresse su D/ e R/ sembrano corrispondenti a quelle di un esemplare autentico. In definitiva non ho una risposta certa, solo la sensazione di qualcosa che non va. Peso (grave omissione da parte di Kuenker!) e contorno sono essenziali ma non disponilbili, mentre appare necessario un confronto con l'esemplare LEU (in foto) per valutarne la provenienza dichiarata. Infine è opportuno un esame attento dei fondi (l'apparente bulinatura poteva voler nascondere tracce di microfusione con bolle in positivo). Ovviamente non so se il rittiro in corso d'asta sia derivato dall'avere elementi per giudicare falsa la moneta o solo per una sua descrizione erronea (esempio: fondi riparati; provenienza LEU non corretta, ecc.) Si tratta poi di un giudizio basato su foto (oltretutto di qualità non ottimale), e come tale parziale! ;) Sono fuori casa e non dispongo di cataloghi e dell'utilissimo libro di Bellesia su Ferrara: mi riprometto di guardarvi! PS: allego foto dell'esemplare NOMISMA e LHS:1 punto
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UNA SOVRANA D'ORO :rofl: Per la cronaca Marie Luise zu Sayn-Wittgenstein-Berleburg1 punto
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Dramma Price 1354 KINGS of MACEDON. Alexander III ‘the Great’. 336-323 BC. AR Drachm (16mm, 4.26 g, 1h). Lampsakos mint. Lifetime issue, circa 328/5-323 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; in left field, Demeter standing facing, holding torches in each hand; Δ below throne. Price 1354. Good VF, die break on obverse, minor flan flaws on reverse. (segue) apollonia1 punto
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Ciao Luca Proprio bello. Vero anche che, a parte le fratture sui bordi, la "freschezza" si percepisce, basta vedere il viso del doge, le pieghe delle vesti, il leone... assolutamente bello. Il giochino che ci suggerisci, non è proprio facile vedendo delle foto, ci provo comunque, anche se - probabilmente - di battute ne sono state date qualcuna di più :pleasantry: fprse sette sono state solo quelle per aggiustare la moneta... Diritto, alle spalle del Santo, in prossimità della scritta NETV Diritto, sopra il doge dove c'è la scritta SILV ° VA Diritto, alle spalle del doge, dove c'è la scritto ERIO Rovescio, proprio sulla testa del leone Rovescio, all'altezza delle zampe inferiori, sotto le cosce Rovescio, in prossimità delle fratture, sulle ali del leone Rovescio, in prossimità della scritta TORIA Grazie per averlo condiviso. saluti luciano P.S. ti sei scordato di aggiungere il TAG di Venezia :blum:1 punto
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Approfitto delle foto postate da @@cabanes ritagliando la prima in alto, é da notare che la coda di questo fantomatico tre rovesciato ha uno spessore maggiore del resto del carattere e la coda non finisce a punta; tale tratto sembra essere del metallo spinto con un cesello per completare il tre, tanto da lasciare un bel solco.1 punto
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Altro tetrobolo del periodo di Alessandro I della stessa zecca di Potidea, città che entrò a far parte della lega di Delo e fu legata ai conflitti tra Atene e Corinto. Durante la guerra del Peloponneso fu assediata e conquistata da Atene nel 430 a. C. Nel 356 a. C. Filippo II di Macedonia la distrusse, ma in seguito Cassandro di Macedonia vi costruì una nuova città che battezzò Cassandria. MACEDON, Potidaia. Circa 500-480 BC. AR Tetrobol (14mm, 2.83 g, 3h). Horseman advancing left, holding trident; pellet below / Head of female right within linear square within incuse square. Alexander Period 1B, 2; SNG ANS 693-5. Near VF, struck from a worn obverse die. Anche questa moneta è un tetrobolo ‘sovrappeso’. apollonia1 punto
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Mi sembra che paragonare monete coniate in epoche diverse e con metalli molto differenti non sia necessariamente una prova scientifica di un falso..1 punto
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questa non mi sembra sia stata inserita....un'oncia da collezione per bambine....1 punto
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Tu hai scritto estesamente sulla monetazione Z.A.R. per il Forum e so già che un pedigree storico formidabile questa serie ha—sicuramente c'è carenza di dramma associato a queste monete... La condizione di questo pezzo di 2½-scellino 1892? Per me, la condizione di questa moneta ruota attorno a due fatti: 1) la moneta è stata accuratamente pulita, e le superfici sono stati privati dei loro anni accumulati—che è male; ma 2) la moneta ha fuoriuscito danni reali nel corso degli anni, e la pulizia che ha sofferto non sembra per essere un lucidatura che è ottenuto nelle superfici—che è buono. Quindi quello che penso è questo: un giorno a 30 o 35 anni, hai intenzione di prendere voi stessi prendendo questo pezzo di 2½-scellino 1892 dalla vostra moneta armadietto, tenendo quello che poi sarà una bella moneta grigia (reacquired), e pensando un attimo su come voi e questa moneta hanno ottenuto insieme grigio.... ;) v. ----------------------------------------------------------- You’ve written extensively on the Z.A.R. coinage for the Forum, and know already what a terrific historical pedigree this series has—there’s definitely no shortage of drama associated with these coins…. The condition of this 1892 2½-shilling piece? For me, the condition of this coin revolves around two facts: 1) the coin has been thoroughly cleaned, and its surfaces have been deprived of their accumulated years—that’s bad; but 2) the coin has escaped real damage over the years, and the cleaning that it has suffered doesn’t look to be a polishing that’s gotten into the surfaces—that’s good. So what I think is this: one day in 30 or 35 years, you’re going to catch yourself taking this 1892 2½-shilling piece from your coin cabinet, holding what then will be a beautiful (reacquired) grey coin, and thinking just a moment about how you and this coin have gotten grey together.... ;) v.1 punto
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È un rarissimo quattrino di Alberico I Cybo Malaspina. È mancante nel CNI con questa data. È questo. Così vedi anche il valore anche se la foto fa schifo.1 punto
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Dovrebbe essere un quattrino di Alberico I Cybo Malaspina 1568-1623 per Massa di Lunigiana......però mi pare strano quell' 86 ai lati dello spino. Attendiamo gli esperti in materia. link: http://www.sixbid.com/browse.html?auction=1657&category=34466&lot=14854161 punto
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Carissimi, vedo solo ora questa interessante discussione e, dopo una approfondita lettura, cercherò di fare un po' di chiarezza, in modo che la discussione possa proseguire con una base stabile e chiara. Nel 2001 Usa e Italia stabilirono un accordo bilaterale, per 5 anni, che impegnava gli USA a non permettere alcuna importazione sul suolo americano ( N.B. da qualsiasi paese provenienti ) di alcuni oggetti (presumibilmente di produzione/giacitura italiana e di recupero dal suolo italiano) appartenenti ad alcune categorie archeologiche dal IX sec a.C. al IV d.C, riassunti in un'apposita Lista. In questa Lista originariamente non erano ricomprese le monete, di nessun periodo epoca etc. Nel 2006 venne fatto un rinnovo e qualche modifica, ma senza introdurre le monete nella lista. Nel 2011 in occasione del solito rinnovo quinquennale attraverso una Nota Diplomatica del Governo (vedi pag 2 del pdf allegato) Italiano venne riconosciuto che le monete costituiscono una entità non separabile dal contesto archeologico e che anch'esse erano soggette a scavi clandestini e esportazioni illecite. In base a questo assunto veniva aggiornata la Lista, comprendendovi una certa parte di monete di ragionevole provenienza italiana (sia come produzione che provenienza/ giacitura) tra cui non erano ricomprese monete di epoca imperiale romana ( grosso modo solo Aes rude, Aes signatum, Aes grave, monete coniate fino al 211 a.C., coloniali italiane fino al 37 d.C., Etrusche, Magna Grecia e Sicilia , vedi descrizione a pag.2 Pdf allegato). Dal 2011 non sarebbe possibile introdurre in nessun modo in territorio americano queste tipologie senza una certificazione liberatoria emessa dallo stato italiano (soprattutto se comparse dopo tale data, e qui potrebbe stare l'inghippo...), anzi esse dovrebbero essere immediatamente restituite e messe a disposizione dello Stato Italiano. A questo punto, forse si può capire il perché di una certa preoccupazione da parte di commercianti americani, che, se realmente la nuova aggiunta dovesse riguardare le monete imperiali coniate a Roma, non potrebbero più approvvigionarsi di monete imperiali "italiane" se non certificate dallo Stato Italiano, a partire dal 2016... Con tutte le conseguenze logiche e giuridiche un "tantirolin" assurde... Cordialmente, Enrico P.S. A pag.321 del notiziario n.1 del Portale Numismatico troverete che la D.ssa Pennestrì si doleva del fatto di non esser stato possibile includere anche le monete imitative celtiche, talune puniche e piombi monetiformi vari, ma non si accenna a monete imperiali romane e questo forse tenderebbe a rendere improbabile un'aggiunta così drastica quale sarebbe quella delle imperiali, ma ... non si sa mai ! P.P.S. Mi sembra chiaro che per i commercianti nostrani non cambia nulla, anzi, abituati come sono alle pastoie burocratiche e alle attese interminabili dovrebbero essere i fornitori privilegiati degli americani, cosa che viene bellamente bypassata da astuti stratagemmi esteri ( la data di entrata in vigore...) mou list coins 2011.pdf1 punto
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La certezza che si tratti di un falso ricavato da uno STET classico del 1956 la si vede oltre che dall'ovale della data dal logo della ditta ma soprattutto dal telefono del rovescio come si può vedere dai particolari che ho estrapolato dal gettone in questione comparandolo con un UT7412 autentico ed il rovescio di uno STET1956. Le differenza sono evidenti.1 punto
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Interessante capire con quale criterio venne all'epoca indicato su alcune monete (tra cui quelle napoletane) la I di Giovanna e la C di Carlo mentre in quelle coniate a Città del Messico la C di Carlo precede l'iniziale della madre. Secondo voi c'è una spiegazione? :help: :help:1 punto
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Riguardo all'articolo di Iula "Alcune tracce di legittimazione politica nella Napoli del XVI secolo. Un comune esempio numismatico"riporto quel che scrive Bernareggi sulla figura storica di Carlo V:"non un grande diplomatico e neppure un grande condottiero,ma un cavaliere ed un gentiluomo;forse non un genio,ma una personalità che superava quella di molti principi del suo tempo;una natura scrupolosa,coscienziosa,tenace,dedita al dovere;infine un uomo che viveva tra due età e,ancor più,tra due concezioni del vivere,e che per questo,riassumeva,nelle sue intime contraddizioni,urti e contrasti giganteschi di popoli,di generazioni e di ideali"1 punto
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@r-29 conservata in un luogo asciutto...magari dentro una confezione o una scatoletta....la doratura non penso svanisca come il rame rosso a contatto con l'aria. magari scurisce leggermente ma non credo più di tanto.1 punto
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@@Eolo Se sei interessato a tematiche di questo genere, dovresti cercare vecchi cataloghi d'asta e listini. Ovviamente con i prezzi di aggiudicazione. Così Ti fai un'idea dell'andamento del valore monetario delle monete. Poi dovresti cominciare a crearTi un paniere migliore di quello che hai postato e solo allora potrai avvicinarTi al valore reale delle monete. Arka P. S. Buon lavoro...1 punto
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Pensare che una moneta, in qualsiasi conservazione essa sia, possa esserci giunta assolutamente "non toccata" è un errore. Tutte le monete, nel passaggio dallo stato di giacitura a quello di conservazione in museo o in collezioni private, deve necessariamente subire qualche trattamento preliminare. La natura del trattamento dipende da: tipo di incrostazioni, tipo di patina, metallo, destinazione finale del manufatto (se museo o collezione privata). Patina - a seconda del tipo di patina e della sua consistenza, la moneta può richiedere una pulizia più energica, meccanica e chimica, solo chimica, eventuale consolidamento se troppo debole. Incrostazioni - occorre indubbiamente distinguere la patina buona da quella non buona anche definita incostazione o corrosione attiva. Le incrostazioni possono essere punti cresciuti rispetto ai piani del modellato e possono comprendere agglomerati di cuprite o altra forma di patina, spesso associata a terriccio di giacitura che, sovente, rimane agglomerato nella patina stessa. Metallo - a seconda della lega o del metallo che compone il manufatto, si potranno sviluppare tipologie diverse di patine e di incrostazioni. Ad esempio su una moneta in mistura di argento, al momento del ritrovamento essa presenta uno spesso strato composto dai prodotti di corrosione del metallo meno nobile in lega quindi il rame. Spesso non si tratta di patine di bell'aspetto ma di vere e proprie cresciute di malachite e/o cuprite che nascondono totalmente il modellato. Destinazione finale - molto spesso, la destinazione finale del manufatto influisce enormemente sul tipo di restauro. Un moneta che finirà in un cassetto chiuso di un museo sarà certamente protetta da uno spesso strato di paraloid e cera, certamente poco gradevole alla vista (monete dall'aspetto "bagnato" e lucente) ma funzionale per la conservazione. diversamente, una moneta destinata al collezionismo, può subire nel tempo (parliamo di moneta che passano da una collezione privata all'altra nell'arco di decine di anni) diverse migliorie atte a migliorare al massimo la leggibilità del manufatto e con la tendanza ad eliminare tutti i difetti possibili (tracce di crateri spenti, patine macchiate, zone spatinate a seguito di pulizia). In tutti i casi le monete richiedono comunque un intervento di rimozione dei depositi incoerenti (terriccio di giacitura) e stabilizzazione. Ovviamente poi i vari interventi possono essere eseguiti con perizia o meno, con strumenti adeguati o improvvisati, etc. Sono questi però i fattori che incidono enormemente sulla qualità del restauro restituendo un lavoro ben fatto e naturale oppure una moneta snaturata e del tutto artificiale. Tornando sul Lucio Vero in questione posso dire che probabilmente esso presentava una patina non bella o comunque molto incompleta tanto da indurre il restauratore a rimuovere il tutto. Come spesso accade quando ci sono incrostazioni cresciute diffuse, il manufatto richiede anche la pulizia meccanica tra i caratteri della legenda. Per fare queste attività il restauratore può optare per un metodo di pulizia chimica (più lungo) oppure un metodo meccanico più breve. indipendentemente dall'attrezzo scelto, a seconda della potenza utilizzata o dell'utensile adottato, la pulizia può essere più o meno profonda. questo significa che il passaggio di questo utensile lascerà inevitabilmente delle tracce più o meno vistose che poi potranno essere celate con una patinatura successiva. Nel caso del tuo Lucio Vero devo dire che il restauratore non ha fatto un cattivo lavoro perchè la differenza tra zone trattate e non trattate non è poi così evidente. Tuttavia, se avesse utilizzato un metodo meno aggressivo (chimico e meccanico) ma più lungo, avrebbe potuto conservare meglio la patina nei punti trattati (tutti i contorni dei caratteri e del volto di Lucio) senza ricorrere ad una patinatura superficiale successiva (quell'alone color fumo) ma ripeto, non è stato fatto un cattivo lavoro. Riguardo la naturalità delle patine vorrei far presente che anche bronzi importanti come quelli di Riace, hanno subito un restauro imponente ed approfondito oltre che alcune correzioni cromatiche con pigmenti al fine di rendere leggibile un manufatto che altrimenti si sarebbe presentato "chiazzato".1 punto
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è come chiedere se è meglio un auto storica con il motore originale oppure sostituito con uno moderno che funziona meglio...1 punto
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Torno su Lippo di Fede, perchè la sua storia è intimamente legata alla sua professione, e lo studio di quel manoscritto mi emozionò in maniera importante, per la dimensione umana di questo mercante-cambiavalute-usuraio, trovatosi all'interno di una storia quasi surreale, certamente da romanzo. inserisco la traduzione trovata in rete dell'incipit del volume di cui accennavo prima: Lippo di Fede del Sega non fu certo un grande mercante, si dedicò infatti in modesta misura e senza ottenere clamorosi successi, al cambio del denaro in Firenze e al prestito usuraio in Francia. Proprio la sua mediocrità è significativa ed esemplare: egli è quasi uno specchio della piccola borghesia del secolo XIV. Il suo fallimento come uomo e non solo come mercante (che ci prova che solo i più abili ed astuti in assoluto riuscivano nei loro affari) ci è dimostrata anche dalla conclusione delle sue avventure sentimentali: dopo la morte della prima moglie Gemma, egli sposò in seconde nozze la giovanissima monna Bernarda, sorella di un sensale, che gli portò una buona dote, ma tale matrimonio fu un grosso fiasco: la differenza di età era troppo grande, il vecchio Lippo era considerato ributtante dalla giovane Bernarda: dopo liti violente si giunse quindi nel 1358 ad una separazione con conseguente restituzione della dote. Lippo, sull'orlo del fallimento nei suoi affari, disilluso e solo, quattro anni più tardi, ormai quasi ottantenne, fu vittima del demone del tramonto e tentò, quasi ultima affermazione di prestigio, di violentare una fanciulla minorenne di modeste condizioni, andando incontro ad un mortificante processo e ad una condanna!1 punto
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L'idea di Silla piace e, due anni dopo, un altro comandante, Valerio Flacco, militare vanta l'acclamazione imperatoria sulla sua moneta, avente iconografia spiccatamente militare. Flacco non ha però la forza e lo spirito eversivo di Silla. Ci tiene a precisare che non è per il solo fatto di essere un imperator, che si ritiene legittimato a battere moneta: l'emissione è autorizzata EX S.C., ovvero mediante senatoconsulto. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G319/1, http://www.lamoneta.it/topic/99554-denario-con-laquila-legionaria/ Fonte Cataloghi Online1 punto
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Eppure, nell’84 succede un piccolo sovvertimento. Silla si trova in Grecia, ove conduce la prima campagna contro Mitridate. A Roma però, su pressione della fazione mariana, è stato privato del comando, quindi ha perso sia i finanziamenti per la guerra, che la titolarità dell’imperium. Deve autofinanziarsi; fa saccheggiare i templi di Olimpia e Delfi e batte moneta in proprio. Ma come firmare queste monete? Con quale carica, lui che non ne ha più? Silla, spregiudicato e dissacratore a un tempo, ha un lampo di genio. Le truppe lo hanno acclamato imperator, per di più due volte? Bene. Firma le monete L. SVLLA, IMPER[ATOR] ITERVM. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G212/9 , http://www.lamoneta.it/topic/99795-emissione-itinerante-di-silla/ Fonte Cataloghi Online Fonte Cataloghi Online1 punto
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Eppure, per antica tradizione, le truppe romane, al termine di una battaglia difficile e vittoriosa, acclamavano spontaneamente il loro condottiero con il titolo di imperator. Era un onore molto ambito.Ora, poiché il sostantivo imperator individua chiaramente colui che esercita l’imperium, ci si può chiedere che connessio ci sia fra i due termini. Certo, nella fisiologia del diritto pubblico romano, il condottiero avrebbe dovuto essere un magistratro curule, quindi un magistrato dotato di imperium. Ma questo non basta a spiegare perché, all'esito di una battaglia particolarmente brillante, il condottiero veniva appellato imperator. Primo, perché venivano acclamati come imperator anche condottieri formalmente privi di imperium (come nel caso di Silla, di cui dirò oltre). Secondo, perchè comunque il titolo di imperator veniva riconosciuto per il fatto della vittoria, non per il fatto di eserciater l'imperium. E allora? Qui la risposta sta nella genesi del diritto pubblico romano, che alle sue origini è un diritto bellico. Così come populus in origine significava "esercito" (e poi diviene un sostantivo "civile"), similmente l'imperium era in origine la potestà di guidare il populus/esercito in guerra (e poi diviene la potestà di governare il populus/cittadinanza in tempo di pace). Per questo l'imperium è, come ho scritto, la potestà di applicare la violenza legittima, monopolio dello Stato: perchè nelle sue origini più antiche, esso è il potere di comandare l'esercito (quale espressione più piena della violenza legittima esiste, se non l'esercito in combattimento?) Dunque, il condottiero vittorioso viene acclamato "imperator" per dirgli che ha saputo ben esercitare il comando militare, che in origine coincideva appunto con l'imperium.1 punto
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Io le monete periziate le ho ancora nelle bustine con i sigilli ma non per scelta, solo che quando prendo in mano le forbici una voce mi dice: non farlo che la perizia puo' diventare una garanzia in futuro. Ma non escludo che un giorno mi prenda il raptus e tagli tutto. Saluti1 punto
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Sì, il denaro... e il nostro rapporto con esso. Anche Sparta lo rifiutò, ma non fece fine migliore delle altre città greche. C'è molto da meditare in materia... Arka1 punto
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Ciao, Si tratta di: MANTOVA - Ferdinando Carlo Gonzaga/Nevers (1669-1707) Soldo - Cu (Rame) D/ (FER) (CAR) (D G D) su 3 righe entro corona; R/ (MAN) (E M F) (CVG) su 3 righe entro corona; gr. 1,18/3,44 Rarità: C( comune) MIR 749 Saluti.1 punto
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