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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/11/15 in Risposte
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Mi sono chiesto: ma cos’è successo nel 1554 per far decidere al doge di Genova di coniare una moneta tanto diversa dal solito? Dati di fatto: Era da 13 anni soltanto che a Genova si coniavano monete con la data in un solo nominale: lo scudo d’oro, solo successivamente furono battute le altre monete con la data, mentre per gli altri nominali continuavano le emissioni con i vecchi coni senza data. Venezia era in crisi, per la perdita d’importanza delle rotte mediterranee a favore delle nuove vie commerciali apertesi dopo la scoperta dell’America e circondata dalle potenze europee (la Spagna nel Ducato di Milano, gli Asburgo a Nord e l’impero ottomano a Oriente oltre a essere spesso in contrasto con lo Stato della Chiesa). In quel contesto Genova pensò di coniare una moneta copiando l’iconografia veneziana con N. S. Gesù che porge il vessillo al Doge. L’unico grande avvenimento che può aver determinato quella scelta fu la perdita della Corsica, nel settembre 1553, da parte ribelli còrsi sostenuti dai francesi e dal pirata Draghut che, per l’occasione, si era accordato direttamente con il re di Francia (quando i pirati militano dalla parte dei re diventano stimati gentiluomini, infatti Enrico II il 6 giugno 1553 scrive al pirata: “Magnifico signore Draghut Bey”, oltre ad esprimere la stima per la sua “lunga esperienza e valore”, Sua Maestà gli comunica di aver ordinato al barone La Garde di favorirlo e assisterlo perché faccia “bon et grand boutain” -buono e grande bottino- e conclude supplicando il “Creatore Magnifico Signore, perché lo abbia nella Sua Santissima guardia”). Per i genovesi lo sgomento fu grande, la Corsica era strategicamente troppo importante per vederla in mano ai francesi, ma non solo per i genovesi, infatti Carlo V mette a disposizione la sua armata; il duca di Firenze Cosimo e e il governatore di Milano mettono a disposizione cavalli e fanti e anche Andrea Doria (che aveva 87 anni) in quell’occasione aprì finalmente e generosamente i cordoni della borsa dando il buon esempio ai ricchi e meno ricchi genovesi concorrendo a dotare la Repubblica dei mezzi necessari alla riconquista. Ed ecco che ricevuto solennemente in cattedrale lo stendardo della Repubblica dal Doge, il 10 novembre 1553, Andrea Doria parte al comando di 36 galee e 15 navi. Con la pace firmata a Cateau Cambrésis nel 1559 tra Spagna e Francia, la Corsica verrà riconfermata a Genova consentendo al moderato Giorgio Doria di trovare un punto di convergenza e pacificazione tra i còrsi ormai soli, senza aiuti e persino discordi tra loro. Secondo me questo avvenimento ha determinato l’emissione di questa moneta. Ecco i tre tipi: il primo coniato con data 1554, il secondo con data 1554, 1557 e 1558 e il terzo con data 1561 e 1563. PS x @@dabbene se ritieni di aggiungere questo post a quello bellissimo: “tra iconografia, sogno e araldica” potrebbe anche essere che magari…riparte4 punti
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Un 1904CnH 20-centavos dalla zecca messicana a Culiacan. Colpito nella lega da lungo-tempo (risalente ai tempi degli spagnoli) d'argento .903, questa moneta—e monetazione messicana intera—si trovava sull'orlo del grande cambiamento. Queste sono le ultime monete di questa denominazione coniata a Culiacán, che avrebbe chiuso nel 1905. Nel 1905, troppo—anche se vecchio stile monete continuerebbe per parte dell'anno—autorità di emissione di monete messicane cambierebbe da "REPUBLICA MEXICANA" a "ESTADOS UNIDOS MEXICANOS." La composizione del 20-centavo presto cambierebbe, rifiutando di .800 d'argento, con una riduzione di peso dal 5,41 g di questo 1904CnH 20-centavo al 5,00g del 1905. (I nuovi tipi, naturalmente, deriverebbero da una riforma della monetazione che comprendeva una sostanziale riduzione nel contenuto di oro del peso.) L'interazione tra le denominazioni 20- e 25-cent/centavo nel Nord America è stato un marasma di chi attraversa le tradizioni storiche, percezioni pubbliche e governative, esigenze e attitudini. Il 20-centavo Messico, anche se autorizzati nel 1892, è rimasto uncoined fino a quando ha cominciato a sostituire 25-centavo nel 1898. Quando finalmente comparvero, tuttavia, ha preso la radice immediata, e due successivi tentativi di ristabilire la moneta 25-centavo (nel 1950-53 e 1964-66) erano infruttuosi. Oggi, anche se raramente circola, 20-centavo rimane la scelta del Messico. :) v. ------------------------------------------------------ A 1904CnH 20-centavos from the Mexican mint at Culiacan. Struck in the long-time alloy (dating from the days of the Spanish) of .903 silver, this coin—and Mexican coinage as a whole—stood on the brink of major change. These are the last coins of this denomination coined at Culiacan, which would close in 1905. In 1905, too—although old style coins would continue for part of the year—the issuing authority of Mexican coins would change from “REPUBLICA MEXICANA” to “ESTADOS UNIDOS MEXICANOS.” The composition of the 20-centavo would soon change, declining to .800 silver, with a reduction in weight from the 5.41g of this 1904CnH 20-centavo to the 5.00g of 1905. (The new types would, of course, result from a coinage reform that included a substantial reduction in the peso’s gold content.) The interplay between the 20- and 25-cent/centavo denominations in North America has been a welter of crisscrossing historical traditions, public and governmental perceptions, needs and attitudes. Mexico’s 20-centavo, although authorized in 1892, remained uncoined until it began to replace the 25-centavo in 1898. When it did finally appear, however, it took immediate root, and two later attempts to reestablish the 25-centavo coin (in 1950-53 and 1964-66) were unsuccessful. Today, although it rarely circulates, the 20-centavo remains Mexico’s choice. :) v.4 punti
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La più comune della serie, ma a volte freschezza e lustro ti fanno innamorare di certi esemplari, anche se ne hai già in collezione! Renato3 punti
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Perché è una emissione privata, non potremmo nemmeno chiamarle "tokens" una volta che erano vendute al prezzo di un dollaro pur avendo le dimensioni e peso del mezzo dollaro. La raccolta fondi era destinata per sostenere Cuba per la lotta per l'indipendenza di fine '800, era rivolta a persone che se lo potevano permettere perché un dollaro all'epoca era una bella cifretta, in buona sostanza si donava mezzo dollaro una volta che il souvenir conteneva argento per 50 cent. (il Peso cubano ufficiale con la stessa iconografia pesa il doppio). Non so a quanto veniva venduta per sostenere la causa quella in bronzo con lo stesso valore nominale, e come veniva utilizzata successivamente, forse @@villa66 è più informato. Sono state "accettate" per la spendita è vero, ma non è questo che le fa diventare delle vere e proprie monete. Saranno sicuramente rare, ricercate dai collezionisti, interessanti e con una storia da raccontare, ma nulla hanno a che vedere con una emissione ufficiale.3 punti
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I Souvernir Peso furono coniati per sovvenzionare la guerra di indipendenza cubana. Fu una coniazione speciale, a mo' di gettone/commemorativa. Se non ricordo male l'idea venne dal mezzo dollaro commemorativo americano per Colombo. MM3 punti
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Buon giorno a tutti gli amici delle "straniere". Volevo condividere con voi questo bel monetone acquistato oggi a Montichiari. Grazie a chi vorra' esprimere un parere. Ciao2 punti
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Quando il lustro "spacca" !! :blum: Trovare tanta freschezza il esemplare del '33, non capita molto spesso. Solo nei '31 IX è molto comune. Ci sarà poi una ragione? Renato2 punti
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In un'altra discussione ( http://www.lamoneta.it/topic/136637-decargiro-ma-quanto-valeva-davvero/page-3#entry1559708) è emerso il concetto di valroe nominale e intrinseco della moneta metallica nel Mondo antico. Postom qui questa discussione per non incasinarte l'altra. Il valore nominale (o facciale) è quello attribuito dalla Stato, generalmente con una legge specifica, ad una moneta. Il valore intrinseco è quello corrispondente al valore del metallo che la costituisce. Quindi se la moneta pesa 1 g ed è d'oro, in linea dio massima il valore intrinseco corrisponde a quello di un grammo d'oro. Solo in linea di massima, perché in realtà nella determinazione del valore intyinseco dobbiamo tener conto di vari fattori: a) il valore del metallo con cui è realizzata (che rappresenta il fattore assolutamente predominante) b) il costo di fabbricazione della moneta (energia per fondere il metallo, perdita di fusione, costo del lavoro) che è proporzionalmente maggiore nelle monete di piccola dimensione e di valore modesto c) il costo di distribizione, che corrisponde al margine di guadagno che lo Stato concede ai nummularii e in generali ai soggetti cambisti che la immettono sul mercato Il valore intrinseco effettivo è dato da a + b + c Se lo Stato desse alla moneta un valore nominale inferiore all'intrinseco, ci rimetterebbe nella fabbricazione della moneta Se, invece, lo Stato assegna alla moneta un valore nominale superiore all'intrinseco, allora il valore della moneta diventa fiduciario. Una certa fiduciarietà nella moneta antica ci fu certamente: fin tanto che non oltrepassa certi limiti, il mercato lo tollera. Ma se li oltrepassa, allora il mercato rifiuta la moneta e fa suoi altri strumenti di scambio: ad esempio, il baratto. Nel caso dell'oro e dell'argento, il grado di fiduciarietà era basso e comunque era esattamente lo stesso per tutti i nominali. Nel caso del bronzo, potrebbe in determinate occasioni non essere stato così. Soprattutto nel basso impero, si nota che i diversi nominali non sempere guardano tra loro una proporzione evidente, per esempio essere 2 o 4 volte quello minore. In questo caso, è possibile che al nominale maggiore sia stata data una maggiore fiduciarietà di quello minore, ovvero che abbia un valore nominale superiore a quello intrinseco. Ovviamente è allo Stato che conviene fare questo, ed è conveniente farlo soprattutto con i nominali dal valore e peso più elevato. Ma la cosa non è così semplice e, soprattutto, la fiduciarietà non deve essere troppo diversa tra i vari nominali. Supponiamo che la più piccola moneta di bronzo pesi 1 g (chiamiamola AE4) e che il suo valore corrisponda all'intrinseco. Se parallelamente lo Stato produce una moneta maggiore (AE2) che pesa 5 g e alla quale attribuisce un valore di 10 AE4 succederebbe immediatamente che tutti cercherebbero di cambiare gli AE2 con AE4, poiché in cambio di ogni AE2 otterrebbero 10 g di bronzo che potrebbero rivendere ai commercianti di metalli (importantissimi nel mondo antico) a 1,5 AE2, con un guadagno del 50% e a loro volta i commercianti di metalli fonderebbero. Se succedesse questo, lo Stato avrebbe una sola misura possibile: ritirare immediatamente gli AE2 dal mercato ma, soprattutto, proibire per legge il cambio degli AE2 con AE4: ma l'applicazione di questa legge sarebbe impossibile da controllare. Dunque la fiduciarietà si può dare, ma dev'essere proporzionata tra tutti i nominali, anche se sarà comunque maggiore sui nominali di maggior valore. Quanta fiduciarietà ammette il mercato? Dipende dalla fiducia che il mercato nutre nello Stato. Il Regno vandalo conobbe un momento di grande ricchezza e ad esso corrispose una moneta, le due serie civiche, dove la fiduciarietà era molto elevata. Anastasio, un grande imperatore che di economia ne capiva davvero, realizzò una prima riforma creando il follis fiduciario con le sue frazioni: ma esagerò nella fiduciarietà, tanto che pochi anni più tardi dovette riformare la sua riforma raddoppiando il peso del follis (mantenendone invariato il valore nominale o facciale). Un fattore che crea fiducia nel mercato e, quindi, consente di aumentare il livello di fiduciarietà della moneta, è la garanzia che essa possa in qualunque momento essere convertita in una moneta di maggior valore o in metallo fine senza perdita. Le banconote, massimo esempio di fiduciarietà, un tempo recavano la scritta "convertibili in oro". Nel Mondo antico lo Stato riuscì a dare fiduciarietà alla moneta, senza esporsi al rischio che tutti i cittadini pretendessero immediatamente convertirla in oro, agendo su due aspetti: a) creando una unità di base (per esempio un AE4) dal valore facciale equivalente all'intrinseco (e quindi non fiduciaria) b) stabilendo per legge la convertibilità del AE4 in oro sulla base del suo valore facciale (ma non dei multipli del AE4) In questo modo se non si esagerava nella fiduciarietà, ovvero se si manteneva una certa proporzione tra valore facciale e valore intrinseco dei moduli di maggior valore (AE3 e AE4) il sistema funzionava senza scosse.2 punti
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Concordo moneta rappresentativa e affascinante, purtroppo non ho ancora trovato l' esemplare che mi ha conquistato. I due esemplari presentati da @@dabbene e @@giancarlone sono di buonissima conservazione, speriamo in futuro di trovare la moneta giusta............. La fine del '400 fino alla fine della dominazione degli Sforza è il periodo più bello delle coniazioni, con rappresentate molte imprese e quindi molto rappresentativa per il ducato di Milano. Particolare di una fontana all' interno del Castello Sforzesco di Milano, cinque imprese e sotto il Biscione. Anche per questo motivo sono le monete più ricercate, quindi di difficile reperimento, dai collezionisti milanesi e non solo.2 punti
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Altra BISSONA, speriamo che si aggiungano altri collezionisti o studiosi di questa zecca2 punti
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A chi fosse appassionato a questa monetazione, sperando di fare cosa gradita, comunico che ho caricato in internet un mio recentissimo contributo sull’argomento già pubblicato in cartaceo su Panorama Numismatico, Aprile 2015. Quando ho scelto la struttura razionale con cui trattare il tema numismatico ero consapevole che probabilmente sarei andato incontro a qualche mugugno. In effetti, a molti, il lavoro potrà apparire semplicistico nei suoi contenuti; in realtà essi sono soltanto descritti schematicamente e in estrema sintesi. Il lavoro è indirizzato verso un pubblico già smaliziato e propone quesiti e spunti che offrono opportunità di approfondimento e critica. Ciò non toglie che l’articolo rappresenta un primissimo tentativo di riflessione riguardo a un argomento mai trattato in letteratura e che esige, quindi, prossimi studi da parte di chi ha i mezzi e “gambe” per farlo. Nel frattempo vi dovete accontentare del mio breve e modesto lavoro. Cari saluti https://www.academia.edu/11868540/AL_DI_LA_DEL_PROVISINO_Le_emissioni_aggiunte_di_denari_piccoli_della_zecca_senatoriale_romana1 punto
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Anche se fuori dalla mia collezione principale sabauda mi sono fatto tentare da questa moneta della mia regione. Una delle ultime monete coniate a Carmagnola (dopo si sono dedicati solo piu' ai peperoni... ;) ) si tratta di un Grosso di Gabriele di Saluzzo 1537-1548, MIR 160, CNI 5/8. Moneta estremamente rara da vedersi come quasi tutte quelle di questo marchese per questo ho pensato di condividerla con voi. Coniata oramai in piena decadenza del marchesato, con al comando dello stato il marchese Gabriele dopo la reggenza della madre Margherita di Foix, prima che i territori passasero sotto la dominazione francese. Questi territori tornarono all'Italia (con i Savoia) solo nel 1601 quando Carlo Emanuele I li scambio' con altri territori d'oltralpe.1 punto
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Salve, Volevo un parere su questa moneta che è stata appena aggiudicata sul noto sito.. In particolar modo volevo sapere se la conservazione è sul FDC....come era specificato nella descrizione e se il prezzo pagato dal vincitore è corretto, infatti è stata aggiudicata a € 66,00 Mi risulta che questa moneta è anche una rara...se non erro.. Che conservazione dareste ad essa?1 punto
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Bhe si, ma mica è per adesso, è solo un'abbozzo d'idea, un'altro passatempo per quando finisce questo giochino in corso, magari la porzione sarà più grande.... Ma un bel po' di difficoltà ci deve essere :D1 punto
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io a dire il vero sono rimasto sotto al "Retro della Sovrana"... ai tempi commentai, con una certa eleganza, "Spl", anche se, il diavoletto malefico, mi aveva suggerito in un primo momento di scrivere "qFdc".................................... :rofl: ecco, mi sono tolto questo sassolino dalla scarpa...! :D :D :D saluti a tutti.1 punto
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@@contemax67 no , non è plausibile , è stata spazzolata maldestramente e le foto lo fanno notare .1 punto
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@@contemax67 Se le foto sono del venditore sono pessime e questo mi fa pensare che si voglia nascondere qualcosa. Al limite potrebbe essere anche qfdc ma anche spl, poi mi pare con il bordo largo e un qfdc del 26 a bordo largo e' abbastanza caro. Poi dipende tutto da quanto ti chiede. Ciao1 punto
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@@nando12..... beh!... il 50 lire del '40 .. non so quale sia ma degli altri due.......se ne hai anche in MB ... qualche euro sono pronto a darteli>....! :crazy: :pleasantry:1 punto
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Daniel ti faccio i miei complimenti per la tua passione e per come riesci a gestirla nonostante le "limitazioni" economiche che purtroppo stai vivendo. Io sono da poco iscritto a questo forum, però voglio fare i miei complimenti a tutti quanti per come mi avete accolto e per come fate giorno dopo giorno accrescere questo fantastico forum! Grazie ancora e un in bocca al lupo Daniel x il ritrovamento della tua prima moneta d'oro. Oggi è stato il mio giorno e devo dire che mi sento veramrnte felice, la sto guardando e riguardando da ore ormai ?1 punto
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Daniel ti auguro di trovare la moneta d'oro giusta per te, non conosco la tua situazione economica, ma posso dirti per mia esperienza personale che non è stato affatto facile. Molte rinunce e risparmi fino a quando ho trovato ciò che realmente desideravo. Grazie ancora :good:1 punto
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Questa invece mi è nota .... ed anche al Gamberini che l'ha inserita nel suo volume "Le imitazioni e le contraffazioni monetarie nel Mondo" parte III° Venezia. Però ha fatto un errore; nel suo elenco di zecchini imitati, per questo ha citato che proviene dal CNI volume III, ma il disegno che ha riportato manca dell'esergo che, come correttamente scritto nel ns. catalogo, ne identifica approssimatamente l'anno di coniazione. Altro dato che ne qualifica la rarità è il prezzo che viene riportato nella tariffa del Dotti: nel 1913 veniva valutata tra le 800 e 1.000 lire. (un capomastro a quel tempo, percepiva un salario mensile di ca 145 lire; per acquistarlo ci sarebbero voluti quasi 7 salari) saluti luciano1 punto
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@@Alex-Vee, veramente molto bella, complimenti, concordo con il qFDC.1 punto
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Buona giornata Daniele O bella! Questa moneta non la conoscevo (mi riferisco a quella con il doge inginocchiato davanti a Cristo e che impugna il vessilo ..... ducato? testone? ducatone?); poco male per il sottoscritto che ha tutto da imparate, ma è sorprendente che nemmano il Gamberini di Scàrfea l'abbia annoverata tra le imitazioni delle monete veneziane nel suo volume "Le imitazioni e le contraffazioni monetarie nel Mondo" parte III° Venezia. :pardon: Eppure l'iconografia adottata è palesemente "veneziana". Peraltro, gran bella moneta. saluti luciano1 punto
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Qui ci potrebbero stare tante riflessioni, sia da parte di appassionati di Genova, ma direi anche di Venezia, vista l'assonanza con le monete....( @@417sonia....e altri ) ma può interessare molto anche gli amici corsi ( @@jagd.....e altri ) certo le monete sono iconograficamente di impatto e di rottura ......si vuole fare un cambiamento forte e dare un segnale .....1 punto
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Si si si .... ja ja ja ... E' proprio un piccolo di Gorizia. Al D/ vi è la rosa a 6 petali e la leg. è +:h:COMES: , nella tua monetina riusciamo a leggere bene +:h:CO .......... Al R/ vi è il leone e la legenda +GORICIE , nella tua moneta (la foto non è ben ruotata per cui non si vede bene il leone) leggiamo ...ORICI .... La h ci dice che è stata coniata da un Enrico. Vediamo quale. Lorenzo Passera, ne "Le emissioni dei conti di Gorizia. Una nuova proposta cronologica" la attribuisce ad Enrico II (1304-1323). Pag. 339 , n. 11. Credo abbia sicuramente ragione. Nel CNI VI a pag. 61, n.4, viene attribuita ad Enrico IV (1385-1454); questa attribuzione verrà ripresa da altri autori, e anche nel Biaggi (n.993) vediamo che viene attribuita ad Enrico IV. (A questo proposito c'è da notare che nel testo di L. Passera c'è un piccolo errore. a pag. 339 cita Enrico III parlando dell'attribuzione del CNI, mentre nella nota 101 a pag. 318 viene citato correttamente Enrico IV).1 punto
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Il mio interesse verso il recondito significato del termine "imperator" è nato durante lo studio per la stesura di un Corpus dedicato all'emissione di Cneo Domizio Calvino a Osca, nel 39 a.C. (RRC 532/1). Si vede chiaramente che egli portava il titolo di Consul Iterum Imperator. Bisogna sapere che Calvino divenne console per la seconda volta nel 40 a.C., garzie al sostegno di Ottaviano (era stato console per la prima volta nel 53 a.C., un anno molto travagliato, con l'incarico iniziato solo a luglio e con disordini fomentati dai due capipopolo P. Clodio Pulcro e T. Annio Milone). Nell'anno successivo, nel 39 a.C., non era più console, ma fu inviato come governatore, con grado proconsolare, in Hispania, ove rimase fino al 36 a.C. Già nel primo anno del suo governo provinciale, verosimilmente in estate, aveva scatenato una guerra contro i Cerretani, gli ultimi hispani che ancora non si erano totalmente sottomessi ai Romani e che occupavano monti e valli al centro di Pirenei (vicino all'attuale Andorra). Evidentemente Calvino aveva intenzione di assicurarsi il completo controllo dei passaggi anche attraverso la zona centrale dei Pirenei verso la Gallia, anche se da tempo ormai esistevano tranquille vie di comunicazione sui due lati costieri (atlantico e mediterraneo). Per la verità tali passaggi non avevano costituito un serio problema per le truppe romane e già al tempo di Sertorio i Romani vi passavano, dietro qualche tributo alle locali tribù. Fu una guerra relativamente facile e di breve durata, grosso modo un anno. L'ipotesi prevalente era che solo dopo le prime vittorie e uccisioni di ribelli cerretani (c'è anche una letteratura per cui in certi casi l'acclamazione imperatoriale veniva concessa solo dopo l'uccisione di un certo numero di nemici, da 5.000 a 10.000) Calvino era stato acclamato imperator dalle sue truppe (mancano comunque testimonianze scritte in tale senso). In tale caso la produzione di tali denari, per la verità non molto abbondante e di breve durata (ho riconosciuto solo 18 conii sia del D sia del R sicuramente autentici, con frequenti incroci di conio), sarebbe servita per pagare solo uno dei tre stipendia annuali (ed erano in attività due legioni), forse quello di settembre, essendo forse sufficiente il numerario circolante e conquistato con la guerra per i resto della paga delle truppe. Si nota come Calvino abbia fatto riferimento al suo secondo consolato, che però a rigore era dell'anno precedente. Come proconsole e generale di due legioni romane aveva sicuramente l'imperium e mi chiedevo se lui avesse apposto il titolo di IMPerator già all'inizio della campagna militare, con una produzione soprattutto propagandistica e magari destinata già alla prima o meglio seconda rata dello stipendium (non dimentichiamo che normalmente lo stipendio annuale di un legionario, che allora ammontava a 225 denari, veniva pagato in tre rate: a Gennaio, Maggio e Settembre). Appare in questo caso ovvio che il buon esito della breve campagna militare ha reso poi superfluo continuare la produzione del denario a proprio nome, essendo più economico urilizzare il denaro reso disponibile da conquiste e sequestri. Calvino riuscì a raccogliere sufficiente oro per poi tornare a Roma e celebrarvi il trionfo nel 17 maggio 36 a.C., rinunciando anche alla coronarium aurum (corona d'oro, messa a disposizione da Roma stessa) e poi procedere al costoso restauro, in marmo bianco, della Regia, che era danneggiata da un precedente incendio, confermando il suo stretto legame con la casta sacerdotale dei Pontefices.1 punto
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Veramente si parla di una moneta che non è mai stata vista fino ad oggi, ma solo descritta, quidi un autore, Mariano Sollai ha definito questa moneta inesistente e da considerarsi comunque un falso, quindi non so se presente come falso nel libro sul Cigoi, comunque sarebbe interessante poter sapere se magari è catalogata anche questa presunta moneta tra i falsi.1 punto
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Se era una moneta di una certa importanza sarebbero già intervenuti :rolleyes:1 punto
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Gianfranco: "Dò per ora il mio contributo con un "pentargiro" credo di Honorius (anche se le lettere sono un po' dubbie); pesa 2,4 g. e l'avevo classificata come: Antiochia, RIC IX, n. 69e". Salve a tutti, una piccola correzione: questo decargiro ridotto è di Onorio (l'unico con legenda senza interruzioni) per Costantinopoli Δ, Ric IX, 89c (Aes III). Marcus Didius1 punto
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Posso già iniziare ad anticiparti che a parer mio è una medaglia di produzione centro Italia della fine del '600 con san Michele Arcangelo e le anime del purgatorio.1 punto
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@@417sonia Buona sera Luciano, Nella Rivista italiana de numismatica e scienze affini. Anno 23, 1910 c'è un bell'articolo di Paul Bordeaux Intitolato "Les Sequins Vénitiens contremarqués de caractères arabes" che descrive molto bene gli zecchini contromarcati ed indica che nella collezione di Sua Maestà erano presenti: Da Ponte, Donato, Pesaro, Dom. Contarini, Luigi Contarini, Cornaro. Quindi non l'Alvise Contarini.1 punto
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Locandina già presente in Panorama Numismatico di aprile. Il resto del programma lo renderemo noto a fine maggio. Ci sarà anche un convegno scientifico sulla numismatica del periodo napoleonico e dell'epoca della Restaurazione nella giornata di sabato ma forse ........ chissà ....... anche venerdì per gli amanti delle monete antiche.1 punto
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bello il 5 ДИНАРА. (100 ° anniversario della dinastia) :good:1 punto
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Le mezze piastre non riportano i tre gigli sulla palla de'Medici nello stemma. :) L'esemplare di @togliluca è in conservazione eccezionale perchè dopo il 1986 vennero fuori da Napoli molti esemplari eccezionali sia del III che IV tipo datati 1845 e 1846 ma fino a quel momento le mezze piastre sopracitate erano considerate rarissime. Ecco ad esempio una testimonianza di una quarantina di anni fa. http://ilportaledelsud.org/bcnn1969.pdf1 punto
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Norvegia. L'unione con Shweds.Oscar II (1829 — 1907). 2 KRONOR. Il Regno Di Serbia. Petar I Karađorđević (1844 — 1921). 2 ПАРЕ. 2 ДИНАРА. 5 ДИНАРА. (100 ° anniversario della dinastia)1 punto
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Nando ciao,che rilievi guardi? Il seno è quasi piatto lo scudo è fuori fuoco quindi non giudicabile...al dritto la ciocca di capelli già bassa di suo, e piatta...non escludo,con foto nuove e migliori di vedere anche tracce di pulizia(hairlines)...non oltre il bb. Simone.1 punto
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Si certamente... Al liceo scientifico dove andavo io in ogni aula sia della sede sia della succursale era presente un computer e un proiettore, d'altronde con l introduzione del registro elettronico è necessaria la presenza del computer in ogni aula1 punto
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Il Belgio. Leopoldo II° (1835 – 1909). 5 CENTIMES. Leggenda francese. 5 CENTIEMEN. Leggenda fiammingo. 10 CENTIEMEN. Leggenda fiammingo. 10 CENTIMES. Leggenda francese. 1 FRANC. 2 FRANKS. Granducato di BADEN (GERMAN STATES). Friedrich I°(1826 — 1907) 10 MARK.1 punto
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Bellissimo tema, ricco di molte sfacettature. per esempio: L'architettura romana nelle immagini dei medi e grandi bronzi neroniani.1 punto
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Ecco la domanda di oggi , come si possono distinguere da una foto, e con un semplice colpo d'occhio, senza sapere il peso, se si tratta di un Saluto o del rarissimo Mezzo Saluto d'argento di Carlo d'Angio'? La risposta, confrontanto i moltissimi esemplari di Saluti, con quei pochi Mezzi Saluti conosciuti non e' stata semplice, ma mi fa piacere condividere con voi questa mia scoperta. Nei Saluti i piedi dell'arcangelo sono sempre piu' in basso rispetto al vaso , nel Mezzo Saluto i piedi sono allo stesso livello della "bocca" del vaso :) Guardate le foto per capire meglio , e fate tesoro di questo mio regalo di oggi :) Se avete capito , quali di questi e' un Saluto e quale un Mezzo? :P1 punto
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Se intendete che il denaro di Sebastiano Ziani contiene il 931/1000, ehm non siete tanto fuori, più o meno del 350% in più rispetto alla realtà . Secondo analisi chimiche in genere molto affidabili (da Papadopoli in poi) i denaretti dello Ziani contengono c. il 270/1000 di argento. Credo che questo 'lieve' errore sia determinato da un lato dalla difficoltà di misurare il volume esatto di una moneta di forma curva con spessore variabile, e dall'altro e dal peso specifico di argento e rame c. 10,5 e c. 8.9 rispettivamente, che è troppo vicino per consentire analisi a spanne. Sempre che io abbia capito bene cosa avete fatto :) Ciao, Andreas1 punto
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ma dai , sai che mi piace scherzare :) , io so benissimo che sei molto preparato e mi piacciono sempre i tuoi interventi. volevo solo farti vedere bene la moneta col ritratto dai capelli lunghi di Ferdinando II :)1 punto
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Glielo sintetizzo: una moneta del Sec XVIII in fdc ancora la devo trovare per i grandi moduli. SPL è una conservazione eccellente BB una conservazione ampiamente collezionabile. Comprate le monete che vi piacciono e infischiatevene della presunta conservazione, tanto non è mai quella che si pensa essere :) :) :)1 punto
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Riforma monetaria del Costa Rica ha causato questo 50-centimos del 1903 essere ridenominato come un pezzo di 1-colon nel 1923. Questo pezzo d'argento (29mm, 10gr, .900) è il fratello maggiore della Costa Rica counterstamp all'anno 1887, all'interno di questo thread. Questi 1903 pezzi di 50-centimos furono colpiti sia a San José e Philadelphia—le monete sono detto di essere indistinguibili da zecca—e furono tra i 460.000 (Krause dice 421.810) pezzi 50-centavos e 50-céntimos costaricano datata tra il 1880 e il 1918 per essere impiegato come "ospite monete" per i 1923 pezzi di 1-colon creati da counterstamping. Quanto tempo questi counterstamps argento rimase in circolazione non posso dire, ma i primi scopo-colpito 1-colon pezzi sono 350.000 rame-nichel monete coniate a Philadelphia nel 1936—ma datato 1935. :) v. -------------------------------------------------------- Costa Rica’s monetary reform caused this 1903 50-centimos to be redenominated as a 1-colon piece in 1923. This silver piece (29mm, 10gr, .900) is the big brother of the Costa Rican counterstamp at year 1887 within this thread. These 1903 50-centimos pieces were struck at both San José and Philadelphia—the coins are said to be indistinguishable as to mint—and were among the 460,000 (Krause says 421,810) Costa Rican 50-centavos and 50-centimos pieces dated between 1880 and 1918 to be employed as “host coins” for the 1923 1-colon pieces created by counterstamping. How long these silver counterstamps remained in circulation I cannot say, but the first purpose-struck 1-colon pieces are the 350,000 copper-nickel coins minted at Philadelphia in 1936—but dated 1935. :) v.1 punto
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Scusa, cerco di spiegarmi meglio. "Eravamo neofiti anche noi, e pure noi ci siamo presi le nostre belle "sole"..." Con questo non intendevo, e non intendo tutt'ora, dire che imbrogliare un neofito sia giusto, men che meno per il fatto che tutti noi, chi più e chi meno, per la forca caudina dell'imbroglio ci è passato; certamente un venditore che spaccia per fdc una moneta ripulita e lucidata è un impostore, ma diverso è il discorso, secondo me, per un venditore che vende una moneta senza dichiararla fdc ed ad un prezzo decisamente basso. Un esempio: se una 2 € CC Belga Atomium in fdc la trovi sul mercato a 20/30 euro, la stessa ripulita e lucidata quel venditore la dava a 4,50 euro; ora converrai con me se se trovi una moneta così a quel prezzo ciarriverai da solo che non può essere fdc; ecco, un neofita, o un ingenuo, in questo caso potrerbbe pensare di fare il colpo della vita, vedendo la moneta bella luccicante e splendente, però certamente non può pensare di trovarla a quel prezzo... In questo senso penso che "neofiti eravamo anche noi"; certo, se poi qualcuno le vende come fdc a 30/40 euro allora è un farabutto, da cercare di incontrare de visu per fargli sentire sulla sua pelle quello che pensiamo di gente come lui. Se poi uno ad una bancherella, o per ebay, compera un'ape 1919 di Vittorio Emanuele spl a 10 euro, e poi si accorge di aver preso una patacca, scusa, ma questo fa parte dell'esperienza che uno acquisisce con il tempo... Spero di aver chiarito il mio pensiero, altrimenti ci riproverò.1 punto
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Il mito di Europa Racconta il mito che Zeus vide un giorno Europa mentre raccoglieva fiori in un prato vicino al litorale fenicio e se ne innamorò. Per farla sua si trasformò in un toro domestico, bianco e profumato di zafferano, che si avvicinò alla fanciulla invitandola a montargli in groppa stendendosi ai suoi piedi. Presa dal suo fascino, Europa salì sul dorso del toro-dio che la portò con sé attraverso il Mediterraneo per approdare a Creta. Ma, giunto sulla terraferma, Zeus rivelò la sua vera identità e tentò di usarle violenza. All’inatteso rifiuto della bella Europa, Zeus si trasformò in aquila riuscendo a sopraffarla in un boschetto di salici o, secondo altri, sotto un platano sempre verde. Europa divenne la prima regina di Cipro e dalla sua unione con Zeus nacquero Minosse (che fece costruire il labirinto raffigurato sul rovescio della moneta), Radamanto, Sarpedonte e forse Carno, tutti adottati in seguito da suo marito Asterione re di Creta. Dei fratelli il più famoso è Cadmo che fondò in Grecia la città di Tebe e al ritorno del suo lungo viaggio portò con sé le lettere dell’alfabeto che, sempre secondo la leggenda, furono adottate dai fenici. I figli di Europa, che erano semidei, dopo morti divennero giudici nel mondo dell’oltretomba. Zeus fece a Europa tre doni: Talo, l’uomo di bronzo che sorvegliava le coste cretesi, Laelaps, un cane molto addestrato, e un giavellotto che non sbagliava mai il bersaglio. Inoltre ricreò successivamente la forma del toro bianco nelle stelle che compongono la Costellazione del Toro. Dopo la morte di Asterione consorte di Europa, Minosse divenne re di Creta e in onore suo e di sua madre i Greci diedero il nome ‘Europa’ al continente che si trova a nord di Creta. C’è quindi uno stretto legame tra le raffigurazioni sulle due facce di questo bronzo: da un lato Zeus nelle sembianze di un toro, dall’altro il labirinto, l’alloggio del Minotauro nato da Pasifae e dal toro donato da Poseidone a Minosse. E c’è da tener presente che Zeus e Poseidone erano fratelli. Senza dimenticare infine l’attualità del diritto di questo bronzo perché il mito di Europa è raffigurato sulla moneta da due Euro della Grecia. Non so se gli amici della sezione Euro sono d’accordo, ma a mio parere il due Euro della Grecia occupa con il nostro di Dante il primo posto della graduatoria di queste emissioni per valore storico e stilistico. apollonia1 punto
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Solo ora, al ritorno dalle vacanze, ho potuto leggere il numero. Complimenti al nostro Adolfos, che oramai sulle zecche medievali laziali....non teme confronti :blum: e al nostro Petronius che sulla numismatica americana ne sa davvero molto...non si direbbe essere il primo articolo cartaceo, e speriamo ne seguano molti altri.1 punto
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