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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/02/15 in Risposte

  1. Car.mi, cerchiamo di fare un po' po' di chiarezza, le monete dei re d'Italia e poi degli imperatori sassoni con largo bordo non coniato, croce chiodata e molti altri elementi stilistici sono sicuramente di Venezia, è difficile dubitarne. Va be' che la discussione è l'anima dei siti di 'discussione', ovviamente, ma non si possono prendere tutte le ipotesi fatte nel corso dei secoli e metterle tutte sullo stesso piano, come se il mondo avesse aspettato noi ed i forums numismatici per andare avanti. Anche le discipline umanistiche hanno una loro metodologia scientifica e ci sono dei risultati che sono assolutamente oggettivi: ad esempio, se viene rinvenuta una moneta sigillata sotto il pavimento della Chiesa di San Crispino vergine e martire, o qualcosa del genere, pavimento che sappiamo essere stato completato nel 1320 e non ha avuto rimaneggiamenti, quella moneta non può essere posteriore al 1320, non ci piove. Ogni ulteriore discussione è pura perdita di tempo. Quindi risultati di questo tipo non possono esser rimessi in discussione solo perché nel principale testo di riferimento, magari vecchio di un secolo, era scritta un' altra cosa. C'e sempre una cosa diversa scritta prima, ma non per questo mettiamo ancora in dubbio che la terra sia rotonda, o no? Tra l'altro sapete perché le monete con Christiana Religio senza indicazione di zecca sono state attribuite dal CNI a Milano? In realtà no lo sa nessuno, ma temo perché gli Gnecchi nella loro precedente opera sulle monete milanesi avevano deciso di attribuire a questa zecca solo i pezzi senza indicazione di zecca che appartenevano a re o Imperatori cui si potevano assegnare anche monete con l'esplicita indicazione di Milano, e non tutti gli esemplari senza indicazione di zecca, come molti suggerivano...bontà loro. Quindi di fatto una motivata attribuzione a Milano non è mai esistita. Per fortuna in internet si trovano tutti gli elementi possibili ed immaginabili per verificare la validità il dell'ipotesi di Grierson, che può considerarsi la prima attribuzione motivata di questa serie, visto che è stata proposta addirittura nel 1869 dal Kunz, sia pure in modo scherzoso, onde non irritare la suscettibilità del Promis che invece aveva pensato con dubbio a Pavia (v. testo al sito qui sotto, pp. 78-79, nota 1 http://www.numismaticaitaliana.org/biblioteca/files/riviste/pnumsfrag1869.pdf) Proprio nei fascicoletti del Museo Nazionale Romano, citati sopra, tutto è spiegato con molta chiarezza. e nel web trovate anche altri lavori nei quali si racconta che proprio quelle monete sono le sole attestate nei rinvenimenti dalle aree dove le fonti testimoniano la circolazione di moneta venetica. Anche questa è una prova oggettiva non da poco, oserei dire. Detto questo, il problema sorge per l'esemplare con BERENIKARIVS, per colpa di quella K, che riguardo ad alcuni esemplari più antichi Grierson aveva ritenuto fosse un segno caratteristico di una possibile zecca a Verona. Per questo l' esemplare del tipo qui in discussione è stato assegnato con dubbio a Verona dal Gianazza, nel suo fascicolo del Museo Nazionale Romano, ma basta leggere le note sottostanti per capire che anche lui ritiene quel'attribuzione estremamente dubbia, ed io concordo con lui. Per altri tipi di monete a nome Berenikarius, devo dire, la somiglianza con i esemplari di Venezia è meno stretta, e su quelli si può discutere. Tutto questo, tuttavia, non mina in alcun modo l'attribuzione Kunz-Grierson-Murariana della serie nel suo complesso a Venezia, anche perché l'attribuzione a Milano a tutt'oggi non sappiamo perché sia stata proposta. Pavia un minimo di senso potrebbe averlo (era la capitale e la sua zecca era la al vertice della struttura monetara del Regno), ma Milano? Un caro saluto, Andreas
    5 punti
  2. Ma infatti il metallo vile sottostante non sempre fuoriesce, anche se molto spesso sì con una usura importante. Tornando al denario oggetto della discussione, non è sufficiente un peso sotto la media per definirlo suberato (lasciamo stare il "sicuramente") a mio parere. Occorrono altri elementi e nelle foto allegate non sembrano essercene. La ragione del sottopeso quindi è ragionevolmente da ricondursi alle dimensioni ridotte del tondello, come evidente dalla assenza di perlinatura su tutto il lato sx del D\ e dalla quasi assenza di legenda su questo lato. Con ciò non sto dicendo che non possa essere eventualmente un suberato, ma che non sono visibili elementi tipici del denario suberato, almeno fin qui non sono emersi, nelle pur ottime foto di fabietto83.
    4 punti
  3. Che ve ne pare di questo "gioiellino"?
    3 punti
  4. Io ho fatto proprio così, era l'unico compromesso sensato. Fosse per me non solo Andorra...
    3 punti
  5. @@Lay11 ciao,guarda da L di EMANULE e la parola RE...nella parte superiore presentano una depressione....è una caratteristica di un particolare tipo di falso.
    2 punti
  6. ll puntino tra la V e la E di EMANVELE e' presente solo nei falsi. Saluti Marfir
    2 punti
  7. Come ben si sa, valutare delle fotografie implica dei limiti (non solo la tecnica fotografica ma anche i diversi criteri di ogni occhio che giudica una foto... che sono alla base di tantissimi fraintendimenti ). Premessa doverosa, che incide, e non poco, sul giudizio di conservazione che possiamo formulare attraverso uno schermo. Altro fattore: Pareri di conservazione espressi sulle perizie, e, forse, ancora poca esperienza nel valutare una moneta di questa tipologia. I pareri tali sono e tali rimangono. Tante volte... anzi... diciamo sempre, viene raccomandato di visionare le monete in mano. Un perchè ci sarà... Visionare monete in mano, tante e tante monete, con il tempo (come per tante altre cose) si svilupperà un "occhio" critico sulla conservazione. Anche a me è capitato acquistare una moneta per FdC, e poi non arrivava neppure a qFdC. Sono i rischi del comprare a distanza. Le alternative a queste problematiche ci sono, basta attrezzarsi. Rimane il fatto, che a livello soggettivo, saper distinguere i giusti gradi di conservazione, è molto molto più importante che saper fare anche una bella foto, e poi chiedere pareri al forum. Questo perchè come sopra scritto i pareri sono espressi tramite visione fotografica (e mi sembra di aver espresso con una certa oggettività quali e quanti sono i limiti di questa via). Quindi, una volta raccolti vari pareri, si è soli con la moneta: Noi e la moneta... stà moneta, all'atto pratico, solo noi possiamo sapere come veramente è! Se si hanno dubbi sul quarto di punto, ok, non è un problema. La soggettività ci sta benissimo nella formulazione di un grado di giudizio. ma qui, si sta spaziando tra lo Spl/FdC ed il qSpl... che è bel altra cosa. I confronti monetali, van fatti monete alla mano, non tramite foto ;) Quindi, se posso permettermi di fare una morale alla fine di questo sproloquio: Vedete tante tante tante tante tante tante monete in mano. Fino all'emicrania!!!! Confrontare, esaminare ma non comprare permette di concentrarsi con mente rilassata e distaccata e farsi un'idea propria. Chiedo scusa se il mio commento potrebbe sembrare saccente, prolisso o che non dice nulla... Credo però di aver espresso con maggiore particolarità, il concetto sintetico ma lapidariamente esatto espresso sopra dall'utente @@piras fab
    2 punti
  8. A parte le già citate magiche pozioni che non oserei mai impiegare sulle monete che preferisco, greche e romane, credo che sia opportuno distinguere tra patina naturale, patina artificiale e incrostazioni di vario tipo. La prima è quantomai desiderabile: esalta i rilievi e le legende, rendendo più fascinosa la moneta, in quanto parte integrante della sua storia. Sappiamo che patine diverse si creano in ambienti diversi. La seconda non è compatibile con la veridicità e con la storicità del pezzo: fa parte del restauro pesante, eseguito a fini commerciali. Le incrostazioni invece sono ciò che dovrebbe essere rimosso, nelle dovute maniere, per ridare alla moneta l'originale aspetto: mi riferisco per esempio a vecchi accumuli di polvere e cere, usate da precedenti proprietari quali protettivi, che possono soffocare i rilievi e "spengere" la bellezza del pezzo. Questo è, ovviamente, il mio modesto parere. Milone
    2 punti
  9. Ricordo che non necessariamente in una moneta suberata si debba SEMPRE vedere tracce di metallo vile. In rari casi lo strato di argento resta compatto, specie in monete di buona conservazione, e spesso bisogna sentire il suono della moneta quando cade sul tavolo in confronto a un denario in buon argento.... anche se la prova più decisiva è il taglio della moneta (una pratica naturalmente poco seguita...). In ogni caso, una moneta realmente suberata (quindi con una anima di rame) ha lo strato di argento che è veramente molto sottile, per cui se subisce una esfoliatura, è praticamente impossibile che rimanga ancora compatto e dovrebbe affiorare il vile metallo sottostante. Gli esempi dei denari di Marco Antonio come quelli soprariportati sono più delicati, in quanto è ben noto che questi denari hanno un titolo più basso in argento (e anche talvolta peso ridotto) rispetto al circolante e quindi possono sembrare suberati senza esserlo...
    2 punti
  10. è oltraggioso definirla falsa , è un tentativo di falso
    2 punti
  11. Buongiorno a tutti. Ho acquistato oggi pomeriggio ad un mercatino/convegno qui a Treviso le seguenti monete: - USA Liberty Seated Dime 1841 - USA Liberty Seated Dime 1877 cc La conservazione non è delle migliori ma ancora mi mancava la tipologia perciò ne ho approfittato. Con 20€ ho portato a casa la coppia. Attendo vostri pareri su conservazione, opinione prezzo d'acquisto e tant'altro
    2 punti
  12. SPL/SPL non l'avevo mai sentita!!! ;)
    2 punti
  13. e questo è il cavallo
    2 punti
  14. A scanso di equivoci pongo a confronto l'esemplare Plasmon (con opportune correzioni di colore fotografico), che non ha NESSUN valore, con un esemplare autentico (del medagliere di Berlino). Confermo che la riproduzione moderna di Plasmon non è in argento, ma in una lega simile alla latta ed ha un diametro leggermente maggiore ed è fusa, con caratteristico bordo appiattito. Invece la moneta originale, molto rara, è coniata in argento (se autentica vale diverse migliaia di euro....) Falso del Plasmon Denario autentico (Berlino) g. 3,50
    2 punti
  15. :yahoo: Taglio: 2 cent Nazione: San Marino Anno: 2004 Tiratura: 1.395.000 Conservazione: BB+ Città: Milano
    2 punti
  16. @@alessandro1970, Di niente, :good: fossero questi tutti i problemi.... :D
    2 punti
  17. ____ Souvenir per turisti... così definisce un sito spagnolo le monete spicciole della Mongolia sino al 500 Tugrik (moneta quest'ultima del valore di circa 20 cent di euro al cambio). In realtà sono solo i centesimi denominati "Mongo" ( nei valori da 1-2-5-10-15-20-50 non più coniati dal 1981 in poi ) a non circolare più come mezzo di pagamento a causa del loro valore inesistente. Il "Togrog" venne introdotto nel 1925 con un tasso di cambio pari al Rublo russo (18 grammi d'argento), dopo la caduta del comunismo la svalutazione lo riduce ai minimi termini. La parola in mongolo "togrog" significa letteralmente "cerchio" od "oggetto rotondo", quando nacque la nuova valuta sembrava che alludesse alla forma rotonda delle monete, era stato utilizzato invece come riferimento a qualsiasi oggetto circolare, ma il termine più appropriato per i mongoli è... "Luna piena". Ci vogliono quasi 2.200 pezzi di questa mia monetina in alluminio da un Mongo (di grandezza pressoché uguale ad un nostro ex 5 lire in alluminio) per formare un solo centesimo di euro. che fine ingloriosa... chissà cosa penserebbe Gengis Khan.
    1 punto
  18. Buonasera @@claudioc47, fantastico rame rosso, complimenti! :)
    1 punto
  19. ciao @@latino dovrebbe essere un quattrino ll serie(stemma a targa) di cosimo l de medici duca della repubblica di firenze 1537 1557 ma non so dirti quale delle 4 varianti presenti sul catalogo numismatica italiana che puoi consultare tu direttamente.non riesco da questo apparecchio a inserire il link scusa e buona serata.
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  20. è vero! solo ora ci faccio caso! grazie per la tua gentile e competente risposta, un saluto.
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  21. Caro @@dabbene, no, par bleu :D, non tutte le monete col tempietto sono da attribuire a Venezia. A Venezia come ho accennato vanno attribuite solo quelle riconoscibilissime perché molto scodellate, con il largo bordo non coniato, la croce chiodata (cioè con un punta alla fine di ogni braccio) e la forma del tempietto e delle lettere molto simile a quella delle successive monete con VENECIA databili dal 1002 in poi (a parte un unico esemplare a nome di Ottone). Non ci si può sbagliare, le due serie sono praticamente identiche. Tutte le altre monete col tempietto di stile italico vanno distribuite fra Milano, Pavia, forse Verona e ancora più dubitativamente Modena. Quelle attribuibili a Venezia sono certe, quelle da distribuirsi tra Milano e Pavia abbastanza sicure, seguendo le indicazioni di Grierson, quelle assegnate a Verona invece molto ipotetiche. Nessuna è stata finora attribuita a Modena. Comunque la situazione è esattamente quella illustrata dal Gianazza nei fascicoli 10 e 12 dei materiali del MInistero: almeno per quanto riguarda le monete lì attribuite senza punto di domanda, quello più o meno è lo stato offerto dalla bibliografia più recente ed aggiornata. Saluti, Andreas
    1 punto
  22. caro @@Silver70 forse ancora non hai capito che in questo campo non bisogna fidarsi di nessuno (o quasi) e cercare di farsi un proprio bagaglio tecnico per valutare da se le monete d'interesse... È brutto da dire ma è la verità....
    1 punto
  23. Campionissimi .... è sono 4! :pleasantry: :clapping: :D :beerchug:
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  24. @@joker67 purtroppo l'episodio da te citato non mi stupisce affatto... Occorre distinguere i casi però, talvolta infatti le "patine brutte" possono essere patine posticcie create dal venditore a somiglianza di quelle antiche (questo perché la moneta è stata spatinata a causa di un restauro più o meno maldestro, o perché dotata di una patina non particolarmente affascinante. Talvolta si va per migliorare le cose e invece non si fa altro che peggiorarle... al punto da insinuare il sospetto che un pezzo buono possa essere invece falso Lì è chiaro che valga di più una moneta riportata alla propria vera luce, patina modesta ma naturale o non patina (come il caso degli argenti). Il mercato delle classiche è troppo instabile e capriccioso, segue gusti troppo naïf e altalenanti per poter avere un quadro meccanico della situazione. Perché i fattori in gioco sono troppi...
    1 punto
  25. @@Sanni ecco le foto più grandi.
    1 punto
  26. Non piacciono nemmeno a me, come del resto non mi piacciono le banconote plastificate, sono tecnologiche, variopinte e nulla più. Ma se il futuro (spero il più tardi possibile) sono le carte di credito, che è comunque plastica, preferisco di gran lunga queste.
    1 punto
  27. Ecco nuove foto!! Grazie a tutti per i commenti.. :hi: :hi:@@Alex-Vee @@lele300 @@cembruno5500 @@angelonidaniele @@Luca Pantano @@visroboris @@claudioc47 @@miza @@tognon @@nando12
    1 punto
  28. Da quel che vedo, sembra una GLORIA ROMANORVM di Onorio, DNHONORIVSPFAVG, databile al 392-395 d.C. La zecca dovrebbe essere Heraclea, SMHB in esergo e stella in campo destro. Moneta non comune. RIC IX Heraclea 27c variante 3. Questo è un esempio del 27c variante 2, senza stella in campo a destra
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  29. SALVE A TUTTI...QUALCUNO MI PUO' AIUTARMI,DI COSA PUO' TRATTARSI??? E' UNA PROVA DI COSA???GRAZIE.
    1 punto
  30. Ciao, i cavalli di Innocenzo VIII riportano in alcuni casi errori più o meno evidenti ( uno che ho visto di recente aveva al rovescio LIBERTVSA). Ci dovrebbe essere un volume specifico sulle varianti di queste emissioni dall'altissimo valore storico, purtroppo al momento non riesco ad essere più preciso...
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  31. è il solito discorso del rame rosso, se naturale tale rosso costituisce già una patina: quelle monete in origine erano gialle, pressappoco come le 200 o 20 lire. Il rame, senza patina, non è rosso, e di fatti nei punti di maggiore stress nella coniazione (intorno ai tipi e alle lettere della legenda per esempio) per ragioni chimico-fisiche capita che il metallo mantenga una colorazione più simile al giallo di origine (ovviamente in esemplari non circolati). è pur vero, purtroppo, che per ragioni commerciali si preferisca alleggerire anche tale patina.
    1 punto
  32. Un augurio a Massimo, che non credo possa rispondere un gran che, essendoci, da quanto capisco, un'istruttoria in corso.
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  33. Mi dia del tu, la prego, ho 27 anni e condividiamo la stessa passione numismatica. Ti rispondo in maniera indiretta, da perfetto ignorante che non ha mai pulito una moneta è da non collezionista di monete classiche. I metodi di pulizia per immersione sono diversi, non solo il liquido in oggetto (che peraltro pare lasci la moneta "sbiancata" se non usato con criterio) ma ve ne sono altri (alcuni metodi custoditi gelosamente da professionisti numismatici come "segreti del mestiere"). Il dato che Ti interessa è diverso, e non va ricercato sulle modalità della pulizia, quanto piuttosto la "cultura" e "sensibilità" della platea di collezionisti che si approcciano al pezzo ed alle aste. Paradossalmente, aggiungerei in maniera scandalosa, al collezionista americano piacciono le monete luccicanti (perché nella loro scala di conservazione la lucentezza del metallo ha una rilevante importanza nella determinazione del grado!!) e, fatalmente, non solo a lui! Perché questo "movimento" ha fatto parecchi proseliti in Italia. Si tratta di una pura moda estetica che di estetico ha davvero poco e che, soprattutto, degrada il valore della numismatica e, a mio modesto avviso, anche del pezzo. Siamo arrivati al punto , e lo vedo ogni giorno, che la "antica patina da monetiere" è diventata un peso fastidioso da eliminare quanto prima. Le fantasmagoriche patine rainbow sono diventati orpelli scomodi... C'è chi è assolutamente convinto che tornesi di 200 anni fa si siano mantenuti "naturalmente" in fdc rame rosso fiammante. Scherziamo?!? È una moda orribile che però può essere validamente sfruttata dal collezionista intelligente e studioso.. Se ho la possibilità di comprare il pezzo patinato alla metà del prezzo di quello luccicante, ben venga! Sono più contento io, o forse sono solo uno che non segue le mode... e in effetti non lo sono mai stato :P
    1 punto
  34. Sul prossimo monetiere volevo incidere lo stemma di Ferdinando il Cattolico... Che ne pensate? Anche il Toson d'oro farebbe la sua bella figura....
    1 punto
  35. 1 punto
  36. Bella e importante moneta. Importante perché, unica della serie degli scudi stretti e larghi, porta in esergo il valore (VIII = 8 soldi) e questo ci dice che, nel periodo di emissione di questa moneta, lo scudo era salito al valore di 136 soldi, ossia 6 lire e 8 soldi. Poi è una delle monete che nascondono un piccolo mistero: è stata emessa dal 1653 al 1656 ma è strano che del 1656 se ne conosca un solo esemplare (che era nella collezione del Re Vittorio Emanuele III ...chissà se c'è ancora ...) ...possibile? ...e gli altri esemplari dove sono finiti? Sappiamo che a luglio di quell'anno Genova fu colpita da una terribile epidemia di peste, che durerà due anni, la zecca sospese l'attività e fu riaperta solo sul finire del 1657. Come ringraziamento il 30 dicembre 1657 fu cantato solennemente il Te Deum e si fece una processione. Rientrarono in città oltre 30.000 persone che erano fuggite. Da gennaio a luglio del 1656 la zecca comunque operò quasi regolarmente e dai registri della zecca risulta che in quell'anno furono battuti scudi (comprensivi di multipli e sottomultipli) per 36.119 lire che, pur essendo molto poco rispetto al solito, fanno presumere che ci fu almeno una produzione normale di questo nominale. C'è da aggiungere che nel 1715 e 1718 furono ripresi i vecchi coni e riconiata questa bellissima moneta.
    1 punto
  37. Ciao non è suberato ha solo un tondello ridotto, con un'usura del genere specialmente sui rilievi più esposti come la testa avrebbe inevitabilmente esposto il metallo sottostante. Silvio
    1 punto
  38. La moneta postata da Claudio mi sembra in buone condizioni. Non è una moneta tanto rara ma di buon interesse, la cui storia si può trovare (al solito...) http://www.roth37.it/COINS/Palestine/index.html Molto più rare quelle del suo successore Erode Antipas Ne posto un paio di Erode Archelao che fanno parte della mia modesta collezione:
    1 punto
  39. Regno di Prussia. Wilhelm II° (1859 — 1941) 3 MARK. (100 ° anniversario della vittoria su Napoleone) 3 MARK. (25 ° anniversario del regno di Guglielmo II) Libera Città Anseatica Di Amburgo 20 MARK. Paesi Bassi. Wilhelmina (1880 — 1962). 10 GULDEN. La prima repubblica portoghese 2 CENTAVOS. 20 CENTAVOS. 50 CENTAVOS.
    1 punto
  40. ______________ 1913 Impero Russo Nicola II° (1868-1918) 20 Kopeks - Argento .480
    1 punto
  41. a mio modesto parere, avendo anche visto bellissimi suberati, credo che questo non lo sia, perché la parte mancante a sinistra, rivelerebbe la "suberatura" :) scusate il termine, che invece appare assente la vedo così....ma sono aperto a altre idee
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  42. per la gioia di tutti...COLPO DI SCENA!
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  43. Sono mesi che non posto più nulla, oggi finalmente qualcosa di interessante trovato in circolazione................ :lol: Taglio: 2 euro TYE Nazione: Malta Anno: 2012 Tiratura: 500.000 Condizioni: qSPL Città: Comacchio (FE)
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  44. Taglio: 2 euro CC Nazione: Francia A Anno: 2015 Tiratura: 4.000.000 Condizioni: SPL Città: Nizza Note: News
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  45. IL Circolo Numismatico di Beinasco inizia con una lista di volumi da donare ai giovani a Verona. Biagio Ingrao I falsi d'epoca nella monetazione sabauda. Biagio Ingrao ( a cura di ) Scritti numismatici in ricordo di Domenico Rossi. Paolo Pitotto IGIENE- BENESSERE Testimonianze attraverso gettoni, medaglie, placchette. Associazione Culturale Italia Numismatica. Quaderno n.5/2010 Quaderno n.6/2011 Benedetto Carroccio La monetazione aurea e argentea di Ierone II. Forza giovani le prenotazioni sono aperte. Blaise
    1 punto
  46. @@alessandro1970, Specialmente in questa conservazione, comunque autentica con quasi 12.000.000 circa di coniazioni.
    1 punto
  47. Ecco le foto fatte con la reflex. Che ne dite? Saluti a tutti i numismatici!
    1 punto
  48. Cerco di seguire l'ordine delle questioni come posto da Rob, facendo una premessa che ho cominciato solo da un anno e mezzo ad occuparmi di monete medioevali e quindi di avere ancora molti dubbi e lacune. Per quel che riguarda la tecnica di coniazione le monete fino a Enrico V sono per lo più piatte con il bordo rialzato più o meno irregolare. Da quando Venezia decide di coniare con il nome dei dogi i denari diventano chiaramente scodellati. Anche l'unico esemplare di Vitale II Michiel che ho potuto esaminare di persona è scodellato. Per quanto riguarda i denari del periodo di Enrico IV o V effettivamente sono di difficile datazione. Certamente il peso ha la sua importanza. Gli esemplari più pesanti arrivano a gr.0,80 e quelli più leggeri a gr.0,15. Cambia anche il diametro che va sempre più restringendosi. Ovviamente quelli leggeri sono più tardi. I primi ad essere coniati (e quindi da attribuirsi senz'altro a Enrico IV) sono quelli che presentano la testa di San Marco senza perline. Su questi esemplari la leggenda è chiaramente leggibile. Calando il peso cala anche la leggibilità della leggenda che, soprattutto nel rovescio diventa una serie di simboli a caso. Qundi credo che si possa fare una sequenza di coni dal più pesante al più leggero, dal più largo al più stretto. La leggibilità invece credo che dipendesse dall'istruzione dell'incisore e non necessariamente ha una sequenza. Non ho notato particolari differenze nella croce e la scodellatura non credo che fosse cercata come nei coni dei denari e bianchi successivi. Resto in attesa di Vostri pareri, anche perchè l'argomento mi interessa molto... P.S. Dovrebbe esserci uno studio del Prof.Saccocci sulle monete di questo periodo pubblicato sulla R.I.N., ma purtroppo non sono ancora riuscito a reperirlo.
    1 punto
  49. Ringrazio Rob e sono contento che sia d'accordo sulle differenze di conio e, quindi, sull'attribuzione. Il Grierson attribuisce Berengario a Venezia, Ugo ''forse'' a Venezia e gli Ottoni non sono compresi nel primo volume del MEC. Però le similitudini stilistiche sono talmente evidenti che mi sembra di poter dire che o sono tutti della zecca di Venezia o non lo è nessuno. Propendo per la prima ipotesi e in ogni caso non li considero della zecca di Milano proprio per le differenze stilistiche con le monete sicuramente di questa zecca. Per quanto riguarda il discorso commerciale, pure qui sono concorde con Rob sul fatto che una città commerciale come lo era Venezia, non poteva fare a meno di ''sfruttare'' la sua potenza commerciale anche nel campo della coniazione di monete. In un'altra monetazione che conosco bene, quella del Regno di Polonia, succede che le monete d'oro sono coniate nella stragrande maggioranza da Danzica, mentre il regno ne conia pochissime, perlomeno fino alla fine del '600. Resta la questione giuridica. Venezia all'epoca teoricamente era un dominio dell'impero bizantino. Tuttavia questa dipendenza era più di facciata che reale. Quindi penso che nemmeno l'imperatore bizantino potesse impedire che Venezia facesse dei trattati commerciali con i carolingi che comprendessero anche il diritto di battere moneta e di ricavarne l'aggio. Comunque credo che la materia sia feconda e meriti di essere approfondita.
    1 punto
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