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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/25/15 in Risposte
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la numismatica è anche: comprare di nascosto le monete e nel caso barare alla moglie il prezzo pagato. se si viene sgamati preparare il portafoglio per acquisti di accessori, borse e affini. godersi le monete di notte...in silenzio...quando (figlia e moglie) dormono. andare al convegno con la scusa di un appuntamento di lavoro in zona. vivere nel terrore che se ti sentirai male possano avere accesso alle monete e svenderle per nulla.8 punti
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Niente di personale, ma trovo che ultimamente su questo forum ci siano troppe discussioni che esulano dalla numismatica. Anni fa fu creato uno spazio agorà per permettere una certa convivialità parlando anche di argomenti non strettamente numismatici, e quello lo capisco, il problema è che la gente non sa darsi un limite e non sa capire che in un forum di numismatica si viene per chiacchierare di numismatica, e non per fare processi a persone basati peraltro solo sulle accuse di un'unica parte. Trovo quindi sacrosanto che sia stata chiusa la tua discussione... se hai problemi con queste due persone che frequentano il forum, te li chiarisci in privato con loro. Perchè per un estraneo ai fatti come sono tutti gli altri utenti del forum, non è affatto giusto e corretto che ci si debba creare opinioni su persone basandosi solo sul racconto di una parte. Ecco quindi che una discussione come la tua avrebbe presupposto che i "copevoli" intervenissero a loro volta e si creasse un dibattito, che in realtà più che un dibattito sarebbe diventato un processo. Morale della favola: non è certo un forum di numismatica il luogo dove debbano farsi processi!! P.S. La stessa cosa vale pure per discussioni su temi delicato che coinvolgono la religione, la sfera sessuale ed altri argomenti sensibili di questo tipo. Fosse per me discussioni del genere le chiuderei per direttissima anche prima che inizino a scaldarsi... perchè tanto poi è matematico che nessuna di queste discussioni ha esiti finali diversi che non una chiusura da parte dei moderatori, come è poi appunto accaduto nelle recenti discussioni su questi temi. Per quel che mi riguarda per me si potrebbe pure eliminare il forum agorà, però capisco che per molti sia uno spazio dove creare la convivialità di cui parlavo all'inizio. Però un conto è chiacchierare di argomenti leggeri, un altro usarlo a sproposito per argomenti delicati, che non fanno altro che creare flames e problemi per chi deve gestire il forum. Non ci si può sempre nascondere dietro il luogo comune "se non ti piace o interessa l'argomento, non leggere"... perchè argomenti di questo tipo creano polemiche e dissapori che spesso si estendono a tutto il forum.7 punti
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Allego il dritto della prima moneta postata, segnalando in rosso le zone con mancanza di lustro/leggera usura ed in verde i segni di contatto. Non é precisissima, ma come già scritto, l'esasperazione dei microdifetti data da una foto molto ingrandita e iperilluminata in questo caso può essere utile.4 punti
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I segni di contatto sono segni di contatto e stop. Se dati da normali processi di lavorazione, stoccaggio o meno, entriamo nel campo delle illazioni: ovvero non é dimostrabile se uno o più determinati segni siano da messa in sacchetto o postumi, quandanche rimane molto probabile che molti di questi siano da fase di produzione conoscendone il procedimento. E fino a qui ci siamo tutti: una moneta può essere quindi non circolata ma presentare addirittura anche segni di contatto e qualche colpettino al ciglio/bordo. Segni di contatto però che non tolgono zone di lustro sulla superficie (escludendo la mera piccola sona di contatto ovviamente), ne tantomeno posso limare i rilievi, guarda caso quelli maggiori, di una moneta. Si può arrivare a fare grading anche non contando assolutamente i colpi al bordo, come fanno gli americani nei loro slab, e che in più di qualcuno anche qui dentro osanna come metodo molto preciso. Personalmente ho sempre visto osannare quel metodo di grading (piuttosto che un altro) da parte di neofiti e/o poco avvezzi a riconoscere la reale conservazione delle monete, e persone che non hanno capito che il problema non é tanto il protocollo usato (linguaggio), quanto la serietà e/o bravura di chi lo usa. Io, per inciso, sono un altro di quelli che quando legge "da FDC in su" da parte di qualcuno, gli viene un attacco di orticaria numismatica.4 punti
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Fino a che ci sarà chi continua a scrivere che una moneta con presente usura (per minima che possa essere) possa essere classificabile qFDC, si imparerà davvero poco.3 punti
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Pezzo da 10-cent 1934h del Sarawak, colpito di rame-nichel a Heaton Mint a Birmingham, 26mm di diametro e peso 5,8g. Alcuni 2.000.000 di questi pezzi di 1934h 10-cent furono coniate, l'unica moneta di Sarawak denominate superiore a 1-cent per essere colpito dopo il 1927—e la moneta di metallo bianco finale da quel paese. Quando Charles Brooke—cui Regno come Rajah è durato quasi mezzo secolo—tornò a Londra e morì nel 1917, suo figlio C.V. (Charles Vyner) è diventato il terzo e ultimo Rajah Brooke di Sarawak. Le sue prime monete erano datate 1920 e aveva incluso un pezzo di 10-cent di finezza ridotto, ma il forte aumento dei prezzi d'argento del dopoguerra—come altrove—presto invitato un "ripensamento". Un pezzo di 10-cent rivisto è stato prodotto in rame-nichel, anche datato 1920. Un altro conio del tipo era datata 1927, e poi finalmente queste monete, datato 1934. La grande depressione ha colpito questa parte del mondo duro, forse più difficile rispetto alla maggior parte—in parte a causa del denaro facile che lo aveva preceduto. Gomma, per esempio, che industria statunitense aveva inghiottito nel corso degli anni '20, aveva raggiunto il picco nel 1926 a US$ 1,14 per libbra—ma poi aveva toccato il fondo nel 1932 sotto US$0,04 per libbra. Con il tempo che questo pezzo di 10-cent 1934h è stato coniato, tuttavia, l'economia dell'area aveva cominciato il suo rebound. (Era nel 1934 che Sarawak si unì un sistema di quote del mondo per la produzione di gomma). Ma la guerra era dietro l'angolo. Il giapponese occupato Sarawak nel 1942 ed è riuscito a distruggere così il paese dalla fine della guerra—la raccolta di tutta la monetazione di Sarawak argento potevano trovare e fonderla, per prima cosa—che C.V. Brooke, cedette Sarawak alla corona britannica nel luglio 1946. Ceduta? Beh, forse venduto (ho letto che belle pensione sono stati creati per C.V. e le sue tre figlie). In ogni caso, non c'erano nessun ulteriori Rajahs Brooke. Dopo più di un secolo, la grande avventura di famiglia era finita. Che cosa erano a volte chiamato il "Rajah bianco" sono stati rifiniti; e dopo il 1950—dare o prendere—così era finito questo pezzo di 10-cent, loro finale moneta di metallo-bianco.” :) v. ----------------------------------------------------------------- Sarawak’s 1934h 10-cent piece, struck of copper-nickel at the Heaton Mint in Birmingham, 26mm in diameter and weighing 5.8g. Some 2,000,000 of these 1934h 10-cent pieces were minted, the only Sarawak coin denominated higher than 1-cent to be struck after 1927—and the final white-metal coin from that country. When Charles Brooke—whose reign as Rajah lasted nearly a half century—returned to London and died in 1917, his son C.V. (Charles Vyner) became the third and final Rajah Brooke of Sarawak. His first coins were dated 1920 and had included a reduced-fineness 10-cent piece, but the sharp postwar rise in silver prices—as elsewhere—soon invited a “rethink.” A revised 10-cent piece was produced in copper-nickel, also dated 1920. Another mintage of the type was dated 1927, and then finally these coins, dated 1934. The Great Depression hit this part of the world hard, maybe harder than most—partly because of the easy money that had preceded it. Rubber, for instance, which U.S. industry had gobbled up during the ‘20s, had peaked in 1926 at US$1.14 per pound—but had then bottomed out in 1932 at under US$0.04 per pound. By the time this 1934h 10-cent piece was coined, however, the area economy had begun its rebound. (It was in 1934 that Sarawak joined a world quota system for rubber production.) But war was around the corner. The Japanese occupied Sarawak in 1942 and managed to so wreck the country by war’s end—gathering up all the Sarawak silver coinage they could find and melting it, for one thing—that C.V. Brooke ceded Sarawak to the British Crown in July, 1946. Ceded? Well, sold maybe (I have read that nice pensions were created for C.V. and his three daughters). At any rate, there were no additional Rajahs Brooke. After more than a century, the great family adventure was over. What were sometimes called the “White Rajahs” were finished; and after 1950—give or take—so was this 10-cent piece finished, their final white-metal coin. :) v.3 punti
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Salve , ho letto tanti pareri , anche discordanti , su questo generale problema specifico , e' comprensibile e giusto che ognuno apprezzi o neghi la moneta restaurata secondo il suo punto di vista e la sua sensibilta' ; quindi mi permetto anche io di esprimere un giudizio personale e mi scuso se questo possa disturbare qualcuno . Personalmente sono del parere che la moneta antica romana , in particolare i bronzi , vada lasciata come la Storia l' ha trasmessa a noi posteri , quindi accetto solo non invadenti e leggere puliture , mentre detesto bulinature e ripatinature , interventi che servono solo nell' ambito commerciale , l' unico intervento al di fuori di una leggera pulitura , che credo sia giusto , anzi necessario sul bronzo , e' quello di eliminare eventuali cancri del bronzo che andrebbero prima o poi a "consumare" la moneta , questo e' l'unico restauro accettato per tramandare la moneta ai tempi futuri . Forse questo concetto e' un po' romantico forse superato , ma la penso cosi' . In pratica quanto espresso e' quello che avviene sulla statuaria in bronzo , qui non esiste bulinatura e ripatinatura , gli unici ed impegnativi interventi sono di pulizia dai sedimenti , eliminazione e correzione di parti "malate" e successiva lucidatura e protezione del bronzo ; tutto il resto viene lasciato cosi com'e' .3 punti
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....si rarissimo davvero, non ricordo di averlo mai visto; ma ancora con stà C gotica ....Vincè come devo fare per convincerti che quella è una CI in legamento. Non esiste un mastro di zecca con una C gotica .... ci sono molte discussioni che lo dimostrano. Dovrai convincere prima o poi anche il tuo amico "catalano".3 punti
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Recentemente mi sono posto una domanda : abbiamo parlato nel tempo tanto dei denari ottoniani di Lucca, di Pavia, ma di Milano poco... eppure ci sarebbe molto da dire e molto è stato detto e forse altro si dirà ancora.... Mancava un po' di bibliografia specifica sull'argomento, ora è arrivata e le scuse allora sono poche....il MIR Milano di Toffanin, il BDN Materiali 12 ( che trovate anche on line ) di Gianazza, il recente Crippa sull'epoca medievale....e allora dico esercitiamoci anche un po' e vediamo se abbiamo capito e cosa ci potrebbe essere ancora da dire ....da dire c'è sempre.... E allora i libri ci sono....mancano le monete....una mi è capitata ed è il meglio per la leggibilità e conoscenza che si può avere per queste monete. E' un Ottone III di Sassonia, nella monetazione milanese non è semplice riconoscere un Ottone II da un III, non abbiamo il TERCIVS della pavese, le leggende sono uguali, bisogna andare su altri particolari.... Parto dalle leggende : D/ + IMPERATOR, OTTO disposto a croce R/ AVG + MED IOLA NIV a tutto campo su quattro righe Peso gr. 1,18 - diametro 18 mm., AG Gli ottoniani milanesi in generale hanno delle loro caratteristiche comuni, vediamone alcune : 1) scodellatura ( o a bordo rialzato per Travaini) 2) Immobilizzazione tipo per OTTO al diritto disposto a croce 3) nome città sempre più evidente Accenno solo qualche motivo ( e ce ne possono essere tanti altri ...) per catalogare questo come Ottone III e non II 1) i pesi diminuiscono ( circa da 1, 25 gr. a 0, 80 ) 2) i diametri diminuiscono circa 18 mm. contro per Ottone II circa 20 - 21 mm. ( anche il diametro interno è più piccolo ) 3) La R è chiusa e non aperta come in Ottone II ( con la stanghetta e non senza per essere più chiaro ) 4) lettere più piccole e ad alto rilievo 5) frequenti schiacciature di conio al diritto che non permettono la totale leggibilità della leggenda ( in questo caso siamo un po' nell'eccezione ) 6) cerchi perlinati di solito irregolari o incerti 7) cambiamenti nelle lettere, nei cunei, globetti, nella crocetta o nelle crocette e per questo lascio a voi.... 8) le O di OTTO disposte orizzontalmente Vi lascio un pò divertirvi , la leggibilità è totale, direi che è un pezzo per tutti, da divulgazione, per conoscere le lettere e altro, occhio alla crocetta, alla G inclinata col cuneo, al NIV, alla M e a come è la P....basta ho forse detto troppo.... :blum:2 punti
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Carissimi, che ne pensate di questo gigliato di Roberto D'Angiò P.R.2 con errore nell'iscrizione? C'è scritto al D/ "RET" invece di "REX". Un saluto, Luca2 punti
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Mi aggancio a questa interessantissima discussione di Illyricum per mostragli/vi una follis ridotto che ho appena acquistato Oltralpe. Non ha un grande appeal estetico, ma mi ha colpito immediatamente per la "strana" leggenda: CONSTANTINVS PF IN AVG. Nonostante collezioni da anni le monete di Londinium, mi era del tutto sfuggito che vi fosse in uso una leggenda riportante il titolo di INVICTVS (invero è molto rara).2 punti
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no, non devi valutare se intorno ad un segnetto sui campi o sui rilievi (quelli segnati di verde) c'è o meno la presenza di lustro. devi osservare, (ma innanzitutto, prima capire) quali sono i rilievi più alti e che, di conseguenza, sono i primi ad essere soggetti ad usura. Se la moneta presenta una debolezza di conio ma è in alta conservazione (fdc o quasi), il lustro sarà presente anche sui punti dove la moneta presenta debolezza di conio, al contrario, se è usura, il lustro sui quei punti viene a mancare, dando poi una differenza nel colore e si presenterà, di conseguenza, più "opaca"(zona evidenziata di rosso).2 punti
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La foto è fatta attraverso il vetro di una lente di quelle da tavolo. Ecco il mio sistema, no ridete però :lol:2 punti
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TROVATOOOOOO!!!! Scusate il grassetto ma la gioia è tanta, il lavoro di ricerca ha pagato. Grazie anche a Corbiniano e al forum I NOSTRI AVI. La famiglia alla quale appartiene il bottone è quella dei De Larderel ecco qui una breve storia del Conte De Larderel, alla fine trovate un'immagine dello stemma di famiglia posto sulla facciata del palazzo omonimo sito in Livorno. Noto in Italia col nome di Francesco Giacomo de Larderel (il "de" fu aggiunto solo con l'acquisizione della nobiltà), originario del Delfinato, si trasferì a Livorno dalla madrepatria nel 1799, e nel 1818 mise a punto la tecnica per la raccolta del vapore emesso dai lagoni e la sua messa in pressione. Il vapore veniva poi utilizzato per alimentare delle caldaie di evaporazione necessarie per estrarre l'acido borico dai fanghi naturali ricchi di sostanze boriche. La tecnica fu perfezionata intorno al 1827 e poi nel 1833, quando furono effettuati i primi carotaggi che permisero di aumentare la quantità di vapore estratto. Grazie alle continue innovazioni introdotte, Larderel riuscì a costruire in breve tempo un cospicuo patrimonio economico, delle cui ricadute poté beneficiare, sia sotto il profilo occupazionale sia in termini mecenatistici, soprattutto il vicino centro abitato di Pomarance, eletto dall'imprenditore a sua residenza privata e da lui in parte trasformato secondo l'ideale del capitalismo paternalistico. I meriti di Larderel furono premiati dal granduca Leopoldo II, che lo nominò conte di Montecerboli (sede dello stabilimento originario del 1818) e in suo onore nel 1846 mutò in Larderello il nome della località, ora parte del comune di Pomarance, dov'era situato il nucleo dell'agglomerato industriale. Inoltre, a partire dagli anni trenta dell'Ottocento, il conte fece costruire il sontuoso palazzo di famiglia a Livorno (Palazzo de Larderel), ampliato nel tempo e caratterizzato da un'imponente facciata neoclassica coronata da un timpano dove sono impressi alcuni strumenti del commercio, della meccanica, dell’agricoltura; la famiglia nel 1837 acquistò pure un antico palazzo a Firenze, in via Tornabuoni (Palazzo Larderel). François-Jacques de Larderel era figlio di Abel Philibert e Antoinette nata Alcoque. Nel 1815, sposò la prima cugina, Marie-Pauline Morand (1790-1868). Ebbero otto figli, di cui cinque maschi e tre femmine. Tra essi, Federigo De Larderel fu sindaco di Livorno e senatore. Una delle nipotine, Bianca Enrichetta de Larderel (1856-1942), sposò a Firenze nel 1873 Vittorio Emanuele Guerrieri di Mirafiori, figlio naturale di Vittorio Emanuele II di Savoia e Rosa Teresa Vercellana. Francesco morì il 15 giugno 1858 presso l'abitazione del figlio Adriano, a Firenze[1]; le spoglie furono trasportate a Livorno, nella cappella di famiglia situata nel cimitero della chiesa di San Matteo. Nello scudo centrale nel terzo in basso quello che sembrava un animale si è rivelato essere appunto il riferimento alla famiglia relativamente all'estrazione dei vapori dalla terra. Nello scudo sotto il grifo di destra vediamo nella parte alta due riferimenti alla città di Livorno la fortezza a due torri (stemma della città dal 1815) e una torre (Primo stemma adottato dalla città nella prima metà del XVI secolo). Sul bottone però sembra che al posto della fortezza a due torri ci sia la lettera L facendo pensare al primo stemma della città che riportava sopra la torre in mezzo al mare la lettera L di Livorno o Labrone.2 punti
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sì, potrebbe benissimo essere anche un Vittorino e quella X una V degradata. mancherebbe l'astro * a destra, dove sembrerebbero esserci le lettere finali "AVG". mancanza relativa dato che nelle imitative tutto ci può essere e non essere. Quello che mi fa maggiormente suggestione è la parte di "scettro(?)" o "ramo di palma(?)" davanti la veste che copre le gambe che sembrerebbe ricordare maggiormente appunto il ramo di palma delle Vittorie di Mario, Leliano, Claudio II & C. che non la compostezza dello scettro della PAX di Vittorino sì la X è in una posizione anomala rispetto a dove dovrebbe eventualmente stare. tuttavia con le imitative... tutto è possibile! (e forse anche di più :D )2 punti
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Una cosa di questo tipo? Victorinus con la PAX, stante a sinistra con le ginocchia flesse, si nota anche lo scettro, una V in campo sinistro che magari somiglia ad una X nel tuo caso.. Per essere una VICTORIA dovrebbe avere il braccio proteso forse, mentre sembra alzato..2 punti
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Largo perché parlavo del sesino come moneta, non mi riferivo al solo tipo di robin, che è già "tardo" e di rame. ;)1 punto
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forse "riprende" questa tipologia RIC 618, C 569 Sestertius Obv: IMPSEVALEXANDERAVG - Laureate head right. Rev: VICTORIAAVGVSTI - Victory standing left, holding wreath and palm; S C across fields. 230 (Rome).1 punto
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@@guarracino .... prego, avrai tanto da studiare :blum: ... per adesso Vol. XIX http://www.numismaticadellostato.it/web/pns/iuno-moneta/biblioteca/corpus1 punto
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Ho controllato io...non c'è !! Bravo @@guarracino1 punto
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Caro @@Paolino67, Rispetto la tuo opinione e concordo: l'esistenza di temi "caldi" può creare contrasti. Ti faccio presente che tutto dipende, però, dalla buona educazione delle persone. Ci sono soggetti che, per azzannare senza pietà, non hanno bisogno di temi "caldi", basta loro non essere d'accordo su una variante di conio, sul grado di conservazione di una moneta, sulla falsità o meno di un pezzo: forse si divertono così. Riuscirebbero a litigare anche discutendo sul grado di avvenenza fisica della Lollobrigida o della Loren. Per quello che mi riguarda, sono sul forum da quasi quattro anni, scrivo poco, ne so poco, ma leggo ed imparo molto e sono grato alla struttura. Non ho mai ricevuto alcun avvertimento nè ho segnalato alcun post allo staff e, soprattutto, non ho mai litigato con nessuno. E' che mi piace frequentare il forum e, quindi, rispetto le sue regole. Quando mi capita di incontrare uno "scontroso", saluto e mi metto da parte, se lo scontroso è "troppo scontroso" utilizzo il tasto che mi consente di non visualizzare i suoi interventi (che è un modo ancora più elegante di ignorarlo). Polemarco1 punto
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Medaglia devozionale lauretana, ovale, bronzo/ottone, della prima metà del XVIII sec.- D/ La S. Casa di Loreto. - R/ S. Venanzio martire, protettore di Camerino, tipologia comune. Ciao Borgho.1 punto
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Ringrazio per l'ottima sintesi degli aspetti giuridici, della quale si avvertiva la necessità. E' sempre opportuno, dopo ampia sviscerazione in più posts tra diversi interlocutori, effettuare appunto una sintesi. Pare di capire che se le monete ex-Napoli fossero state vendute come doppioni alienabili prima del 1942, anche se in via eccezionale, restiamo nel campo della liceità, mentre sorgono forti perplessità, se non ipotesi di reato, se la vendita fosse stata effettuata dopo quella data. Sbaglio? Ovviamente resta ancora da capire cosa è effettivamente successo a queste tre monete, anche se ritengo sia impossibile avere adeguate informazioni. Prevedo un assordante silenzio sulla questione e rimarrà come più probabile l'ipotesi che siano state effettivamente vendute come doppioni. La testimonianza di Pozzi Paolini, riferita indirettamente da Art74, credo che abbia scarso valore. Ella (deceduta nel 2010), era stata direttrice del Museo Nazionale di Napoli (e quindi anche dell'annesso medagliere) dal 1971 al 1999. Era quindi in carica quando fu contattata da Roberto Russo nel 1974, all'indomani dell'uscita del catalogo di asta in Svizzera. Ma difficilmente poteva essere a diretta conoscenza di eventi maturati nel medagliere di Napoli negli anni '30 e '40. Non sono riuscito a capire chi era il curatore del medagliere di Napoli in quegli anni, mentre il Sorpintendente era il famoso Maiuri. Comunque il Museo Nazionale di Napoli in quel periodo conobbe momenti molto duri... Ecco una sintesi da Wikipedia (mancano dettagli riguardo le vicende del medagliere): L'edificio del museo e le sue collezioni venne gravemente danneggiato dal terremoto del 23 luglio 1930. L'occasione fu colta per rimetterlo a nuovo, tanto da riuscire a superare pressoché indenne gli urti degli 89 bombardamenti in zona fra il 1940 e il1943, sicuramente anche grazie ad uno speciale segno dipinto sui suoi tetti che lo facevano individuare quale obiettivo da non colpire. Ciò nonostante il Museo non fu indenne da attacchi, a cominciare dalle truppe di occupazione tedesche che tentarono più volte di requisire l'edificio, evenienza dapprima osteggiata, infine strenuamente impedita (non senza rischio personale) dal soprintendente archeologo Amedeo Maiuri che così evitò che il museo divenisse un obbiettivo militare. Nelle fasi più concitate della guerra e soprattutto delle quattro giornate di Napoli la salvaguardia dell'istituto la si deve unicamente al Maiuri che, benché avesse una gamba ingessata, si barricò nel museo impedendo a chiunque di accedervi. Con l'arrivo delle truppe alleate egli nuovamente impedì, personalmente, l'occupazione dell'edificio stavolta da parte delle truppe anglo-americane, concedendo loro unicamente che i medical stores utilizzassero (fino al giugno 1944) alcune sale al pianterreno come deposito di materiale sanitario e medicinali, mentre il genio civile occupò con i suoi uffici altre sale fino al 1948, essendo la sua sede danneggiata dai bombardamenti. Nel dopoguerra il ripristino del museo fu lungo e impegnativo, richiedendo non solo la risistemazione di tutti gli oggetti nelle sale (essendo quelli mobili tutti impacchettati ed incassati, mentre quelli inamovibili sepolti sotto montagne di sacchetti di sabbia), ma anche per il faticoso recupero delle opere più pregiate e preziose che, portate in tempo a Roma in Vaticano, furono purtroppo per alcune casse depredate dai tedeschi che, trasportatele dapprima a Berlino, prima della distruzione della città molto opportunamente le avevano trasferite a Salisburgo e nascoste nei suoi paraggi in una salina ad Altaussee. Recuperate e restituite all'Italia il 7 agosto del1947, la riapertura del museo, benché ufficialmente inaugurata già il 1º luglio 1945 seppure solo per alcune sale, di fatto fu realizzata progressivamente e completata solo nel 1953, richiedendo essa non poche energie, impegno e tempo. Nonostante l'accurato riallestimento, già nel 1957 fu deciso di trasferire anche la pinacoteca, stavolta nella reggia di Capodimonte, liberando così tutte le sale del primo piano disposte intorno al cortile occidentale. Da questo momento il museo diventa esclusivamente archeologico.1 punto
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Anche per cercare di farmi capire meglio in tutto questo la domanda che può nascere spontanea e giusta è che cronologia stai usando ? Mi trovo d'accordo con quanto detto da Gianazza e Toffanin che partono dagli studi fatti da Saccocci in ripostigli tanto che lo stesso elabora una cronologia per i denari ottoniani pavesi condivisibile. Le prospettive aperte per Pavia possono essere considerate per analogia con quelle di Milano con le quali c'erano affinità ponderali, stilistiche e tipologiche. Seguendo questo criterio la cronologia di Murari cambierebbe e troverebbe anche conferme sull'aspetto ponderale con valori che calano nel tempo. Aiutano anche gli aspetti stilistici e lo studio delle lettere, la R è sicuramente molto importante. Se ne può dedurre quindi questo schema cronologico : 1) Ottone I Imperatore e Ottone II Re ( 962 - 967 ) a) tipo IMPERATOR/ OTTO PIVS RES con nei campi rispettivamente OTTO e ME DIO b) tipo IMPERATOR/ OTTO PIV RE con nei campi OTTO e AV CV ( ? ) 2) Ottone I Imperatore e Ottone II Imperatore Associati nell'Impero ( 967 - 973 ) a) tipo OTTO ET ITEM/ DIO IMPE REME LAN con nel campo OTTO al diritto 3) Ottone II Imperatore da solo ( 973 - 983 ) a) tipo IMPERATOR/DIO IMPE REME LANE con nel campo OTTO al diritto b) tipo IMPERATOR/ AVG + MED IOLA NIV con nel campo al diritto OTTO 4) Ottone III Re ( 983 - 1002 ) e Imperatore ( 996 - 1002 ) a) tipo IMPERATOR/AVG + MED IOLA NIV con nel campo al diritto OTTO Questa è la cronologia dove però il collezionista dovrà tener conto essenzialmente dei soli tipi 3b e 4a che sono quelli comuni o rari, gli altri tutti rarissimi difficilmente li incontrerà....ecco perché fin dall'inizio ho puntato sulla domanda Ottone II o Ottone III, tra l'altro uguali per leggende....e quindi distinguibili per altro... Ho detto la mia ....che è la mia, condivisa anche da altri citati, ovviamente essendo tutti i nomi riportati, tranne il povero Murari, presenti sul forum, se volessero intervenire non si potrà che essere contenti anche per uscire dal monologo....ovviamente oltre ad osservazioni anche altre monete saranno importanti per approfondire meglio l'argomento ottoniani di Milano....il miglior studio è poi la moneta ... Spero che possa essere stato utile ed interessante per il collezionista/studioso....1 punto
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Perfetto!!! Manca quella croce che sicuramente sarebbe meglio visibile nello stemma in bianco e nero ma è talmente di piccole dimensioni che è impossibile distinguerla. Per questa mancanza però posso sopravvivere anche se non demordo. L'importante per me è la soddisfazione di essere arrivato alla conclusione grazie anche al vs aiuto e averla condivisa con voi per altre vostre successive identificazioni. A presto e grazie di nuovo a tuttti1 punto
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Medaglia devozionale e giubilare, ovale, bronzo/ ottone,del XVIII sec.- D/ la Porta Santa (aperta) attorniata da pellegrini, scritta: AN - NO. IVB., esergo ;ROMA.- R/ Gesù che porta la croce (per la nostra redenzione) verso sx, La medaglia potrebbe riferirsi agli Anni Santi 1700 o 1725. Ciao Borgho.1 punto
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@@Crimson85 Dovrebbero essere tutti segni da processo produttivo, certamente non è immacolata, ma non mi sembra circolata. Guarda questo video, le monete senza segni sono molto fortunate, con tutte le volte che si scontrano fra di se. Saluti Marfir.1 punto
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Quello che hanno tolto dall'interno è stato principalmente quelle che si definiscono le "terre di fusione", utilizzate nella formazione originaria delle statue, quindi materiali endogeni alla statua, e tutto sommato sacrificabili per permetterne la conservazione. Se mi definisci "miracoloso" il risultato finale ( ed effettivamente ora l'aspetto è migliorato) però devi allora concedere anche alla moneta in topic qualche "chance" di essere apprezzabile... Se i bronzi di Riace fossero stati di mia proprietà ( ), avrei agito in maniera un po' più soft, soprattutto nelle scarnificazioni effettuate... Converrai con me che gli interventi museali spesso hanno teso e tendono al " ripristino dell'originario splendore " come viene spesso proclamato nelle conferenze di presentazione dei restauri, e questo mi sembra quantomeno discutibile come fine ultimo di un restauro. Poi, se vogliamo parlare di commercio, la storia è diversa, in quanto spesso manca negli acquirenti la sensibilità ( nel senso di cui al mio precedente post ) necessaria per capire quello che effettivamente stanno strapagando e, anzi ricercano ciò che sia perfetto e che in natura invece non esiste... Mi è capitato sovente di vedere collezioni anche multimilionarie, soprattutto di recente formazione ....da mettersi le mani nei capelli ... :moon: Scusa l'utilizzo dell'ultimo emoticon, ma non l'avevo ancora usato sul forum e mai come in questo caso mi è sembrato rispondente al sentimento.... :D Cordialmente, Enrico1 punto
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la squadratura al retro appare evidente e vista la presenza di un particolare tratto orizzontale che non è la base di un monogramma, ma appare il corpo di una Z, anche per peso, mi sentirei di dare come proposta il nummo di Zenone1 punto
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Qualcuno possiede le immagini e/o può controllare i tremissi “flavi" del Kunsthistorisches Museum di Vienna?1 punto
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Questi bagattini sono stati battuti sicuramente fino al 1604 -1605. IL bezzo o bezzone equivaleva a sei bagattini e corrispondeva a mezzo soldo. ciao Borgho.1 punto
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Ciao, si direbbe proprio un asse della serie "ADVENTUS": RIC 872-907. Si tratta di una serie di assi/dupondi-sesterzi commemorativi delle varie province dell'impero coniati tra 134-138. Il tipo base varia secondo gli attributi della personificazione della provincia(la figura a dx sul rovescio). Nel tuo caso si direbbe che regge un asta con la sinistra. Questo è RIC 900, ma potrebbe essere anche l'898. L'unica differenza è che il 900 ha un cappello di pelle di elefante. Dalle foto non si capisce.... Hadrian AE Dupondius. HADRIANVS AVG COS III P P, laureate draped bust right / ADVENTVI AVG MAVRETANIAE, SC in ex, Hadrian standing right, togate, facing Mauretania standing left, wearing elephant skin headdress & short tunic, sacrificing from patera over flaming altar between them & holding vexillum. Cohen 69.1 punto
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Secondo me il Traiano Decio non ha subito un pesante restauro, i rilievi erano buoni ed è chiaro guardando la moneta sporca, è stata un po aiutata sull'orecchio......per il resto non credo sia stata ripatinata, ma solo ben lucidata con un tocco di cera per pavimenti :-)))).........non mi scandelizzerei per questa moneta,in giro ci sono tante di quelle monete pesantemente bulinate e ripatinate.....1 punto
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Ciao a tutti Ho trovato una monetina per il 1934 1 ORE Danmark1 punto
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in attesa del citato utente, mi permetto di precisare che la medaglia in oggetto non è un conio ufficiale , ma emessa dallo Stabilimento >Pagani nel '35 in concomitanza con l'anniversario della nascita del papa Pio X° -il centenario. Pertanto il valore è puramente soggettivo , puo' valere commercialmente qualche euro.1 punto
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@@nikita_Ciao Grazie per la tua spiegazione semplice e allo stesso tempo molto chiara! I miei complimenti, sei un vero esperto :hi: Saluti miza1 punto
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Lo Stato Libero D'Irlanda. LEATH REUL (3 pence). REUL (6 pence). Seconda Repubblica spagnola. 25 CENTIMOS. Repubblica Polacca. 2 ZŁOTE. 5 ZŁOTYCH (Il ventesimo anniversario della moschettiere polacco Legions). 10 ZŁOTYCH. La Francia. Terza Repubblica. 10 FRANCS. La Repubblica Di Estonia. 2 SENTI. 1 KROON.1 punto
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Lo Stato federale d'Austria. 50 GROSCHEN. 1 SCHILLING. 2 SCHILLING (La morte del Dr. Engelbert Dollfuss). Il Belgio. Albert I (1875 – 1934). 20 FRANCS. Leggenda francese. 20 FRANK. Leggenda fiammingo. Bulgaria. Борис III (1894 – 1943). 50 ЛЕВА. La Germania. (Terzo Reich) 1 REICHSMARK. 2 REICHSMARK (Il primo anniversario dell'apertura del nuovo Reichstag). 5 REICHSMARK. 2 REICHSMARK (175 ° anniversario della nascita di Schiller). 5 REICHSMARK.1 punto
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Le ho viste in foto, e non sono un bel vedere; in tutte le cose esistono le mezze misure, anche nelle monete. Quanto alle opere pittoriche, lei cita un eventuale dipinto del '700: risalendo più in dietro nel tempo è assai facile trovare opere devastate, anche solo dalle condizioni di conservazione (umidità, per esempio) e non è assolutamente insolito vedere opere che, dopo la rimozione del protettivo e dei restauri precedenti, presentino il 10, il 20% o oltre di superficie pittorica perduta. Se ci sono grandi lacune circoscritte queste si lasciano, ma se sono piccole e sparse queste vengono ricostruite , oggi con certi accorgimenti che ne consentano la distinzione dall'originale: tuttavia non sempre ci si attiene a questo principio, e di certo non ci si atteneva in passato (potreste trovare quadri con estese porzioni ridipinte, proprio nei decenni passati). Dicasi il medesimo per le opere lignee dipinte: foglia oro ripristinata (con nuova foglia oro), colori ridipinti. Eppure molti in questo forum non avrebbero troppo da ribattere osservando il risultato finale. A scanso di equivoci: neanche a me piacciono le monete "ritoccate", con i fondi abbassati etc... Non so quanto si possa evincere da una foto in bassa risoluzione (se voi avete occhi così acuti..., complimenti!). Da quanto mi pare di vedere non direi che la moneta è stata stravolta. Per la patina non mi esprimerei, dacché non la osservo da uno schermo ben calibrato, sempre ammesso che basti (personalmente ritengo un esame autoptico sempre necessario, considerata l'esigenza di orientare alla fonte luminosa le superfici della moneta). La moneta ha subito degli interventi: fin qui mi pare assodato; si è andati oltre la decenza? al punto che qualche utente scrive "Ma secondo me in questo caso della moneta originale c e rimasto molto poco" (messaggio 24) o "A questo punto prendo un tondello vergine e lo faccio coniare a mio piacimento " (messaggio 25)? A quanti sono stati così categorici rinnovo il mio invito a mostrare qualcuna delle loro "perle" naturali (chissà che non siano altrettanto o ancor più coltivate).1 punto
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@@prtgzn no.. attenzione,..... il nome è Ferraris !... ed è giusto.! la zecca è quella di Bologna ... l'anno è classificato R3 Ovviamente quella postata non è genuina , a prescindere...1 punto
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Le 3 cinquine sono state battute sotto Filippo III di Spagna, ma dal 1611 al 1617......quindi per chi conosce un pò la storia dei mastri di zecca, sotto l'amministrazione di due di loro e cioè il Fasulo e il Citarella.........e da qui in poi c'era molto da scrivere. Mi sto adoperando in questo senso.1 punto
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Le debolezze da conio non hanno punti precisi, possono comparire in diversi punti, per cui, stabilire la conservazione in base a dei punti precisi insiti nei rilievi non è sempre il procedimento esatto da seguire. Innanzi tutto, è importante conoscere come sono fatti i rilievi nel loro stato zecca. Se la freschezza del metallo è di una moneta poco circolata, ed un rilievo è poco pronunciato, è evidente che quello è un punto con debolezze di conio. Lascio spazio ad esercizio pratico con un'immagine per chiarire meglio il concetto. Trovate la debolezza di conio presente nel seguente esemplare, e stabilitene la conservazione.1 punto
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Colori delle rocce nel deserto di Atacama dove, secondo un perito della sovrintendenza torinese, evidentemente abbondano le "scorie archeologiche": Formazioni di sale (il deserto di Atacama è ricoperto da sali vulcanici): Contrasti di colore con il vulcano Licancabur sullo sfondo (5920 mt), vulcano piuttosto biricchino: Roccie, pietra, sabbia e soprattutto sale, ecco il deserto di Atacama, il più arido del mondo: Eppure in mezzo al sale appaiono improvvisamente delle sorgive e il pantano salino offre possibilità di vita: Incontri improvvisi nel deserto (ma che cacchio mangiano?): Ho visto molte cose gradevoli nel deserto di Atacama, ma Freddy Taberna no, non l'ho porprio visto!1 punto
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Forse sarò monotono ma una delle mie preferite in collezione resta sempre questo gigliato :P Mi sa che devo fare delle foto nuove, queste ormai hanno più di due anni :D1 punto
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L'ultima è sempre quella più coccolata della penultima. :D ... Come vi sembrano le foto?1 punto
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Ripropongo la SD-26 con le misure esatte che ho caricato nel catalogo 29 x 44 compreso l'apicagnolo 9,76 g1 punto
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