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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/16/15 in Risposte
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With apologies, because of the complicated subject matter, in this thread I’ll usually be posting in English only. But please, any and all contributions are very welcome, no matter how expressed. :D How coins actually worked is an aspect of the hobby that really interests a lot of us. For me, personally, travel guidebooks have been a special source of good information about how modern coins get used. In a second-hand store some time ago I found an old book that was in terrible shape. But boy is it useful to anyone curious about prices (and thus coin usage) in Europe about 1885 or so: A TRAMP TRIP (How to see Europe on Fifty Cents a Day), written in 1886 by Lee Meriwether and published in 1887 by Harper & Brothers of New York. I’m just beginning to read it closely. A quick look, however, reveals a rough itinerary: Italia, Switzerland, Austria, Bavaria, Bulgaria, Turkey, Russia, Prussia, France, England. Not all of these places were destinations—and there isn’t much detail on some of them. For others, though… Italia was a destination of author Meriwether, so I’ll start with this first extract—which is useful too because it injects a bit of real-world back-and-forth into the question of contemporary prices. That is, prices—and so coin-use—often are very different depending on the person, etc. About the following, which is intended to give the reader a feel for how “bargaining” worked in Italia: 1) “soldo” and its plural “soldi” were obsolete coins in the Italian kingdom, but whose colloquial use was nevertheless continued, and applied to the 5-centesimi denomination for many years thereafter. 2) “cent” and “cents” here refer to American currency, which at the time exchanged at 20 cents = 1 lira. Mr. Meriwether, in Napoli at the time: ---------------------------------------------- “This system is annoying, but with experience comes wisdom. And then the tricks of roguish shopkeepers are rather amusing than otherwise. I stepped up one day to one of the numerous lemonade stands that adorn the Piazzas of Italian cities, and said to the vendor, ‘How much for lemonade?’ I knew very well the regular price was one cent per glass, but I wanted to play with the fellow. He looked at me sharply, calculating how green I was and how much I could stand. ‘Cinque soldi’ (five cents), he said. ‘Five soldi,’ I repeated, as if almost of a mind to buy; then, drawing back: ‘No, signore, too dear, I cannot pay it.’ ‘Too dear? No very cheap. It is fine lemonade. Come, cinque soldi.’ ‘No; too dear.’ ‘Ah, sainted Maria, what do you wish? Four soldi?’ ‘Still too dear.’ ‘Three?’ ‘No, one. I will give you one soldo.’ ‘What, one soldo? One soldo? My God in heaven! It is nothing; but take it, signore, take it. I lose, but you can take it,’ and he proceeded to pour out the lemonade. In this the reader has a picture of bargaining in Italy.” ----------------------------------------------- Circulating in Italia at the time would have been this 1861m 5-centesimi (“soldo”). It was coined in Milano up north, but in 1885 it could very easily have worked its way down to Napoli many years before. Where it might have bought Mr. Meriwether his glass of lemonade…. :) v.6 punti
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La Biblioteca dell'Università degli Studi del Molise (Campobasso) è dotata, tra le altre, di una Sala - denominata Archimede - tutta dedicata a materiale bibliografico inerente al Molise e al Mezzogiorno. Pur non essendo la numismatica compresa nell'offerta didattica dell'Ateneo, in tale Sezione speciale (Molisana e Meridionale, appunto) sono collocati alcuni volumi riguardanti la materia che ci è cara perché comunque rappresentativi, a pieno titolo, della storia, della cultura e dell'arte di questa parte della Penisola. E' proprio in questa Sezione, dunque, che hanno trovato posto (e si spera continueranno a farlo) i Bollettini generosamente donati alla Biblioteca dal Circolo Numismatico Partenopeo. Ecco qui le due annate fino ad ora pubblicate, fotografate... in buona compagnia, cioè insieme a una piccola selezione di testi di numismatica presenti negli stessi ambienti. Le foto sono fatte al volo con il cellulare, quindi... perdonate la scarsa resa.5 punti
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Nessuno colleziona Liangpiao (粮票) cinesi? Beh, prima di tutto, cosa erano i Liangpiao? Forse quasi tutti voi ne avrete visto almeno uno.. sono quei biglietti piccoli piccoli cinesi, con immagini di contadini, ponti, opere agricole, treni, operai.. spesso confusi con banconote ma in realta’ sono dei buoni di razionamento emessi fino ai primissimi anni 2000. I Liangpiao hanno una storia molto lunga, esistevano gia’ in epoca Qing a causa delle varie carestie che rendevano necessario il razionamento degli alimenti, soprattutto riso, cereali, olio e carne di maiale o pollame. Ritornano in auge negli anni 20 a causa delle devastazioni causate dalla guerra civile tra i vari signori locali, soprattutto nel nord e nord est, poi di nuovo a causa dell’invasione giapponese. Ma e’ dagli inizi anni 50 in poi, a causa dei disastri economici causati dal “balzo in avanti” , dalle carestie, e dalle centinaia di migliaia di morti, che vengono usati massicciamente, e anche forzatamente. Se all’inizio i liangpiao erano simili a tessere razionarie personali, dove il possessore era intitolato a una determinata razione di questo o quel bene in questi o quei determinati giorni, col tempo assumono un valore piu’ generico (non vengono piu’ emesse a titolo personale, ma ognuno puo’ usarli) e l’aspetto di piccole banconote, curate graficamente e molto colorate. Molti neofiti infatti li scambiano per banconote, ma in realta’ i valori indicati non sono monetari (in alcuni casi pero’ si), ma quasi sempre espressi in jin (1 jin = 0.5 kg), mi (metri), litri, o numero di polli, maiali, o di ogni altro bene ottenibile. I piu’ famosi esempi sono i “buoni del riso”, quelli esteticamente piu’ belli e diffusi, espressi, come detto, in Jin o anche in Kg. Ma furono emessi anche per l’acquisto di stoffa (in genere di dimensioni piccole e poco attraenti), carburante, olio da cucina, bestiame, ecc. Insomma, per l’acquisto di TUTTI i beni necessari alla sussistenza. Ne furono emessi a decine di migliaia di tipi e tipologie diversi. Ogni provincia, citta’, o villaggio li emetteva ed erano validi soltanto sul territorio di competenza di dove venivano emessi. Esistevano anche quelli validi su tutto il territorio nazionale, o quelli validi solo per l’esercito o la marina. Insomma, tantissimi, e ancor oggi nessuno sa esattamente quanti (poi vedremo il perche’). Il funzionamento e lo scopo e’ variato parecchio da zona a zona e da periodo a periodo. All’inizio, come dicevo, servivano per razionare beni di consumo come il riso, cereali e stoffe, limitati a causa della guerra contro il Giappone prima, e la guerra civile coi Nazionalisti poi. Circolavano a fianco della moneta ufficiale, lo Yuan, e soltanto nelle provincie piu’ disastrate o economicamente svantaggiate. Con l’inizio del “balzo in avanti” e la creazione delle comuni agricole, l’uso si diffonde in tutta la Cina. La qualita’ della vita peggiora giorno dopo giorno e i beni diventano sempre piu’ scarsi e inaccessibili. Il razionamento forzato diventa quindi obbligatorio in molte zone, anche per ragioni “politiche”: chi ha piu’ degli altri viene accusato di essere un imboscatore, borghese, e capitalista. Lo scopo delle comuni e’ quello di rendere tutti i cittadini uguali, con lo stesso ammontare di beni strettamente necessari, senza creare persone che hanno piu’ o meno degli altri. Insomma, tutti si devono accontentare della solita razione o della solita’ quantita’ di beni decisa dalle varie sezioni locali del partito, dai quadri, e dalle comuni. Comunque, dopo la fine del balzo in avanti, che tanta miseria e morte ha causato, si passa a un periodo transitorio dove viene premiata la produttivita’, fedelta’, e correttezza morale. I liangpiao vengono quindi usati, oltre a controllare il razionamento, anche come “buoni fedelta’”. Chi ha lavorato meglio e di piu’ ha diritto a avere razioni extra di questo o quel bene. Ricordiamo comunque che la moneta ufficiale circola ancora, anche se sempre piu’ limitatamente e accessibile a sempre meno persone. Le cose peggiorano con la rivoluzione culturale, quando in molte comuni viene de facto abolito il denaro, soprattutto in quelle piu’ radicali e estremiste del nord-est. Da interviste e racconti che ho raccolto da chi ha vissuto quell’epoca, pare che in molte zone i liangpiao venivano quindi usati adesso come unico pagamento e unico mezzo per ottenere beni e servizi, diventando de facto moneta circolante. Non che il denaro vero servisse a molto in altre comuni, dato che veniva razionato quasi tutto per creare cittadini perfettamente uguali in ideologia, fede e possesso di beni. Anzi, la frase “possesso di beni” risulta fuori luogo dato che tutto apparteneva alla comunita’, e quindi le uniche cose personali che uno poteva ottenere erano il cibo, vestiti, medicinali. Ma anche questi erano razionati in modo che nessuno non potesse averne piu’ del necessario o piu’ di altri. Soltanto nelle citta’ o centri piu’ sviluppati, come Shanghai, Pechino, Qindao, Tianjin ecc o nelle regioni avvantaggiate economicamente, esiste ancora un uso ampio e diffuso della moneta, ma si tratta di posti dove le guardie rosse hanno meno controllo, e la vita, anche se comunque ancora precaria e con molte limitazioni, continua con un’apparenza di quasi normalita’, se di normalita’ si puo’ parlare nella Rivoluzione Culturale. Dopo la fine della rivoluzione culturale, e con il boom demografico voluto da Mao, la timida apertura a forme di economia privatizzata, l’apertura al “capitalismo”, l’inizio del progresso economico cinese, le migliorate condizioni di vita e la richiesta sempre piu’ alta di beni alimentari e di sussistenza, fanno si che i razionamenti diventino ancora piu’ intensi, a causa della scarsa disponibilita’ dei beni stessi e dell’aumento demografico. La moneta ufficiale torna a circolare nei posti dove era stata –piu’ o meno ufficialmente- abolita, ma la situazione rimane precaria: stipendi troppo bassi, prezzi dei beni troppo alti, diffusione di beni alimentari o di necessita’ a macchia di leopardo, e fenomeni di mercato nero molto diffusi. Sono anni difficili per la Cina, di anarchia sociale e malcontento, che precedera’ l’apertura economica che portera’ alle conseguenze che tutti conoscono. I liangpiao vengono ancora massicciamente usati fino all’inizio degli anni 90, soprattutto in quelle provincie ancora molto sottosviluppate rispetto alle zone costiere, mentre nelle zone gia’ sviluppate o in via di sviluppo, scompaiono gradualmente nei primi anni 80. Comunque, tra alti e bassi economici, terranno botta nelle ultime localita’ “povere” fino ai primissimi anni 2000 (mi pare il piu’ recente che ho sia del 2003). Con la mutata situazione economica cinese e un maggiore benessere diffuso, il loro uso diventa inutile e anacronistico e scompare, anche con sollievo di tutti, senza troppi clamori o troppi rimpianti verso il 2002-2003. Le nuove generazioni cinesi non hanno mai visto o sentito parlare dei Liangpiao. Quando li faccio vedere ai miei studenti universitari, mi accorgo che non ne hanno la minima idea di cosa erano stati o di cosa avevano rappresentato. Relegati per molto tempo al rango di carta straccia, distrutti a carrellate piene, venduti a chili per pochi centesimi, snobbati, ignorati e anche dimenticati, adesso sembra che stiano tornando di moda tra i collezionisti. Se fino a pochi anni fa si trovavano a prezzi infimi, roba tipo 1 euro per un centinaio di pezzi, adesso le quotazioni stanno andando su, soprattutto per esemplari della Rivoluzione Culturale con le citazioni del libretto rosso di Mao. Gli esemplari precedenti, quelli del “balzo in avanti” cominciano ad avere prezzi notevoli, soprattutto se in buone condizioni (difficilissimi da trovare a causa anche della carta poverissima su cui erano stampati che si sbriciola letteralmente). Ci sono anche molti collezionisti che collezionano soltanto i liangpiao emessi nelle province a forte minoranza etnica (Tibet, Xinjiang, Qinghai, Gansu, Inner Mongolia), graficamente molto belli e con scritte in arabo, mongolo, tibetano che ne impreziosiscono l’aspetto (e il valore). Purtroppo, come dicevo prima, i giovani non sono interessati a queste cose. I “vecchi” sono relativamente pochi, e i piu’ esperti ormai sono nel mondo dei piu’. Dato l’enorme numero di liangpiao emessi, in un numero spropositato di localita’, spesso difficili da identificare, il grandissimo numero di tipologie e usi diversi, la difficolta’ di reperire esemplari a causa della carta di qalita’ pessima ecc… e’ quasi impossibile farne una catalogazione completa. Qualche anno fa furono pubblicati cataloghi.. il meglio forse era quello dedicato ai “buoni del riso”. Anche se non completo (mancavano moltissimi esemplari) dava comunque una prima catalogazione “generica” dei buoni del riso. Lo stesso era stato fatto per i “buoni della stoffa”, ma purtroppo cio’ non era stato seguito dalla catalogazione degli altri tipi di liangpiao (olio, carburante, carni, ecc…) Purtroppo questi cataloghi, oltre ad essere lacunosi come quasi tutti i “pionieri”, non elencavano le emissioni locali, ma solo quelle a livello nazionale, provinciale o di citta’ consistenti. Le piccole localita’ erano ignorate. Esistono anche altri cataloghi piu’ specialistici, ma tutto sommato sono pochi e si limitano a una ristretta area geografica, come per esempio tutti i liangpiao della sola citta’ di Shanghai, o della sola provincia del Fujian, o soltanto della provincia del Henan. Insomma, non una panoramica completa. Inoltre, questi cataloghi pubblicati quasi 15 anni fa riportavano valutazioni molto basse, ma adesso sono aumentate anche del 300-1000% in piu’. Purtroppo questi autori sono ormai vecchi (se non gia’ defunti) e non sono stati pubblicati ulteriori cataloghi o aggiornamenti. Esiste un bollettino in formato tabloid diffuso tra i collezionisti, che e’ solo una una sale list e “listino di borsa” con aumenti e diminuzioni, ma senza foto o articoli di approfondimento. Sebbene la stragrande maggioranza si trova ancora a prezzi molto bassi, e’ difficile trovarli al di fuori della Cina. Ovviamente la preferenza va a esemplari FDS, ma essendo i cataloghi non aggiornati, i prezzi possono essere molto ‘elastici”, giungendo fino a propri esempi di sciacallaggio. Quel che si trova al di fuori della Cina sono gli esemplari piu’ economici esistenti, ma quasi sempre in serie incomplete (una serie poteva avere fino a 12-15 esemplari, come i francobolli o le notgeld). Trovare serie complete non e’ difficilissimo, ma bisogna innanzitutto sapere di quanti pezzi e’ composta tale serie, e qui incominciano le difficolta’ a causa proprio della mancanza di una catalogazione accurata. Io ne ho un 7000-8000 pezzi.. non li colleziono tutti ovviamente perche’ richiederebbe troppo tempo, e poi molti sono esteticamente brutti. Mi limito soltanto a qualli graficamente piu’ belli, in particolare a quelli incisi e illustrati dagli artisti di stato che hanno illustrato anche le banconote ufficiali. Beh, che dire, posto qualche immagine!4 punti
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Riprendendo l'ultimo spunto di dabbene (poi non penso di aggiungere altro, anche per non apparire ripetitivo) ed anche di Simone, l'operazione deve essere prima di tutto culturale e, sono assolutamente d'accordo, deve partire dalle basi. Io personalmente ho imparato a conoscere gli imperatori romani dalle scuole medie (è passato qualche anno), facendo una scheda su ciascun imperatore, da Augusto fino ai Flavi. E' stata un'esperienza che mi ha affascinato. All'epoca non sapevo neanche che si potessero collezionare le monete romane. E quando andai ad acquistare la mia prima moneta romana al Veronafil, che a quell'epoca si teneva al Palazzo della Gran Guardia in Piazza Bra, mi si aprì un mondo. Comprai un antoniano di Gordiano III per 3000 lire. MI sembrava di aver acquistato un tesoro. Premesso che forse oggi i ragazzi sono un po' più distratti di quanto lo eravamo noi da stimoli più facili e da mass media voraci (quindi forse la passione non è endogena, come è stata nel mio caso), noto però che quando ci si ferma a parlare con loro e gli si mostra qualcosa, allegandoci un po' di storia, spiegando il contesto e soprattutto, facendo fisicamente vedere una, passatemi la banalizzazione, fotografia di 2000 anni fa, o anche monetazione medioevale, più di qualcuno rimane affascinato. Oppure come nel caso, venendo a persone un po' più mature, di ragazzi universitari, sempre coinvolti sul medesimo argomento, rimangono quasi stupiti che queste cose possano essere anche collezionabili. Ecco perché il deficit è principalmente informativo. Venendo poi agli ulteriori spunti di Simone e dabbene, sicuramente la strada della riduzione del costo può essere giusta, ma se la leghiamo solo ed esclusivamente a fattori congiunturali. Se si vendesse decisamente di più nei convegni, sottoscriverei per pagare anche di più; però sempre e comunque in convegni in cui possibilmente ci siano le caratteristiche di quello di Napoli e precedentemente quelli NIP (infrastrutture, sicurezza e manifestazioni collaterali). Quello che poi Roberto Ganganelli ha scritto è l'augurio di una cabina di regia ed organizzazione unica su una piattaforma siffatta, sulla scorta di esperienze di paesi più avanti su questa strada, oltre ad altre indicazioni. Quindi gli spunti ci sono tutti. Adesso sta a tutti gli attori, collezionisti, studiosi, commercianti, a mettere in pratica queste indicazioni. Per quanto mi riguarda, sto già lavorando, nel mio piccolo, su questo. Ovviamente l'unione fa la forza...4 punti
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Da molto non vedo discussioni generaliste e allora proviamoci con questa.... I denari a stampo largo indubbiamente affascinano e incuriosiscono ....e allora vediamo cosa ne sappiamo ....sono una prerogativa delle emissioni dell' Italia settentrionale, databili nel periodo tra circa l'860 e l'896, c'è un aumento dei diametri dei denari scodellati da circa 24 mm. a 34 mm. pur mantenendo però il peso originale. La prima conseguenza di questo è che gli spessori diventano sottilissimi, la moneta è molto fragile, spesso si vede quello che è stato coniato sull'altra faccia. A Milano per esempio questa tipologia scompare con le emissioni di Lamberto del 896 e il ritorno a diametri più piccoli, consueti, di circa 22 mm. L'evidente fragilità della moneta portava a rotture, fessurazioni, a un uso difficile delle stesse e probabilmente il problema venne evidenziato presto con un ritorno a diametri tradizionali dei tondelli. A Milano abbiamo comunque diverse emissioni, a dir la verità tutte molto rare, a Pavia altrettante nel periodo, con attribuzioni a una zecca piuttosto che a un'altra in cui il MEC spiega le possibili differenziazioni e comunque alcune di incerta attribuzione. La domanda che mi pongo e che vi pongo è perché a un certo punto vennero fatti dei denari con queste caratteristiche ? Ho cercato qualche fonte, il Brambilla per Pavia pensa che siano monete per utilizzi particolari, per eventi, omaggi il che spiegherebbe l'appariscenza delle stesse, ma dobbiamo ricordare anche che il Brambilla attribuisce a Pavia solo quelle di Arnolfo e di Arnolfo e Berengario I, quindi con una visione decisamente circoscritta. Il MEC richiama invece i miliarensi bizantini, anche se differenti per metodo di coniazione e anche se appannaggio più del Sud Italia che del Nord. Il richiamo almeno alla forma potrebbe essere possibile, la moneta era usatissima nei commerci del Mediterraneo, affermata, anche se Bisanzio era in lento declino. Un'altra fonte tratta da internet , un sito dal nome " Moneta e civiltà " a cura dell'Università degli Studi di Roma " Tor Vergata " a tal proposito parla di denari sempre con forma più allargata forse per significare un apprezzamento del loro valore fino a Lamberto di Spoleto che riportò il diametro alle misure precedenti forse anche per una necessità di riequilibrio tra lega metallica e peso. Vediamo se qualcuno vuole dire la sua più che altro sulla motivazione della coniazione di questi denari di stampo largo....come puro esempio riporto un denaro di Pavia di Arnolfo e Berengario I ( 894 - 896 ) dell'Asta Ratto , 24-26/11/1960, lotto 197.3 punti
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Salve a tutti, si tratta di una moneta manipolata e mi sembra d'intravedere un antoniniano del giovane Gordiano III dopo aver effettuato un intervento di rinoplastica. D/ IMP GORDIANVS PIVS FEL AVG testa radiata a dx R/ MARTE-M PROP? Marte a dx con asta e scudo Bibliografia tipo Ric 147? Marcus Didius P.S.: Spero, data l'ora, di non aver detto castronerie :crazy: :3 punti
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Buongiorno carissimi amici, con piacere vi mostro l'ultimo arrivato.2 punti
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Salve a tutti, ho trovato un cavallo di Ferdinando I d'Aragona con la seguente iscrizione: D/: FERRANDVS ○○○○ REX; Re di profilo R/: EQVITAS ○ RE ○○ GNI; ❁ sopra cavallo; ❁ T ❁ in esergo Nel CNI ho trovato tantissime varianti ma non questa particolare variante. Quella che più si avvicina è: 1088: FERRANDVS ○ ○○○ REX / EQVITAS ○ RE ○○○ GNI ma con tre cerchietti invece che due tra "RE" e "GNI" e dello spazio tra il 1° e il 2° cerchietto al diritto. Pensate che questa particolare disposizione dei cerchietti sia un elemento di qualche interesse, o è irrilevante, vista la grande variabilità dell'iscrizione? Un saluto, Luca2 punti
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Dopo una lunga assenza dal forum, torno a scrivere per proporvi un po' di immagini di monete della mia collezione. Si tratta di monete comuni, ma che tutte assieme hanno una grande storia da raccontare. Il periodo fra le due guerre mondiali è uno dei miei periodi numismatici preferiti, proprio perchè i grandi mutamenti intercorsi in Europa e nel mondo hanno un riflesso nelle monetazioni dei vari paesi. Ma andiamo con ordine: finita la prima guerra mondiale le potenze vincitrici imposero all'Austria e alla Germania trattati di pace estremamente punitivi, che prevedevano ingenti riparazioni economiche e lo smembramento territoriale a favore di nuovi stati: Polonia, Cecoslovacchia, Jugoslavia. In Austria, dopo la fine dell'impero, nei territori di lingua tedesca fu proclamata la repubblica. Molti austriaci, privati dell'identità imperiale, propendevano per l'unificazione con la Germania, sulla base della comune identità culturale e linguistica. Le potenze vincitrici si opposero a questa idea e fecero in modo di tenere i due paesi separati. La Germania divvene anch'essa repubblica, e dovette fronteggiare diversi disordini sociali provocati dagli estremisti di destra e di sinistra. Le economie dei due paesi soffrirono enormemente per le pesanti condizioni dei trattati di pace e per la situazione politica e sociale: in Austria la Corona che prima della guerra era una moneta d'argento, perse gran parte del suo valore, fino a dover essere sostituita da buoni emessi dai comuni o da altri enti locali, con corso limitato a determinate zone e per un certo periodo di tempo. Infine, quando nel 1924 venne riformata la valuta, isituendo lo Scellino austriaco, il valore di quest'ultimo sarà fissato a quota 10000 rispetto alla vecchia corona. In Germania la svalutazione assume proporzioni drammatiche nel 1923, le monete da 200 e da 500 marchi ebbero vita breve poichè ben presto furono necessari i milioni e i miliardi di marchi per comprare generi di prima necessità. continua2 punti
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buonasera alla sezione, che ne pensate di questo esagono e della sua ribattitura? :) conservazione e valore secondo voi? grazie dei pareri...2 punti
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A proposito del titolo di questa discussione <I pisani all'Elba> ricordo agli amici @@dabbene e @@margheludo che, se qualcuno non ci mette lo zampuccio come pare stia succedendo, entro l'anno dovremmo poter allestire anche la vetrina che documenterà - in maniera sintetica ma precisa - la circolazione monetaria all'Elba prima della monetazione piombinese. La cosa interessante è che le monete, individuate in accordo con la Soprintendenza fiorentina, provengono tutte da ritrovamenti elbani, garantendo così la loro effettiva circolazione sul territorio isolano. Vi informerò appena la cosa dovesse essere conclusa, e magari potremmo trovarci assieme a vedere questa ulteriore fase dell'allestimento. :D2 punti
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Mentre scrivevi io mi stavo riguardando il bellissimo "Gli Antiquiores romani" di Fusconi e effettivamente in questo periodo anche a Roma qualcosa cambia...Forse il punto in cui lo stampo largo si fa più evidente si ha con Giovanni X (914 - 928); diamo un'occhiata ai MEC 1072 (Fusconi 38/A) e MEC 1073-1074 (Fusconi 38/B), entrambi in associazione a Berengario (915 - 924). Guardando la tavola 49 del MEC la differenza di diametri si vede benissimo, specialmente i 1073 - 1074...e siamo una ventina d'anni dopo rispetto a Milano...2 punti
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Ciao, con puntualità anglosassone questo pomeriggio, rientrato a casa, ho trovato il pacco con il libro fresco di stampa (adoro l'odore dei libri appena... "sfornati"!). Purtroppo a differenza di quanto mi aveva accennato Lee Toone... non ho ricevuto la copia autografa ... probabilmente non sono stato tra i primi acquisrenti del pre-order cui spettava questa chicca. In sostanza non cambia nulla ma mi avrebbe fatto piacere avere una copia controfirmata da questo autore, capace, preparato e sempre disponibile. Ma tant'è. Trattandosi di una monografia sulla zecca londinese si tratta di un tema un po' di nicchia e dedicato ad un determinato pubblico (quale nel mio piccolo, faccio parte). Avendo appena ricevuto il libro, comunque composto da 300 pagine, non sono in grado di darvi un commento molto puntuale e devo limitarmi ad un commento generale. Per cui vi invio l'indice: Da quel che ne so, gli autori sono andati a studiarsi un certo numero di hoards britannici (e gallici) del periodo contraddistinti dalla presenza di monete emesse da Londinium. Il fine ultimo era quello di inserire i vari "NOT IN RIC" spesso individuati e di consentirne una catalogazione, una seriazione temporale e un reale rating sulla base delle evidenze dai depositi monetali. Dai 637 tipi noti sul RIC si è passati a 1.037.2 punti
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Mi riferivo a questa discussione: http://www.lamoneta.it/topic/79673-le-zecche-clandestine-di-eta-medievale/?hl=%2Bzecche+%2Bclandestine scorrendo si trova anche la parte di cui parlavo nel mio precedente messaggio. Si tratta di monete differenti, ma l'argomento ha diversi punti in comune.2 punti
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@cesare: Sinceramente so poco dato che non mi sono mai interessato di qesto periodo. Comunque, al museo di Fuzhou (dove abitavo fino all'anno scorso) ho trovato qualche informazione. Dai pochi reperti esposti pare che gli Indiani e Cinesi si scambiavano seta e zucchero, lo zucchero essendo originario dell'India e la seta della Cina, ed esistevano dei pesi o lunghezze per determinarne la quantita' e quindi il valore. Un tot di lunghezza di seta valeva un tot di kg di zucchero raffinato. In antichita' la seta veniva spesso usata per pagare transazioni o tributi di grande valore a re, imperatori, principi, sacerdoti, tanto che le primissime "banconote" (se si possono definire cosi') erano appunto drappi di seta finemente dipinti. Da notare che secondo quanto detto dal Museo, gli Indiani usavano anche coltelli, pugnali, spade o oggetti simili a machete in alcuni scambi, ma piu' che altro per merce preziosa e molto rara destinata soltanto alle alte caste o ai capi religiosi. Questo potrebbe in parte giustificare o aver ispirato l'introduzione delle monete a forma di coltello in Cina, anche se queste erano diffuse molto piu' a nord, e appunto in regioni "selvagge" dove coltelli e pugnali avevano una grande importanza pratica, sociale, religiosa e propiziatoria (soprattutto tra i guerrieri e i cacciatori). Quello che non riesco a spiegarmi infatti e' come queste monete coltello siano esposte a Fuzhou (che si trova molto a sud del fiume Giallo) mentre le monete-coltello sono state usate e trovate prevalentemente piu' a nord del Fiume Giallo, ovvero in regioni a prevalenza nomade e non-Han (il Fujian invece si trova al centro della zona Han). E mi sembra strano che gli Indiani siano arrivati cosi' a nord coi loro scambi. Puo' darsi che il museo si sia procurato questi pezzi recentemente, o che tramite scambi commerciali antichi all'interno della Cina siano arrivate dal nord al sud. Fatto sta che il museo non spiega come mai queste monete coltello siano arrivate a Fuzhou. Sono esposte anche alcune conchiglie (vere), le shell money, ma il museo dice che furono importate dall'Oceano Indiano in Cina. Effettivamente dalle foto comparative che ho visto pare che siano davvero conchiglie che si trovano nel sud dell'Oceano Indiano (Ceylon, Maldive ecc..). da notare che questo tipo di conchiglie fu usato in India anche per divinare il futuro (un po' come gli ossi da oracolo o gusci di tartaruga cinesi). Tornando all'ipotesi precedente, si puo' suppore che siano diventate moneta anche a causa del loro grande valore religioso, e infatti pare che queste conchiglie monete (almeno da quanto dice il museo) furono usate quasi esclusivamente per tributi a principi e regnanti, e per comprare o pagare sacrifici propiziatori o per riti funebri, insomma, per un uso piuttosto ristretto e limitato a offerte simboliche, tributarie e religiose. Pero', le imitazioni piu' tarde in bronzo esposte al museo furono invece usate come monete vere anche per transazioni piu' pragmatiche e pratiche. Pezzi di giada sagomata esposti e di varie dimensioni -secondo il museo- sono stati usati in scambi con l'India e il sud est. Le varie pezzature potrebbero far pensare a un sistema di suddivisione e di misurazione, ma non c'e' per ora nessuna evidenza concreta. Per le "barchette" o "xisi" (in guangdonghua, mentre in putonghua sono dette "yuanbao") anche qui la storia e' un po' complessa. E' vero che la Cina in antichita' ha usato rarissimamente l'oro per la monetazione, preferendo l'argento (che si collegava ai culti lunari) e il bronzo. Non e' vero pero' che gli xisi/yuanbao erano sempre di argento finissimo, o a forma di barchetta. Ce ne erano anche a forma di conchiglia (toh, guarda la'), e piu' spesso di lingotti piu' o meno regolari. Durante la lunga dominazione Qing furono "stronzati" spesso (ovvero mescolati con metalli meno puri per fregare sul peso dell'argento). Esistono termini tecnici per descrivere queste cose, ma a me interessano piu' le banconote che le monete quindi scusate l'ignoranza. Secondo qualcuno, il termnine xisi deriva da "seta pura" dato che l'argento puro di queste barchette/lingotti/forme risplendeva come seta pura e proprio come per la seta veniva applicato un sigillo per garantirne la purezza. In realta' pare che c'era una corrispondenza di valori tra un determinato peso di seta pura e una barchetta/lingotto d'argento puro, che e' variato enormemmente nel corso dei secoli. I vari orafi o banchieri applicavano i sigilli dopo averne verificato la corrispondenza di peso e purezza tra un xisi e un determinato ammontare di seta. Se lo xisi era regolare in peso e purezza, allora veniva sigillato. Fatto sta che furono usate gia' dalla dinastia Qin (da non confondersi con quella QinG) un 200-300 anni prima di Cristo. ma erano delle specie di emissioni private e spesso a diffusione soltanto locale, e non emesse da un'autorita' centrale, quindi pesi, suddivisioni e purezza potevano variare enormemente da posto a posto, da orafo a orafo e da moneto storico a momento storico. Oggigiorno vengono emessi in oro e argento dalla Bank of China o altre banche, ma solo per investimento o per regali per il capodanno cinese. Forme, pesi e purezza stavolta sono strettamente standardizzati. Tra l'altro nel sud della Cina riproduzioni in carta stagnola argentata o dorata vengono offerte a templi per "comprare" i favori degli dei o bruciati insieme alle "banconote Infernali" ai funerali. Circolano parecchi falsi ai variu mercatini, roba da pochi euro ovviamente, argentati in superficie e piombati all'interno, ma di falsi in Cina ce ne sono tantissimi. Per il discorso falsi: bah, gia' sulle banconote di epoca Yuan (quella mongola, Gengis Khan per intenderci) c'erano riportate in 4 lingue: mongolo, mancese, tibetano e cinese (proprio in questo ordine gerarchico) l'avvertenza che i falsificatori sarebbero stati condannati a morte. Come le banconote attuali, solo che la condanna era allora piu' severa. Il discorso di creare falsi in Cina non lo vedo come un discorso di continuita' artistica o salvaguardia del partimonio artistico numismatico, quindi "moralmente" giustificabile. E' solo un discorso di profitto: emettere o creare falsi per fare soldi illicitamente alle spalle dei polli. Tutto qui. Condanna a morte? tieni conto che gia' dall'antichita' infrangere le regole dello stato era punibile con la morte. Lo stato, l'autorita' sono tutto in Cina. Infrangere una legge significa infrangere l'ordine naturale e immutabile delle cose. Infrangere una legge che mette in difficolta' un grande numero di individui, come la falsificazione di monete o la creazione di falsi (monete false, notizie false, autorita' false, idee false..), sconvolge anche l'ordine sociale perche' potrebbe portare a dubitare il potere e la legittimita' dell'autorita' statale. E in Cina, dove ci sono un milardo e rotti di persone, non devono esistere dubbi sull'autorita' statale altrimenti sarebbe il caos. Chi falsifica monete storiche (non piu' circolanti) potrebbe benissimo falsificare anche quelle circolanti. Un pericolo potenziale per la societa' quindi, e se pensi che ci sono ancora larghe sacche di poverta', il falsificare denaro metterebbe potenzialmente a repentaglio i risparmi di milioni di persone, creando potenziali "bombe" sociali. Purtroppo questa e' la mentalita' cinese. sei un criminale? bene anche i tuoi figli molto probabilmenbte lo saranno. Sei un criminale pentito? Molto probabilmente ricommetterai un crimine. Crei monete false? Bene, molto probabilmente passerai anche a quelle vere. Il solo fatto di creare un falso, qualunque sia, e' esecrabile perche' moralmente pericoloso, soprattutto in una societa' dove la morale e la rettitudine sono necessarie per tenere cementate cosi' tante persone sotto una sola autorita'. Questo e' tutto quello che so sulle monete antiche, che e' poco perche' piu che alle monete sono interessato alle banconote o cose simili a banconote. E inoltre il mio cinese e' ancora poco buono quindi per trovare informazioni e tradurle mi ci vuole tempo. Come ho detto lo studio di queste cose e' limitatissimo anche in Cina e le pubblicazioni in merito sono poche e scarsamente diffuse. Bocconi? Macche' Bocconi.. mica serve la Bocconi per collezionare monete.. Io ho studiato (male) fino alla terza media e via...2 punti
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Nella medaglistica antica del 1600 la predisposizione di due coni è abbastanza ricorrente. Per La sequenza dei coni in papa Urbano VIII è di grande aiuto l'approfondito studio della Simionato, dal quale sono attinte le note nel catalogo del forum. Proprio per la medaglistica di Urbano VIII è noto che il Mazio acquistò sia i coni ex Hamerani, sia quelli conservati dalla famiglia Barberini, diversi tra loro e spesso riferiti alla stessa emissione. Per la medaglia annuale anno XIV Bartolotti e Modesti ritengono che la medaglia originaria sia la prima(Veridio); il conio del diritto ebbe una elaborazione rapida aggiungendo una asta alla medaglia dell'anno XIII. Il rovescio riporta in esergo la scritta ROMAE con legatura AE. Il conio del diritto si è mantenuto fino a Mazio; quello del rovescio fu invece dismesso nel corso delle coniazioni. Coevo è ritenuto il conio della seconda medaglia (Attila): nel diritto troviamo il ritratto del papa con piviale con girali; nel rovescio la scritta ROMAE in esergo non ha il dittongo AE con legatura. La medaglia è considerata dagli autori una variante della annuale o una medaglia straordinaria. Per questa medaglia sia i coni del diritto che del rovescio, negli inventari di vendita a Mazio, risultano inservibili o dismessi. Probabilmente verso la fine del 1700 fu rifatto dagli HAMERANI il conio del rovescio. Si segue il tipo con il dittongo AE senza legatura, ma il nuovo conio è ben riconoscibile perchè ha l'interpunzione nella scritta che circonda il battistero. Le riconiazioni Mazio utilizzano il diritto della medaglia 1 (Veridio) e il riconio settecentesco del rovescio.2 punti
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Grazie a tutti per l 'aiuto. Comunque volevo dirvi che tutto è finito in bene, qualche giorno fa' ho ricevuto tramite bonifico l acconto che mia madre aveva versato. Diciamo che mi sono salvato in corner :-)2 punti
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A breve posterò la lista di tutte le biblioteche che ospiteranno il nostro secondo bollettino, abbiamo già provveduto alle prime consegne in tutta Italia, avvisiamo inoltre tutti i soci del Circolo Numismatico Partenopeo che dalla prossima settimana verranno effettuate le spedizioni a mezzo Raccomandata Piego Libri a tutti coloro che hanno già versato la quota 2015. Spero di farvi cosa gradita postando d'ora in poi una pagina iniziale di ogni articolo e relativa bibliografia. Oggi iniziamo con la copertina a colore naturale e dorso, presentazione a cura del presidente Cava e primo articolo "Un diobolo inedito di Elea-Velia" (pagg. 5-12) di Dario Avagliano, figlio del nostro Lorenzo @@dareios it con Jonathan Grimaldi, entrambi giovani e promettenti numismatici della Campania, a voi i commenti ...... :good: :hi:2 punti
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Da uno dei miei venditori professionali inglesi di fiducia, ho acquistato qualche giorno fa un antoniniano di Postumo che va ad aggiungersi alla mia collezione di sovrani gallici. Un tipo che non transita di frequente sebbene non sia rarissimo. Si tratta di un rovescio introdotto nella romanità per la prima volta proprio da Postumo e che segna e sottolinea la crescente importanza che andava a rivestire nel III secolo l'esercito (non che prima fosse poco importante, sia chiaro!). D\ IMP C POSTVMVS P F AVG; busto radiato, drappeggiato e corazzato a destra. R\ SALVS EXERCITI; Aesculapius stante a destra con la testa girata a sinistra con un bastone con attorcigliato un serpente nella mano destra e un globo ai piedi in basso a destra. RIC 327 La "Salus" e l'esercito vengono accostati per la prima volta in questa moneta. A riguardo, vi riporto un breve passaggio, in lingua originale, tratto da un articolo intitolato: "THE COINAGE FROM COMMODUS TO CONSTANTINE: SOME TYPES THAT MIRROR THE TRANSITION FROM PRINCIPATE TO ABSOLUTE MONARCHY" di Rudolph H. Storch: [...] The third century also witnessed a change in the nature of Salus. Two new and revolutionary legends reflected the importance of the army for emperors whose reign depended upon sound military forces: SALUS MILITUM under Probus (RIC V/2. 28. no. 98) and SALUS EXERCITI under Postumus (RIC V/2. 363. no-327).There were tradition-breaking types and attributes as well. Subtle reference to the military came on coins of Gallienus when the legend SALUS ITAL(z'ae) bore a type of Salus offering health-giving fruits to the emperor who appears holding a spear (RIC V/l. 99, no. 400). Two additional salus issues of Gallienus depict a soldier holding a spear leaning on a shield to indicate that the emperor's health was dependent on his soldiers (RIC V/2. 425. 291) and Victoria was presented (RIC V/2. 410. no. 125). The full triumph of the connection between «health» and the military came under Constantine. On one issue the emperor in military dress is standing on a cuirass while receiving Victoria on a globe as he is crowned from behind by the same goddess (SALUS ET SPES REIPUBLICAE) to suggest that the empire depended on its ruler's military success for soundness and hope. Constantine's SALUS REIP' DANUBIUS message bore the type of a bridge with the emperor advancing and holding a spear and shield. Before him is Victoria portans tropaeum. A final outstanding type has Constantine with a trophy across his shoulder being crowned by Victoria with nine soldiers present (SALUS REIPUBLICAE) again reflecting dependence on the emperor's military success [...]. L'articolo lo potete leggere per intero qui: http://www.lamoneta.it/topic/141506-salvs-exerciti/?p=1617062 come sempre sono gradite osservazioni, integrazioni e commenti!1 punto
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Riporto sull'argomento da " La monetazione del Regnum Italiae e l'evoluzione complessiva del sistema monetario europeo tra VIII secolo e XII secolo " di Andrea Saccocci che trovate anche in rete : " Un simile incremento del diametro a parità di peso, che trova paralleli nella monetazione aurea bizantina dello stesso periodo, nonché nei bratteati tedeschi di qualche secolo posteriori, rappresenta una complicazione tecnica tale che a nostro avviso non può essere giustificata soltanto da motivi estetici o soggettivi. Per questo abbiamo ritenuto e scritto che esso possa essere giustificato soltanto da una ragione importante, quale potrebbe essere la necessità di marcare in qualche modo il progressivo aumento di valore, cioè di potere d'acquisto, della moneta. Non a caso,infatti, questo aumento si presenta in modo progressivo e soprattutto precede di poco , sia in Italia che a Bisanzio, le prime svalutazioni nell'intrinseco della moneta. Evidentemente ci si trovava di fronte ad uno squilibrio fra domanda ed offerta di moneta coniata che portava quest'ultima ad apprezzarsi in modo sensibile. All'inizio si cercò di rimediare alla cosa dando un valore nominale sempre più alto alle monete via via prodotte, con il trucco di farle apparire soltanto più grandi ( una sorta di primitiva renovatio monetae, basata sulle dimensioni anziché sulla tipologia ), poi evidentemente ci si dovette rassegnare all'idea di ridurre la quantità di metallo presente in ogni singolo esemplare......" e continua...consiglio di leggerlo attentamente e poi , se riterrete, commentarlo....certo siamo sul pezzo, questo è sicuro....1 punto
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Spesso ho assistito qui sul forum a domande di neofiti tipo: -Come faccio a stabilire il valore di una moneta? Rarità e conservazione mi bastano per determinare un valore univoco a cui fare riferimento? -Come funziona il mercato?Dove è meglio comprare le monete e dove si riforniscono gli operatori del settore per averne sempre di nuove? Ecco un paio di link che potrebbero servire da traccia per una fotografia di come va a volte il mercato, per una ulteriore riflessione su queste controverse questioni.... :hi: Come sempre in questi casi è molto difficile stabilire il giusto limite tra legittimo movimento di mercato frutto di esperienza e buon occhio e l'approfittarsi della buona fede dell'ignaro acquirente magari non troppo attento ai valori di mercato. Fotografia 1, vendita del 6 Agosto 2015, euro 396: http://www.ebay.fr/itm/121714792094 Fotografia 2, attualmente in vendita a 3400 euro: https://www.vcoins.com/en/stores/london_ancient_coins/89/product/excessive_rare_domitian_8196_ae_sestertius__saecular_games_/611977/Default.aspx Stiamo chiaramente prendendo in esame la stessa identica moneta.1 punto
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La mia è a colori, ma a volte le differenze della conservazione si apprezzano meglio in B/N. Ti allego la foto della mia unica sterlina (1966)1 punto
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Sono del parere che il giglio sulla corona è indicativo per l'attribuzione a Carlo I d'Angiò. Riguardo alla rarità di questa moneta, io penso che R2 sia più consono, per due motivi, il primo è perchè molte persone non fanno caso alla sommità della corona, il secondo è perchè molte volte questi nominali sono molto consunti e difficili da riconoscere. Due anni fa a Riccione in villa, ebbi modo di notarne un paio in un lotticino di circa 100 denarini siciliani.1 punto
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Salve a tutti, sono d'accordo che il dritto è pesantemente ritoccato e la legenda completamente sconvolta, sono state aggiunte nuove lettere sopra le originali per coprirle ma da qualche parte bisognava partire per riuscire a capire la monetazione di questo nuovo imperatore MAEONIVS :rofl:. Prima o poi lo identificheremo, se non è Gordiano III, Probo, e ora Claudio II, riusciremo a vedere chi è stato ucciso da quel distruttore di tondelli :cray:. Marcus Didius1 punto
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A mio parere , la prima ipotesi di Proemius é quella corretta: Probo. Per il rovescio ipotizzo il Mars Victor, vedendo abbastanza chiaramente un "V" sopra la testa. Posto il link ebay del venditore dello pseudo-Meonio: http://www.ebay.it/itm/SBC-a-Numismatic-Oddity-in-Old-Counterfeit-of-usurper-maeonius-exciting/3218428363081 punto
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Non lo so: non ho idea del sistema di bloccaggio delle monete nè della strutturazione di tali piccoli torni, nè se mandrino e griffe fossero analoghi agli attuali (almeno concettualmente). E' tuttavia possibile, tenendo conto che la battitura "ad anello", ossia entro virola, avrebbe poi cancellato (espandendosi radialmente il metallo) le tracce delle griffe sul contorno della moneta.1 punto
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Ciao Francesco, l'Italia è lunga, scendo lentamente, comunque ho già inserito al post 101-103- 104 quelle della tua Città. GUARDIA DE LOMBARDI (AVELLINO) - SOCIETA' DI MUTUO SOCCORSO FRANCESCO DE SANCTIS Bella medaglia con ritratti di Umberto I e Margherita.1 punto
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@@il lanzo se ti puo' interessare, allego una precedente discussione relativa a questa tipologia http://www.lamoneta.it/topic/87691-il-rottame-della-settimana-soldo-di-castiglione/?hl=%2Bmezzo+%2Bsoldo+%2Bfrancesco+%2Bgonzaga1 punto
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@@417sonia Sono sicuro che farai una bellissima figura......non vedo l'ora di ascoltarti!1 punto
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Buongiorno a voi, se può interessare, dell’opera di Michel Du Bois Chatelerau esiste una versione pdf scaricabile: https://books.google.it/books?id=Rv9XAAAAcAAJ&pg=PT10&lpg=PT10&dq=%22Gravures+représentant+les+différentes+machines%22&source=bl&ots=s3gHsmto8j&sig=JJkBeZulYVO-WzH9R2w1B-6IGvA&hl=it&sa=X&ved=0CCwQ6AEwA2oVChMIotDU9-P6xwIVSFYUCh2R7AWD#v=onepage&q=%22Gravures%20représentant%20les%20différentes%20machines%22&f=false Vi consiglio però quest’altra versione elettronica, digitalizzata dalla Bibioteca palatina di Parma: http://www.teca.bibpal.it/teca/s.aspx?Id=114777&Gravures%20representant%20les%20differentes%20machines%20servant%20a%20la%20fabrication%20des%20monnoyes%20au%20balancier,%20construites%20a%20Venise%20pour%20le%20service%20de%20la%20Serenissime%20Republique.%20Presentees%20...%20par%20l'auteur%20%5BM Buona giornata, Teofrasto1 punto
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@@acraf grazie per la segnalazione! Leggendo questo libro vi divertirete a decifrare i segni riportati sulle monete greche. Ad esempio, su questo didramma di Velia il segno evidenziato corrisponde al numero 10.000.1 punto
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Condivido Se adesso ci mettiamo pure a tempestarli di telefonate ed email per sapere cosa ci hanno assegnato...... buonanotte!! Ohhh Padre Eterno......1 punto
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Soldo o mezzo soldo di Castiglione per Francesco Gonzaga http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FRAGP/2 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FRAGP/1 In effetti io ho molte perplessità che la zecca di Castiglione potesse emettere due nominali identici con minime differenze nelle misure ponderali...sono dell'idea che il nominale sia uno e le minime differenze siano da imputare a diversi periodi di emissione... ma fino a prove certe....facciamo riferimento alla bibliografia ufficiale. ciao Mario1 punto
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e per finire, alcuni esempi (bruttini anzicheno') di emissioni locali di buoni per diversi tipi di merce: verdure, zucchero, farina, cereali... con le quantita' espresse in numeri arabi o in caratteri cinesi tradizionali (mentre il resto delle scritte e' in caratteri semplificati). le emissioni locali sono numerosissime e finora poco studiate e soltanto in piccolissima parte classificate e catalogate. Gli esemplari degli anni 50 e primi anni 60 sono difficli da trovare in FDS dato che la carta era molto porosa e di qualita' scadente che col passare del tempo tende a sbriciolarsi o a far scomparire l'inchiostro di stampa.1 punto
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Ringrazio @@alessandro1970 e naturalmente ricambio. Un 100° scambio portato a termine in modo perfetto nonostante i grossi impedimenti "manuali" ! :D A presto ;) Simone1 punto
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la moneta da me postata è stata oggetto di varie riflessioni e personalmente in un primo momento l'avevo inquadrata nella produzione di falsi effettuata in ambito centro italiano (Ravenna o Ferrara), supportato anche da un interessante studio http://www.rmoa.unina.it/998/1/RM-Mueller-Imperialismo.pdf in cui vengono riportati degli interessanti spunti di cui riporto degli estratti: Il culmine della crisi militare che stremava Venezia in Occidente e in Oriente portò nel 1453 a due decisioni significative. La prima fu quella di battere più di 4 milioni di piccoli veneziani, e con questi pagare le maestranze dell’Arsenale che stavano costruendo cinquanta galere da guerra; i piccoli di conseguenza presero piede anche nella capitale, e qui suscitò scandalo la constatazione che essi venivano scambiati «in scarnutiis» o cartocci, come era consuetudine fare a Padova, cosa che non sarebbe dovuta succedere a Venezia25. In secondo luogo si ordinò la produzione di una nuova moneta, il «quattrino per la Terraferma», per un totale di 20.000 ducati (7.200.000 pezzi), una moneta ragguagliata a tutte le lire e che quindi doveva circolare in tutto il territorio soggetto, «excepta hac civitate»26. Ma a soli cinque anni di distanza circolava una tale quantità di quattrini falsi e stranieri che tutti i quattrini furono richiamati per un’ispezione da parte di esperti mandati dalla stessa zecca in ognuno dei capoluoghi provinciali; e gli esperti individuarono niente meno che sessanta diverse stampe di quattrini falsi tra quelli ritirati dalla circolazione. Il valore legale dei quattrini buoni fu dimezzato, provvedimento valido per frenare un abuso, ma che comportò un notevole danno per i detentori di queste monete All’inizio del maggio 1472 arrivò a Venezia la notizia che il duca di Milano era pronto ad emettere sul territorio veneto grossi e grossoni falsi per un valore di 80.000 ducati, e che lo stesso stavano per fare le autorità di Ferrara, Mantova e Bologna. Con un colpo di mano, il Consiglio dei dieci arrogò a sé la giurisdizione sulla zecca, tolta al Senato, e sui processi criminali contro i falsari, sottraendoli agli «avogadori di comun». Si intervenne immediatamente con un bando contro le «monete adulterine»; di lì a pochi giorni si ridusse del 40% il valore legale dei grossetti e grossoni genuini perché molto tosati; e si finì poi per bandire addirittura le due monete dalla circolazione e richiamarle alla zecca per valutarle solo al peso dell’intrinseco. Secondo il cronista Malipiero, veneziani e sudditi subirono d’un colpo una perdita di un milione di ducati in potere d’acquisto, peggiore, diceva, della perdita nello stesso anno dell’isola di Negroponte, a parte il danno che il prestigio della Dominante dovette subire in conseguenza della perdita di un dominio. E poco dopo seguì il bando dei quattrini e dei piccoli di mistura.1 punto
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Di 20 lire ce ne sono spesso in asta.. Prima o poi arriverà!! :good: Cosa ne pensate di queste?? @@rickkk1 punto
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Oltre come già detto da matcor è contro regolamento postare il link della vendita, poi non l'ho salvata tra i preferiti l'asta perché non mi interessava. Mi ci sono imbattuto diverse volte per caso. Prova a cercare "2 euro 2015 proof" sulla baia italiana spuntando la casella a sinistra "unione europea" e poi vedi anche tra quelle scadute che di sicuro la trovi.1 punto
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l'esemplare da ArtemideAste è stato aggiudicato a 160 euro + diritti. abbiamo un primo dato per stimare il valore di altri esemplari.1 punto
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Pezzo di 5-scellini 1947 del Sudafrica ha colpito a Pretoria in 0,800 argento, 38,8mm di diametro e peso 28,28g. Re George VI della Gran Bretagna è raffigurato, naturalmente, ed era suo e visita della sua famiglia in Sud Africa nel 1947 che è stata l'occasione per il rilascio di questa corona commemorativa. La visita era stata fissata l'anno precedente e la nuovissima corazzata britannica HMS Vanguard—completato troppo tardi per vedere il servizio di guerra—è stato equipaggiato per agire come un yacht reale per il lungo viaggio in Sud Africa. E proprio come dice questa grande corona d'argento, la visita reale si è verificato all'inizio del 1947. Gran Bretagna stava dicendo grazie a sud africani per il loro aiuto durante la guerra, e si potrebbe anche dire (poiché l'impero aveva cominciato a svanire) che con la visita reale al Sudafrica, Gran Bretagna era tranquillamente riaffermare il suo primato all'interno del Commonwealth. Display. Sul display anche durante la visita era la futura regina Elizabeth II, che ha festeggiato il suo compleanno 21st mentre in Sud Africa. Display. Visualizza Royal. Come appropriato, quindi, che lo Springbok sul retro di questo 1947 5-scellino è detto per essere pronti a "pronk," vale a dire, di "mostrare". il presto-a-essere-pronking springbok è diventato un appuntamento dell'invenzione dell'africano del sud, naturalmente. La maggior parte di tutti noi ha familiarità con esso, attraverso l'oro Krugerrand e le varie corone che seguirono questo 1947 Royal Visit 5-scellino in argento. Questo è stato il primo e l'ultimo della serie, tuttavia, per visualizzare lo stato del re come imperatore d'India. Giorgio VI sarebbe abbandonare il titolo più successivamente nel 1947, e monetazione del Commonwealth avrebbe dovuto essere totalmente rinnovato. (Beh, forse ovunque, ma in India, dove la rupia 1947 ha continuato ad essere coniato con una data congelata fino al 1950. Vanguard è stato anche un finale; Corazzata ultimo della Gran Bretagna. E ha una connessione con un'altra corona del Commonwealth—1949 Royal Visit 5-scellino Nuova Zelanda. Vanguard era stato incaricato di formulare quel viaggio troppo. Ma George VI era troppo malata per andare, e la corona 1949 commemora un evento mai accaduto. :) v. ------------------------------------------------------------- South Africa’s 1947 5-shilling piece struck at Pretoria in .800 silver, 38.8mm in diameter and weighing 28.28g. Britain’s King George VI is pictured, of course, and it was his and his family’s visit to South Africa in 1947 that was the occasion for the issue of this commemorative crown. The visit had been set the previous year, and the brand-new British battleship HMS Vanguard—completed too late to see war service—was outfitted to act as a royal yacht for the long journey to South Africa. And just as this big silver crown says, the royal visit occurred early in 1947. Britain was saying thank you to South Africans for their help during the war, and it might also be said (since the Empire had begun to fade) that with the royal visit to South Africa, Britain was quietly reasserting her primacy within the Commonwealth. Display. On display too during the visit was the future Queen Elizabeth II, who celebrated her 21st birthday while in South Africa. Display. Royal display. How appropriate then, that the Springbok on the reverse of this 1947 5-shilling is said to be getting ready to “pronk,” that is, to “show off.” The soon-to-be-pronking Springbok became a fixture of South African coinage, of course. Most all of us are familiar with it, through the gold Krugerrands and the several silver crowns that followed this 1947 Royal Visit 5-shilling. This was the first and last of the series, however, to display the King’s status as Emperor of India. George VI would relinquish the title later in 1947, and the Commonwealth’s coinage would have to be totally revamped. (Well, maybe everywhere but in India, where the 1947 rupee continued to be coined with a frozen date until 1950.) Vanguard too was an ending; Great Britain’s last battleship. And it has a connection with another Commonwealth crown—New Zealand’s 1949 Royal Visit 5-shilling. Vanguard had been tasked with making that trip too. But George VI was too ill to go, and the 1949 crown commemorates an event that never happened. :) v.1 punto
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Credo sia difficile sostenere una discussione seria "in cieco", e cioè senza avere di fronte delle persone reali e in mano dei documenti giustificativi. Questo tipo di dibattiti si sono arenati anche in passato nel Forum, perchè ogni parere espresso sembra poter essere accettabile, chiunque sia a proporlo. Per questo stesso motivo non avrei voluto aprire una ulteriore discussione. Tra i partecipanti c'è chi è convinto che i "graffi di conio" siano dovuti alla espulsione delle monete dal conio (come indicherebbe il nome in questione), forse tramite l'improbabile utilizzo di strumenti atti a facilitare tale operazione, e anche chi ipotizza possano rappresentare segni di "sfregio" per il sovrano. http://www.lamoneta.it/topic/34742-sfregiare-le-monete/?hl=justiert#entry377985 http://www.lamoneta.it/topic/94591-strappigraffi-di-conio/ Quanto ho riportato brevemente nella discussione sul Convegno di Napoli (http://www.lamoneta.it/topic/129282-secondo-convegno-numismatico-partenopeo/page-11 #258) mantiene invece una sua validità documentale. Le carte che ho potuto consultare, e che costituiranno oggetto di pubblicazione, indicano i seguenti elementi: - A Bologna i tondelli (sia d'oro/argento che di rame) venivano limati per essere portati a peso (prima della coniazione): in epoca pre-napoleonica sul contorno, in epoca napoleonica sulle facce - Vi erano lime di varia gradazione, in rapporto ai tondelli. Erano fornite da Milano. - I tondelli venivano disposti sopra alcune tavolette di legno che presentavano serie di incavi regolari per alloggiare le monete e venivano limati in piano (in genere da una sola faccia) - Si consigliava di utilizzare la faccia limata del tondello per il conio di rovescio, per non deturpare eccessivamente le monete - A Milano si usava sia questo metodo che dei tornietti ad acqua (cioè mossi da forza idraulica) che "raspavano concentricamente una faccia della moneta (metodo meno utilizzato) - Quest'ultimo metodo era invece prevalentemente in uso nella zecca di Venezia Riporto, perchè già pubblicato da Michele Chimienti (La zecca di Bologna e le sue macchine, Eurocopy, Bologna 2008, p. 333) la seguente osservazione (è tratta da documento dell'Archiginnasio di Bologna - B1060- di Pellegrino Salvigni, direttore della zecca di Bologna in visita alla Zecca di Milano nel 1808) "Aggiustamento de’ tondini. Introdotti in Milano de’ tornetti ad acqua per raschiarli e non limarli. Dicesi da Morosi che questo metodo tolto da’ Veneziani dia risparmio di tempo. Non è vero. È però vantaggioso per la minor dispersione del metallo, e perché non vi restano i segni della lima. Presentemente però in Milano i limatori vecchi seguitano a mettere a peso colla lima, giacché non hanno potuto adattarsi al tornetto, ma i giovani usano di questo. Per riparare all’inconveniente de’ segni della lima si era ordinato che i tagli di essa fossero meno grandi, ma il Mastro ostava per la compassione de’ limatori, ed essi pagavano da bere al tagliatore perché tagliasse grosso." Vorrei completamente smentire @@demonetis dicendo che esistono documenti che riguardano tecniche e modalità di coniazione per Bologna, e che essi assumono una valenza piuttosto generale (Bologna è stata parte del Regno d'Italia Napoleonico, dello Stato Pontificio e del Regno d'Italia Sabaudo nel volgere di 50 anni) e che confidiamo di pubblicarli quanto prima. Consiglio inoltre chi sia interessato ad acquistare il nuovo libro di Chimienti (Incisori e conii della Zecca di Bologna, Bologna agosto 2015) che appare unico nel suo genere per le notizie relative alle tecniche di coniazione, oltrechè beninteso per tutte le altre notizie e immagini fornite. ;)1 punto
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Vi sono moltissime varianti di legenda Il tuo esemplare e' molto ben coniato Piu' intetessante sarebbe conoscere il peso che da' forse l'isea di essere maggiore ripetto alla media1 punto
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10000 monete non sono poche. Il valore economico passa in secondo piano davanti ad un viaggio intorno al mondo. Complimenti.1 punto
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La maggior parte in oblò, quelle poche che hanno un valore un po' più alto invece in capsula.1 punto
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A proposito della cognizione della sfericità del pianeta terrestre che gli antichi Romani già possedevano, Plinio il Vecchio nel II libro della Naturalis Historia scrive: RELIQUORUM QUAE MIRAMUR CAUSA IN IPSIUS TERRAE FIGURA EST, QUAM GLOBO SIMILEM ET CUM EA AQUAS ISDEM INTELLIGITUR ARGUMENTIS (La motivazione degli altri fenomeni che ci stupiscono sta proprio nella forma della terra, la cui sfericità, nonchè quella delle sue acque, è chiarita dalle stesse prove. 183/185). QUOD SI PLANA ESSET TERRA, SIMUL OMNIA APPARERENT CUNCTIS NOCTESQUE NON FIERENT INEQUALES; NAM AEQUE ALIIS QUAM IN MEDIO SITIS PARIA DUODECIM HORARUM INTERVALLA CERNERENTUR, QUAE NUNC NON IN OMNI PARTE SIMILI MODO CONGRUUNT (Ma se la terra fosse piatta, tutto apparirebbe agli uomini contemporaneamente e le notti non sarebbero variabili; infatti anche per gli altri, non solo per chi sta nel mezzo, sarebbero osservabili intervalli costanti di dodici ore, mentre essi, di fatto, non sono così regolari in tutte le regioni. 177/180). IDEO NEC NOX DIESQUE, QUAMVIS EADEM, TOTO ORBE SIMUL EST, OPPOSITU GLOBI NOCTEM AUT AMBITU DIEM ADFERENTE (Perciò, ancora, non c'è notte e giorno -pur trattandosi di un fenomeno costante- simultaneamente in tutto il mondo: l'interporsi del globo porta la notte, la sua esposizione il giorno. 181/182). Enrico :)1 punto
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