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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/03/15 in Risposte
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Buongiorno @@Fratelupo, io sono convinto che le monete che non hanno UNA stella a sei punte su entrambi i lati non facciano parte delle emissioni del biennio 1254-56 (sto naturalmente parlando delle monete coniate dalle città che sottoscrissero quell’accordo monetario). Personalmente, tra i pezzi NON ATTRIBUIBILI a tale concordato inserisco anche le monete di Tortona. A a differenza di quelle degli altri Comuni firmatari, che hanno una sola stella su ciascun lato e sono tutte molto rare, le monete di questa zecca recano incise due stelle su entrambe le facce e sono piuttosto comuni (l’ho anche scritto da qualche parte ma ora non ricordo dove). Se autentici (il condizionale è d’obbligo dal momento che non ho potuto prenderne visione dal vero ma solo dai cataloghi), sarebbero invece da attribuire a questo periodo i grossi di Brescia venduti da Aes Rude nel 1979 e quello di Antiqua Casa d’aste del 1995. Mi sembra infatti che, a differenza di quelli censiti da Mainetti Gambera 1991 pp. 140-41, nn. 13-15, questi due esemplari abbiano chiaramente scolpita su entrambe le facce proprio una stella a sei raggi. Di questa proposta, da me fatta nell’ormai lontano 2002, non si tiene conto nel recente contributo di Giammatteo Rizzonelli sulla produzione monetaria bresciana tra Alto e Basso Medioevo, nemmeno per confutarla nel caso queste monete siano dei falsi moderni. Inoltre nello stesso testo vengono attribuiti al periodo 1254-56 i grossi bresciani con “O croxata” (pp. 41-42): una datazione a mio avviso discutibile. Tornando alla sua moneta, in buona sostanza secondo la mia opinione la sua moneta sarebbe da collocare in un altro periodo. Non so dirle se prima dell’accordo o dopo; probabilmente dopo. Ha controllato sul Corpus nummorum Bergomensium? Cordiali saluti, Teofrasto :)3 punti
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Mentre fotografare combinazioni di monete da utilizzare in "L'Europa in 50 centesimi al giorno" (nel 1885) thread, ho assemblato casualmente una combinazione impossibile. Per divertimento, ho messo insieme due combinazioni di più impossibile. Qualcuno può dire perché ognuna delle seguenti combinazioni di tre monete sono impossibili per l'anno 1885? :D v. --------------------------------------------------------- While photographing combinations of pocket change to use in the “Europe on 50 cents a day” (in 1885) thread, I accidentally assembled an impossible combination. For fun, I put together two more impossible combinations. Can anyone say why each of the following three coin combinations are impossible for the year 1885? :D v. 1. 2. 3.2 punti
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Sulla tipologia della moneta di Catana in questione, prima di tutto vorrei proporre una nuova lettura dello schema iconografico. Che significato ha quel satiro sul toro androprosopo? Si tratta di un esempio di pratica del bull-leaping di origine minoica, come affermato da alcuni studiosi? Quindi una specie di gioco acrobatico rituale? Personalmente credo che il significato della iconografia sia da interpretarsi in altro modo, guardando a occidente piuttosto che a Creta. Come accennavo nel post precedente, il valore della figura taurina è legato, specialmente in occidente (su diretta influenza levantina), alle dimensioni della "liminalità", tipica del toro androprosopo, di cui fa parte anche la sua caratterizzazione come essere "psicopompo", letteralmente colui che svolge la funzione di accompagnare le anime dei morti nell'oltretomba. Il valore psicopompo legato all'immagine taurina è già presente nelle famose navicelle nuragiche a protome taurina, che rappresentano appunto il mezzo simbolico attraverso cui l'anima del morto viaggia verso l'oltretomba. Il viaggio verso l'aldilà è essenzialmente un viaggio acquatico, come attestato per le credenze escatologiche di tutte le antiche civiltà del Mediterraneo (Grecia compresa, si pensi ad Okeanos e a Pontos). Tutto ciò sarà più chiaro nel libro. Nell'esempio di navicella nuragica che posto qui sotto, la dimensione piscopompa è ancora più chiara nella figura del morto che viaggia aggrappato alle corna del toro... Sotto questa luce di essere "psicopompo" risulta dunque semplice chiarire il significato di alcune raffigurazioni che a mio avviso nulla hanno a che fare con scene di bull-leaping o di lotta, ma che stanno a testimoniare la forte valenza simbolica del toro androprosopo occidentale come colui che accompagna le anime attraverso il limite tra la vita e la morte, come in questo bronzo etrusco... O in questa moneta di Panormos (non a caso città le cui origini possono ricondursi al mondo di cultura fenicia, e i vettori che portano la tradizione del toro androprosopo in occidente sono appunto verosimilmente fenicio-ciprioti!)... Lo stesso valore "psicopompo" è da attribuirsi alla tipologia di Katane, di cui posto in anteprima un sorprendente confronto con l'impronta di una gemma arcaica etrusca, in cui lo schema iconografico è pressoché identico, zampe comprese! Il valore psicopompo attribuito dagli etruschi è chiaro appunto dalla presenza di queste gemme in sepolture, di cui posto un ulteriore esempio, per cui potremmo supporre che l'anima da accompagnare fosse appartenuta in questo caso ad una defunta di sesso femminile... Venendo ora ai confronti oggetto di questa discussione, Acraf ha ragione quando guarda allo stile, che in effetti è molto diverso, lasciando supporre per i tipi catanesi una influenza dalle contemporanee serie geloe; tuttavia il confronto proposto da valtieri è a mio parere valido, non tanto per lo stile, quanto per lo schema iconografico, infatti nel tipo catanese la postura delle zampe è simile a quello visto quasi mezzo secolo prima nel tipo di Rhegion... Andando ancora indietro, sono convinto che il modello originario sia da ricercarsi nelle arule locresi scoperte nel sito di Necropoli Lucifero, in particolare mi riferisco a quelle catalogate da Vittorio Origlia come Tipo I, ossia le più antiche, datate all'ultimo quarto del VI secolo. Posto un'altra anteprima, il confronto tra il tipo reggino e l'arula Locrese. Come risulta chiaro la somiglianza coinvolge tutto il corpo del toro, non solo la postura, ma anche altri dettagli come l'incurvarsi della coda, i muscoli del corpo, fino al più piccolo dettaglio delle tre costole sul torace. A mio avviso la somiglianza è così sorprendente che non è imprudente ipotizzare qualche tipo di connessione tra la bottega locrese e l'incisore che produsse i conii per la zecca reggina. Mi piacerebbe molto continuare a scrivere post sull'argomento, in particolare i sorprendenti confronti relativi alle influenze della zecca cipriota di Paphos sulle prime emissioni di Rhegion, Gela, e più tardi sulle serie a doppio rilievo coniate a Laos, ma se vado avanti così vi svelo subito tutto e nessuno poi comprerà il libro!! :pardon: Un caro saluto a tutti i forumisti, a presto! :) Nico2 punti
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Buona giornata La moneta è considerata rara (R2 è esagerato), ma non particolarmente costosa. E' un tipo che, fortunatamente, si trova a costi ragionevoli pur avendo sulle spalle secoli di storia. La tua la potresti trovare a €. 50,00 circa; quella che ho acquistato io, da un commerciante NIP e un po' più carina della tua, la pagai l'anno scorso a €. 70,00. Ti rimando al link dove puoi trovare dettagli di questa moneta e in generale sulle monete veneziane.. http://incuso.altervista.org/docs/Le_monete_di_Venezia-1.pdf .... e non solo! http://incuso.altervista.org/ saluti luciano2 punti
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Se è per uso didattico, non c'è bisogno di un esemplare così costoso( per assurdo anche una copia di alto livello basterebbe) però, se è anche una questione collezionistica, il pezzo illustrato è decisamente bello e vale i suoi 2000 euro. Il discorso di Brenno non ha senso: ci sarà sempre una moneta meno cara da comprare dello stesso tipo, ma sarà anche altrettanto meno bella....2 punti
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state attenti tutti che con il 2016 mi iscrivo anch'io... :rofl:2 punti
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Buona giornata ecco il "Peace" dollaro americano del 1923 saluti luciano2 punti
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Ho l'impressione che stiamo un pò divagando oltre l'obiettivo di questa discussione, che sarebbe quella di raccogliere dati e informazioni specificatamente sull'asse Testa di Minerva/Toro (RRC 37/1a-c). Non so che intenzione abbia Caio Ottavio a richiedere tali informazioni. Si tratta di una particolare emissione che meriterebbe di essere approfondita. Se l'intenzione è quella di fare uno studio molto approfondito, sarebbe utile scrivere prima a Italo Vecchi, che resta uno dei maggiori conoscitori delle serie fuse, anche per sapere se è stato pubblicato qualcosa a livello accademico o se c'è qualcuno che la sta studiando. Poi sarebbe utile scrivere ad Andrea Pancotti (presso ArtCoins), che possiede gli appunti scritti dal compianto Roberto Russo sui bronzi repubblicani. Non credo che abbia studiato molto le serie fuse, privilegiando piuttosto lo studio sui bronzi coniati. Dovrebbero esistere in tutto circa una trentina di esemplari e sarebbe bello riuscire a raccogliere le immagini del maggiore numero possibile, partendo ovviamente dal fondamentale studio di Haeberlin e cercando gli esemplari comparsi successivamente alla sua pubblicazione. Così si potrebbe anche capire quante matrici sono state usate per ricavare questi assi. Il museo di Berlino possiede il maggior numero di esemplari noti, grazie soprattutto al lascito di Haeberlin, ma nel suo sito compare l'immagine di uno solo. Bisogna considerare che il curatore del medagliere di Berlino è molto interessato alle serie fuse e non ama divulgare le immagini, soprattutto dei pezzi Haeberlin che sono poi confluiti in quel medagliere. Un esempio: a Berlino ci sono ben 21 fusi di Ariminum (quelli con testa di Gallo), in tutti i nominali. Basta scrivere a Berlino e chiedere quanti sono gli esemplari di RRC 37 e se ci sono altri oltre a quello già illustrato, basta ordinare le immagini, pagando 20 euro a moneta.... E così via....2 punti
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Dunque, andando per ordine, effettivamente potrebbe essere IA.TE, ma c'è il problema che non risulta che Venezia dal 1205 al 1268 e quindi anche sotto Iacopo Tiepolo abbia mai coniato denari piccoli, quindi come lettura avrebbe bisogno di una maggiore certezza, trattandosi in quel caso di un esemplare unico. Riguardo alla V, anche a me sembra di vederla, ma in realtà si tratta di due segni irregolari e soprattutto in posizione troppo elevata rispetto al resto delle lettere. Ergo si tratta semplicemente di ossidazioni, sotto le quali si vedono benissimo le basi delle gambe della A e soprattutto il trattino centrale di forma cilindrica (ben evidenziato dalla sua ombra molto scura), assolutamente identico a quello visibile sulla moneta di gigetto13. Purtroppo quando si lavora su foto queste problemi di lettura sono molto comuni. Buona notte, Andreas2 punti
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Approfitto di questo interessantissimo thread per allegare le foto della mia Ghinea d'oro Re Giorgio III° (tipo spade Guinea) Londra 1788 - D = 24 mm P = 8,32 g titolo 914. Ho letto che queste monete traggono il loro nome dalla colonia inglese di Guinea dalle cui miniere proveniva il gold con cui furono fabbricate. Purtroppo, non possedendo un catalogo specializzato in gold coin britanniche, non sono riuscito a trovare la tiratura del 1788...?! Spero che qualcuno mi aiuti. Gradirei conoscere pareri sullo stato di conservazione del mio esemplare... che certo non può competere con quello magnifico di Cinna74. Grazie.2 punti
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Non sarà un granchè come moneta, ma la potenza la esprime tutta. Siete d'accordo? Judea - Ascalon Anno: 105-106 d.C. ACK : Testa di Tyche turrita e velata: Galea con remi1 punto
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Ciao come accennato in precedenza vi posto alcune foto del sito di Tlos in Licia, secondo la mitologia la patria di Bellerofonte, a una cinquantina di Km da Fethiye è situata sul lato di una montagna dove la stessa forma un pianoro con uno sperone roccioso dove sorgeva l' acropoli e tutti i luoghi di culto e ricreazione come la basilica le terme l'agorà e il teatro, poi l'acropoli stessa sfruttata nei secoli successivi come fortificazione e punto di osservazione, in quanto dalla stessa acropoli si domina tutta la pianura sottostante verso il mare e la stessa Fethiye, dimenticavo Fethiye in antichità era Telmessos, da non confondere con Termessos Maggiore o minore. Vi posto un po' di foto sperando di non annoiarvi. Silvio Foto 1 riuso dei materiali per erigere un muro di difesa si notano bene ii pezzi delle colonne Foto 2 parte della necropoli con in alto lo sperone dove sorgeva l'acropoli, con le strutture del successivo forte. Foto 3 - 4 e 5 tombe Licee scavate nella roccia ai piedi della stessa acropoli e l'interno di una tomba Foto 6 la parte nord est dello sperone con altre tombe.1 punto
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Salve a tutti, dopo qualche anno di "latitanza" mi ripropongo, un po come i peperoni!! Premetto che nonostante l'odissea che ho attraversato nello scorso biennio non ho mai smesso di seguire ed amministrare il catalogo di mia competenza, ma purtroppo per motivazioni di cui non voglio rammentare non ho potuto proseguire nella collezione, anzi, ho dovuto regredire quasi totalmente. (motivi finanziari) ! Ad oggi, ritrovato una sorta di equilibrio, ho intenzione di "ricominciare", con l'occasione pensavo di farlo reperendo monete moderne, anche comuni ma in FDC seguendo il criterio tipologica per cominciare dalle moderne! Consigli?1 punto
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...CNC, "tra il comune e il non comune"....ci mancava anche questa!! :crazy:... ...Comunque, i cataloghi potrebbero (e dovrebbero), secondo me, essere un filino più precisi non solo sulla rarità "assoluta", ma anche su quella "relativa" agli stati di conservazione....!...Dice bene @@Luca Pantano... Per alcune lo fanno (vedi i Leoni, ad esempio).....per altre, come questo semi-Lek, si evince un po' dalle quotazioni: ho visto che dallo spl al fdc c'è un salto di 110 euro (gigante 2014)... Dallo spl in su dovrebbe sicuramente essere NC..... Da leKcarsi i baffi!....1 punto
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sono daccordo con @@Saturno quando dice che "i cataloghi a volte non dicono la verita'" ed anch'io come @@miza di queste monete non magnetiche ( ma proprio non magnetiche) non ne ho ancora vista nessuna. quindi di consiglierei di tenerla d'occhio1 punto
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Buondì, vi mostro un mio acquisto domenicale, un 5 lire san marinese; mi dareste un opinione su valore e conservazione? Grazie1 punto
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ciao @@Anniovero, complimenti per l'acquisto, asse molto gradevole...anche a me sembra ripatinato... Riguardo la classificazione...su acsearch abbiamo diversi assi con differenti legende e coni...Il ritratto di Galba del Tuo asse richiama, a mio parere, di più il primo che posto, che presenta, però, una legenda differente Saluti Eliodoro1 punto
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Ciao. Purtroppo non sono riuscito a mettere a fuoco il contorno delle 2 Sovrane oro Giorgio IV° 1823 ... né con la macchina portatile digitale, nè con lo smartphone. Tuttavia, posso riportare la scritta latina in rilievo che è la seguente: DECUS ET TUTAMEN ANNO REGNI ... il simbolo IV è assente, probabilmente rimosso con limatura... Allego alcune "orride foto" per dimostrare almeno la mia buona volontà...1 punto
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Lorenzelli classica i grossi da 4 di Bergamo con due stelle al rovescio (CNB 15 e 16) al periodo 1236-1250 mentre quelli con una stella al diritto e una al rovescio con tetto a 4 spioventi al biennio 1254-1256 (CNB 27-30) mentre quelli con tetto a 3 spioventi al periodo 1256-1260 (CNB 31-33). CNB 15 CNB 161 punto
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bon weekend a tutti...ecco un denario in cui vorrei saper la sua identificazione di firma....ci e un nome,ma non so di qui.so che foto non rendeno ,ma per un piccolo aiuto spero abbastanza chiarre. :pardon: moneta di buon argento.....ringraziamenti anticipati. dimenticavo diametro 18mm,e peso 3.70 grs1 punto
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Salve a tutti, mi scuso per la mia lunga assenza, ma tra impegni di lavoro e scrittura del libro non ho più tempo per dedicarmi ad altro. Comunque mi loggo settimanalmente al forum per leggere con interesse le vostre discussioni, a cui spero di tornare a partecipare assiduamente una volta che il volume sarà finalmente pubblicato, ossia molto presto. Ringrazio acraf per aver menzionato il lavoro, la cui revisione è ormai alle battute finali, pubblicazione prevista entro la fine dell'anno. A questo link trovate l'anteprima di frontespizio e indice: Nicholas Molinari and Nicola Sisci, Potamikon: Sinews of Acheloos. A Comprehensive Catalog of the Bronze Coinage of the Man-Faced Bull, with Essays on Origin and Identity (Oxford: Archaeopress, forthcoming) Riguardo la questione della diffusione della iconografia del toro androprosopo in occidente, la questione è assai complessa e rimando al primo dei due lunghi saggi introduttivi del libro in pubblicazione per approfondimenti. Qui anticipo alcune questioni essenziali. - L'origine della iconografia è medio-orientale, i primi esempi compaiono sui sigilli mesopotamici nella seconda metà del terzo millennio a.C.; nei testi sumeri è nominato gud-alim, in quegli accadici kusarikku Già fin dagli esordi il toro androprosopo mesopotamico è una figura liminale, cioè legata alla dimensione del "passaggio"... tra il mondo dei morti e quello dei vivi, tra la notte e il giorno, ecc.; un esempio interessantissimo viene dal testo di una ninna-nanna babilonese (tecnicamente il testo di un "incantesimo per calmare i bambini"), in cui gli elementi liminali sono chiarissimi, trovate la traduzione in Inglese a questo link: http://www.etana.org/node/579 - nei millenni successivi l'immagine raggiunge le coste levantine del mediterraneo, arricchendosi di significati simbolici in cui si intersecano varie dimensioni, sempre sul registro della "liminalità": apotropaica (come emerge chiaramente dai lamassu, i famosi guardiani Assiri delle entrate dei palazzi), ctonio-infera, legata a credenze sulla vita dopo la morte e la risurrezione (come emerge dagli esempi di amuleti trovati in tomba), questo esemplare in lapislazuli proviene dalla tomba di un bambino a Tell Arbid.. infine, contrariamente a quanto affermato dagli studiosi che si sono precedentemente occupati del fenomeno (Isler e Jenkins in primis, i quali affermano che la connotazione fluviale è una aggiunta posteriore di marca greca, non presente nei precedenti esempi levantini), troviamo la dimensione fluviale già presente nel toro androprosopo medio-orientale, come inequivocabilmente dimostrato da questo esempio. Per discussione e bibliografia rimando al volume in pubblicazione... L'inequivocabile connotazione fluviale dell'ibrido uomo-toro nella religione mesopotamica è anche attestata dalla figura della divinità fluviale Asallhui, di cui discutiamo ampiamente nel libro, sia per le connotazioni simboliche (sorprendentemente sovrapponibili a quelle dell'Acheloo greco), sia per la questione del nome, che è verosimilmente all'origine del nome del dio-fiume greco, per un fenomeno che in linguistica è chiamato "centumizzazione", per cui alla sibilante s si sostituisce la palato-velare ch. Dalle coste levantine del mediterraneo il toro androprosopo inizia il suo lungo viaggio transmarino verso occidente. La diffusione non è lineare est-grecia-occidente, come comunemente creduto nei precedenti studi (la cui visione era distorta da pregiudizi elleno-centrici). Piuttosto il toro androprosopo raggiunge la Sicilia e l'Italia prima di arrivare in Grecia, attraverso una rotta che passa da Cipro per raggiungere la Sicilia lungo la costa nord-africana. (per discussione ed evidenze archeologiche della cypriot-connection rimando al testo in pubblicazione). Infatti i primi esempi di tori androprosopi nell'arte greca continentale non sono precedenti alla prima metà del VI secolo, e non abbiamo tracce di tori androprosopi nel mondo minoico-miceneo, mentre in occidente troviamo l'immagine già durante l'età del bronzo in Sicilia... ...e nella età del ferro in Sardegna e in Etruria villanoviana: nelle due immagini che posto trovate un confronto tra arte cipriota ed arte nuragica (in quello più in basso a destra una statuetta cipriota da Ayia Irini, a sinistra il famoso bronzetto di Nule); la seconda immagine è un reperto dall'area dell'agro falisco-capenate datato VIII secolo Dunque, come proposto nel nostro libro, il toro androprosopo avrebbe raggiunto molto precocemente le coste tirreniche di Italia e Sicilia, per mezzo di vettori levantini e fenicio-ciprioti che iniziarono a frequentare l'occidente ben prima che i greci prendessero il mare per stabilire i loro emporia e in seguito fondare le loro apoikiai. Come vedrete nel libro, i primi esempi conosciuti sono occidentali, in Sicilia ed Etruria, ed i rari esempi di pittura vascolare attica di inizi sesto secolo provengono comunque da siti occidentali, testimoniando una committenza specifica per questa iconografia. In Etruria in particolare il toro androprosopo ebbe una enorme popolarità, e tracce di culto sono predenti nei maggiori centri etruschi a partire dal VI secolo, mentre bisognerà aspettare la metà del V secolo per tracce archeologiche di culto in Grecia continentale. Questo spiegherebbe perché, venendo alla nostra materia, l'immagine sulle monete appare in occidente già alla fine del VI secolo (e contemporaneamente su monetazioni delle colonie greche di Asia minore, sulla monetazione di Paphos a Cipro e Cirene in nord-africa, esattamente lungo la rotta marittima alla base della nostra ipotesi di lavoro), mentre bisognerà aspettare circa 70 anni per vedere i primi esempi sulle monete coniate in grecia continentale. Semplicemente in occidente era già presente da secoli un terreno fertile religioso per la codificazione della divinità fluviale come toro androprosopo, adottato più tardi dalle zecche della grecia continentale per influenza delle poleis occidentali. Nel prossimo post scriverò alcune note sui confronti tra i primi tipi occidentali, partendo dagli spunti della discussione iniziata sopra da valteri e acraf...1 punto
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si,intorno al BB,per il valore purtroppo pur essendo una monetazione di grande fascino nn riscuote una grande approvazione...io starei sui 7-8 € ...1 punto
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E' bello sentirsi compresi. Indubbiamente Bianchi Bandinelli è stato un grandissimo archeologo, ma sulla modernità di alcuni suoi concetti storico-artistici consiglio la lettura del suo Organicità ed Astrazione pubblicato nel 1956, forse il più colto tentativo mai elaborato di giustificare il concetto di "arte degenerata", così caro a tutte le dittature del periodo, di qualunque colore. In ogni caso per lui fisiognomico era semplicemente sinonimo di fisionomico (come registrato ancor oggi da tutti i dizionari), e come tale ovviamente non aveva bisogno di nessuna particolare attenzione. Andreas1 punto
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@@claudioc47 @@PierluigiRoma @@nando12 @@Lay11 @@slapdash84 @@maxxi avrei postato sicuramente foto migliori di questa ma la moneta non e' ancora nelle mie mani :rolleyes:1 punto
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Forse non hai capito che non può essere autentica..ma se lo fosse stata dovresti aggiungere altri due zeri alla cifra citata.1 punto
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Bella moneta. L'ho trovata anche io domenica scorsa nel chiletto di monete mondiali che ho comprato al mercatino. E dello stesso anno1 punto
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Non saprei, le monete ne vedono di tutti i colori; mi sono capitate, per esempio, monete che avevano una specie di colla su una faccia, segno che erano state appiccicate in un quadro, per toglierla ho faticato non poco, perchè era diventata dura e si toglieva a scaglie.. A me sembra che pure questa sia così...1 punto
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Conservazione BB; valore dipende, se non magnetica vale di più della magnetica che sta sui 5 - 8 euro (aggiungo che la non magnetica è l'unica che manca nella mia raccolta; la cerco da molti anni, ma non sono riuscito ancora a trovarla).1 punto
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Ciao @antvwaIa contribuisco con qualche esemplare: GRATIANUS, Siscia RIC 26 a.2, REPARATIOREIPVB, 3.6 g, 23 mm diametro max, 1,3 mm spessore GRATIANUS, Thessalonica RIC 37 a.1, REPARATIOREIPVB, 4.3 g, 24 mm diametro max, 1 mm spessore GRATIANUS, Siscia RIC 26 a.8, REPARATIOREIPVB, 3.9 g, 23 mm diametro max, 1,53 mm spessore GRATIANUS, Siscia RIC 26 a.2, REPARATIOREIPVB, 2.8 g, 23 mm diametro max, 1 mm spessore GRATIANUS, Siscia RIC 26 a, REPARATIOREIPVB, 4.3 g, 24.4 mm diametro max, 1,4 mm spessore VALENTINIANVS II, Heraclea 24 a, VIRTVSEXERCITI, 3.6 g, 23 mm diametro max, 1 mm spessore THEODOSIVS I, Siscia 26 a, REPARATIOREIPVB, 5.0 g, 23 mm, 1.6 mm spessore AELIA FLACCILLA, Costantinopoli 63b, SALVS REIPVBLICAE, 4.3 g, 23 mm, 1.3 mm spessore (con piccolo foro per sospensione) Ciao Illyricum :)1 punto
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Non entro nel merito, e mi sembra che sia Magdi che Numa numa abbiano entrambi perfettamente ragione, pur ponendo l'accento su aspetti diversi, ma non in contraddizione fra loro. Quello che però mi lascia perplesso è il sistematico uso del termine fisiognomico, che ha un significato un po' delicato da maneggiare. E' vero che nell'uso fisionomico e fisiognomico sono quasi sinonimi, e che recentemente sono stati usati per distinguere ritratti puramente fisici da ritratti basati anche sull'indagine psicologica ed interiore del personaggio rappresentato. Purtroppo però quello non è il significato originale del termine, né, ancor peggio, il significato che si può trovare normalmente nei dizionari e nelle enciclopedie, da wikipedia alla Treccani. Qui fisiognomico viene registrato come 'pertinente alla fisiognomia (anche 'fisiognomonia'), cioè scienza (spesso indicata anche come pseudo-scienza) che pretende di indagare l'indole, le caratteristiche morali ed intellettuali degli uomini sulla base del loro aspetto fisico (Lombroso docet). Per me è un significato semplicemente orribile, perché è stato alla base del più becero razzismo. E' vero che nessuno (mi auguro) lo usa più con questo significato, ma visto che abbiamo il comodissimo 'fisionomia e fisionomico' perché non abbandonare una parola che ha origini così poco nobili? Scusate la divagazione, Andrea1 punto
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facciamo guardare un po pure rickkkk senò lui monete non ne vede mai... :P perdonate la qualità, ma non ho mai fatto foto decenti a questa liretta..=(1 punto
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Sono ben 14 le sigle marcate sulla croce, corrispondenti ad altrettante manifatture che le hanno prodotte, inoltre ve ne sono anche senza alcuna sigla. Questa medaglia è comunissima, non credo avesse un gran senso falsificarla.....ma certamente alcune piccole differenze possono esserci tra un conio e l'altro. Ne esiste un tipo senza sigla in cui anche l'appiccagnolo è leggermente diverso (più sottile). Lo stesso si può dire per la "Medaglia commemorativa della guerra 1915-18 per il compimento della Unità d'Italia", prodotta con sei marchi diversi : anche questa è comunissima. Dimenticavo : presso i negozi di forniture militari sono ancora reperibili i nastri nei colori previsti dai Decreti di emissione che ne specificano colori e disegni. Certo, quelli originali come anche i brevetti di conferimento aggiungono un altro interesse e valore alle decorazioni, ma se tu collezioni questo genere di medaglie se credi puoi anche corredarle con il nastro previsto. @@Nicol951 punto
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..è perlomeno curioso quello che si legge: Molti utenti di riconosciuta esperienza, del forum, si prodigano nel dare consigli utili . Dall'altra parte invece ci sono inviti a non preoccuparsi......... esiste un vecchio proverbio che tutti conoscono: ... " chi è causa del suo mal... ecc. ecc." io non insisterei... :whome:1 punto
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Ravvivo la conversazione con 3 uniface: Svizzera, Grigioni, vescovato di Coira, pfenning senza data in mistura, Peter II Rascher (1581-1601) HMZ 2-398/a Svizzera, San Gallo città, pfenning senza data in mistura, mastro di zecca David Reich (G 1760-1768) HMZ 2-912/j Svizzera, Friburgo, halbpfenning senza data in mistura, XV/XVI sec (probabilmente Mastro zecchiere Etienne Phillot 1596-1599) HMZ 2-251/d quest'ultimo lo trovo davvero bello e particolare Luca1 punto
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OK ho detto una cavolata, quindi allora solo se viene menzionata quella clausola si ha il diritto di recesso.1 punto
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Vi ringrazio per la partecipazione. Mi sono permesso di sollevare una questione che forse non viene sempre tenuta in debito conto, cioè quello che il Commerciante si aspetta dal Convegno. Ovvio che io esprimo il mio personale parere, che però è abbastanza condiviso anche a livello di Associazione. Creare il connubio che si è realizzato a Napoli è il messaggio ideale che dovremmo trasmettere, a livello teorico, della numismatica; la NIP lo ha stabilito anche a livello statutario; quindi la strada è questa. Forse non è quello che si vede nella maggioranza dei convegni italiani, ma questa è la strada per coinvolgere positivamente anche le istituzioni, che forse così la smetteranno di vederci come i tombaroli o i ricettatori di turno (perdonatemi il linguaggio un po' forte ma sono fermamente che in alcuni soggetti delle istituzioni sia effettivamente così). Se vogliamo sintetizzare tutti gli interventi, mi pare che siamo d'accordo che l'aspetto su cui dobbiamo lavorare, ognuno per le proprie possibilità, competenze e specificità, è l'aspetto dell'aumento della presenza di visitatori, che si porta dietro, ci auspichiamo, anche i risultati; oltre che consolidare comunque gli altri aspetti già positivi (logistica, sicurezza, ambientazione, ecc.). Io comunque, a proposito dei risultati di questa opera di divulgazione, ribadisco che il lavoro sul campo è quello più efficace, ben conscio che sia anche quello più lungo e difficile. Dobbiamo far conoscere la numismatica e trasmettere, con la massima efficacia e trasporto, la bellezza di questa forma di collezionismo. Bisogna cercare di immedesimarsi in un interlocutore e farsi la domanda: " cosa mi aspetto di sentire che mi colpisca al punto tale che mi faccia avvicinare alla numismatica?" Ogni persona ha le proprie personali leve; ed è su questo punto che sta l'efficacia del messaggio e del risultato. Chi cerca un'identificazione di appartenenza (le monete della propria regione o città, o quelle di un luogo a lui caro), chi cerca un'analisi storica/geografica (le monete di una certa area o periodo storico), chi cerca anche solo l'investimento (classico esempio di chi investe in oro monetato), ecc.. Ad ogni interlocutore bisogna toccare le corde giuste. E nei convegni questi "normotipi" ci sono già, ognuno di noi lo è. Adesso bisogna sforzarsi di stimolare l'interesse in persone terze. Perché una cosa è appurata; senza pensare alle monete correnti, ma quasi tutti, anche quelli non numismatici, abbiamo, o direttamente in famiglia o in situazioni limitrofe, avuto a che fare con accumuli di vecchie monete e banconote. Del nonno, dello zio, del parente; in ogni famiglia ce n'è uno. Poi c'è chi lo ha sviluppato come hobby e chi no. Se pensiamo solo a questo, il bacino dei potenziali interlocutori è immenso. Certo, non tutti saranno stimolati, ma il fatto stesso di far riflettere di come la moneta abbia sempre fatto parte, da quando è stata inventata, della nostra vita quotidiana, di tutti, deve far pensare che ognuno può esserne più o meno coinvolto. Ripeto, basta toccare i tasti giusti di ognuno. Per quanto mi riguarda sono disponibile a parlarne di persona con chi è interessato ad approfondire la cosa. Meglio verbalmente, è più efficace. Il mio numero lo trovate sul Sito NIP Buona serata a tutti1 punto
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Buon giorno a tutti. Intervengo anche io nella discussione portando il mio contributo quale espositore al Convegno di Napoli. Non l'ho fatto prima solo perché, nella coda, mi sono goduto anche un po' Napoli e dintorni, visto che erano parecchi anni che ci mancavo. Gran parte delle considerazioni le ho già espresse a Francesco, in qualità di "primus inter pares" dell'organizzazione. Andiamo per argomenti; e mi si perdoni magari se ripeto o sottolineo cose già dette o scontate nei vari punti che vado ad elencare, ma ritengo importante fare una panoramica, anche per spunti di riflessione, sempre ed assolutamente da vedersi in un'ottica di analisi migliorativa (premesso che questo convegno deve essere una tappa presente assolutamente nel novero dei convegni tematici italiani): 1) Collocazione e Logistica : direi che l'hotel Terminus è molto buono come posizione, è veramente attaccato alla Stazione Garibaldi di Napoli. Un po' complicatino parcheggiare nel parcheggio sottostante, soprattutto per l'angusto ingresso e per il traffico indiavolato che c'è nella zona. Comunque attorno ci sono tantissimi parcheggi. Certo, siamo vicini ad una stazione, che ormai, in qualsiasi parte d'Italia, ha connotati comuni... 2) Ambientazione sale : ottimale anche sotto questo punto di vista. Al settimo piano di un hotel a Napoli si gode anche di un panorama invidiabile. Ben distribuite all'interno le postazioni degli espositori con dotazioni (sedie, tavoli, ecc.) di hotel da 4 stelle, quindi al top. L'unico spunto che do è che, se, come ci auguriamo, il convegno dovesse espandersi, con già 10 espositori in più si andrebbe un po' in sofferenza, almeno per voler sfruttare questa parte dell'albergo. Oltre a qualche verifica preventiva sulla capacità di scolo delle grondaie... 3) Organizzazione : che dire... perfetta! Una premura, un'attenzione ed una cura che solo i napoletani, che hanno il culto dell'ospitalità, sanno dare (ed in questo non vorrei attirarmi le antipatie di coloro i quali risiedono in altre regioni, e mi ci metto di mezzo anche io). Scrupolo, ma anche discrezione. Insomma, mi ripeto, perfetti. Un grazie di cuore a tutti. 4) Sicurezza : la presenza di un corposo ed attento stuolo di discreti ma altrettanto solerti operatori del servizio di Security ha permesso l'assenza totale di fenomeni di natura criminosa; cosa che invece, ahimè, è una costante di altri appuntamenti a livello nazionale (e che mi ha toccato anche di persona, purtroppo). Ci siamo sentiti (almeno parlo per me) molto seguiti con alta professionalità (gli operatori intervenivano, discretamente, in situazioni per noi espositori impegnative) Quindi promosso a pieni voti anche questo punto. 5) Mostre e convegni : qua non posso esprimere giudizi in quanto durante questi momenti non ho potuto esserci, per ovvi motivi, ma stando ai commenti, sia in questa sede, sia durante il convegno, direi assolutamente all'altezza della situazione. Del resto è fondamentale, per elevare anche il livello di queste manifestazioni, unire le varie anime della numismatica in quanto scienza applicata (commerciale-convegnistica, culturale ed istituzionale). 6) Affluenza e risultati : partiamo dal presupposto che l'evento è stato veramente pubblicizzato in maniera adeguata con tutti i mezzi e su tutti i media del settore. Onestamente mi aspettavo di più, ma in questo, purtroppo, dobbiamo scontare una situazione di mercato un po' asfittica. Personalmente ho coniugato questo evento commerciale con una parte ludica, ma certamente se mi fossi dovuto basare sui soli risultati di vendita non si può dire che sia stato un successo. Poi si possono dire tante cose, sia su quello che sia io, sia i colleghi esponevamo, ma il puro dato numerico dell'affluenza è stato inferiore alle aspettative. E quindi visto il grosso battage pubblicitario che è stato fatto, le cause di questo risultato non in linea con le aspettative va iscritto forse a cause strutturali e forse anche a motivi logistici (posto nuovo) e di data (a ridosso di Riccione, anche se questo non la reputo una motivazione significativa, vista la distanza che separa i due luoghi). Resta il fatto che bisogna affrontare il nodo dei risultati di queste manifestazioni in maniera sistemica, per non farsi la domanda, soprattutto da parte degli organizzatori, che tanto si prodigano in queste iniziative, e quelli del Circolo Partenopeo se lo meritano, del perché magari l'anno successivo un espositore non partecipa più. La nostra presenza, se vogliamo leggerla "biecamente" (passatemi il termine forse un po' forte) ed egoisticamente, è legata ai risultati. Che sono sì di marketing, ma soprattutto e principalmente di vendita. Spero con queste parole di non toccare nervi scoperti, ma a me piace dire le cose come stanno, con tutta la diplomazia del caso, ma senza girarci attorno. Così, a mio giudizio, si cresce; sottacendo le cose i problemi non emergono. Detto questo, comunque, di questi argomenti ne ho parlato, poco, per via del tempo, con Francesco ed Antonio. Ed ho detto loro le stesse cose che ho scritto qua, avendo l'impressione di un'attenzione massima. Per quanto mi riguarda comunque io alla prossima edizione vi parteciperò, impegni permettendo, anche perché sono sicuro che gli spunti di riflessione che sono maturati in questa sede, sia da parte degli organizzatori in maniera autonoma, permetteranno una crescita che il Convegno di Napoli merita. E comunque ho già parlato con colleghi, che non hanno partecipato a questa edizione che mi hanno chiesto pareri e che mi hanno già anticipato che parteciperanno volentieri alla prossima. Quindi ragazzi dell'organizzazione, rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo per la prossima edizione per migliorarla ulteriormente. Buon lavoro ed un "Ad Majora" a tutti!! Stefano Palma1 punto
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Qui http://www.lamoneta.it/topic/98985-ipzs-editalia-storia-della-lira/ c'è la storia di un altro che ha avuto la stessa esperienza, è andato per vie legali e, dagli ultimi messaggi, sembra sia riuscito ad ottenere qualcosa. Siamo anche noi in attesa di ulteriori delucidazioni, il consiglio è quello di seguire la discussione, potrebbe scaturirne qualcosa di buono anche per te. petronius :)1 punto
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La storia si ripete..... almeno prima vendevano patacche d'oro dieci volte il suo valore ( almeno 1/10 c'era!) ora con l'argento il valore del metallo è risibile, e quello ( non si potrebbe neppure accettare il termine) "numismatico non esiste. saluti TIBERIVS1 punto
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Liutprand, non sono d'accordo, non puoi addolcire la pillola, con la frase prima o poi ci siamo cascati tutti! Io parlo per me, qualche fesseria l'ho fatta ma non da 4.000 euro!!!! TIBERIVS1 punto
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