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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/20/15 in Risposte
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1958 Polonia 2 zlote Alluminio Diametro 27 mm5 punti
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@@Exergus I malviventi sono tali e basta. I cialtroni che occupano le pagine dei giornali sono invece quelli che parlano molto ma non propongono mai soluzioni credibili e fattibili. Secondo lei se i due malcapitati della via Martinetti avessero avuto la rivoltella sarebbe servito a qualcosa? Forse si, forse no, forse avremmo qualche "cittadino onesto" all'obitorio perché voglio vedere Lei a 79 anni a fare John Wayne contro gente di quella risma.... Ove mai venissero individuati i malviventi, invece, sarebbe più serio e interessante verificare eventuali precedenti onde accertare i motivi per cui questi erano liberi in strada invece che a San Vittore a "meditare"... Un saluto.4 punti
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Democrazia (ma poi da quando il forum è una democrazia?) non significa "diritto di fare quel che si vuole a qualunque costo". C'è un regolamento e ci si attiene ad esso (in assenza di buon senso). Toni accesi sul forum sono vietati. Così come è vietato parlare di politica perché tanto noi italiani non ne in genere siamo capaci e quindi si ricade nel caso precedente. Che questa discussione sia a rischio mi sembra evidente. Un invito a moderare i toni mi sembra DOVEROSO. Che non significa stare zitti ma evitare di litigare. Grazie.3 punti
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Mi raccomando, come suggeritovi, quando e se (speriamo mai) rapinano/aggrediscono voi o la vostra famiglia, siate civili e possibilmente ben educati! (<- non é ironico ma letterale) Magari provate a gridare con tutte le vostre forze "ESIGO IL RISPETTO DEI MIEI DIRITTI", hai visto mai che funzioni...3 punti
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Beh la RU potrebbe stare per RUPERTO...l'ipotesi potrebbe non essere del tutto peregrina e andrebbe verificata nelle fonti d'archivio coeve! Per assonanza e analogia con altre emissioni salernitane si è sempre pensato a un qualche RUggero, eppure è fin dalle prime ipotesi che viene fatto anche notare che la dizione comune è ROgerius, sulle altre emissioni salernitane. Le monete attribuite al Guiscardo non riportano mai il suo nome, per cui il termine di paragone in questo caso non c'è e Ruperto potrebbe starci. Ripeto: si dovrebbe controllare come è riportato il suo nome in altri tipi di fonti storiche e vedere se compare mai Ruperto :) così a memoria mia, mi sembra di aver letto qualche volta "Rupertus Guiscardus" in testi storici salernitani, ma non ricordo in quali e se fossero coevi. Per questo una ricerca gioverebbe...3 punti
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Si può ridere quanto si vuole ma è così. Per quanto difficile o utopico non ci sono altre vie. La litania delle lamentele non credo dia risultati migliori. A meno che non vi organizziate e tentiate una rivoluzione.3 punti
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cinna74@ ha scritto: Viviamo in una democrazia e l'unico modo che abbiamo per esprimere dissenso è attraverso il voto o con l'impegno politico da portare avanti in prima persona. Mi sono fatto la piu' grande risata negli ultimi 30 anni Corallino3 punti
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Qualche breve considerazione. In questo caso ai due è andata bene, ma teniamo anche presente che un morto poteva scapparci lo stesso se qualcuno si fosse trovato sulla traiettoria della pallottola che ha mancato il malcapitato. Come qualcuno ha già fatto sconsiglierei vivamente d'improvvisarsi "pistoleri", non solo perchè come già detto si rischia di finire nei guai con la legge in caso di eccesso di legittima difesa, giusto o assurdo che si consideri questo concetto, ma anche e soprattutto perchè chi non è portato all'uso di armi da fuoco e non ne ha dimestichezza rischia di fare più danni a sè stesso che ai criminali. Per un novellino impugnare un'arma carica genera uno stato di tensione che s'impara a dominare col tempo e con l'addestramento, il quale può portare facilmente ad errori e disgrazie. Lasciando perdere i discorsi sulla criminalità in Italia, non bisognerebbe dimenticare che un posto come il Cordusio o qualunque altro suo equivalente sarà sempre a rischio furti o rapine. Se si espone lì a mio avviso l'unico modo per evitare questi problemi è organizzare un minimo di sorveglianza, che sia vigilanza comunale o privata, e una piccola scorta per quando si fa il tragitto per tornare a casa. Sarà difficile e/o costoso ma secondo me è l'unica alternativa realistica.3 punti
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Mi piacerebbe iniziare una nuova discussione sulle monete antiche del mondo orientale, seguendo lo stesso modello della discussione sulla Cina (http://www.lamoneta.it/topic/130632-monete-antiche-della-cina/), che ha riscosso un buon successo (considerando che l'argomento trattato era decisamente di nicchia). Questa volta mi piacerebbe parlare dell'India e delle sue prime monete. Come per l'altra discussione, anche questa non sarà da intendersi come un mio monologo né come la presentazione di un articolo o il frutto di una ricerca scientifica: si tratta semplicemente di qualche notizia reperita sul web corredata da foto di alcune monete. Non ho ancora a disposizione libri sul tema, perchè sono decisamente difficili da reperire in Europa e, al momento, non riesco a "raccimolare" la cifra necessaria per acquistarli direttamente dall'India. Ho però due monetine, che vi farò vedere ;) La monetazione dell’India antica è vastissima, impossibile pensare di parlare di tutta la sua produzione monetaria fino al 700 d.C. Mi limiterei soltanto alle prime monete indiane emesse in alcune regioni del Paese, in un periodo compreso tra il 600-400 a.C. (magari giusto un accenno all’Impero Maurya). Gli intervalli di tempo proposti per la datazione delle monete sono ampi, perché mancano elementi per una datazione più precisa. Proviamo ad iniziare e vediamo se ne esce qualcosa di interessante :)2 punti
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Solidarietà e non rimproveri per i malcapitati,che a quanto sembra non se la sono andata a cercare. Qualcuno ha visto quello che è successo a quei portavalori in Puglia? Assalto di un commando di 10 e forse più uomini armati di mitra! Più grossa la corazza più grosso il cannone!!! Dove vogliamo arrivare? Ogni paese ha il governo che si merita.Questa è una sacrosanta verità. I mali che viviamo sono il risultato di mezzo secolo di democrazia...e meno male! figuriamoci se non eravamo un paese civile.2 punti
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Londra mi intriga e mi appassiona. Lo sapete bene, anche se per il momento ho scelto di fermarmi a Alletto sconfinando solo sulle serie imitative ridotte (minimi) FEL TEMP REPARATIO. Prima o poi affronterò però anche il mondo dei Costantinos. Tutto questo per dire che in materia la mia conoscenza è minima. Tuttavia, nello specifico mi frullano alcuni pensieri che vi espongo sperando di non dire castronerie... e se le dico, perdonatemi! Il dot non credo sia lì per caso, sicuramente ha una sua ragione d'essere. Segno di zecca? Potrebbe essere, e in questo caso potrebbe quindi rappresentare una nuova emissione (da fissare il termine di riferimento del "nuova" però... perché potrebbe essere anche "vecchia" e quindi essere semplicemente una emissione "diversa", mi spiego, hai motivo di inquadrarla come successiva a quella conosciuta senza dot? non potrebbe precederla?). Ma, e dico ma, nel caso specifico della moneta che hai postato, il dot, se fosse segno di zecca qualificante una emissione distinta, non sarebbe un po' troppo spostato dal resto dell'esergo PLON? In più, sbaglio io a leggerla o la legenda del rovescio è PROVIDEN°(dot) °(dot)TIAE AVGG? Il mio gusto per la simmetria mi porta a ipotizzare un dot, che però da foto non vedo, nell'angolo in basso a sinistra della porta di campo. Se ci fosse io leggerei la legenda così: °PROVIDEN° °TIAE AVGG° e all'esergo semplicemente PLON. Il tutto detto con estrema timidezza, a testa bassa perché so che in materia di costantiniane @@Nikko è imbattibile.2 punti
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Falsa senza ombra di dubbio e dubito anche sulla qualità del materiale.2 punti
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2 punti
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Filippo II di Macedonia si era innamorato di Euridice, una bellissima ragazza che aveva l’età di sua figlia Cleopatra e che voleva sposare dopo averla messa incinta. La regina Olimpiade era molto preoccupata perché, se Euridice, figlia del generale Attalo e quindi appartenente alla migliore nobiltà macedone, avesse partorito un maschio e Filippo avesse ripudiato lei e dichiarata regina la giovane sposa, il bimbo sarebbe diventato il legittimo erede al trono di Macedonia e Alessandro il bastardo. Il bastardo figlio della straniera, perché così era considerata l’epirota Olimpiade dalla nobiltà macedone nonostante le sue nobili origini. Dopo che Olimpiade aveva esternato le proprie preoccupazioni ad Alessandro e Filippo aveva notato lo stato di malcontento del figlio, come il sovrano ne apprese il motivo, si adirò con la moglie che a suo avviso voleva mettergli contro il figlio prediletto per gelosia e trascinò Alessandro nella zona delle officine del palazzo, spalancò una porta e lo spinse dentro quasi a forza… Ma qui lascio proseguire Valerio Massimo Manfredi nel suo ‘Il romanzo di Alessandro’. Come si scrive 10.000 in greco? Ci sarà mai lo statere commemorativo della vittoria di Cheronea o uno statere con un monogramma che vale 10.000? Oppure si tratta soltanto di realtà romanzesca? apollonia2 punti
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Non si tratta di improvvisarsi "pistoleri", e i cialtroni che occupano le pagine dei giornali, sono malviventi che si procurano le armi al mercato nero, alquanto fiorente da quel che si può vedere. Un cittadino onesto ed incensurato che supera un rigoroso esame tecnico, pratico e giuridico, che ha sempre dimostrato comportamento equilibrato ed irreprensibile e che non fa parte di associazioni o frange estremiste deve avere la possibilità di circolare armato, per la sua sicurezza e quella del prossimo. Ricordo inoltre che dagli anni '50 TUTTE le sparatorie di massa negli USA hanno avuto luogo in una "Gun-Free Zone" dove pazzi scatenati e terroristi sono certi di non trovare alcuna resistenza, se volete controllare: Virginia Tech, Arkansas Sate University, Northern Illinois University, Louisiana Tech, University of Memphis, Delaware State University (due volte), South Mountain Comunity College, University of Iowa, San Diego Sate University, Appalachian School of Law, University of Arizona, Shepherd University, Bard College, Case Western Reserve University, Penn State University, Farleigh Dickinson University, University at Central Arkansas, University if Alabama at Huntsville. E pochi giorni fa UMPQUA Community College. Quando al cittadino viene negata la possibilità di difendersi, la democrazia è finita.2 punti
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I giuristi che al loro tempo scrissero il Codice Penale sapevano quel che facevano e produssero norme opportune e congrue per permettere alle Autorità di prevenire e/o di reprimere la commissione di molti reati. I successivi interventi normativi (abrogativi, modificativi ecc.) e, soprattutto, l'interpretazione giurisprudenziale di parecchie norme hanno in qualche modo limitato l'efficacia di queste ultime. Da qui il dibattito (più vecchio di me) sulla certezza della pena, sulla proporzionalità della legittima difesa ecc. ecc. Secondo me questo è il tema da affrontare per dare una risposta seria agli interrogativi e alla rabbia che il caso di domenica hanno suscitato in molti di noi. Ronde e pistole lasciamole ai cialtroni che occupano le pagine dei giornali....2 punti
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"Mi capita di possedere un 10 lire somale 1925, ritirate e sostituite nel 1926 perché di gr.12 e diametro 28 mm. Ebbene questa che possiedo pesa circa 10 grammi (9.14 per l'esattezza) e ha il diametro di 27 mm .come prescritto (anziché 28) Non ritengo che l'usura di questa mia moneta (che ha comunque ben circolato) possa essere scesa da gr 12 a gr.9,14.e mi vien fatto di pensare che sia una delle poche tarde emissioni coniate correttamente in gr,10 e mm27." Ciao. Se i dati pondometrici della moneta sono quelli forniti, si tratta senza dubbio di un falso. Intanto le 10 lire per la Somalia vennero unicamente emesse con le caratteristiche previste dal Regio decreto 18.1.1926, n. 268 che le aveva istituite e che stabiliva un peso di grammi 12 e un diametro di mm. 28. Non ci fu alcuna emissione, tarda o meno, di queste specie a peso inferiore. Tali monete, unitamente a quelle da lire 5 per la Somalia, vennero semplicemente ritirate nel 1927 e sostituite con le monete da Lire 10 e 5 in corso in Italia ed aventi pesi e diametri inferiori. Ciò in quanto nel frattempo era stato esteso alla Somalia il sistema monetario del Regno con le relative monete in corso in Italia, che rendeva non più conformi le monete per la Somalia. Pertanto, una moneta da 10 lire per la Somalia di peso pari a grammi 9,14 è evidentemente un falso. Saluti. Michele2 punti
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Non ti preoccupare se hai l'impressione di avere confusione in testa sulle litre selinuntine. Intanto posto l'immagine del bronzo di Gela a cui ti riferisci: NY Sale 14/2007, 38 g. 3,37 che è più o meno coevo alla serie delle litre selinuntine e comunque all'ultimo quarto del V secolo a.C. Non è facile capire cosa esattamente raffigura la testina della contromarca, se femminile o maschile. Io propenderei per una testina femminile in quanto in alcuni conii si vede chiaramente una benda o una specie di sphendone che cinge la testa, anche se in altri conii la testina sembra più "maschile".... Però mi riesce difficile immaginare testine diverse per un fenomeno di contromarcatura comunque piuttosto limitato nel tempo. Adesso vediamo meglio gli eventi storici durante l’invasione cartaginese, che segnò la cesura per molte emissioni siceliote, fino al 407 a.C., quando morì Ermocrate. Il racconto che segue è ripreso in buona parte da un mio articolo che avevo pubblicato sul volume in onore di Roberto Russo ed edito dalla NAC insieme all’ANS di New York. Nell’estate del 409 a.C. le truppe cartaginesi e loro alleati elimi, al comando di Annibale Magone, espugnarono Selinunte in soli nove giorni (Diod. XIII 59, 3-4). E’ bene rilevare (e non molti lo sanno) che Selinunte fu saccheggiata e le sue mura furono abbattute, ma la città non fu distrutta dalle fondamenta. Ben 2600 Selinuntini sfuggirono alla cattura trovando rifugio e ospitalità ad Akragas. A molti di essi, per intercessione del filopunico Empedione, il comandante cartaginese concesse di rientrare in città e coltivare i campi a condizione che versassero un tributo a Cartagine e non ricostruissero le fortificazioni (Diod. XIII, 59, 3). La città quindi entrò di fatto nella zona di influenza cartaginese. Altri superstiti selinuntini rientrarono al seguito di Ermocrate (vedasi più avanti). In ogni caso gli scavi archeologici condotti a Selinunte hanno confermato che dopo il massacro del 409 a.C. la città fu parzialmente riedificata con materiali di riporto, specie nel quartiere più settentrionale e la popolazione si era poi concentrata nella zona dell’acropoli: cfr. Rallo A. L’abitato di Selinunte: il quartiere punico e la sua necropoli. Kokalos, 28-29 (1982-1983), p. 169-174, in particolare p. 171.] Dopo il saccheggio di Selinunte, i Cartaginesi risalirono lungo il corso del fiume Himera e cinsero d’assedio da ovest e da sud l’omonima città greca (Diod. XIII, 59, 4). In suo soccorso pervenne l’esercito siracusano al comando di Diocle, che comprendeva anche mercenari ed elementi di Gela e Akragas (Diod. XIII, 61, 3: si sospetta che ci fossero anche soldati di Kamarina). La flotta siracusana era impegnata nel mare Egeo, al comando di Ermocrate, a sostenere Sparta nella sua guerra contro la comune nemica Atene, ma egli riuscì a inviare 25 triremi che giunsero alla costa di Himera (Diod. XIII, 61, 1) poco dopo una disastrosa sortita di soldati imeresi, con la morte di ben 3000 uomini (Diod. XIII, 60, 7). Di notte fu imbarcata una moltitudine di donne, bambini e schiavi e la flotta ripartì per Messana (Diod. XIII, 61, 5). Sapendo che la capienza media di una trireme era di circa 200 persone, è possibile calcolare che per via mare furono evacuate circa 5000 persone, un quarto della popolazione imerese, che doveva ammontare a circa 20000 individui (cfr. Asheri D., La popolazione di Himera nel V secolo a.C., Rivista di Filologia e di Istruzione Classica, 101 (1973), p. 457-465), comprendendo però anche abitanti della parte bassa. Calcolando la proporzione di 1:3, l’esercito imerese doveva essere composto da almeno 7000 soldati. Le navi però non bastarono a imbarcare altri abitanti di Himera e nel frattempo si era sparsa la voce che i Cartaginesi avrebbero approfittato per veleggiare direttamente su Siracusa indifesa. Di conseguenza Diocle preferì ripiegare via terra verso la sua città (Diod. XIII, 61, 3), abbandonando Himera al suo destino e senza neppure fermarsi ad onorare le salme dei concittadini che avevano perso eroicamente la vita nel combattimento. Assieme alle truppe siracusane si accodarono molti imeresi, circa 1000 uomini validi e circa 3000 fra donne e bambini (Diod. XIII, 61, 6). In città era quindi rimasta l’altra metà della popolazione (circa 3000 uomini e 5000 donne e bambini). Alla caduta della città, forse nell’autunno 409 a.C., tutti gli uomini che erano sopravvissuti furono fatti prigionieri e poi trucidati, nella piana di Buonfornello, e le donne e bambini ceduti come schiavi fra i soldati punici (Diod. XIII, 62, 4). Annibale riuscì quindi a ripristinare i confini dell’area occidentale punica (Herod. VII, 165-6; Diod. XI, 21, 4-5 e XIII, 55, 1) e, conferita alla sua missione la carica emotiva che le derivava dall’aver vendicato il nonno Amilcare, che aveva subito l’onta della grave sconfitta punica del 480 a.C., con conseguente stasi dell’influenza cartaginese in Sicilia, decise di sciogliere l’esercito e nel 408 a.C. rientrò a Cartagine accolto con grandi onori A tale proposito, bisogna rilevare che da parte cartaginese non c’era un reale interesse a conquistare altri territori e ad andare oltre il tradizionale spazio dove erano gli interessi commerciali della città africana. In particolare Anello P., Il trattato del 405/4 a.C. e la formazione della “eparchia” punica in Sicilia, Kokalos, 32 (1986), p. 115-179 ha sottolineato come dalle fonti non trapela “nessuna radicale trasformazione… circa la presenza e il ruolo nella cuspide occidentale dell’isola”. Lo stesso anche in Alessandri S., Gli Elimi dalla spedizione ateniese in Sicilia del 415 al trattato siracusano-punico del 405, in: Atti delle II giornate internazionali di studi sull’area elima (Gibellina, 1994), Pisa-Gibellina, 1997, p. 9-40. Molto probabilmente gli Imeresi fuggiti per via terra al seguito di Diocle si ricongiunsero poi con gli altri profughi a Messana. Nella stessa città, che era rimasta neutrale durante la guerra con Cartagine al fine di salvaguardare il proprio benessere grazie alle fiorenti attività portuali sullo Stretto, sbarcò anche Ermocrate, nella primavera del 408 a.C. Ermocrate era uno degli uomini più influenti di Siracusa, carismatico esponente della fazione oligarchica e quindi in opposizione al partito democratico radicale che era allora al potere nella città dorica e che contava tra i suoi principali esponenti quel Diocle che aveva invano soccorso Himera. Ermocrate aveva iniziato la sua carriera politica in occasione del Congresso di Gela del 424 a.C., ove aveva sostenuto l’unità dei Sicelioti (pansicilianesimo) (Thuc. IV, 64, 3), anche se nei suoi discorsi si avverte talvolta il primato dei Dori, come traspare una sua famosa frase, pronunciata poco dopo a Camarina: “Siamo Dori liberi, venuti dal libero Peloponneso a colonizzare la Sicilia (Thuc. VI, 77, 1). Successivamente ottenne dalla sua città il comando dell’esercito contro la spedizione ateniese. Dopo la vittoria contro Atene, nel 413 a.C., egli suggerì un uso più moderato nei confronti degli sconfitti, ma poi fu attaccato dalla fazione più radicale, che voleva invece uccidere tutti gli strateghi ateniesi e rinchiudere i prigionieri nelle famigerate Latomie (Diod. XIII, 19, 4-5), finendo costretto a riparare lontano dalla Sicilia. E’ possibile che nel 413 a.C., con la vittoria contro Atene iniziò la serie dei famosi decadrammi creati da Kimon ed Euainetos: Caccamo Caltabiano M. Il Pansicilianesimo e l’annuncio di un’era nuova. Su alcuni tipi monetali di Siracusa ed Erice nell’epoca dei Maestri firmanti. In: Atti delle IV giornate internazionali di studi sull’area elima (Erice, 2000), Pisa 2003, p. 105-125. La produzione dei decadrammi però assunse subito una importante valenza economica, con allestimento di numerosi conii, a seguito della spedizione siracusana nella Ionia, secondo Caccamo Caltabiano M. I decadrammi di Euainetos e Kimon per una spedizione navale in Oriente. In: Suppl. al Bollettino Numismatico, 4 (1987), p. 119-137. Tuttavia il partito oligarchico a Siracusa doveva avere ancora una certa influenza, se riuscì a fargli ottenere, nel 412 a.C., il comando di una flotta da inviare nell’Egeo in appoggio a Sparta (Diod. XIII, 33, 1; 34, 4; Thuc. VIII, 26, 1). Fin dall’inizio della guerra del Peloponneso i Siracusani s’erano impegnati a fornire navi a Sparta, senza però intervenire nel conflitto continentale. Invece Ermocrate da sempre propugnava una partecipazione “attiva” di Siracusa al conflitto (Thuc. VIII, 26, 1). Diodoro e Tucidide divergono sul numero delle navi inviate in Oriente. Per Diodoro erano 35 triremi, mentre per Tucidide erano 20 navi siracusane e 2 dell’alleata Selinunte. Anche Senofonte (Hell. I, 1, 18) parla di navi siracusane, senza però specificarne il numero. Da un lato Ermocrate era lontano da Siracusa e quindi lasciava spazio alla preminente fazione radicale, ma dall’altro lato egli, pur partito ufficialmente in soccorso di Sparta in cambio dell’aiuto ricevuto contro l’esercito ateniese (nel 413 a.C. in soccorso di Siracusa arrivò un contingente spartano al comando di Gilippo, contribuendo a capovolgere le sorti della lotta contro Atene), mirava a una prestigiosa vittoria contro Atene in modo da poter tornare in patria da trionfatore e riaffermare il suo potere. L’impresa nella Ionia, dopo un esordio positivo, conobbe già dopo appena un anno, nel 411 a.C., la disfatta dei Siracusani e Spartani nelle acque antistanti Cizico, e a loro non era rimasto altro che incendiare le navi per sottrarle alla violenza nemica (Thuc VIII, 28, 2; 104, 3; 106, 3; Diod. XIII, 39, 4-40, 5; Xen. Hell. I, 2, 16-18; 23. Però è probabile che dopo poco la flotta siracusana sia stata ricostituita con l’aiuto degli alleati, specialmente persiani, tanto da poter due anni dopo soccorrere e trasportare profughi imeresi). La notizia del fallimento della spedizione navale guidata da Ermocrate diede l’occasione a Diocle per destituirlo dall’incarico; una nave con a bordo tre nuovi strateghi raggiunse il comandante, che fu dichiarato ufficialmente in esilio (Xen. Hell. I, 1, 27.). La fazione radicale a Siracusa quindi era divenuta più forte. Ermocrate allora, assieme al suo fratello Prosseno, si recò presso il satrapo persiano Farnabazo, il quale non solo lo aveva in grande stima ma anche lo riteneva una importante pedina nella complessa azione anti-ateniese del fronte oligarchico spartano e siracusano che, con l’appoggio della Persia, si concretizzava nell’attacco al sistema “radicaldemocratico” di stampo ateniese, da poco attuato a Siracusa stessa. Con l’appoggio anche dello stesso re persiano, Ciro, il satrapo Farnabazo fornì ingente aiuto economico in oro a Ermocrate, il quale pertanto decise di ritornare a Siracusa (Xen. Hell. I, 1, 29; Diod. XIII, 63, 1-2). Poiché egli era ufficialmente in esilio, preferì evitare di compiere un atto di forza su Siracusa e quindi sbarcò a Messana, presumibilmente nella primavera del 408 a.C. Grazie al denaro persiano, egli potette crearvi una sorta di milizia personale, costituita da 5 triremi e 1000 uomini in armi, ai quali si aggiunsero i 1000 soldati imeresi superstiti (Diod. XIII, 63, 1). Ovviamente nel frattempo Ermocrate sperava, tramite suoi “amici”, che il popolo siracusano revocasse il bando e lo richiamasse spontaneamente (Diod. XIII, 63, 3.). Il suo piano non riuscì e allora Ermocrate, per conquistare e quindi manovrare l’assemblea popolare a Siracusa, mise in atto una serie di azioni a forte carica emotiva volte a propagandare il suo ruolo di difensore della grecità dalla minaccia cartaginese, in qualche modo rinverdendo le gesta anti-cartaginesi di Gelone di oltre 70 anni prima. Si recò direttamente a Selinunte, la prima città ad essere stata espugnata da Annibale, ne fortificò una parte e richiamò i Selinuntini superstiti (Diod. XIII, 63, 3. Forse ad essi vanno aggiunti i Selinuntini che erano già ritornati col permesso cartaginese). Formò un piccolo esercito di 6000 uomini, invase l’eparchia punica, sconfisse Mozia e Panormo e ne saccheggiò il territorio (Diod. XIII, 63, 3-5), agevolato dall’assenza di truppe cartaginesi che erano nel frattempo ritornate in patria, ma senza ottenere importanti e concreti risultati. E’ possibile che per queste sue azioni Cartagine abbia inoltrato vibrate proteste a Siracusa ritenuta responsabile, con conseguente invio in Africa di un’ambasceria siracusana al fine di chiarire che l’esule agiva esclusivamente a titolo personale (un’eco di tali eventi è rintracciata in Diod. XIII, 79, 8-9, anche se riferito all’anno 407 a.C.). Ermocrate intanto risalì fino a Himera, forse nell’inverno 408/407 a.C. La città era ridotta a un cumulo di macerie ed egli dovette accamparsi nei sobborghi e, grazie anche alla relativa tranquillità sul fronte bellico, poté procedere alla triste raccolta di spoglie di Siracusani morti e abbandonati sul campo durante l’assedio cartaginese dell’anno prima. Le fece deporre in splendidi carri, che inviò a Siracusa, senza entrarvi di persona, per obbedire alle leggi che vietavano l’ingresso agli esiliati (Diod. XIII, 75). Diocle, che contrastava il suo rientro, risultò colpevole di non avere dato sepoltura ai caduti siracusani e si attirò l’avversione del popolo non volendo permettere che si svolgessero i funerali dei caduti, riportati in città, mentre la maggioranza era favorevole. Tuttavia il successo di Ermocrate fu solo parziale. Egli riuscì a mettere in crisi il governo democratico di Diocle, che fu alla fine condannato all’esilio. Di contro non riuscì a farsi richiamare, in quanto sospettato di aspirare alla tirannide (Diod. XIII, 75, 5), senza considerare che a Siracusa probabilmente c’era un partito democratico moderato, avverso sia a Diocle sia agli oligarchici. Probabilmente era memore del potere quasi dittatoriale che Ermocrate aveva esercitato durante la guerra contro Atene e anche dell’esperienza maturata anni prima con la tirannia dei Deinomenidi. Ermocrate allora si ritirò, ma poi si accordò con gli amici che aveva nella città e in un mese imprecisato del 407 a.C., di notte, marciò contro Siracusa con 3000 uomini. Insieme a pochi compagni giunse alla porta Acradina, dove però gli andò incontro una grande folla, molto probabilmente costituita dai partigiani democratici. Nella lotta lo stratego e la maggior parte dei suoi compagni furono uccisi. Egli aveva poco più di 50 anni. Nella mischia dove fu ucciso Ermocrate si salvò a stento, in quanto ritenuto morto, un suo giovane seguace, Dionisio, che dopo un paio di anni sarebbe assurto al massimo potere a Siracusa. Mi scuso per la lunghezza della dettagliata storia di quei tormentati anni, ma da essa emerge intanto che i Selinuntini non furono tutti massacrati, ma che i superstiti poterono rientrare presto almeno in due occasioni, la prima poco dopo il saccheggio, accettando di abitare una città rimaneggiata e di entrare nell’influenza punica e la seconda, al seguito di Ermocrate, ovviamente con maggiore spirito di rivalsa Brevi cenni di storia selinuntina in tempi successivi. All'inizio del IV secolo, soldati selinuntini facevano parte della potente armata di Dionisio I, tiranno di Siracusa, che nel 397 attaccò e distrusse Mozia, base della potenza cartaginese nella Sicilia occidentale. Ma dopo il fallimento delle imprese di Dionisio nella Magna Grecia e del tentativo, nel 368, di espugnare Lilibeo e di cacciare così i Cartaginesi dalla Sicilia occidentale, un accordo di pace stipulato fra Siracusa e Cartagine, riconfermato poi da successivi trattati, stabili nel fiume Halykos (l'odiemo Platani) il confine tra la zona di influenza siracusana e la zona di influenza cartaginese. In base a questa spartizione, Selinunte, trovandosi nella zona cartaginese, venne sottomessa al dominio punico, diventando la base punica più orientale sulla costa meridionale della Sicilia. La città venne fortificata dai Cartaginesi e ricostruita, ma solo nell'area dove sorgeva prima l'acropoli. Le nuove costruzioni furono certamente adattate ai resti delle antiche, come testimoniano anche gli avanzi archeologici, che ci presentano un abitato misto punico e greco. Non venne più ricostruito, invece, il vasto centro urbano del pianoro di Manuzza, che rimase abbandonato e utilizzato come necropoli. Col dominio cartaginese, penetrarono a Selinunte ovviamente anche elementi culturali della civiltà fenicio-punica: si diffusero nuovi culti, nuove credenze religiose e nuovi costumi. Una testimonianza della diffusione del culto di Tanit, dea punica della fecondità, sono da considerare i cosiddetti segni di Tanit con caduceo, rinvenuti su pavimenti a mosaico di qualche abitazione punica; mentre in un'area sacra sono venute alla luce numerose stele funerarie, che attestano la pratica di riti sacrificali punici. Sembra anche che il recinto del santuario della Malophoros, anticamente dedicato a Zeus, sia stato consacrato nel IV o nel III secolo al culto di Tanit e di Baal Hammon. Una prima ipotesi (entro fine V secolo a.C.): la riconiatura delle litre selinuntine, che erano andate fuori corso con la distruzione della città del 409 a.C., potrebbe essere ad opera di questi superstiti. Resta da stabilire se sotto influenza punica e quindi come una forma di tributo per i Cartaginesi, oppure al seguito di Ermocrate, per ripristinare in qualche misura il minuto numerario di Selinunte. Le prime contromarche note sul bronzo siceliota, con testa di Eracle su monete di Akragas, avvenne sicuramente negli ultimi anni del V secolo a.C. Seconda ipotesi (durante IV secolo a.C.): la riconiatura avvenne invece in un certo momento del IV secolo, quando Selinunte era ormai città sottomessa ai Cartaginesi. Nel corso del IV secolo ci fu una fioritura di diverse contromarche, soprattutto sul bronzo, in buona parte probabilmente durante la crisi dell'impero dionigiano (ma è ancora materia complessa). In ogni caso il fenomeno delle contromarche su monete d'argento in Sicilia è estremamente limitato. Per risolvere l’enigma bisogna capire meglio cosa rappresentava la testina (probabilmente femminile). Brenno2 ha fornito una bella immagine di un bronzo siculo-punico, con una testa veramente molto simile… (e sarebbe utile capire bene la cronologia di quel bronzo). Se invece la testina femminile voleva essere in qualche misura un emblema di Siracusa (testina di Aretusa), eretto a vessillo delle forze siracusane di Ermocrate. Purtroppo non ho ancora le fondamentali informazioni sui rinvenimenti di queste litre contromarcate in contesti archeologici. Se qualcuno è a conoscenza di pubblicazioni o relazioni su questo aspetto, ne sarei molto grato. A voi l’ardua sentenza….2 punti
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Anche per fare il punto su quanto e' successo realmente e per capire di cosa stiamo parlando da tempo, recapitolo : due venditori padre e figlio, quindi non collezionisti, del Cordusio alla fine mattina alle 12 ripongono le loro monete in quattro borse e le mettono nel baule della loro auto , evidentemente erano stati curati e scelti come prede, li seguono in moto e quanto arrivano a casa loro e loro aprono il baule per scaricare le valigie cercano di portargli via le borse, i due reagiscono con le mani, gli altri sparano due colpi , uno colpisce di striscio il padre, un altro finisce rompendo un vetro in un appartamento, portano via solo una borsa e fuggono. Quindi armi solo da parte degli aggressori, un tentativo di reazione fisica da parte dei due venditori senza successo, così stanno le cose, cose che purtroppo succedono anche uscendo da convegni, non così gravi mi sembra, o che capitano in tanti ambiti lavorativi e sociali, qui ed è' l'aspetto che ci fa scrivere , il furto era di monete, il frutto del lavoro di questi due uomini....e noi siamo su un forum di numismatica....2 punti
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Viet Nam -1,2,5 Xu 1958 Francia - 2 Franchi 1958 Rhodesia - 1/2 Penny 19582 punti
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Ho postato la moneta di Roberto il Guiscardo in quanto il RV CA-TA è stato ribattuto da un follaro di Ruggero Borsa (immagine riportata in Travaini 1995 nella tav. 8, n°90a) . A meno che il Borsa non abbia ribattuto una sua stessa moneta, credo che possa aver ribattuto un follaro del suo predecessore e padre. Se poi analizziamo i simboli impressi sul RV CA-TA (corona con pendagli, croce, spada, palma della vittoria), non credo che il personaggio raffigurato possa essere di secondo piano.2 punti
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Beh il possibile periodo di coniazione è quello, tra fine XI e prima metà del XII secolo, come testimoniano modulo, stile e ribattiture. Tra Roberto il Guiscardo e Ruggero Borsa io direi, escludendo già il periodo di governo del duca Guglielmo. O meglio, se si ipotizza sia una emissione di qualche altro personaggio minore, come Fulco de Basacers o Marino Sebastos, prenderebbe ancor più corpo l'ipotesi della datazione al tempo di Ruggero Borsa (di carattere decisamente meno fermo del padre e incline a delegare spazi a vassalli minori o...a fornire spazi e condizioni per farglieli prendere, in caso di usurpazioni e ribellioni come nel caso della vicina Amalfi) e si potrebbe immaginare anche un protrarsi delle coniazioni fino ai primi anni di regno di Guglielmo, che tra l'altro era molto giovane e sotto la reggenza della madre al tempo della morte di Ruggero Borsa. Eventuali leader locali avrebbero avuto ancora spazio per poter cercare di erodere l'autorità dell'autorità centrale. Ma ovviamente quella dell'identificazione dell'emittente con una figura terza, è solo una ipotesi... Per quanto riguarda lo stile, sicuramente le coniazioni bizantine che ancora circolavano in ampie parti del Meridione controllato dagli Altavilla (ad esempio in Puglia) hanno ispirato moltissime coniazioni salernitane, sia dell'ultimo periodo longobardo con Gisulfo II che normanne con Roberto il Guiscardo e qualche emissione anche di Ruggero Borsa (senza citare le emissione longobarde tra IX e X secolo che, rifacendosi ai tipi beneventani, imitavano anch'esse, "per via indiretta", precedenti tipologie bizantine). Anche perché imitando i tipi bizantini i principi italiani ne imitavano e "mutuavano" anche le insegne del potere e dell'autorità, come la veste gemmata, la corona con pendilia, il labaro, la croce astile o il globo crucigero.2 punti
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Una mattina d'estate decisi di fare una bella gita con la figlia, anzi, una DOPPIA gita.. montagna e MARENGO! Caricammo di buon'ora il mio nuovo MEZZO, DUCATO, poiché sul vecchio SCUDO non ci sarebbe stato tutto l'occorrente, compresa la cuccia del CARLINO. Già, devo portare anche lui per non scatenare LIRA della bimba, dividerli sarebbe un DRACMA. In QUATTRINO e quattr'otto si inGRANA la marcia e via! Ma no... LEI ha dimenticato i suoi BAIOCCHI per la merenda, ed ancora più importante la PIASTRA per stirare i capelli! "Papà dopo il bagno con questi ricci sembra che ho un TESTONE!" Dopo esser TORNESE indietro e salutato gli amichetti MARCO e FRANCO che in cortile esibiscono il loro TALENTO calcistico, ripartiamo. Prima tappa la montagna... L'ora è tarda e curva dopo curva sfrutto i CAVALLI del potente mezzo quando, distratto, centro un GROSSO buco. Nonostante lo spavento riprendiamo la marcia sperando non fosse successo niente ad ASSE o semiasse. Un po' per la velocità ed un po' per il PESOS si sente un rumore fastidioso, ma non sempre, solo SE STERZIO. Il resto alla prossima puntata! Anche se, come potete immaginare, non è stata una giornata da inCORONAre. Nessun FIORINO all'occhiello :-( La prossima volta cara la mia bambina, tu con la tua carretta da quattro SOLDI ed io col mio motoSCICLO Mi sono rinCONIOnito!1 punto
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Interessante video che illustra in slow motion la progressiva degradazione dei conii mettendo in successione una serie di monete giudaiche con lo stesso conio e progressivi livelli degli effetti di rottura del conio sulla moneta. https://www.youtube.com/watch?v=qD7yg3iA9OQ&feature=youtu.be1 punto
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Ho ricevuto la locandina in anteprima del prossimo convegno numismatico a Castellammare di Stabia (NA). Eccola! Grazie mille ad Attilio per l'organizzazione dell'evento sempre molto atteso .... e tanto ambito da noi della Campania.1 punto
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Complice il mio ultimo acquisto, mi piacerebbe discutere con gli appassionati e non della zecca di Londinium di un piccolo enigma numismatico. E' cosa nota che la zecca britannica chiuse i battenti intorno al 325 con le le serie PROVIDENTAE AVGG e CAESS per Costantino I e figli e le SECVRITAS e SALVS REIPVBLICE a nome di Elena e Fausta. Già da qualche anno il segno di zecca era passato da PLN a PLON,cui fu anche momentaneamente aggiunto un crescente. A pagina 116 del RIC VII ,tra le note a piè pagina, si cita, inoltre, un unico esemplare della serie PROVIDENTIAE AVGG avente PLON dot come mintmark. Se è vero che una rondine non fa primavera, una singola moneta non è sempre sufficiente distinguere una emissione inedita, soprattutto se la differenza sta in un "pallino". Devo infatti ricordare che dal processo di incisione dei conii potevano risultare dei piccoli buchi, in modo particolare al centro del conio, che sulla moneta diventavano proprio dei pallini; gli anglosassoni li chiamano "centering dot", punti di centraggio dei conii. D'altra parte, sono numerosi gli esempi di mintmark caratterizzati dalla presenza di un dot, e parlo di un vero e proprio simbolo, voluto dall'incisore.. non di un casuale residuo di lavorazione dei conii... Nel corso degli anni sono emersi numerosi ulteriori esemplari col suddetto segno di zecca (PLON dot) e nasce spontanea la domanda: siamo di fronte a una sorta di costante "incidente" di conio o a una vera e propria nuova emissione?1 punto
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In questo caso i segni del massaro sono il triangolo sotto al gomito sinistro e il triangolo in mezzo ai piedi che fanno il tipo 10 del Papadopoli http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-LTI/1 ciao Mario1 punto
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Non c'è davvero bisogno di commemorare il trattato di Lisbona, ma a parte questo mi chiedo come farà a commemorarne due in una volta.1 punto
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Il cittadino onesto ed incensurato che supera il rigoroso esame tecnico, pratico e giuridico NON assume solo per questo una vera dimestichezza nell'uso delle armi, ma soprattutto - lo ricordo ancora perchè è molto più importante di quanto si creda - non è ancora abituato a gestire lo stress emotivo generato dal maneggiare armi da fuoco cariche, se non dopo parecchio tempo di addestramento e abitudine, ben al di là di quanto basta solo a conseguire il porto d'armi. E' come dire che un neopatentato che ha appena imparato a guidare a scuola guida è pronto per lanciarsi in rally o corse di Gran Turismo. Chi decide di possedere armi deve farlo se gli piacciono, non solo perchè "così mi sento sicuro", magari andando controvoglia ogni morte di papa in poligono giusto per non dimenticare le procedure. Questo atteggiamento è la miglior strada per spararsi nei piedi o perdere la testa e ammazzare qualcuno senza neanche riflettere, come spesso capita.1 punto
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Ciao, CONSTANTINVS AG è il RIC 294 ed è considerato "scarce" sul Cloke-Toone (19 su 4 hoard) dove però è presentato un esemplare con il classico PLON. Il 293 con la AVG finale invece è "CC" ovvero molto comune, con i suoi 181 esemplari nei 4 hoard di riferimento. Ciao Illyricum ;)1 punto
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@@gatto preistorico Credo si tratti di un Grosso di Emanuele Filiberto . Allego 2 foto per aiutare una classificazione più dettagliata. @@altrove2000 Non credo si tratti del Quarto di Grosso; dati, metallo e stile diversissimi da quello postato . Azzardo col dire 1561 zecca di Bourg. Rimetto il link corretto : http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-EF/32 . Il peso sembra esser giusto (troppo per un Quarto), il diametro sfasa di 3-4 mm , forse per l'usura .1 punto
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la Repubblica d'Islanda. 1 EYRIR. 10 AURAR. 2 KRÓNUR. Paesi Bassi. Juliana (1909 — 2004). 1 СENT. 5 СENTS. 10 СENTS. 1 GULDEN. la Repubblica di Polonia. 5 GROSZY. Repubblica democratica popolare la Cecoslovacchia 1 KORUNA. Svizzera. 5 RAPPEN (CENTIMES).1 punto
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Regno Unito. Elizabeth II ° (1926). THREE PENCE. SIX PENCE. ONE SHILLING (Cappotto inglese di armi). ONE SHILLING (Cappotto scozzese di armi). SOVEREIGN. Danimarca. Frederik IX (1899-1972). 2 KRONER. 2 KRONER (18 ° anniversario della principessa Margaret). Norvegia. Haakon VII (1872 — 1957). 2 ØRE. 10 ØRE.1 punto
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http://lopezcoins.altervista.org/blog/coin-of-the-year-2016/ Coin of the year 2016 - Cosa ne pensate delle monete selezionate dalla giuria? Sono gradite eventuali correzioni alle corrispondenze tra descrizioni e immagini, trovate in rete. Chiedo se qualcuno è in grado di reperire le foto dritto/rovescio della seguente moneta: Samoa – KM# 270, 1 Dollar, Brass, 50 years of Mars Missions – Coin floats over stand using electromagnetism1 punto
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@@corallino Vedi mio post 92: cosa ci faceva ancora libero per strada questo Tizio con precedenti nel 2006 e nel 2011 (non cento anni fa)? La risposta a questa domanda è la base per comprendere e arginare certi fenomeni che ci coinvolgono come uomini e pure come appassionati di monete. Un saluto.1 punto
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Nel frattempo vedo di porre rimedio al non aver menzionato Apelle nel mio messaggio privato. Parlando di Lisippo non si può non ricordare Apelle, uno dei più grandi pittori del IV sec. a. C. nato a Colofone verso il 370 a. C. ma considerato appartenente a Efeso o a Coo per le sue lunghe dimore in queste città. La data della 112ª olimpiade (332-329 a. C.) che Plinio ci dà come apice del fiorire della sua arte, deve indicare l'epoca in cui egli entrò in rapporti d'amicizia con Alessandro il Grande, di cui divenne il ritrattista aulico, come fu Lisippo per la scultura e Pirgotele per l'incisione in gemme. L’abilità nel maneggiare il chiaroscuro si vede negli effetti mirabili del suo Alessandro col fulmine, che si trovava nel tempio di Artemide in Efeso, tali che le dita e il fulmine sembravano sporgere fuori dal quadro e l’aspetto del principe terreno elevarsi a immagine di una potenza sopraterrena. Un episodio narrato da Plinio il Vecchio riguarda Campaspe (o Pancaspe), la bellissima tessala favorita di Alessandro Magno (secondo alcuni la prima donna con cui giacque Alessandro) che per farle fare un ritratto si rivolse ad Apelle, considerato il maggior pittore vivente. Plinio racconta come l’artista, mentre dipingeva il nudo di Campaspe, s’innamorò di lei. Il sovrano, entusiasta dell’opera, gli fece dono della modella dimostrando la sua generosità e la sua deferenza per l’artista. Si voleva che Apelle avesse acquistato tale ascendente su Alessandro, il cui animo pure era pronto all’ira, che quando, nelle visite al suo studio, avveniva a questi di mettersi a parlare di cose di cui non s’intendeva, allora l’artista gentilmente induce il re a tacere, accennandogli che ridevano di lui i ragazzi che macinavano i colori. Si narra anche che in un’altra occasione, non avendo Alessandro lodato secondo il merito un ritratto che Apelle avrebbe dipinto per lui in Efeso, ed essendo stato invece condotto dinanzi al quadro un cavallo e avendo questi annitrito al cavallo dipinto come se fosse vero, l’artista avrebbe detto: “O re, il cavallo sembra essere di gran lunga più intenditore d’arte di te.” Né fa meraviglia che Alessandro ‘incassasse’ battute del genere in nome dell’arte senza battere ciglio. Non dimentichiamo che a Corinto, quando si sedette a parlare di filosofia con Diogene dopo che questi aveva espresso come massimo desiderio che Alessandro si spostasse dall’ingresso per far entrare la luce del sole nella botte dove viveva, alla fine ebbe ad esclamare: “Per Zeus, se non fossi Alessandro, vorrei essere Diogene!” apollonia1 punto
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Per bypassare il problema, ed avere quasi la stessa funzionalità, con internet explorer 11 per quotare devi utilizzare *Multi-citazione* e successivamente *Usa editor completo" (come ho fatto io stesso adesso). Clicca su *Modo BBCode* prima di inserire un testo con il copia-incolla (primo pulsantino in alto a sinistra).1 punto
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io leggo che alcuni di voi hanno addirittura già ricevuto le monete. Io ho mandato l'ordine via email l'8 ottobre e per ora nulla. Mandare il fax mi sembra inutile, che dite?1 punto
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Buongiorno a tutti. Alcune considerazioni a voce alta, più che altro messe qui (in serie, per maggior chiarezza e facilitare eventuali risposte) per verificarne la loro consistenza. Nessun motivo per mettere in dubbio ciò che dice la guida, senz'altro più informata di me. Tuttavia chiedo: 1) quella specie di palo, asta, quel che è, verticale che passa attraverso le branche della belva, è sicuramente un deperimento del supporto marmoreo, vero, visto che mi pare fuoriesca dalla punta dello scudo e prosegua? 2) Il Da Ponte (BCQ Ms F-VIII-8, proprietaria/depositaria:Civica Biblioteca Queriniana Brescia, aut. concessa 1/10/2013, http://queriniana.comune.brescia.it ) come altri ci rivela gli smalti,dal che discende un: d'azzurro al leopardo illeonito d'oro (chiedo scusa per la qualità pessima della foto); 3) Spero di non tediare ricordando che il leopardo araldico si differenzia dal leone, in quanto la posizione del suo capo è "in maestà" cioè rivolta verso chi guarda e non, come fa il leone che si comporti correttamente :), di profilo.Oltre a questo il leopardo "normale" dovrebbe essere passante, cioè ripreso nell'atto di camminare. Nel caso qui proposto, come in altri, quindi, si dice "illeonito" in quanto assume la posizione propria del leone, cioè "rampante". In tal caso l'unico aspetto che rimarrà a distinguerlo da un leone, sarà la succitata testa posta in maestà anziché di profilo. Questo vale quando non intervengano elementi "naturalistici" (ma da qui in poi sarà meglio che Corbiniano intervenga a sanare eventuali e possibilissime pecche nel discorso...) che specie in stemmi più recenti sono riscontrabili e che vengono a confondere un po' le acque. Si potranno avere leopardi illeoniti con testa di profilo, che quindi chi blasona dovrebbe indicare come leoni tout court, ma che saranno resi anche con la caratteristica pelliccia maculata e allora hai voglia a dirli "leoni...* o viceversa leoni, resi con volti in maestà che tu diligentemente dovresti classificare come leopardi illeoniti, ma con tanto di criniera fluente e assai più "robusti" del collega felino e quindi a dirli "leopardi" vieni guardato male. Chi conosce la vicenda araldica dei Lodroni, o ci vive a due passi come me, sa di cosa stia parlando... :rofl: 4) da quanto sopra estraggo una domanda per Corbiniano e ovviamente per chiunque altro voglia intervenire: oltre a fattori naturalistici, a "confondere le acque" subentrano anche fatti/consuetudini storiche?* Mi riferisco ai "leoni d'Inghilterra" ad esempio, che tutti universalmente citano come tali, ma che in realtà spesso e volentieri sono rappresentati come leopardi (passanti e con testa in maestà) e se non erro anche come leoni illeoparditi (si veda caso 5, qui sotto). Eppure per tutti sono "leoni". Il buon blasonista, che sempre deve blasonare ciò che vede e non ciò che crede di vedere o ciò che pensa che gli altri vedano... :D come deve comportarsi????? 5) tanto per assicurarmi che l'annoiamento sia irreparabile introduco qui il caso contrario. Abbiamo visto che: leopardo illeonito= felino in posizione propria del leone (cioè "rampante) ma con testa in maestà e non di profilo (come invece tocca al leone). Si ha ovviamente anche il caso contrario e cioè: felino in posizione propria del leopardo (cioè "passante", cioè nell'atto di camminare) ma con testa di profilo e non in maestà (come invece tocca al leopardo)= leone illeopardito, Grazie per la stoica sopportazione un abbraccio a tutti. * è esattamente il caso proposto in questo post, dove la "conoscenza storica" dello stemma di casa Barbisoni (elemento storico) e quella specie di forellini raggruppati, ad indicare secondo me le "macchie" della pelliccia (elemento naturalistico) portano a indicare la belva come "leopardo", anche se, stando alla sola testa di profilo anziché in maestà, porterebbe il tutto a concludere la vicenda come: di... al leone di... In tali casi, chi debba blasonare, dovendo considerare tutti questi elementi contrastanti, potrebbe cavarsela indicando un: "leopardo con la testa in profilo" (anziché con "leone"), così come nella vicenda dei "leoni" d'Inghilterra sgusciarsela via con un -a seconda dei casi suesposti in punto 4)-: "tre leoni sovrapposti, passanti e con il volto in maestà" (anzichè "tre leopardi"), o "tre leoni sovrapposti e passanti" (anziché tre "leoni illeoparditi")non rinunciando così a nessuna delle caratteristiche dello stemma (indicazioni propriamente araldiche, indicazioni naturalistiche, conoscenze storiche)?1 punto
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@@amoilconio direi che siamo complessivamente su un Mb+ questo è un Bb1 punto
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Ciao, com'è curiosa la vita... Alcuni giorni fa in una discussione accenno ai cloni e ripesco due discussioni a caso sul tema. Una è questa. Oggi leggo le mail, sfoglio un catalogo d'asta e trovo questo sesterzio di Macrino. Buon impatto visivo. Ma mi ricorda qualcosa... Ecco cosa: Un altro fratellino. Oppure uno di quelli presentati nei post precedenti! Uguale sputato con il medesimo neo: la lacuna sul bordo a livello della "V" di AVG al dritto! Che ne dite, faccio una segnalazione? Ciao Illyricum ;)1 punto
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Siamo in Italia, la terra che, assieme a tantissimi onesti lavoratori, ha esportato mafia e criminalità organizzata in ogni dove. Magari ogni tanto cerchiamo di ricordarcelo. E i pistoleri... meglio lasciarli ai film di Sergio Leone.1 punto
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Sul forum ormai ci sono tanti giovani bravi, alcuni anche troppo :blum:, uno che ormai sta battendo i record di articoli sui Quaderni di Lamoneta è Mirco Trombini, in questo numero si cimenta sulle emissioni numismatiche della Città del Vaticano, tematica che tra l'altro annovera tanti appassionati ed estimatori, Mirco si destreggia con grande abilità nella materia tanto da sembrare ormai un veterano....bravo Mirco, sempre meglio ! Mario1 punto
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Premetto che Giovanni Dandolo è il secondo doge più contraffatto/falsificato di Venezia dopo il Lorenzo Tiepolo http://www.lamoneta.it/topic/138313-giovanni-dandolo/?hl=%2Bgiovanni+%2Bdandolo al post n.19 hai inserito: 1a moneta d/ .IADANDVIO DVX W(m rovesciata)VENETI r/ IC XC segni segreti 2 croci sotto i gomiti più cerchietto piede (da te segnato come 23) Da ascrivere come contraffazione di zecca ufficiale area egea (vedi il Lunardi) 3a moneta d/ RANDVIO DVX. SMVENETI. r/ IC XC segno segreto stella (da te segnato come 22) Da ascrivere come contraffazione di zecca ufficiale area balcanica. La stella è un segno segreto di area serba. come puoi leggere nel seguente post http://www.lamoneta.it/topic/140335-imitations-of-venetian-grossi-metcalf/ al post n. 20 hai inserito: 3a foto IACOPO CONTARINI (da te segnato come 28) Inoltre la seconda moneta del post 19 non mi piace per nulla. Ma può essere un'impressione dovuta alla cattiva foto. Buona giornata a tutti.1 punto
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Scusate, ma, per quanto sappiamo, siamo sicuri che tra il fatto che avevano comprato monete al Cordusio e la rapina, ci sia un collegamento? Non conoscevo via Martinetti, così sono andato a cercarla su google...è a più di 5 km. dal Cordusio. Difficile che i due, padre e figlio, li abbiano percorsi a piedi, più probabilmente avranno preso la loro auto, o i mezzi pubblici, e quando li hanno rapinati erano invece a piedi (o almeno questo mi par di capire), probabilmente perché vicino casa. E' credibile che li abbiano seguiti per tutta quella strada? non si potrebbe invece pensare che si trattasse di due balordi, in cerca di un'occasione, e che questa occasione l'hanno trovata in due persone che stringevano, magari mostrando una certa apprensione, una borsa? Sappiamo bene che scippi "a caso" avvengono purtroppo quotidianamente, a volte anche con esiti tragici (persone anziane strattonate che cadono per non rialzarsi più :(). Tra l'altro, la prima notizia, quella dell'adnkronos, parla di malviventi fuggiti a bordo di un'auto, mentre l'ansa dice che erano in moto (e questo potrebbe avvalorare la tesi dello "scippo a caso", visto che la moto è il mezzo usato nella maggior parte degli scippi)...chi ha ragione? Intendiamoci, questo non sminuisce di una virgola la gravità di quanto accaduto, ma l'equazione: avevano comprato monete al Cordusio = li hanno rapinati perché lo sapevano, per le informazioni che abbiamo, mi pare sia ancora tutta da dimostrare. petronius.1 punto
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la Repubblica di Polonia. 20 GROSZY. 50 GROSZY. 1 ZŁOTY. L'Unione Delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. 10 КОПЕЕК. 15 КОПЕЕК. 20 КОПЕЕК. La Repubblica di Finlandia. 5 MARKKAA. Francia. Quarta Repubblica. 1 FRANC. Repubblica democratica popolare la Cecoslovacchia. 10 KORUN (Jan Comenius). Svizzera. 2 FRANCS. Svezia. Gustaf V (1858 — 1950) 1 ÖRE. 2 ÖRE. 1 KRONA.1 punto
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Grazie Mario! Io mi complimento invece con @@incuso e tutto lo Staff per l'opportunità che danno a noi giovani di farci le ossa, di sapere di avere un sostegno, in poche parole di credere nelle nuove leve. E non è cosa da poco...1 punto
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Parlo di bonifico online, io pago 0,70 per tutta italia e stati aderenti all'euro. Che io sappia in alcune banche online è totalmente gratuito.1 punto
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