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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/23/15 in Risposte
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Porta pazienza, ma credo che occorra un po' più di rispetto. Nessuno corre a fare la marionetta. Semplicemente credo che tutti (quelli che collezionano anche Monaco) cerchino di mantenere aggiornata la collezione quanto più possibile. Non capisco perché la tua scelta di accaparrarti 10 rotolini su 600 di una emissione sia legittima, mentre cercare di accaparrarsi 1 moneta su 10000 sia comportarsi da marionette. Il discorso è trito e ritrito : non ci vado io a comprare l'emissione monegasca ? non ci vai neanche tu ? non ci va nessuno del forum ? Ok, e tutto il resto del mercato mondiale che acquisterà e manterrà comunque la speculazione come la gestiamo ? Perché, parliamoci chiaro, 10000 pezzi andranno via comunque molto prima che il mio fornaio abbia esaurito il pane nel giorno dell'emissione... Suvvia, siamo seri ! Se non vuoi collezionare una nazione sei liberissimo di farlo, ma non criticare gratuitamente che non la pensa come te.8 punti
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Grazie Marco @@slapdash84, hai centrato esattamente il mio pensiero...come ho detto, non sono di Benevento, non ho interessi economici diretti e/o indiretti nella vicenda in oggetto, nè, fortunatamente ho subito dei danni dalle forti piogge...ho letto il regolamento ed ho visto che non violavo alcuna regola..pertanto, mi dispiace la reazione di Ares III, che si descrive come una persona molto impegnata nel sociale..ho postato, infine, la discussione in Agorà e non nella Piazzetta. Detto questo..se la discussione interessa, mi fa piacere, altrimenti, non mi cambia niente. Rivendico, però, il mio diritto di esprimere vicinanza alle popolazioni sannite colpite da quest'alluvione..Tutto qui..Saluti Eliodoro4 punti
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Ovvero: "Dopo gli ottoniani" Gli enriciani sono con tutta probabilità i denari milanesi più reperibili sul mercato. Ciò testimonia il loro lunghissimo periodo di produzione, che va dall'età imperiale (denari di Enrico II) a quella comunale, dove vi è un proliferare di emissioni a nome di Enrico sebbene il nome dell'imperatore sia differente. Direi quindi che per il momento potremmo concentrarci solo sulle emissioni strettamente imperiali, quelle che vanno quindi dal regno di Enrico II di Sassonia (1004 - 1024) a Enrico V di Franconia (1106 - 1125). Poi eventualmente quando avremo finito le cartucce potremo allargarci... Inizierei con questo tipo di denaro, il più comune per Enrico II, con al diritto il monogramma imperiale (HE RIC N) e la legenda + IMPERATOR mentre al rovescio troviamo AVG +MED IOLA NIV su quattro righe: (Fonte: Ranieri 2 lotto 288)3 punti
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Ciao a tutti, come ben saprete, la provincia di Benevento è stata duramente colpita dal maltempo, con gravi danni all'agricoltura. La provincia di Benevento è conosciuta per la produzione di ottimo vino doc..il maltempo, purtroppo, oltre ad aver danneggiato piccoli paesi ed attività imprenditoriali, ha causato gravi danni anche ai vigneti... Pur non essendo di Benevento, sono molto legato ai fratelli beneventani, miei confinanti... Ci sono varie iniziative a favore della popolazione beneventana quali: Save rummo, per l'acquisto di pacchi di pasta della fabbrica pastificia Rummo http://www.corriere.it/tecnologia/15_ottobre_19/pastificio-rummo-campagna-social-non-ne-sappiamo-nulla-commosi-solidarieta-98bb62f2-7671-11e5-9857-4e1328d39da2.shtml e quest'ultima, partita dalla CIA: http://www.campaniaslow.it/2015/10/22/il-fango-devasta-le-vigne-del-sannio-la-solidarieta-del-mondo-agricolo/ Saluti Eliodoro3 punti
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ciao a tutti altri segni..altre scoperte..sempre per il piu bello denaro genovese....peso per a stela 0.57g....per il punto 0.46g3 punti
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Sterlina 1959 Elisabetta II Gran Bretagna3 punti
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Messico (Stati Uniti) 20 Pesos Metallo: Oro .900 Peso: 16,66 grammi Diametro: 27,25 mm Dritto : Profilo dell'Aquila della Repubblica Rovescio: Calendario Atzeco "Piedra del Sol" Contorno: INDEPENDENCIA Y LIBERTAD Ne furono coniati 13,000 esemplari nel 1959, 1,158,414 riconi fra il 1960 e il 1971 e infine un ulteriore riconio di 78,000 pezzi nel 1996. (Non saprei in quale gruppo collocare il mio esemplare, magari qualcuno potrà venirmi in aiuto) Buona giornata E.3 punti
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______________ 1959 Canada Elisabetta II (1926 - vivente) Al rovescio stemma del 1921 utilizzato da Giorgio V° 50 Cent. - Argento .8003 punti
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Prima di tutto, ringrazio @@slapdash84 per l'apprezzamento delle mie discussioni...i complimenti fanno sempre piacere :D GRAZIE! Poi, precisando che anche per me questa storia è quasi sicuramente una bufala, provo a formulare qualche ipotesi, senza alcuna pretesa di veridicità :rolleyes:, che possa invece confermarla, o definitivamente smentirla. @@MEDUSA51 scrive: "Personalmente non ce li vedo marinai romani ad attraversare l'Atlantico su una di quelle navi, nel senso che avrebbero dovuto aver avuto una dose di fortuna immensa per riuscirci" Se fossero partiti da Roma, non ce li vedrei nemmeno io, troppo lontano, ma...se fossero già stati più vicini? Per esempio, sarebbero sicuramente potuti partire dall'Inghilterra, o anche, dall'Irlanda: i Romani non conquistarono mai quest'isola, ma vi intrattennero costanti e proficui rapporti commerciali, una loro nave, non avrebbe potuto intraprendere il viaggio partendo dalla costa occidentale dell'Irlanda? Facendo, magari, tappa in Islanda? https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27Islanda#Prove_della_presenza_romana Alcune leggende, in particolare quella di San Brendano parlano di navi partite dall'Irlanda che, nel VI secolo d.C, avrebbero raggiunto l'America del nord, spingendosi fin nell'interno. Come prova, vengono portate alcune iscrizioni in pietra in caratteri Ogham (l'alfabeto irlandese dell'epoca) ritrovate nel Vermont e nella Georgia. Forse, anche quelle sono delle bufale, ma se San Brendano (o chi per lui) ha raggiunto l'America nel VI secolo partendo dall'Irlanda, i Romani, non avrebbero potuto farlo un secolo, un secolo e mezzo prima? la qualità delle navi, e le conoscenze sulla navigazione erano, credo, più o meno le stesse. E mi sento anche di confutare, stavolta con cognizione di causa, quanto scritto da @@eliodoro: "I Romani, che erano commercianti pragmatici, una volta sbarcati nelle Americhe, terre ricche di giacimenti d'oro, sicuramente si sarebbero portati a casa qualche souvenir, o no?" No :D L'oro, in quello che è l'attuale territorio degli Stati Uniti (di questi è giusto parlare, poiché i Romani sarebbero arrivati in Ohio) è stato scoperto, si può dire, solo a inizio '800: i primi ritrovamenti significativi sono avvenuti in Georgia, stato piuttosto lontano dall'Ohio, dove, a quanto mi risulta (ma su questo potrei sbagliare) di oro proprio non ce n'è. Insomma, non è che bastasse dare un calcio in terra per far saltar fuori pepite a grappoli, e considerando le tecniche minerarie dell'epoca, che i Romani possano aver trovato l'oro è cosa più improbabile e difficile da credere del fatto stesso che siano arrivati in America. petronius oo)2 punti
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@@eliodoro Sicuramente la moneta è presente in asta, però non mi sembra sia Cola di Rienzo (vedi: S sopra al pettine e stella anziché crescente a destra di quest'ultima). Penso sia un normale provisino di seconda emissione...2 punti
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Salve a tutti. Ecco una monetina di Bonifacio. Penso che abbia stato sovraconiata sopra uno quartaro del tertio tipo, ma è meglio d'avere il vostro parere. Peso= 0,58g. Diametro= 15mm. Grazie.2 punti
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Ciao @@adolfos, qui ce ne sono alcuni: http://www.acsearch.info/search.html?term=cola+di+rienzo&category=1-2&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&images=1¤cy=usd&thesaurus=1&order=0&company= Questo è invece è presente nell'Asta di Ranieri: Senato Romano, Cola di Rienzo 1347 Denaro Provisino. Mi gr. 0,25 Croce trifida. Rv. Pettine sormontato da un anello fra stella e crescente. M. 1/3; B. 117/119. MB Un caro saluto Eliodoro2 punti
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Il testo dell'email che ho inviato è questo. Buongiorno, quindi mi sembra di capire che le spese di spedizione del prodotto difettoso siano a mio carico. Le rammento che secondo il codice del consumo (D. Lgs n° 206 del 2005) all'art 103 è previsto che in caso di prodotto difettoso il consumatore deve ricevere un prodotto in sostituzione senza alcuna spesa aggiuntiva. Vorrei sapere come mi saranno rimborsate le spese di spedizione del prodotto difettoso. Come credito per un futuro acquisto o in altro modo? Distinti saluti Emilio Manolio La loro risposta è stata. Salve, quando ci rispedisce il prodotto indichi che desidera ricevere il rimborso delle spese postali. Se ha un deposito verranno depositati sul suo saldo e potrà utilizzarli per futuri ordini cordiali saluti Nella busta con la moneta ho inserito un foglio in cui chiedevo il rimborso delle spese che avrei sostenuto per la raccomandata, Emilio2 punti
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@@ARES III, mi permetto di dirti che a mio avviso il tuo ragionamento è sbagliato di fondo. Hai ragione quando dici che ogni giorno siamo bombardati da disgrazie, malanni, tragedie e quant'altro, ma questo post era solo una segnalazione di una iniziativa benefica a favore di chi ha subito un alluvione. Tu sei libero di non leggere la discussione, di non rispondere, di non prendere iniziative, così come sei libero alla sera di non sentire i telegiornali per non apprendere dell'ennesima sciagura. Ma non è mettendo la testa sotto la sabbia che si risolvono i problemi.. e che tu ne venga a conoscenza o meno i problemi continueranno ad esistere, e per risolverli c'è bisogno di collettività e solidarietà. Anche perchè non si tratta di problemi individuali bensì di una comunità, che presuppongono una soluzione ed un interessamento collettivo agli stessi. Il fatto che tu poi intervenga rimarcando il tuo fastidio dinanzi alla segnalazione di una iniziativa del genere (bada bene: eliodoro si è limitato a portarci a conoscenza dell'iniziativa, non è lui a promuoverla!) non è certo un atteggiamento "liberale".. sarebbe forse più sensato e anche più salutare "fregarsene" della cosa senza andare a stuzzicare le vespe nel vespaio. E se magari tra di noi sul forum c'è qualcuno colpito dall'alluvione cosa dovrebbe pensare del tuo "senso di fastidio"? Sicuramente ti stai avventurando in un brutto campo minato. E ciò non ha niente a che vedere con la libertà di espressione credimi.. Per questo i tuoi interventi sono stati censurati, perchè aprono un fronte polemico in un post dove noi, come comunità, abbiamo messo in evidenza una problematica che non ci tocca direttamente, ma sulla quale magari possiamo intervenire nel nostro piccolo ed in base alle nostre possibilità. Il post di apertura non imponeva alcun obbligo, semplicemente ci metteva a conoscenza di alcune iniziative a cui chiunque, liberamente può partecipare. Se la tua sensibilità si è "anestetizzata", credo sia molto meglio non commentare post come questi.. dove invece c'è bisogno di molta, moltissima sensibilità. Il tutto detto senza alcun rancore o intento polemico, ma solo con il desiderio di farti vedere anche la questione da un altro punto di vista.. Detto questo, non intendendo replicare nuovamente a questa discussione, chiedo gentilmente a @@MEDUSA51 di rimuovere i miei post precedenti non più attinenti alla discussione. Diamo spazio a ciò che veramente è importante, ovvero al post di apertura. Buona giornata Marco2 punti
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East Africa - 1 cent 1959 Indonesia - 50 Sen 19592 punti
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Sarebbe interessante aprire una discussione appositamente per parlare di premoneta e moneta :) Ho posto l'attenzione sul tema anche in questa discussione, perchè forse potrebbe tornare utile per alcune "monete" che presenterò più avanti. Prima di passare ad altre monete, mi è venuto in mente che non ho fatto vedere neanche una cartina dell'India del periodo dei Janapada. Ho trovato questa mappa, nella quale sono indicati i principali Janapada e i simboli utilizzati per le loro prime monete (utilissima!). http://huntingtonarchive.osu.edu/resources/historicalMaps.php Gandhara è in alto a sinistra, con il suo simbolo a 6 raggi. Ora vorrei parlare del Janapada di Kuntala situato nella costa Occidentale nel Sud dell'India. Non sto seguendo un ordine preciso; ma anche per le monete di questo Janapada è proposta una datazione compresa tra il 600 e il 400 a.C.: dovrebbero quindi essere tra le più antiche. Un'altra domanda interessante potrebbe essere: "L'idea di coniar moneta si è diffusa a partire da Gandhara (come era suggerito nel sito di Alex Fishman) o si tratta di invenzioni indipendenti?". Bisognerebbe avere qualche informazione storica in più per capire che tipi di rapporti esistevano tra i vari Janapada in quel periodo. Comunque, le monete di Kuntala sono le più "belle" anche dal punto di vista meramente estetico. Non è ben chiaro il significato del simbolo rappresentato: forse un sistema di carrucole, come ipotizzato in questo link http://coinindia.com/galleries-kuntala.html. E' innegabile che sembri quasi un oggetto futuristico :D Il nominale più comune (relativamente parlando, visto che tutte le monete di Kuntala sono piuttosto rare) è quello da 1/2 Shatamana, dal peso di circa 6,20g (quindi lo standard ponderale è diverso da quello di Gandara?). Viene descritto dal proprietario (nel link) come doppio Karshapana, al contrario del sito CoinIndia; il che mi confonde un po'...http://www.worldofcoins.eu/forum/index.php?topic=20400.0 Kuntala 600-400 a.C. 1/2 Shatamana o Doppio Karshapana2 punti
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Ciao ragazzi...tranquillizzo Ares... in passato, data, purtroppo,la ciclicità di tali alluvioni, vi furono anche altre discussioni. Ricordo quella degli amici genovesi, anch'essi duramente, purtroppo, colpiti http://www.lamoneta.it/topic/129108-solidarieta-agli-amici-genovesi/?hl=%2Bgenova+%2Balluvione#entry1469024 così come la solidarietà data agli amici sardi: http://www.lamoneta.it/topic/114889-solidarieta-agli-amici-sardi/?hl=alluvioni#entry13041712 punti
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Secondo me fai bene a chiedere foto del taglio della moneta prima di buttarti nell'acquisto, dalla visione del FERT e delle rosette magari si può avere un'ulteriore conferma della bontà della stessa.. Non è comunque una moneta da qualche decina di euro se originale, quindi a mio avviso è meglio essere davvero sicuri prima di fare offerte..2 punti
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Circa la "coda di pesce" è senz'altro una forma che si vede raramente ma che conoscevamo. Al Circolo Astengo c'è chi controlla costantemente la forma delle lettere dei denari, ancora questa estate c'è stato chi ha verificato una collezione di 1700 denari per controllare se ci fossero novità, il risultato è che non si sono trovate le A fatte come la n. 9 e 11, che erano state segnalate da Janin, e quindi, visto che non c'è stata conferma, mi hanno consigliato di cancellarle ...ma io aspetto ancora un po' non si sa mai. Vi allego la Tavola Paleografica che i "vecchi maestri" del Circolo ci hanno lasciato in eredità e i "nuovi maestri" controllano costantemente, come vedi c'è la I con la coda di pesce (la n. 7) anche se credo sia una I normale a cui hanno aggiunto i piccoli apici ai lati della base che si sono un po' avvicinati.2 punti
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Quella finita al Museo di Locarno era una piccola porzione, direi di scarti, della collezione Moretti. Una importante e ristretta selezione di alcuni dei pezzi migliori fu separata e messa in custodia per alcuni anni nel museo di Basilea, catalogata come "Sammlung Ludwig", per essere poi ripresa dagli eredi e messa in vendita nella celebre asta n. 13 della NAC. Anche il resto della collezione fu disperso, per buona parte attraverso varie aste NAC, una piccola parte tramite CNG e il resto mediante acquisti diretti da vari collezionisti. Tutta la collezione, alla morte di Moretti, esclusa appunto quella donata a Locarno più altri pezzi donati per lo più all'ANS, fu curata da Roberto Russo della NAC, che fece tutti i rilievi fotografici. Purtroppo poi queste foto furono date, sulla parola, alla Hurter per la sua catalogazione. Sembra che dopo la sua morte non ci sia stato verso di riaverle indietro e quindi ci sono difficoltà a ricostruire nella sua completezza questa collezione....2 punti
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Ciao a tutti :) Faccio una premessa prima di iniziare la discussione vera e propria. Innanzitutto non ho idea di quale possa essere la sezione più appropriata, ma spero possa andare bene questa. In secondo luogo, potrebbe sembrare che stia presentando un articolo; in realtà vorrei che questa discussione potesse essere uno spunto per parlare di un argomento relativamente nuovo sul forum; aiutandomi anche a correggere delle mie inesattezze. Non ho compiuto studi approfonditi, ma mi sono limitato a delle ricerche sul Web; in particolare da questo sito http://chinesecoins.lyq.dk/e dal libro a cui fa riferimento Wang Yu-Ch'uan, Early Chinese Coinage (che in futurò mi procurerò). Spero di poter offrire qualche spunto per una discussione un po' "ad ampio respiro". Matteo :)1 punto
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Mi piacerebbe iniziare una nuova discussione sulle monete antiche del mondo orientale, seguendo lo stesso modello della discussione sulla Cina (http://www.lamoneta.it/topic/130632-monete-antiche-della-cina/), che ha riscosso un buon successo (considerando che l'argomento trattato era decisamente di nicchia). Questa volta mi piacerebbe parlare dell'India e delle sue prime monete. Come per l'altra discussione, anche questa non sarà da intendersi come un mio monologo né come la presentazione di un articolo o il frutto di una ricerca scientifica: si tratta semplicemente di qualche notizia reperita sul web corredata da foto di alcune monete. Non ho ancora a disposizione libri sul tema, perchè sono decisamente difficili da reperire in Europa e, al momento, non riesco a "raccimolare" la cifra necessaria per acquistarli direttamente dall'India. Ho però due monetine, che vi farò vedere ;) La monetazione dell’India antica è vastissima, impossibile pensare di parlare di tutta la sua produzione monetaria fino al 700 d.C. Mi limiterei soltanto alle prime monete indiane emesse in alcune regioni del Paese, in un periodo compreso tra il 600-400 a.C. (magari giusto un accenno all’Impero Maurya). Gli intervalli di tempo proposti per la datazione delle monete sono ampi, perché mancano elementi per una datazione più precisa. Proviamo ad iniziare e vediamo se ne esce qualcosa di interessante :)1 punto
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Buonasera per chi fosse interessato alla monetazione di Cola di Rienzo ho caricato in academia.edu un mio recente contributo riguardo all'argomento. https://www.academia.edu/16863451/Cola_di_Rienzo_e_monete_durante_il_Buono_Stato_ buona lettura e grazie per l'attenzione cari saluti a tutti1 punto
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Posto un altro denaro preso da acsearch, sempre Milano, sempre Enrico II, sempre tipo "comune"...però con qualche piccola differenza rispetto al precedente. Ad esempio la legenda IMPERATOR...guardate dove inizia...1 punto
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Credo che @@talpa abbia capito lo spirito e l'intento di questa discussione, credo che il concetto di Museo debba cambiare, evolversi e se non lo fanno le istituzioni lo possono fare volontari privati, finanziatori, donatori, associazioni private. Gli esempi ci sono rimanendo in Lombardia a Legnano ci ha pensato il Lions comprando anche monete e donandole, a Biassono Arslan fonda un museo che è anche circolo culturale, punto di incontro, le donazioni di monete vengono esposte e valorizzate, si creano giornate di studio, conferenze serali, le monete sono esposte, sono anche on line, catalogate, si è formata una Associazione Culturale chiamata del Gral formata da volontari, lavorano molto per rendere questa realtà viva e per tutti. Hanno una bella biblioteca, e se vi interessa e avete le competenze, i volontari che vogliono catalogare monete sono benvenuti, il cittadino si sente parte attiva e integrata in tutto questo. Quindi si può ....se si vuole....1 punto
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La "pulizia" e nitidezza delle immagini o delle scansioni rimane anche per me un aspetto fondamentali del dibattito a distanza che si instaura intorno ad una moneta. Personalmente però sento questa necessità con riferimento allo studio di una moneta, piuttosto che in relazione ad altre finalità. Nel senso che, se vedo online una moneta che vorrei acquistare e le cui foto non mi convincono, o chiedo al venditore di mandarmi altre immagini più dettagliate oppure lascio direttamente perdere. Quando invece sul Forum si discute di una moneta e le immagini non sono chiare, trovo che il dibattito che ne consegue sia comunque fortemente penalizzato, e ciò sia laddove si chieda un semplice parere di conservazione (e, dunque, anche di prezzo) sia che si vogliano ottenere informazioni più approfondite (patine o altri dettagli che necessitano immagini ad alte definizioni). Però, noto che spesso gli Utenti non dedicano molta attenzione a questo aspetto "visivo" del dibattito. Immagino che il motivo della trascuratezza vada ricercato nel fatto che per fotografare o scansionare al meglio una moneta occorrano alcuni minuti....e la gente ha normalmente fretta di postare la domanda. Saluti. M.1 punto
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...Pazientare è cosa buona e giusta.....Però è vero anche il contrario: se uno aspetta tutta la vita sperando di trovare "la luna" (specialmente in quest'ambito...)....finisce col collezionare attese, non monete! ;) Non voglio però influenzare la tua scelta, o metterti fretta....sia chiaro... Io sono appassionato anche di Icone russe (vere, non stampate), ne ho una antica e altre moderne; per sceglierle, oltre alla bellezza e alla qualità, mi faccio guidare anche da un consiglio di un mio caro amico: "Se ti parla...allora è tua". Per le monete, credo sia un po' la stessa cosa: quando un esemplare, magari anche non perfetto, "mi parla"....va a finire che lo prendo: quest'estate è successo con un 5 centesimi dell'800, che mi ha "rapito" nonostante non fosse in altissima qualità...1 punto
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@@cliff la moneta è bella, però un po' cara (almeno per le mie tasche). Secondo me se vuoi un Othone della medesima qualità, puoi spendere molto di meno su VCOINS. Però se ti piace proprio questa tipologia di denario ci penserei (almeno quello).1 punto
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I due euro commemorativi li conservo dentro gli oblò della Leuchtturm, ed attualmente sto provando anche gli oblò dell'Abafil, inseriti negli appositi fogli e nell'apposito album entrambi della Leuchtturm. La conservazione che ho adottato è la seguente, anche se mi rendo conto che non è precisissima, però è la più comoda in quanto non si riesce mai a sapere con esattezza ad inizio anno chi emetterà 2 euro CC e quanti (se uno o due) e non voglio tenere monete in oblò fuori dall'album per poi inserirle tutte a fine anno quando si delinea con chiarezza la situazione: catalogazione delle monete suddivise per anno, appena ne ricevo una o più di una le metto dentro agli oblò e poi alle tasche senza ordinarle per paese in ordine alfabetico. Solamente le emissioni comuni, come quella del 2007, 2009, 2012 e quella attuale del 2015 le ripongo nelle tasche ordinate per paese, tanto basta contare quanti sono i paesi (ad eccezione dei 4 ministati), considerare che la Germania ha 5 zecche e quindi 5 monete, si sa che viene emessa una sola moneta per paese con quella tematica, pongo un segnalino di carta al posto dell'Austria e della Spagna per delimitare lo spazio (come in un cantiere) e il gioco è fatto. Le monete commemorative di Monaco, San Marino e Vaticano le conservo rigorosamente all'interno dei loro folder ufficiali (e buste filatelico-numismatiche nel caso del Vaticano) senza estrarle.1 punto
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Secondo me questo tipologia D moneta va acquistata in una conservazione ottima altrimenti perde tutta la sua bellezza . Il fatto è che non è facile trovarle così1 punto
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Benvenuto nel "giochino" :good: Ora siamo in 37 ad aver postato almeno una moneta in questa discussione.1 punto
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1908 MILANO - PORTA GENOVA PRIMA ESPOSIZIONE CAMPIONARIA OPERAIA CONCORSO ENOLOGICO-ALIMENTARE Argento, - E. TORNAGHI Disegnò, GIOVANNI DEL-SOLDATO Incise Cliccando sull'immagine si ingrandisce1 punto
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Si, certo, vero che la foto c'è già qui, non mi sono spiegato bene ...forse si può pensare che sia già autorizzata la pubblicazione, ma meglio sarebbe che venga inserita in catalogo direttamente dall'utente, oppure che mi si dia l'autorizzazione a farlo indicando cosa devo mettere come nome o anonimo.1 punto
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Effettivamente la moneta sembra buona e non capisco come la foto possa far pensare ad una fusione. Effectively the coin seems original and I can't guess why it has been suspected of casting.1 punto
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1959 Nigeria (Repubblica Federale) Penny1 punto
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La donazione di Astros Moretti fino a poco tempo fa conservata presso "Casorella" , sala espositiva del castello di Locarno è' in realtà' proprietà' del Circolo Numismatico Ticinese che ha provveduto a pubblicarla a cura di Novella Vismara nel 1996. Il volume e' tuttora disponibile per coloro che ne fossero interessati presso il sito del Circolo: DONAZIONE ATHOS MORETTI DI MONETE DELL'ITALIA ANTICA (ETRURIA, UMBRIA, SAMNIUM E FRENTANI), DELLA MAGNA GRECIA E DELLA SICILIA ANTICA DEL GABINETTO NUMISMATICO DI LOCARNO, A CURA DI NOVELLA VISMARA, 1996 www.circolonumismaticoticinese.ch1 punto
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______________ 1959 Nigeria Denominazione ufficiale: Repubblica Federale della Nigeria Elisabetta II (1926 - vivente) 1 Shilling - Rame/nickel1 punto
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La medaglia in questione è stata aggiudicata da un feedback 0(ora risulta-privato-) che,molto probabilmente,usando un boot simula offerte all'ultimo secondo riuscendo a vincere tutte le aste. Lo stesso account si è aggiudicato,nello scorso week end, oggetti per migliaia e migliaia di euro. Simone.1 punto
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@@Georg Dopo avere visto le belle immagini postate da @@tesorincantina sono convinto ancora di più che si tratta di un artefatto post uscita dalla zecca. Stiamo parlando di una moneta con il millesimo 1921 (moneta postata) già al terzo anno di coniazione, se si trattasse di un progetto, di una prova dovrebbe avere il millesimo almeno del 1919... Quindi è improbabile che sia una prova già da questa considerazione. Le uniche prove di una moneta da 5 centesimi con il contorno rigato sono le prove del progetto in ferro 750 e nichelio 250 catalogate ai n° 627-628-629-630-631-632-633-634 (quindi 7 tipologie diverse) da Montenegro a pagina 304 di "Monete di casa Savoia REGNO D'ITALIA 1800-1946" :)1 punto
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Io direi che fatica già ad arrivare al BB, ma... comunque diciamo BB ...dai. :)1 punto
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Gli acquisti alle aste pubbliche non godono del diritto di recesso.1 punto
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Parpagliola di Filippo II, ancora presente ottima argentatura, tipologia 2/D3 - 2/R1 con stellina a cinque punte sotto lo stemma1 punto
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Non ti preoccupare se hai l'impressione di avere confusione in testa sulle litre selinuntine. Intanto posto l'immagine del bronzo di Gela a cui ti riferisci: NY Sale 14/2007, 38 g. 3,37 che è più o meno coevo alla serie delle litre selinuntine e comunque all'ultimo quarto del V secolo a.C. Non è facile capire cosa esattamente raffigura la testina della contromarca, se femminile o maschile. Io propenderei per una testina femminile in quanto in alcuni conii si vede chiaramente una benda o una specie di sphendone che cinge la testa, anche se in altri conii la testina sembra più "maschile".... Però mi riesce difficile immaginare testine diverse per un fenomeno di contromarcatura comunque piuttosto limitato nel tempo. Adesso vediamo meglio gli eventi storici durante l’invasione cartaginese, che segnò la cesura per molte emissioni siceliote, fino al 407 a.C., quando morì Ermocrate. Il racconto che segue è ripreso in buona parte da un mio articolo che avevo pubblicato sul volume in onore di Roberto Russo ed edito dalla NAC insieme all’ANS di New York. Nell’estate del 409 a.C. le truppe cartaginesi e loro alleati elimi, al comando di Annibale Magone, espugnarono Selinunte in soli nove giorni (Diod. XIII 59, 3-4). E’ bene rilevare (e non molti lo sanno) che Selinunte fu saccheggiata e le sue mura furono abbattute, ma la città non fu distrutta dalle fondamenta. Ben 2600 Selinuntini sfuggirono alla cattura trovando rifugio e ospitalità ad Akragas. A molti di essi, per intercessione del filopunico Empedione, il comandante cartaginese concesse di rientrare in città e coltivare i campi a condizione che versassero un tributo a Cartagine e non ricostruissero le fortificazioni (Diod. XIII, 59, 3). La città quindi entrò di fatto nella zona di influenza cartaginese. Altri superstiti selinuntini rientrarono al seguito di Ermocrate (vedasi più avanti). In ogni caso gli scavi archeologici condotti a Selinunte hanno confermato che dopo il massacro del 409 a.C. la città fu parzialmente riedificata con materiali di riporto, specie nel quartiere più settentrionale e la popolazione si era poi concentrata nella zona dell’acropoli: cfr. Rallo A. L’abitato di Selinunte: il quartiere punico e la sua necropoli. Kokalos, 28-29 (1982-1983), p. 169-174, in particolare p. 171.] Dopo il saccheggio di Selinunte, i Cartaginesi risalirono lungo il corso del fiume Himera e cinsero d’assedio da ovest e da sud l’omonima città greca (Diod. XIII, 59, 4). In suo soccorso pervenne l’esercito siracusano al comando di Diocle, che comprendeva anche mercenari ed elementi di Gela e Akragas (Diod. XIII, 61, 3: si sospetta che ci fossero anche soldati di Kamarina). La flotta siracusana era impegnata nel mare Egeo, al comando di Ermocrate, a sostenere Sparta nella sua guerra contro la comune nemica Atene, ma egli riuscì a inviare 25 triremi che giunsero alla costa di Himera (Diod. XIII, 61, 1) poco dopo una disastrosa sortita di soldati imeresi, con la morte di ben 3000 uomini (Diod. XIII, 60, 7). Di notte fu imbarcata una moltitudine di donne, bambini e schiavi e la flotta ripartì per Messana (Diod. XIII, 61, 5). Sapendo che la capienza media di una trireme era di circa 200 persone, è possibile calcolare che per via mare furono evacuate circa 5000 persone, un quarto della popolazione imerese, che doveva ammontare a circa 20000 individui (cfr. Asheri D., La popolazione di Himera nel V secolo a.C., Rivista di Filologia e di Istruzione Classica, 101 (1973), p. 457-465), comprendendo però anche abitanti della parte bassa. Calcolando la proporzione di 1:3, l’esercito imerese doveva essere composto da almeno 7000 soldati. Le navi però non bastarono a imbarcare altri abitanti di Himera e nel frattempo si era sparsa la voce che i Cartaginesi avrebbero approfittato per veleggiare direttamente su Siracusa indifesa. Di conseguenza Diocle preferì ripiegare via terra verso la sua città (Diod. XIII, 61, 3), abbandonando Himera al suo destino e senza neppure fermarsi ad onorare le salme dei concittadini che avevano perso eroicamente la vita nel combattimento. Assieme alle truppe siracusane si accodarono molti imeresi, circa 1000 uomini validi e circa 3000 fra donne e bambini (Diod. XIII, 61, 6). In città era quindi rimasta l’altra metà della popolazione (circa 3000 uomini e 5000 donne e bambini). Alla caduta della città, forse nell’autunno 409 a.C., tutti gli uomini che erano sopravvissuti furono fatti prigionieri e poi trucidati, nella piana di Buonfornello, e le donne e bambini ceduti come schiavi fra i soldati punici (Diod. XIII, 62, 4). Annibale riuscì quindi a ripristinare i confini dell’area occidentale punica (Herod. VII, 165-6; Diod. XI, 21, 4-5 e XIII, 55, 1) e, conferita alla sua missione la carica emotiva che le derivava dall’aver vendicato il nonno Amilcare, che aveva subito l’onta della grave sconfitta punica del 480 a.C., con conseguente stasi dell’influenza cartaginese in Sicilia, decise di sciogliere l’esercito e nel 408 a.C. rientrò a Cartagine accolto con grandi onori A tale proposito, bisogna rilevare che da parte cartaginese non c’era un reale interesse a conquistare altri territori e ad andare oltre il tradizionale spazio dove erano gli interessi commerciali della città africana. In particolare Anello P., Il trattato del 405/4 a.C. e la formazione della “eparchia” punica in Sicilia, Kokalos, 32 (1986), p. 115-179 ha sottolineato come dalle fonti non trapela “nessuna radicale trasformazione… circa la presenza e il ruolo nella cuspide occidentale dell’isola”. Lo stesso anche in Alessandri S., Gli Elimi dalla spedizione ateniese in Sicilia del 415 al trattato siracusano-punico del 405, in: Atti delle II giornate internazionali di studi sull’area elima (Gibellina, 1994), Pisa-Gibellina, 1997, p. 9-40. Molto probabilmente gli Imeresi fuggiti per via terra al seguito di Diocle si ricongiunsero poi con gli altri profughi a Messana. Nella stessa città, che era rimasta neutrale durante la guerra con Cartagine al fine di salvaguardare il proprio benessere grazie alle fiorenti attività portuali sullo Stretto, sbarcò anche Ermocrate, nella primavera del 408 a.C. Ermocrate era uno degli uomini più influenti di Siracusa, carismatico esponente della fazione oligarchica e quindi in opposizione al partito democratico radicale che era allora al potere nella città dorica e che contava tra i suoi principali esponenti quel Diocle che aveva invano soccorso Himera. Ermocrate aveva iniziato la sua carriera politica in occasione del Congresso di Gela del 424 a.C., ove aveva sostenuto l’unità dei Sicelioti (pansicilianesimo) (Thuc. IV, 64, 3), anche se nei suoi discorsi si avverte talvolta il primato dei Dori, come traspare una sua famosa frase, pronunciata poco dopo a Camarina: “Siamo Dori liberi, venuti dal libero Peloponneso a colonizzare la Sicilia (Thuc. VI, 77, 1). Successivamente ottenne dalla sua città il comando dell’esercito contro la spedizione ateniese. Dopo la vittoria contro Atene, nel 413 a.C., egli suggerì un uso più moderato nei confronti degli sconfitti, ma poi fu attaccato dalla fazione più radicale, che voleva invece uccidere tutti gli strateghi ateniesi e rinchiudere i prigionieri nelle famigerate Latomie (Diod. XIII, 19, 4-5), finendo costretto a riparare lontano dalla Sicilia. E’ possibile che nel 413 a.C., con la vittoria contro Atene iniziò la serie dei famosi decadrammi creati da Kimon ed Euainetos: Caccamo Caltabiano M. Il Pansicilianesimo e l’annuncio di un’era nuova. Su alcuni tipi monetali di Siracusa ed Erice nell’epoca dei Maestri firmanti. In: Atti delle IV giornate internazionali di studi sull’area elima (Erice, 2000), Pisa 2003, p. 105-125. La produzione dei decadrammi però assunse subito una importante valenza economica, con allestimento di numerosi conii, a seguito della spedizione siracusana nella Ionia, secondo Caccamo Caltabiano M. I decadrammi di Euainetos e Kimon per una spedizione navale in Oriente. In: Suppl. al Bollettino Numismatico, 4 (1987), p. 119-137. Tuttavia il partito oligarchico a Siracusa doveva avere ancora una certa influenza, se riuscì a fargli ottenere, nel 412 a.C., il comando di una flotta da inviare nell’Egeo in appoggio a Sparta (Diod. XIII, 33, 1; 34, 4; Thuc. VIII, 26, 1). Fin dall’inizio della guerra del Peloponneso i Siracusani s’erano impegnati a fornire navi a Sparta, senza però intervenire nel conflitto continentale. Invece Ermocrate da sempre propugnava una partecipazione “attiva” di Siracusa al conflitto (Thuc. VIII, 26, 1). Diodoro e Tucidide divergono sul numero delle navi inviate in Oriente. Per Diodoro erano 35 triremi, mentre per Tucidide erano 20 navi siracusane e 2 dell’alleata Selinunte. Anche Senofonte (Hell. I, 1, 18) parla di navi siracusane, senza però specificarne il numero. Da un lato Ermocrate era lontano da Siracusa e quindi lasciava spazio alla preminente fazione radicale, ma dall’altro lato egli, pur partito ufficialmente in soccorso di Sparta in cambio dell’aiuto ricevuto contro l’esercito ateniese (nel 413 a.C. in soccorso di Siracusa arrivò un contingente spartano al comando di Gilippo, contribuendo a capovolgere le sorti della lotta contro Atene), mirava a una prestigiosa vittoria contro Atene in modo da poter tornare in patria da trionfatore e riaffermare il suo potere. L’impresa nella Ionia, dopo un esordio positivo, conobbe già dopo appena un anno, nel 411 a.C., la disfatta dei Siracusani e Spartani nelle acque antistanti Cizico, e a loro non era rimasto altro che incendiare le navi per sottrarle alla violenza nemica (Thuc VIII, 28, 2; 104, 3; 106, 3; Diod. XIII, 39, 4-40, 5; Xen. Hell. I, 2, 16-18; 23. Però è probabile che dopo poco la flotta siracusana sia stata ricostituita con l’aiuto degli alleati, specialmente persiani, tanto da poter due anni dopo soccorrere e trasportare profughi imeresi). La notizia del fallimento della spedizione navale guidata da Ermocrate diede l’occasione a Diocle per destituirlo dall’incarico; una nave con a bordo tre nuovi strateghi raggiunse il comandante, che fu dichiarato ufficialmente in esilio (Xen. Hell. I, 1, 27.). La fazione radicale a Siracusa quindi era divenuta più forte. Ermocrate allora, assieme al suo fratello Prosseno, si recò presso il satrapo persiano Farnabazo, il quale non solo lo aveva in grande stima ma anche lo riteneva una importante pedina nella complessa azione anti-ateniese del fronte oligarchico spartano e siracusano che, con l’appoggio della Persia, si concretizzava nell’attacco al sistema “radicaldemocratico” di stampo ateniese, da poco attuato a Siracusa stessa. Con l’appoggio anche dello stesso re persiano, Ciro, il satrapo Farnabazo fornì ingente aiuto economico in oro a Ermocrate, il quale pertanto decise di ritornare a Siracusa (Xen. Hell. I, 1, 29; Diod. XIII, 63, 1-2). Poiché egli era ufficialmente in esilio, preferì evitare di compiere un atto di forza su Siracusa e quindi sbarcò a Messana, presumibilmente nella primavera del 408 a.C. Grazie al denaro persiano, egli potette crearvi una sorta di milizia personale, costituita da 5 triremi e 1000 uomini in armi, ai quali si aggiunsero i 1000 soldati imeresi superstiti (Diod. XIII, 63, 1). Ovviamente nel frattempo Ermocrate sperava, tramite suoi “amici”, che il popolo siracusano revocasse il bando e lo richiamasse spontaneamente (Diod. XIII, 63, 3.). Il suo piano non riuscì e allora Ermocrate, per conquistare e quindi manovrare l’assemblea popolare a Siracusa, mise in atto una serie di azioni a forte carica emotiva volte a propagandare il suo ruolo di difensore della grecità dalla minaccia cartaginese, in qualche modo rinverdendo le gesta anti-cartaginesi di Gelone di oltre 70 anni prima. Si recò direttamente a Selinunte, la prima città ad essere stata espugnata da Annibale, ne fortificò una parte e richiamò i Selinuntini superstiti (Diod. XIII, 63, 3. Forse ad essi vanno aggiunti i Selinuntini che erano già ritornati col permesso cartaginese). Formò un piccolo esercito di 6000 uomini, invase l’eparchia punica, sconfisse Mozia e Panormo e ne saccheggiò il territorio (Diod. XIII, 63, 3-5), agevolato dall’assenza di truppe cartaginesi che erano nel frattempo ritornate in patria, ma senza ottenere importanti e concreti risultati. E’ possibile che per queste sue azioni Cartagine abbia inoltrato vibrate proteste a Siracusa ritenuta responsabile, con conseguente invio in Africa di un’ambasceria siracusana al fine di chiarire che l’esule agiva esclusivamente a titolo personale (un’eco di tali eventi è rintracciata in Diod. XIII, 79, 8-9, anche se riferito all’anno 407 a.C.). Ermocrate intanto risalì fino a Himera, forse nell’inverno 408/407 a.C. La città era ridotta a un cumulo di macerie ed egli dovette accamparsi nei sobborghi e, grazie anche alla relativa tranquillità sul fronte bellico, poté procedere alla triste raccolta di spoglie di Siracusani morti e abbandonati sul campo durante l’assedio cartaginese dell’anno prima. Le fece deporre in splendidi carri, che inviò a Siracusa, senza entrarvi di persona, per obbedire alle leggi che vietavano l’ingresso agli esiliati (Diod. XIII, 75). Diocle, che contrastava il suo rientro, risultò colpevole di non avere dato sepoltura ai caduti siracusani e si attirò l’avversione del popolo non volendo permettere che si svolgessero i funerali dei caduti, riportati in città, mentre la maggioranza era favorevole. Tuttavia il successo di Ermocrate fu solo parziale. Egli riuscì a mettere in crisi il governo democratico di Diocle, che fu alla fine condannato all’esilio. Di contro non riuscì a farsi richiamare, in quanto sospettato di aspirare alla tirannide (Diod. XIII, 75, 5), senza considerare che a Siracusa probabilmente c’era un partito democratico moderato, avverso sia a Diocle sia agli oligarchici. Probabilmente era memore del potere quasi dittatoriale che Ermocrate aveva esercitato durante la guerra contro Atene e anche dell’esperienza maturata anni prima con la tirannia dei Deinomenidi. Ermocrate allora si ritirò, ma poi si accordò con gli amici che aveva nella città e in un mese imprecisato del 407 a.C., di notte, marciò contro Siracusa con 3000 uomini. Insieme a pochi compagni giunse alla porta Acradina, dove però gli andò incontro una grande folla, molto probabilmente costituita dai partigiani democratici. Nella lotta lo stratego e la maggior parte dei suoi compagni furono uccisi. Egli aveva poco più di 50 anni. Nella mischia dove fu ucciso Ermocrate si salvò a stento, in quanto ritenuto morto, un suo giovane seguace, Dionisio, che dopo un paio di anni sarebbe assurto al massimo potere a Siracusa. Mi scuso per la lunghezza della dettagliata storia di quei tormentati anni, ma da essa emerge intanto che i Selinuntini non furono tutti massacrati, ma che i superstiti poterono rientrare presto almeno in due occasioni, la prima poco dopo il saccheggio, accettando di abitare una città rimaneggiata e di entrare nell’influenza punica e la seconda, al seguito di Ermocrate, ovviamente con maggiore spirito di rivalsa Brevi cenni di storia selinuntina in tempi successivi. All'inizio del IV secolo, soldati selinuntini facevano parte della potente armata di Dionisio I, tiranno di Siracusa, che nel 397 attaccò e distrusse Mozia, base della potenza cartaginese nella Sicilia occidentale. Ma dopo il fallimento delle imprese di Dionisio nella Magna Grecia e del tentativo, nel 368, di espugnare Lilibeo e di cacciare così i Cartaginesi dalla Sicilia occidentale, un accordo di pace stipulato fra Siracusa e Cartagine, riconfermato poi da successivi trattati, stabili nel fiume Halykos (l'odiemo Platani) il confine tra la zona di influenza siracusana e la zona di influenza cartaginese. In base a questa spartizione, Selinunte, trovandosi nella zona cartaginese, venne sottomessa al dominio punico, diventando la base punica più orientale sulla costa meridionale della Sicilia. La città venne fortificata dai Cartaginesi e ricostruita, ma solo nell'area dove sorgeva prima l'acropoli. Le nuove costruzioni furono certamente adattate ai resti delle antiche, come testimoniano anche gli avanzi archeologici, che ci presentano un abitato misto punico e greco. Non venne più ricostruito, invece, il vasto centro urbano del pianoro di Manuzza, che rimase abbandonato e utilizzato come necropoli. Col dominio cartaginese, penetrarono a Selinunte ovviamente anche elementi culturali della civiltà fenicio-punica: si diffusero nuovi culti, nuove credenze religiose e nuovi costumi. Una testimonianza della diffusione del culto di Tanit, dea punica della fecondità, sono da considerare i cosiddetti segni di Tanit con caduceo, rinvenuti su pavimenti a mosaico di qualche abitazione punica; mentre in un'area sacra sono venute alla luce numerose stele funerarie, che attestano la pratica di riti sacrificali punici. Sembra anche che il recinto del santuario della Malophoros, anticamente dedicato a Zeus, sia stato consacrato nel IV o nel III secolo al culto di Tanit e di Baal Hammon. Una prima ipotesi (entro fine V secolo a.C.): la riconiatura delle litre selinuntine, che erano andate fuori corso con la distruzione della città del 409 a.C., potrebbe essere ad opera di questi superstiti. Resta da stabilire se sotto influenza punica e quindi come una forma di tributo per i Cartaginesi, oppure al seguito di Ermocrate, per ripristinare in qualche misura il minuto numerario di Selinunte. Le prime contromarche note sul bronzo siceliota, con testa di Eracle su monete di Akragas, avvenne sicuramente negli ultimi anni del V secolo a.C. Seconda ipotesi (durante IV secolo a.C.): la riconiatura avvenne invece in un certo momento del IV secolo, quando Selinunte era ormai città sottomessa ai Cartaginesi. Nel corso del IV secolo ci fu una fioritura di diverse contromarche, soprattutto sul bronzo, in buona parte probabilmente durante la crisi dell'impero dionigiano (ma è ancora materia complessa). In ogni caso il fenomeno delle contromarche su monete d'argento in Sicilia è estremamente limitato. Per risolvere l’enigma bisogna capire meglio cosa rappresentava la testina (probabilmente femminile). Brenno2 ha fornito una bella immagine di un bronzo siculo-punico, con una testa veramente molto simile… (e sarebbe utile capire bene la cronologia di quel bronzo). Se invece la testina femminile voleva essere in qualche misura un emblema di Siracusa (testina di Aretusa), eretto a vessillo delle forze siracusane di Ermocrate. Purtroppo non ho ancora le fondamentali informazioni sui rinvenimenti di queste litre contromarcate in contesti archeologici. Se qualcuno è a conoscenza di pubblicazioni o relazioni su questo aspetto, ne sarei molto grato. A voi l’ardua sentenza….1 punto
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Per ragioni stilistiche propenderei per Herbessos anche se condivido le considerazioni di Valteri e Acraf riguardo alla figura intera (soprattutto se l'immagine scelta é poi quella dell'esemplare NAC). Comunque é da tener in conto che chi ha interesse per un volume del genere, sicuramente lo sfoglia per bene prima di comprarlo e quindi la varietá e ricchezza sia figurativa che stilistica di questa iconografia monetale gli sará giá chiara sin dall'inizio, a prescindere dall'immagine scelta in copertina. Detto ció, essendo previsti 3 volumi sul tema, valuterei sin da subito le possibilitá del progetto nel complesso e quindi anche quella di coordinare le immagini delle diverse copertine in modo che siano presenti sia il tipo a figura intera che a protome. Saluti e soprattutto complimenti1 punto
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che bello rileggervi Tutti... dopo tanto tempo Ciao Mario (Dabbene) Ciao Massimo (Foglionco) un saluto a tutti spero di tornare a riscrivere un po'. Ciao1 punto
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@@Mancusi90, come prima piastra hai saputo scegliere, complimenti per la nuova aggiunta.1 punto
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