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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/27/15 in Risposte
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Segnalo agli utenti del forum, l'interessantissima mostra che si tiene dal 23 ottobre al 23 novembre 2015, presso il medagliere del Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi di Siracusa, dal titolo: "Tesori dalla Sicilia. Gli ori del British Museum a Siracusa" L'esposizione rientra nell'ambito degli accordi stipulati nel 2012 in occasione delle Olimpiadi di Londra, tra la Regione Siciliana e il British Museum. Dopo l'elmo di Ierone, concesso in prestito nel 2012 dal museo londinese, rientrano in Sicilia per un mese, la splendida coppa aurea proveniente da Sant'Angelo Muxaro e i gioielli del ripostiglio di Avola. Inoltre sarà possibile ammirare nell'ambito della stessa mostra, un servizio d'argento recuperato a Megara Hyblaea, esposto nella vecchia sede museale di Piazza Duomo. La vetrina che accoglie i principali pezzi della mostra La coppa aurea proveniente da Sant'Angelo Muxaro, purtroppo è l'unico esemplare sopravvissuto delle quattro coppe d'oro, che un tempo facevano parte della collezione del vescovo di Agrigento mons. Lucchese Palli. La patera fu venduta dagli eredi del prelato a Lord William Hamilton, ambasciatore inglese presso il Regno delle Due Sicilie, per poi confluire nelle collezioni del British Museum. Secondo alcune ipotesi, gli ori di Sant'Angelo Muxaro sono da ricondurre molto probabilmente ad un artista indigeno, formatosi nella colonia rodio-cretese di Gela. I due anelli sigillo Il primo anello (vacca che allatta un vitellino) fu rinvenuto da un contadino, che lo barattò con Paolo Orsi, in cambio del proprio capotto, nel freddo gennaio del 1927. Il secondo anello (lupo dai lunghi artigli) fu scoperto sempre dall'Orsi negli scavi del 1931. Il ripostiglio di Avola Il servizio d'argento di età tardo-repubblicana rinvenuto negli anni '50 a Megara Hyblaea, dalla missione archeologica dell'École française de Rome, diretta da François Villard e Georges Vallet4 punti
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Il 51° Convegno numismatico nazionale di Bergamo avrà luogo venerdì 12 e sabato 13 febbraio 2016 nelle sale dell' hotel Cristallo Palace di Bergamo in via Betty Ambiveri. Organizzazione: Circolo numismatico bergamasco, e-mail [email protected]. Dettagli sulla manifestazione, regolamento, modulistica di iscrizione e orari sul sito https://circolonumismaticobergamasco.wordpress.com3 punti
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Ciao ragazzi guardate qua che San Giorgio pur essendo un 4 soldi... ne ho fatto il mio nuovo avatar :)3 punti
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@@NoNmi4PPLICO Grazie Simone.......non so se "materialmnete" questo fu il caso, ma brevemente Ti spiego il motivo della mia indagine: Questa esposizione venne previsita che si tenesse con un D.R. del 1969 nell'anno 1870 e che quindi qualcuno (sappiamo chi) mise mano a preparare i conii per queste medaglie (perchè vennero previste anche le pemiazioni) .....conosciamo anche che la preparazione di questi lavori (se aggiungiamo anche qualche autorizzazione) non può essere fatta nel giro di pochissimi mesi. L'esposizione si ebbe però nel 1871 e quindi presumo che le medaglie fossero già pronte, tempo prima. Spero che mi sono riuscito a far capire. ;) P.S. ........adesso scrivo su bel articoletto, visto che su questa esposizione (imortantissima perchè anche internazionale) non ci sono notizie in merito....e rendiamo note (nel senso di attribuirgli una paternità) anche alcune di queste medaglie.3 punti
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Spiego meglio perché la moneta non poteva pesare 4 grammi. I pierreali, come la maggior parte delle monete di questa epoca, non avevano valore fiduciario, contava il valore dell'argento in esse contenuto. il valore dei pierreali stava quindi nei circa 3 grammi di argento puro che contenevano e che era uguale e ben noto per tutti i pierreali. In generale quindi, avere un pierreale in mano significava avere 3 grammi di argento in mano. Battere una moneta che intrinsicamente valeva di piú, sarebbe stata una perdita per la zecca, ed inoltre sarebbe stato altissimo il rischio di rifusione. facendo un paragone coi tempi odierni, sarebbe come se dalla zecca uscissero monete da un euro che, una volta fuse, rendano 1.60 euro per il materiale in esse contenuto. É chiaro che tali monete da un euro sparirebbero subito dalla circolazione e verrebbero ben presto rifuse. Diverso il discordo nel caso fossero sottopeso. In tal caso l'autorità emittente guadagnerebbe dalla loro coniazione3 punti
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Direi che ci siamo ...a un mese esatto credo sia giusto partire con l'evento commerciale che rimane a oggi il più importante riferimento italiano, Verona...è pur sempre Verona, se ne parla bene...se ne parla male....ma Verona è il più grande meeting point della numismatica veramente aperto a tutti e per tutti, l'ingresso è libero ed è l'ideale per chi vuole iniziare a vedere, incuriosirsi, comprare anche qualche moneta, ma lato commerciale a parte, rimane il riferimento principe per incontri, saluti, scambi di opinione, il far diventare reale un forum che è poi virtuale e che a Verona magicamente tutto questo si compie tramite i meeting point di lamoneta, il pranzo del sabato, il vedersi e darsi la mano. Questo è anche poi Verona...l'ultimo fu incoraggiante, vedremo questo...attorniato da aste importanti e prestigiose che comunque non potranno togliere mai il simbolico valore di un caloroso saluto e incontro tra appassionati. Dico subito che è sicuramente confermato il meeting point del sabato e il pranzo lamonetiano sempre di sabato, tradizione ormai consolidata che mi piacerebbe che qualcuno in più che è presente prendesse in considerazione, far parte diciamolo di questa famiglia, di questo network è anche condivisione sia nel virtuale sul forum che nella realtà e Verona è l'occasione con la O maiuscola per tutto questo. Ricordo le date, venerdì, sabato, domenica , 27-28-29 novembre 2015, ingresso libero, chi vuole aderire e dire ci sarò anch'io, commentare ....può già farlo... Buon Verona a tutti, Mario2 punti
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Buonasera a tutti, vi presento l'ultima ( ma la prima di Ferdinando quarto) piastra che è entrata in collezione... 120 grana 1796. Moneta comune, ma la patina e la conservazione eccellente me ne hanno fatto "innamorare " subito. Cosa ne pensate? Ringrazio il venditore che dalle foto, fatte perfettamente e per questo uso le sue, capirete chi è. PS. Se non erro mi era sembrata di averla già vista sul forum qualche tempo fa, qualcuno ricorda?2 punti
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Mi spiace ma attualmente nei negozi on line vedo solo il quattrino '91, non i 2. Sai che dei 2 esistono due varianti, una con la firma dell'incisore al diritto P a cui corrisponde il rovescio con le cifre della data più alte rispetto alle cifre del valore, e una con le iniziali DP a cui corrisponde il rovescio con le cifre della data più basse (o meglio, alla stessa altezza) del valore? Attualmente vedo un bell'esemplare in asta NAC ma se preferisci l'acquisto in negozo, monitorizzo e ti faccio sapere... Ciao! Semmai ci sentiamo in MP per non disturbare gli altri!2 punti
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Più che oncia direi che si tratta di un quadrante, poiché al dritto è visibile Ercole con la pelle di leone. @@MEDUSA512 punti
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Buona serata Presente il sabato, come d'abitudine e compreso il pranzo lamonetiano :good: saluti luciano2 punti
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Mi scuso per la risposta veloce, ma sapete....... ;) Ho già visto questa contromarca, ma disgraziatamente non l'ho salvata in quanto non era ascritta per venezia (dime semo e te ghe reson). Ricordo chiaramente che però non era su una moneta di venezia e la Sua descrizione, cioè leone rampante alato. Tanto è vero che mi aveva incuriosito. Ora il sesino del Grimani è stato battuto dal 1595/1605. Quindi ribattitura coeva o successiva. Venezia aveva perso Cipro o Candia da 20/30 anni e si era rifatta con la battaglia di Lepanto. Perchè vi dico questo? Semplicemente perchè il leone rampante come iconografia per venezia lo trovate sulle monete fino al Foscari 1423/1457 per le monete nere o del popolo con l'eccezione dei bagattini del Moro e del Tron 1471/1473. Sempre il leone rampante viene ripreso su nominali "importanti" come i leoni per il levante del Morosini 1688/1694 ed i leoni per la Dalmazia del Mocenigo II 1700/1709. Fra i 2 periodi l'unico leone rampante utilizzato era quello appunto per Candia o Cipro ed era quello del leone dei Lusignano. Ma non può essere questo il nostro caso. Esiste però un altra nazione che sta diventando importante e che utilizza il leone rampante come contromarca ed è l'Olanda. Netherlands (Provincial) - Gelderland (Duchy) - Philip II, Écu de Bourgogne (Bourgondische Rijksdaalder) 1567, (Nijmegen) Europe Netherlands (Provincial) - Gelderland - Duchy Philip II Écu de Bourgogne (Bourgondische Rijksdaalder) 1567, (Nijmegen) Countermarked Delm. 92, VH I134, WP 2.17.38 Ag, 29.27 g (40 mm) TTB Countermarked with a lion, for use in Holland Come vedete i periodi sono abbastanza vicini e se guardate l'ingrandimento di questa moneta su acsearch vedete che la contromarca non è molto distante. (con le dovute cautele). Nel stesso periodo Venezia utilizzava il leone in moeca come contromarca ed questo è associato a Zara secondo il signor Bordin. Nella discussione sulle contromarche dell'asta Nomisma abbiamo appunto questa considerazione, Nota personale: in un'altra asta la contromarca era più chiara, si tratta di un leone. Un grande Amico, Rolando Mirko Bordin ricordava che la contromarca del leone su sesino poteva collegarsi alla città di Zara. Allega miniatura(e)2 punti
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ragazzi ma solo voi trovate i mercanti ubriachi? dalle mie parti son tutti sobri e non ti regalano niente bravo @@Biagio75, ottimo acquisto2 punti
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ciao @@redjack1969, se dalla foto quasi tutti dicono bb credo che dal vivo possa tranquillamente arrivare a bb/spl. come poi dice giustamente @@miza, la moneta ha un bel bordo e questo non e' poco. complimenti max2 punti
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Eccomi allora, dopo aver effettuato un attento controllo, non ho trovato niente di significativo; forse ...sottolineo forse ...solo questo denaro che ha dei segni nei campi alquanto sospetti ma, secondo me, non identificabili. In ogni caso allego la foto e i dettagli con i segni che ho evidenziato: Davanti: fra la I e la A, a sinistra della colonna del castello/imago civitatis e sopra la sua base; Retro: alla base della lettera D. Il denaro pesa 0.81 gr e ha delle incrostazioni.2 punti
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Dalle foto,come detto da altegiovanni,non si può dare un giudizio certo ma da quel poco che vedo forse hai avuto fortuna nel non acquistarlo....!!!! Personalmente penso che sia un riconio su tondello antico, alcune lettere sono state rifatte e non sono compatibili con lo stile dell' epoca e le mie conclusioni le puoi capire benissimo per quanto detto sopra.....Saluti Babelone2 punti
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Sarebbe contento il Lazari, stiamo dimostrando scientificamente che aveva ragione :hi:2 punti
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Purtroppo causa tesi ho dovuto accantonare momentaneamente le ricerche; in più non sono ancora riuscito ad andare a visitare i musei di Piazza San Marco. Però è entrato a far parte della famiglia un bel pezzo che voglio mostrarvi.. Che ne pensate? L'ho postata poco fa in un'altra discussione sul tema ma mi pareva gusto postarla anche quì.. :good: Credo che della serie sia quella più sottovalutata visto che è stata coniata in "appena" 155196 esemplari, anche se ho notato, rispetto ai pezzi in rame, che è più facile da trovare bella (per dire, ieri ad un mercatino in un album ce ne erano 6 :mega_shok: e tutte belle).. Quindi ora sono a quota tre. :good: però ho trovato il 5 centesimi e il centesimino, che aspettano solo di essere portati a casa.. Comunque spazio alla monetina ora!! p.s. penso di tenerla dentro la bustina questa perchè la mistura è molto delicata e ho paura di fare malanni.. in più il perito ha avuto la premura di inserirla in un'ulteriore bustina di "acetato", quindi doppia sicurezza.. :good: Ha un lustro che è uno spettacolo per gli occhi!!2 punti
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E il venti lire. Le foto non gli rendono giustizia ma purtroppo con l'oro non sono bravo.. :pardon: C'è da dire che di questa monetazione i tondelli più rappresentativi e densi di storia sono i due scudi, spesso usati dai patrioti a mò di spilla, e che purtroppo ancora non possiedo :mega_shok: ..2 punti
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io mi butto, anche se un certo presentimento ce l'ho... (se mi sbaglio non picchiate troppo forte) Sono piombini che usavano i produttori e commercianti di seta di Nîmes nel XVIII secolo fino ad inizio XIX. Vedi per esempio: http://www.echange-passion.com/t1311-bastide-antoine e http://www.echange-passion.com/f93-les-plombs-de-soyeux-de-nimes Il giglio significa che il re aveva accordato dei privilegi a questa manufattura. Saluti Njk2 punti
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Taglio: 2 euro cc Paese: Malta Anno: 2013 Tiratura: 500.000 Condizioni: BB Città: Milano Note: NEWS!! :yahoo:2 punti
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Taglio: 2 euro Paese: Monaco Anno: 2015 Tiratura: ??? Condizioni: qSPL Città: Milano2 punti
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Buonasera, Il 29 agosto scorso a Genova è nevicato: mia moglie mi ha comprato una monetina. Un paio di giorni fa ho ricevuto il mio regalino. La moneta è una petachina di Carlo VI che a mio avviso e' molto particolare per due motivi: 1 al rovescio manca la o di Conradus 2. Le sigle non sono le solite v e sinceramente non le ho ancora identificate. La moneta pesa 1.10 g e presenta tracce di tosatura...cosa ne pensate????1 punto
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Non mi sembra un 1 ribattuto, sarebbe interessante vedere l'immagine del dritto e del rovescio di tutta la moneta.1 punto
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buonaserra arrigome...d'appresso te,tutte quelle belle monete brillante come speci che si trovano da i mercanti,e ne aste....che siano medievale o no,ed anche romane,di metale argento...come pensi che son state rendute cosi attrative?????...acido? mecanica? od altro?? in cui riguarda la mia,un operaio la trovata ne un tubo di scarica di fogna di 1.60 m di diametro.vecchio impianto ..tubo in quale oggi fogna non core piu..ma che si e buttata in mare tantissimi annin fa....e mi la regalata..... non era patina naturale,era patina gia chimica dovuto a le fermentazione de i ributi umani.1 punto
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:help: Già essere riuscita a caricare le foto è un passo avanti..ora devo lavorare su come renderle uguali, cosa che normalmente mi viene.... @George, io usavo Explorer...adesso ho provato Crome ed ha funzionato!! Grandeeeee!! anche se ho ancora mooolto da capire su come funziona questo sito....e mooolto altro! Grazie! Ne ho anche altre, ma devo fotografarle e con la luce di questi giorni...il risultato non è dei migliori :-(1 punto
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Quest'anno conto di esserci, e se mia moglie non mi seguirà... farò di tutto per andarci comunque ...anche da solo.1 punto
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Purtroppo è una riproduzione moderna senza alcun interesse numismatico. L'originale è in argento e pesa gr. 27,53.1 punto
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Se non ci sono cartucce ancora da sparare :blum: punterei su un accenno anche ai denari terzoli scodellati, materia estremamente vasta ma che comunque si può anche affrontare. Il terzolo cosa è l'abbiamo scritto sopra, moneta diffusissima e coniatissima, era la moneta corrente del mercato milanese e lombardo. Le innumerevoli coniazioni sono testimoniate dalle tantissime varianti presenti che dimostrano con i vari segni identificativi le varie emissioni. il MIR ne elenca una la 49 senza cunei in un periodo dal 1125 al 1152 e le successive dal 1152 al 1198 circa, in queste al MIR 52 vengono identificate e chiarite con ottimi disegni le 22 varianti censite. Le differenze stanno nella varietà dei cunei al diritto e al rovescio associati anche a piccoli globetti, le combinazioni possibili sono veramente tante. La moneta divenne anche modello di altre zecche lombarde tipo Brescia, Como, Cremona. Su queste monete c'è un importante studio di Ermanno Arslan sul ritrovamento importante di Tremona, non si può escludere vista la vastità delle coniazioni che ci fossero anche delle zecche sussidiarie fuori Milano tipo Tremona che coniassero anche loro la moneta sul posto.1 punto
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E bravo Fabry! due sole precisazioni: i sesini contromarcati vengono assegnati a Candia (che fino alla metà del seicento è rimasta veneziana pur con alterne vicende), mentre Cipro era stata ormai già persa nel 1570, e nemmeno la vittoria alle Curzolari era riuscita a riprendersela. Il pezzo uscito nel forum greco verosimilmente dovrebbe avere origine "greca", e fa parte dei sesini contromarcati indicati come circolanti a Candia. L'ipotesi di Zara, come già avevamo discusso tempo fa, mi pare un po' troppo debole, e non capisco su quali basi sia fondata, potresti gentilmente chiedere al tuo amico le sue ragioni? Oltretutto non mi pare abbia grosso seguito, certo parliamo di una monetazione più che di nicchia e magari non conosciamo altri pareri. Riporto solo quello che è indicato sui testi "ufficiali". Il leone rampante, in contromarca, potrebbe anche collegarsi a uno stemma di famiglia (tipo il rettore dell'isola), non necessariamente al leone di san marco. Interessante invece la tua ipotesi sugli olandesi, ci devo pensare..1 punto
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MILANO 1912 ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO / INDUSTRIA . AGRICOLTURA . AVIAZIONE E SPORT Argento, mm. 49 - Aut. GORI SANSONI FIRENZE1 punto
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AH! Per i Paesi Bassi Austriaci?? Ma è uguale a quello del Ducato di Milano!...o almeno...sembra uguale. Ecco perchè non ha la M.....è da mezz'ora che mi sto chiedendo cosa sia quella H! :) E ci sono altre differenze rispetto a quello italiano, oltre al mdz? @@giarea ...proprio tanto bella non direi, visto anche il trattamento brutale con acidi e sostanze abrasive che, purtroppo, ha subito....(http://www.lamoneta.it/topic/142800-acido-chloridricoil-top/#entry1632520)1 punto
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Concordo :) Penso che all'epoca fu piuttosto tesaurizzata! :)1 punto
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"Ciao Michele In entrambi i casi si tratta di errori occasionali di composizione delle legende, non dovuti alla volonta' di cambiare il conio ed inserire una nuova legenda. Prima di accorgersi saranno stati battuti piu' esemplari con il millesimo 1771." Non c'è dubbio che siano errori inconsapevoli, perché se non lo fossero e cioè se le varianti nelle legende o nelle impronte fossero volontari, forse non parleremo più di "varianti" ma addirittura di tipi monetali diversi che rispondono alla una ben precisa modifica legale del tipo. L'unico caso di "variante" volontaria che mi sovviene è quella di "NATOLEONE" nelle monete del Regno italico di Napoleone che, quanto meno secondo la tradizione, l'incisore Manfredini volle deliberatamente riportare forse per spregio o forse per esaltazione del famoso Corso. Ma quando parliamo di "varianti", mi pare che facciamo normalmente riferimento ad errori inconsapevoli nelle impronte e/o nelle legende. Altrimenti, se il cambiamento è volontario (facendo eccezione per l'esempio sopra riportato del Manfredini e, penso, per pochi altri casi) la variazione comporta non una variante ma una diversa tipologia monetale. Ci può poi essere più o meno interesse verso queste "varianti involontarie" ma, stando almeno a quello che si legge in genere sull'argomento, dove si segnalano come scoperte sorprendenti puntini e globetti aggiuntivi o mancanti, baffi e barbe più o meno folti, "caccole di mosca" che non ci dovrebbero essere ma che con una lente 10X si scorgono a fatica, mi pare che rinvenire una legenda con inversione delle lettere possa essere considerata, a buon diritto, una "variante". Saluti. :hi: M.1 punto
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In molte medaglie borboniche e di questo periodo troviamo questa piccola discordanza, ed in particolare la presenza della firma solo al dritto o solo al rovescio. :good:1 punto
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Esclamazione di Archimede quando scoprì un deposito di monete: EUROka! apollonia1 punto
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Purtroppo la storia la scrivevano i vincitori,anche oggi ma devono stare più attenti i mezzi d'informazione sono tanti,ed in quell'epoca ne hanno scritte di balle. La Storia provata dice che il Regno di Napoli e delle due Sicilie era il terzo in Europa come economia,infatti il Popolo e l'esercito non era abituato a spararela maggior resistenza contro l'invasore Inglese/Piemontese/Garibaldino la facero solo i Briganti che avevano capito che sarebbero passati dalla padella alla brace. Garibaldi svuoto le casse del Banco di Sicilia e di Napoli insieme agli Inglesi che certamente non erano solo Mille come raccontano belle fiabe. Insomma ci fu come sempre un grosso gioco di potere e la colpa ricadde tutta sul più ingenuo,lasciato anche solo dalla famiglia a cui interessava poco quel pezzo d'Italia ed aveva mire più ambiziose in un'altra parte del Mondo(per me fu una puntata sbagliata ma forse ando meglio cosi per loro). Ho alcuni libri trovati con tanta fortuna scritti con documenti dell'epoca e testimonianze dell'epoca che sono accuratamente nascosti al grande publico. A parte questo. Grazie per la gentile spiegazione sulla formazione del secondo orecchio in queste piastre!1 punto
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Sarebbe utile ed auspicabile creare una nuova sezione di Religione e di Patristica , visti anche i tempi in cui viviamo .1 punto
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i rilievi non sarebbero male ma molti segnetti o puntini al R, mi sembra anche un colpetto a ore 10 del R...dipende da quanto l'hai pagata1 punto
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Non credo perchè è stata acquistata in un rinomato negozio di numismatica tanti anni fa.1 punto
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Interessante la croce uncinata è presente : Un fregio svasticoide appare su di una terracotta pre-villanoviana conservata al Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma. Diversi vasi con raffigurazioni di svastiche databili dal 1000 a.C. sia villanoviane sia sannitiche e lucane sono visibili nel Museo archeologico provinciale della Lucania occidentale di Padula. Alcune svastiche sono presenti nei mosaici delle ville del sito archeologico di Ercolano (Napoli) e distrutte nell'eruzione vulcanica del 79. Anche a Pompei compare spesso come motivo ornamentale: ve ne sono diverse nella decorazione della volta dell'apodyterium (spogliatoio) delle Terme Stabiane. Diverse svastiche sono presenti nel "Mosaico a cassettoni" della Domus dei Coiedii di Suasa. Una serie di svastiche è scolpita lungo i quattro lati del sarcofago detto di Stilicone, collocato sotto il pulpito della Basilica di Sant'Ambrogio, a Milano. La svastica è motivo ricorrente tra le decorazioni a mosaico della Basilica di San Vitale a Ravenna e nel vicino Mausoleo di Galla Placidia e nel pavimento più antico di San Giovanni Evangelista. La rosa camuna di Carpene (Sellero) presenta una forma a svastica. Sulla pavimentazione di Ostia antica nei pressi delle rovine del teatro è presente una svastica raffigurante il sole. Sul tetto interno del duomo di Reggio Calabria sono incise una serie di svastiche lungo tutti gli infissi. Molte svastiche sono presenti come elementi decorativi e simboli di buon augurio nei mosaici e nei dipinti murali della Villa del Casale di Piazza Armerina in Sicilia.1 punto
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Aspettiamo ancora la pubblicazione integrale del ritrovamento di cui pare non si abbiano più tracce... Aspettiamo da 11 anni... Auguriamo buon lavoro ai facoltosi studiosi. Ma, gli archeologi non dovrebbero attenersi alla pubblicazione dei ritrovamenti? E i musei, all'esposizione degli stessi in quanto beni inalienabili dello Stato???????????????????????????1 punto
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la mia attenzione e il mio scrupolo virano verso il maniacale... :) dopo molto tempo (anni) di solo studio e monitoraggio web e non del mio settore numismatico di interesse, ho optato verso qualche piccolo acquisto. piccolissime cifre (sull'ordine massimo di una pizza da asporto, al più, in rare occasioni, di una pizza e lattina!). mi sono rivolto quasi esclusivamente presso la piattaforma incriminata e da molti demonizzata. ho sempre però scelto commercianti esteri (questo perché il settore da me seguito vede un interesse maggiore all'estero e, anche, perché si tratta di una monetazione antica sì, ma specificatamente legata a territori d'oltralpe) e per ogni moneta, per scrupolo ma anche per finalità d'archivio, conservo: - stampa fotografica della pagina dell'inserzione internet - ricevuta della transazione online - ricevuta specifica del venditore professionale da cui risulta il suo nome/cognome/nome societario e la sua partita iva e/o equivalente straniero, l'indicazione di iva compresa o esente a seconda della legislazione del paese di provenienza e, in molti casi, comprensiva anche della foto della stessa moneta - busta postale con cui è arrivata la moneta (da ex filatelico non butto mai le buste!) - eventuale corrispondenza ebay privata (nel caso di commercianti di cui non conosco personalmente la fama) in cui chiedo (e ottengo risposta) in merito al rilascio di ricevuta fiscale propria e non di mera transazione online generata automaticamente da ebay (seller invoice, not standard ebay invoice) di ogni moneta poi traccio una scheda con numerazione progressiva in base alla data di acquisizione, in cui inserisco la foto, la descrizione, l'autorità emittente, i dati metrici, riferimenti di catalogazione, eventuali annotazioni storico-numismatiche e/o personali considerazioni e, in calce, la provenienza (con gli estremi completi del venditore), la data di acquisto, il prezzo pagato e il numero del riferimento univoco ebay della moneta. ritengo in questo modo di corredare sufficientemente le mie, ahimé pochissime!, monetine. mi è poi capitato il caso, simpatico e gradito!, in cui il commerciante mi ha inserito in un acquisto, a titolo di omaggio un piccolo nummetto imitativo. ovviamente il tutto in risposta a una mia "battuta" in uno di questi messaggi pre-transazione. ovviamente il pezzo in questione non era inserito nella fattura. che ho fatto in questo caso? ho conservato traccia della corrispondenza privata in cui facevo la proposta-battuta in questione e, visto che la "fortuna" mi ha assistito di un foglietto su carta intestata dove il commerciante in questione aveva vergato due righe a penna dicendomi che mi inviava un piccolo "cadeau". :) ricapitolando: per i miei acquisti mi son rivolto in queste aree geografiche: francia, inghilterra e germania. mi sono sempre trovato bene, ho sempre trovato venditori professionali (con anche negozio fisico) molto preparati, disponibili, cordiali e rapidi nelle risposte. mai nessuno ha avanzato obbiezioni alle mie richieste di rilascio di ricevute. in due occasioni nonostante la mia richiesta mi sono arrivate, da due venditori differenti, due monete senza ricevuta. in entrambi i casi si sono scusati e uno ha provveduto a un tempestivo invio tramite mail e un altro tramite posta ordinaria (a quest'ultimo gli è costata di più la doppia spedizione rispetto al guadagno fatto con il mio acquisto!) alla luce di tutto questo posso dire che, con un po' di pazienza e senza spendere follie si possono fare acquisti in piena tranquillità, alla luce del sole e nel rispetto della norma... perché rischiare allora? collezionare spesso deve far rima anche con saper aspettare!1 punto
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********************************************* questo è il frutto di quanto avevo in mente. ho buttato giù il tutto in grande velocità e lo consegno ora nelle mani del forum per valutare se può avere una qualche utilità e soprattutto per le opportune e doverose rettifiche, correzioni, aggiustamenti del caso ecc ecc. se giudicato di qualche utilità, lo lascio sempre nelle mani sapienti di qualche amministratore in modo che lo renda organico e fruibile. ovviamente ribadisco che quanto da me riportato è una BOZZA ed è stata dedotta da quanto presente in questa e altre discussioni del forum, è priva di alcun valore assoluto e non assolve ad alcuna indicazione di legge né è in grado di fornire un riparo certo e sereno al collezionista, ho fatto il tutto in via amatoriale cercando di raggiungere una sintesi su quanto dibattuto fin qui riproponendola in forma di FAQ. in particolar modo chiedo che qualche commerciante presente nel forum integri (anzi, scriva! :) ) la risposta alla domanda numero 6. se potenzialmente pericolosa per qualsiasi motivo, chiedo agli amministratori che quanto riportato venga rimosso. grazie a quanti sono intervenuti fin qui in maniera costruttiva e rispondendo a dubbi, chiarendo questioni ecc ecc. ### aggiornamento del 06/03/2013: inserimento della risposta n. 6 (grazie al sempre puntuale e preciso Varesi!). ********************************************* COLLEZIONARE MONETE ANTICHE La normativa di riferimento che regola la materia è il cosiddetto Decreto Urbani noto con il nome di “Codice dei beni culturali e del paesaggio” Dlgs 42/2004. L’intero corpus normativo è reperibile facilmente in internet a questo link: http://www.altalex.com/index.php?idnot=6931 Il presente lavoro non vuole avere alcun intento garantista né valore assoluto. Il presente scritto è stato creato nella consapevolezza della facilità che può avere il collezionista neofita, ma anche il collezionista navigato che però non conosce la norma, di cadere in assoluta buona fede, in errori grossolani pregiudizievoli, di fronte alla legge, di “condotta equivoca” o comunque non conforme alla normativa con conseguenti intoppi di natura legale: sequestri, indagini, processi ecc. Come può, o meglio, deve quindi orientarsi chi si accosta a collezionare monete antiche e chi già le colleziona da anni? Cerchiamo di affrontare alcuni quesiti basilari, poche domande, chiare, e risposte aderenti a quanto prescrive la normativa di riferimento. Innanzitutto va tenuto a mente questo concetto che deve diventare il pilastro portante di tutta la nostra condotta numismatica: il Decreto Urbani è uno strumento prezioso, un alleato del collezionista e non un nemico da combattere. F.A.Q. 1) Ho trovato una moneta nel campo/orto/giardino di casa. Mi hanno detto che è romana/antica. La posso mettere in collezione? No. Valutata la sua assoggettabilità al Codice Urbani (art. 10), va consegnata all’autorità pubblica dando tempestiva comunicazione di quanto ritrovato, del sito e delle condizioni in cui è avvenuto il ritrovamento. Ai sensi dell’art.91 Codice Urbani, “tutte le cose indicate nell’art.10 (e si noti che non vi è riferimento alla nozione amministrativa di bene culturale, per cui si prescinde dalla dichiarazione), da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo o sui fondali marini, appartengono allo Stato”. Ne discende che, ai sensi dell’art.176 Codice Urbani “chiunque si impossessa di beni culturali indicati nell’art.10 appartenenti allo Stato ai sensi dell’art.91, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da €.31 a €.516,50” 2) Voglio acquistare una moneta da un commerciante italiano. Come devo procedere? Individuata la moneta da acquisire per la propria collezione, va richiesta al commerciante sia la documentazione fiscale probante l’acquisto che una dichiarazione che attesti l’autenticità e la legale provenienza della moneta acquistata. Va focalizzata l’attenzione sul commerciante che, in quanto tale, deve avere partita iva ed essere iscritto nella competente Camera di Commercio. Lo stesso può poi operare in un luogo fisso (negozio, casa d’asta), itinerante (convegni, fiere) e/o virtuale (internet, per es. ebay o piattaforme simili). Questo viene stabilito all’articolo 64 del Decreto che recita: “Chiunque esercita l’attività di vendita al pubblico, di esposizione a fini di commercio o di intermediazione finalizzata alla vendita di opere di pittura, di scultura, di grafica ovvero di oggetti d’antichità o di interesse storico od archeologico, o comunque abitualmente vende le opere o gli oggetti medesimi, ha l’obbligo di consegnare all’acquirente la documentazione attestante l’autenticità o almeno la probabile attribuzione e la provenienza; ovvero, in mancanza, di rilasciare, con le modalità previste dalle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, una dichiarazione recante tutte le informazioni disponibili sull’autenticità o la probabile attribuzione e la provenienza. Tale dichiarazione, ove possibile in relazione alla natura dell’opera o dell’oggetto, è apposta su copia fotografica degli stessi”. In aggiunta a quanto disposto dalla norma, è sempre buona cosa conservare qualsiasi documentazione che comprovi l’acquisto oltre a quella prevista per legge: cataloghi, stampate di videate online con l’immagine della moneta, listini di vendita, cartellini originali che accompagnano la moneta, scontrini, ricevute ecc. 3) Voglio acquistare da un privato italiano. Come devo procedere? La normativa non vieta l’acquisto dal privato (né vieta al privato di vendere e/o scambiare pezzi della propria collezione). Tuttavia a riguardo la situazione è più complessa perché per il privato che cede una moneta antica non trova applicazione l’articolo 64 del Decreto Urbani, né esistono altri articoli specifici che contemplano il caso concreto. Il rischio derivante dall’acquisto da privato è quello di non riuscire a provare successivamente (a seguito di espressa richiesta da parte dell’autorità competente) la lecita provenienza di quanto acquisito. La problematica più diffusa che affligge il collezionista è l’imputazione di ricettazione, impossessamento di beni appartenenti allo stato (violazione dell’art. 91 con conseguente reato individuato dall’art. 176), incauto acquisto ecc derivanti proprio dall’assenza di documentazione di lecita provenienza connessa al bene acquistato. In aiuto a questa eventuale mancanza possono intervenire documentazioni di acquisto tenute dal precedente titolare della moneta, precedenti passaggi d’asta certi e comprovati della moneta e, in generale, tutta la documentazione atta a dare una storia circa la provenienza della moneta non da ultima una dichiarazione da parte del venditore in cui lo stesso, riportati i propri dati personali, indica nella forma dell’atto notorio (dpr 445/2000) che la moneta è di lecita provenienza. Va tenuto infine a mente quanto emerge da passate sentenze della corte di cassazione: a) ai fini della configurabilità del reato di cui all’art.176 non è sufficiente che l’imputato abbia tenuto un atteggiamento meramente passivo nei confronti dell’acquisita disponibilità del bene, atteso che il reato si perfeziona allorché l’autore abbia posto in essere un’azione a mezzo della quale abbia appreso la cosa, spostandola dal luogo in cui ritrovava in origine, per collocarla sotto il proprio dominio esclusivo (così Cass. Pen. III 15/02/2006 n° 13701) b) il sistema, letto in aderenza ai precetti costituzionali (art.42 e art.24) non consente che venga posta a carico del cittadino la prova della legittimità del possesso di oggetti archeologici, ma è l’accusa che deve dare a prova dell’illegittimità del suo possesso (così Cass. Pen.III 07/06/1999 n° 7131 condivisa da Cass. Pen. III 02/07/2004 n°28929 ed altre conformi). In via prudenziale è sempre meglio acquistare monete da persone conosciute, affidabili e astenersi dal voler fare l’affare a tutti i costi, prestando particolare attenzione a quanto offerto in rete o ai margini di convegni e fiere fuori dagli appositi spazi e/o da persone sprovviste di idonee garanzie. 4) Voglio acquistare da un commerciante estero. Come devo procedere? La normativa non contempla l’acquisto da un commerciante estero (avvenuto materialmente all’estero o a distanza tramite internet o altri mezzi di comunicazione). Pertanto non è possibile esigere che il commerciante estero rilasci quanto disposto dall’articolo 64. L’acquisto da commerciante straniero non contempla particolari problematicità. L’acquisto deve ovviamente avvenire nel rispetto della legislazione del Paese di origine e, prudenzialmente, come nel caso di acquisti da commercianti italiani, va conservata copia di tutta la documentazione utile a comprovare l’acquisto (ricevute fiscali, foto, stampate di schermate internet, cataloghi d’asta, cartellini ecc). Va inoltre ricordato che i beni numismatici acquistati, introducendoli in Italia, devono ottemperare a “quanto previsto dall’art. 72 del D.lgs. 42/2004, ovvero nel rispetto delle vigenti normative in materia doganale e fiscale”. 5) Voglio acquistare da un privato estero. Come devo procedere? La normativa non contempla l’acquisto da un venditore privato estero. Su questo punto si possono dare indicazioni prudenziali di buon senso. Come nel caso precedente, l’acquisto da privato estero deve avvenire nel rispetto della legislazione del Paese di origine e va conservata copia di tutta la documentazione utile a comprovare l’acquisto e la provenienza (ricevute di transazioni online, foto, stampate di schermate internet, cartellini, mail, passaggi di corrispondenza, eventuali dichiarazioni di vendita/alienazione del privato ecc). Va inoltre ricordato che anche in questo caso i beni numismatici acquistati, introducendoli in Italia, devono ottemperare a “quanto previsto dall’art. 72 del D.lgs. 42/2004, ovvero nel rispetto delle vigenti normative in materia doganale e fiscale”. 6) Voglio vendere una mia moneta a un commerciante italiano o tramite una casa d'aste. Come devo procedere? Non vi sono sostanziali differenze per quanto riguarda le due forme di vendita: che si segua la strada dell'asta o quella della vendita diretta si deve comunque sottoscrivere un documento (liberatoria) nel quale si dichiara che quanto è oggetto della transazione è libero da qualsiasi vincolo di natura privatistica e/o pubblicistica (eredità, furto, ritrovamento occasionale, notifica ecc). Se le monete vengono affidate per l'asta è meglio che il conferente tenga la documentazione eventualmente in suo possesso (fatture, cataloghi ecc.), così da evitare di perdere la storia di quanto gli verrà eventualmente reso; se le monete vengono vendute tale documentazione dovrebbe essere consegnata al nuovo proprietario. 7) Voglio vendere una mia moneta a un privato italiano. Come devo procedere? Il caso rientra nella domanda numero 3 ovviamente a situazione opposta. Se la moneta è corredata da documentazione di lecita provenienza e/o comprovante l’acquisto è buona regola consegnarla all’acquirente. Se la moneta invece è sprovvista di documentazione al venditore resta solamente la possibilità di allegare alla moneta una dichiarazione di lecita provenienza resa nella forma dell’atto notorio (DPR 445/200) e all’acquirente di procedere all’acquisto con gli eventuali rischi connessi. Si invita comunque a leggere quanto riportato anche al punto 3 del presente documento. 8) Voglio vendere una mia moneta a un privato/commerciante estero. Come devo procedere? L’alienazione di quanto in proprio possesso è subordinata al rilascio di un certificato, da parte della soprintendenza, di libera circolazione del bene numismatico. A riguardo interviene l’articolo 68 del Decreto Urbani che indica l’ufficio competente al rilascio di detta documentazione, i tempi necessari per l’ottenimento, l’iter procedurale e la validità dello stesso. In caso di diniego viene avviato il procedimento di dichiarazione di bene di interesse culturale ai sensi dell’articolo 14 con conseguente applicazione della disposizione di cui al comma 4 del predetto articolo al bene per cui si era richiesta l’esportazione. 9) Ho monete presenti nella mia collezione da diversi anni. Di queste non ho conservato copia di documentazione comprovante l’acquisto. Come mi devo comportare? La norma non contempla il caso espresso. Si possono fornire solo indicazioni generiche atte al reperimento di quanti più dati possibili comprovanti l’acquisto (copie cataloghi d’asta, listini di vendita, dichiarazioni autocertificative, cartellini originali ecc. Si richiama inoltre quanto già indicato in passate sentenze di Cassazione riportate al punto 3.1 punto
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