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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/24/15 in Risposte
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La faccio breve: alla morte del doge Un bambino doveva trarre a sorte da un'urna i nomi di 30 consiglieri, col limite che non appartenessero alla stessa famiglia e non avessero alcun legame di sangue, dai quali si sarebbero tratti a sorte 9, col compito di nominare 40, ridotti a 12 per ballottaggio. Questi dovevano eleggere 25 membri, da cui estrarre 9 che eleggessero 45 consiglieri, da cui estrarne 11 che nominassero infine i 41 cui sarebbe spettata l'elezione del nuovo doge. Indovinato? :-) Ciao! Chiara3 punti
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eccomi, vi posto un 50 kopeks 19673 punti
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Buona serata E' proprio di poche settimane fa l'annuncio sul Giornale della Numismatica, dell'uscita del libro "L'area monetaria veronese. Verona e Tirolo". http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=6912 Monetazione importante quella di Verona che ha non pochi estimatori ed appassionati ..... e poi è così prossima alla veneziana dei primi tempi, che non è eludibile. Un plauso agli Autori e in particolare a Federico ... Lamonetiano da lunga data. saluti luciano2 punti
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Ammetto di non avere letto la discussione precedente (è un brutto periodo, purtroppo). Qui, però, monetaio non ha contestato la chiusura della discussione, bensì ha detto che gli sarebbe piaciuto potere continuare leggere il dibattito storico. La domanda è: si è in grado di aprire un dibattito storico, senza sfociare in partigianeria, politica, confessionismo, clericalismo od anticlericalismo? Non credo, ma la speranza continuo testardamente a non perderla2 punti
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Credo che tu abbia interpretato male le mie parole, massi75.... Significa: facendo un discorso puramente contabile, e facendo finta di non considerare la totale mancanza di etica insita nelle operazioni di tooling...non le sto giustificando, ma condannando, chiariamolo....era solo per far capire che , economicamente, certe operazioni devono avere una certa valenza e non essere di trascurabile ritorno economico come ipotizzato da margheludo, altrimenti perché impiegarci tanto tempo e fatica ( che avrà un costo in denaro). Se queste operazioni fossero davvero così antieconomiche come ipotizzato, non si spiegherebbe il perché nelle aste specialmente di certi paesi( di cui si è parlato ad libitum anche qui) si trovino così tante monete tooled. Spero di aver chiarito esaustivamente il mio punto di vista.2 punti
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Le pochissime e circoscritte campagne di scavo non hanno mai restituito materiale numismatico. Le uniche monete provenienti ufficialmente dal sito sono quelle scoperte nel 1890 nel cosiddetto ripostiglio di Santa Maria di Licodia, a cui dovrebbe aggiungersi secondo alcuni per luogo di provenienza, il famoso tetradramma di Aitna che a quanto si dice sarebbe stato rinvenuto proprio a Civita. Ritornando al suddetto ripostiglio, fu casualmente riportato alla luce da un contadino che lavorava la terra e "illustrato magistralmente" nel 1891 da Arthur Evans. Il tesoretto viene considerato "fusione di più nuclei diversi", il cui seppellimento si colloca agli inizi del IV secolo ed in particolare al 370 a.C. (Jenkins), attualmente si trova disperso e alcuni pezzi fanno parte della collezione del Museo dell'Università di Harvard. In esso erano presenti: Messina: 3 tetradrammi Mozia: 1 tetradramma Selinunte: 1 tetradramma Siracusa: 67 decadrammi (8 di Kimon, 20 di Euainetos) / 6 tetradrammi Atene: 2 tetradrammi e "molti pegasi" di cui si sconosce il numero esatto. In aperto contrasto alle ipotesi del prof. Rizza è invece un altro grande docente universitario dell'Ateneo catanese, Giacomo Manganaro, noto epigrafista e numismatico che a tal proposito scrive: " Solo attraverso Katane o Naxos monete e un kerykeion (della metà del V secolo) dei Rheginoi potevano arrivare fino ad Aitna-Inessa, se da collocare a Civita presso S. Maria di Licodia, nella quale pare siano state rinvenute litrai sileniche di Aitna e di Katane, quelle di Abakainon e bronzetti di Piakos." Il centro è infatti un importante "feudo di caccia" conosciuto specialmente nell'ambiente degli scavatori clandestini per la ricchezza dei rinvenimenti numismatici. Nel corso del tempo sembra che molte ed importanti siano state le scoperte di monete in questo sito, al riguardo vorrei ricordare che tra gli anni '70 e '80 si era sparsa la voce del presunto ritrovamento proprio a Civita, ma anche a Randazzo di altri esemplari di tetradramma di Aitna. Un'altra prova indiretta dei cospicui ritrovamenti numismatici provenienti dalla zona è costituita dalle numerosissime monete immesse illegalmente nel circuito di vendita internazionale. Tale prova ci viene fornita ulteriormente dal prof. Manganaro che è stato da sempre un acuto e affidabile conoscitore del mercato antiquario e delle sue dinamiche, il quale registra soprattutto negli anni '80 un "pullulare" nelle case d'asta "specialmente estere, di tante monetine in argento della Sicilia greca, con esemplari estremamente rari o inediti". Sulla provenienza di gran parte di queste frazioni d'argento non ci sono dubbi, infatti il prof. Manganaro scrive: "...nel centro anonimo di Civita presso Paternò, identificabile certamente con Aitna-Inessa. Da quest'ultimo centro, setacciato dai clandestini da anni, provengono verosimilmente le manciate di Kerma ricche degli inediti di Katane, mai prima emersi dal suolo catanese" che Christof Bohringer presenta nel 1949 a Berna. Io stesso infatti ho potuto appurare la veridicità di queste parole consultando vecchi cataloghi, soprattutto di case d'asta tedesche e ticinesi, in cui venivano presentate moltissime monete provenienti da Paternò. Ricapitolando la situazione, secondo la Soprintendenza di Catania i dati cronologici raccolti negli ultimi scavi del 1995 hanno potuto confermare la tesi del prof. Rizza, cioè quella di escludere l'identificazione di Civita con Aitna-Inessa. A tal riguardo la stessa Soprintendenza di Catania scrive: "...a nostro avviso, il dibattito sull'identificazione di Aitna-Inessa è ancora sostanzialmente aperto (non si dimentichino anche i problemi di ordine epigrafico e numismatico)." Al momento la città di contrada Civita rimane dunque anonima, anche se qualcuno ha voluto identificarla sulla base di elementi numismatici, con l'antica città indigena di Piakos.2 punti
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Annosa questione l'identificazione topografica di Aitna-Inessa, che ha visto nel corso del tempo il contributo scientifico di diversi storici, archeologi e numismatici. La maggior parte dei rinvenimenti numismatici della zecca di Aitna si concentrano principalmente nei territori dei comuni di Paternò e Santa Maria di Licodia. Le poche e discontinue ricerche archeologiche nella zona non hanno mai portato a una identificazione definitiva del sito di Aitna-Inessa, ma solo ipotesi di localizzazione. Allo stato attuale i siti maggiormente indiziati sono: l'acropoli di Paternò, contrada Civita e Poggio Cocola (località conosciuta anche come Poira). Proposte di identificazione e storia della ricerca archeologica nel territorio A parte qualche breve intervento di scavo da parte di Paolo Orsi agli inizi del '900, la ricerca archeologica nei territori di Paternò e Santa Maria di Licodia ha inizio tra gli anni '50 e '60, con il prof. Giovanni Rizza, già direttore dell'Istituto di Archeologia dell'Università di Catania. Il docente universitario avviò le prime indagini sistematiche sul terreno in contrada Civita, sull'acropoli di Paternò e in località Poira-Poggio Cocola per l'urgenza di contrastare gli scavi clandestini che in quel periodo stavano assumendo carattere sempre più intensivo. Contrada Civita Civita è una vasta contrada che si trova tra Paternò e Santa Maria di Licodia, a metà strada tra i due comuni che ne hanno rispettivamente competenza amministrativa. La zona comincia a destare un certo interesse dal punto di vista archeologico solo quando viene visitata regolarmente da Paolo Orsi. L'insediamento di Civita viene spesso identificato, non si sa se a torto o ragione con Inessa-Aitna, la città indigena in cui nel 461 a.C. si rifugiarono i coloni dori cacciati da Catania. Nei secoli passati si conosceva ben poco di questo insediamento, sebbene questo fosse il luogo di provenienza di una famosa statua fittile di Kore, pubblicata nel 1904 da Giulio Emanuele Rizzo. Le prime ricerche ufficiali nel sito - come già accennato in precedenza - si devono al prof. Rizza il quale effettuò dei saggi di scavo che hanno permesso di individuare l'esistenza di un importante centro indigeno-ellenizzato di facies affina a quella del Mendolito di Adrano. L'area della città si estende su un pianoro lavico, ampio più di 25 ettari, circondato da una poderosa cinta muraria che cinge l'abitato su tre lati. Le abitazioni portate alla luce coprono un arco cronologico che va dall'età arcaica al IV secolo a.C., dimostrando già a partire dal V secolo a.C. l'esistenza di un impianto urbano regolare che rimanda alla presenza stanziale dei greci sul sito. Alla fine degli anni '50 furono raccolte dentro l'abitato diverse ceramiche e terrecotte votive di tipologia soprattutto calcidese, riferibili ad un santuario di Demetra e Kore, che trovano riscontro tipologico con la stipe votiva di Piazza San Francesco a Catania. Nello stesso periodo si data all'interno del perimetro urbano il ritrovamento fortuito da parte di un contadino di un prezioso, quanto raro, caduceo di bronzo, oggetto che nell'antichità costituiva l'attributo principale degli ambasciatori. Il caduceo (kerykeion) di civita reca sull'impugnatura l'iscrizione RECINON (dei Reggini) e testimonia dunque un rapporto tra gli abitanti del centro indigeno etneo con quelli della colonia calcidese di Reggio. Le poche tombe scavate nella necropoli meridionale mostrano decisamente un quadro misto, in cui si ha la presenza di indigeni di rango elevato e sepolture di greci a partire dalla metà del VI secolo a.C. Tra i materiali di spicco provenienti dai corredi tombali si segnala in particolare una cista bronzea a cordoni di produzione etrusca, frammenti di un'armatura e di un elmo e monili in oro e argento. Gli elementi raccolti nel corso di quelle campagne di scavo permisero di stabilire lo sviluppo cronologico della città, che va dall'età arcaica (facies di Licodia Eubea) alla seconda metà del IV secolo a.C., cioè fino all'età dionigiana, periodo in cui si ipotizzò venisse distrutta, forse da un terremoto. Dopo il IV secolo a.C. non sono note frequentazioni nel sito, infatti in età imperiale, quando la città era ormai in stato di abbandono, i romani vi fecero passare l'acquedotto che da Santa Maria di Licodia portava l'acqua a Catania. Tali dati hanno indotto il prof. Rizza a escludere che si possa trattare di Aitna-Inessa, la città menzionata dalle fonti fino al periodo romano. Le ultime indagini effettuate dalla Soprintendenza di Catania si datano al lontano 1995, avviate anche questa volta "per contrastare un'attività di scavo clandestino particolarmente intensa", ed hanno riportato alla luce i resti di due case, inseribili nello stesso impianto urbano messo in luce in passato. continua................2 punti
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Però la moneta di Ivrea imita il tirolino di Merano per ragioni credo legate alla fortuna economica di quell'emissione, riprendendo un'aquila già più tirolese che imperiale; il grosso di Milano invece è un vero proprio manifesto politico, di adesione alla restaurazione imperiale. Poi le cose andarono in un altro verso, ma il buon Enrico ci ha provato, come mostra la fattura sveva dell'aquila raffigurata sul grosso2 punti
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Non si può non condividere quanto scrive l'articolista, e applicarlo anche alle nostre amate monete, che nella maggior parte dei casi non sono nemmeno esposte, e quindi più facili da rubare senza che nessuno se ne accorga: "Che strano Paese il nostro. Lascia pressoché incustoditi, per mancanza di fondi, capolavori d’arte esposti in pubbliche strutture. E nel contempo investe denaro per un apparato burocratico che complica la vita ai collezionisti e ai mercanti per bene. Se avete in casa l’opera d’un maestro del Cinquecento sarete costretti a controlli, verifiche, pile di documenti e interminabili e faticosissime trafile. Lo Stato no. Può permettersi di esporre decine di magnifici quadri, con l’ingresso a disposizione dei criminali." petronius2 punti
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Le forze dell'ordine non possono presidiare tutto: sono tutte già impegnatissime nella caccia di un collezionista che ha un centennionale di Costantino!2 punti
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Salve a tutti, mi presento: mi chiamo Martina e sono una dottoranda in storia. Non mi sono mai occupata di numismatica e non mi oriento ancora molto nel forum, scusate. Sto conducendo una ricerca sulla comunità ebraica di Civitanova Marche e mi occorrerebbe sapere quanto vale uno scudo d'oro alla metà del '500: l'unica indicazione che trovo nelle mie fonti è sul fiorino che vale 40 bolognini. Il fiorino e il ducato grossomodo corrispondono a Civitanova? Il bolognino equivale al baiocco romano? Grazie mille. Buona serata, Martina1 punto
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Buonasera, per la prima volta mi affaccio, rigorosamente in punta di piedi, in questa magnifica sezione....normalmente collezione Regno, anzi diciamo prevalentemente Vittorio III, ma è qualche mese che mi sono lasciato rapire dal fascino della monetazione Papale. Questa che vi sto per far vedere è la mia prima Piastra, scelta con il cuore e con lo slancio di chi è ancora molto ignorante in materia ma si fa prendere dall'emozione....e questa mi ha emozionato già dalle foto. Non l'ho ancora in mano ma la ritirerò Sabato prossimo a Verona però non potevo aspettare così tanto per condividerla con voi. Ogni consiglio, ogni aiuto e ogni critica sono ben accetti perché ripeto che sono davvero davvero acerbo in questa monetazione....anticipo che l'acquisto del Muntoni è già in preventivo ma sto aspettando di trovarlo ad un prezzo decente. Comunque adesso basta....vi posto la moneta curioso di sentire il vostro parere :).1 punto
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Ciao a tutti! Mi aggiungo anch'io a tavola, anche se non conosco personalmente praticamente nessuno. Spero che sia una bella occasione per conoscersi, imparare e confrontarsi.1 punto
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caspita..è stato il mio battesimo Veronese quello... e pensare che conoscevo solo Mario e Luciano mentre Giovanna l' ho conosciuta li'.... Questa volta invece dovro' conoscere altre persone e legare un volto nuovo al loro avatar, bene che la festa abbia inizio. Roberto1 punto
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Complimenti per l'inventiva e la creatività! Un piccolo consiglio: l'illuminazione non deve essere la stessa da tutte le angolazioni, altrimenti la foto risulterà troppo piatta. Le ombre giocano un ruolo comunque importante nel rendere la tridimensionalità della foto, che altrimenti risulterà troppo piatta. Le seconde foto, anche se vanno migliorate nel predisporre la luce, le trovo comunque chiare per d cifrare la conservazione Complimenti di nuovo, nella sezione fotografia c'è una piccola guida introduttiva alla fotografia monetale, potrebbe vedere se le fosse di aiuto...1 punto
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I Pucci sono più recenti, ma non dimentichiamoci su cosa si rifanno tutti questi libri. L Orsini, il Galeotti ecc.. Quelli sono la Bibbia della monetazione Medicea, libri del 700 e dei primo del 900. il resto sono libri ripresi dopo che cercano su basi di questi di aggiornare qualcosa. Diverse volte le rarità sul Pucci non sono molto apprezzate ad esempio da chi colleziona questa monetazione. Io ad esempio preferisco una comparazione delle rarità per trovare così una media e anche i vari passaggi su aste. Ricordiamoci che sono monete di 300/400/500 anni fa e non é che le rifondono adesso, quindi come erano rare 100 anni fa lo sono adesso. Saluti Rodolfo1 punto
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Rieccomi! Posso dire di esserci riuscito... Ad ottenere un risultato soddisfacente almeno. Personalmente non ero mai riuscito a fotografare così bene l'acmonital. O meglio, ad avvicinarmi più di così alla moneta vista in mano. Riguardando i risultati però con rammarico devo ammettere che la moneta allo spl pieno non ci arriva T_T Oltre ai segni dell'usura, sui fondi si nota uno sgradevole effetto "bolle" dovuto sicuramente ad anni di permanenza in una busta di plastica. Che voi sappiate esiste un modo "sicuro" per eliminarlo? Ciò nonostante i rilievi mi piacciono molto e posso dire con certezza che è uno dei pezzi più belli della mia modesta collezione (piccoli passi, hehe). Ora non mi resta che provare altre fonti luminose, angolazioni, colori, vedere l'effetto sugli altri metalli... :P In allegato le foto non "ritoccate" (ho solo ritagliato parte dello sfondo con paint). Ora, se prossimamente vedete il mio avatar sparire piano piano significa che qualcosa è andato storto! XD1 punto
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Credo che per noi valga l'opzione "Foreign Associate", Associati esteri, che costa 110 dollari. E' comprensibile, considerando che ti inviano il loro bollettino annuale (American Journal of Numismatics) che da solo incide per la metà della cifra, e che è ovviamente più costoso spedire all'estero che in patria http://numismatics.org/Store/AJN26 Comunque per ora è prevista solo l'opzione "Iscrizione 2015", visto che l'anno è ormai agli sgoccioli credo convenga aspettare il prossimo. petronius :)1 punto
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Continuo con il mezzo tornese o grosso a seconda degli autori, è una emissione con IMPERATOR quindi dopo l'incoronazione di Enrico VII a Imperatore a Roma del 1312, anche qui abbiamo i Santi, Gervasio e Protasio coi loro nomi e al rovescio Sant'Ambrogio seduto in cattedra col proprio nome e il nome della città. Secondo il Gnecchi la moneta ha un titolo di fino di 968 millesimi, uguale a quello del grosso di Venezia del quale sempre secondo Gianazza sul BDN dovrebbe condividere anche il valore cioè di 14 denari imperiali. Se così fosse ci troveremmo a parlare di una moneta della metà del grosso tornese che la porrebbe come una moneta sempre secondo il BDN di cerniera tra la monetazione di area imperiale lombarda e francese e l'area veneta. La moneta milanese quindi moneta di raccordo nel periodo probabile degli anni 1312 - 1313. Ma quello che potrebbe indurci a qualche ulteriore riflessione è il confronto di questa moneta comunque molto rara, Crippa il tipo 6/B lo ritiene R3, col grosso matapan di Venezia. Abbiamo i Santi in piedi Protasio e Gervaso che ricordano l'immagine di San Marco e il Doge, mentre il Sant'Ambrogio seduto in cattedra richiama il Cristo in trono del matapan. In più nel tipo Crippa 6/A che adesso non vedremo il Santo a destra stringe nella mano una croce sorretta da una lunga asta. Che ne pensate appassionati di Venezia compresi tipo @@417sonia ? Da Cronos 8 lotto 123 tipo Crippa 6/B1 punto
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Buonasera, chiedo agli esperti notizie di questa medaglia materiale argento peso gr. 172 dia.mm 801 punto
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Cerca di rifare le foto, per me meglio di bb...ma difficile dire con esattezza quanto in base a queste foto...1 punto
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Matteo buon giorno; probabilmente è un falso; tuttavia il fatto che abbia un peso che corrisponde più o meno a 2,5 Liang lascia perplessi; il calcolo: 1 moneta conchiglia= 1/4 liang= 6 Zhou= ca 4 gr; 1 Liang = ca. 16 gr per cui 40 gr/16= 2,5 Liang... Che dire? il dubbio resta nell'attesa di ulteriori eventuali future, ben gradite comunicazioni in merito P.S Angel grazie per l'informazione; a tutti una buona giornata da nonno cesare1 punto
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Moneta ricca di fascino e dall'iconografia fantastica, splendido pezzo indubbiamente, il 1701 per il Pucci è R2 e la tiratura è molto bassa di soli 13.543 pezzi a differenza di altri anni dove la produzione era decisamente copiosa.1 punto
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Ormai mi sono fissato...Cosa troviamo ai lati della legenda verticale vicino alle teste e ai piedi dei santi? Due coppie di anelli! Simbolo delle monete "riformate" o più semplicemente vezzo artistico?1 punto
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Vi consiglio anche di associarvi all'ANS! Avrete cosi' tariffe scontate su tutte le loro pubblicazioni ed accesso al loro archivio digitale di pubblicazioni (la digital library) che sta crescendo a vista d'occhio! Tra l'altro hanno appena finito di digitalizzare tutti i 127 numeri della loro rivista The Numismatist che sono ora tutti accessibili digitalmente e ricercabili, con l'indice di ogni volume con gli articoli linkati direttamente.1 punto
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Secondo me il danno lo fa soprattutto lo stato che come diceva il signore sul video la roba rimane in magazzino per mancanza di fondi!Dopo qualche anno secondo voi quanta roba sparirà da quei magazzini...... In Inghilterra il tutto funziona meglio,lo stato se interessa l'oggetto paga e sennò ti lascia far quello che vuoi,cosi si incentiva la gente a consegnare,invece qua facciamo di tutto perchè la gente la nasconda.... A un tizio che ha fatto su una casa scavando ha trovato dei pezzi antichi,gli sono costati 7000 euro gli archeologi,ma ti par che la gente deve tirar fuori di tasca propria sti soldini???e' per questo che quando trovano qualcosa spaccano tutto e vanno avanti con i lavori.... Poi il tizio del video...40 anni che scava e nessuno si è mai accorto di nulla....ma se era una necropoli ci sarà qualcuno che fa dei controlii tipo guardie forestali...niente...bah1 punto
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buondì, metto foto fatte da me, si nota la minor potenza... particolare dei 3 gigli sulla palla in alto dello stemma che denota l ottima conservazione del diritto. e il rovescio meno a fuoco delle due piante di rose che si incrociano... saluti fofo1 punto
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Ciao, l'ipotesi azzardata mi pare plausibile, ma limitatamente agli anni critici. Specie l'assedio del 1800. Invece escluderei l'emissione di monete con la leggenda "REPUBBLICA...", dopo che Napoleone si proclama re d'Italia.1 punto
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Ciao King, è un dubbio certamente legittimo, che avevo avuto anch'io, sempre ammesso sia falsa... la mia risposta alla tua domanda è: boh... non tutti nel mondo operano secondo logica, la logica dei più, almeno. Primo tentativo maldestro di un falsario? Sempre che si tratti di "dita nel burro" e non di segni posteriori alla coniazione... purtroppo certe cose si possono imparare sui libri, certe altre (tra le quali saper valutare l'autenticità di una moneta) solo con l'esperienza.... e in questo sono all'inizio.1 punto
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Mi sembrano molto belle, ma non perfette (mi pare vedere dei colpetti al diritto -ore 9 in quella di Pio XII). Circa la rarità ti ha ben risposto silver. Aggiungo che le medaglie anno I hanno una buona richiesta perchè aggiungono al ritratto lo stemma. Per fare un acquisto vantaggioso, a mio parere, dovresti pagare intorno a € 270.1 punto
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Grazie anche a @@villa66 che leggo sempre con grande interesse! Se nessuno ne ha parlato, tempo permettendo, proverò a tradurre dal sacro librone la storia dell' Hoard della Continental Illinois Bank e a proporvelo su queste pagine...1 punto
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Ducato di Brunswick Il Ducato di Brunswick (Herzogtum Braunschweig) fu uno storico Stato della Germania. Dal 1807 al 1813 fece parte del Regno di Vestfalia. Fu proclamato ducato indipendente dal Congresso di Vienna nel 1815 e Carlo II° di Brunswick (1804-1873) ne fu il primo duca sino al 1830. Il Ducato rimase sovrano e indipendente ed aderì all'Impero di Germania nel 1871. Ernesto Augusto III° (1887-1953) fu l'ultimo duca, nel 1918 fu costretto ad abdicare e la Repubblica di Weimar vi fondò il Libero Stato di Brunswick. Brunswick attulamente è una città extracircondariale tedesca situata nel Land della Bassa Sassonia. 10 Pfennig 1918 - Acciaio1 punto
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@@papalcoins, gli verrà un bel mal di testa. :D1 punto
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Ho parlato stamattina con uno dei due autori citati, si conferma la anomalia di questa moneta che è sempre stata attribuita a Milano. Sono valide le osservazioni fatte finora, i ritrovamenti in zona della moneta sono molto importanti, gli aspetti storici della incoronazione a Milano di Enrico VII pure, il fatto che sia una moneta celebrativa, in più ci sono due aspetti che fanno convergere il tutto verso Milano, gli aspetti epigrafici e di confronto con monete dello stesso periodo di Milano, in effetti guardandola bene, osservate i trifogli che ricorrono anche negli ambrosini, anche i due cerchietti e alcune lettere tipo la X di REX. E poi c'e' la considerazione che Enrico VII pare stesse attuando o volesse attuare un cambiamento tipologico monetario, non riuscì perché mori subito e forse questa moneta fu un tentativo, un inizio con riferimento ad altre tipologie monetarie in circolazione in questo caso il tirolino . Il grosso uniformato al tirolino era un suo doppio dal valore di un soldo per le tariffe del 1310, qualche anno dopo sarà valutato un soldo e mezzo. Quindi diciamo che la prova fumante non c'è....ma tanti indizi portano comunque in questa direzione, tra l'altro la moneta è molto ben coniata e ci voleva sicuramente una buona zecca e buoni coniatori e a Milano c'erano, in teoria se proprio uno volesse esplorare ulteriormente la problematica potrebbe agire inversamente e se non Milano dove ? guardando dove già coniato il tirolino, lo stile e l'epigrafia delle altre monete di altre zecche....1 punto
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Ciao Corallino, si tratta di un quadrante di Augusto emesso nel 9 a. C. dai monetieri Lamia, Silius e Annius: al dritto vi è la legenda III VIR A A A F F con un altare, mentre al rovescio c'è LAMIA SILIVS ANNIVS S C e una cornucopia. RIC 4221 punto
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Concordo su tutta la linea... Si tratta senza dubbio della monetazione quantitativamente piu' rilevante sino a epoca moderna. Quanto all'ordine anche lì e'un altro grosso problema... In genere sui testi e' scritto che bisogna partire dalla lettera più grande ed evidente, ma non esistevano regole scritte e quindi non era sempre così. Altro problema è che utilizziamo il termine monogramma un po'impropriamente: Nei testi di epigrafia il monogramma viene definito come una fusione di lettere distinte tra loro e non aventi tratti comuni... Per fare un esempio il Chi Rho di Cristo. Ma nella maggior parte dei casi sulle monete troviamo invece legature, ossia una fusione di lettere che condividono alcune parti o addirittura tutte sé stesse e questo complica ancora di più il tutto, dando adito talvolta a interpretazioni fantasiose. Il problema dei falsi rimane in agguato, ma penso che su monete di medio valore sia più conveniente per un falsario riprodurre tipi esistenti e documentati, che dunque genererebbero meno approfondimenti a riguardo... Evidentemente il Price e la documentazione di una produzione così vasta sono incompleti, ma non mancano comunque tentativi di aggiornamento in tal senso. Che io sappia sono state fatte due aggiunte ufficiali al Price, una e' disponibile online e appena riesco posto il link, dell'altra ho solo il riferimento bibliografico, ma andrò prossimamente a procurarmela... A missione compiuta a chi ne sia interessato la scannerizzo e invio per email. Il primo è questo: Hersh Additions (1998): "Additions and Corrections to Martin J. Price's The Coinage in the Name of Alexander the Great and Philip Arrhidaeus," Charles A. Hersh, Studies in Greek Numismatics in Memory of Martin Jessop Price, Richard Ashton and Silvia Hurter Il secondo: ARENA PRICE1.pdf montato da un informatico molto più esperto di me.... ;)1 punto
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Ottimo @@mr_palanca, la fonte sembra proprio la stessa. Sono uguali in tutto, unica differenza è il marchio ma potrebbe essere stato impresso a posteriori. I tuoi dati sono utilissimi perché mi fa pensare che anche l'esemplare di @@latino non sia argento e il fatto che sia stato positivo il test per l'argento è solo perché magari la sua è stata bagnata nell'argento. Ho fatto poi due calcoli: il volume della medaglia dai dati da voi postati dovrebbe essere: (r * r * 3,14) x h -> (4 cm x 4 cm x 3,14) x 0,5 cm = 25,12 cm3 = 0,02512 dm3 L'argento ha una densità di 10,5 Kg/dm3 Quindi il peso se fosse in argento dovrebbe essere all'incirca: Volume x densità = 0,264 Kg ossia 264 grammi Voi riportate pesi di circa 170 grammi quindi non è sicuramente argento. Ho rifatto anche i calcoli simulando che non sia argento ma tutto rame (8,9 Kg/dm3) e non riportano ugualmente i calcoli (223 grammi) Poi ho rifatto i calcoli tenendo conto di uno spessore di 0,4 cm e non 0,5 cm e simulando che sia argento i conti non riportano di nuovo ma stavolta simulando che sia rame si ha un peso di 178 grammi ed ecco che più o meno ci siamo con quanto dichiarato da Giorgio (Mr_palanca). Anche se non di metallo prezioso rimane comunque un bellissimo oggetto (o fermacarte) che dir si voglia. Saluti Simone PS per prove più scientifiche per determinare il peso specifico e quindi il metallo di cui è fatta la medaglia si dovrebbe ricorrere a questo escamotage qui: http://www.attilacoins.com/calcolo_peso_specifico_moneta.asp1 punto
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Buongiorno a tutti, posto le foto del mio esemplare che avevo già pubblicato sul forum in una discussione del 14 agosto 2012 ( invece di andare in ferie..... ) Le caratteristiche del mio oggetto che definisco " fermacarte " è in rame con un leggero strato di nichel , non credo sia argento è troppo " scuro ", e confermo i dati tecnici di peso e diametro ( 169 gr. - 79,5 mm ) però è una bella curiosità. Tra le altre cose , un oggetto " simile " è andato in asta qualche anno fà !!! ( con riferimento al precedente msg del 2012...... ) su una asta san marinese ma a quella mancava il timbrino !!! e sia come base d'asta che aggiudicazione ha fatto " scintille ".1 punto
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La direzione delle bandiere. Ti andrebbe di fare una foto della medaglia in questione con una cinquecento lire caravelle originale accanto? Al limite anche con una due euro, tanto per rendere le proporzioni. Saluti Simone1 punto
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Già, oggi è la domenica dell' "obolo della vedova"!...E non è il solo brano "numismatico" dei Vangeli... "leptà dyo, o' estin kodrantes (in greco; quadrans, in latino). Innanzitutto, i destinatari ai quali Marco sta parlando provengono, soprattutto, dal paganesimo; ecco perché si sente in dovere di spiegare loro cosa fossero i due leptà : li paragona al "quadrante", che era la più piccola moneta romana in uso nel primo secolo. Vuole far loro capire quanto fosse piccola questa offerta, dato che, per comprare una pagnotta, di "leptà" ce ne volevano almeno dieci!.. Dove si svolge questa scena? Davanti alla "cassa del tesoro" del Tempio di Gerusalemme, sul lato settentrionale del cortile delle donne. Lì c'erano tredici casse a forma di tromba, con incisa la tipologia di offerte che bisognava mettervi dentro: sicli nuovi, sicli vecchi, legna, profumi... ( ...Un po' come le cassette orrende - quanto le detesto - che si vedono nelle nostre chiese, con scritto: "offerta per la tal cosa", "offerte per il tal Santo", "offerte per la tal messa"......). Come avveniva l'offerta? Pubblicamente, davanti agli occhi di tutti: si doveva consegnare la cifra al sacerdote di turno, forse anche dichiarandola ad alta voce...E quindi diventava un'occasione per l'ostentazione, specie per i ricchi. "Molti ricchi gettavano molto denaro", dice infatti Marco...gli stessi che amavano "camminare in lunghe vesti, i saluti nelle piazze, i primi seggi nelle sinagoghe e nei banchetti" e dai quali Gesù, poco prima, aveva messo in guardia. Non si sa se la vedova abbia dichiarato anche lei ad alta voce i suoi due "leptà"; fatto sta che all'evangelista non sta a cuore spiegare la differenza tra l'offerta dei ricchi e quella della vedova solamente in termini economici, , cioè in termini di "cifre", quanto il significato morale...quello che rappresentavano i due tipi di offerta. infatti, poco dopo, Gesù dice che la vedova ha gettato nel tesoro molto più di tutti gli altri, perchè i ricchi hanno gettato del "superfluo", mentre la vedova ha gettato - secondo il testo greco - "olon ton bion", "tutta la sua vita".1 punto
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Buona serata Ottime le indicazioni di rcamil; in aggiunta a queste, di posto il link che riguarda proprio le problematiche che causavano i sigilli falsi. http://www.icar.beniculturali.it/biblio/pdf/bascape/10_v1_115_121bas_VIII.pdf saluti luciano1 punto
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Ciao Mario, la più vecchia medaglietta che ho in collezione per la tassa dei cani ti meraviglierà, risale al 18971 punto
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