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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/23/16 in Risposte
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Per quel che ne sapevo non è mai stato trovato un conio romano di zecca originale, neanche quello rinvenuto nella fontana francese che è, anch'esso , con tutta probabilità, un conio di un falsario, o almeno questo era il teorema proposto e accettato da più parti, dato che si presume che i conii " di zecca" venissero distrutti alla fine del periodo di utilizzo. In ogni caso ho dei grossi dubbi che un conio in ferro dolce si presenti così poco aggredito dalla corrosione all'esterno. sembra più un conio fasullo, realizzato al massimo qualche centinaio di anni fa(al massimo intorno al 1500/1600), in cui è rimasta ( o è stata lasciata deliberatamente) una delle monete realizzabili ( forse, ma finché non li si scompone o li si sottopone a gammagrafia non lo si può sapere con certezza) con il conio stesso. Ha più l'aria di una operazione commerciale che di un reperto storico, anche a prescindere dal prezzo ridicolo che ha raggiunto, minimo in confronto al vero valore se fosse passibile di catalogazione come originale.4 punti
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Nel pomeriggio nel negozio di Andrea , una descrizione di Arka mi colpì: la bella immagine della Beata Vergine, seduta in trono che tiene fra le braccia il Bambino benedicente......sono stato costretto a farmi un regalo ;)3 punti
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Continuando con la moneta spicciola di FILIPPO III, QUATTRINO O TERLINA per CRIPPA n. 22 rarità R2 peso gr. 0,88 - TRILLINA per TOFFANIN n. 354 rarità R3 - notare sotto le braccia di S. AMBROGIO S a sinistra e A destra Mentre CRIPPA riconosce questa altra variante sulla stessa moneta, ma ben evidente la diversità con S - A sopra le braccia TOFFANIN non la descrive, gr. 0,863 punti
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3) C'è infine un'altra variante che personalmente non ho mai visto ma di recente ha postato l'utente @@fabgeo qui sul forum. Non credo sia un problema per lui se ho usato le sue foto per riportare la sua variante a me sconosciuta prima del suo esemplare. Il diritto è identico alla variante al punto 2, ma al rovescio non ci sono punte nei quadranti inferiori. Dati peso e diametro è da escludere un cremonese, il che la rende per forza un inforziato non censito. Ø: 16 mm Peso: 0,55 g (tenendo conto della mancanza di metallo...) E poi chissà, magari ne conoscete altre ancora... per quanto mi riguarda mi fermo alle due varianti precedenti (punto 1 e 2). Spero in vostri colpi di scena :) Saluti3 punti
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L'ultima entrata a far parte della mia collezione USA. Al solito... comune in quasi mb collezionabile :D L'espressione del viso è comunque salva nonostante l'usura da circolazione, spero che vi piaccia come è piaciuta a me :) Coniata nello stesso anno della nascita di Abramo Lincoln.... chissà quante vicissitudini potrebbe raccontarci.2 punti
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Tutte osservazioni più che condivisibili, dal rimandare a quelli con la stella più avanti nel tempo e a concentrarsi sugli inforziati e sui cremonesi. Rifletto in realtà dalla parte milanese, da quella cremonese non ne sarei capace, però per quanto si voglia fare un buon catalogo di monete cremonesi ( tra l'altro complimenti a chi le sta postando ) per forza di cose le riflessioni che sono già uscite vengono fuori da osservazioni che riguardano documenti, ripostigli, la storia e tutto quello che succede nell'area monetaria e quello che succede a Milano per forza di cose ci deve interessare. Poi certamente stabilite le prime coniazioni, inforziati e cremonesi, credo che a quel punto, l'osservazione delle monete, dello stile, delle lettere, dei segni, delle varianti, dei pesi, ci possa portare a una possibile cronologia di queste tipologie. Cosa succedeva a Milano che è poi un po' la partenza ? Nel 1155 Federico Barbarossa toglieva a Milano il diritto a battere moneta e lo concedeva in contemporanea a Cremona, questo è il primo punto fondamentale. Milano tenta di resistere al Barbarossa ma poi capitola e viene incendiata nel 1162. I milanesi si traferiscono fuori Milano e in quel di Noseda o Noxeta Federico I fece coniare dal 1162 al 1167 una nuova moneta che è l'imperiale. L'imperiale nasce come moneta sovraregionale e occupa il vuoto di altre monete, il pavese in primis. Si diffonde facilmente tanto che ricorre la frase del cronista " gli imperiales mediolanses per totam Ytalia currebant " Ma c'era un'altra moneta che valeva la metà dell'imperiale che venne coniata , il terzolo che divenne la moneta base del mercato milanese e lombardo, la stessa fu presa a modello dalle nuove zecche lombarde tra cui anche Cremona con l'inforziato. Del terzolo se ne parla in documenti già nel 1142 come denari nuovi, poi ritorna nel 1155 e più tardi nel 1158 e nel 1161 proprio come terzolo, gli anni sono quelli. Quindi prima dell'imperiale direbbero i documenti. I ritrovamenti diversi trovano una grande abbondanza di denari terzolo che ci fanno capire che era la moneta corrente, ma anche imperiali e poi di altre zecche, per Cremona, inforziati e cremonesi e anche di altre zecche. Ci sono importanti rispostigli cito Naturno, Tremona....in quel momento le monete ritrovate erano quelle, quindi direi che giustamente da queste si debba partire per Cremona, le stelle le vedo arrivare sicuramente dopo....2 punti
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ciao Stefano, anche per me ci è voluto un po' di tempo per capire cosa fossero il cremonese e l'inforziato di cui parlano le pergamene. Poi la convinzione radicata che lo scodellato fosse il tipo monetale più arcaico e che la piana fosse una evoluzione della tecnica rende ancora più complicata la questione. Però i dati da cui sono partito io sono questi: - lo scodellato con la stella è sicuramente da spostare alla metà del XIII secolo. Il peso, i caratteri iconografici, lo spessore della lamina ... sono tutti elementi che fanno ritenere che la moneta sia da spostare 100 anni in avanti rispetto a quanto pensassero il Fenti e chi prima id lui si era occupato della questione; - nei ripostigli del XII secolo (in particolare Offanengo, Parma, Gallarate) non è presente neppure un denaro scodellato di Cremona, mentre vi sono molti esemplari di inforziati coi bisanti; - le carte sono chiare nel prevedere due monete coniate a Cremona nello stesso periodo, chiamate cremonesi e inforziati, una del peso doppio rispetto a quella dell'altra; - le caratteristiche degli inforziati e dei cremonesi sono icto oculi identiche, salvo che per il peso e per l'intrinseco probabilmente; - nella convenzione monetaria del 1183 tra Brescia e Cremona in un passo si legge che Cremona si impegna a coniare monete ad tagiam monetae Brixie, il che mi fa pensare a fare degli scodellati; - la moneta di Cremona è molto simile a quella di Mantova, aveva lo stesso peso e la stessa dimensione, oltre ad essere molto simile anche iconograficamente. In sintesi queste sono le ragioni che mi fanno ritenere che l'inforziato e il cremonese fossero le prime monete coniate a Cremona. Nel seguito del ragionamento proverò a esporvi una mia ipotesi su quando sia iniziata la coniazione degli scodellati di Cremona "c.d. della convenzione". @@Sator mi piace il tuo modo di procedere e di indicare le varianti. Alla fine potremo fare un bel catalogo delle monete di Cremona da mettere sul sito.2 punti
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Beh @aleaele quello della forma non è un aspetto secondario, anzi....a Milano da Filippo IV fino a Carlo III o VI la moneta piccola di rame veniva tagliata rendendola di fatto non più tonda ma squadrata o a volte rettangolare. E' una costante per Milano derivata da più fattori, la svalutazione del tipo, una scelta per velocizzare le coniazioni, quindi anche organizzativa, il risparmio al massimo del metallo usato quale che sia nel tondello. La moneta veniva impressa sul tondello squadrato di piccole o piccolissime dimensioni al punto che le leggende quasi sempre non venivano incluse, rimaneva il busto e al rovescio la scritta o parte di essa il MLNI DVX, il RE e l'identità ...punto... In realtà sono ormai monete solo fiduciarie, circolava di tutto e di più e andavano anche loro....insieme a tutto il resto, per l'ordine monetario almeno a Milano c'èancora tempo, ma l'esigenza salirà....2 punti
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L'osservazione di @@eliodoro è molto significativa. @@Theodor Mommsen: sto leggendo il libro di Coarelli e trovo le motivazioni da lui espresse sulla datazione del quadrigato ( e non del denario) al 269 molto convincenti pur non contraddicendo di fatto Plinio. Coarelli sottolinea infatti con alcuni esempi il suo stile di scrittura "a schede" ed interpreta così le due frasi seguenti come due momenti cronologici ben distinti: 1) Argentum signatum anno urbis CCCCLXXXV, Q. Ogulnio C. Fabio Cos., quinque annis ante primum punicum bellum. (quadrigato 269) 2) Et placuit denarium pro X libris aeris valere, quinarium pro V, sestertium pro dupondio et semisse (denario pre 211) Io aggiungo che nella prima frase parla di argentum signatum e non di denario. Secondo la mia logica se si fosse riferito al denarioin entrambe le parti, già nella prima frase il soggetto sarebbe stato denario ed al limite avrebbe usato argentum signatum nella seconda per evitare la ripetizione. Io ritengo quindi l'interpretazione di coarelli condivisibile facendo riferimento sia alla fonte letteraria primaria (Plinio), evidenze archeologiche (Morgantina) ed analogie stilistiche (tipo quella citata da Eliodoro sull'oro del giuramento per intenderci). Come ho scritto nel mio post precedente la datazione dell'oro del giuramento potrebbe fornire basi a tutta una teoria cronologica. Ribadisco: gli scrittori antichi generalmente non scrivevano castronerie (se non con qualche eccezione...), ma vanno interpretati: in uno scritto antico alcune informazioni potevano essere omesse perché ovvie ed assodate per un loro contemporaneo mentre possono risultare oscure allo studioso moderno.2 punti
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Ce n'è uno di forma simile del '38 in vendita da un noto numismatico.... ...mi ricorda molto certe monete milanesi del periodo...@@dabbene2 punti
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A questo punto credo che @ debba delle scuse al forum. E' da ieri che sto pensando che cosa sia passato nella sua mente per postare foto del recentissimo libro di Rizzolli e Pigozzo e spacciarle per regali di un fantomatico zio. Magari potrebbe spiegarcelo lui insieme alle scuse. :nea: Arka P.S. La questione dell'utilizzo non autorizzato delle immagini del libro la lascio a chi di dovere.2 punti
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Caro @@ak72, io anche lo chiamerei così, ma visto che già sono stato etichettato come quello antipatico, che litiga sempre, volevo dare la parvenza di una certa amabilità (che non ho)...2 punti
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"Mah. sappiamo bene che in Germania sono convertibili senza limiti di tempo tutte le banconote emesse dal 1948, quello che forse non sappiamo (sia chiaro che non mi sto riferendo a te, ma faccio un discorso generale) è che da noi invece, è sempre stata prassi comune limitare il cambio entro un certo termine, e non mi pare ci siano mai state tutte le polemiche di oggi." Non credo che il vero problema stia nel fatto che in alcuni Paesi la convertibilità della vecchia valuta sia senza limiti ed in Italia invece no. Nessuno, credo, si è lamentato del fatto che ci fossero a disposizione "solo" 10 anni per cambiare le lire; come credo che se gli anni fossero stati anche solo 5......ce ne saremo ugualmente fatti un ragione ed i cittadini si sarebbero organizzati in relazione alla diversa data di scadenza. Il punto mi sembra un altro. In un Paese che dice di essere uno Stato di diritto, se si stabilisce per legge una scadenza, a prescindere dal numero più o meno elevato di soggetti che aspetteranno l'ultimo momento per compiere l'attività che può esercitarsi entro quella scadenza e che essi hanno tutto il diritto di esercitare fino all'ultimo giorno confidando nella legge, cambiare all'improvviso le "regole del gioco" senza alcun preavviso è una indubbia scorrettezza, anche se motivata da ragioni di opportunità politica, di bilancio, di cassa ecc.. La scorrettezza diventa vero e proprio arbitrio se poi quella legge che aveva anticipato la scadenza senza preavviso, viene giudicata incostituzionale. Ma il "tripudio" della illegittimità lo si raggiunge allorché, invece di riaprire i termini recuperando il tempo sottratto (incostituzionalmente) agli aventi diritto, lo Stato si inventa sotterfugi ed espedienti degni di un imbonitore di piazza, per evitare di garantire ai cittadini, ritardatari ma comunque in termini, quelli che dovrebbero essere gli effetti naturali della declaratoria di incostituzionalità di una norma. Credo che sia questo atteggiamento dello Stato che irriti, in realtà, i cittadini (anche quelli che non avrebbero da cambiare proprio nulla, perché l'avevano già fatto subito); non certamente il fatto che in Italia le monete e le banconote vadano in prescrizione. Quello lo hanno sempre saputo tutti. Prima che la norma (incostituzionale) del Decreto Monti entrasse in vigore, esisteva in B.I. un fondo destinato al cambio delle lire, che era commisurato al quantitativo di lire teoricamente ancora cambiabili. E' probabile che anche riaprendo i termini non affluirebbero mai alla B.I. per il cambio tutte le lire teoricamente ancora "in giro", ma sarebbe stato estremamente "decoroso" e rispettoso dei cittadini, anche su un piano etico-politico, ripristinare quel fondo e far recuperare quegli 84 giorni che una legge incostituzionale ha scippato agli aventi diritto. Si dirà che così facendo c'è il rischio che si aggiungano ai legittimi richiedenti della "prima ora", portatori di lire che ne sono venuti in possesso dopo il 28.2.2012. Certo. E' possibile. Ma questa conseguenza è dipesa unicamente da un Legislatore che ha partorito una norma incostituzionale e dunque non si possono penalizzare i cittadini per un errore clamoroso del Legislatore. D'altronde, le lire in giro sono comunque sempre quelle contemplate dal fondo di dotazione che era a disposizione della B.I. .....quindi è sempre di quella somma depositata sul fondo che si parla. Se doveva essere disponibile in B.I. fino al 28.2.2012 e non lo è stata a causa di una norma poi dichiarata incostituzionale, sarebbe giusto che fosse ripristinata anche ora per altri 84 giorni. Così dovrebbe comportarsi uno Stato serio, che pretende altrettanta serietà dai cittadini. M.2 punti
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@@giollo2 il Fenti cita un documento del 1 agosto 1163 che paragona 4 denari di cremona ad 1 imperiale. Lo stesso indica un documento del 28/01/1177 dove un inforziato viene equiparato ad un denaro terzolo. Non so se è quello che chiedevi.2 punti
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Russia 1985 1 rublo 12° Festival della gioventù di Mosca2 punti
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Mah. sappiamo bene che in Germania sono convertibili senza limiti di tempo tutte le banconote emesse dal 1948, quello che forse non sappiamo (sia chiaro che non mi sto riferendo a te, ma faccio un discorso generale) è che da noi invece, è sempre stata prassi comune limitare il cambio entro un certo termine, e non mi pare ci siano mai state tutte le polemiche di oggi. E' vero che non c'è mai stato neanche un cambio così drastico come nel 2002 ma, per esempio, il 31 dicembre 1951 cadevano in prescrizione le am-lire di ogni taglio e biglietti di vario tipo da 50 e 100 lire. Questi biglietti erano stati dichiarati fuori corso il 30 giugno 1951, dunque tra il fuori corso e la definitiva prescrizione erano trascorsi solo 6 mesi (e non 10 anni). Un tempo decisamente breve, tanto che con legge del dicembre 1952 furono riaperti i tempi per il cambio, dal 14 gennaio al 14 aprile 1953. Sempre nel 1953, il 30 giugno, furono dichiarati fuori corso i biglietti da 500 e 1000 lire modelli Barbetti e Capranesi (tutte le emissioni del Regno e le prime della Repubblica) nonchè gli assegni a taglio fisso da 5.000 e 10.000 lire del 1945-47. La prescrizione, stavolta, scattava dopo un anno, il 30 giugno 1954, e anche in questo caso ci fu una proroga di tre mesi, fino al 30 settembre. Dunque i nostri genitori (o nonni) per cambiare una massa di biglietti sicuramente inferiore a quelli in circolazione nel 2002, ma pur sempre notevolissima, hanno avuto a disposizione, al massimo, poco più di un anno. E lo hanno fatto, senza polemiche, proteste, ricorsi, e sicuramente senza invidia per i tedeschi. Perché oggi, invece, dev'essere tutto complicato, perché non va mai bene niente? perché, se ai nostri genitori sono bastati nove mesi per cambiare milioni di am-lire, a noi, non sono bastati dieci anni? Se solo non avessimo dimenticato (o mai conosciuto) la nostra storia, capiremmo che il cambio lira/euro di oggi, è semplicemente la ripetizione, sia pure su scala più grande, di quanto sempre avvenuto da 70 anni a questa parte (anche durante la Repubblica, spero che questo qualcuno lo ricordi, periodicamente venivano dichiarate fuori corso determinate tipologie di banconote), e che sempre è avvenuto senza traumi e tragedie, mentre oggi sembra non si sia contenti se da ogni fiammifero non si fa nascere un incendio...KEEP CALM petronius2 punti
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Credo dipenda dal fatto che, in Italia, le sovrane d'oro sono acquistate principalmente come monete di borsa, senza alcun aspetto numismatico (non sempre intendiamoci). Un po' triste, considerato che si tratta della moneta più famosa (proprio per motivi di investimento, è vero) al mondo e che è stata disegnata da un incisore italiano.2 punti
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Io direi che siamo attorno allo "G08" come conservazione. Per fare foto migliori non serve molto basta una buona luce naturale non diretta,( per intenderci una stanza esposta al sole ma mantenendo la moneta appena dentro l'ombra) anche con un buon smart-phone e un appoggio riesci ad ottenere foto decenti. Questo è un esempio di come scatto alcune foto alle monete :) E questo è il risultato:2 punti
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Se ne vedono di migliori in giro, certo... Ma nella mia collezione in fieri di levantine questa mi mancava: Giovanni I Corner, EXENTA tornesi per Candia = IIII soldi altro buco riempito ;)1 punto
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Ciao, benchè estraneo alla monetazione che di solito attira i miei interessi ma spinto dalla motivazione storica ed affettiva, sono entrato nella famiglia dei “possidenti tergestini”. Ho acquisito un Arlongo vescovo/ crescente lunare-stella; se come afferma Giulio Bernardi “con 4 denari probabilmente pagavi un pranzo”… almeno un panino me lo compero! :D Sempre parafrasando il noto numismatico “… è la più comune tra le monete triestine ed è di solito la prima di questa zecca ad entrare nelle collezioni” e mi pare corretto iniziare con un esemplare che rappresenta bene lo standard medio delle emissioni. Ho trovato alcune ipotesi sul rovescio sul rovescio enigmatico. La domanda che vi pongo è la seguente: l’esemplare è il 1013 come riporta il cartellino mentre la provenienza è “collezione cds”. Ho cercato invano nel libro del Bernardi la tavola di riferimento delle collezioni. Senza dover attendere la prossima visita a Giulio Bernardi mi potete aiutare ed indicarmi la pagina del testo o il nome della collezione per ricostruire più compiutamente il pedigree della moneta? Grazie Illyricum ;)1 punto
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Guarda la perlinatura e i stendardi...oltretutto le lettere sono al rovescio cosi la scritta LEG sulla moneta viene letta da sinistra verso destra,e' giusta cosi☺1 punto
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dovrebbe essere questa tipologia Kushan . Soter Megas Vima http://www.ebay.it/itm/Indian-Kushan-Soter-megas-Vima-Tokto-Circa-80-100-Tetradrachm-AE-9-4gms-/111859348872?hash=item1a0b563588:g:IysAAOSwRLZT53MG1 punto
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Ho allegato la tabella di conversione fra la scala UK e le altre. @@nando12 come puoi vedere stiamo dicendo la stessa cosa. Per considerare Very Fine pieno una moneta nella scala britannica ci vorrebbe almeno un Vf30 della Sheldon Scale. Ciao buona serata.1 punto
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Devo dire che le 2 monete italiane di quest'anno sono davvero belle. Sono davvero ben pensate! La moneta belga invece risulta essere un po' troppo anonima. Basta cambiare il nome del team (e i marchi della zecca) e la moneta va bene per qualsiasi paese :) :) Ciao a tutti!1 punto
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Buona giornata Condivido il mio ultimo acquisto, ma il mio primo Quartarolo a nome del Doge Giovanni Dandolo (1280-12899) ex asta Varesi 58 saluti luciano1 punto
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Per cortesia cerchiamo di evitare messaggi potenzialmente offensivi, verso un utente che ha espresso una sua opinione più che legittima in termini di assoluta correttezza...grazie.1 punto
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Oh, Filippo allora ti mando i miei migliori saluti. @@Alberto81 ci si potrà vedere, cerca il cartellino Lamoneta.It Penso di trovare alcuni amici/commercianti perciò mi troverete chino o seduto ai banchi con monete Romane. Roberto1 punto
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1985 FRANCIA 10 Franchi commemorativa del centenario di Victor Hugo1 punto
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C'è documentazione riguardante il Collegio dei Nobili........(non marcatamente che indica l'emissione della medaglia in questione...ma datemi tempo); la costituzione però di questo collegio, venne autorizzata, anzi, meglio, voluta da Sua Maestà Ferdinando II .... e ci sono anche elencati i motivi di questa sua volontà; venne redatto uno Statuto, approvato e promosso dal re....e credo quindi che 1+1 faccia 2.1 punto
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Eh sì, sono proprio loro! Anche questa volta ci hai preso @@avgvstvs, grazie! E scusate per la colossale cantonata che ho preso con le monete sabaude ??1 punto
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Buonasera a tutti, visto e considerato che ultimamente, complice il passaggio in asta di un paio di essi, si è parlato molto di tarì di Filippo IV, propongo la visione di un esemplare. Invito ad esprimersi su sigle e catalogazione; io ho sempre avuto una mia opinione, vedremo se sarà confermata...1 punto
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Io credo che, se anche si riaprissero i termini per tutti, la cifra presentata al cambio sarebbe di gran lunga inferiore al miliardo e 300 milioni di euro iscritti a bilancio. Questa cifra, non comprende solo chi ha mazzette intonse da 100.000 lire che, per qualche motivo, ha aspettato quasi dieci anni a cambiare, o chi ha trovato il tesoro del nonno in cantina dopo il 2012, ma anche, e, secondo me, soprattutto, chi ha in casa non più di qualche decina di migliaia di lire, che non valeva e non vale la pena cambiare. Io, come già detto, non ho nulla, ma se avessi 40 o 50 mila lire, per cambiarle dovrei fare 140 km. tra andata e ritorno (la filiale più vicina è Ancona, a 70 km.) e gli euro che ne ricaverei non sarebbero sufficienti a coprire le spese del viaggio, per non dire del tempo perso, cosa quest'ultima che probabilmente ha fatto e farà desistere dal cambio di piccole cifre anche chi ha la filiale della BdI sotto casa. In questo discorso, rientrano anche le monete metalliche...chi mai si preoccuperà di cambiarle? perché ne valga la pena, bisognerebbe averne a quintali. Ci sono poi i collezionisti, che per libera scelta non hanno cambiato, e non cambieranno, una quantità considerevole di biglietti e di monete. E i commercianti numismatici: molti hanno conservato, loro sì, mazzette su mazzette. Ora avranno capito che non è stata la scelta giusta e, potendo, si liberebbero di buona parte delle banconote, ma di sicuro non di tutte, una scorta la terrebbero sempre, non sia mai che in futuro il mercato possa cambiare. E infine, se ne è parlato molto anche qui, coloro che non possono cambiare le lire, perché non potrebbero giustificarne la provenienza, non proprio lecita. Tutti questi insieme, pur non potendo, ovviamente, dare cifre, credo costituiscano la maggioranza del miliardo e 300 milioni ancora, teoricamente, in circolazione. Quindi, anche concedendo a tutti la possibilità di cambiare, forse la cosa non sarebbe stata così traumatica per le casse dello stato, e sicuramente si sarebbe fatta una migliore figura. petronius1 punto
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@@ciosky68 Ciao intervengo per segnalarti BdN n.10 pag 112-113 alcuni falsi con S retrograde ed errori. Inoltre la zecca di Lione ha prodotto esemplari con leggende errate.1 punto
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Mah, sono il solo a cui non piaciono i raggi superiori della stella sopra il '2'? sembrano quasi del tutto inesistenti...1 punto
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La scelta di non rappresentare direttamente il commemorando ma una sua opera o addirittura di riprendere un soggetto dall'ambito generale è ciò che discosta queste due monete, almeno al livello grafico, da quelle degli anni precedenti che rappresentavano sempre e solo personaggi reali in modo quantomeno sterile e piatto. Al di là della commemorazione in sé (che rimane troppo forzata a mio avviso) si può dire che il livello, almeno per quest'anno, si sia abbastanza alzato...1 punto
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Come ho già scritto nella scheda citata da Ross, le teorie sulla data di emissione si incrociano con quelle sull’interpretazione dell’iconografia. In ordine cronologico: Generalmente, l’emisione viene datata tra il 217 e il 216, poco dopo lo scoppio della Seconda Guerra Punica. Il R/ ricorderebbe un singolare giuramento effettuato dall'esercito di Roma dopo le disastrose e ripetute sconfitte romane contro Annibale, oppure quello imposto ai socii italici perché mantenessero fede al patto che avevano precedentemente stipulato contro Cartagine (episodi entrambi citati da Livio). L’occasione sarebbe stata un invio di oro a Roma da parte di Gerone II di Siracusa. Per Mommsen la scena ricorderebbe la concessione del diritto della cittadinanza romana ai Campani e a una parte dei Sanniti, avvenuta nel 334 sotto il consolato di T. Veturio Calvino e di Sp. Postumio Albino: in tale modo il discendente del primo console avrebbe successivamente ricordato la vicenda nel suo denario del 137 (Cr. 234/1). Secondo Crawford (che colloca l’aureo al 217), è qui riprodotto il foedus Caudinum, stipulata nel 321 dal console T. Veturius Calvinus (per questo, l’iconografia sarà ripresa in seguito da un altro Veturius, con il denario Cr. 234/1, essendo la pax Caudina il prototipo, mitico e non storico, della pax Numantina). Viene tuttavia opposto che appare improbabile che Roma abbia commemorato una tale umiliazione. La Breglia ha collocato gli aurei al 290-289 alla fine delle guerre sannitiche: in tal modo il giuramento avrebbe simboleggiato la riappacificazione tra i due popoli. Per Mattingly il giuramento indicherebbe il trattato concluso nel 263 tra Roma e Ierone di Siracusa. L'incertezza è dovuta al fatto che mentre il guerriero di destra è indubbiamente un romano, quello di sinistra, barbato, non avrebbe le sembianze di un greco ma piuttosto di un italico. Altra ipotesi è che le monete d'oro siano state battute nel 209 utilizzando una parte delle riserve auree dello Stato romano (l’aurum vicesimarium, ottenuto dalla tassa sulle manumissioni, che “ad ultimos casos serbabatur” - Livio, XXVII, 10). Questa teoria è tuttavia oggi superata, perché l’aureo è paplesemnete connesso, sul piano ponderale e stilistico, con il quadrigato, che Thomsen ha dimostrato essere anteriore al denario. Per Alföldi e Thomsen (che data l’emissione prima del disastro di Canne del 216) la scena rievocherebbe la fondazione di Roma: i due personaggi in piedi sarebbero Latino ed Enea nell'atto di giurare alleanza e concordia (Virgilio, Eneide, XII, 161-215) oppure Tito Tazio e Romulo, a conclusione dello scontro fra Romani e Sanniti (Virgilio, Eneide, VIII, 639-41; in questo senso, l'Alföldi). L'occasione storica per tale richiamo mitologico sarebbe il giuramento che i soldati, sia romani che i loro alleati latini, dovettero pronunciare nella primavera del 216 (da un passo di Livio) di fronte ai loro tribuni. Pedroni collega invece l'emissione aurea all'eccezionale arruolamento dei Romani e degli alleati avvenuto nel 225, la "leva tumultuaria" considerata epocale già dagli storici antichi. In quell'anno, con il pretesto della minaccia dei Galli, i Romani conteggiarono tra tutti gli alleati il numero degli uomini in grado di essere mobilitati in caso di guerra. Un avvenimento che ha coinvolto i romani ed i loro alleati italici, un'occasione quindi che avrebbe spinto il Senato per un'emissione aurea di carattere straordinaria e di grande valore propagandistico. Campana, considerando l'elevato livello stilistico e l'accurata tecnica di coniazione, la data al 225. Secondo Crawford la moneta da 6 scrupoli varrebbe 40 assi semilibrali, quella da 3 scrupoli 20 assi (l'aureo da 30 assi, se autentico, sarebbe successivo a queste monete). Un’ulteriore interpretazione in chiave mitologica del gioramento potrebbe essere un richiamo al patto di alleanza tra i capi di Alba Longa e Roma, prima dell'ordalia tra Horatii e Curiatii (Livio I, 24). Coarelli evidenzia che, secondo Plinio, il primo aureo romano fu coniato 51 anni dopo l’argento (dopo il 269): si tratta, per l’autore, di questo aureo, che egli data appunto al 219. Infatti, al R/ è riprodotto un foedus, che veniva stipulato da due feziali, il pater patratus e un gregario, verbenarius. In effetti, le due figure di sinistra portano una veste particolare, che lascia il corpo nudo e presenta un elemento globulare alle spalle: probabilmente il cinctus Gabinus, di cui si servivano i sacerdoti, e quella in piedi è raffigurata come uomo anziano, che regge una lancia, prerogativa del pater patratus, antenata (secondo l’Alföldi) dello scettro e quindi simbolo dell’imperium. La figura di destra invece, staccata dalle altre due, è giovane e veste una corazza anatomica. Si tratta del foedus tra Romolo e Tito Tazio (peraltro, in sabino cures era il nome sia della città di Tito Tazio che della lancia), di cui esisteva un gruppo scultoreo, verosimilmente qui riprodotto, lungo la sacra via. L’aureo potè essere emesso grazie alle prime miniere aurifere cadute in mano ai Romani, ovvero le miniere di Victimulae, presso Vercelli, che sappiamo furono sottratte a Roma, da Annibale, alla fine del 218. Sappiamo da Zonara che nel 220 i due consules suffecti, Lucio Veturio Philo e Gaio Lutazio, a completamento della guerra contro i Celti della Gallia Cisalpina (conclusasi nel 222 con la presa di Milano) spinsero le conquiste di Roma “fino alle Alpi”: probabilmente è questa la data di conquista delle miniere. Quindi, nel 219, con l’oro acquisito grazie alle operazioni di Lucio Veturio Philo, fu commemorata la fine delle operazioni militari iniziate nel 225, quando i Galli cisalpini Boi e Insubri e transalpini Gesati, avevano invaso l’Italia, creando grande preoccupazione e causando una spontanea adesione degli Italici a Roma: evento cui allude la citazione dei foedus originario tra Tito Tazio e Romolo La figura gianiforme, comune agli aurei della serie Cr. 28 e, probabilmente, agli assi librali Cr. 14/1 e 25/1, è stata variamente interpretata.Per Le Gentilhomme (1934) si tratta di Giano, ma questa ipotesi sembra contraddetta dal fatto che la testa è imberbe e con aspetto giovanile, diversa quindi dalla tradizionale iconografia di Giano. Tuttavia una divinità gianiforme imberbe (omologata a Giano) era venerata dagli Etruschi con il nome di Culsans e la sua testa fu riprodotta su monete fuse di Volterra. Per Pedroni (ripreso da Campana) potrebbe essere una iconografia “Plebea” di Giano, culto gentilizio della gens Duilia che, non essendo di stirpe patrizia, non poteva far propria l’iconografia ufficiale. Tale culto sarebbe stato portato a Roma da Cales (dedotta nel 334, per l’appunto, da Gaio Duilio), ove l’iconografia di tipo etrusco (per influenza di Culsans) fu introdotta dai numerosi Tirreni che frequentavano la colonia. Crawford suggerisce una testa gianiforme dei Dioscuri (protettori non solo della cavalleria e dell'esercito, ma dello stesso popolo romano); tuttavia non se ne hanno altre testimonianze e, in ogni caso, mancano i loro principali attributi, i pilei e gli astri. Secondo Alfoldi si tratta dei Penati Publici sotto la cui garanzia Enea si era alleato con i Latini. Si realizza così, per lo studioso, un collegamento tra il dritto e il rovescio. Mattingly, la Breglia e Coarelli ritengono che si tratti di Fons (o Fontus), il figlio di Giano e di Giuturna. È stato opposto che nella mitologia romana Fons occupava una posizione trascurabile, ma Coarelli ritiene quest’ultima un’errata valutazione moderna delle fonti; fra l’altro, il suo tempio era stato dedicato il 13 ottobre, festa dei Fontinalia (il che dimostra un collegamento con le fonti, così come le raffigurazioni di toro androcefalo sulla monetazione magnogreca) ed era sito nei pressi della zecca. Secondo questo autore, si tratterebbe di una citazione, sulla prima emissione argentea ufficiale, della prima emissione enea (Cr. 14/1)1 punto
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Perdonatemi ma , non è vero. Questo discorso puo valere piu o meno per quelle del XX sec. ma, non certo per quelle dell Ottocento ... Ogni hanno ha tirature diverse , varianti particolari e rarità diverse ... In Italia non so come mai si pensa sempre che siano tutte uguali ... Ad esempio per la zecca di Londra dicevate del 1873 ma, il 1879 è sicuramente molto maolto piu raro1 punto
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bella, anzi, super bella!! Complimenti Nikita, mi piace moltissimo.. i capped bust dei primi anni non sono facili da trovare, e a mio avviso hanno il fascino di quell'America dei primissimi anni dove ancora non si parlava di corsa all'oro.. di frontiera del selvaggio West.. era semplicemente una giovane nazione convinta dei propri ideali ma piena di incertezze sul proprio futuro. Ottimo acquisto! Marco1 punto
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Salve a tutti, concordo per quelle monete "degenerate" a nome di Valentiniano III e di zecca controversa - residuano alcune lettere [DN VΛL]- CN ΛC / [VI]CT[O]-R ....poichè non vedo la croce al rovescio, davanti alla Vittoria, propendo per Ric 2158 (variante D). Marcus Didius1 punto
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cari amici, se vogliamo parlare della zecca di Cremona in modo compiuto dovremmo partire dalle origini. Poi arriveremo ai denari con le stelle, che fanno parte delle monete coniate dopo il 1250. Ora quale è stata la prima moneta coniata a Cremona? Leggendo il Fenti, e poi anche il Giordano, sembrerebbe il denaro scodellato. In realtà non è così. Se avete voglia di leggere il mio contributo sulla zecca di Brescia troverete degli spunti molto interessanti da cui possiamo partire per la discussione sulle monete di Cremona. vi posto il link così vi è più comodo. https://www.academia.edu/10120360/La_produzione_monetaria_bresciana_tra_Alto_e_Basso_Medioevo domani riprendiamo la discussione e posto qualche moneta,1 punto
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Concordo con tutti voi sull'inopportunità di emettere monete con temi slegati dallo Stato in questione e di regolamentare queste cose a livello europeo, però li trovo molto diversi dai ministati. - Le commemorative lussemburghesi sono tutte legate alla storia dello Stato, anche se certe ricorrenze sono, come dicevo assurde. Però coniano in quantità notevoli, quindi la ripercussione economica sul collezionista è relativamente bassa. - A me le commemorative maltesi sulla loro storia istituzionale piacciono tantissimo, tra le mie preferite (sarà che studio Scienze Politiche), mentre quelle sui bambini le trovo piuttosto insensate. Ma anche qui vale il discorso quantitativo delle lussemburghesi. - Il guaio è quando i ministati (soprattutto Vaticano e San Marino, chè Monaco conia sempre per cose legate al Principato, anche se ci specula sopra con quantitativi ridicoli, di Andorra non parlo nemmeno) si mettono a coniare un sacco di monete con temi "scippati" ad altri stati, in quantitativi minuscoli, il che comporta un grossa spesa per il collezionista. La morale della favola (scusate la schematizzazione, credo di essere piuttosto noioso) è che regolamentare i temi è quasi impossibile, anche perchè bisognerebbe vedere quali non riguardano la storia dello Stato (tipo quelle del Muro di Berlino vaticane e sammarinesi) e quali invece potrebbero riguardare tutti (l'annunciata serie dei bambini maltese); penso che l'unica misura possibile e anche auspicabile sarebbe un quantitativo minimo di monete: da 200.000 in su, ma anche solo 100.000 eviterebbe le speculazioni in stile monegasco. Scusate il papiro :)1 punto
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. 2016 banca centrale lituana 2cc Cultura Baltica - Lituania.pdf1 punto
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