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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/02/16 in Risposte
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Buongiorno a tutti.. Da poco mi sono buttato in questa nuova collezione, cioè nelle Argento/Niobio austriache e lussemburghesi, a mio parere molto belle e molto particolari. Cominciando da zero (e quindi dovendo recuperare tutte le monete degli anni passati) ho cominciato facendomi un'idea di quelli che sono i prezzi di mercato dei 25 euro Austria e dei 5 euro Lussemburgo. Pian piano ho cominciato a raccogliere informazioni sul venduto principalmente dalla Baia, vista la quantità considerevole di monete che ogni giorno vengono inserite. Partendo da 3 mesi fa, ho raccolto tutti i dati sul venduto (sia in asta che compralo subito) e l'ho raggruppato in un file di excel. Poi aggiungi un informazione qua ed una là e mi son ritrovato in mano un lavoro che penso e spero sia molto utile per chi si avvicina ora o vuole portare avanti questa collezione. Per ogni moneta mostra principalmente gli oggetti venduti, con un media d'asta che rende bene l'idea del prezzo ed un grafico che mostra l'andamento del prezzo nel tempo. Questo file ovviamente ogni tanto sarà ripubblicato aggiornato, in quanto il tempo passa ed i prezzi (forse) cambiano. Una cosa importante è che io ho tenuto conto SOLAMENTE delle monete complete, ovvero con il box, certificato e cartone esterno. Questo perché il prezzo potrebbe variare di molto in difetto per monete a cui manca qualcosa! Ho deciso di condividere tutto questo perchè ho notato che moltissime persone si avvicinano o si sono avvicinate da poco a queste monete. Questo mercato è in continua evoluzione, è bene evitare di strapagare queste monete, tanto prima o poi l'occasione salta sempre fuori! Accetto qualsiasi tipo di consiglio su come migliorare ulteriormente questa piccola guida o implementare informazioni e ovviamente se si vuol discutere dei prezzi o di queste meravigliose monete, ben venga!! :lol: Prezzi monete niobio al 18-04-16.zip3 punti
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2 Dollars 1988 Elizabeth II 3rd Portrait3 punti
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TAGLIO:2 EURO NAZIONE:SAN MARINO ANNO:2004 TIRATURA:110000 CITTA:REGGIO CALABRIA CONDIZIONE:BB3 punti
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In arrivo (graditissimo omaggio di un noto venditore NIP marchigiano) Sebastiano Venier 1577-78 doppio bagattino R2 Paolucci, 82 punti
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La crisi della Repubblica è evidente per tutte le tipologie, e anche per le divisionali. E il Vaticano la segue a ruota: l'altro giorno una divisionale del 1997 è stata venduta a 19 euro (95 di catalogo). Secondo me si tratta di un fisiologico calo di un mercato che era evidentemente gonfiato: centinaia o migliaia di euro per i primi 100 lire in FDC, monete in acmonital coniate in decine di milioni di pezzi? Monete che oltretutto non necessitano nemmeno di una conservazione perfetta per essere ammirate? Perché uno dovrebbe spendere 1000 euro per un FDC quando a 10 euro può prendere un qSPL che appare praticamente identico?2 punti
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Allora iniziamo a far veder qualcosa, così magari @@visroboris si appassiona ;) Il pegione di Gian Galeazzo col biscione richiama fortemente il grosso di Bernabò e Galeazzo II, solo che vale mezzo soldo in meno essendo un pegione. Sotto Gian Galeazzo non vengono prodotti grossi da due soldi, per cui i segni identificativi distinguono solamente le varie emissioni e non il valore della moneta. Con Bernabò e Galeazzo II i segni identificativi di emissione erano posti agli angoli della cornice, con Gian Galeazzo verranno posti sopra al capo del biscione. Ecco un comune grosso da due soldi di Bernabò e Galeazzo II Visconti con rosette a 5 petali agli angoli della cornice: Se invece come dicevamo sopra al biscione vi è l'aquila imperiale siamo di fronte ad un pegione (grosso da un soldo e mezzo), quindi l'aquila è il segno che differenzia il valore mentre i simboli agli angoli della cornice (tre anelli in questo caso) sono i segni identificativi dell'emissione. (immagine presa dall'asta Kunker 137, lotto 3551)2 punti
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Confermo Novellara per Alfonso II Gonzaga ma mi sembra un 1664 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-NOALA/4 ciao Mario2 punti
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@ King John --- molte grazie per queste interessanti precisazioni. Anche la quasi deità di Dario appare evidente in questa moneta:2 punti
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Nel Brunetti al n. 896 è citato un quattrino di Francesco Donato che "... ha +FRANC.DONATVS. con VENETI. ". Al n. 917, descrivendo un quattrino di Pietro Loredan, ....." Nelle genuine la leggenda finisce sempre con VENETVS, nella falsa invece VENETI ".2 punti
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Ecco il succo del discorso..... il finale del tuo pensiero.....VENDERE..... hai mai provato? Se no provaci, forse i futuri acquisti li faresti con occhi diversi. saluti TIBERIVS2 punti
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______________ 1988 Unione Sovietica 120° Anniversario della morte dello scrittore Maxim Gorky 1 Rublo - Rame/nickel2 punti
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Buonasera a tutti! 1988 50 centesimi ARUBA Aruba è un'isola situata nel Mare Caraibico, a nord del Venezuela. Saluti2 punti
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Non ricordo se ci sia già una discussione a riguardo, ma mi piacerebbe parlare anche della "mesta" 40 soldi con santa Giustina di Alvise I. grazie a @@fabry61 che mi ha messo al solito la pulce nell'orecchio, riguardo al leone del vessillo. Nella mia si vede niente, ma l'idea del punzone unico è suggestiva e a mio avviso molto probabile. A parte questo, credo si tratti di una bella testimonianza dello stile tizianesco o meglio veronesiano della zecca di venezia nel '500. Un po' bistrattata per la sua comunità.. comunezza, ma tutti i pezzi che ho visto sono sempre belli freschi di conio e ben in rilievo. Mi piacerebbe vedere qualche 40soldi di voialtri, ne avete?1 punto
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Questo è coniato da un'altra officina - non riesco a vedere nella tua il punto segreto ma Mario ha la vista piu' acuta, probabilmente è Saint-Lo http://inumis.com/vso/V00028/charles-viii-dizain-karolus-angers-a41455.html Charles VIII, dizain karolus, Angers Dizain Karolus. Angers. 11 novembre 1488. A/ + KAROLVS: FRANCORVM: REX. Grand K oncial couronné, accosté de deux lis. R/ + SIT: NOMEN: DNI: BENEDICTV. Croix couronnée, cantonnée de quatre lis. Billon. 2,45 g. 25,3 mm. 1 h. Dy.593. .1 punto
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http://incuso.altervista.org/docs/singoli/RIN1921-MAJER_G___le_tessere_veneziane_dell_olio-5.pdf buona lettura1 punto
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Personalmente mi sono sempre trovato bene con il mercato inglese, almeno sulla baia. Venditori professionali, spese contenute, spedizioni veloci... Poi dipende ovviamente da quello che si cerca.1 punto
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Buona serata eccola qui la mia S. Giustina da 40 Soldi. Alvise Mocenigo I - Massaro Beneto Pisani - il tipo è il solito ed il leoncino sullo stendardo c'è ... direi sufficiente. Riguardo all'"imbarazzo" .... beh, povera Giustina, credo che avrebbe usato volentieri il suo pugnale contro l'intagliatore del conio :blum: saluti luciano1 punto
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salve, secondo me questo esemplare non è un fiorino piccolo di stella,bensì un fiorino piccolo della I serie " primo semestre del 1315- primo semestre 1324". La stella a fine leggenda è solamente il simbolo del signore di zecca Giovanni Villani che fù signore di zecca nel 1316. Questa moneta quindi è la n° 116/7 del CNI e il simbolo è la stella a sei punte ( tav XIV,16) un saluto Antonio.1 punto
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Medaglia dell'Assessorato Sport e Turismo del Comune di Milano, penso che sia per la visita che annualmente facevano con qualche organizzazione di ciclisti amatoriali, da Milano al paese natale di Fausto Coppi. Qualche lamonetiano può essere più preciso nella catalogazione?1 punto
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Senza misure e peso si va a memoria.... direi Bianco a nome di Carlo VIII dritto:+ KAROLVS FRANCORVM REX / nel campo K coronata verso: + SIT NOMEN DNI BENEDICTV l'atelier sarebbe identificabile in base al punto posto sotto una lettera della legenda....punto che non riesco ad individuare. ciao Mario ps mi sembra di cogliere tracce del punto sotto la T di BENEDICTV per cui 19esima lettera del verso che corrisponde all'atelier di Saint-Lo1 punto
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A me il /D non ricorda assolutamente la classica Gorgone etrusca.. Pare di più la Bocca della Verità :D1 punto
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Tanto per cominciare ho cambiato il titolo....certamente è un bel tema dipende poi come sempre dal gradimento popolare :blum:.... Da Bernabò e Galeazzo II bisogna partire e poi proseguire per il periodo visconteo ; certamente le caratteristiche iconografiche di massima rimangono col biscione al dritto e al rovescio il Sant'Ambrogio, due simboli di Milano e già questo è un bel segnale, non di poco conto. Rimane però con questi Signori il richiamo all'autorità imperiale con quell'aquila ad ali spiegate sopra la biscia quasi come un monito e ricordo.... Altra caratteristica sono le iniziali nel campo a fianco del biscione del Signore, questo lo vedremo anche successivamente e poi tanti segni, vari e ricorrenti al dritto, indice di identificazione delle emissioni che probabilmente furono copiose. Credo che si possa dire altro magari anche con l'ausilio di qualche moneta....1 punto
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Il Gamberini riporta molte contraffazioni di Novellara coniate sotto Alfonso II Gonzaga. Al 621 abbiamo un quattrino con al diritto ET PROT NOVEL e al rovescio VNICA SPES ET (in nesso) SAL che mi sembra possa coincidere...1 punto
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Se fosse di Lucca le leggende sarebbero per il dritto con la grande L in campo OTTO IMPERATOR e per il rovescio col Volto Santo VVLTVS SANCTVS e io non le ritrovo, penserei più a una imitazione di Novellara che erano copiose in quegli anni....1 punto
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Grazie @@@matteo95 e questa ? peso 0,54 diametro 17 è una mezzaluna quella nel primo quarto ?1 punto
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bel denaro , compimenti !! direi che si tratta di una n gotica .. classificazione Baldassarri VIc http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GEIAN/1 p.s c'è una discussione ben avviata su queste monete , sarebbe meglio continuare sempre su quella invece di aprire altre discussioni che poi finiscono nel dimenticatoio1 punto
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Non è fortuna, ma un semplice dato di fatto: pagare una moneta del genere tale cifra, con simili graffi, è una remissione, ed a meno di non voler spendere male i propri soldi, meglio aspettare un buon Bb/spl senza maltrattamenti. È una moneta comunissima, non si fa fatica a trovarla, basta un po di pazienza, occhio, ed un pizzico di esperienza.1 punto
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#Young... non prenderla come un appunto rivolto solo a te, perché è un modo comune a molti .... ma ...le immagini postate possono riferirsi ad una moneta di 7-8 mm fino a 30-35 e piu'.... il peso puo' essere di pochi grammi come invece molti !!...............bisogna tenere ben presente che chi chiede un aiuto, deve mettere in condizioni chi ha buona volontà di rispondere.... "almeno" di capire di che tipologia si tratta, quando non si leggono dettagli ben definiti........... il peso e il diametro!! sono dettagli necessari! :crazy:1 punto
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http://www.numismaticaivlia.it/negozio/index.php?main_page=product_info&products_id=1542 Ho fatto una veloce ricerca, prova a comprarla con questa1 punto
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Ragazzi limitiamoci a discutere delle caratteristiche della moneta, qualsiasi altra considerazione è irrilevante :) Riformulo la mia domanda di prima: come mai per questa moneta (ma anche per altre lire aquila araldica) esistono esemplari con differenze vistose nel conio? Sono zecche diverse? Conii sostituiti dopo una rottura? Grazie!1 punto
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Una decina di cataloghi degli anni '80 e '90 li possiedo. Inviamo per MP cosa ti serve.1 punto
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:D ovviamente si sta scherzando; e comunque qui c'è chi è stato crocifisso in sala mensa per molto meno :rofl: un saluto.1 punto
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Credo ci sia solo un 531 ed è il G del Le Rider... Con ho detto però su un totale di, credo, 371 tetra nome di Filippo dell'ANS solo 3 pesano più di 14,50 g e nessuno più di 14,60... Ripeto: SU 371. Un approccio rigoroso dal punto di vista statistico consiste nel raccogliere i pesi di tutti i vari tetra Le Rider 531 (D281/R436) possibili, escludendo i Le Rider da 530 a 523 con diversa posizione del serpente e dello scudo, e calcolare l’intervallo di fiducia del peso medio a un desiderato grado di probabilità. Nello specifico, dalla statistica di 43 esemplari 531 (D281/R436) passati per le aste, si ottiene un intervallo di fiducia della media al 95% di probabilità tra 14,356 g e 14,517 g. Un peso superiore a 14,517 g (come pure inferiore a 14,356 g) non si trova quindi all’interno dell’intervallo di fiducia al 95%. Analogamente l’intervallo di fiducia della media al 99% di probabilità risulta tra 14,331 g e 14,543 g, come dire che un peso superiore a 14,543 g è esterno all’intervallo di fiducia al 99%. In sostanza, la probabilità di trovare un esemplare sui 14,6 g è inferiore all’1%. apollonia1 punto
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belle abbastanza ricercate sono tutte da tenere secondo me piu interessanti la 10€ in assoluto 70€ in fds poi la 5€ 35€ in fds poi la 20€ infds 65€ -ela50€ 70in fds ciao1 punto
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Riguardo al quattrino del 1601 ( il più difficile da trovare) Vi posto un pessimo esemplare... Acquistato un paio di anni fa da Inasta. L'1 finale è parzialmente coperto, non so se da incrostazione o residui di vecchie bustine, ma c'è1 punto
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Allora, caro @@appah, ecco qua (mi dispiace che diversi testi siano a firma mia, ma di recente la produzione scientifica in proposito è questa...). Ovviamente ho tenuto conto solo della monetazione predogale e delle pubblicazioni non meramente divulgative apparse dagli inizi degli anni Novanta dello scorso secolo. Ho aggiunto in coda anche dei contributi che sono in corso di stampa, così che poi se ti interessano in futuro tu li possa cercare: - M. Baldassarri, I denari della zecca di Genova e i loro frazionari tra il XII e il XIV secolo: alcune osservazioni su datazioni, seriazioni ed ambiti di circolazione, in «Quaderni di Numismatica e Antichità Classiche» XXVIII (2009), pp. 331-376. - M. Baldassarri, “Identità” urbana, sigilli e monete nel Mediterraneo occidentale medievale: alcuni casi a confronto, in Polis, urbs, civitas: moneta e identità, a cura di L. Travaini, G. Arrigoni, Roma 2013, pp. 191-207 - M. Baldassarri, D. Ricci, I grossi d'argento e la monetazione di Genova tra Due e Trecento: nuovi dati ed osservazioni per vecchi problemi, in «Quaderni di Numismatica e Antichità Classiche» 42 (2013), pp. 275-299. - M. Baldassarri, Monnaies et Villes du Midi de la France et de l’Italie tyrrhénienne (XI - début XIV siècle): un prèmiere comparaison, in Les identités urbaines au Moyen Âge. Regards sur les villes du Midi français, a cura di P. Gilli, E. Salvatori, Actes du colloque (Montpellier 8-9 décembre 2011), Turnhout 2014, pp. 93-120. - M. Baldassarri, Le coniazioni e l’economia monetaria di Genova medievale dalle origini agli inizi del Trecento, in «Quaderni di Numismatica e Antichità Classiche» 46 (2016), c.s. - G. Felloni, Scritti di Storia Economica, I-II, in «Atti della Società Ligure di Storia Patria», XXXVIII (1998), Genova 1999. - E. Janin, Scritti di argomento numismatico 1972-1999, «Circolo Numismatico Ligure Corrado Astengo, sez. numismatica della Società Ligure di Storia Patria», Genova 2000. - L. Travaini (a cura di) Il patrimonio artistico di Banca Carige. Monete, pesi e bilance monetali, a cura di Lucia Travaini, Milano 2010 Inoltre accenni ai primi grossi genovesi si trovano anche in altri contributi incentrati sul problema dei miliarenses citati dalle fonti bassomedievali. In particolare vedi: * L. Travaini, Miliarenses e grossi argentei: una identificazione errata?, in «Bollettino dell’Istituto Storico Iiraliano per il Medeioevo», 98 (1992), pp. 383-394. * A. Saccocci, L'introduzione dei grossi agli inizi del XIII secolo e la massiccia esportazione di argento dall'Europa Orientale ai territori islamici: una semplice coincidenza?, in The 2nd Simone Assemani Symposium on Islamic Coins, a cura di B. Callagher, A.d'Ottone, Trieste 2010, pp. 127-164. Più un mio prossimo contributo che uscirà negli atti del congresso internazionale di Taormina che cercherà - molto probabilmente senza riuscirci - di far quadrare questo cerchio ... Infine il prossimo volume della serie MEC dedicato al Nord Italia conterrà una sezione dedicata alla zecca di Genova, mentre io e Ricci pubblicheremo un saggio breve dedicato alla monetazione genovese e corredato da catalogo per una mostra che si terrà nella prossima primavera nel complesso museale di S. Agostino a Genova. Mi pare tutto, ma se avessi tralasciato qualcosa prego gli altri di intervenire. Un caro saluto MB1 punto
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______________ 1988 Unione Sovietica 160° Anniversario della nascita dello scrittore Leone Tolstoj 1 Rublo - Rame/nivkel1 punto
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Bravissimo , infatti il territorio dove e' stata trovata la Biga non dovrebbe , in teoria , essere stato abitato dagli Etruschi , essendo gli antichi Umbri nemici acerrimi degli Etruschi , alleati tra loro solo per interesse reciproco contro i Romani nella famosa battaglia dei popoli di Sentino , a meno che la Biga non fu acquistata da qualche principe umbro o sabino locale , come accenni tu , da un artista etrusco , in quanto il manufatto e' sicuramente di fattura etrusca , oppure potrebbe anche essere stato un bottino di guerra e portato con se nella tomba da questo ipotetico principe umbro o sabino. Comunque sia e' vero che a quell' epoca gli scambi commerciali tra i popoli antichi italici ed esteri erano veramente molto sviluppati , piu' di quanto si immagini .1 punto
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Questo quattrino del doge precedente ossia Marino Grimani dà un' idea di stile più raffinato rispetto all'altra (vedasi il leone) inoltre il doppio cerchio del dritto ed il cerchio del rovescio danno un'impressione molto diversa all'immagine stessa. La moneta del primo post non mi fa una bella impressione. <_<1 punto
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DAL SITO DELLA MORUZZI NUMISMATICA SUL TEMA DELLE MONETE SUBERATE: Alla nascita della moneta si accompagna quasi subito l'apparire della contraffazione monetaria; al Cabinet des Médailles di Parigi è conservato un hekte di elettro arcaico di Mileto suberato e chi scrive ha avuto modo di studiare e pubblicare uno statere d'argento coniato a Thera nel 525 a.C. suberato con l'identica tecnica dei denari suberati romani (pellicola d'argento su anima di rame). Una suberatura analoga è stata riscontrata da chi scrive su stateri incusi arcaici del VI sec. a.C. di Metaponto, di Crotone e di Caulonia, monete queste che per la forma larga e sottile del tondello e per la doppia impronta rilievo/incavo devono aver richiesto una destrezza incredibile al falsari, privato o statale che fosse. Erodoto, del resto, ci racconta, sia pure avanzando dubbi sulla veridicità della storia, che Policrate, tiranno di Samo, assediato nella sua isola nel 525/524 a.C. dagli Spartani, si sarebbe liberato dalla stretta mortale pagando i Lacedemoni con stateri di piombo dorato (Erodoto. Storie, III,56, 2.) La cosa lascerebbe increduli, sembrerebbe quasi un aneddoto sull'astuzia sottile dei Greci d'Asia contrapposta alla militaresca semplicità (per non dir altro) degli Spartani; senonché alcuni dei famosi stateri di piombo dorato (ormai privi di doratura, ma di incontestabile autenticità) sono giunti fino a noi (Colin M. Kraay, Archaich and Classical Greek Coins, pag. 30, tav. 3, nn. 68 e 69) Anche in periodo classico ed ellenistico non mancano certo monete suberate emesse da diverse zecche e molte volte di evidente produzione statale; due esempi per tutti: le molte tetradramme suberate emesse dalla zecca di Atene nell'ultima drammatica fase della guerra del Peloponneso o le monete d'argento del re macedone Pausania, tutte suberate, tranne pochissime eccezioni. Noi qui ci soffermeremo tuttavia sul periodo romano repubblicano e del primo impero, periodo in cui il fenomeno suberatura nei denari d'argento assunse dimensioni rilevanti e su cui si è più concentrata l'attenzione degli studiosi, anche per le implicazioni storico-economiche che il fenomeno comporta. Il fatto che i denari suberati siano stati in buona parte prodotti dallo stato e non da falsari privati è ormai appurato senza ombra di dubbio. Lo attesta Plinio il Vecchio in due noti passi riferentesi al tardo periodo repubblicano, passi che non sembrano lasciar adito a dubbi interpretativi (Plinio, Storia naturale, XXXIII, 13 e Plinio op. Cit. XXXIII, 46.). Ma sopratutto lo attestano la qualità accurata del lavoro e la relativa complessità tecnica del processo di suberatura stessa, nonché l'utilizzazione, a volte, degli stessi conii usati anche per produrre monete "buone". Non è pensabile che dei falsari, costretti ad operare in officine clandestine, con il continuo timore di essere scoperti, si impegnassero in una produzione tecnicamente raffinata quale quella riscontrabile in gran parte dei suberati; certo esistono anche falsi di fattura dozzinale, che associano a volte un diritto e un rovescio di epoca diversa o che presentano grossolani errori nelle leggende e questi denari sono certo frutto dell'opera di falsari privati, ma l'aspetto generale e la scadente qualità li distinguono da quelli di emissione per così dire "ufficiale". Del resto il falso di stato è anche in seguito sempre esistito, vuoi mescolato ad arte alla moneta buona dello stesso stato che emette i falsi, vuoi falsificando o contraffacendo la moneta altrui. Il fine può essere il puro e semplice lucro truffaldino o l'intento di destabilizzare la moneta altrui per fini politici o bellici. Si pensi alle contraffazioni genovesi in oro basso emesse per intaccare il prestigio internazionale dei ducati d'oro puro veneziani o alla miriade di contraffazioni emesse per puro lucro dai numerosi signorotti feudali dell'Italia del Seicento o ai 20 franchi di Napoleone III in platino dorato, platino che all'epoca valeva assai meno dell'oro o, infine, alle perfette sterline false, banconote stampate a milioni dai tedeschi nella Seconda Guerra mondiale per destabilizzare la valuta del nemico. Ma quale era la tecnica usata per suberare i denari romani, quanto meno quelli di sicura emissione statale ? Il Bernareggi, nel 1965, con un'indagine metallografica approfondita applicata su 16 denari romani repubblicani di sicuro conio ufficiale e di emissione statale, distribuiti con un certo equilibrio per tutto il corso degli ultimi due secoli della monetazione romana repubblicana, ha potuto stabilire in modo incontrovertibile il processo di suberatura di una moneta (E. Bernareggi, Nummi pelliculati in Rivista Italiana di Numismatica, vol. XIII, Serie quinta, LXVII 1965, pagg. 5-31. Per l'ulteriore bibliografia sul tema v. questo stesso articolo. Vedi anche Angelo Finetti, Numismatica e tecnologia, 1987, pagg. 42-45.). Senza stare qui a ripetere analisi e complessi dettagli tecnico scientifici che chiunque desiderasse approfondire l'argomento può trovare nell'articolo del Bernareggi, si può concludere che il procedimento era il seguente: un tondello di rame puro, ricavato da fusione, cui erano stati dati forma e peso voluto, veniva lucidato a specchio, al fine di ottenere una superficie lucida, priva di ossidi. A questo dischetto veniva applicata manualmente con un mezzo di compressione a freddo una sottile lamina d'argento puro preparata in precedenza, curandone la perfetta aderenza al tondello di rame per impedire che tra la lamina d'argento e il tondello penetrasse aria e quindi ossigeno con conseguente formazione di ossidi di rame. Il dischetto così rivestito veniva posto con gli altri analogamente preparati in un contenitore e portato alla temperatura di fusione dell'argento che liquefacendosi avvolgeva uniformemente come una glassa senza crepe né sbavature il tondello di rame sottostante. L'argento fonde a 960,5 gradi mentre il rame fonde a 1083 gradi. Alla temperatura in cui l'argento era fuso il rame sottostante cominciava quindi anch'esso ad ammorbidirsi in superficie per cui si determinava la formazione di una zona intermedia subcorticale di cristalli commisti di argento e di rame. L'argento fuso tendeva lentamente a colare addensandosi in basso per cui lo spessore della rivestitura era un poco maggiore nella parte in basso della moneta. Solidificandosi nel raffreddamento l'argento restava comunque perfettamente e uniformemente aderente e quasi saldato al dischetto di rame grazie alla compenetrazione dei due metalli nella zona di contatto fra loro. Nel corso del raffreddamento, a una temperatura relativamente bassa, si procedeva alla coniazione la cui forte percussione compattava ulteriormente le due componenti della moneta. Grazie a questa tecnica sofisticata si ottenevano monete contraffatte dalla copertura argentea robustissima. Chi scrive ha potuto vedere più di una volta suberati giunti fino a noi dopo duemila anni con la loro copertura ancora pressoché integra e la cui vera natura può essere rilevata soltanto dal peso (il rame ha un peso specifico minore dell'argento). Ci si può chiedere a questo punto che convenienza economica potesse avere lo stato a realizzare falsi di così complessa fabbricazione per risparmiare alla fin fine circa 3 grammi di argento sostituendoli con un peso appena inferiore di rame. Oggi il costo elevato della manodopera, il costo relativamente alto del rame e quello relativamente basso dell'argento renderebbero del tutto antieconomica una simile operazione. Così non era nel mondo antico dove la manodopera servile era abbondante e non costava praticamente nulla e dove l'argento valeva rispetto al rame assai più di oggi. L'unica spesa era quella molto modesta del riscaldamento del metallo fino al punto di fusione dell'argento. Quindi la produzione dei suberati nel mondo romano era operazione assai redditizia. La produzione di monete d'argento suberate, proseguita con maggiore o minore intensità in epoca imperiale, diventa sporadica all'epoca di Comodo per cessare definitivamente con Caracalla quando la progressiva alterazione della lega d'argento toglie ogni convenienza economica alla suberatura. Nel campo delle monete d'oro la presenza di esemplari suberati (evidentemente realizzati con una tecnica diversa) è molto più sporadica e si concentra soprattutto nell'ultimo periodo dell'impero. Nel marasma politico, militare e monetario dell'epoca è probabile che trovassero più agevole campo di azione i falsari privati anche se i pezzi giunti fino a noi dovrebbero essere più a fondo e più sistematicamente studiati per cercare di stabilire la loro probabile origine statale o privata. Giorgio Giacosa1 punto
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qui di seguito la moneta ritrovata da @@loz Taglio: 1 euro Nazione: San Marino Anno: 2006 Tiratura: solo in divisionale Condizioni: BB+ Città: Cuneo1 punto
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Tempo fa partecipai ad alcune aste e cominciarono ad arrivarmi bellissimi cataloghi, a costo zero. Ad un certo punto ho dovuto scrivere di non inviarmeli più, causa esaurimento spazio! Un po' mi è dispiaciuto, perché a volte sono molto belli...1 punto
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Veramente sono basito e anche un po' deluso nel leggere certi commenti. Se io chiedo una cosa il venditore mi deve vendere quella cosa senza che io debba per forza conoscere il prodotto e se mi vende una cosa per un'altra lui e' il solo responsabile senza se e senza ma ed ho tutto il diritto di lamentarmi. Scusate se mi infervoro ma a Piacenza venerdì ai tavoli ho visto e sentito cose ridicole,conservazioni sballate, prezzi che il Montenegro al confronto sembra un ente benefico. Sapete qual'è il problema che oramai ai convegni i venditori seri diminuiscono e vengono sostituiti dai bancarellari da sagra paesana. Ciao1 punto
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riesumo questa discussione.(di cui non vedo piu le foto) :( ieri a piacenza ho comprato anche io questo gettone ...essendo Gallo Insuperabile,non potevo esimermi dal farlo. :D il ritratto del Re per me è molto simile allo scudone del 79.....1 punto
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