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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/16/16 in Risposte
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Una monetina apparentemente banale e facilmente confondibile con quelle del tutto simili e assai comuni a nome degli altri tetrarchi. In realtà è molto rara e le dinamiche della sua coniazione sono utili per comprendere i rapporti tra Costantino e Galerio e l'attività della zecca di Alessandria. Costantino I Cesare , frazione di follis , I° officina della zecca di Alessandria (306-308 d.C.) Dritto: FL VAL CONSTANTINVS NOC CAES, busto laureato, corazzato e drappeggiato di Costantino rivolto verso destra. Rovescio: CONCORDIA MILITVM, Costantino all’atto di ricevere da Giove un globo sormontato da una Vittoriola. Al centro A, in esergo ALE. Riferimento: RIC VI Alexandria 85. Rarità: 8/10. La moneta in oggetto rientra in una delle due soli emisisoni (anche l'altra rarissima) della zecca di Alessandria che vedono raffigurato Costantino I col titolo di Cesare. Fu probabilmente coniata per un breve lasso di tempo compreso tra la fine del 306 e l’inizio 307 d.C, ovvero non prima del 25 luglio del 306 (data della morte di Costanzo Cloro e di elevazione del figlio Costantino I al rango di Cesare) e i primi mesi del 307 allorquando i rapporti tra l’Augusto d’Oriente Galerio Massimiano (che controllava la zecca) e il giovane Cesare Costantino I si compromisero a seguito della pretesa di quest’ultimo di essere riconosciuto come legittimo Augusto d’Occidente. Ne conseguì uno scontro armato che comportò l’interruzione in Oriente delle coniazioni a nome di Costantino I fino al 308. Benché sia accertato che questa tipologia di monete sia stata coniata in ben quattro officine, la grande rarità con la quale esse appaiono sul mercato può essere ragionevolmente spiegata con una produzione assai modesta e discontinua giustificata dagli altalenanti rapporti tra i regnanti. Ricordo, infatti, come proprio le monete erano da considerarsi all’epoca tra i migliori mezzi per far politica e trasmettere un “messaggio” ai propri rivali e al popolo romano. Da un punto di vista metrologico rappresentano praticamente un unicum nel panorama numismatico della Tetrarchia. Con un peso di circa 3 grammi e un diametro di circa 20 mm, queste monete possono essere considerate delle frazione di follis (messo follis? un terzo di follis?); a dire il vero, per peso e diametro ricordano sfacciatamente i radiati di Aureliano e pertanto non è improprio definirle “radiati post-riforma”, dove la riforma è quella del 294 d.C. di Diocleziano che introdusse il follis. Ciò non deve sorprendere, la zecca di Alessandria, ai limiti territoriali dell’Impero e lontana dal Senato, aveva sempre goduto di notevole autonomia nelle proprie emissioni e caratteristiche non apprezzabile altrove.7 punti
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Ciao, mi permetto di aggiungere quella che considero un’addenda alla bella presentazione di @@Titta99 http://www.lamoneta.it/topic/145684-presentazione-powerpoint-monetazione-romana/ nell’ottica di completarla a scopo didattico e spero di discussione. Oltretutto, alla luce della recentissima ottima presentazione di @@Poemenius , http://www.lamoneta.it/topic/146713-pesi-e-misure-nel-tardo-antico/#entry1676909 ne rappresenta il logico prologo (salvo non trattare il travagliato III secolo se non di striscio). In effetti senza che ne parlassimo tra noi (abbiamo una “liaision” culturale per tutt’altre faccende… ;) ), abbiamo avuto entrambi un’idea simile (e infatti il titolo richiama quella sul periodo Tardo-antico). Nel seguente topic tratto parte della svalutazione della monetazione romana nel periodo 2 a.C.(Augusto) – 215 d.C. (Caracalla). Mi limito a queste riforme perché a partire dal III secolo dopo Cristo la spirale inflazionistica subisce un’accelerazione che sconvolge il quadro monetale valido per due secoli che ci permette di rendere facilmente comparabile le varie riforme. Infatti fino alla prima metà del III secolo lo schema di cambio rimane invariato (salvo la scomparsa dei nominali più piccoli probabilmente a seguito della loro svalutazione – analogamente alle odierne discussioni sui 1 e 2 €cents) ovvero: Qualcosa in realtà cambierà pur restando fissi i valori di cambio tra le varie monete. I tenori di metallo fino ed i pesi ponderali, ad esempio. La domanda sorge spontanea: perché accadde? Quale dinamiche portarono al progressivo impoverimento della monetazione circolante?4 punti
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______________ 1990 Unione Sovietica A 30 anni dall'inaugurazione del Matenadaran La biblioteca è un'istituzione culturale che custodisce una collezione di manoscritti antichi in lingua armena e in moltissime altre lingue. Il Matenadaran si trova a Erevan, capitale dell'Armenia, il suo patrimonio conta più di 17.000 manoscritti e circa 100.000 documenti di archivio medievali e moderni. 5 Rubli - Rame/nickel4 punti
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Scendo verso il Ticino a trovare S. SIRO FILIPPO MARIA VISCONTI GROSSO DA UN SOLDO E MEZZO4 punti
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Che ne dite di questa è comparabile a quella postata in precedenza? Forse è anche meglio Grazie3 punti
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______________ 1990 Irlanda 1 Pound - Rame/nickel (questa moneta è ancora convertibile nel paese di origine, equivale ad euro 1,27)3 punti
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Agli ultimi due utenti che personalmente non credo di conoscere, a memoria, e che mi piacerebbe conoscere, chiedo: 1) come mai avete questo pernicioso interesse a voler sapere chi partecipa che non ho visto in altri forum per analoghe iniziative? Non solo, ma questo desiderio di conoscere i partecipanti nel passato mi è stato anche richiesto di non assecondarlo per motivi di sicurezza, quindi se lo faccio rischio anche di prendermi delle sonore strigliate per i motivi sopra esposti. 2) in calce a questo, visto il tono denigratorio con il quale sono stati postati, chiedo la cortesia di astenersi da future analoghe esternazioni; 3) gli organizzatori (Cavicchi, Cavaliere, Nasi ed il sottoscritto) si stanno dando da fare per dare forma e continuità a queste manifestazioni perché credono in questo modo diretto di vivere la numismatica, ma con le caratteristiche che noi commercianti puntiamo ad avere. Onestamente vedere dei commenti così, basati su nulla, fa male e ferisce il nostro lavoro. Invece di stimolare iniziative come queste che puntano a portare vitalità alla numismatica, il messaggio che traspare è totalmente negativo. A questi due utenti chiedo: ma agli organizzatori di Verona o Bologna che non hanno profilo su questo forum chiedete chi partecipa? O ci andate lo stesso? Tanto nessuno vi scriverà chi partecipa in anticipo perché nessuno ve lo dirà. Ed allora chiudo dicendo: partecipate a queste manifestazioni ed incentivatele. Evitate questi chiacchiericci, stimolate la positività della novità, così come è stato fatto nel post iniziale e per altre iniziative analoghe. Comunque ad oggi siamo in circa 25 espositori, solo numismatici. Il nostro desiderio è che prevalga la numismatica e solo questo. Stefano Palma3 punti
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Buongiorno a tutti gli amici. Devo dire che il 2016 è iniziato con dei veri fuochi d'artificio. L'amico Andrea ha aggiungo alla sua bella collezione, uno bel quattrino per Ravenna (R5) del Foscari. Ora questo soldino continua il filotto delle monete rarissime che raramente abbiamo il piacere di vedere. A volte le aste baia Savoca hanno delle interessanti monete, e proprio qui il fortunato acquirente ha pescato. Soldino di Giovanni Mocenigo 1478 -1485.2 punti
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Buongiorno, ecco la piastra che mi mancava tipologicamente, la prima ed enorme moneta emessa a Firenze dopo la repubblica. Cosimo I de' Medici (1569-1574) - Piastra 1573 Zecca: Firenze - Fronte: busto drappeggiato e corazzato del Granduca a destra - Retro: San Giovanni stante di fronte con il volto rivolto a destra alza la mano destra nell'atto di predicare e tiene una lunga croce con la sinistra. 32,40 grammi. Cosimo I figlio di Giovanni dalle Bande Nere, il più celebre condottiero del Rinascimento italiano diventa Duca di Toscana nel 1537. Di carattere assai risoluto (nipote di Caterina Sforza di Pesaro, considerata una delle donne più energiche della storia) sviluppò rapporti politici per garantire prosperità alle fortune della città, eliminando ogni possibile resistenza. Vicino a Carlo V di Spagna concesse favori agli Spagnoli occupanti di parte delle sue terre. Intransigente come governatore del Ducato, limitò molte libertà nelle mura cittadine, e fu al tempo stesso artefice di migliorie nell’agricoltura e nel commercio, ambizioso nel programma urbano e mecenate delle arti; la bellezza delle sue monete sono un esempio. Nel 1555 crea un grande Stato Mediceo con la sottomissione di Siena. Pio V lo riconosce Gran Duca nel 1570. Decisivo fu il ruolo della flotta da lui creata nel 1550 nella battaglia navale di Lepanto nel 1571. I conii di questa moneta sono di Pietro Paolo Galeotti successore di Benvenuto Cellini. la moneta ha patina di monetiere e credo sia un BB/SPL con rovescio molto acceso sullo Splendido. di difficile apparizione sopra il BB questa moneta è entrata in collezione, il 1573 anche data più rara del 1572. saluti fofo2 punti
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Buonasera a tutti, condivido questo acquisto fatto ormai da qualche mese....è una tipologia che non è per niente facile trovar bella. questa come vi sembra? un saluto a tutta la sezione e grazie a chi interverrà. :) marco2 punti
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Secondo me dipende dal tuo carattere. Per come sono fatto io, preferisco avere solo monete che mi emozionino e non che mi mancano. Costo o no, quello è secondario. Siamo collezionisti di storie e di emozioni secondo me, non di ''cel'ho, cel'ho, cel'ho, manca!'' E' una scelta personale eh :)2 punti
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Colleziona x tipologia e non per data, prenditi pezzi rari e belli e non per la quantità.2 punti
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Sapevate che in Gran Bretagna vi sono degli alberi completamente ricoperti di monete? Si tratta dei “wishing trees”, "alberi dei desideri", alberi, cioè su cui dal 1700 in poi vengono inserite delle monete con cui si esprime un desiderio... http://culturetown.org/the-mysterious-coin-covered-wishing-trees-of-britain/2 punti
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Spero che ci siano altri interventi nel tempo ma indubbiamente il cammino della discussione è stato tracciato e se questi sono i risultati dico ad alta voce, viva i Visconti ! Era onestamente da un po' di tempo che non vedevo un interesse e una coralità sul forum per una discussione e per una tematica come in questo caso, noi poi appassionati delle monete milanesi abbiamo sempre un po' faticato però forse questa volta siamo riusciti a trovare le corde giuste e il tema giusto per incuriosire e coinvolgere. Posso dire di averne viste e lette ormai tante di discussioni, alcuni dei veri totem, ma questa sicuramente si avvicina molto a " una perla divulgativa ". Credo che per avere una mole così impressionante di pezzi ma anche commenti ci si debba rivolgere solo al BDN ma in questo caso abbiamo di fronte la Collezione Reale o forse dovremmo rivolgerci a quello che c'è al Castello, che indubbiamente c'è, ma non è catalogato per la parte viscontea e di certo la visione non è da approccio immediato. E quindi viva i Visconti, viva noi che l'abbiamo vissuta, viva la divulgazione numismatica e viva Lamoneta che è la custode di una discussione di questo tipo che navigando su Internet tutti nel tempo troveranno e magari farà anche proselitismo numismatico. Ma viva devo dirlo in questo caso anche il collezionismo privato e quando qualcuno chiederà cosa fa, cosa sta facendo o si domanderà fa poco, non fa abbastanza sicuramente qui troverà una giusta ed esaustiva risposta a questi interrogativi.... Speriamo che questo sia anche di stimolo per altri affinché intervengano di più o magari inizino proprio qui....poi da qualche parte prima o poi tutti dobbiamo iniziare e certamente qui troverete lo spirito e gli interlocutori per proporsi o anche solo domandare...il forum è e deve essere anche poi questo...divulgare, incuriosire e quando si riesce proporre ipotesi...ovviamente insieme.2 punti
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Ma scusa, ti chiami staterepegaso e chiedi a noi? :P Sarebbe come se io chiedessi informazioni su Gallieno... Comunque per quel poco che ne so pare buona anche a me.2 punti
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non ricordo quale dei due ma uno diversi anni fa è andato su InAsta...non mi ricordo il numero del catalogo2 punti
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Buona sera, con queste poche righe volevo umilmente, magari con qualche errore che i più esperti mi perdoneranno, far conoscere ai collezionisti non avvezzi alla monetazione genovese una delle monete simbolo di questo genere: lo Scudo Stretto. Qui sotto l'esemplare nella mia collezione Dritto: +ET+REGE+EOS+1670+ISS (sigla dello zecchiere Io.Stephanus Spinula)+ Verso: +DUX+ET+GVB+REIP+GENV+ La monetazione genovese è molto ampia, basti pensare che la zecca di Genova ha lavorato dal 1139 al 1814 per cui le monete vengono suddivise in base ai periodi storici: in questo caso parliamo del periodo dei Dogi Biennali (1528-1797). In questi due secoli la Repubblica di Genova visse gli anni di massimo splendore della sua storia con una politica interna abbastanza stabile e un aumento dei traffici internazionali. Proprio l’aumento del commercio con l’estero e dei flussi monetari spinsero la zecca a migliorare notevolmente le tecniche passando dalla battitura alla coniazione industriale col torchio (riducendo, se non eliminando, la pratica della “tosatura”). In particolare lo Scudo Stretto venne coniato al torchio a partire dal 1676 e fu la prima moneta che venne realizzata con questa tecnica. Perché parlare proprio dello Scudo Stretto? Innanzitutto perché è la moneta genovese con il maggior numero di date e varianti: basti pensare che è stata coniata dal 1637 a 1725 con 66 anni diversi e 220 varianti! In secondo luogo, ma non meno importante, perché è stata la prima moneta genovese a recare su una faccia l’immagine della Madonna. Dal 1638 scomparve infatti quasi del tutto l’immagine del Castello, che ha caratterizzato le monete genovesi sin dal 1139, e del nome di Corrado II, l’imperatore che diede l’autorizzazione a Genova di emettere moneta. Questo cambiamento potrebbe sembrare solo una modifica estetica ma è invece un cambiamento epocale perché la Repubblica di Genova, con questo atto, volle sottolineare la sua più totale indipendenza rispetto alle grandi potenze europee, in particolare alla Francia e alla Spagna. Per fare questo occorreva che la Madonna venisse ufficialmente eletta "Regina e protettrice di Genova" ( 1637) e si trovò il pretesto quando il Doge Giovanni Francesco Brignole Sale (1582-1637) divenne Re di Corsica. Ora Genova poteva fregiarsi dell’immagine della Madonna sulle monete e allinearsi di nome e di fatto alle altre monarchie. Nacque così lo Scudo Stretto. Dal 1637 al 1649 venne chiamato semplicemente scudo; cambiò nominazione solo nel 1649 con la comparsa dello scudo largo. A differenza di questo, lo scudo stretto ha solo sottomultipli e non multipli: il mezzo, il quarto e l’ottavo. Nel 1638, dopo appena un anno dalla prima emissione, venne ideato una seconda tipologia di Scudo Stretto che rimarrà quella definitiva e la più conosciuta.2 punti
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Carissimi, scusate ma... tutta la legenda ( e non solo...) è chiaramente ribulinata e ripassata, soprattutto nella parte del nome... quindi........ A meno di non trovare un'esemplare non ribulinato uscente dal medesimo conio ( e lo dubito moltissimo) temo che le conclusioni che si potrebbero trarre siano fondate sulla sabbia... Cordialmente, Enrico2 punti
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Cari amici, sconfino in una sezione di cui sono molto ignorante per cercare qualche risposta. Mi occupo di norma di V e VI secolo (romani, bizantini e regni romano barbarici). Il tema del rapporto oro : argento : bronzo è assai dibattuto e si muove (pare) molto nel tempo. Guardando però al regno d’Italia, e poco indietro, mi pare di trovare una stabilità di rapporto AV:AG che supera il secolo di vita. Noto che da Vittorio Emanuele I al 1927 circa, il rapporto rimane pressoché invariato per circa un secolo. Nel mio calcolo che vedete nell’immagine ho ragionato sempre così…ad esempio: 100 lire di AV = 32,25 gr – titolo 900 = 29,025 gr di oro puro 5 lire in AG = 25 gr – titolo 900 = 22,50 gr di argento puro 100 lire di argento puro = 22,50 gr (5 lire) * 20 = 450 grammi Rapporto 29,025 : 450 - ovvero - 1 : 15,5 Quando non avevo sotto mano i dati del 100 lire, ho fatto la medesima cosa con le 80 lire o le 20….. Ora, se ho fatto macroscopici errori, vi prego di correggermi, io sono partito usando un semplice “Gigante” del 2003…. Altrimenti: DOMANDONE (almeno per me…..) In che modo il Regno D’Italia (e i suoi immediati predecessori) furono in grado ti mantenere stabile, fisso ed invariato per 100 anni il rapporto AG:AV in un mercato come quello del XIX secolo, se questo risultava quasi impossibile nei secoli del tardoantico? Quale politica economica impedì le ovvie fluttuazioni nel rapporto? Potete illuminarmi? Grazie infinite a chiunque mi risponderà…o correggerà gli errori di calcolo….tutto sarà d’aiuto. Un caro saluto Alain2 punti
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Vedo che stai facendo autonomamente le tue ricerche :-) In realtà sul forum stesso è stato pubblicato molto a riguardo degli anni. La novità dell'800 è che lo stato, partire da un certo momento in poi è abbastanza forte da poter imporre la circolazione fiduciaria della moneta. Ciò è agevolato soprattutto dal nascere dell'unione monetaria latina: https://it.wikipedia.org/wiki/Unione_monetaria_latina che ha permesso di standardizzare le monete coniate in europa e di eliminare la concorrenza tra valute diverse. All'interno degli stati nazionali circolavano solo monete dello stesso stato o di paesi aderenti all'Unione Monetaria Latina (UML). Negli anni 50 e 60 dell'800, come dicevo la corsa all'oro californiana portò alla svalutazione dell'oro con la conseguente sovravalutazione in relativo dell'argento, la risposta dell UML, fu quella di abbassare il titolo delle monete in argento da 900 millesimi a 835. Cito il link di wikipedia: la maggiore scarsezza relativa dell'argento rispetto all'oro modificò il prezzo relativo dei due metalli. Il valore commerciale dell'argento divenne maggiore del suo valore legale. La differenza tra questi due valori rappresentava un premio sul metallo. Quando il premio coprì i costi di rifusione, di coniazione e di trasporto, divenne vantaggioso passare alla tesaurizzazione o all'esportazione delle monete d'argento. Il ritiro delle monete d'argento causò una crisi delle regole e della circolazione monetaria, in assenza di monete in quantità sufficiente. A questo riguardo, per la Francia, la diminuzione della coniazione in argento tra il 1856 e il 1864 è significativa: Anno Coniazione in argento Coniazione in oro 1856 54,4 508,24; 1857 3,47 572,56 1858 8,63 488,67 1859 8,38 702,70 1860 8,08 446,04 1861 2,52 84,66 1862 2,51 210,16 1863 0,25 230,20 1864 0,16 273,84 a partire dagli anni 70 invece fu l'argento a crollare, con un crollo ben rappresentato dal grafico da te messo, e la perdita dello storico rapporto con l'oro. Per rispondere a questa nuova sfida si decise infine di passare al monometallismo aureo. Ossia il valore della moneta era basata solo sul suo controvalore in oro, e non più su quello dell'argento, che assume valore fiduciario. Il valore della lira, così come del franco, era rappresentato solo dall'oro (teorico) in essa contenuto. Ad esempio la lira italiana così come le altre valute dell'UML valevano 0,290322581 grammi d'oro (anche se emesse in argento 835) e così via. Tieni conto che questa imposizione potè essere fatta solo perchè in presenza di forti stati nazionali e di accordi internazionali. La capacità di uno stato di imporre la circolazione fiduciaria di una tale massa di moneta era poi il prodromo di quello che sarebbe venuto dopo. Si comincia col far diventare l'argento fiduciario, e le banconote vengono emesse in virtù del controvalore in oro che doveva essere mantenuto in banca. Coi decenni anche la banconota diventerà fiduciaria, con la perdita di qualsiasi controvalore reale della moneta che oggi conosciamo.2 punti
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______________ 1990 Unione Sovietica 5 Rubli - Rame/nickel Peterhof Palace a San Pietroburgo2 punti
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Vi lascio intanto questi dati sui quali formulare le vostre riflessioni. In seguito proporrò alcuni altri dati. Ciao Illyricum ;)2 punti
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uno l'ho comprato da Negrini qualche anno fa, ma non ho la foto... ad ogni modo credo che fosse più raro un tempo, resta comunque una bella rarità. Più raro è quello con S. Apollinare, oltre che più affascinante secondo me.2 punti
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Aggiungo FILIPPO MARIA VISCONTI GROSSO CRIPPA 7 R - TOFFANIN 155 RR Moneta molto larga con tutte le leggende, difficile reperire in queste condizioni.2 punti
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Quello che non t'aspetti: taglio 50cent paese sanmarino anno 2002 tiratura 235.400 (75.400 circolanti) condizioni bb+ città trieste2 punti
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Repubblica Democratica Tedesca, 5 mark 1990, rame-nickel-zinco; commemorativa del 500° anniversario del servizio postale tedesco (una delle ultime monete emesse dalla DDR)2 punti
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Ma come sapete il collezionista è fatto per cadere in tentazione e quando si presentò un grosso non tosato alla Varesi 66, eccoci qui :blum: , con tutte le leggende ben evidenti con un confronto decisamente difficile a questo punto.... Divulgazione, racconti, Milano....credo che con questa discussione siamo vicini ai massimi....la lasciamo per gli innamorati dei Visconti, di Milano, delle monete e ovviamente anche per quelli che arriveranno....2 punti
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PARLIAMO DI MONETE Vediamo un po’ di pesi e misure “teoriche” e ovviamente in modo non dogmatico, infatti le variazioni sono poi molteplici….comunque: Festaureus A volte si parla di queste monete come di “aurei” ma non è propriamente corretto….in ogni caso: 1+1/5 solidi 28,8 carati-silique di peso 1/60 sulla libbra 5,40 grammi circa Solido Moneta d’oro. 1/72 sulla libbra 24 silique-carati di peso 1/6 di oncia 4 scrupoli 4,45 gr. circa Semisse Moneta d’oro. ½ solido 1/144 sulla libbra 12 silique-carati di peso 1/12 di oncia 2 scrupoli 2,28 gr. circa Tremisse Moneta d’oro. 1/3 solido 1/216 sulla libbra 8 silique-carati di peso 1/18 di oncia 1 e 1/3 scrupoli 1,50 gr. Scarsi circa Da notare non a caso che in ambito franco, appariranno tremissi marcati VII “silique” e “solidi” da XX e XXI silique…. Per non parlare di quelli bizantini da 23 silique o meno…tema troppo ampio, ne riparleremo J Miliarense Pesante Moneta d’argento 1/1000 sulla libbra d’oro 1/60 sulla libbra d’argento 14:1 in rapporto con un solido (dato assai dubbio in realtà) 5,40 grammi circa 2 cosiddette “silique pesanti d’argento” nel senso della moneta Miliarense Leggero Moneta d’argento 1/72 sulla libbra d’argento 4,45 grammi circa 2 cosiddette “silique leggere d’argento” nel senso della moneta La cosiddetta “siliqua” nel senso della monetina d’argento Ora, dopo quello che abbiamo detto, appare evidente che questo nome non era di certo quello della monetina in questione….ma del seme di carrubo / carato. Inoltre capiamo subito perché qualcuno ha stabilito un rapporto 1/24 tra solido e “siliqua”…eccerto, il solido era fatto da 24 silique-carati d’oro!!!! Qua abbiamo: monete coniate a 1/96 sulla libbra d’argento – 3,40 gr circa monete coniate a 1/144 sulla libbra d’argento – 2,27 gr circa monete coniate a 1/216 sulla libbra d’argento – 1,50 gr circa ….tutte chiamate “siliqua”…che bella confusione…. Quindi…fare quadro è davvero dura…. Nummo Tema dibattutissimo, ma prendiamo come punto di partenza, per non perderci, un peso teorico pari a: 6 silique-carati = 1 scrupolo – almeno diciamo alla prima metà del V sec. A fine IV secolo – 1 nummo = 6000 denari di conto2 punti
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Ciao! E bravo Fabrizio. Le poche lettere della legenda che si vedono nel soldino del Mocenigo, soprattutto nel rovescio, la loro forma così minuta, "stilizzata", hanno colpito anche me. Adesso, di ritorno dall'ufficio, mi sono documentato un po' .... non è moneta che si vede spesso, men che meno si ha l'occasione di averla in mano. Ho dato un'occhiata sul Montenegro, sperando ci fosse una foto ed in effetti c'è e per quanto si possa vedere, mi pare che le lettere abbiano una sezione un po' più grossa. Anche qui si riportano le iniziali dei massari AFF e FF. A onor del vero mi sembrano pochini 2 massari in 7 anni di dogato, quindi non si può escludere che ce ne siano altri non censiti... Dubbi sulla sua originalità? Tutto può essere, giacché vengono citati dei falsi ad opera del Cigoi, ma non mi sembra questo il caso. saluti luciano1 punto
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@@Silver1970 Ho oscurato il post 35 in quanto contenente palesi insinuazioni sull'operato e la professionalità di una nota casa d'aste e quelli polemici verso un altro utente. Ritengo che la discussione non abbia a questo punto altro da dare visto che le valutazioni ci sono state e gli interventi sui dubbi espressi sono stati chiari. Chiudo1 punto
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Anche questa monetina è considerata R5. I dati ponderali forniti da Savoca sono i seguenti: grammi 0,27 e millimetri 13. Questi dati sono in linea con i ponderali medi. Questo soldino è da ritenersi l'ultimo con l'iconografia. Esiste sì, come può confermarmi l'amico Luciano, il soldino di Agostino Barbarigo (con le iniziali sotto il leone) ma è ritenuto da molti una prova avendo poi la zecca emesso il soldino o marchetto con il LAVS TIBI SOLI.1 punto
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Certo, stiamo finendo di digitalizzare un'altra importante testata... Spero di concludere i lavori entro l'assemblea della SNI.1 punto
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possono essere molteplici le spiegazioni ma in questo caso credo sia stato utilizzato un conio precedente e "rinfrescato" riincidendolo probabilmente non anno ricoperto bene la G precedente. a conferma di questo il fatto che anche sotto la data il 7 è sopra al 5 precedente anche questo cancellato malamente.1 punto
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Ciao Enrico, tutti gli esemplari che sono su acsearch, presdentatno sempre la palma dopo la O... il conio del diritto, invece, è, nei limiti, sempre diverso: Ti posto degli esempi1 punto
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Da notare in questa moneta la mancanza più assoluta del biscione, considerato ovviamente troppo collegato alla casata viscontea per apparire su una moneta emessa dal nuovo ordine politico...l'identità è iconograficamente relegata al solo santo al rovescio, elemento religioso ed apolitico!1 punto
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scusa, non capisco cosa c'entra la scivolatura con il torchio. a me sembra battuto al martello1 punto
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La risposta al quesito è molto complessa. Le cause dell’inflazione dell’Impero sono multifattoriali (economiche, sociali, militari, etc..) ed è una delle concause che a sua volta porta al progressivo crollo della struttura imperiale. Eccone solo alcune: Aumento dei costi dell’esercito . Questo dato verrà riportato nelle schede sotto forma di paga/anno pro-capite considerando come parametro di riferimento la paga dei legionari. E rimangono esclusi dal computo i frequenti donativi erogati dall’Imperatore all’esercito. Che seppur una-tantum pesavano sulle finanze dello Stato. Progressivo rallentamento dell’espansionismo romano che comportava costi ampiamente compensati dal reperimento di materie prime/beni di pregio sotto forma di bottino (es.conquista della Dacia) Impossibilità dell’Impero di creare uno sviluppo economico endogeno indipendente dalle conquiste militari in un quadro economico basato sì anche su commercio e produzione ma buona parte sull’agricoltura Controllo dei territori imperiali a fine difensivo con aumento del numero degli effettivi dell’esercito. Possiamo considerarla una spesa improduttiva in quanto da un punto di vista economico comportava un costo che non fruttava direttamente ricavi. Questi c’erano sotto forma di tasse dai territori e di prevenzione dei danni economici nelle aree eventualmente soggette ad invasioni/devastazioni ma non portavano introiti sufficienti a compensare le uscite. Guerre contro nemici potenti (es. Parthi e Sasanidi) con conseguente grande dispendio di risorse militari e monetali. In un’economia improntata sullo sfruttamento della forza lavoro umana e immutata nel tempo, il minor reperimento di schiavi e la loro diminuzione in numero con conseguente innalzamento del relativo costo d’acquisto comportò un aumento generalizzato dei prezzi (maggior spesa per la produzione à maggior aggravio di costo del prodotto finito) La maggior parte della ricchezza era detenuta da un numero limitato di persone di ceto superiore. A mio avviso, progressiva minor produttività dell’industria estrattiva con diminuzione della disponibilità di materie prime di pregio dovuta all’esaurimento dei giacimenti maggiori durante il Primo Impero. « Quello che accade a las Medulas è molto più del lavoro di Giganti. Le montagne sono perforate da corridoi e gallerie create a lume di lampada [...]. Per mesi le miniere non sono illuminate dalla luce del sole e molti minatori muoiono all'interno dei tunnel. Questo tipo di miniera è stato definito Ruina Montium. Le spaccature createsi all'interno della miniera sono talmente pericolose che è più semplice trovare la purpurina o le perle in fondo al mare che scheggiare questa roccia. Con che pericolo abbiamo costruito la terra! » (Plinio il Vecchio). Lo stesso Plinio affermò anche che 20.000 libbre d'oro venivano estratte ogni anno. 60.000 lavoratori liberi vennero impiegati in scavi che produssero 5 milioni di libbre nel corso dei 250 anni di attività della miniera (corrispondenti a 1.635.000 kg d'oro). Una testimonianza di ciò si può ricavare osservando la produzione di Piombo (ottenuto come scarto della produzione argentea dalla galena) sulla base dei carotaggi nei ghiacci della Groenlandia. 9. Aumento dei costi dell’apparato burocratico 10. Altre cause che non approfondisco in questa sede.1 punto
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Anonymous. Ca. 215-212 B.C. AE uncia (22.3 mm, 9.15 g, 11 h). Post-Semilibral standard. Rome mint. Helmeted head of Roma right; pellet behind / ROMA, prow of galley right; pellet below. Crawford 41/10; Sydenham 108. aVF, black patina.1 punto
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Buongiorno a tutti, mi permetto di intervenire dopo aver avuto uno scambio di email con Silver1970. In queste email gli ho spiegato, come fatto anche da Il Numismatico, la differenza tra foto che si vedono a video e quelle stampate. Le prime vengono generalmente sempre bene, le seconde richiedono una particolare cura perché quando si va in stampa il risultato potrebbe essere diverso dalla realtà. Quindi si cerca un giusto compromesso per avere una qualità di stampa accettabile. L'unica cosa che ci tengo a sottolineare è che le foto NON vengono alterate per indurre i clienti a comprare, nascondendo difetti od altro. Questo sarebbe un comportamento grave e non accetto quindi che si possa lasciare in sospeso questa accusa. Che la conservazione possa essere opinabile ci sta e come detto anche da altri sono sempre stato, e sarò sempre, a disposizione se ci fosse qualche problema o incongruenza. Ma ribadisco che non accetto accuse di secondi fini o cose simili. Buona giornata a tutti1 punto
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Perdonami per essere pignolo ma, ad essere precisi nel 1638 tra lo scudo del I tipo e quello del II venne coniato un altro esemplare di scudo stretto , quest'ultimo è praticamente identico a quelli del II tipo salvo per il volto della Beata Vergine Maria che ha lo sguardo piu verso il basso rispetto ai successivi , a guardare il volto di Gesù. Non la si può definire come un altra tipologia ma , come una variante ( che molto spesso passa inosservata nelle aste .. )1 punto
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http://www.ebay.it/itm/NOVITA-Catalogo-sulle-medaglie-italiane-dell800-risorgimento-di-A-Brambilla-/301219724417?hash=item4622183c81:m:mbAFz2iXjk6Yi-svEtm0N3w :blum:1 punto
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Salve, Acsearch.info è un'ottima risorsa per avere un'idea dei prezzi di realizzazione delle monete che cerchi. Nelle aste è difficile che i prezzi siano irragionevoli, se cosí fosse andrebbero deserte. Il problema lo hai se ti ritrovi a duellare con collezionisti determinati poichè il prezzo può andare ben oltre il valore medio. Io, per esempio, mi faccio un'idea su acsearch e poi fisso un budget. Se la moneta va oltre il budget la lascio andare con serenità. Su un altro post stavo appunto commentando che i grossi matapan negli ultimi 3 anni hanno visto un aumento considerevole del loro prezzo di acquisto. Saluti A.1 punto
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La soluzione potrebbe essere quella di temporeggiare... ...ovvero iniziare a vederne il più possibile di queste monete mancanti a convegni ed in qualsiasi altra occasione... così facendo (osservando) risparmi e quando ti si presenterà il pezzo che fa per te lo riconoscerai prontamente ed avrai in serbo la cifra necessaria.....1 punto
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Ciao @@Anniovero, attenzione.. http://www.forgerynetwork.com/asset.aspx?id=~x~nzqWs7VqRg= Saluti Eliodoro1 punto
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Sono passati 50 anni ora (yikes!) sin da quando ero un ragazzo sul sedile posteriore su un lungo viaggio in auto, naso seppellito nel mio primo Redbook—un'edizione 1967, comprato nella tarda estate del 1966. Mi ricordo di fare conoscenza con le figure di tiratura delle monete del mio paese. Alcuni di questi numeri fatto un'impressione immediata su di me. Alcuni di quei numeri che non ho mai dimenticato. 484.000 1909s VDB Lincolns. 264.000 1916d Mercuri. 52.000 1916 Standing Liberties. 24 1894s Barber dimes. 24! Cosa è, c'erano circa 200.000.000 americani entro la metà del 1960, e Numismatica era un hobby molto popolare—qualcosa come la raccolta di euro nel primo decennio della nuova moneta europea. 24 1894s Barber dimes. Magia. Per me e per milioni di altri americani ragazzi e ragazze. Così un mezzo secolo più tardi, $2.000.000? A buon mercato! :D v. ------------------------------------------------------------------ It has been 50 years now (yikes!) since I was a boy in the back seat on a long car trip, nose buried in my first Redbook—a 1967 edition, bought in the late summer of 1966. I remember making acquaintance with the mintage figures of my country’s coinage. Some of those numbers made an immediate impression on me. A few of those numbers I’ve never forgotten. 484,000 1909s VDB Lincolns. 264,000 1916d Mercuries. 52,000 1916 Standing Liberties. 24 1894s Barber dimes. 24! Thing is, there were about 200,000,000 Americans by the mid-1960s, and coin collecting was an extremely popular hobby—something like euro-collecting in the first decade of the new European currency. 24 1894s Barber dimes. Magic. For me, and for millions of other American boys and girls. So a half-century later, $2,000,000? Cheap! :D v.1 punto
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Del dime 1894-S, una delle assolute rarità della monetazione americana, ho parlato qui http://www.lamoneta.it/topic/127829-its-only-a-dime/?p=1468864 Il realizzo di quasi 2 milioni di dollari non deve sorprendere (sempre, naturalmente, ragionando su scala americana, da noi cifre simili sono impensabili), nel mio post segnalo un esemplare venduto nel 2013 in trattativa privata per una cifra quasi sicuramente superiore. petronius :)1 punto
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Stato libero e sovrano, giustissimo, esattamente come lo era lo Stato Pontficio, oppure il Gran Ducato di Toscana, (Lombardo Veneto segue una differente giustificazione storica; guerra di liberazione dall'oppressore straniero). Sarebbe semplice e facile risponderLe da Padano (anche se un quarto partenopeo mi scorre tra le vene) che non è stato un affare neppure per il Settentrione accollarsi il Regno delle Due Sicilie, perchè una volta spogliato delle sue ricchezze di liquidità ne rimaneva ben poca cosa. Oggi probabilmente di tanti efferati crimini non ne sentiremmo parlare: mafia, camorra, 'ndrangheta, sacra corona e via amenamente discorrendo. Il debito della nota Cassa del Mezzogiorno non sarebbe sulle spalle di tutti per non parlare di un malessere endemico, che oggi grava sull'intera Nazione. L'Italia è unica ed indivisibile, con buona pace di tutti. Questi sono luoghi comuni, non hanno nulla a che vedere con la numismatica e con il revisionismo storico. Non andrei oltre. Scivolare nella diatriba personale è un attimo, e lo spettacolo non è edificante. Torniamo a parlare di monete, di belle monete come a Napoli sapevano fare, di grandi incisori e maestri nell'arte di incidere l'acciaio. Napoli vanta una tradizione di Perger, Arnaud, Rega, Morghen, Catinacci, solo per citarne alcuni; ed un periodo settecentesco che ha espresso le più belle e varie monete dell'intera penisola (Italia). Parliamo di questo, c'è da imparare.1 punto
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