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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/12/16 in Risposte

  1. Complimenti a tutti, sono rimasto colpito dall'entusiasmo che aleggiava in questo convegno. Ottima l'organizzazione, piacevolissima la sede, e stupenda la conferenza. E' stato meraviglioso poter rivivere tanta armonia con gli amici di sempre, stimolante nel vedere tanti giovani affascinati, e impressionante la tenacia e la passione di Mario (Dabbene), carissimo come vedi gli sforzi tuoi e degli organizzatori sono stati premiati, un convegno da ricordare e magari anche da emulare.. Eros
    8 punti
  2. È un caso curioso che incontro per la prima volta per cui, da studioso, ringrazio Luciano per avermi coinvolto :). Ho osservato le vostre foto e sono giunto ad una conclusione attingendo a nozioni di metallurgia e di fisica. Non si tratta di una traccia guida per incidere la legenda sul conio perché troppo irregolare e in alcuni casi frammentata, ma ho osservato che in tanti casi la traccia passa esattamente per le cuspidi dei caratteri. Si tratta probabilmente di una frattura del conio avvenuta per "fatica". Tale condizione potrebbe derivare da innumerevoli fattori come il progetto errato del conio (interferenza del diametro del conio rispetto alla spalla che produce la rigatura del bordo, errato trattamento termico del conio o scelta errata del metallo utilizzato per confezionarlo, eccessiva pressione di spinta del conio, etc.). Occorre sapere che il punto in cui il tondello subisce la spinta massima è il bordo che, spinto contro la corona che produce la rigatura, per la seconda legge di Newton, restituisce una forza pari ma di segno opposto. Tale forza quindi si ripercuote di rimando sui coni che, se progettati male o confezionati malamente (errato trattamento termico), possono cedere. Le cuspidi dei caratteri incisi sul conio sono i punti più favorevoli per far partire la frattura circolare (se prendiamo uno scarico quadrato realizzato su una piastra Metallica, l'eventuale frattura partirà con maggiore facilità dagli spigoli interni dello scarico sulla piastra). Spero di essere riuscito a farmi capire ?
    4 punti
  3. @@Lay11 Pensa che per prenderla sono andato a Firenze in frecciarossa,se faccio il conto ho speso più' di treno che della monetina ma noi siamo una categoria un po' strana... Ciao
    3 punti
  4. Zecca: Milano Autorità emittente: Filippo II di Spagna duca di Milano, 1554-1598 Nominale: Doppia da gr. 6.46 Metallo: Av Rarità: RR Anno 1578
    3 punti
  5. Anche io metto un pezzo mio (ma se ne trovano di mooolto più belli). Allo specchietto, secondo me perfetto per la discussione e per farci avvicinare a monetazioni che non conosciamo bene, aggiungerei anche una voce "Note", per descrivere in due righe la particolarità del pezzo postato. Zecca: Venezia Autorità emittente: Alvise I Mocenigo doge (1570-1577) Nominale: Giustina da 40 soldi (2 lire) Metallo: Ag Rarità: C Anno: 1575-1576 (la data si desume dalle iniziari del massaro all'argento, M C - Marco Corner - in carica in quel periodo). Note: la rappresentazione di Santa Giustina martire, patrona di Padova, venne scelta in quanto la sua festa ricorre il giorno della battaglia di Lepanto, 7 ottobre 1571. In seguito, verranno emesse numerose "giustine" di differenti nominali, fino alla fine della repubblica.
    3 punti
  6. Comincio io per rompere il ghiaccio! Sul catalogo ci sono foto di pezzi migliori del mio, ma non vorrei "rubarle" ad altri utenti che vorranno eventualmente postarle! Potremmo impostare uno specchietto standard del tipo: Zecca Autorità emittente Nominale Metallo Anno Rarità Note Zecca di Casale Guglielmo Gonzaga Quarto con Sant'Evasio e busto a sinistra Mistura 1578 R3 Edit, modifico lo specchietto come giustamente suggerito da gigetto13!
    3 punti
  7. Ringrazio acraf per il suo post. In effetti la tipologia in questione (Noe 311) sembra essere una chiara evidenza per un culto locale di Acheloo a Metaponto. Sulla base della teoria degli epiteti locativi, fu probabilmente venerato come Acheloos Casuention, come già indicato da acraf. Come giustamente sottolineato da Valteri, la moneta in questione fu emessa "nel periodo immediatamente seguente alla monetazione incusa", dato confermato dalla osservazione di Noe, per cui il conio di diritto è lo stesso usato per la serie Noe 261, una delle ultime tra quelle incuse. L'iscrizione al rovescio: Axeloio Aetlon. Probabilmente celebra l'istituzione di giochi in onore di Acheloo (come atto di espiazione) dopo lavori di regimentazione delle acque nella chora della polis, archeologicamente attestate proprio alla metà del V secolo (contemporaneamente all'emissione in questione); prima di quelle opere la zona era continuamente soggetta a disastrosi allagamenti. La pratica di onorare Acheloo come atto espiatorio dopo lavori di bonifica era diffusa nel mondo greco. Pausania (I.42.2) ci racconta del tiranno di Megara, Teagene, che innalzò un altare in onore di Acheloo dopo aver deviato il corso del fiume locale. In pratica, per gli antichi greci, ogni volta che si deviava un fiume era come infliggere ad Acheloo ancora una volta la lesione del corno strappato da Eracle, quindi si sentivano spinti a chiedergli perdono, ad espiare, con la costruzione di altari e la celebrazione di riti o giochi sacri. La maggiore sostenitrice di questa ipotesi sull'uso della immagine di Acheloo è Helga Di Giuseppe ("I riti del costruire nelle acque violate"), la quale estende la sua interpretazione, forse in maniera un po' forzata, a qualsiasi zecca italiota o siceliota che usò coniare tori androprosopi. A suo parere, ogni volta che un fiume locale venne deviato o regimentato, la Comunità adottò l'iconografia sulla sua moneta, come una forma di compensazione per la divinità ferita. Così i tipi coniati rappresenterebbero sia una forma di propaganda politica sia un atto di riparazione religiosa delle comunità locali. Dunque in sintesi Di Giuseppe sostiene che l'immagine del toro androprosopo non si limiterebbe a rappresentare il fiume locale, come molti studiosi suggeriscono, ma invece rappresenterebbe il fiume locale deviato e irreggimentato, che pertanto diventa come Acheloo, un dio ferito a cui chiedere perdono. Metaponto è l'unico caso noto di numismatica in cui vediamo una rappresentazione di Acheloo come un uomo barbuto con le corna di toro e orecchie bovine. (La stessa zecca emise anche dioboli d'argento con una testa di toro androprosopo di profilo, che è la prima attestazione occidentale per lo schema di profilo, probabilmente derivato dai tipi in elettro dell'Asia Minore mediante Kyrene. Le zecche Akarnane adotteranno lo schema dei dioboli metapontini solo 10 o 20 anni dopo.) Tornando però allo schema inusuale dello statere, si tratta in effetti di una raffigurazione che, pur rara nelle arti visive, ricalca la rappresentazione di Acheloo come riportato nelle fonti letterarie antiche (stranamente, la forma di toro androprosopo, così diffusa nelle arti visive, non è mai menzionata dagli antichi autori.).... Alcuni esempi: Ovidius Naso, Metamorphoses: http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.02.0074%3Abook%3D9%3Acard%3D1 Ovidio non descrive mai la forma di toro androprosopo per Acheloo (menzionato ai versi IX, 68 e 96 ), ma ne descrive solo la sua trasformazione in "Tauro" (IX, 80, 81): "Sic quoque devicto restabat tertia tauri forma trucis: tauro mutatus membra rebello." Esiodo, Teogonia. http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0129%3Acard%3D337 Nomina Ἀχελώιόν al verso 340, tra una lista di divinità, senza descriverlo. Sophocles, Trachiniae: http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.01.0195 Ἀχελῷον è nominato al verso 9, e subito dopo Sofocle ci descrive le sue trasformazioni: "μνηστὴρ γὰρ ἦν μοι ποταμός, Ἀχελῷον λέγω, ὅς μ ̓ ἐν τρισὶν μορφαῖσιν ἐξῄτει πατρός, φοιτῶν ἐναργὴς ταῦρος, ἄλλοτ ̓ αἰόλος δράκων ἑλικτός, ἄλλοτ ̓ ἀνδρείῳ κύτει βούπρῳρος: ἐκ δὲ δασκίου γενειάδος κρουνοὶ διερραίνοντο κρηναίου ποτοῦ. Dunque Acheloo è descritto nelle fonti antiche come toro, come serpente, e come uomo con protome taurina, mai come toro androprosopo o androcefalo. In effetti l'unica fonte antica che siamo riusciti a rintracciare in cui venga descritto un toro androprosopo è empedocle (βουγενῆ ἀνδρόπρῳρα / ἀνδροφυῆ βούκρανα), tuttavia nel passaggio in questione il filosofo ci sta descrivendo la sua zoogonia e la forza dell'Amore che unifica le cose, dunque nulla a che fare col mito di Acheloo. Dal mio punto di vista la forma del toro androprosopo venne preferita da pittori e incisori perché poteva meglio rappresentare la "trasformazione" di Acheloo, una specie di fotogramma del momento in cui si sta tramutando in toro, non esattamente una forma statica della sua rappresentazione. In ogni caso stiamo parlando di una divinità mutliforme, la cui rappresentazione non deve essere vista come legata in modo indissolubile ad una data iconografia. Inoltre, vale la pena notare che la più antica immagine cultuale di Acheloios scoperta in Grecia continentale non era rappresentata come toro androprosopo; Si tratta del Acheloos Peplophoros: una statua, in cui Acheloios è raffigurato come uomo barbuto che indossa abiti femminili (HP Isler, "Acheloos," in CMIL, No.77, MM Lee, "Acheloos Peplophoros" in Hesperia, Vol.75 (2006), 317-325). La statuetta è datata tra il 480 e il 450 aC ed è stata trovata insieme ad un'iscrizione che denomina la figura come "Acheloios" (IG XII, 9, 135), probabile marcatore di confine di un santuario locale dedicato ad Acheloo e le ninfe. Un altro esempio di rilievo votivo da Atene, datato alla fine del 5 ° secolo aC, mostra Acheloo raffigurato come un essere umano con corna (H.P. Isler, "Acheloos," in CMIL, n. 210). Per ulteriori esempi di Acheloios come essere umano cornuto sui rilievi attici si veda H.P. Isler, "Acheloos," in CMIL, n. 211-212. Saluti :) Nico
    3 punti
  8. E infatti all'estero non si usano. Prendete un qualsiasi catalogo, di quelli che vanno per la maggiore, dei paesi (anche) numismaticamente più importanti: il Gadoury francese, lo Spinks inglese, il Red Book amerricano, il Battenberg tedesco. In nessuno di essi troverete una sola indicazione dell'indice di rarità di una moneta (solo, saranno indicate le monete uniche), il collezionista potrà dedurla dalla tiratura e dalle valutazioni economiche, nonché dalla sua esperienza personale. Da noi, invece, c'è un accanimento su questo dato che, a mio parere, giova molto di più al commerciante che al collezionista. Sono del tutto d'accordo che se anche si modificassero (in meno) i gradi di rarità di alcune monete, il mercato non recepirebbe questa diminuzione, e il collezionista si ritroverebbe cornuto e mazziato, pagherebbe lo stesso prezzo per una moneta, formalmente, più comune. petronius
    3 punti
  9. Ciao. Il concetto di rarità applicato alle monete mi sembra un dato inutile. Lo è da un punto di vista scientifico in quanto, trattandosi di un concetto largamente opinabile, non è utile a ricostruire con esattezza il quantitativo effettivamente disponibile di una data moneta. Tranne nei casi in cui si conoscono solo uno o due esemplari (ma allora basta scrivere "uno o due esemplari conosciuti"), nella maggioranza dei casi il dato sulla rarità è sempre discutibile. Ma lo è anche da un punto di vista commerciale, perché se anche procedessimo, come mi pare proponga Domenico (elledi), a "riformare" i gradi di rarità di talune monete che sembrano essere molto meno rare di quanto la sigla che le accompagna abitualmente voglia significare, dubito che il mercato, solo per questa ragione, sarebbe disposto a rivedere al ribasso i prezzi Insomma e per fare un esempio pratico, se modificassimo da R a NC il grado di rarità dello scudo dell '11, che a me pare tutto fuorché raro, dal momento che non c'è commerciante che non ne abbia almeno qualche esemplare in qualunque momento, non so se in base alla sola riduzione del grado di rarità ci si possa attendere una riduzione di prezzo. Personalmente ne dubito. D'altro canto, se la riduzione del grado di rarità dovesse invece spingere il prezzo in basso, i primi a non accettare la "retrocessione" sarebbero proprio i mercanti, he continuerebbero a "battezzare" le monete con i gradi tradizionali, per non "sgonfiare" il prezzo della moneta. In conclusione: l'indicazione del grado di rarità è forse il dato più inutile che si utilizza per descrivere una moneta. Salute. Michele
    3 punti
  10. Qui: (da: http://www.bergamopost.it/chi-e/era-sto-san-silvestro/) É uno degli affreschi con le Storie di San Silvestro, presenti nell'omonimo oratorio della basilica dei Ss. Quattro Coronati a Roma. Qui il Santo papa è a cavallo, sotto l'ombrello-gonfalone, scortato dall'imperatore Costantino. XII secolo. Prima presenza nota del gonfalone nell'arte.
    3 punti
  11. Nel leggere un recente post apparso nella sezione Monete Imperiali Romane , mi e' sorta spontanea la curiosita' di sapere se e quali misure di soccorso siano state prese da Tito nei giorni successivi alla devastante eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei , Ercolano e Stabia . L' unica fonte vicina ai fatti e' quella di Svetonio che scrisse le Vite dei dodici Cesari ; quando il Vesuvio erutto' era un bambino di nove anni per cui qualcosa forse ricordo' direttamente della catastrofe , quindi leggendo la Vita di Tito , tomo VIII , 3-5 , veniamo a sapere che : "Durante il suo principato accaddero alcune sciagure fortuite e dolorose , come l' eruzione del monte Vesuvio in Campania , un incendio della durata di tre giorni a Roma e ancora una epidemia piu' grave di tutte le precedenti . In tante e tali calamita' dimostro' non solo la sollecitudine propria di un principe , ma anche un singolare affetto paterno , sia quando consolava la popolazione con i suoi editti , sia quando portava tutti gli aiuti che erano in suo potere . Trasse a sorte tra i consolari coloro che dovevano incaricarsi della restaurazione della Campania ; per la riedificazione delle citta' distrutte uso' i beni di quelli che erano periti nell' eruzione del Vesuvio senza lasciare eredi ........" Svetonio purtroppo non e' molto espansivo nel raccontare realmente lo stato delle tre citta' distrutte , ma probabilmente cio' non rientrava nello scopo dell' opera . Altra testimonianza più rilevante su ciò che accadde in quei giorni è data da Plinio il Giovane che si trovava in quei giorni a Miseno con la sua famiglia e che trent' anni dopo descrisse l' evento all' amico Tacito : « Si elevava una nube , ma chi guardava da lontano non riusciva a precisare da quale montagna : nessun' altra pianta meglio del pino ne potrebbe riprodurre la forma . Infatti slanciatosi in su in modo da suggerire l' idea di un altissimo tronco , si allargava poi in quelli che si potrebbero chiamare dei rami » In questa lettera Plinio il Giovane riferì anche le testimonianze sulla morte dello zio Plinio il Vecchio . Lo zio si era diretto ad Ercolano per andare ad aiutare la famiglia dell' amico Cesio Basso : egli provò a raggiungere la località vesuviana via mare , ma dovette cambiare rotta a causa del ritiro improvviso delle acque , per cui si diresse verso Stabia dove approdò , facendosi ospitare da Pomponiano . Tuttavia, anche questa cittadina venne colpita dalle ceneri e lapilli del vulcano e , soffocato dai vapori tossici , Plinio il Vecchio vi trovò la morte . In una seconda lettera a Tacito descrisse ciò che accadde a Miseno . Egli racconta delle scosse di terremoto avvenute giorni prima , e la notte dell' eruzione , le scosse : «crebbero talmente da far sembrare che ogni cosa [...] si rovesciasse . Inoltre , pareva che il mare si ripiegasse su se stesso , quasi respinto dal tremare della terra così che la spiaggia s' era allargata e molti animali marini giacevano sulle sabbie rimaste in secco». Plinio il Giovane, suo nipote, ce lo rappresenta come un uomo dedito allo studio ed alla lettura, intento ad osservare i fenomeni naturali ed a prendere continuamente appunti, dedicando poco tempo al sonno ed alle distrazioni. Il racconto della sua morte , contenuto in una lettera del nipote Plinio il Giovane , ha contribuito all' immagine di Plinio come protomartire della scienza sperimentale , anche se , sempre secondo il resoconto del nipote , si espose al pericolo anche per recare soccorso ad alcuni cittadini in fuga dall' eruzione . Il presunto teschio di Plinio il Vecchio è conservato nella sala Flajani del Museo storico nazionale dell' arte sanitaria a Roma . Altre poche notizie in Cassio Dione .
    2 punti
  12. Zecca : Milano Autorità emittente : Filippo II ( 1556 - 1598 ) Nominale : scudo Metallo : argento Rarità : R2 per Crippa ( 11/A) Anno : 1579 Provenienza : Asta Bolaffi 2012 Note : A Milano nel periodo siamo nella dominazione spagnola con Filippo II, non tutte le monete hanno la data ancora, lo scudo d'argento credo sia la più rappresentativa del periodo per il grande modulo che presenta, monete che si diffusero per tipologia anche in altre zecche per il grande apporto di argento proveniente dalle Americhe
    2 punti
  13. Gran bella moneta. Ho impiegato un pò per capire, almeno spero, che il mais centra ben poco con l'acquisizione della moneta. Per un primo momento ho pensato che la moneta fosse stata rinvenuta... durante la semina... quindi volevo chiederLe se aveva bisogno di aiuto nei campi :-)
    2 punti
  14. @@Lay11 Non so se l' ho pagata un botto ma e' la mia prima romana e la curo come Paperone cura la sua numero uno. E' piccola piccola ma i dettagli del viso mi sembrano una scultura antica. Ciao
    2 punti
  15. Potrebbe essere questa? http://www.cgb.fr/normandie-duche-de-normandie-anonyme-denier,v22_0006,a.html
    2 punti
  16. Unica pecca per questo piacevolissssimo convegno e' stato proprio salutarti velocemente, se avessi saputo che non venivi al pranzo ti avrei certo riabbracciato calorosamente prima della tua ripartenza per casa.Ancora un saluto mio caro Eros. Roberto
    2 punti
  17. Per un esame comparativo occorrerebbe una visione diretta.... Da quel che vedo la tua moneta è NON CIRCOLATA, e in ogni caso, è stata toccata da pochissime mani...molto poche. E ha "dormito" per lunghi anni in un posto protetto...chissà dove.... ti rinnovo i miei complimenti.... Poi capisco che molti non siano daccordo, che si cerchi la perfezione assoluta...ma questa non si trova in questo mondo. E' una splendida moneta, dai natali non "nobili", nel senso che è nata per la circolazione, non per essere inserita in serie per collezionisti o in numero limitato...e quindi la sua bellezza è ancora maggiore... è come il cagnolino che nasce da una cucciolata di una randagia, che non sa se verrà adottato da una bella persona o finirà nel mondo degli uomini, con botte, graffi, maltrattamenti....questa moneta evidentemente ha avuto una vita "facile"...nel senso che per sua fortuna è stata coccolata, o forse chissà dimenticata per molto tempo in un luogo sicuro.
    2 punti
  18. Il prezzo non SEMPRE è indicativo della reale conservazione della moneta. Penso sia capitato a tutti di comprare "brutte" monete pagandole profumatamente ed anche di aver comprato monete bellissime avendole pagate pochissimo. I motivi sono tanti (qualità delle foto, fortuna, bassa o alta concorrenza in quel dato momento) specialmente quando si partecipa ad un asta su ebay. La moneta periziata FDC Montenegro venduta a 300 € per me non vale nemmeno la metà e non è nemmeno FDC (parere personale) Quindi come vedi nn sempre dal prezzo si può ricavare la conservazione Tornando alla moneta periziata SPL, sarebbe interessante fotografare la mia moneta con la stessa tecnica (fondo, colori, luminosità) utilizzata dal quel venditore per avere un confronto alla pari Lo sappiamo tutti quanto un gioco di luce o angolazione può attenuare/nascondere o anche esaltare/esasperare difetti è qualità di una moneta In conclusione la mia moneta non è affatto inferiore a quella periziata SPL - 70 €, sia per qualità ed anche per il prezzo pagato. Per me è pari se non un pelino superiore (SPL/SPL+)
    2 punti
  19. Nel periodo immediatamente seguente alla monetazione incusa , Metaponto produce un ristretto gruppo di piuttosto rare monete a doppio rilievo con al rovescio immagini a figura umana . Al diritto permane ancora la spiga con etnico , di chiara derivazione dai tipi incusi . Al rovescio compaiono immagini a figura intera di Apollo ed Eracle ed una terza figura a corpo umano con testa di toro, che la leggenda nel campo consente di attribuire alla divinità fluviale Acheloo . A breve , la successiva , cospicua monetazione di Metaponto , prenderà il diffuso tipo con teste al diritto mentre la spiga migrerà ai rovesci . Unisco le immagini dei soli tipi che ho saputo trovare , sperando che altri utenti possano aggiungere ulteriori immagini .
    1 punto
  20. Ed il mezzo dollaro USA del 1893 di mia proprietà, moneta già presente nel post di apertura.
    1 punto
  21. Discussione molto azzeccata, condivido anche il delimitare un periodo di tempo ben specifico. Sarebbe bello anche, oltre al postare le monete, descrivere brevemente la situazione politica/economica e chi più ne ha più ne metta in questo ventennio nello stato interessato, per far meglio capire la situazione. A Mantova e nel Monferrato in questo periodo è al potere il duca Guglielmo Gonzaga. Il Monferrato fino al 1566 è ancora sotto la reggenza della madre Margherita Paleologa, solo dal 1566, con la morte della madre, il marchesato diventerà ufficialmente un feudo interamente gonzaghesco. Dal 1573 anche il Monferrato verrà elevato a ducato come già era Mantova. Si tratta quindi di un periodo molto importante e denso di avvenimenti per quel che riguarda le sorti della dinastia gonzaghesca. Sotto il principato di Guglielmo il ducato di Mantova raggiungerà vette di ricchezza e prosperità economica mai più raggiunte in tutta la sua storia; viceversa il Monferrato si mostrerà sempre più ostile e riottoso di fronte alla dominazione gonzaghesca, tanto che contro il duca verrà ordita anche una congiura, repressa nel sangue. La moneta che posto è la seguente: Zecca: Mantova Autorità emittente: Guglielmo Gonzaga Nominale: scudo d'oro Metallo: oro Anno: - (emesso tra il 1550 e il 1575) Rarità: R2 Note: ex Kuenker 256/2014
    1 punto
  22. http://www.stampworld.com/it/stamps/United-States/ Forse questo link ti può aiutare.@@nando12
    1 punto
  23. Io ho fatto proprio così. Una banconota per tipo, senza tenere conto della firma (in finale, guardo la banconota e non la firma)... Ultimamente mi sono dedicato al Regno, stessa filosofia di raccolta, ma in certi casi ho fatto qualche strappo, completando la serie matrice-decreto, matrice-fascio e modificato-fascio. Devo dire che è venuto fuori una cosa molto carina, pur non ritenendomi un collezionista di banconote, ma un piccolo raccoglitore. Con quello che risparmi nel tralasciare tutti i decreti, ti ci scappa una bella raccoltina anche del Regno, che devo dire, è molto molto bella! Allego un piccolo scatto dimostrativo, mi son anche divertito nel realizzare delle piccole schede schedando le poche banconote in collezione
    1 punto
  24. http://www.moneta.at/product_info.php?info=p5394_Tirol-Maximilian-I--Vierer-o-J--Hall-R-.html
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  25. Also, the ancient accounts say "ox-like face," whereas this coin has a human face with bovine ears and horns, so this one doesn't match the majority of ancient accounts either. The closest thing to these ancient descriptions of Acheloios are the Near Eastern bearded (regular) bulls, like the centerpiece of the Great Lyre of Ur.
    1 punto
  26. Io penso che in tutti i casi sia necessario contestualizzare. Cioè, io posso dire che una moneta è più rara di un'altra, posso dire che una monetazione è rara, ma posso dire che una moneta è rara in senso assoluto? Se in senso assoluto intendiamo slegata da qualsiasi contesto è chiaro che una moneta possa essere rara in senso assoluto, ma è il caso e ora si può dirlo, di poche esimie rarità. Dove voglio andare a parare: secondo il mio parere, salvo pochi casi, non ha senso parlare di rarità in senso assoluto. La rarità indica non la reperibilità, bensì, in termini simil-matematici, la "percentuale" di un dato oggetto sul tutto. Ovvero ha senso parlare della rarità di una moneta nel contesto in cui si fa riferimento. In altre parole, all'interno della tale monetazione, quelle monete sono rare perché ve ne sono meno (in percentuale) rispetto alle altre. Dunque non ci può essere equivalenza fra il raro di una monetazione e il raro di un'altra. Il concetto di raro è necessariamente legato all'ambito di riferimento. La reperibilità è invece indissolubilmente legata ad altri fattori: non ultima la rarità, ma di sicuro vi sono altre variabili (si veda numero di collezionisti etc.). Spero di essere stato chiaro sul mio punto di vista in queste poche righe. Il discorso sul numero di collezionisti viene dopo la rarità. A mio parere lo schema è il seguente: definizione della rarità (in senso percentuale e in un dato ambito), definizione della reperibilità (rispetto alla grandezza dell'orizzonte di riferimento, alla rarità etc.) e così via continuando coll'aspetto commerciale che definisce il cosiddetto "valore commerciale collezionistico".
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  27. Maximilian I. Vierer zecca: Hall
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  28. Caro @@Lay11, tutto bene grazie...ultimamente partecipo a singhiozzo nel forum.....il tempo è sempre poco.....ma và bè.... Il tuo post, interessante senza dubbio, mette in primo piano l'aspetto emotivo più che quello economico.....cosa piuttosto rara oggi direi.... Amo da sempre i Dollari Morgan pur lasciando loro minor tempo rispetto alle monete del Re numismatico..... Ecco perchè fino ad ora il primo Morgan non si scorda mai......una gran emozione quando l'ho toccato.....ma come la vita tutto può cambiare.....uno di questi giorni devo ricevere il primo 5 lire Cinquantenario......chissà...forse tutto cambierà.... Un gran saluto, alla prossima
    1 punto
  29. La rarità di una moneta è una caratteristica troppo effimera e difficile da dimostrare al 100% se non nei casi limite. All'estero non è che non ne tengono conto, ci mancherebbe, ma viene assorbita da altre voci valutative. Poi si dovrebbe a questo punto anche aggiungere un'altra voce: la REPERIBILITA' sul mercato, cioè la REALE possibilità di poter essere in grado di acquistare/trovare una certa moneta in presenza di un determinato quantitativo esistente. Infatti è inutile che esistano molte monete di un certo tipo, quando queste siano irreperibili a causa dell'accentramento nelle mani di pochi. O ancora la reperibilità può variare anche da mercato a mercato: se in Italia la ricerca di un denaro romano non è cosa difficile, si pensi invece ad altri mercati esteri quali l'Australia o la Cina. Quindi se si volesse essere pignoli la rarità, intesa come quantitativo monetale, non è una componente effettivamente così utile. Ma penso che saremo costretti a tenercela ancora per molto tempo.
    1 punto
  30. Si prevede molto interessante...........ci impegneremo per non mancare!!!
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  31. "Se prima di allora il rapporto di valore fra oro e argento era di circa 1 a 15, dopo il 1830 è continuato a scendere, per arrivare ad un record negativo verso i primi anni Quaranta del ventesimo secolo, dove il rapporto ha toccato l'1 a 150 circa. Dopo di allora è stato un continuo e altalenante gioco di ripresa e di perdita. E' stato calcolato che in circa seicento anni l'argento ha perso il 90% del valore iniziale. Nonostante questo rimane comunque un bene rifugio non per il valore di metallo prezioso (in senso classico), ma per la richiesta del mercato industriale. Come il rame, il titanio ed altri, che nell'uso comune non sono considerati preziosi, in realtà li possiamo considerare tali solo per l'enorme richiesta industriale." Nessun dubbio, anche perché parliamo di dati oggettivi, sul fatto che, nel tempo, il rapporto oro/argento sia andato modificandosi a scapito dell'argento. Ma non era questa l'affermazione sulla quale non concordavo (anche perché tale affermazione non era stata ancora oggetto della discussione). Al di là del variato rapporto tra i due metalli, l'argento (che pure, merita ricordarlo incidentalmente, nell'aprile del 2011 aveva superato la quotazione di mille euro al kg.) è senza ombra di dubbio un metallo prezioso, essendo considerato tale sia dalla legge (si veda in proposito quanto stabilisce il decreto legislativo n. 251 del 1999 a proposito del titolo e della punzonatura dei "metalli preziosi" - fra i quali, appunto - è ricompreso l'argento) che dal mercato (si veda qualunque sito di un qualunque trader che commercia in "metalli preziosi" e si vedrà come l'argento faccia sempre parte del "paniere" dei metalli preziosi di cui il trader fa commercio. Quindi, a prescindere da qualunque considerazione sull'impiego, sull'andamento della quotazione e sul rapporto con altri metalli, l'argento è stato, è tuttora, e - ritengo (ma questa, a differenza delle altre affermazioni, è una mia opinione personale) rimarrà per sempre, un metallo prezioso, sia da un punto di vista strettamente legale che sul piano prettamente commerciale. Saluti. Michele
    1 punto
  32. Ammiro molto i pensieri di @@elledi rivolti alle monete, dal MB al FDC eccezionale...perché va oltre allo stato di conservazione e riesce sempre a trovare il lato storico o di vita presunta vissuta di una moneta. Questo pensiero lo dovremmo avere tutti e non ribadire più e più volte solo sullo stato di conservazione con 30 interventi per dire è SPL, invece di SPL+, ma no per me è qSPL ecc...ecc... Complimenti comunque a @@pietromoney per il palancone :good:
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  33. I due esemplari, censiti da Debernardi e Legrand, sono inclusi nel loro studio pubblicato sul volume di Revue Belge de Numismatique 2015. Ecco le immagini (tratte dalla pubblicazione): Ht1/1-2 = 3,06 gr : Real Academia de la Historia Ht1/2-2 = 2,99 gr : Cerro Colorado Hoard E' una rarissima emissione spagnola, di una sola coppia di conii, emessa nei primi anni della seconda guerra punica, durante il comando in Spagna dei due fratelli Scipione.
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  34. Il primo esemplare è quello della collezione De Luynes 466 e fornisco una immagine migliore, per cogliere maggiori particolari: Si tratta di una eccezionale e ristretta emissione, in onore del dio fluviale, come è confermato dalla leggenda. Più esattamente il culto di Acheloo era applicato anche al foukme locale, vicino Metapontum, che era Casuention. Quindi la moneta doveva essere dedicata più esattamente ad Acheloos Casuention. Il culto del dio fluviale androprosopo è oggetto di un approfondito saggio, intitolato Potamikon, che sarà pubblicato tra alcuni mesi in un primo grosso volume (dedicato alle emissioni in bronzo, dopo una lunga disgressione sulla storia di questo culto), in lingua inglese.
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  35. stupenda, @@Gallienus! oltre al piacere di possedere una moneta come questa, dev'essere una grandissima soddisfazione raggiungere un simile traguardo!
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  36. E lo sapevo che alla fine si finiva col confrontare la mia moneta con quelle al TOP (FDC) @@uzifox Cmq tra un qSPL ed un SPL+ non sono piccole sfumature Non ho detto che la mia moneta sia FDC o qFDC La mia moneta è molto distante come conservazione sia da quella di Montenegro che da quella periziata SPL in vendita a 70 € Per non parlare di quella postata dal @@Il*Numismatico E' come confrontare una 500 con una Ferrari Non voglio dire quanto l'ho pagata, tanto ci arrivi da solo :good:
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  37. @@gallo83 infatti io ho parlato di due indici, e tra i due quello che fa il prezzo è l'RP, la reperiubilità. Sempre riferendoci ai due scudi che ho citato, prendiamo il FDC per comodità, L'11 quota 2500€, il '14 quota 15000€, questo vuol dire che sul mercato se dell'11 ne girano 120 (dato di comodo), del '14 ne girano 20, ovvero l'11 ha un RP1 e il '14 un RP6. Prendiamo il 20 Lire Impero, 10000 pezzi coniati, FDC 3500€, Questo vuol dire che a fronte dei 120 dell'11, di questa moneta ne sono girati 85, e ritorna il conto con lo scudo del '14 dei quali ne sono girati un quarto e che quota esattamente 4 volte in più, e questo vuol dire che l'indice di reperibilità dell'Impero rispetto all'11 è RP1,5.
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  38. Buona serata Entro a "gamba tesa" in una monetazione che conosco poco; certamente è un'ovvietà quello che dico, ma il padiglione (come l'avete nominato, io ho esperienza di ombrella) è tutto sommato uno degli attributi figurativi che rappresenta la maestà. Può essere che nella monetazione pontificia fosse più presente nelle monete coniate in occasione della sede vacante, però non dovrebbe essere esclusivo del periodo. Lo stesso attributo l'aveva il Doge di Venezia; mai sulle monete, ma nelle "andate" (cortei dogali) il Doge era preceduto da valletti che portavano su un vassoio il "corno" (corona dogale), poi il cero bianco, quindi la seggiola con il cuscino in broccato d'oro; finalmente c'era il Doge ed alle sue spalle un valletto che gli copriva il capo con l'ombrella in tessuto d'oro (pressocché uguale a quella rappresentata sulla moneta postata) ed a seguire lo spadone. Tutte insegne regali .... https://corteodogale.files.wordpress.com/2012/08/04-pagan.jpg cliccare sopra per ingrandire non escludo nemmeno che l'ombrella si usasse anche in altri regni e non escludo che il suo uso venga da Bisanzio (da controllare) scusate la digressione. Anto, bella moneta :good: complimenti. saluti luciano
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  39. Ho aggiunto in collezione qualche altra monetina indiana: Due esemplari di 1/8 di Shatamana di Gandhara (ne avevo già un esemplare, presentato in discussione).
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  40. Buona serata Grazie @@Cinna74 per il "tatto" usato, ma non ho problemi a dire che l'ipotesi nasce da me. Sono andato ovviamente a logica, non essendo un tecnico e ho constato che queste "linee" seguono il bordo della moneta; a volte congiungono il vertice delle lettere che formano la legenda, mentre altre volte legano la base o stanno nella mezzeria delle stesse. Ovviamente non si trovano sulle lettere. Questo mi ha fatto pensare che fossero ciò che resta dei cerchi concentrici posti sui conii e nei quali venivano allineate le lettere formanti la legenda. Cerchi concentrici forse troppo marcati o che non sono stati levigati bene prima di utilizzare i conii. Magari una "dritta" ce la può dare @@centurioneamico? Nessuna invasione di campo, vista che l'anomalia riguarda anche la moneta da 15 cent. del 48 :pleasantry: saluti luciano
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  41. 50 Drachmes 1988 Grecia 1986-2000
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  42. Eh va beh dai :) come detto sarà per la prossima volta !! E comunque mentre voi vi deliziavate con le bontà del luogo io mi son deliziato con questo :)
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  43. Stanchi ....ma contenti, contenti perché direi che di meglio non potevamo sperare onestamente, le Conferenze Culturali spesso non attirano le grandi masse, direi che per Parma una eccezione c'è stata, giovani, amici del forum e non, rappresentanti delle realtà della nostra numismatica, è stato un momento di riflessione sulla nostra numismatica e sui nostri giovani con una bella e importante presenza di pubblico. Giovani che onestamente credo non potessero esprimersi al meglio di così, tutte relazioni veramente interessanti, accattivanti, veramente bravi.... Se era una scommessa, visto l'interesse, le persone presenti, i giovani che hanno parlato, possiamo dire di averla vinta....qualche volta ho detto stamattina bisogna osare, provarci, crederci....io credo che l'equazione PARMA - LAMONETA - GIOVANI possa anche diventare un simbolo, un brand, un segno verso il futuro della nostra numismatica, quindi giovani credeteci perché potrebbe esserci forse un'altra occasione.... Ringrazio da parte mia tutti quelli che hanno sostenuto l'iniziativa qui sul forum e anche in altri ambiti o venendo oggi o stando vicini a tutti noi, anche questo è servito, tutto questo è condividere e unire, grazie a tutti voi... P. S. poi vedremo magari anche qualche immagine per chi ha avuto la possibilità di farle, qualcosa vedrò di mettere anche io....
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  44. La pulizia non può colmare graffi e tacche, né può far tornare i rilevi più alti. Anzi, molto spesso li mette in maggior evidenza. Se non ti piace l'ossidazione, per me, puoi pulirle come fa il gioielliere, ma solo i FDC - se lo sono - rimangono tali...
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  45. Chissà perché l'hai messa tra le "Altre monete medievali", visto che è una moneta del Patriarcato di Aquileia. E' stata emessa da Raimondo della Torre, Patriarca dal dic.1273 al febr. 1299, nel 1274 (... incipit currere nova moneta mutata per Ven. Patrem D. Raymundum Patriarcham Aquilegiensem."; con questa moneta tende subito a presentare la sua famiglia giunta in Friuli dopo le sconfitte in quel di Milano (Solo nella successiva, coniata nel 1277, vi sarà l'aquila patriarcale: "Mutata est moneta, quae habebat Patriarchae imaginem interius et turrim exterius, ... omissis ..., habentem interius imaginem S. Mariae cum filio, et exterius Aquilegia."). E' una moneta leggibile anche se ha perduto la scodellatura ed è consunta in punti importanti come il volto del patriarca; ha graffi fastidiosi da vedere, soprattutto se fossero da pulitura, ... Si può trovare senza difficoltà di meglio, ma se il prezzo è basso e, come hai detto, ti piace, ... prendila.
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  46. Questo testone è qualcosa di eccezionale. Visto che De Simoni indica che lo zecchiere IC ha marcato le sue monete nel 1507, mi immagino che sia stato nel primo trimestre dell’anno in quanto dal 10 aprile scoppiò la rivolta popolare detta “delle cappette” (i rivoltosi erano piccoli artigiani e i loro garzoni che vestivano con calze di tela e piccole e sdrucite cappe –da qui “cappette”- ) che di fatto conquistarono tutta la città (conquistando il Castelletto e il Castellaccio compresa la zecca ...con tutto il contenuto) ed elessero a furor di popolo il doge Paolo da Novi, che nei 17 giorni di dogato riuscì addirittura a coniare un testone con la legenda LIBERTAS POPVLI IANVE. Quando Luigi XII, il 28 aprile, si riprese la città fu tanto arrabbiato con i genovesi che per dispregio nella successiva produzione volle sostituire il simbolo del castello sulle monete con lo scudo di Francia. Quindi mi immagino che il tuo testone, prelevato durante la rivolta, se lo portò in Corsica una “cappetta” nella fuga dei rivoltosi del 28 aprile (Paolo da Novi fuggì verso Roma ma fu riconosciuto e tradito dal barcaiolo che lo trasportava che si intascò una bella taglia).
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  47. Un ringraziamento a tutto lo staff per la serata trascorsa in compagnia di amici e sopratutto di Teodelinda... @@pozleo e @@Arslan
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