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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/13/16 in Risposte

  1. In arrivo: Costantino Cumano Illustrazione d'una moneta argentea di Scio sul disegno del Matapane di Venezia Tipografia Weis, Trieste 1852, pp. 44, 1 tav Rara pubblicazione impreziosita da dedica, correzioni e nota manoscritte dal Cumano. Nella nota autografa, posta a p. 39, datata 1857 e firmata, lo studioso triestino afferma di aver reperito una moneta del doge Marin Faliero che nel testo aveva dichiarato mancante nella sua collezione. Tale esemplare era riuscito a ottenerlo grazie alla cessione di monete greche. ;)
    4 punti
  2. Basta leggere questo intervento per capire come non possiamo (!!!!!!!!!!!!!) metterci d'accordo. Collezioniamo cose diverse ... classiche, medioevali, preunitarie, moderne, ... di grandi tirature e vasto mercato, di piccole zecche e piccolo mercato, ..... consideriamo rarità e reperibilità, .... complichiamo le cose accostando la rarità alla conservazione, ............ impossibile trovare un accordo. Una moneta di elevata valutazione e di difficile reperibilità perché molto ricercata non è rara, è di prezzo elevato e di difficile reperibilità. Una moneta è rara perché ce ne sono poche. Logico sarebbe forse leggere la R come reperibilità o ricercabilità (termine ovviamente non corretto ma rende il senso) e non come rarità. Io ho monete che pochi (uno, due, cinque, dieci altri hanno).... saranno ben più rare di un 5 centesimi del 1914 o no? Qual è il grado di rarità in un confronto? Ha senso attribuirlo? Per me il grado di rarità è cosa che il singolo collezionista conosce ... se no sa quale sia vuol dire che il suo percorso di studio non è completo e lo sarà prima o poi .... si basi intanto sul prezzo richiesto. Lasciamo le sigle ai venditori .... il collezionista cosciente i gradi di rarità non li guarda neppure, se non per farci un sorriso.
    4 punti
  3. Il Convegno di Parma si è svolto la scorsa settimana ed è stato per me un'esperienza fantastica :) Portare l'Euro ad un simile evento è stato per me un importante traguardo. La mia relazione sarà pubblicata in un prossimo numero de "I Quaderni di laMoneta", contenente gli atti di tale Convegno. Ecco un paio di foto che documentano la conferenza; alla mia destra, il moderatore Mario @@dabbene :)
    3 punti
  4. Ancora per il Portogallo: Moneta commemorativa da 100 escudos 1989 Caravella su di una mappa dell'arcipelago di Madeira La data della scoperta di Porto Santo e Madeira sembra sia fra il 1418-1420
    3 punti
  5. Buonasera a tutti! Scusate se rispondo solo adesso ma mi piace sempre fissare le emozioni a mente serena, solo stamattina infatti mi sono risvegliato nella mia Trapani. Che dire? Emozioni pazzesche. Mi piace troppo. Mi piace troppo parlare di numismatica con chiunque e questa volta ho avuto l'occasione di parlare davanti ad una platea ben qualificata. Penso che il sogno di cui parliamo da tempo con Mario e tanti altri non si sia semplicemente avverato, penso sia il primo passo concreto verso una numismatica 2.0. Una numismatica che ha fatto e sta facendo il punto sulla sua situazione. Che sta iniziando a guardarsi concretamente dentro per comprendere quale sia la sua direzione, le sue potenzialità e le sue prossime mete. Ancora credo di aver partecipato indegnamente. I ragazzi sono stati bravissimi ed io relativamente anziano e incerto. Rinnovo i mie complimenti a tutti e spero che chi non ha ancora aderito adesso abbia maggior consapevolezza del futuro. Un grande abbraccio a tutti
    3 punti
  6. Sull'onda dell'entusiasmo voglio condividere con voi il mio ultimo acquisto: una carzia di Lorenzo Priuli che va ad aggiungersi a quella da poco arrivata di Francesco Venier. D: +LAVREN•PRIOLI•DVX Croce patente accantonata da 4 olive R: +•S•MARCVS•VENETVS• Leone rampante a sinistra Peso:0,55g - Diametro:14mm / 1556-1559 Da notare la R ribattuta di LAVREN. Caso ne pensate di questa moneta? Ogni commento è ovviamente molto gradito!
    2 punti
  7. In arrivo: bolla plumbea di Marino Grimani Le immagini non sono delle migliori , ma (avendo provato inutilmente ad inserirle) le metto a disposizione del catalogo ;)
    2 punti
  8. Ciao Matteo, Per iniziare è una monetina gradevole, ha circolato come puoi vedere dai rilievi un po consunti, ed ha un colpetto al bordo. Come già ti hanno accennato, fa parte della serie di monete emesse nel 1936, per la proclamazione dell'impero, insieme ai 5 e 10 centesimi in Rame (poi in Bronzital), 20 Cent., 50 Cent., 1 e 2 Lire in Nichelio (poi In Acciaio) 5 Lire "Fecondità" e 10 Lire "Italia su prora" in argento (queste che hai postato), 20 lire "Quadriga" sempre in argento, 50 e 100 Lire in Oro (Sul 100 lire è raffigurato il Littore). Questo è il Rovescio del 100 lire oro della serie Impero, con la raffigurazione del Littore Su chi fosse il Littore puoi vedere qualche piccola info qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Littore Il fascino delle monete aumenta se le contestualizzi col il periodo storico, e magari scopri anche qualcosa in più sulle raffigurazioni. Per qualsiasi cosa chiedi pure ;)
    2 punti
  9. Ciao @@417sonia purtroppo non possiamo sapere come mai Galileo abbia scelto di spostarsi da Venezia. Una persona sulla pagina facebook mi ha ricordato di una mostra di qualche anno fa e ricordo di esserci stato anche io, in cui ai musei capitolini vennero esposti numerosissimi documenti originali dell'archivio segreto vaticano, una mostra veramente interessantissima con documenti bellissimi non la dimenticherò mai. tra i documenti esposti c'erano anche gli atti del processo a Galileo e qui allego una foto del catalogo ufficiale della mostra in cui mostra la pagina (che era esposta) in cui Galileo appone la sua firma accettando di abiurare.
    2 punti
  10. Ciao agli amici che mi hanno sostenuto ,qui sul forum , in questa vicenda voglio comunicare che dopo il terzo sequestro ho avuto anche il terzo DISSEQUESTRO con la richiesta di archiviazione proposta dal Procuratore al GIP, questa anche in tempi relativamente brevi , 1 anno. Massimo
    2 punti
  11. Innanzitutto ringrazio @@Silver1970, @@tonycamp1978, @@the_alberto, @@nando12, @@Tm_NPZ, @@claudioc47 e @@lele300 per le opinioni espresse. Per Claudio: le foto sono state fatte in piena luce, in modo da far risaltare ogni minimo difetto.Attendo con interesse la tua graduazione. Per Lele: non so a cosa ti riferisci quando dici "foto che non dicono tutto...". Ti spieghi meglio? Grazie
    2 punti
  12. Certa che da @@gigetto13 :rofl: (lui sa xkè rido) mi aspettavo una moneta diversa. Una moneta che per vicende storiche è la più conosciuta di tutto lo Stato da Mar (definizione della Serenissima per indicare i suoi possedimenti), moneta oggetto di tanti scritti. Parlo del bisante Ossidionale per Cipro http://www.lamoneta.it/topic/138003-bisante-ossidionale-per-cipro/?hl=%2Bbisante+%2Bossidionale http://www.roth37.it...osta/index.html Zecca : Cipro Emittente : Marcantonio Bragadin Capitano Generale di Famagosta Nominale : 1 Bisante Metallo : Rame Anno : 1570 Rarità: NC Note: la perdita di Cipro porto al colpo dello scorpione di Venezia, colpo che si trasformò nella vittoria di Lepanto.
    2 punti
  13. ASTE MEDAGLIE PAPALI MARZO 2016 INASTA ha presentato nel mese la proposta più consistente di medaglie papali con circa 160 lotti. Si è trattato di medaglie in massima parte ricorrenti, da Papa Pio II a Papa Benedetto XVI, ben distribuite tra tutti i periodi e pontefici, in conservazione media o decisamente buona per le medaglie moderne.Sono stati aggiudicati 104 lotti (65%) e quindi si deve parlare di un buon esito. Le quotazioni base erano abbastanza contenute; spesso sono state superate. Segnalo alcuni prezzi di aggiudicazione: Gregorio XVI/Benedetto XIV - Accademia Scienze Bologna - Ae dorato - € 170+diritti; Pio IX - Lavanda anno IV - Caserta - argento - € 450+diritti; Pio X - Trittico Mnemosynon - base € 230 - aggiudicazione € 430+diritti; Pio XII - annuale anno XIII argento - € 90+diritti; Giovanni XXIII - Annuale anno II argento - € 150+diritti; Paolo VI - diverse annuali o straordinarie in argento € 30/40 + diritti. ARTEMIDE, dalla sede di Vienna, ha presentato una asta importante di antiche medaglie, placche, paci, sigilli, oggetti di arte. Nell'asta era presente anche la medaglia per l'imperatore Giovanni Paleologo - opus Pisani pictoris.- con base di € 30.000, non aggiudicata. Le medaglie papali avevano solo una rappresentanza simbolica, con prezzi base superiori al consueto, poichè la medaglistica rinascimentale è quotata a livelli ben più elevati delle papali coeve ( più rintracciabili nel mercato). La conservazione mediocre non rendeva chiaro in qualche caso se si trattasse di medaglie coniate o fuse. E' stata aggiudicata per € 1000+diritti la medaglia di Paolo III - AE - BB - opus Cesati - per il Concilio di Trento, citata nella "Vita" del Cellini con grande lode (scrive l'autore che con questa incisione l'arte della medaglia ha toccato vertici altissimi). La bella medaglia, più reperibile, di Papa Pio V per la battaglia di Lepanto, originale, AE., BB è stata aggiudicata per € 240 + diritti. Non ha trovato acquirenti la medaglia di grande modulo in AE - di papa Paolo II per il Concistoro - opus Orfini, proposta per € 400; per questo esemplare il diametro di mm. 76 testimoniava che si trattava di fusione postuma. ARTEMIDE ha anche proposto una simpatica asta on line con base € 1 per 10 medaglie in argento annuali dei pontefici Pio XI e Pio XII, in ottima conservazione. Vi è stata una decisa competizione. Per le medaglie annuali di papa Pio XI il prezzo di aggiudicazione medio risulta di € 60+diritti 25%; per le medaglie di Pio XII il prezzo è stato superiore, con un picco di € 155 + diritti per la medaglia dell'anno I con stemma del pontefice. Nelle aste estere il materiale proposto è stato nel mese decorso pochissimo. Meritano citazione solo gli esemplari dell'asta KUNKER anche per i prezzi di aggiudicazione particolarmente sostenuti: ALESSANDRO VII - Medaglia fusa grande modulo per il colonnato di San Pietro - € 1.000+diritti (base € 250); INNOCENZO XI - Medaglia straordinaria in argento - DIVINA NUNCIA .......€ 600+diritti; PIO IX - Massimo modulo ricostruzione San Paolo - argento - € 1600+diritti; PIO IX - Visita a Bologna (scritta ADVENTU OPTIMI PRINCIPIS FELIX BONONIA) € 300+diritti.
    2 punti
  14. a volte con gli esempi si riesce meglio ad esprimere il concetto: di questa moneta di Martino V sono 100 anni che si conosce solo l'esemplare con i due fori, utilizzata sempre e solamente questa nei testi di Monetazione Pontificia, considerata da molti unica....... A) come si fa' a stimarla ? B) quante ne avranno coniate ? C) quanto sono penalizzanti i due fori ? tutti punti di vista, di fatto rimane che nell'ultimo secolo, chi avesse voluto mettere questo carlino in collezione, o acchiappava questa o lasciava "il buco"......... Daniele
    2 punti
  15. Nel leggere un recente post apparso nella sezione Monete Imperiali Romane , mi e' sorta spontanea la curiosita' di sapere se e quali misure di soccorso siano state prese da Tito nei giorni successivi alla devastante eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei , Ercolano e Stabia . L' unica fonte vicina ai fatti e' quella di Svetonio che scrisse le Vite dei dodici Cesari ; quando il Vesuvio erutto' era un bambino di nove anni per cui qualcosa forse ricordo' direttamente della catastrofe , quindi leggendo la Vita di Tito , tomo VIII , 3-5 , veniamo a sapere che : "Durante il suo principato accaddero alcune sciagure fortuite e dolorose , come l' eruzione del monte Vesuvio in Campania , un incendio della durata di tre giorni a Roma e ancora una epidemia piu' grave di tutte le precedenti . In tante e tali calamita' dimostro' non solo la sollecitudine propria di un principe , ma anche un singolare affetto paterno , sia quando consolava la popolazione con i suoi editti , sia quando portava tutti gli aiuti che erano in suo potere . Trasse a sorte tra i consolari coloro che dovevano incaricarsi della restaurazione della Campania ; per la riedificazione delle citta' distrutte uso' i beni di quelli che erano periti nell' eruzione del Vesuvio senza lasciare eredi ........" Svetonio purtroppo non e' molto espansivo nel raccontare realmente lo stato delle tre citta' distrutte , ma probabilmente cio' non rientrava nello scopo dell' opera . Altra testimonianza più rilevante su ciò che accadde in quei giorni è data da Plinio il Giovane che si trovava in quei giorni a Miseno con la sua famiglia e che trent' anni dopo descrisse l' evento all' amico Tacito : « Si elevava una nube , ma chi guardava da lontano non riusciva a precisare da quale montagna : nessun' altra pianta meglio del pino ne potrebbe riprodurre la forma . Infatti slanciatosi in su in modo da suggerire l' idea di un altissimo tronco , si allargava poi in quelli che si potrebbero chiamare dei rami » In questa lettera Plinio il Giovane riferì anche le testimonianze sulla morte dello zio Plinio il Vecchio . Lo zio si era diretto ad Ercolano per andare ad aiutare la famiglia dell' amico Cesio Basso : egli provò a raggiungere la località vesuviana via mare , ma dovette cambiare rotta a causa del ritiro improvviso delle acque , per cui si diresse verso Stabia dove approdò , facendosi ospitare da Pomponiano . Tuttavia, anche questa cittadina venne colpita dalle ceneri e lapilli del vulcano e , soffocato dai vapori tossici , Plinio il Vecchio vi trovò la morte . In una seconda lettera a Tacito descrisse ciò che accadde a Miseno . Egli racconta delle scosse di terremoto avvenute giorni prima , e la notte dell' eruzione , le scosse : «crebbero talmente da far sembrare che ogni cosa [...] si rovesciasse . Inoltre , pareva che il mare si ripiegasse su se stesso , quasi respinto dal tremare della terra così che la spiaggia s' era allargata e molti animali marini giacevano sulle sabbie rimaste in secco». Plinio il Giovane, suo nipote, ce lo rappresenta come un uomo dedito allo studio ed alla lettura, intento ad osservare i fenomeni naturali ed a prendere continuamente appunti, dedicando poco tempo al sonno ed alle distrazioni. Il racconto della sua morte , contenuto in una lettera del nipote Plinio il Giovane , ha contribuito all' immagine di Plinio come protomartire della scienza sperimentale , anche se , sempre secondo il resoconto del nipote , si espose al pericolo anche per recare soccorso ad alcuni cittadini in fuga dall' eruzione . Il presunto teschio di Plinio il Vecchio è conservato nella sala Flajani del Museo storico nazionale dell' arte sanitaria a Roma . Altre poche notizie in Cassio Dione .
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  16. Gettone stabilimento Pralafera Luserna San Giovanni Fraz Pralafera L'industria affonda le proprie radici alla fine del XVIII secolo, quando, nel 1793, Giovanni Daniele Peyrot introdusse "dello stame all'uso inglese e successiva formazione di stoffe di lana", impiegando nel primo ventennio dell'ottocento circa cento operai. E' del 1933 l'impianto di filatura del cotone sorto per opera di Giuseppe Malan a Pralafera, entro i confini del comune di Luserna S. Giovanni, e distrutto da un'incendio nel 1852, che gettò sul lastrico 500 operai. Diversi altri furono gli insediamenti industriali in valle legati al tessile. Possiamo indicare la nascita dei principali nuclei produttivi: 1833 venne fondata la Manifattura Mazzonis di Pralafera, 1885 la Manifattura Mazzonis di Torre Pellice, 1892 la Società Fratelli Turati a Luserna S. giovanni, 1901 la ditta Vaciago a Luserna S. Giovanni, 1904 la Crumière di Villar Pellice. Le industrie della Valle legate alla produzione tessile passarono poi nelle mani del principale gruppo imprenditoriale della valle: i Mazzonis. Impero industriale che si sgretolò progressivamente fino al fallimento, negli anni sessanta di questo secolo, creando una grave; crisi occupazionale per tutta la Valle: è sufficiente dire che nel 1951 2000 dei 3700 operai occupati nella zona erano dipendenti delle loro fabbriche. La sirena delle fabbriche Mazzonis regolava la vita della zona con un'economia che vedeva intrecciato il lavoro dei campi con quello dell'officina. L'importanza dell'industria tessile ci viene confermata dal fatto che nel 1951 quasi il 90% degli addetti era occupato nel tessile, mentre il secondo settore di maggior occupazione dell'industria era quello del legname, mobili ed arredamento con il 3%, seguito dalla produzione meccanica con il 2%. Dopo la chiusura della Mazzonis, nel 1964, a Luserna una parte della disoccupazione venne assorbita da una serie di medi e piccoli insediamenti: l'Helca, dolciaria, che adottò il prestigioso marchio della Caffarel, presente sul mercato da oltre centocinquant' anni, la Manifattura Giacche, l'Eurografica e così via.
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  17. Ciao a tutti, dopo un po' di assenza dal forum, voglio rendervi partecipi della mia felicità nel condividere questa strepitosa moneta...120 grana 1805 versione capelli lisci....rara davvero in conservazione simile. Filippo
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  18. Buona sera a tutti! Ieri ho acquistato questa monetina che mi ha colpito per il prezzo e la patina che mi sembra da mai toccata e mai strofinata... cosa ormai rara :( cosa ne pensate voi? io la vedo un bel BB+ voi cosa ne dite? PS il bordo è martoriato dalle stelle in incuso ma dovreste conoscere meglio di me questa tipologia :D
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  19. ultima moneta delle tre acquistate anni fa a Milano, non ricordo il nome del posto, ma era vicino al duomo di Milano. È o era un mercatino di tutte le domeniche del mese. Grazie per la collaborazione. Pizza Margherita Diametro: 12,8 /11,2 mm peso: 3,70 grammi Spessore: 5 mm
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  20. Ciao, ecco la scannerizzazione del lotto 806, prezzo di stima lire 500.000, partenza dal 70/80% della stima, diritti d'asta 12% + 6% per ordini eventualmente pervenuti per posta, la medaglia fu aggiudicata a Lire 520.000 + diritti. Sperando di esserti stato utile, ti auguro buona serata. TIBERIVS
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  21. Ciao Mario io mi diverto di certo a leggervi. Mi spiace non poter postare nulla perché non raccolgo monete del periodo ma monete così belle è impossibile non ammirarle. Complimenti davvero. Buona serata
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  22. Eccomi :) Intanto posso condividere questo estratto sulla diffusione della moneta in India dal libro di Robert Tye: viene riportata la teoria secondo la quale l'idea della moneta in India deriverebbe dalla circolazione della moneta "greca" nei commerci dell'area afgana, la quale avrebbe ispirato la produzione di monete in quest'area (si veda la discussione sulle monete arcaiche di Kabul: http://www.lamoneta.it/topic/146335-monete-arcaiche-di-kabul-e-chaman-i-hazouri-hoard/),che a loro volta avrebbero ispirato le monete a "forma di barra" di Gandara. Secondo me un discorso del genere può avere senso e non penso che queste prime monete di area indiana siano state introdotte direttamente dagli achemenidi. Certamente, però, le monete degli achemenidi, quelle afgane e quelle indiane di Gandara circolarono insieme. Ma il peso di circa 11 grammi è una coincidenza? Anche le monete afgane probabilmente sono state coniate secondo il medesimo standard ponderale...cito dal libro di R. Tye: "Most of the known coins of this type come from the ChamanHazuri hoard - 43 coins in all, but of 20 different types! The coins were perhaps struck to a Persian shekel standard of just over 11 grams". Insomma alla fine non ho concluso nulla con questo mio intervento :D R. Tye, The Spread of Coin Use in India.pdf
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  23. grazie mille @@dabbene per i complimenti per quanto riguarda il denaro di Lucca merito del nostro fantastico catalogo
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  24. Il 13 aprile 1111 Enrico V viene nominato imperatore del sacro romano impero Enrico V di Franconia nato l’8 gennaio 1081 e morto ad Utrecht il 23 maggio 1125 è stato il quarto e ultimo imperatore del Sacro Romano Impero della dinastia salica. Figlio di Enrico IV e di Berta di Savoia, succedette al trono dopo la deposizione del fratello maggiore Corrado, avvenuta nell'aprile del 1098. Fu eletto il 10 maggio dello stesso anno rex Romanorum, e il 6 gennaio 1099 l'arcivescovo di Colonia, Nel 1105, ad Ingelheim, Enrico V costrinse il padre ad abdicare a suo favore. Ma solo quando questi morì, l'anno successivo, il titolo di Enrico V fu universalmente riconosciuto. E, forte di questo riconoscimento, non tardò a volgersi contro il papa, proseguendo la politica imperiale antiromana del padre. Il 13 aprile 1111 Enrico V giunse a Roma, pretendendo la corona imperiale. Quando vide che gli veniva rifiutata, prese prigionieri il papa Pasquale II e molti cardinali, costringendoli ad accettare le sue richieste, sia la sua incoronazione, sia il suo diritto all'investitura dei vescovi. Una volta ottenuta l'incoronazione ad imperatore, passò il titolo di Vicaria Imperiale Vice Regina d'Italia a Matilde di Canossa per i suoi meriti. Non appena fece ritorno in Germania, la Curia Romana revocò gli accordi raggiunti ed istigò i principi tedeschi contro l'imperatore. Già nel 1112 i nobili della Sassonia si rivoltarono contro di lui. Tra di loro vi era anche il futuro imperatore Lotario III. Le rivolte perdurarono fino al 1115, quando alla morte di Matilde di Canossa il titolo di re d'Italia si ricongiunse a quello dell'Impero. Il 7 gennaio 1114, a Magonza, Enrico V sposò la figlia dodicenne del re d'Inghilterra, Enrico I, Matilde d'Inghilterra, che, alla sua morte, fece ritorno da suo padre alla corte di Londra. Nel 1116 con una solenne cerimonia a Santa Tecla Enrico V venne scomunicato da Giordano di Clivio, arcivescovo di Milano. Enrico proseguì senza esitazioni nella lotta con il papato, fino al 1122, quando, con il Concordato di Worms, giunse ad un compromesso con il papa Callisto II. Enrico V morì a Utrecht il 23 maggio 1125, senza lasciare eredi legittimi, ma solamente una figlia illegittima, Berta. Venne seppellito nel duomo di Spira. La moneta porta la scritta inperator e al rovescio enricus coniata tra il 1105 e il 1125 (immagine dal catalogo Lamoneta.it) https://www.facebook.com/lemoneteraccontano/
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  25. Già fatto, tutto nella norma @@odjob...
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  26. i i i i (=hi hi hi....)
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  27. @@carlo82, la moneta oltre ad avere una conservazione bassina sembra pure pulita (male) e graffiata; la pulizia invasiva che ha subìto, ha tolto anche la patina che la ricopriva. In conclusione, suggerisco di non comprarla, a meno che il prezzo sia ultra-stracciato.... saluti
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  28. Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2015 Tiratura: 1.306.782 Condizione: SPL Città: Biella (BI) Note: scusate per le mie pessime foto, sono proprio incapace :D
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  29. Se ti è possibile potresti mandare delle foto? Grazie, ciao.
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  30. Ciao, per me la moneta è meglio delle foto postate.. ;) dimmi se sbaglio
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  31. colpa mia, ho datto per scontato che fosse 1863
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  32. Nel caso di Caracalla, la presenza di Esculapio è indice della devozione dell'imperatore che al dio chiedeva la guarigione da tutta una serie di infermità fisiche e psichiche. Le fonti riportano (Dione ed Erodiano) che Caracalla dopo aver ucciso il fratello Geta, si vedeva sempre perseguitato dallo spettro del fratello che lo inseguiva ossessivamente con un pugnale in mano come per vendicarsi. Oltre allo spettro del fratello, vedeva anche quello del padre. L'imperatore rivolse così la sua pietas alle divinità taumaturghe: Apollo, Esculapio con il piccolo Telesforo ed Ercole che dagli antichi veniva denominato anche l'eroe "scaccia morbi". Enrico :)
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  33. Ciao. "Potremmo partire da un primo punto....per le monete di cui sappiamo l'esatta tiratura, da questo dato." Su questo criterio mi vengono subito in mente due obiezioni: 1. Non avremmo modo di applicarlo a tutte quelle monetazioni per le quali non disponiamo di dati certi circa la tiratura. Sarebbe pertanto un criterio tendenzialmente utilizzabile per la sola monetazione moderna (o giù di lì). 2. La seconda obiezione è che anche in presenza di dati di tiratura ufficiali, questi dati possono non essere attendibile in concreto. Mi rifaccio, per un esempio specifico, al già citato caso dello scudo del 1914, la cui tiratura ufficiale è di oltre 272 mila pezzi, ma che sarà presente sul mercato e nelle collezioni forse in non più di alcune centinaia di esemplari. Che aiuto può fornirci, al fine di stabilire la rarità del predetto scudo, il dato teorico della sua tiratura ufficiale? Mi pare che non sia di nessun aiuto. Il caso non è solo quello dello scudo citato ma di tantissime altre monete, delle quali conosciamo la tiratura ufficiale ma che sono poi state oggetto di demonetazione. A questo punto, o teniamo conto dei pezzi demonetati (quando disponiamo del relativo dato) ottenendo, per differenza, il "saldo" dei pezzi residui, oppure se partiamo dal solo dato teorico della tiratura iniziale non so che utilità ne avremo al fine di stabilire la rarità di quella specifica moneta. "Per le restanti, dalla loro apparizione sul mercato, dalla presenza in collezioni pubbliche e poi dalla conoscenza di esistenza in collezioni private." Questo dovrebbe essere l'effettivo e corretto criterio per determinare la rarità di una moneta, cioè fare un "censimento" del numero dei pezzi esistenti. Ma è un'attività realisticamente realizzabile (lasciando da parte i casi di unicum o di pochi pezzi conosciuti, dove evidentemente è facile risalire al numero di pezzi esistenti)? Saluti. :hi: M.
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  34. In poche parole le le maggiori sollecitazioni si hanno sugli spigoli.. Come nelle finestre dei palazzi antichi.. La frattura parte sempre dallo spigolo perchè è lì che si concentrano le forze.. Strano però che capiti con l'oro che è relativamente malleabile.. Vuol dire proprio un'errata preparazione dei conii.. Che dire del 15 centesimi poi che si piega solo a guardarlo.. Disattenzione o poca perizia? Mah.. Secondo te un conio del genere quante monete riusciva a battere prima di essere sostituito? E uno correttamente confezionato quante ne riusciva a coniare?
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  35. Purtroppo è così .. mia madre sta combattendo contro un brutto male . Proprio quello del fumatore . È terribile . Nonostante tutto ancora adesso avrebbe voglia di una di quelle maledette che spero non le tolgano la vita . Potevo tenere questo pensiero personale per me ma se posso sensibilizzare qualcuno , per me , se solo una persona riuscisse a smettere sarebbe una vittoria , un inno alla vita ...
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  36. Grazie, appena avrò tempo metto la foto....una buona serata
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  37. ma certo era solo per farci quattro risate sopra, mi è venuto in mente che a quei tempi alle loro feste (di partito) quando entravi c'era subito la cassa dove cambiavi le lire in leghe per poter essere poi utilizzate per comprarci le salamelle, le patatine fritte la trippa e quant'altro .
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  38. Unica pecca per questo piacevolissssimo convegno e' stato proprio salutarti velocemente, se avessi saputo che non venivi al pranzo ti avrei certo riabbracciato calorosamente prima della tua ripartenza per casa.Ancora un saluto mio caro Eros. Roberto
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  39. Hai ragione, 78 mm di diametro per 145 grammi.
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  40. Ciao. Il concetto di rarità applicato alle monete mi sembra un dato inutile. Lo è da un punto di vista scientifico in quanto, trattandosi di un concetto largamente opinabile, non è utile a ricostruire con esattezza il quantitativo effettivamente disponibile di una data moneta. Tranne nei casi in cui si conoscono solo uno o due esemplari (ma allora basta scrivere "uno o due esemplari conosciuti"), nella maggioranza dei casi il dato sulla rarità è sempre discutibile. Ma lo è anche da un punto di vista commerciale, perché se anche procedessimo, come mi pare proponga Domenico (elledi), a "riformare" i gradi di rarità di talune monete che sembrano essere molto meno rare di quanto la sigla che le accompagna abitualmente voglia significare, dubito che il mercato, solo per questa ragione, sarebbe disposto a rivedere al ribasso i prezzi Insomma e per fare un esempio pratico, se modificassimo da R a NC il grado di rarità dello scudo dell '11, che a me pare tutto fuorché raro, dal momento che non c'è commerciante che non ne abbia almeno qualche esemplare in qualunque momento, non so se in base alla sola riduzione del grado di rarità ci si possa attendere una riduzione di prezzo. Personalmente ne dubito. D'altro canto, se la riduzione del grado di rarità dovesse invece spingere il prezzo in basso, i primi a non accettare la "retrocessione" sarebbero proprio i mercanti, he continuerebbero a "battezzare" le monete con i gradi tradizionali, per non "sgonfiare" il prezzo della moneta. In conclusione: l'indicazione del grado di rarità è forse il dato più inutile che si utilizza per descrivere una moneta. Salute. Michele
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  41. E lo sapevo che alla fine si finiva col confrontare la mia moneta con quelle al TOP (FDC) @@uzifox Cmq tra un qSPL ed un SPL+ non sono piccole sfumature Non ho detto che la mia moneta sia FDC o qFDC La mia moneta è molto distante come conservazione sia da quella di Montenegro che da quella periziata SPL in vendita a 70 € Per non parlare di quella postata dal @@Il*Numismatico E' come confrontare una 500 con una Ferrari Non voglio dire quanto l'ho pagata, tanto ci arrivi da solo :good:
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  42. Non lo vedo nella lista iniziale: vorrei segnalare il catalogo Hamburger 12 luglio 1921 Si può scaricare qui: http://digi.ub.uni-heidelberg.de/diglit/hamburger1921_07_12/0009 (al centro a sinistra, cliccare il rettangolo con la freccia puntata in basso: si apre un menu che permette di scegliere se scaricare il catalogo in bassa o alta risoluzione.
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  43. Ila definizione "falso fuso doctored" ha un significato ben preciso., Lo ritengo un falso fuso e rimaneggiato per minimizzare la visibilità delle caratteristiche che la fusione presenta, per renderlo più ingannevole, ma tali caratteristiche non si possono eliminare del tutto , se non con un lavoro molto lungo, e qui se ne vendono ancora a sufficienza per rivelarsi. Una tra le tante: l'occhio.
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  44. Ciao a tutti, per prenotare e ricevere il libro della mostra numismatica scriveteci all' indirizzo email della Delegazione FAI di Novara, lasciandoci il vostro recapito per la spedizione: [email protected] al più presto vi spediremo la copia! Inoltre vi ricordo che la mostra sarà visibile sino al 10 aprile 2011 con i seguenti orari: mattino 9.30-12.30 pomeriggio 16-19 Giovedì 31 marzo e venerdì 1 aprile al pomeriggio la mostra sarà aperta solo dalle 18.30 alle 19.30 (al mattino sarà aperta sempre dalle 9.30 alle 12.30). vi aspettiamo a Novara!
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  45. L’art. 1277 c.c. prescrive che «i debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello stato al tempo del pagamento e per il suo valore nominale», ferme le deroghe espressamente previste dalla legge. Pertanto in Italia ricordando che L' Euro e' l' unica valuta avente corso legale attualmente , e' l' unica moneta accettata dai creditori ; ovviamente in accordo con questi ultimi e' possibile sostituirla con altre forme di pagamento. Pertanto ritornando all' esempio dei Baht nessuno in Italia e' tenuto a ricevere tale valuta come forma di pagamento e probabilmente verrebbe rifiutata da tutti a meno di trovarsi di fronte ad un collezionista di monete mondiali :D Aggiungo inoltre che nessuna banca italiana e' obbligata a cambiare questa moneta thailandese ; solitamente il cambio e' possibile solo su valute pregiate e trattate maggiormente : sterline , dollari, yen..... L' unica per un ipotetico turista sarebbe cercare una banca con sportello cambio specializzato o ricorrere ai cambiavalute .
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  46. Ripeto, IMHO stiamo facendo confusione: il Baht potrà anche essere quotato, ma se un thailandese viene in Italia e pretende di pagare con la valuta del suo paese, come minimo viene mandato al suo paese... potrei sbagliarmi, ma mi risulta che in Italia l'unica moneta a corso legale è l'Euro, nessun'altra valuta è scambiabile a vista. Che poi chi vende la possa ugualmente accettare come pagamento è un altro par di maniche, ma se è per questo può accettare come pagamento anche la macchina di cui parlavo sopra, e qui si torna al discorso baratto.
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  47. Riguardo a questo post premetto che anche mio padre mi ha detto che le monete in quel periodo se le portavano in Svizzera per i famosi orologi. CN cita così: Il 1965 e il 1966 soprattutto sono gli anni della crisi degli “spiccioli” : la progressiva diminuzione della produzione monetaria avutasi a partire dal 1955 fu conseguenza della decrescente disponibilità di manodopera e della riduzione nell’orario di lavoro. Peraltro il maggiore fabbisogno per le esigenze delle attività produttive e commerciali , il diffondersi delle macchine distributrici automatiche che sterilizzarono un quantitativo non indifferente di monete, il diffondersi del collezionismo e l’esportazione di monete da parte di turisti contribuirono a diminuire il circolante monetario metallico. Tutto ciò provocò la circolazione di moneta succedanea privatistica, la cosiddetta fiduciaria, scambiabile entro i centri di attività delle ditte emittenti. Un esempio è dato dai gettoni in alluminio realizzati per lo spaccio dello Zuccherificio di Jolanda di Savoia in Ferrara nei tagli da 50,100,500 e 5000 £. Il problema delle poche monete riguardava soprattutto le 500 £ d’argento, tra le più belle al mondo, anche per l’aumento del prezzo dell’argento provocandone così la tesaurizzazione. Ciò non fu lenito dalle 500 £ commemorative del 1965 che circolarono davvero poco. Pullularono così anche assegni bancari a taglio di £ 500 emessi all’ordine del portatore. Ciccio 86
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  48. [quote]La penuria di spiccioli metallici fu causata semplicemente dalla mancanza di emissione di circolante sufficiente alle esigenze del Paese. Si tratto' di un fenomeno economico complesso, legato all'inflazione. [/quote] Era abbastanza grandicello all'epoca e ricordo il fatto. Il periodo in questione è tra il 1974 ed il 1978. Un articolo sui miniassegni lo potete trovare su Panorama Numismatico 108 del Maggio 1997. In realtà semplicemente mancavano gli spiccioli, specialmente le 50 e 100 L; le 200 L. non esistevano ancora. Se date un'occhiata alle tirature di queste monete fino al 1974 e considerate che dovevano servire ad una popolazione di altre 50 milioni di abitanti vedete che in effetti non erano poi molti pezzi "teorici" a testa, ed in pratica ovviamente meno per monete andate disperse, ecc... Si parlo di incette dall'estero per casse di orologi od addirittura "anime" di bottoni per le 5-10-20 L. ma questo non aveva senso (sarebbe costato meno ordinare i tondelli non coniati) e comunque non è mai stato dimostrato. I gettoni telefonici circolavano ed erano accettati come moneta a tutti gli effetti; qualcuno ricorse ai francobolli. Fatto sta che i commercianti arrivarono ad offrire una percentuale in più per avere le monete, poi a farsi cambiare in banca il denaro con miniassegni; qualcuno emise anche buoni spendibili in negozi. Ovviamente i collezionisti si gettarono su queste emissioni ed alcune arrivarono ad un discreto valore; nell'articolo si parla di 100.000 L (dell'epoca !). Per le banche fu ovviamente un buon affare; non so quanti di questi miniassegni sono poi stati rimborsati ma non credo siano stati molti. Si aggiunga che comparvero "emissioni di fantasia" stampate da falsari. Nel frattempo la zecca adeguò con nuovi macchinari la produzione alle esigenze (i picchi di tiratura di 50-100 L. sono fra il 1975 ed il 1980). Si iniziarono inoltre a coniare anche le 200L. ed i miniassegni in breve sparirono. Oggi non credo valgano molto, sicuramente meno di allora, e non mi sembra siano particolarmente ricercati. Ultima annotazione: non è comunque l'unico caso di emissioni da parte di enti non statali per sopperire alla mancanza di moneta spicciola; in altri casi si ricorse a gettoni. Per chi ne vuol sapere di più rimando comunque all'articolo, od a una ricerca sul tema. Giuseppe
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