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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/30/16 in Risposte

  1. Buon pomeriggio! Stati Uniti d'America 2009 Serie Nativi d'America Questa serie mi piace molto, guardate gli occhi della giovane madre...
    3 punti
  2. Peritas e l'elefante persiano dopo aver fatto pace....
    2 punti
  3. Vedo che Cliff tende al pessimismo e forse ha ragione, cmq con il venditore ci siamo accordati a 280 € prendendo come base la moneta che posto, venduta nel 2009 appunto a 280 € . Credo che i venditori nonostante il pessimismo di Cliff siano poco disposti ad abbassare i prezzi ! per cui .... La moneta suddetta era stata acquistata nel 2008 a 165 € e gia allora presentava quella macchiolina verde che a detta del venditore nel frattempo non è mutata, Un'ultima cosa ,vista dal vivo la moneta è molto meglio che in foto, la quale non rende il traslucido che la caratterizza ! saluti romanus
    2 punti
  4. La questione e' in po' pou' sottile Il cpilatore di CNG mette a confronto due opinioni differenti: Kim ( se non sbaglio e se ricordo bene era - anni fa l'assistant curator del cabinet di Oxford) ritiene che l'hoard non sia completamente intatto e originale e trova i pezzi incongruenti per il liro contenuto di fino ( eguale a quello di lingotti rinvenuti nel medesimo hoard) , mentre il commerciante cita Anokin, uno studioso russo esperto dell'area del Black Sea che ritiene invece le monete genuine ( ma dalla cita ione non si capusce se Ankikun fa riferimento a'questi' pezzi o ad altri. Il compilatore ovviamente porta acqua al mulino della genuinita' adducendo l'argomento che tali pezxi sono ancora poco studiati e quindi come possa essere verosimile la differenza di fino . Onestamente non mi fiderei e quantomeno cercherei di approfondire meglio la questione E' vero che questo settore - arcaico - riserva ancora molte sorprese e che ne capiamo molto poco. Vero anche che oggi occorre dubitare di tutto e che non ci vuole molto a taroccare un hoard mischiando il genuino con il fake soprattutto quando pochi grammi di oro basso possono spuntare 15.000$ presso un incauto acquirente credulone convinto di aver preso un pezzo inedito. Mai avuto cosi tanti inediti - guardate la fioritura di litre e bronzi inediti in sicilia peccato che escano da officine di 4 peracottari di falsari ignoranti e non dalle belle zecche originali che hanno creato delizie di ben altro tenore. Ma questa e' un'altra storia...
    2 punti
  5. Ciao, un bel "R2" di Costantino ... http://www.cgbfr.it/constantin-ier-le-grand-follis-ou-nummus,brm_246875,a.html Ciao Illyricum ;)
    2 punti
  6. 2 punti
  7. ______________ 2009 Suriname 25 Cent - Rame/nickel Nello stemma vi è raffigurata una palma ed una nave negriera, a ricordo degli schiavi prelevati in Africa. Al centro un rombo contenente una stella a cinque punte, simboleggia i cinque continenti da cui provengono gli abitanti del Suriname.
    2 punti
  8. Buon giorno a tutti, oggi vorrei postare questo cavallo di Ferdinando I D'Aragona peso: 1,5 g diametro: 19 mm al dritto: FERDINANDVS * * * REX, con testa del re volta verso destra al rovescio: EQVITAS * * aquiletta * in esergo: RENGNI al posto di REGNI mi piacerebbe conoscere come voi la cataloghereste facendo riferimento a qualche testo. Inoltre la particolarità RENGNI la rende leggermente più rara rispetto alle altre oppure ne circolano moltissime? beh sinceramente io ne ho visto delle altre, ma non molte! volevo un vostro parere sicuramente di maggior spessore rispetto al mio!!! grazie in anticipo a tutti quelli che parteciperanno
    1 punto
  9. Buonasera, vorrei id. questo piccolo scodellatino dal diametro di 9/10mm Grazie
    1 punto
  10. Mi fa piacere condividere con voi un approfondimento su Filippo II di Spagna, trovato per caso in rete, scritto da G. Parker nel 1985, per evidenziare la sua ossessione religiosa e i conseguenti errori politici che hanno causato il declino di un Regno altrimenti inattaccabile. Filippo II, re di Spagna: il contesto internazionale e la psicologia del sovrano. Un solo re, un solo impero. Filippo II di Spagna. Filippo II fu quel personaggio eroico quale parve ai cattolici del suo tempo? E cioè fu un sovrano il cui potere non conobbe limiti o quasi e i cui pensieri erano inscrutabili? Oppure fu il debil con poder [...] vale a dire [...] un debole investito di somma autorità, una persona di intelligenza mediocre, sempre ansioso di non poter essere all’altezza del padre? E chiaro che questa nostra biografia ha lasciato da parte la tesi “eroica”, ma in certa misura questo era inevitabile. «Gli archivi e i documenti sono la memoria del passato» ebbe a scrivere una volta Filippo II e, considerata la mole delle sue carte giunte fino a noi, non sorprende che il re sembri oggi meno inscrutabile e meno superumano di quanto apparisse un tempo. Durante i cinquantacinque anni in cui fu investito del potere (e per più di quarant’anni si trattò del potere supremo) e fu responsabile del più vasto impero che il mondo avesse mai conosciuto, Filippo si trovò implicato in molte tragedie e in molte crisi. E poiché in tali frangenti egli preferì affidare alla carta i suoi pensieri, spesso ci appare incerto, esitante e perplesso. Bisogna, tuttavia, tenere conto che il secondo Cinquecento fu tutto un periodo di sovrani esitanti e che non sapevano che linea tenere. Fu quello un tempo in cui la situazione politica conobbe un’inconsueta complessità e questo a causa della lotta tra la Chiesa romana in ripresa e i suoi avversari protestanti. La religione ebbe una parte cruciale nell’unica rivolta riuscita contro Carlo V (la ribellione dei principi tedeschi nel 1552) e nell’unica ribellione riuscita contro Filippo II (la rivolta dei Paesi Bassi nel 1572). Il protestantesimo era rapidamente diventato un problema politico di massima gravità. Verso il 1570 quasi metà della popolazione europea aveva ripudiato l’autorità del papa e sebbene la Chiesa cattolica nel cinquantennio successivo avesse una forte ripresa, resta il fatto che i Riformatori erano riusciti a creare divisioni di fondo che attraversavano tutte le frontiere e portarono tanti nella condizione di dibattersi tra due lealtà diverse (quella politica e quella religiosa). Durante le guerre d’Olanda, durate quasi ottant’anni [1572-1648, n.d.r.], ci furono Tedeschi che combatterono contro altri Tedeschi, Inglesi che combatterono altri Inglesi e abitanti dei Paesi Bassi che andarono contro loro compatrioti perché in quella lotta ci si schierò in base alla confessione religiosa e non in base al principio di nazionalità. Tiziano, Ritratto di Filippo II in armatura, 1550-51 circa, olio su tela, 193x111 cm, Madrid, Museo del Prado Lo stesso accadde nelle “guerre di religione” che dilaniarono la Francia, e nella Guerra dei Trent’anni. Tutti questi conflitti mandarono all’aria quell’embrionale equilibrio di potenza che in Europa si era manifestato nella prima metà del Cinquecento. Infatti, dopo gli anni Cinquanta del secolo, non ci fu potenza protestante (come, ad esempio, l’Inghilterra) che fosse disposta a stringere un’alleanza permanente con uno stato cattolico (per esempio con la Francia o con la Spagna). La politica europea fu in preda all’instabilità; le formule, le usanze e le alleanze di un tempo ormai non erano più possibili. L’intransigenza in materia religiosa escluse il compromesso, impedì un atteggiamento coerente e, fino a quando l’intensità dei sentimenti religiosi non cominciò a scemare, come avvenne a metà del Seicento, diede luogo ad un sistema di relazioni internazionali nel quale nessun uomo di stato poté avere la meglio per lungo tempo. Né l’incoerenza opportunistica, come fu quella di Elisabetta d’Inghilterra o di Caterina de’ Medici, né la intransigenza dolorosa sui principi, quale tentò di praticare Filippo II, poterono avere il sopravvento di quel magma oltremodo fluido che erano allora le relazioni internazionali. È stato osservato – e ci si è anche un po’ sorpresi della cosa – che el Rey Prudente non ebbe “schemi” prestabiliti ossia non ebbe in politica estera obiettivi prefissati. Ma questo avvenne certamente perché, data la estrema variabilità della situazione politica nel secondo Cinquecento, nessuno schema predisposto avrebbe presumibilmente potuto essere applicato. Nessuno dei maggiori responsabili della politica poté allora vantarsi di successi incondizionati e nessuno di essi conseguì mai quello che si era proposto. Ma tutto considerato, si direbbe che Filippo II rimanesse più di ogni altro capo di stato al di sotto degli obiettivi che gli stavano a cuore. Accanto alla “sottomissione dell’America” e alla conquista del Portogallo e delle Filippine, che furono successi notevoli, bisogna porre la rivolta dei Paesi Bassi, la Spagna ridotta allo stremo delle sue forze, la perdita di quasi tutti i possessi nordafricani a vantaggio dell’islam, la disfatta dell’Armada e il trionfo in Francia di Enrico IV. Tutti questi gravi scacchi furono subiti dal re più o meno per la stessa ragione: il re aveva adottato una politica ambiziosa e intransigente che poi si dimostrò sempre più inattuabile e, tuttavia, non venne mai mutata anche quando era chiaro che la partita era già perduta. Infatti, era possibile nel 1559 raggiungere la pace con il Sultano e la pace in quel momento avrebbe fatto rimanere il Mediterraneo un “lago cristiano”, ma il re interruppe di proposito le trattative. E quando poi nel 1577 si giunse finalmente ad un accordo, la potenza mussulmana in Occidente era diventata molto più presente, poiché includeva nella sua sfera il Marocco, il Sudan e la costa atlantica dell’Africa Occidentale. Analogamente, nei Paesi Bassi un compromesso con i “ribelli” era possibile nel 1575, nel 1577, nel 1579 e ancora nel 1589 e se fosse stato concluso avrebbe mantenuto intatto il retaggio di Filippo II e la preponderanza spagnola sarebbe così stata inattaccabile. L’impero asburgico, infatti, se avesse compreso nel suo ambito anche i Paesi Bassi, sarebbe rimasto invincibile nel Seicento come lo sarebbe stato quello britannico nell’Ottocento, qualora fosse riuscito a conservare le colonie americane. Il fatto che Filippo II non riuscì a risolvere i problemi che dovette affrontare nei Paesi Bassi e nel Mediterraneo costituì in larga parte una colpa soltanto sua. Ma per darci ragione del modo di agire del re, dobbiamo prestare grande attenzione alla sua psicologia. Nel 1574 un agente inglese che operava ne Paesi Bassi osservò che «l’orgoglio del regime spagnolo e la causa religiosa» costituivano «l’ostacolo principale al raggiungimento di un accordo accettabile». In Filippo si era radicata la convinzione che mai si dovesse trattare con degli eretici (o con i mussulmani) ed il re era parimenti persuaso che mai si dovesse venire a patti con dei ribelli. Il suo obiettivo fu, invece, quello di una vittoria su tutta la linea e cioè tale da dargli la possibilità di dettare le proprie condizioni (che potevano poi essere quanto mai miti, come si vide nel 1591 all’indomani del soffocamento della rivolta aragonese). Sebbene siano state proposte giustificazioni più sottili per spiegare l’avversione di Filippo II al compromesso, è certo che al fondo esse si alimentarono tutte di una certa tendenza all’idealizzazione. In realtà, Filippo II non fu un “debole fornito di sommo potere”: egli fu un uomo di principi rigidi, fornito di sommo potere. Soltanto quando la politica che gli imponevano i suoi principi si rivelò impossibile (questo fu il caso della rivolta olandese) oppure quando i suoi principi furono infranti [...] il re si palesò veramente debole. Infatti, se non poteva attenersi ai suoiprincipi, allora pareva smarrito. Forse lo zelo religioso lo portò a innalzare i suoi principi oltre ogni senso comune, ma questo non lo rese debole, bensì soltanto inflessibile.Ma va detto che la ferma adesione che ebbe ai propri principi non fu ribadita soltanto dal sentimento religioso: egli aveva nel suo intimo il timore di sembrare un debole. Il re rifuggì sempre come cosa disdicevole il mutare idea alla faccia del mondo e una volta che aveva preso una decisione era ben raro il caso che si lasciasse persuadere a scostarsene. Anzi, si direbbe che si irrigidisse di fronte alla alternative possibili, diventando così meno obiettivo nel giudizio dei dati che gli erano presentati e cercando di “reinterpretarli” in modo partigiano e fazioso sì da renderli consonanti con quanto aveva prima deliberato. La sua condotta durante la spedizione dell’Armada nel 1588 ci offre un esempio eloquente in merito: il re e il Medina Simonia videro gli stessi fatti sotto una luce del tutto diversa ed entrambi cercarono di distorcere i fatti sì che servissero di conforto al loro modo di vedere le cose. Tiziano, Filippo II offre la Vittoria a Don Fernando, 1575 circa, olio su tela, 325×274 cm, Madrid, Museo del Prado Si è sostenuto che la lontananza del re dagli avamposti del suo Impero è alla base della singolare intransigenza che fu tipica di Filippo. E si è opinato che il re paventasse di dover annullare un ordine già dato, nella convinzione che un contrordine avrebbe potuto creare confusione e caos sul teatro dove si svolgevano i fatti. Tuttavia, questa non può essere una spiegazione del tutto soddisfacente perché il modo in cui il re trattò il caso Perez e cioè un caso capitatogli, per così dire, alla porta di casa, fu improntato esattamente alla stessa riluttanza a mutare indirizzo fino all’ultimissimo momento. Né ugualmente convince l’ipotesi che Filippo si rifiutava a troncare un certo tipo dip olitica quando questa incontrava difficoltà perché convinto di fare la volontà di Dio. Il fatto è che la stessa ostinazione egli la applicò ad altre faccende con le quali il servizio di Dio non aveva nulla a che fare, almeno direttamente. Insomma lo zelo per la religione non fece che rafforzare quella che era l’indole del sovrano.
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  11. Salve a tutti ! Posto questo luigino , purtroppo in bassa conservazione , che personalmente avrei classificato come zecca di Loano , datato 1669. Ho cercato sul Corpus Luiginorum ma, non sono riuscito a trovarne uno identico . Quello che più gli assomiglia è il n182 ma ha la legenda del Diritto diversa . L'esemplare fra le mie mani infatti presenta al D/: GRATIOR•IN•PVLCHRA•VIRTV Mentre al R/ : BONITATIS • VNCIARVM • QVIN segno Le foto mi rendo conto che sono pessime ma, purtroppo il precedente proprietario ha pensato bene di lucidarla come fosse una teira d'argento .
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  12. Se Alessandro il Molosso era tutto Molosso, gruppo tribale epirota che seppe prendere il sopravvento su tutta la regione nel corso del IV secolo, per parte materna anche Alessandro Magno era mezzo Molosso... I primi due gruppi dei Molossi del Franke (Die antiken Münzen von Epirus) sono un triobolo e un obolo di standard attico datati nella prima metà del IV secolo e guardate un pò cosa rappresentano al dritto (si tratta di monete molto rare e ho trovato solo l'immagine del testo)...
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  13. @@peorino dovresti però .. leggerle tutte le risposte che ti vengono scritte... non è un falso!
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  14. Buonasera Ak, pur non sapendo di che cosa si tratti, mi sembra che però la croce sia molto diversa da quella del piccolo di antonio II. Attendiamo altre conferme. Saluti Max
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  15. L’esemplare sotto microscopio ha evidenziato che l’apparente deposito terrigeno era semplicemente… cera. La moneta è stata pesantemente cerata tanto da mascherarne le superfici e dargli l’aspetto “rustico” iniziale. Fors’anche nel tentativo di celare un po’ i difetti evidenziati prima. Mi sono pertanto limitato a rimuovere l’eccesso di cera, a lisciarne con delicatezza la patina verde (attenzione, lisciarne le superfici con bastoncino di bambù, non con bulini o che di aggressivo!) e a rifinire con cera microcristallina sia per nutrire la patina che per inibire eventuali processi degenerativi. E’ emerso parte dell’aegis. Il rovescio non era migliorabile. Le zone sospette attualmente non hanno un aspetto attivo e le superfici presentano cuprite. Certo andranno monitorate nel tempo. Quindi alcune considerazioni: A mio avviso, avendo sborsato la cifra succitata… è stato un buon affare attenti all’aspetto terrigeno nelle foto… può essere cera!!! chiedo conferma del RIC: dovrebbe essere il RIC 257 IMPCAESDOMITIA[NAV]GGERM[COSXI] , è corretto a vostro avviso? Nel link seguente vi è un esemplare che viene riferito come 280 (a mio avviso erroneamente) https://www.vcoins.com/en/stores/romae_aeternae_numismatics/136/product/domitian_sestertius_horseback_spearing_german_rome_85_ad_ric_280_scarce/625841/Default.aspx chissà... forse in mano ad un buon restauratore ... una bulinata lì, un abbassamento qua e là... ma tranquilli: resterà comodamente riposto nei miei vassoi! Ciao Illyricum ;)
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  16. evviva la libertà di opinione! ?
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  17. Tutto è classificabile ai fini numismatici! Ho visto monete ben peggiori di questa: qui addirittura si vede il numerale X, dietro la nuca di Roma!
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  18. Visto che siamo in tema di Filippo IV, posto le foto di un 9 cavalli zecca di Napoli 1629 MIR 263/5 R
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  19. Cari Amici, volevo ricordare a tutti gli amici del forum,soprattutto a quelli che hanno avuto la fortuna e l'onore di conoscerlo di persona,la ricorrenza della scomparsa.del nostro caro amico Sergio (Agrippa). Un abbraccio,Massimiliano
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  20. Ciao @@romanus , vedo che averla "quotata" minimo 250 euro e' stato corretto , complimenti bell' acquisto ; coi Sesterzi di Galba c'e' poco da trattare , o compri tu o lo fa un' altro .
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  21. Io devo ancora trovare un posto dove acquistare un sesterzio di Galba a 150 euro!! E vero che il mercato oggi predilige le conseevaziobi al top ma a 150 euro un sesterzio come quello in foto mi piacerebbe tanto averlo....
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  22. @@Theodor Mommsen Grazie... :clapping:
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  23. 1 punto
  24. 2 euro Donatello acquistabile presso l'IPZS, almeno online, sia FDC che Proof.
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  25. A me sembra. ..poi la moneta ce l'hai te...ti ho postato un raffronto. ..
    1 punto
  26. Ciao @@gpittini, in attesa di @@AlfaOmega..la moneta più simile che ho trovato.. Tetradramma zecca di Alexandria, Demetra al rovescio Dattari 1341.. Saluti Eliodoro
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  27. ...Ti riferisci alla fidanzata ? :good:
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  28. Leggendo i post sopra ho l 'impressione che in alcuni luoghi si interpreti il circolo come 'dopolavoro' - la partita di carte - credo sia l'epitome. i soci - lasciati a loro stessi - non stimolati - alla fine si mettono a giocare a carte ...:) Ma e' illusorio pensare che invece chi vada ad un circolo si trovi davanti la Scuola d'Atene con dotti sapientissimi che discutano una sera a settimana sulla quinta variante di delfino usata nelle emissione di Zankle o sui limiti cronologici dell'uso della 'e' lunata nelle legende medievali.. Illusionegiusto? Sono invece i responsabili dei circoli e l'attivita' culturale che devono fare da stimolo. Un corcolo soprattutto oggi vivese riesce ad essere culturalmente vivo. La seconda giovinezza e l'esempio virtuoso che ilCCNM ci offre e' basata proprio sull'attivita' culturale che instancabilmente ci offre. Certo fare un evento significa darsi da fare, sbattersi, cercare oratore, fare marketing, coinvolgere persone , organizzare, essere presente, ma il successo e' vedere le persone intervenute contente, felici di aver assistito ad una buona divulgazione numismatica. L'alternativa - se non ci si vuole sbattere, e' appunto la partita a carte o - peggio - le discussioni sulla partita , ma allora meglio andare al bar, li c'e' anche il cicchetto. ...
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  29. Sono stato impreciso, intendevo che non sono note monete al tipo VICTORIA per Mediolanum di Postumo/Aureolo. Quindi le emissioni di Milano a nome di Postumo...son di Postumo, e basta?!
    1 punto
  30. Salve @@anto R , Aureolo non ha mai emesso monete dalla zecca di Mediolanum , ed anche la legenda VICTORIA al completo e' ampiamente riportata , con varianti , da questa zecca . Attenzione anche agli eserghi : S , P, T , di questo periodo , in quanto comuni con la zecca di Siscia , quello che contraddistingue le due zecche sono gli stili diversi del dritto e rovescio .
    1 punto
  31. bel rompicapo.... per aggiungere un po' di pepe riallego l'immagine di una moneta che avevo già postato qualche mese fa (catalogata con rovescio zecca di milano e dritto zecca di roma) ed un'altra new entry con il dritto sempre della zecca di Roma e con rovescio Milano terza officina? Oppure c'è un errore evidente dell'incisore che invece di una "gamma" ha inciso una T? potrebbe essere le due lettere si assomigliano..... Già Markl nella sua catalogazione parla di una Vittoria per Roma marchiata in esergo con T e considerandola un errore di conio. Questo perché come si è detto in altre occasione ogni produzione doveva essere individuata per stabilimento e officina e Roma per non confondersi con Milano si ritiene non usasse P/S/T per contraddistinguere le prime tre officine, ma A, B e "gamma". E se invece Roma per alcune emissioni - le prime - ha usato in esergo gli stessi marchi di officina di Milano (di fatto le legende del dritto delle due zecche erano comunque diverse e quindi comunque distinguibili..). Se così fosse quel rovescio della Vittoria con S in esergo potrebbe non essere solo di Milano, ma anche della zecca di Roma.....
    1 punto
  32. Ciao 1000Coins, sarebbe molto interessante riuscire quanto meno a fotocopiare, a consultare la pubblicazione da te indicata che penso ben difficilmente sia reperibile per acquistarla.. Sapresti dirmi quale Casa Editrice l'ha pubblicata ed eventualmente se è possibile consultarla magari presso il Centro da te indicato ? Sai in quale città si trovi ? Ti ringrazio, saluti cordiali.
    1 punto
  33. Ciao sandokan, ti ringrazio per l'apprezzamento riguardo la pagina pubblicata da me del C.I.F.R. e mi fa sempre tanto piacere condividere gli approfondimenti che tu giustamente cerchi in tutte le medaglie proposte. Volevo solo puntualizzare che non è un articolo, ma tratto dal testo del Centro Italiano Filatelia Resistenza dal titolo "Medaglie e pagine di storia sulla lotta di liberazione in Emilia-Romagna" stampato nel 1990 che riporta circa 200 schede di medaglie relative a "liberazione e resistenza". Un testo forse poco conosciuto ma una delle poche pietre miliari sull'argomento. Purtroppo anche questo non riesce a chiarire pienamente la domanda da te posta sulla medaglia. Un caro saluto M. @@sandokan PS @stgred: se ho riportato qualche imprecisione correggimi pure, non sono così preparato come te sull'argomento
    1 punto
  34. Oppure altro esemplare
    1 punto
  35. Penso sia un bronzo costantiniano del tipo SOLI INVICTO COMITI , forse zecca Roma. Ti posto un esemplare molto somigliante, anche per la seconda lettera di zecca. La moneta dorata di riferimento proprio non la identifico... mi sto scervellando....eppure mi sembra di averla vista da qualche parte! ?
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  36. Il 29 aprile 1519 nasce Jacopo Robusti meglio noto come Tintoretto Jacopo Robusti nato a Venezia il 29 aprile 1519 e morto a Venezia il 31 maggio 1594, è stato un pittore italiano, uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana e probabilmente l'ultimo grande pittore del Rinascimento italiano. Il soprannome "Tintoretto" gli derivò dal mestiere paterno, tintore di stoffe. Per la sua energia fenomenale nella pittura è stato soprannominato "Il furioso" ed il suo uso drammatico della prospettiva e della luce lo ha fatto considerare il precursore dell'arte barocca. Jacopo utilizza fin da piccolo i colori che trova nel laboratorio del padre, tanto che questi lo invia ben presto a bottega da Tiziano (1530). Qui il pittore, a quanto si narra, veduto un disegno del giovane allievo, per timore di future concorrenze lo fa cacciare su due piedi. Sembra che nel 1539 Tintoretto si potesse già fregiare del titolo di maestro, con uno studio indipendente presso campo san Cassiàn, nel sestiere di San Polo. Nel 1541, appena ventitreenne, riceve dal nobile Vettor Pisani l’incarico di realizzare, in occasione delle sue nozze, 16 tavole raffiguranti le Metamorfosi di Ovidio. Nella circostanza si reca al Palazzo Te di Mantova per studiare gli affreschi di Giulio Romano. Nel 1566 dipinge cinque tele allegoriche da collocare nella Saletta degli Inquisitori nel Palazzo Ducale. Pur impegnato con il Palazzo Ducale e con la Scuola Grande di San Rocco, Tintoretto accetta nel 1579 l’invito di Guglielmo Gonzaga e realizza otto grandi tele per il Palazzo Ducale di Mantova in cui si esaltano le gesta della famiglia Gonzaga. Nel 1588, alla morte di Veronese, subentra a quest’ultimo nella decorazione della parete della Sala del Maggior Consiglio. L’opera che ne risulta, una immensa tela di più di 7 metri di altezza e 24 di lunghezza, raffigura il Paradiso con al centro il Cristo Pantocratore. Tintoretto muore all’età di settantacinque anni dopo aver realizzato tre ultime opere per la Basilica di San Giorgio Maggiore: gli Ebrei nel deserto e la caduta della manna, l'Ultima Cena e laDeposizione nel sepolcro La moneta coniata per il 400° Anniversario della morte di Tintoretto https://www.facebook.com/lemoneteraccontano/
    1 punto
  37. Beh, mi pare che il discorso sul "monterozzo" si sia arenato per... insufficienza di prove. Riprendo però la discussione tornando sulle concrezioni. Stesso venditore, altro sesterzio di Commodo, stesso aspetto generale, stesse concrezioni. Malachite e cuprite, quest'ultima presente al diritto mentre a rovescio si nota solo della malachite in quantità ridotta. Verrebbe da supporre uno stato chimico-fisico di giacitura pressochè identico. Ciao Illyricum ;)
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  38. Taglio: 10 Cent Nazione: Germania D Anno: 2007 Tiratura: 165.000 (solo in divisionale) Conservazione: BB Città: Bibione (Ve) su vari siti ho trovato che non dovrebbe circolare, se avete conferme o smentite avvisatemi.
    1 punto
  39. Ciao @@margheludo, mi sembrava giusto parlare un po' di più qui dei Circoli che svolgono una importante funzione, più che io sono loro che devono tenere duro :blum: e questo è un po' l'auspicio. Programmi, idee, far di conto e oggi questo aspetto non è semplice e facile....e poi comunicare tutto questo a 360 gradi e quindi Lamoneta in tutto questo fa la sua parte e spesso i risultati poi si vedono... Credo che tecnologia e tradizione debbano percorrere insieme la strada sempre di più, chi non lo farà si troverà in seria difficoltà, d'altronde gli esempi li abbiamo anche qui recenti e passati, Parma è stata una scommessa che non si sapeva come sarebbe andata, oggi possiamo dire che è stata vinta e Parma rappresenta la perfetta sinergia tra un Circolo, quello di Parma e un Network come Lamoneta che rappresenta il mezzo digitale, tradizione e tecnologia, reale e virtuale insieme, credo che la strada a grandi linee sia questa. E poi un altro esempio di anni fa " La giornata del grosso ", partita qui con la discussione una delle più belle e partecipate e finita poi nell'Assemblea della Società Numismatica Italiana a Milano con la relazione del Prof. Saccocci sul tema e la visione di queste monete portate dai collezionisti privati. Anche qui innovazione e tecnologia con la tradizione massima, la SNI, fu un successo secondo me da ripetere più volte, certamente poi in tutto questo bisogna poi sempre crederci e crederci in due, perché le componenti due sono....e con una fai ....ma fai un'altra cosa....
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  40. 1 punto
  41. Ciao @@ilvio! Mi sa che sei male informato: ti aggiorno così magari eviti in futuro di dare del bugiardo a qualcuno che non se lo merita. Qui trovi gli indirizzi delle filiali della Bundesbank, non traduco in quanto mi sembra che - a parte una svista grammaticale nel post precedente - tu il tedesco lo parli. https://www.bundesbank.de/Redaktion/DE/Standardartikel/Bundesbank/Hauptverwaltung_und_Filialen/kontakt_hv_filialen.html per gli altri traduco questo: "Informazioni sulla disponibilità della moneta da collezione da 5 Euro le ricevete dalla rispettiva filiale" Fate attenzione che già ufficialmente si parla di Sammlermünze = moneta da collezione e non di una moneta comune. Ciao ciao Njk
    1 punto
  42. Ciao. Il concetto di rarità applicato alle monete mi sembra un dato inutile. Lo è da un punto di vista scientifico in quanto, trattandosi di un concetto largamente opinabile, non è utile a ricostruire con esattezza il quantitativo effettivamente disponibile di una data moneta. Tranne nei casi in cui si conoscono solo uno o due esemplari (ma allora basta scrivere "uno o due esemplari conosciuti"), nella maggioranza dei casi il dato sulla rarità è sempre discutibile. Ma lo è anche da un punto di vista commerciale, perché se anche procedessimo, come mi pare proponga Domenico (elledi), a "riformare" i gradi di rarità di talune monete che sembrano essere molto meno rare di quanto la sigla che le accompagna abitualmente voglia significare, dubito che il mercato, solo per questa ragione, sarebbe disposto a rivedere al ribasso i prezzi Insomma e per fare un esempio pratico, se modificassimo da R a NC il grado di rarità dello scudo dell '11, che a me pare tutto fuorché raro, dal momento che non c'è commerciante che non ne abbia almeno qualche esemplare in qualunque momento, non so se in base alla sola riduzione del grado di rarità ci si possa attendere una riduzione di prezzo. Personalmente ne dubito. D'altro canto, se la riduzione del grado di rarità dovesse invece spingere il prezzo in basso, i primi a non accettare la "retrocessione" sarebbero proprio i mercanti, he continuerebbero a "battezzare" le monete con i gradi tradizionali, per non "sgonfiare" il prezzo della moneta. In conclusione: l'indicazione del grado di rarità è forse il dato più inutile che si utilizza per descrivere una moneta. Salute. Michele
    1 punto
  43. 1 punto
  44. Mai come adesso sarebbe un grosso errore ammetterli al resto d'Europa, a parer mio.
    1 punto
  45. @@alessandro1970 Concordo con chi mi ha preceduto, max BB+
    1 punto
  46. :good: A pomeriggio devo andare a vedere qualche moneta di Gregorio XVI ...e speriamo che ci sia anche questa.
    1 punto
  47. Ora che la guardo bene manca il punto dopo HIER, che dite e una rarità :pardon:
    1 punto
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