Vai al contenuto

Classifica

  1. g.aulisio

    g.aulisio

    Utente Storico


    • Punti

      9

    • Numero contenuti

      1724


  2. numa numa

    numa numa

    Utente Storico


    • Punti

      8

    • Numero contenuti

      14639


  3. Gallienus

    Gallienus

    Utente Storico


    • Punti

      7

    • Numero contenuti

      5215


  4. cliff

    cliff

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      5929


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/01/16 in Risposte

  1. Stamattina, come capita spesso, ero per lavoro in zona Richelieu-Drouot. A mezzogiorno (i Galli mangiano presto...) avevo poi un pranzo di lavoro nella stessa zona. E quindi alle 16.00 una riunione con Microsoft nella loro sede, a Issy-les-Moulineaux, in mezzo al nulla, nella banlieue sud-ovest, ma raggiungibile in una quarantina di minuti di metro da Opera. A dire la verità me ne ero dimenticato, mi é rivenuto in mente quando ci sono passato davanti (questo dà la misura di quanto io sia un pessimo collezionista) che proprio oggi all'Hotel Drouot (che non é un albergo, ma il più grande "hub" europeo per quanto riguarda le aste di antiquariato) c'era un'asta interessante di Chayette & Cheval. Chayette et Cheval non é una casa numismatica. E' una delle tante case d'aste antiquarie parigine che gravitano, da decenni o da secoli, intorno a Drouot. Normalmente vendono un po' di tutto: opere d'arte, mobili, e via dicendo. Quello che capita. Ed ogni tanto, non frequentemente, capita che tra quello che propongono ci siano monete. Di solito singole collezioni, in cui può capitare di trovare qualcosa d'interessante. Era stato il caso qualche anno fa, quando proposero alla vendita una collezione tematica di monete greche caratterizzate dall'avere al rovescio raffigurazioni di animali. Era la collezione di un medico, se non ricordo male. Per la maggior parte monete molto belle. L'asta era poco dopo il Salon de la Bourse, e, essendo Chayette & Cheval presente alla Bourse proprio per presentare questa collezione, con @@cliff avevamo avuto modo di buttarci un occhio. Tra i vari animali c'era un leone, per me estremamente interessante. Il leone di un'imitazione massaliota MASSA alfa. Tra l'altro con una legenda conosciuta in un unico altro esemplare. In ogni caso una moneta di quelle che ti capitano raramente più di una volta nella vita. Purtroppo il giorno dell'asta ero a Tolosa, per cui non potei partecipare in sala. Lasciai la mia offerta (corposa) a Chayette & Cheval, da assente. E me la aggiudicai. E, (per la cronaca) a qualche centinaio di euro di meno della mia offerta massima (caso raro). Una moneta estremamente importante. Mi pare che ne discutemmo anche qui. Oggi invece, essendomi casualmente e fortunatamente ricordato dell'asta ed essendo in zona (ieri invece mi sono scordato, ed in un'altra asta c'era un pezzo che mi interessava...) ho trovato il tempo per fare una scappata velocissima, alle 11, per vedere i lotti. E poi, tagliando un po' corto il mio pranzo di lavoro, alle 13.30, ora di inizio dell'asta, ero là. Non compro monete spesso. Come ho già detto sono un pessimo collezionista. Le monete mi piace studiarle, e per farlo é essenziale poterle manipolare. Normalmente mi é possibile farlo con collezioni pubbliche. Ma con tempi e ritmi non stabiliti da me. Per cui qualcuna la compro (o cerco di farlo). Soprattutto quando ritengo si tratti di esemplari estremamente interessanti che rischiano di uscire dal tracciato radar. Altre volte, più semplicemente, perché si tratta di monete che mi piacciono. Quindi oggi ero a Drouot. C'erano un paio di lotti che mi interessavano, poi, dopo aver dato un'occhiata diretta a tutta la collezione offerta, sono diventati quattro, alla fine mi sono aggiudicato sei monete (ma la collezione era veramente bella). Il bello di aste del tipo di quella di Chayette & Cheval é che non essendo la casa una casa numismatica, c'é di tutto. In sala credo non fossimo non più di una quindicina (tra commercianti e collezionisti) interessati alla splendida piccola collezione di celtiche. Gli altri erano lì per le sculture, i quadri, ecc. Era da parecchio che non mi ritrovavo in questa dimensione: che bello il sapore dell'asta vissuta in sala, l'alzare la mano, il llitigarsi i pezzi... Qualcosa di antico. Sì, c'é il "live", le webcam, quelli al telefono, quelli che hanno lasciato le offerte al "commissaire" o all'"expert". Ma la partita si gioca tra quelli che sono in sala. E' qualcosa che ha più a che vedere con l'antropologia che con la numismatica, di questo sono sicuro, Qualcosa che mette insieme l'adrenalina, la carta di credito, le monete, l'ambiente. Qualcosa che contiene elementi irrazionali, emozionali, per quanto uno si sia cinicamente studiato la situazione in anticipo (salvo poi scordarsi la data... come capita regolarmente al sottoscritto). Insomma, mi rendo conto che l'ho fatta esageratamente lunga (e me ne scuso). Questo post aveva in realtà come scopo quello di mostrarvi questa, che credo sia una delle più interessanti monete emesse nella Valle del Rodano (Francia sud-occidentale, a ridosso dell'Italia) nel periodo preromano. Sì, lo so, può sembrare un orrore (in effetti lo é). Queste sono monete che si trovano molto raramente, quando si trovano sono spesso in conservazione pessima, sempre coniate su tondelli "corti" e decentrate: al rovescio o si vede la legenda o la figura. Le due insieme non é dato. E costano un occhio. Ho trovato questo esemplare un ottimo compromesso: la legenda é integra (fatto quasi eccezionale) e della testa del cavallo solo qualche particolare ripetitivo cade fuori tondello. Anche il dritto non ha deficienze importanti. E, come può capitare in aste non specialistiche credo di averlo pagato poco (mi aspettavo maggiore battaglia, ma é anche vero che c'erano altri pezzi che erano molto più appetibili per i Parigni, questa é una moneta del sud...). Il fatto che l'abbia forse pagata poco rispetto al suo valore di mercato é secondario (non ho esitato, e non esito, a pagare n volte il prezzo di mercato di una moneta se la reputo importante: l'ho già detto, sono un pessimo collezionista...). Quello che può essere interessante é ciò che questa moneta rappresenta. Il dritto é tratto (indirettamente) dall'Apollo massaliota. Il cavallo al rovescio é (tradizionalmente) considerato tratto dalle monetazioni puniche (e messo in relazione con i pedaggi pagati da Annibale alle popolazioni del Rodano nel 218 aC). Altre ipotesi più recenti lo ritengono ispirato ai didrammi romani repubblicani. La legenda é in caratteri nord etruschi. Della stessa esistono varie letture. E' una classica moneta che definirei "di crocevia". Tra l'altro il peso é quello della dracma padana (dirimpettaia) dello stesso periodo. A me piace da morire. Se a qualcuno interessa cerchiamo assieme di approfondire (e ce n'é da scavare...).
    6 punti
  2. 3.77 grammi d'argento commoventi. Mentre questo dicevano tra loro, un cane che stava lì disteso, alzò il capo e le orecchie. Era Argo, il cane di Odisseo, che un tempo egli stesso allevò e mai poté godere nelle cacce, perchè assai presto partì l'eroe per la sacra Ilio. Già contro i cervi e le lepri e le capre selvatiche lo spingevano i giovani; ma ora, lontano dal padrone, giaceva abbandonato sul letame di buoi e muli che presso le porte della reggia era raccolto, fin quando i servi lo portavano sui campi a fecondare il vasto podere di Odisseo. E là Argo giaceva tutto pieno di zecche. E quando Odisseo gli fu vicino, ecco agitò la coda e lasciò ricadere la orecchie; ma ora non poteva accostarsi di più al suo padrone. E Odisseo volse altrove lo sguardo e s'asciugò una lacrima senza farsi vedere da Euméo; e poi così diceva: " Certo è strano , Euméo, che un cane come questo si lasci abbandonato sul letame. Bello è di forme; ma non so se un giorno, oltre che bello, era anche veloce nella corsa, o non era che un cane da convito, di quelli che i padroni allevano solo per il fasto ". E a lui, così rispondevi, Euméo, guardiano di porci: " Questo è il cane d'un uomo che morì lontano. Se ora fosse di forme e di bravura come, partendo per Troia, lo lasciò Odisseo, lo vedresti con meraviglia così veloce e forte. Mai una fiera sfuggiva nel folto della selva quando la cacciava, seguendone abile le orme. Ma ora infelice patisce. Lontano dalla patria è morto il suo Odisseo; e le ancelle, indolenti, non si curano di lui. Di malavoglia lavorano i servi senza il comando dei padroni, poi che Zeus che vede ogni cosa, leva a un uomo metà del suo valore, se il giorno della schiavitù lo coglie ". Così disse, ed entrò nella reggia incontro ai proci. E Argo, che aveva visto Odisseo dopo vent'anni, ecco, fu preso dal Fato della nera morte.
    4 punti
  3. La mia (Nomisma 40 - collezione Vitalini, lotto 404) l'ho pagata 173 euro diritti inclusi Più bella in giro non l'ho ancora vista
    3 punti
  4. Di carne a fuoco ce n'é parecchia. Cominciamo con la questione più semplice, quella dell'alfabeto utilizzato (poi verremo alle altre, e naturalmente anche alle monetine proposte da Romanus). Oggi siamo istintivamente abituati a localizzare gli Etruschi tra la Toscana ed il Tevere, dimenticando che gli Etruschi dal VI secolo e fino alla caduta di Melpum (nel 396 aC, secondo Plinio che cita Cornelio Nepote nello stesso giorno in cui Furio Camillo prese Veio - decisamente un'annataccia per gli Etruschi) erano stanziati anche nella pianura padana. Perfettamente normale quindi che l'alfabeto nord etrusco, più o meno adattato ai fonemi delle lingue parlate dalle popolazioni confinanti, rappresentasse il modello utilizzato da popolazioni quali, tra le altre, i Veneti ed i Celti golasecchiani. I Veneti trasmisero a loro volta l'alfabeto nord etrusco verso l'area danubiana e verso nord, attraverso le Alpi. Quando Tacito nel suo bellissimo ed interessantissimo Germania (che invito a leggere, o rileggere) ci racconta di sperdute tribù del cuore della Germania che scrivono in "greco", si riferisce probabilmente a quei rari popoli germanici che conoscevano la scrittura ed utilizzavano un alfabeto derivato da quello venetico. Che sopravviverà un bel po', raggiungendo la Scandinavia, avendo come esito finale l'alfabeto runico. Nella parte occidentale della pianura padana l'alfabeto nord etrusco verrà adottato (e adattato) dai Celti stanziati ai piedi delle Alpi e nella valle del Rodano. Tra l'altro il più antico documento epigrafico in lingua celtica, la stele di Prestino, viene proprio dalla Cisalpina ed é scritto utilizzando caratteri nord etruschi. Inutile ricordare che proprio a Prestino é stata ritrovata una moneta di Populonia. Andando verso sud est (Provenza e regione dei liguri) la situazione si fa più complicata. Forse vale la pena fare un salto fino all'Andalusia, e poi tornare su, per comodità di esposizione. In Andalusia nel VI secolo (almeno) si comincia ad usare un alfabeto derivato dal fenicio, il cosidetto alfabeto iberico, pesantemente adattato per essere utilizzato per esprimere l'idioma locale. Dico pesantemente perché in effetti si trasforma talmente da divenire semisillabico (alcuni segni rappresentano singole lettere, altri intere sillabe). Nei secoli successivi questo alfabeto iberico di derivazione fenicia comincia a risalire la penisola, evolvendosi ed adattandosi ulteriormente, supera i Pirenei ed arriva ad attestarsi fino alla parte occidentale della Francia meridionale. Se guardiamo alla Gallia del Sud, tra i Pirenei e le Alpi, ci ritroviamo quindi con una parte occidentale (Linguadoca e Occitania) in cui si scrive usando un alfabeto iberico derivante dal Fenicio ed una parte orientale in cui si scrive utilizzando un alfabeto derivato da quello usato dagli Etruschi padani. E in mezzo c'é Marsiglia e le sue colonie provenzali. A Marsiglia, colonia focese, (per la verità anche a Rodas e Emporion, nell'attuale Catalogna) si parla (e si scrive) in greco-ionico. Le fonti antiche ci dicono in realtà che i Massalioti erano trilingui: parlavano greco, celtico e latino. Una serie importante di documenti tracciati su lamine di bronzo, per lo più contratti, in Gallia meridonale sono giunti fino a noi. In qualche caso sono transazioni tra mercanti greci e omologhi etruschi, ed i testi sono pertanto bilingui, in greco ionico ed in etrusco (questa volta dell'Etruria tirrenica). Spesso sono citati i nomi dei testimoni alla transazione, e si tratta di solito di nomi indigeni, ispanici, celti o liguri. Da questi documenti si é dedotto che tali testimoni indigeni almeno il greco ionico lo dovessero conoscere, altrimenti non si comprenderebbe la valenza legale di tali testimonianze. Ciò ci viene confermato dallo stesso Strabone che ci dice che ancora "recentemente" (possiamo immaginare tra il II ed il I sec. a.C) le popolazioni indigene della Gallia meridionale non solo conoscessero il greco (inteso come lingua, non come alfabeto), ma che anzi lo utilizzassero ancora nei documenti "formali", quali appunto i contratti. Per concludere, la Gallia meridionale dal VI secolo alla Romanizzazione era un grande guazzabuglio dal punto di vista culturale e linguistico: a est si parlava iberico e celtico, ma si conosceva anche il greco) e si usava l'alfabeto iberico. Nelle colonie ioniche si parlava anche il celto ligure oltre al greco e si scriveva utilizzando l'alfabeto greco-ionico. Nella valle del Rodano si parlava si scriveva in celtico o celto ligure utilizzando l'alfabeto nord etrusco. Dappertutto, se c'era da scrivere un contratto, lo si faceva in greco. E in questo trambusto scorrazzavano mercanti Etruschi prima e Romani poi, che ci aggiungevano del loro...
    3 punti
  5. @@Caio153 Secondo me danneggiano di più lo stato, ossia tutti noi. Il concetto che sta alla base del mio ragionamento è che il contrabbando prospera man mano che crescono i divieti: le conseguenze del proibizionismo le conosciamo tutti. Non credo che sia questa la strada migliore per la tutela del bene culturale, anzi. Il problema è sicuramente complesso e non penso certo di avere la verità in tasca, ma al momento non vedo luce all'orizzonte.
    3 punti
  6. al cui R/ manca forse la I di vexilifer
    2 punti
  7. Buon pomeriggio a tutti. Il 3 giugno scorso, come ripromessomi in altra discussione, ho chiesto per e-mail alla dott.ssa Gabriella Angeli Bufalini (Responsabile del Medagliere del MNR) di poter avere una foto ad elevata risoluzione del rovescio del 20 lire impero 1936 della Collezione Reale, per motivi di studio. Ho anche parlato telefonicamente con lei il 4 o il 5 giugno scorso, e mi ha assicurato che, nel breve, avrebbe fatto il possibile per accontentare la richiesta. Oggi, dopo aver effettuato il pagamento di Euro 6,00 quali spese di riproduzione fotografica, ho ricevuto sulla mia casella e-mail quanto richiesto, direttamente dalla Dott.ssa Maria Daniela Donninelli, della Soprintendenza Speciale per il MNR. La foto ora in mio possesso non la posso pubblicare, poiché ho dovuto dichiarare ciò prima del preventivo di spesa, posto che il motivo dello studio è trattato economicamente in modo ben diverso da quello della pubblicazione. La pubblicazione, inoltre, deve essere autorizzata dalla Soprintendenza Speciale menzionata, stando a quanto riportato nella nota di detta Soprintendenza che mi è pervenuta il 28 giugno scorso. Dunque, come il Sig. Franco Pezzi, chiedo la fiducia. Il rovescio si presenta lucidato e profondamente e diffusamente graffiato a seguito di scellerata pulitura. Le differenze sostanziali che riesco a notare dal confronto fotografico con altro 20 lire 1936 Impero, per così dire "solito", sono le seguenti: - firma del modellista: le lettere sono tutte della stessa dimensione ed altezza e tra la G e la R di Romagnoli vi è un punto in basso nel campo, equidistante dalle due lettere; - come già fatto notare da altri su questa discussione, la firma del modellista inizia più a destra e termina leggermente più a sinistra che nelle monete "solite" (dunque è più stretta); - le cifre 1, 3 e 6 del millesimo sono nettamente diverse: l'1 è un'asta verticale di spessore costante, che non ha le estremità leggermente svasate come nelle "solite" monete; il 3 ha stile diverso con la particolarità del semicerchio inferiore che ha un maggior raggio di curvatura; il 6 ha la parte ricurva superiore con un raggio di curvatura inferiore (è meno chiuso, per così dire); - il segno di zecca R ha stile diverso, con addirittura l'asta terminale destra che inizia a sx spessa, quasi bombata, riducendosi repentinamente di spessore, e questa asta ha una lunghezza inferire rispetto alle "solite"; - il piano orizzontale della quadriga (quello su cui poggia lo scanno su cui è assisa l'allegoria dell'Italia) ha la parte perimetrale verticale di sinistra (peraltro l'unica in vista) non perfettamente verticale; è come se vi fosse una piccola mancanza di metallo o, comunque, una irregolarità che rende discontinua la verticalità di detta linea perimetrale; - la parte sommitale della L del valore nominale, nonché le estremità delle due I della leggenda ITALIA, presentano una svasatura più repentina e più alta, dunque meno graduale; - la corona che sormonta lo scudetto crociato Savoia è nettamente diversa da quella delle "solite" monete: è più alta, coi bracci dalle curve meno accentuate; essa, nella foto in mio possesso, culmina non con una piccola croce, bensì con un oggetto ovoidale, che sembra proprio avere i connotati di un volto umano; di sicuro non sembra affatto una croce; - le legature dei due fascetti littori che affiancano lo scudo Savoia sono notevolmente diverse dalle "solite": sono più sottili; - lo zero del nominale "20" sembra essere più largo, forse a causa di minore spessore del rilievo? Concludo ringraziando pubblicamente la Dott.ssa Gabriella Angeli Bufalini e la Dott.ssa Maria Daniela Donninelli che mi hanno usato cortesia e disponibilità.
    2 punti
  8. Da InAsta, variante con EI e legenda al D che inizia ad ore 9 (non riportata)...........sempre della famiglia Crippa 1 Enrico II
    2 punti
  9. Rilanciamo la discussione approfittando di un recente acquisto, tra l'altro per il tipo di moneta in conservazione secondo me quasi splendida. Siamo ai denari di Enrico II, il Crippa ne elenca più varianti, secondo me siamo sul Crippa 1/C perché al diritto dovrebbe esserci un ( HE) DIC N scritto su tre righe, sembra una D e non una R, tra l'altro la particolarità è che la leggenda del dritto inizia a ore 6, caratteristica che mi sembra appannaggio di questa variante, le altre iniziano a ore 12 o a ore 3. Il peso di 1,15 gr. è in linea direi con la tipologia, interessante la C di DIC con una O troncata, ma tanto forse si potrebbe dire ancora....
    2 punti
  10. Non si tratta di vendere TUTTO inopinatamente Solo invece del materiale - già' decontestualizzato - ripetitivo che non aggiunge informazioni che già non si conoscano Una legge che regolasse i nuovi ritrovamenti in modo intelligente -presupponendo la preventiva registrazione di tutti i dati del contesto prima di un eventuale cessione come in UK - ridurrebbe probabilmente drasticamente il numero dei ritrovamenti illeciti come avviene attualmente in Italia in barba alle regole più restrittive. Non esiste un punto di vista archeologico o numismatico esiste un solo punto di vista di buon senso che abbia come obiettivo la tutela del bene culturale e la sua fruizione - in modo intelligente.
    2 punti
  11. Aggiungo alla discussione un confronto di particolari tra un 20 lire 1936 PROVA sopra e l' esemplare di Palazzo Massimo sotto..le due corone sembrano diverse anche se fotografate da diverse angolazioni
    2 punti
  12. La questione e' mal posta. Un tempio non e' un oggetto seriale e ripetitivo, la moneta si. In Italia vi dono collezioni pubbliche - in musei e luoghi diversi - che hanno TUTTE le monete di tutte le epoche: greche, romane, medioevali, rinascimentali, moderne Non esiste ( quasi) rarita' che non sia gia' compresa in qualche collezione pubblica. Qual'e' il problema: solo quello di rendere fruibile/visibile questo materiale. Mentre i resti del tempio - Vivaddio - nessun curatore ( fallimentare) di beni culturali può' metterlo in cantina, per le monete questo avviene. A volte - e ' pur vero - per mancanza di fondi/ spazi, altre volte per totale disinteresse e incuria come fu il caso del direttore passato dell'archeologico di firenze che 'nascose' una delle piu belle collezioni di monete medioevali e rinascimentali esistente in Italia finche questa non fu restituita al Bargello e finalmente catalogata e pubblicata grazie ai buoni uffici del nuovo direttore. Tornando all'assunto: se io Stato ho gia' quelle monete - in qualche collezione - dopo averne rilevato dati e contesto nulla vieta che - trovate da altri possa disfarmene con profitto ( e' quanto avviene in Inghilterra) e magari finanziarmi scavi, restauri, musei con maggiore profitto per la tutela dei beni archeologici e culturali in generale. Si e' invece scelta una strada di totale repressione del commercio ( non era cosi 50 o 100 anni fa quando lo Stato acquistava direttamente alle aste) che ha portato - ha ragione Gallienus - all'esportazione del commercio di monete antiche in paesi esteri ( in germania per le monete meno pregiate, in UK per i pezzi importanti) che prospera allegramente non portando un soldo di beneficio allo Stato italiano ne' ai nostri beni culturali. E' la soluzione che si voleva? Evidentemente no ma e' la conseguenza di politiche miopi, di funzionari limitati - e probabilmente anche frustrati - di una mancanza di visione generale sella Cosa pubblica che purtroppo non si limita all'ambito dei beni culturali ma e' ormai pratica corrente e generale.
    2 punti
  13. Bel pezzu. .!ricorda cosa diciva ...Rick ..!?
    2 punti
  14. @@Caio153 Bisognerebbe però fare delle distinzioni - sebbene sia velleitario proporlo data l'incompetenza più totale di chi dovrebbe effettuare le valutazioni - tra il patrimonio che è effettivamente di interesse storico e ciò che non lo è. Insomma, una moneta non è una statua. Un tesoretto di bronzetti di IV secolo, una volta schedato, non riveste più alcun interesse per la collettività, ed è ridicolo che possano sussistere dei vincoli alla sua dispersione. Concordo con te poi che i pezzi rarissimi o unici debbano costituire patrimonio statale, ma questi costituiscono forse lo 0,01% delle monete antiche, che erano normalmente prodotti industriali realizzati in milioni di pezzi.
    2 punti
  15. @@Caio153 vogliamo parlarne? Ci sono già discussioni a bizzeffe su quelle che sono le nostre restrizioni. A mio parere legge miope ed assurda. Vale forse per le medievali i cui tondelli giacciono negli scantinati dei musei? (sempre che li stiano). A mio parere ci vorrebbe una legge tipo Inghilterra. Io ti faccio vedere ciò che trovo, se ti interessa bene (e mi paghi) altrimenti è mia e la vendo.
    2 punti
  16. Mi e' stata offerta questa moneta secondo voi e' buona. Purtroppo ho solo la foto del dritto
    1 punto
  17. Visto che non è andato in porto il Leonardo (chissà in quale isola si è fermato) mi consolo con il Lorenzo. Lorenzo Celsi, 1361-1365 Tornesello o.J. (Silber) Vs.: Doge mit Fahne Rs.: Markuslöwe Gewicht: 0,6g
    1 punto
  18. Concordo con @@incuso. Al massimo, potrebbe essere una sorta di monogramma mariano, piuttosto "arrotondato" e privo di corona, ma classicamente circondato da stelle come da tradizione (anche se non sono dodici, che è il loro numero più frequente): (da: http://www.filidargento.com/2008/06/20/monogramma/) Le scritte che l'accompagnano, e la loro originalità, mi sembrano sicure. L'oggetto era in dotazione all'Imperial Regio Comando della fortezza di Piacenza, e catalogato al n° 417. La dedica precisa che si tratta di un "Ricamo su seta = a mano / eseguito da S(ua) M(aestà) I(mperiale) Maria Luigia / Duchessa di Parma Piacenza ecc. / e da essa donato al suo Reggimento / M(aria?) L(uigia?) di Piacenza". Quindi è oggetto tutt'altro che banale, un pezzo di storia, si potrebbe dire. E penso che al carattere dell'amata imperatrice Gigia sia apparso più facile e ovvio realizzare un monogramma di Maria, piuttosto che il proprio. :hi:
    1 punto
  19. Dimenticavo un particolare: dalla foto in mio possesso lo strano oggetto della CR è caratterizzato da godronatura del taglio del I tipo (dentelli a base piana spaziati).
    1 punto
  20. Ora cercate di evitare di litigare come al solito??? Ed allo stesso tempo, la smettiamo di dire che la maggior parte dei commercianti (tedeschi in questo caso) sono "sostanzialmente" dei ladri? Oltre che una boutade di cattivo gusto, hai dei dati che lo confermino? Il fatto che abbia acquistato monete (non antiche perchè non le colleziono) da commercianti tedeschi a prezzi molto più bassi che quelli che si trovano in Italia dipenderanno dal fatto che sono di illecita provenienza? Tipo un marco degli anni 80? O Forse perchè avranno imposte più basse, costi fissi inferiori, magari, pure un ricarico inferiore questo sì
    1 punto
  21. @@Giov60 beh, di sicuro il pedigree è prestigioso! :blum: Tristezza...
    1 punto
  22. @@dabbene Che conservazione! Una moneta facilmente analizzabile, godibile... possiamo definirla "modello"? Certamente è un pezzo che testimonia la cura con cui erano battute queste monete rispetto a quelle coeve della zecca (in declino) di Pavia.
    1 punto
  23. Saluti Cosi' per pura curiosità vi illustro il sistema col quale classifico le mie monete. Premetto , ho iniziato la collezione più di trent'anni fa quando l'uso di internet era ancora a di la di venire ed allora mi sono adattato ad operare " manualmente" per presentare la moneta con tutte le informazioni che concernono la medesima. Il lavoro consiste nel procurarsi un cartone di un millimetro di spessore, ricavare da esso un quadratino rapportato alla dimensione della moneta e ricavare con un taglierino lo spazio per ospitare la medesima, la parte più noiosa, dopodiché si avrà lo spazio per riportare tutte le informazioni desiderate. vedi foto ,notare a destra verso il basso il prezzo pagato e l'anno di acquisizione. Sempre a destra un po' più in alto il numero del Cohen che allora era ancora abbastanza in uso. Lo so che per i giovani d'oggi, altamente tecnologici, è un sistema assolutamemte improponibile, ma per un non più giovane come me va bene ancora adesso. ciao romanus
    1 punto
  24. Se non vado errato la moneta è quella della collezione di VE III al museo nazionale romano. :)
    1 punto
  25. @@uragano Se ti han chiesto meno di 20mila euro lascia perdere.
    1 punto
  26. In merito ai contratti di compra-vendita "quasi" bilingui che ha citato Giorgio e ritengo alludesse proprio alla lamina di Pech-Maho, vi propongo 2 paginette della mia tesi sulle "Testimonianze di diritto etrusco" che trattano proprio di ciò (PS: sperando di non farvi annoiare troppo) la lamina di Pech-Maho.pdf
    1 punto
  27. Mi sono imbattuto in un negozio numismatico con sede a Campione d'Italia, nota sede di casinò, nonchè enclave italiana in Svizzera. Ebbene nella pagina del "Chi Siamo" ho letto un'interessante informazione che non conoscevo: "xxx ha sede a Campione d’Italia (enclave italiana in territorio svizzero) e pertanto non soggiace alle stringenti regole di esportazione previste per coloro che operano in territorio italiano." Caspita, quindi sono in Italia ma senza le stringenti regole di esportazione italiane!! Cosa aspettano dunque tutti i commercianti e le case d'asta italiane ad aprire una sede a Campione? Ecco il link: http://www.ripostiglio-numismatico.com/chi-siamo @@bizerba62 ti pare una cosa possibile?
    1 punto
  28. Come ha già' spiegato Matteo - evidentemente non compreso Un contesto di ritrovamento va studiato il più possibile a fondo. Poi - se costituito da monete ripetitive - una volta estratti tutti i dati- nulla osterebbe a rilasciarlo . Questo è' quanto avviene in UK senza che nessun archeologo si 'stracci la veste' ... La petizione aveva invece un altro oggetto ed era relativa all'inasprimento proposto per l'attuale legge che tutela la proprietà' di beni culturali in Germania...
    1 punto
  29. Pochi o tanti che differenza c'è? Chi lo fa in maniera legale e lecita merita rispetto, sia che sia da solo , sia che sia in compagnia...fare di tutta un erba un fascio è un atteggiamento decisamente populistico e qualunquista, senza parlare della superficialità che denuncia in chi è aduso a questi discorsi...ma le evidenze non portavano ad altro...
    1 punto
  30. Penso si volesse far emergere proprio quel punto: perchè ritieni non si possa vendere un ripostiglio di monete comuni e ripetitive dopo averlo adeguatamente studiato e pubblicato? Non parliamo di ritrovamenti straordinari, ma di materiale ordinario (in Gran Bretagna è questo che avviene e permette l'emersione di ritrovamenti che altrimenti verrebero ceduti di nascosto e non sarebbero studiati). Problema diverso è la vendita di materiale trafugato, vedi ad esempio il materiale di provenienza turca la cui legge repressiva, evidentemente, non ha raggiunto in pieno i risultati sperati.
    1 punto
  31. infatti è tutto relativo: parlare di "colpi" e di "pessima" custodia (e con cio' non voglio certo dire che sia ottimale) è già dare un peso, una scala ben precisa di difettosità che, confrontata con la ben piu' varia disponibilità di conservazioni (verso il basso) presente sul mercato per questa tipologia, puo' suonare un tantino esagerata...
    1 punto
  32. Sposto in Monete romane imperiali petronius
    1 punto
  33. E' andata via l'argentatura lasciando scoperto il metallo meno nobile
    1 punto
  34. Non vi sembra ci sia una certa "familiarità" tra questi due segni?
    1 punto
  35. @@gennydbmoney...questa che ti mostro è la n. 71 del Bovi......mi scuso per la foto, ma è così,.....alla n. 72 però è citato un'altro esemplare sempre della sua collezione (ma senza foto) che riporta all'esterno di ciascun acciarino un punto.......potrebbe essere come la tua.
    1 punto
  36. I venditori tedeschi se la sono abbastanza cercata. La Germania è diventata una sorta di kasba dove si può trovare in vendita roba di ogni genere: monete di dubbissima provenienza, falsacci bulgari, schifezze varie. Qualche venditore professionale serio esiste, ma annega in mezzo al marasma di venditori di dubbia eticità. E' chiaro che un freno a questa situazione e un pò di controllo ci voleva.
    1 punto
  37. Buona sera a Tutti, con il presente sono ad informarVi che: Il Circolo Numismatico di Padova ed il Comune di Padova, assessorato alla cultura, hanno organizzato una mostra di contenuto numismatico dal titolo "LA MONETA UNCONTRA TITO LIVIO". La manifestazione di fatto apre il ciclo di eventi dedicati alla ricorrenza del bimillenario della Morte dello storico padovano programmati per il 2017. La mostra si svolgerà nel salone del Palazzo della Gran Guardia di Padova dal 23 settembre al 23 ottobre 2016 ed è curata dai Signori Adalberto Merola, presidente, e Ganpietro Sanavia, segretario del Circolo Numismatico Patavino. In questa occasione verranno esposti reperti numismatici messi a disposizione da privati, da appassionati ed Enti Privati; il percorso è suddiviso in tre sezioni precedute da un'introduzione storico geografica. La prima sezione sarà dedicata alla nascita della moneta romana e sua evoluzione sino ad Ottaviano Augusto, la seconda sezione percorrerà idealmente attraverso le monete la vita dello storico padovano, la terza sezione sarà dedicata ad alcuni tra i più importanti personaggi vissuti all'epoca di Tito Livio. A corredo delle monete esposte e per una migliore comprensione verranno poste didascalie, pannelli, fotografie al D ed al R delle monete esposte. Informazioni più dettagliate potranno essere richieste alla segreteria del Circolo Numismatico Patavino tel. 049 8761524 - fax 049 8761224 - e-mail : segreteria@@PadovaNumismatica.it Si allega la locandina di presentazione dell'evento:
    1 punto
  38. 1 punto
  39. Non lo pulire ....... è suberato lascialo così
    1 punto
  40. tanti saluti caro amico...contento sentirti...e sempre interessante e gradevole osservazione.. :good: spero con quelle altre foto,si puo aver una piccola idea....
    1 punto
  41. CONSTANCE II (8/11/324-3/11/361) Flavius Julius Valerius Constantius César (8/11/324-9/09/337) Centenionalis ou nummus 337 N° brm_109800 Date : 337 Nom de l'atelier : Siscia Métal : cuivre Diamètre : 17mm Axe des coins : 6h. Poids : 1,73g. Degré de rareté : R1 Etat de conservation : SUP Commentaires sur l'état de conservation : Patine vert olive profond. Beau portrait. Prix : 55,00 € N° dans les ouvrages de référence : LRBC.756 - RIC.254 (R2) - C.105 Titulature avers : FL IVL CONSTANTIVS NOB C. Description avers : Buste lauré et cuirassé de Constance II césar à droite, vu de trois quarts en avant (B*). Traduction avers : 'Flavius Iulius Constantius Nobilissimus Cوsar”, (Flavien Jules Constance très noble césar). Titulature revers : GLOR-IA EXERC-ITVS// GSIS. Description revers : Deux soldats debout face à face, casqués et vêtus militairement, tenant chacun une haste et s'appuyant sur un bouclier ; au milieu, une enseigne militaire. Traduction revers : “Gloria Exercitus”, (La gloire de l'armée). Historique : Constance II, né le 7 août 318 à Sirmium, fut élevé au césarat le 8 novembre 324 à l'âge de six ans. En 337, après la mort de son père, c'est lui qui fait ou laisse assassiner la plus grande partie de sa famille collatérale, descendante de Constance Chlore et de Théodora. Seuls échappent au massacre Constance Galle et Julien.
    1 punto
  42. Buonasera a tutti. Sono tornato a Palazzo Massimo ed ho fatto ulteriori foto al 20 1936 Impero della collezione reale.Sinceramente a parte la pulizia maldestra in alcuni punti della moneta mi sembra che la moneta sia con la croce posta al di sopra della corona purtroppo per quanto si possa avere un immagine ingrandita del particolare si perde un po di definizione ma spero che le immagini siano abbastanza esplicative! A mio parere quello al di sotto della croce (che puo sembrare un volto ), secondo me, fa parte della serie di elementi che la sostengono. Un saluto a tutti! Spero di essere stato d ' aiuto!
    1 punto
  43. Estoy seguro al 100%. Gettone iglesia francés analógico http://www.colleconline.com/fr/Artefact/Viewer/ac59fa79-258d-4d0f-b8cc-8e63380807c7
    1 punto
  44. @@Caio153 Ho ben specificato che prima il materiale deve essere schedato. Se il materiale numismatico è stato schedato seriamente non vi è motivo per doverlo riprendere in mano in un secondo tempo. Il distinguo tra statua e moneta è legato al fatto che un marmo è necessariamente un unicum di cui non esistono due esemplari identici, mentre ciò non vale per la moneta, che è prodotto seriale. Ciò che gli ottusi legislatori non capiscono è che una legislazione restrittiva come quella italiana è un suicidio dal punto di vista archeologico. Se un contadino ritrova una padella di denari nel suo campo sa che ha di fronte due alternative: o la vende sottobanco al rigattiere amico di suo cugino che gli dà duecento euro e si è guadagnato una settimana, o si rivolge allo stato, e lì iniziano i guai... non vedrà una lira, e anzi probabilmente gli verrà pure sequestrato il campo. La maggior parte della ente normale quale via sceglierà mai? Una legislazione come quella inglese invece elimina la necessità dell'illecito: lo stato interviene, scheda, valuta il materiale, magari fa pure un'offerta o nel peggiore dei casi mi dice invece queanto vale il mio gruzzolo. In questo modo si fa l'interesse sia del singolo che della collettività.
    1 punto
  45. Presumo che essendo Premio Tevere le motivazioni di scelta dell'opera siano dettate in ossequio a quello che Tevere era e alla sua visione della numismatica e quindi dovrebbe avere forse un certo indirizzo. Ovviamente io sono per divulgazione, non sarei qui da sette anni ancora a scrivere, penso che la divulgazione debba essere anche più rappresentativa in altre realtà numismatiche e mi batto perché questo accada, nel contempo però ci deve essere anche la ricerca scientifica, ci devono essere entrambe....
    1 punto
  46. E' stato spiegato e ribadito che Evelpro è una piattaforma, dove commercianti professionisti, accedono per vendere i loro prodotti. Stanno facendo una prova per vedere se tutto funziona, se funzionano i rilanci, se funziona la registrazione e se funziona tutto quello che gira intorno ad un'asta online. Non capisco tutto questo scetticismo. Sono un utente del forum, non un componente dello staff di evelpro, per cui ben venga chi, prima di fare le cose concretamente e poi correggere gli errori, fa delle prove, in modo di partire nella maniera corretta.
    1 punto
  47. Non è rame, è sporco / ossidazione dell'argento.
    1 punto
  48. Bella domanda...alla quale non so rispondere :rolleyes: Non seguo le emissioni di quelle aree geografiche, quello che posso dire è che non credo si possa generalizzare, difficile che abbiano fatto di tutta l'erba un fascio, valutando con lo stesso metro le banconote cinesi e quelle indiane, del Qatar e dell'Egitto, del Senegal e del Sudafrica. Poiché, come ripetuto più volte, il Krause è tarato sul mercato americano, credo che i prezzi riportati siano, in linea di massima, quelli che un collezionista americano può aspettarsi di pagare nel suo paese, e sono determinati anche in base all'interesse che le banconote di un paese riscuotono negli USA. Per i paesi che hanno un seguito importante, e per i quali dunque esistono riscontri di mercato, i prezzi saranno abbastanza in linea con la realtà (sempre americana), per altri è probabile che si tiri un po' a indovinare. Alla Krause dicono che, per ogni paese, si avvalgono dell'aiuto di esperti del luogo, ma io dubito che in molti paesi dell'area afro-asiatica, ci siano esperti e seri collezionisti di cartamoneta, ed esista un mercato fiorente al quale far riferimento per le valutazioni. Trasportando i prezzi nella realtà italiana, posso dire che molti commercianti, per molti paesi che evidentemente conoscono meno di me, prendono il Krause e, per non sbagliare, maggiorano il prezzo. Del resto, come ti ho già spiegato in altre occasioni, non esiste nel nostro paese un mercato serio per le banconote dell'area afro-asiatica (tranne qualche paese tra i più importanti, Giappone, Cina, forse l'India) e quindi a volte si va alla cieca, bisogna affidarsi all'intuito e all'esperienza. petronius :)
    1 punto
  49. Il restauro su una moneta può piacere o non piacere. Anche io le preferisco più naturali possibile. Però nessuno può dire che non sia stato fatto un buon lavoro in questo caso specifico, anzi ottimo a parer mio.
    1 punto
  50. Mi vergogno di appartenere ad una nazione dove dei burocrati assetati di carriera preferiscono sprecare risorse ed energie contro poveri cittadini inermi anzichè tutelare e preservare una città patrimonio dell'Unesco come Pompei.
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.