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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/02/16 in Risposte

  1. Sul forum spesso cerco la divulgazione, penso sia opportuna e necessaria più che mai e se hai comprato una moneta che ritieni importante, di buona conservazione, leggibile, che possa funzionare come proselitismo, ecco questa lo è sicuramente... E lo è pur essendo una moneta medievale che difficilmente attira per anche bellezza estetica. Io credo che il denaro imperiale coniato a nome di Federico Imperatore in quel di Nosedo, alle porte di Milano, negli anni dal 1162 al 1167, sia stato strutturato anche per piacere. Sarà la scodellatura elegante, o il bordo alzato, sarà come in questo caso la perfezione delle lettere in campo I P R T al diritto con i globetti, sarà per i particolari estremamente precisi della scritta su quattro righe del rovescio AVG + MED IOLA NIV, sarà per i tre cunei al rovescio in campo che partono dal contorno, segni identificativi di emissione, sarà per la rarità R2, sarà perché coniata in un momento particolare per la città di Milano, fuori porta a Nosedo solo per qualche anno, sarà perché un tale Rodulfus Thetonicus era stato incaricato dal Barbarossa come direttore della Zecca, ma con però maestranze milanesi e locali, sarà perché pensata come moneta sovraregionale, caput monetae, sarà anche per tutto questo ....ma indubbiamente tra le mani un gioiello alla fine ti sembra di avere, elegante, preciso, da divulgazione e il forum anche questo è... Commentiamolo se vogliamo....
    4 punti
  2. Eccone..un'altra. ..0,87g...éra ora..?
    3 punti
  3. ciao a tutti non so come funziona questa sezione, ma ho appena acquistato il volume di Duby (primo testo europeo sulle monete ossidionali, 1786). posto alcune foto. L.
    2 punti
  4. Ti ringrazio dabbene per avermi citato in questa interessantissima discussione che mi era sfuggita. Penso che le rarità, rapportate alla domanda, siano corrette. Non ci sono tanti collezionisti di questa monetazione. Con un po' di pazienza un buon pezzo si trova.. Più difficile è trovare pezzi in conservazioni eccezionali con legende quasi complete, rilievi alti, volti integri etc., e lì torniamo al tuo discorso di tenere separati conservazione da rarità.. Complimenti a Philippus per la sua bella collezione e per il suo entusiasmo nel voler approfondire lo studio di questa monetazione. Qualche anno fa avevo stilato la sezione "zecche Italiane-Sardegna" del catalogo, che comprendeva anche i maltagliati. Avevo anche inserito diverse immagini e passaggi d'asta ma poi per motivi di tempo non ho proseguito il lavoro. Penso che Tu possa proseguire e sicuramente migliorare il lavoro con questa bella discussione. Purtroppo non possiedo al momento maltagliati di Filippo IV... ne ho solo 2 di Filippo II. Non ho inoltre con me i miei testi. Penso che il Sollai sia il testo di riferimento per la monetazione sarda in quanto classifica molte più varianti che nel Piras non sono citate. Fra una decina di giorni dovrei riuscire a consultare la mia bibliografia per aiutarti nel lavoro di classificazione. Non è raro trovare inediti, proprio perché (tutta) la monetazione (sarda) è poco conosciuta, ma anche per questo affascinante.
    2 punti
  5. ....volete che continui ? ..... ma si, oramai che ci sono: Sempre nel famoso libro citato, alla pagina 159 vi sono raffigurati n. 3 esemplari di Sesquiducati di Alfonso con la lettera M, di cui uno è proprio M su ex S (ora P)......ma mettiamolo oramai da parte; gli altri due sono con la M, ultra rare, e mai apparsa.....e sempre in nota, la n. 325.....sentite, sentite: "la moneta d'intende postuma anche (anche è riferito al fatto dell'invenzione delle palature) per l'analogia di stile della lettera M con la M presente sul carlino d'argento a nome di Ferdinando (PR 21d - MIR 72/4)". Anche qui...ma come si fa a scrivere queste cavolate, per me chi ha premiato questo lavoro, nemmeno ha letto il libro. Comunque ritornando alla nota e all'osservazione fatta da @@aleale (come detto, oculata) dico: .... ma l'autore ha mai osservato la lettera M sul carlino di Alfonso ? (PR 3d) ..... si sposta una moneta da Alfonso a Ferdinando scrivendo anche qui analogia...ecc.ecc. mentre esiste un carlino M coniato anche sotto Alfonso......e che stile M avrebbe......ah.....ahah.....ah...... !! Buona lettura a tutti.
    2 punti
  6. Aggiungo a questa fantastica discussione un piccolo contributo. Parpagliola dal peso di circa 2,1 grammi.
    2 punti
  7. Certo Mario, il Bar Bianco è un'ottima idea per una pausa. Magari direi che ci potremmo trovare davanti al banco di Crippa come lo scorso anno, per radunare la comitiva...
    2 punti
  8. In occasione del centenario della battaglia della Somme, una half-penny britannico di quell'anno terribile, 1916. Romanziere William Bradford Huie ha scritto: "Ma la Gran Bretagna di Geoffrey Barham aveva perso troppo tanto...Quando un po' di terra perde [quasi 20.000] della sua gioventù, morti tra alba e al tramonto, come Gran Bretagna ha fatto alle Somme, sanguina troppo." Vigilia di Capodanno, 1916, le truppe britanniche nelle trincee sporco cantavano Auld Lang Syne, o meglio, preso in prestito la melodia e cantato invece il continuo ritornello: "Siamo qui perché siamo qui perché siamo qui perché siamo qui perché siamo qui perché siamo..." E se sono stati fortunati hanno dormito per qualche ora interrotto in seguito, e se sono stati fortunati si svegliarono per un giorno di Capodanno, 1917. Questo particolare mezzo di 1916-penny non ha visto molto manipolazione. Le sue superfici difficilmente sono indossate a tutti. Evocativo, in un certo senso, di For the Fallen, di Laurence Binyon: "essi devono non invecchiare, come noi che sono lasciati invecchiare. Età non sono stanchi di loro, né condannano gli anni. Al calar del sole e la mattina, ci ricorderemo loro." ……………………………………………… Naturalmente si può dire circa la stessa cosa usando un 1916 francese 5 cenime, un tedesco 1916 2-pfennig, un 1916 russo 1-kopek, un austriaco 1916 1-heller o un 1916 Italiano 2-centesimi. Così bene perché è 2016, e perché uomini e donne in tutti i paesi hanno tali brevi memorie,—e vi prego di scusare la lingua—ma damn, damn, and damn it anyway. v. ---------------------------------------------------------------------- On the centennial of the Battle of the Somme, a British half-penny of that terrible year, 1916. Novelist William Bradford Huie wrote: “But the Britain of Geoffrey Barham had lost too much...When a little land loses [nearly 20,000] of its youth, dead between dawn and dusk, as Britain did at the Somme, it bleeds too much.” On New Year’s Eve, 1916, British troops in the dirt trenches sang Auld Lang Syne, or rather, borrowed the tune and sang instead the continuous refrain: “We’re here because we’re here because we’re here because we’re here because we’re here because we’re....” And if they were lucky they slept for a few interrupted hours afterward, and if they were lucky they awoke to a New Year’s Day, 1917. This particular 1916 half-penny has not seen much handling. Its surfaces are hardly worn at all. Evocative, in a way, of Laurence Binyon’s For the Fallen: “They shall not grow old, as we that are left grow old. Age shall not weary them, nor the years condemn. At the going down of the sun and in the morning, we shall remember them.” ……………………………………………… Of course you can say approximately the same thing using a 1916 French 5-centime, a 1916 German 2-pfennig, a 1916 Russian 1-kopek, a 1916 Austrian 1-heller, or a 1916 Italian 2-centesimi. So because it’s 2016, and because men and women in every country have such short memories, well—and please excuse the language—but damn, damn, and damn it anyway. v.
    2 punti
  9. Sull'argomento il testo piu' recente e' : ENGEL M. - FABRE L. - PERRET J.P. - WATTIER P. Les Monnaies Obsidionales (1477-1874) Paris 2015
    2 punti
  10. Trovato trovata. JUAN EL GRANDE (1458-1479)
    2 punti
  11. Buon pomeriggio a tutti. Il 3 giugno scorso, come ripromessomi in altra discussione, ho chiesto per e-mail alla dott.ssa Gabriella Angeli Bufalini (Responsabile del Medagliere del MNR) di poter avere una foto ad elevata risoluzione del rovescio del 20 lire impero 1936 della Collezione Reale, per motivi di studio. Ho anche parlato telefonicamente con lei il 4 o il 5 giugno scorso, e mi ha assicurato che, nel breve, avrebbe fatto il possibile per accontentare la richiesta. Oggi, dopo aver effettuato il pagamento di Euro 6,00 quali spese di riproduzione fotografica, ho ricevuto sulla mia casella e-mail quanto richiesto, direttamente dalla Dott.ssa Maria Daniela Donninelli, della Soprintendenza Speciale per il MNR. La foto ora in mio possesso non la posso pubblicare, poiché ho dovuto dichiarare ciò prima del preventivo di spesa, posto che il motivo dello studio è trattato economicamente in modo ben diverso da quello della pubblicazione. La pubblicazione, inoltre, deve essere autorizzata dalla Soprintendenza Speciale menzionata, stando a quanto riportato nella nota di detta Soprintendenza che mi è pervenuta il 28 giugno scorso. Dunque, come il Sig. Franco Pezzi, chiedo la fiducia. Il rovescio si presenta lucidato e profondamente e diffusamente graffiato a seguito di scellerata pulitura. Le differenze sostanziali che riesco a notare dal confronto fotografico con altro 20 lire 1936 Impero, per così dire "solito", sono le seguenti: - firma del modellista: le lettere sono tutte della stessa dimensione ed altezza e tra la G e la R di Romagnoli vi è un punto in basso nel campo, equidistante dalle due lettere; - come già fatto notare da altri su questa discussione, la firma del modellista inizia più a destra e termina leggermente più a sinistra che nelle monete "solite" (dunque è più stretta); - le cifre 1, 3 e 6 del millesimo sono nettamente diverse: l'1 è un'asta verticale di spessore costante, che non ha le estremità leggermente svasate come nelle "solite" monete; il 3 ha stile diverso con la particolarità del semicerchio inferiore che ha un maggior raggio di curvatura; il 6 ha la parte ricurva superiore con un raggio di curvatura inferiore (è meno chiuso, per così dire); - il segno di zecca R ha stile diverso, con addirittura l'asta terminale destra che inizia a sx spessa, quasi bombata, riducendosi repentinamente di spessore, e questa asta ha una lunghezza inferire rispetto alle "solite"; - il piano orizzontale della quadriga (quello su cui poggia lo scanno su cui è assisa l'allegoria dell'Italia) ha la parte perimetrale verticale di sinistra (peraltro l'unica in vista) non perfettamente verticale; è come se vi fosse una piccola mancanza di metallo o, comunque, una irregolarità che rende discontinua la verticalità di detta linea perimetrale; - la parte sommitale della L del valore nominale, nonché le estremità delle due I della leggenda ITALIA, presentano una svasatura più repentina e più alta, dunque meno graduale; - la corona che sormonta lo scudetto crociato Savoia è nettamente diversa da quella delle "solite" monete: è più alta, coi bracci dalle curve meno accentuate; essa, nella foto in mio possesso, culmina non con una piccola croce, bensì con un oggetto ovoidale, che sembra proprio avere i connotati di un volto umano; di sicuro non sembra affatto una croce; - le legature dei due fascetti littori che affiancano lo scudo Savoia sono notevolmente diverse dalle "solite": sono più sottili; - lo zero del nominale "20" sembra essere più largo, forse a causa di minore spessore del rilievo? Concludo ringraziando pubblicamente la Dott.ssa Gabriella Angeli Bufalini e la Dott.ssa Maria Daniela Donninelli che mi hanno usato cortesia e disponibilità.
    2 punti
  12. Salve, buongiorno, mi sono iscritto da poco su Lamoneta.it, ma è da parecchio tempo che colleziono soprattutto monete della zecca di Cagliari, in particolare del periodo della dominazione spagnola (negli ultimi tempi ho scelto di approfondire Filippo III e IV). Vorrei postare come prima moneta su questo forum un "bellissimo" esemplare di 10 reali di Filippo IV, I tipo, proveniente dalla mia collezione privata. In relazione a questa moneta, vorrei la vostra opinione sulla data, infatti potrebbe essere del 1645 (quindi inedita), oppure del 1643 con il 3 finale girato. Cordialità e grazie
    1 punto
  13. Aquileia Bertrand de Saint Genies (1334 - 1350). Denaro Bernardi 47 variante (inedita?) grammi 0,97 BERTR-AnDVS·//+AQVIL-EGEnS· Al dritto si nota chiaramente la mancanza della parte finale della legenda ......AnDVS. P. Ne il libro di Giulio. ne i precedenti lo citano. Avete notizie in merito? grazie
    1 punto
  14. Ciao a tutti....ieri dopo un po di inseguimento ho messo in collezione questa moneta, purtroppo non riesco a fotografarla decentemente ma volevo comunque condividerla con voi ?. Naturalmente bordo di 1° tipo ?.
    1 punto
  15. Stamattina, come capita spesso, ero per lavoro in zona Richelieu-Drouot. A mezzogiorno (i Galli mangiano presto...) avevo poi un pranzo di lavoro nella stessa zona. E quindi alle 16.00 una riunione con Microsoft nella loro sede, a Issy-les-Moulineaux, in mezzo al nulla, nella banlieue sud-ovest, ma raggiungibile in una quarantina di minuti di metro da Opera. A dire la verità me ne ero dimenticato, mi é rivenuto in mente quando ci sono passato davanti (questo dà la misura di quanto io sia un pessimo collezionista) che proprio oggi all'Hotel Drouot (che non é un albergo, ma il più grande "hub" europeo per quanto riguarda le aste di antiquariato) c'era un'asta interessante di Chayette & Cheval. Chayette et Cheval non é una casa numismatica. E' una delle tante case d'aste antiquarie parigine che gravitano, da decenni o da secoli, intorno a Drouot. Normalmente vendono un po' di tutto: opere d'arte, mobili, e via dicendo. Quello che capita. Ed ogni tanto, non frequentemente, capita che tra quello che propongono ci siano monete. Di solito singole collezioni, in cui può capitare di trovare qualcosa d'interessante. Era stato il caso qualche anno fa, quando proposero alla vendita una collezione tematica di monete greche caratterizzate dall'avere al rovescio raffigurazioni di animali. Era la collezione di un medico, se non ricordo male. Per la maggior parte monete molto belle. L'asta era poco dopo il Salon de la Bourse, e, essendo Chayette & Cheval presente alla Bourse proprio per presentare questa collezione, con @@cliff avevamo avuto modo di buttarci un occhio. Tra i vari animali c'era un leone, per me estremamente interessante. Il leone di un'imitazione massaliota MASSA alfa. Tra l'altro con una legenda conosciuta in un unico altro esemplare. In ogni caso una moneta di quelle che ti capitano raramente più di una volta nella vita. Purtroppo il giorno dell'asta ero a Tolosa, per cui non potei partecipare in sala. Lasciai la mia offerta (corposa) a Chayette & Cheval, da assente. E me la aggiudicai. E, (per la cronaca) a qualche centinaio di euro di meno della mia offerta massima (caso raro). Una moneta estremamente importante. Mi pare che ne discutemmo anche qui. Oggi invece, essendomi casualmente e fortunatamente ricordato dell'asta ed essendo in zona (ieri invece mi sono scordato, ed in un'altra asta c'era un pezzo che mi interessava...) ho trovato il tempo per fare una scappata velocissima, alle 11, per vedere i lotti. E poi, tagliando un po' corto il mio pranzo di lavoro, alle 13.30, ora di inizio dell'asta, ero là. Non compro monete spesso. Come ho già detto sono un pessimo collezionista. Le monete mi piace studiarle, e per farlo é essenziale poterle manipolare. Normalmente mi é possibile farlo con collezioni pubbliche. Ma con tempi e ritmi non stabiliti da me. Per cui qualcuna la compro (o cerco di farlo). Soprattutto quando ritengo si tratti di esemplari estremamente interessanti che rischiano di uscire dal tracciato radar. Altre volte, più semplicemente, perché si tratta di monete che mi piacciono. Quindi oggi ero a Drouot. C'erano un paio di lotti che mi interessavano, poi, dopo aver dato un'occhiata diretta a tutta la collezione offerta, sono diventati quattro, alla fine mi sono aggiudicato sei monete (ma la collezione era veramente bella). Il bello di aste del tipo di quella di Chayette & Cheval é che non essendo la casa una casa numismatica, c'é di tutto. In sala credo non fossimo non più di una quindicina (tra commercianti e collezionisti) interessati alla splendida piccola collezione di celtiche. Gli altri erano lì per le sculture, i quadri, ecc. Era da parecchio che non mi ritrovavo in questa dimensione: che bello il sapore dell'asta vissuta in sala, l'alzare la mano, il llitigarsi i pezzi... Qualcosa di antico. Sì, c'é il "live", le webcam, quelli al telefono, quelli che hanno lasciato le offerte al "commissaire" o all'"expert". Ma la partita si gioca tra quelli che sono in sala. E' qualcosa che ha più a che vedere con l'antropologia che con la numismatica, di questo sono sicuro, Qualcosa che mette insieme l'adrenalina, la carta di credito, le monete, l'ambiente. Qualcosa che contiene elementi irrazionali, emozionali, per quanto uno si sia cinicamente studiato la situazione in anticipo (salvo poi scordarsi la data... come capita regolarmente al sottoscritto). Insomma, mi rendo conto che l'ho fatta esageratamente lunga (e me ne scuso). Questo post aveva in realtà come scopo quello di mostrarvi questa, che credo sia una delle più interessanti monete emesse nella Valle del Rodano (Francia sud-occidentale, a ridosso dell'Italia) nel periodo preromano. Sì, lo so, può sembrare un orrore (in effetti lo é). Queste sono monete che si trovano molto raramente, quando si trovano sono spesso in conservazione pessima, sempre coniate su tondelli "corti" e decentrate: al rovescio o si vede la legenda o la figura. Le due insieme non é dato. E costano un occhio. Ho trovato questo esemplare un ottimo compromesso: la legenda é integra (fatto quasi eccezionale) e della testa del cavallo solo qualche particolare ripetitivo cade fuori tondello. Anche il dritto non ha deficienze importanti. E, come può capitare in aste non specialistiche credo di averlo pagato poco (mi aspettavo maggiore battaglia, ma é anche vero che c'erano altri pezzi che erano molto più appetibili per i Parigni, questa é una moneta del sud...). Il fatto che l'abbia forse pagata poco rispetto al suo valore di mercato é secondario (non ho esitato, e non esito, a pagare n volte il prezzo di mercato di una moneta se la reputo importante: l'ho già detto, sono un pessimo collezionista...). Quello che può essere interessante é ciò che questa moneta rappresenta. Il dritto é tratto (indirettamente) dall'Apollo massaliota. Il cavallo al rovescio é (tradizionalmente) considerato tratto dalle monetazioni puniche (e messo in relazione con i pedaggi pagati da Annibale alle popolazioni del Rodano nel 218 aC). Altre ipotesi più recenti lo ritengono ispirato ai didrammi romani repubblicani. La legenda é in caratteri nord etruschi. Della stessa esistono varie letture. E' una classica moneta che definirei "di crocevia". Tra l'altro il peso é quello della dracma padana (dirimpettaia) dello stesso periodo. A me piace da morire. Se a qualcuno interessa cerchiamo assieme di approfondire (e ce n'é da scavare...).
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  16. @@miza Hai fatto un bel lavoro, più che accurato anche se le foto sembrano in bianco e nero, credo che per la delicatezza del metallo sia stato meglio avergli tolto lo sporco in eccesso se fai caso in corrispondenza delle macchie il metallo è rimasto leggermente più scuro, non darei peso agli hairline le foto ingigantiscono particolare quasi invisibili.
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  17. Tanto per tenerci attivi, e visto che la funzone "Cerca" mi dice che la legenda non compare mai all'interno del Forum, ecco a voi un CHVNRADVS: (da https://www.ma-shops.fr/saenn/item.php5?id=20597& )
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  18. Quella trovata è riportata da Eliodoro è la numero 1136 testa di Augusto e finisce in effetti con II VIR
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  19. Sì, in effetti mi riferivo anche alla lamina ionico-etrusca di Pech-Maho, ma non solo (tra l'altro a Pech-Maho probabilmente si parlava iberico, dato che la maggior parte delle lamine iscritte che vi sono state ritrovate sono in questa lingua. Prima di proseguire sugli altri aspetti della dracma della valle del Rodano oggetto della discussione volevo dare una risposta a @@romanus . Ci troviamo di fronte alla concatenazione di due fatti che definirei molto bizzarri, se non quasi eccezionali. Il primo che con la miriade infinita di bronzetti gallici emessi dai centri di emissione più disparati in tempi diversi, i due posseduti da Romanus non solo sono stati prodotti dallo stesso centro di emissione, ma appartengono anche alla stessa serie. Il secondo é che se per la maggior parte delle emissioni l'identificazione del popolo che le ha emessi é "tradizionale" e quasi sempre dubitativa, per questa serie l'attribuzione ai Meldi é data per certa. In effetti il "posizionamento" dei vari popoli sulla carta della Gallia centro settentrionale é tradizionalmente basata sui commentarii di Cesare, non essendovi altre fonti più precise. Il problema é che i vari popoli si spostavano continuamente (e ci se ne rende conto facilmente proprio leggendo i commentarii) per cui la "foto" presa da Cesare alla metà del I sec aC non é detto che corrisponda alla realtà delle cose 50, 100 o 150 anni prima. Nel nostro caso i ritrovamenti di questa serie sono in un territorio ben definito sulla Marne, a ovest di Parigi (verso Disneyland Paris, per capirci... ;) ), dove Cesare ci dice erano stanziati i Meldi. E l'inizio dell'emissione di quasta serie data proprio al periodo della Guerra di Gallia. Questa la carta di distribuzione di questa serie proposta dalla Scheers nel suo Traité sulle monetazioni della Gallia Belgica del 1977. Dunque si tratta dei Meldi, la serie é trimetallica (con emissioni in oro, in argento ed in bronzo) e viene comunemente chiamata "ROVECA", dalla legenda che appare sui vari tipi. L'emissione inizia durante la Guerra di Gallia, come già detto, e si trascina probabilmente con le emissioni bronzee nel periodo pre-augusteo. Di seguito una visione sintetica tratta dal "Nouvel Atlas" di Delestrée e Tache. La prima delle due monete appartiene al tipo illustrato dai numeri 585 e 586 (DT serie 67, Classe III, var.6; Scheers serie 28, Classe V). Al dritto porta un un busto femminile (tradizionalmente detto "busto di Venus" nella letteratura francese) diademato e con collana di perle. Dietro il busto é presente un minuscolo personaggio che tiene una corona, a destra. Davanti al busto, dal basso all'alto, é la legenda ROVECA. Al rovescio cavallo a destra, sopra ruota. Linea di esergo perlinata sotto la quale tracce della legenda ROVECA. Tra le zampe del cavallo, talvolta (come in questo caso) cerchio centrato. La seconda é di identificazione più difficile a causa di un fenomeno piuttosto comune in numismatica celtica, detto "omotipia di contiguità": capita spesso di trovare emissioni di popoli vicini che condividono tipi del dritto o del rovescio. Non si tratta necessariamente di fenomeni imitativi. Le ragioni possono essere state molteplici, non ultima la presenza di accordi politici. Nel caso della seconda moneta di Romanus il rovescio si vede poco, le legende non si leggono, ed il tipo del dritto é condiviso con alcuni tipi della serie CRICIRU, emissione contemporanea della vicina tribù degli Suessones. A titolo esemplificativo, per rendersi conto dell'identità di tipi del dritto, qualche esemplare CRICIRU del British Museum. Sono abbastanza convinto (ma Romanus osservando direttamente la moneta potrà smentirmi) che si tratti comunque di una moneta ROVECA (con al rovescio un leone a d.) e non di una CRICIRU (con al rovescio un cavallo a s.) Tra l'altro il conio di dritto mi sembra molto vicino a quello di questo esemplare ROVECA del BM, trovato nella Senna a Parigi (patina... Senna): Il tipo, figure 583 e 584, (DT serie 67, Classe III, var.5a o 5b; Scheers serie 28, Classe IVb o IVa) porta al dritto una testa elmata a s., con davanti al viso la legenda POOYIKA. Al rovescio un leone a d., la legenda ROVECA in esergo. Sopra il leone una spiga e quattro cerchi centrati disposti a croce. Nella variante b sotto il leone cinque globuli, sempre disposti in croce. (esiste un'altra variante -584-, col tipo baffuto...). Volendo c'é a divertirsi, osservando direttamente la moneta, nel cercare di indovinare la variante. Segnale infine un vecchio articolo di Colbert di Beaulieu che parla di queste serie, e del rapporto tra ROVECA e CRICIRU disponibile in rete. Ecco il link: J.B. Colbert de Beaulieu et J.M. Desbordes, «CRI-CI RU» et «ROVECA». Les Belges sur la Marne (RBN 110, 1964) http://www.numisbel.be/1964_3.pdf
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  20. Salve eh 1 ano e mezzo...dopu? .u so fratellu peso 3,54grami....diam 21mm.....che piacere?
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  21. Ciao @@giuliodeflorio, se leggi la pagina 16 c'è il ritrovamento di una moneta analoga, la n. 72: http://www.ascsa.edu.gr/pdf/uploads/hesperia/147864.pdf Saluti Eliodoro
    1 punto
  22. nessuno a visto la mancanza di metallo, forse una schiacciatura dovuta ad un colpo sotto la mascella ?
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  23. Un arciere scita in una riproduzione del VI secolo a.C., presso il British Museum.
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  24. L’armamento della cavalleria persiana dal libro apollonia
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  25. L’arciere raffigurato nel post di King John # 305 è uno Scita che porta alla cintola il gorytos, la caratteristica custodia combinata per arco, frecce e faretra che questi guerrieri usavano portare sia a piedi sia a cavallo. Le caratteristiche punte di frecce a barbiglione usate dai nomadi delle steppe si ritrovano in tutti i territori che appartenevano all’impero persiano. I barbigli sono i prolungamenti laterali della freccia che impediscono alla punta metallica di uscire dalla ferita. apollonia
    1 punto
  26. In effetti i suberati normalmente si presentano diversamente, con le aree di rame sottostante più annerite se non con verderame. Non ricordo suberati con zone affioranti di rame così "silenti" e senza evidenti reazioni di ossidazione. Evidentemente aveva avuto particolari condizioni molto favorevoli (scarsa presenza di ossigeno e di umidità)....
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  27. Mario, ho paura che essendo un bel numero al bar in trenta minuti non ce la faremo mai...............
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  28. i rilievi ci sono... la spazzolatura dalle foto si nota poco.. a parte il colpetto noto un graffio penso dovuto al conio sopra la scritta "dux". facendo una valutazione d'insieme mi terrei sul BB-spl o qspl
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  29. Notavo che la pausa e' molto ridotta nel tempo tra le 13,30 e le 14,00, una pausa conviviale tra lamonetiani e' sempre bella per salutarsi, si potrà per chi vorrà vista la buona stagione , come l'anno scorso andare a prendere un panino al Bar Bianco dei Giardini Pubblici proprio di fonte al a circolo della Stampa a meno che non ci siano altre opportunità migliori...
    1 punto
  30. Ringrazio chi ha partecipato alla discussione: sicuramente di spunti ce ne sono moltissimi. Faccio un piccolo sunto. In pratica sembrerebbe la tesi della M su P quella sposata dai più, sulla attribuzione però mi sembra ci siano varie idee. In particolare aspettiamo l'uscita del libro sulla monetazione aragonese di Jordi Vall-llosera. Poi ci sono le considerazioni sul maestro di zecca Salvatore da Ponte che sigla i carlini di Ferdinando, ma a quanto pare anche un Sesquiducato di Alfonso che però viene a torto o ragione attribuito a Ferdinando. Confesso di non avere letto i contributi inseriti al post 11, se qualcuno volesse scrivere qualche cosa in merito.... Inoltre pongo un altro piccolo quesito, forse banale per i più: il carlino di Alfonso colla sigla M, ne avete qualche immagine?
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  31. Ciao @@gpittini. .potrebbe essere una kharruba normanna di Ruggero I°. D'andrea - Contreras n. 118.zecca incerta forse Agrigento. Mi sembra, infatti, di vedere un pallino al centro della stella. saluti Eliodoro
    1 punto
  32. Complimenti per l'acquisto ! E' un classico TOBIESEN-DUBY Recueil Général des Pièces Obsidionales et de Nécessité, gravées dans l'ordre chronologique des évènemens : Avec l'explication, dans l'ordre alphabétique, des faits historiques qui ont donné lieu à leur fabrication : A la suite desquelles se trouvent plusieurs Pieces curieuses & intéressantes , sous le titre Récréations Numismatiques.Paris, chez la Veuve de l'Auteur.et chez Debure l'ainé, 1786
    1 punto
  33. Il bronzo di Caracalla che più si avvicina a quello di Antonio per i soggetti al diritto e al rovescio mi sembra questo. Nikopolis. Varbanov 3092 Caracalla, AE27 of Nicopolis ad Istrum, Moesia Inf. AD. 198-217. Magistrate Aurelius Gallus. AV K M AVR ANTWNIN, laureate head right, slight drapery on left shoulder / VPA AVR GALLOV NIKOPOLITWN PROC ICTRW, Hades-Serapis seated left, wearing kalathos, holding sceptre and holding hand over Kerberos. Varbanov 3092; Hristova and Jeckov 8.18.6.1. apollonia
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  34. I Pasinati, Giuseppe (1755-1829) e Giovanni (1756-?1833), erano 2 fratelli medaglisti di mediocre levatura. E' difficile dire a quale dei 2 sia da ricondurre l'incisione dello scudo: verosimilmente a Giuseppe che era più bravo di Giovanni. La scarsa capacità degli incisori della zecca Romana dopo la caduta di Napoleone, era stata causata dall'allontanamento di Tommaso Mercandetti, grande artista, che fu accusato (probabilmente non a torto) di essere stato connivente con il regime francese. I Pasinati in ambito monetario furono, a dir poco, degli incapaci. Utilizzarono punzoni di altri incisori per le proprie monete (ad es. di Gioacchino Hamerani e dello stesso Mercandetti per la SV 1823, un disastro); addirittura nel 1816 sarebbero stati "licenziati" (temporaneamente) per aver venduto 2 volte all'amministrazione di zecca lo stesso conio (proprio quello di questo scudo del 1816) che sarebbe servito in precedenza per approntare una medaglia (1814): quest'ultima è una notizia di cui non ho chiara conferma (non ho ritrovato la medaglia incriminata). Si sa comunque che lo scudo in questione fu coniato nel 1806 in pochi esemplari che non piacquero a Pio VII, che mai aveva voluto apparire con la propria effige sulle monete (come il predecessore Pio VI) e la nomina di Incisore Camerale passò l'anno successivo sempre al Mercandetti (che era stato allontanato anche in quel periodo dalla zecca perché invischiato in precedenza con la prima Repubblica Romana). Comunque mi chiedo sempre a cosa si debba il fascino di una moneta: probabilmente a tante cose insieme. Non trovo che questa moneta sia bella, anzi, però ha una storia interessante alle spalle ed è particolarmente rara. E ciò la rende desiderabile ... ;)
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  35. Sabakes, il penultimo satrapo persiano in Egitto, cadde in battaglia contro Alessandro Magno ad Isso. A lui succedette Mazakes nel 332 a. C. Questo è un altro esemplare delle rarissime emissioni di Sabakes. EGYPT, Persian Administration. Sabakes. Circa 335-333 BC. Æ (10mm, 1.34 g, 12h). Head of Satrap right, wearing Persian headdress / Archer crouching right, drawing bow. Nicolet-Pierre, Monnaies type B, pl. 26 = Alram 374; Winzer 20.1. VF, dark green patina. Very rare. apollonia
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  36. Ci sono state tante visualizzazioni (per curiosità del post) e poche risposte, perchè probabilmente nessuno sa la risposta. Il fatto di passare da una dominazione ad un'altra, non prevedeva anche il cambio automatico della valuta. Erano anni burrascosi, dove oggi eri italiano, domani francese e dopodomani di nuovo italiano; per cui credo che il cambio delle monete definitivo sia stato fatto quando i confini territoriali erano consolidati. E' un'ipotesi. Anche l' Italia è stata unificata nel 1861, però Vittorio Emanuele III andava in giro per le varie fonderie del regno a recuperare monete. Monete che circolavano prima dell'unificazione. Ovviamente in chiesa non facevano distinzione, anzi, ben vengano le offerte, non importa di che valuta sia piemontese che milanese.
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  37. io invece, gradirei che non usassi i miei post integralmente in maniera infantile...se hai da dire, usa parole tue, se ne hai,....e poi, sarei curioso di capire di quale cultura ti elevi a paladino e cosa hai fatto in concreto per aiutarla davvero che non sia scrivere a vanvera sul forum....
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  38. Per un archeologo/studioso anche un coprolite rinvenuto in contesto ha più valore di un pezzo d'oro decontestualizzato... Ribadisco per l'eenesima volta però che la petizione non verteva su questo punto, ma sulla possibilità di vendere da parte dei commercianti tedeschi qualsiasi cosa, senza alcuna limitazione... In maniera ipocrita chiamata petizione "For preserving the right to privately collect", avrebbero dovuto chiamarla "For preserving our right to make money". Caius153 questo post e gli altri dello stesso autore , sono solo un concentrato estremo di demagogia, populismo e difesa di casta oltre che di faziosità all'ennesima potenza, senza contare le falsità scritte...trovo che sia estremamente offensivo per chiunque sia impiegato nel mercato legittimo dell'arte...ma tant'è, in periodo di populismi imperanti ognuno può far sentire le sue isteriche grida...
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  39. @@Caio153 Secondo me danneggiano di più lo stato, ossia tutti noi. Il concetto che sta alla base del mio ragionamento è che il contrabbando prospera man mano che crescono i divieti: le conseguenze del proibizionismo le conosciamo tutti. Non credo che sia questa la strada migliore per la tutela del bene culturale, anzi. Il problema è sicuramente complesso e non penso certo di avere la verità in tasca, ma al momento non vedo luce all'orizzonte.
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  40. Solo alcune sono catalogate e riportate in quei libretti che avevano fatto anni fa e poi sono stati interrotti. Il consiglio e' di scegliere la tipologia precisa esempio testoni Galeazzo Maria Sforza Milano o denari enriciani di Milano , certamente al Castello ci sono 186.000 monete e credo che la ricerca su quelle non catalogate non penso sia semplice...
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  41. @@Caio153 Ho ben specificato che prima il materiale deve essere schedato. Se il materiale numismatico è stato schedato seriamente non vi è motivo per doverlo riprendere in mano in un secondo tempo. Il distinguo tra statua e moneta è legato al fatto che un marmo è necessariamente un unicum di cui non esistono due esemplari identici, mentre ciò non vale per la moneta, che è prodotto seriale. Ciò che gli ottusi legislatori non capiscono è che una legislazione restrittiva come quella italiana è un suicidio dal punto di vista archeologico. Se un contadino ritrova una padella di denari nel suo campo sa che ha di fronte due alternative: o la vende sottobanco al rigattiere amico di suo cugino che gli dà duecento euro e si è guadagnato una settimana, o si rivolge allo stato, e lì iniziano i guai... non vedrà una lira, e anzi probabilmente gli verrà pure sequestrato il campo. La maggior parte della ente normale quale via sceglierà mai? Una legislazione come quella inglese invece elimina la necessità dell'illecito: lo stato interviene, scheda, valuta il materiale, magari fa pure un'offerta o nel peggiore dei casi mi dice invece queanto vale il mio gruzzolo. In questo modo si fa l'interesse sia del singolo che della collettività.
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  42. Della sigla P parliamone, perchè appare anche sul Sesquiducato di Alfonso.... ecco cosa è stato scritto: La NAC 69 dove è apparso riporta (vedasi foto allegata): Della più grande rarità, apparentemente solo il terzo esemplare conosciuto. Questo Sesquiducato è verosimilmente un’emissione postuma, da ascrivere al regno di Ferdinando I, in quanto dai documenti giunti a noi si evince che Salvatore de Ponte coprì la carica di maestro di zecca dal 1460 al 1461. Sulla sigla P nelle monete di Alfonso il primo a riportarla è stato il MIR Napoli che avendone osservato un tipo (mai apparso, quindi sconosciuto ai grandi studiosi del passato), ed esaminata l’attività del mastro de Ponte (1460-1461), anche se molto magra di documentazione, scrisse probabilmente che si trattava di un esemplare coniato sotto Ferdinando nel periodo iniziale del suo regno (1458-1494). La moneta appare successivamente in un articolo pubblicato sulla rivista monete antiche n. 82 del mese di luglio/agosto2105 e alla foto n. 3 la troviamo catalogata sotto Ferdinando d’Aragona con un rimando a Perfetto 2015 (allora, di prossima uscita editoriale), quindi nulla di più. Alla pag. 160 del famoso volume (perché premiato) al quale si fece il rimando e richiamato anche dall’utente Iachille...si legge: in nota 329 a riguardo della lettera P e in riferimento al Sesquiducato di Alfonso d’Aragona che questa moneta s’intende Postuma (quindi sotto il figlio Ferdinando), non solo per l’analogia di stile della lettera P con la P presente sul carlino di Ferdinando d’Aragona (PR 21e – MIR 72/5), ma anche per il fatto che non si conoscono monete segnate con la P sotto Alfonso d’Aragona. E vi sembrano questi … documenti atti a poter certificare che il Sesquiducato di Alfonso sia una moneta Postuma ? …. Non ci posso credere. :nea: :nea:ah....ahah.....ah.... !! Voi credete che veramente bastino queste “pochezze” , analogia di stile di una lettera e l'assenza della stessa su altre monete del padre, per poter spostare la catalogazione di una moneta dove chiaramente si legge Alfonso...... e attribuirla al figlio Ferdinando ? Sono curioso di leggere anche come si sono comportati ... gli altri. :crazy:
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  43. Addio, gigante buono. Ci mancherai. In quasi tutti i suoi film, se ci fate caso, fra le altre cose cercava di mettere in guardia i giovani contro il subdolo fascino del gioco d'azzardo. Gli Italiani amano i suoi film (amatissimi anche in Germania, dove Bud ha vissuto per anni), ma evidentemente hanno capito poco di quel che a lui -giustamente- premeva davvero dire ai suoi fan, al di là delle abbuffate di fagioli, delle scazzottate, delle espressioni colorite e delle divertenti vicende picaresche che caratterizzavano i suoi film. Non credo che gli abbia fatto piacere, in questi ultimi anni, vedere che in Italia siamo ormai invasi dalle slot-machine (e dalla droga, altro flagello contro cui si è più volte pronunciato, evidentemente invano).
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  44. @@bizerba62 in democrazia oltre ai referendum c'è il diritto di opinione e per questo motivo mi piacerebbe discutere di quello che sta succedendo ora. Poi magari tra qualche mese/anno le cose cambieranno. Ma oggi possiamo discutere delle problematiche da me elencate? in primis possiamo parlare di xenofobia inquadrandolo come problema o dobbiamo far finta di nulla? possiamo dire ai nostri connazionali che inneggiano a seguire i sudditi di sua Maestà che loro stessi sono definiti "PIGS" (Portoghesi, Italiani, Greci, Spagnoli) da gran parte degli "intellettuali" che oggi sostengono il LEAVE in UK? E chi dice il contrario, per me il referendum inglese ha valore e sarà sicuramente preso in considerazione dal governo inglese. Ecco, chiediamoci il perché di questa scelta. Sulle compagnie low cost con l'uscita dall'UE nei prossimi mesi, le linee aeree più esposte e che rischiano di restare invischiate nell'isolamento volontario deciso dai sudditi di Sua Maestà, hanno di fronte un futuro incerto (non lo dico io, lo dicono loro): "Ryanair e il suo dominus Michael O'Leary hanno già avvisato Londra: "Siamo pronti a diminuire gli investimenti e saremo costretti ad aumentare le tariffe" è stato il primo messaggio spedito da Dublino. EasyJet, invece, è presa tra due fuochi: da una parte c'è lo sguardo all'Europa continentale e alle lucrose rotte da e per la Gran Bretagna, ma dall'altra ci sono le norme che verranno presto a cadere, regole che hanno fino ad oggi permesso voli pan-europei liberi da vincoli e trattati. Oggi, con l'Isola in uscita, questi accordi diventano polvere. “Rimaniamo convinti della solidità del modello di business di easyJet e della nostra capacità di proseguire con l’attuale strategia di successo e di garantire ritorni. Abbiamo scritto oggi stesso al governo britannico e alla Commissione Europea chiedendo loro di porsi come priorità la permanenza del Regno Unito nel Mercato unico europeo dell’aviazione, data l’importanza per i consumatori e per gli interscambi commerciali” si è affrettata a comunicare l'amministratrice delegata Carolyn McCall. " Allora fatemi capire, usciamo dall'Europa perché sono brutti e cattivi ma poi rimaniamo nel mercato unico europeo dell'aviazione perché ci conviene?
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  45. Discussione che si prospetta di grande interesse... pregherei @@Philippus IX di continuare.....anche per data va benissimo.... complimenti per il tipo di raccolta che reputo di estremo interesse...
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  46. Stramipiace per @@taglialuca ! Ormai tanta gente ha preso le distanze..in tante sezioni, dove abbonda gente che ...come me non ne sa nulla, ma che a differenza di me, apre la bocca... sbagliare di due gradi di conservazione, non percepire il lustro, non è opinione, è ignoranza, scusate eh, uno che vede una moneta che riluce e vede i dettagli che non gli sembrano confacenti chiede altre foto e capisco, ma dare a una moneta piena di lustro BB vuol dire non avere proprio le basi...tutto ciò perché benché siamo in un forum, e ognuno dice la propria, bisognerebbe sempre tenere a conto che si giudica una moneta, che spesso è il risultato dè sacrifici di chi c è dietro, per il rispetto alla persona quindi, bisognerebbe parlare a ragion veduta o tacere, evito di commentare chi ha detto "la più brutta mai vista" perché se dovessi commentare dovrei dire "la cantonata più grande della storia". Torno a leggervi e a non scrivere ne a pubblicare, a differenza di come facevo tempo fa.
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