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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/03/16 in Risposte
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Nella odierna Citta’ di Roma sono presenti circa 8000 , forse piu' , colonne antiche di epoca romana in marmi e graniti vari , di tutte le dimensioni , colonne in pratica sempre prelevate , nel trascorrere dei secoli , dagli antichi monumenti pubblici e privati della Roma classica ed adattate per costruire altri edifici specialmente da quando la religione di Stato divenne quella cristiana ; e’ infatti abbastanza comune notare ad esempio in molte antiche Chiese romane colonne di diversa natura come marmi o graniti e stili di basi o capitelli , che ornano cappelle e navate . Queste antiche colonne andarono ad arricchire Chiese e palazzi privati di Roma ed anche di altre Citta’ italiane ; con il riconoscimento ufficiale del cristianesimo da parte dell’ autorita’ imperiale di Roma praticamente si concesse ai Cristiani di edificare i luoghi di culto non piu’ in luoghi segreti e pericolosi ma alla luce del sole sfruttando gli antichi templi pagani caduti in disuso o trascurati per mancata manutenzione . Molte Chiese del centro storico e periferia furono erette ad iniziare dal IV , V secolo e successivi secoli dentro o sopra antichi edifici e templi pagani poi dedicati ad uso della riconosciuta e legalizzata religione cristiana , successive Chiese di Roma seguirono l’ esempio delle precedenti ; un esempio eclatante di questo cambio di utilizzo di un edificio antico sostituito da culto cristiano , fu la Chiesa di Sant’ Adriano nel Foro romano che fu edificata dentro l' edificio della antica Curia Iulia nel Foro Romano da papa Onorio I nell’ anno 630 , oppure la Chiesa , prossima al Pantheon , di Santa Maria sopra Minerva , edificata come dice il nome sopra un antico tempio dedicato a Minerva . Tutte queste Chiese si arricchirono cosi’ di meravigliose colonne in marmi policromi , dai piu’ comuni ai piu’ rari e in vari tipi di graniti che gli Imperatori fecero arrivare in massima parte dall’ Egitto , mentre i marmi provenivano dai piu’ diversi luoghi dell’ Impero in particolare dalla Grecia e dall’ Asia ; tutta questa magnificenza in epoca classica splendeva per ricchezza di pietre e di colori negli antichi edifici pubblici e privati di Roma . Le antiche colonne erano talmente preziose in virtu’ del raro materiale con le quali erano lavorate , che i committenti Imperatori romani , per le loro costruzioni pubbliche e private , le contrassegnavano con bolli a loro immagine posti forse alla base della colonna tramite dischetti in piombo ad imitazione delle monete , che preventivamente lavorati per fusione o forse per coniatura , andavano a riempire il cerchio incavato in precedenza nel marmo della colonna ; questi dischetti plumbei recavano l’ immagine dell’ Imperatore che le aveva ordinate ed erette in quel determinato periodo . Purtroppo soltanto pochi di questi bolli in piombo sono sopravvissuti ai secoli e in questa rara foto di questi oggetti ne vediamo alcuni che portano al dritto le immagini degli Imperatori Traiano , Adriano ed Antonino Pio , mentre al rovescio sono presenti simboli o figure allegoriche ; questi bolli ufficiali dello Stato romano avevano un diametro simile a quello delle monete in bronzo , grosso modo uguale a quelle di un sesterzio e una volta inseriti negli appositi incavi rotondi ricavati nelle colonne , venivano poi fissati . Non e’ certo se questo intervento eseguito sulla colonna finita e pronta per la spedizione fosse eseguito direttamente nel luogo di lavorazione oppure a Roma alla Marmorata sul Tevere presso l’ odierno quartiere di Testaccio , dove approdavano le navi che risalendo il fiume depositavano qui il loro prezioso carico di marmi e graniti .9 punti
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E' una delle rarissime rappresentazioni di una zecca al lavoro su una moneta antica. Si tratta di un documento di grande valore storico. Numismatica Ars Classica NAC AG, Auction 27, del 12 Maggio 2004, lotto n. 41 Greek Coins, Poseidonia, No.: 41, Estimate: CHF 500, d=19 mm Poseidonia with the Roman name of Paestum. Semis early first century, æ 4.28 g. Q· LAR·PR Scales weighting ear of corn; in exergue, Pæ. Rev. SPDDS·S Two workmen in the act of coining; in field l., MIL. In exergue, S. SNG Copenhagen 1372. M. Crawford, Studies Price, Paestum and Rome. The Form and Function of a Subsidiary Coinage, 25/1. Historia Numorum 1238. Rare. Dark green patina, extremely fine / good very fine Crawford, who aptly describes the late coinage of Paestum as frivolous and chaotic (a pretty good description of social and political life in the provinces during the early imperial period, for which see the graffiti of Pompeii and Apuleius’ Golden Ass), interprets the inscriptions as Q. Laur(entius ?) praetor sua pecunia dono dedit Senatus sententia milia (or miliens): "The praetor Q. Laur. out of his own money and by consent of the Senate (of Paestum) gave as a present (to his fellowcitizens) thousands (of this coin)". To what end is suggested by the obverse; to buy a measure of subsidised wheat.4 punti
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Sul forum spesso cerco la divulgazione, penso sia opportuna e necessaria più che mai e se hai comprato una moneta che ritieni importante, di buona conservazione, leggibile, che possa funzionare come proselitismo, ecco questa lo è sicuramente... E lo è pur essendo una moneta medievale che difficilmente attira per anche bellezza estetica. Io credo che il denaro imperiale coniato a nome di Federico Imperatore in quel di Nosedo, alle porte di Milano, negli anni dal 1162 al 1167, sia stato strutturato anche per piacere. Sarà la scodellatura elegante, o il bordo alzato, sarà come in questo caso la perfezione delle lettere in campo I P R T al diritto con i globetti, sarà per i particolari estremamente precisi della scritta su quattro righe del rovescio AVG + MED IOLA NIV, sarà per i tre cunei al rovescio in campo che partono dal contorno, segni identificativi di emissione, sarà per la rarità R2, sarà perché coniata in un momento particolare per la città di Milano, fuori porta a Nosedo solo per qualche anno, sarà perché un tale Rodulfus Thetonicus era stato incaricato dal Barbarossa come direttore della Zecca, ma con però maestranze milanesi e locali, sarà perché pensata come moneta sovraregionale, caput monetae, sarà anche per tutto questo ....ma indubbiamente tra le mani un gioiello alla fine ti sembra di avere, elegante, preciso, da divulgazione e il forum anche questo è... Commentiamolo se vogliamo....4 punti
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Moneta appena venduta sulla baia per 860 euro a utente con feedback 0. Complimenti per il debutto nel collezionismo che conta ;) Se il buongiorno si vede dal mattino. ...3 punti
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Ciao a tutti gli amici itaiani. En Quisiera intervenir en esta interesantísima discusión sobre este carlino de Ferdinando d'Aragona. Para empezar quisiera decir que esta moneda no es estrictamente inédita ni tampoco única, aunque se trata de una pieza rarísima e interesantísima. Está publicada, pero mal interpretada en el CNI de Napoli con el nº 737 con la sigla rosa. El ejemplar del CNI presenta el mismo cuño de anverso con la sigla M rectificada sobre una P. El reverso es una variante, por lo que ahora podemos decir que existen dos monedas conocidas con esta rectificación, pero las dos diferentes. Pero cómo explicar la sigla M sobre una P en un carlino a nombre de Ferdinando? En mi libro detallo la relación cronológica de los diferentes maestros y cecas que acuñaron carlini. La ceca en un primer momento la rigió Salvatore Miraballo (1458)y posteriormente ésta pasó a Giovanni, quien acuñó y recibió la colaboración de sus hijos Antonio y Simone Miraballo. Expongen el libro la hipótesis argumentada que tanto Antonio como Simone acuñaron, a parte de denari, también carlini entre los años 1460-1468. Eso si, cuando Giovanni fué capturado por los barones rebeldes, la ceca pasó a manos de Salvatore Ponte durante el 1460-1461. Posteriormente pasaría a manos de Benedtto Cotrullo (1460-1468). Antonio y Simone, con privilegio de su padre, seguramente continuaron con el derecho de acuñar moneda, en un primer lugar usando al sigla de la familia, la M de Miraballo entre 1460-1468, y posteriormente, una vez nombrados maestros oficialmente acuñaron carlini marcando las iniciales de sus nombres A y S entre el 1468-1470. Este carlino sería la prueba de mi hipótesis al aprovechar un cuño de Salvatore Ponte (1460-1461) rectificado con la sigla M de la familia en el periodo 1460-68. Espero que sea fácil de comprender mi explicación. Un caro saluto a tutti.3 punti
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Piu' che prendersela con Pelle' , che oltretutto era pure sfinito come un po' tutti , credo bisognerebbe prendersela con ZAZA , entrato fresco e lucido apposta per battere i rigori , che invece sembrava che saltellasse al momento del tiro come un tacchino , tirando la palla alta sulla traversa .3 punti
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Tanto per tenerci attivi, e visto che la funzone "Cerca" mi dice che la legenda non compare mai all'interno del Forum, ecco a voi un CHVNRADVS: (da https://www.ma-shops.fr/saenn/item.php5?id=20597& )3 punti
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Pezzo venduto per 5 euro giusto perchè gli è stato saldato intorno un cerchietto d'argento, per via di questa strana montatura la moneta era messa insieme alle medaglie. So bene che è piuttosto rovinata, tra l'altro tipologicamente sono a posto, ne posseggo una del 1924, ma non potevo lasciarla lì non vi pare? Ci sono su per giù una diecina di euro d'argento (in totale con il cerchietto 27 gr. ag.900). La saldatura sembra a stagno, magari se viene via facilmente la prossima volta la scambio come moneta con qualcos'altro :D2 punti
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Buona sera a tutti, mi piacerebbe avere qualche parere su questa mia piccola ricerca su un denaro inedito del Margraviato d'Istria, prima metà del XIII secolo. Grazie articolo marchio (pfennig).pdf2 punti
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Ciao, Gaio fu sicuramente folle ma quanto corrisponde affettivamente all'accaduto e quanto fu accentuato dagli storici latini magari per garantirsi il plauso di senatori e patrizi? Le fonti storiche scritte latine riferite a Caligola sono entrambi a lui ostili: Svetonio e Dione Cassio. Gli scritti di Tacito sono invece andati perduti. Svetonio (70-140 d.C.) originario dell’Africa dove era nato sotto Vespasiano. Rimosso da Adriano dal ruolo di capo del dipartimento della corrispondenza imperiale iniziò a scrivere le biografie degli imperatori accentuandone gli aspetti anedottici e scandalistici. Svetonio lo racconta come crudele e sregolato fin da giovane: - Uno dei suoi divertimenti preferiti era quello di assistere ai supplizi di quelli che venivano torturati. Di notte andava per le taverne e i postriboli, truccato con una parrucca ed una lunga zazzera; la più grande delle sue passioni era la musica e la danza nei teatri e Tiberio sopportava tutto questo sperando che il gusto della danza e della musica potesse mitigare il carattere feroce del nipote. L'intelligente vecchio lo conosceva così bene che spesso diceva : « Caio vive per la rovina sua e di tutti; io educo un serpente per il popolo romano, un Fetonte per il mondo».Svetonio racconta che Caligola - Volle che molti senatori, che già avevano ricoperte le più alte cariche, corressero a piedi e in toga davanti al suo cocchio per parecchie miglia e rimanessero ritti vicino la sua tavola o ai suoi piedi portando, come gli schiavi, un grembiule; altri senatori fece morire segretamente e per un certo tempo continuò a chiamarli come se fossero ancora vivi; poi fece credere che si fossero suicidati. Destituì i consoli perché avevano dimenticato di annunziare con un editto l'anniversario della sua nascita, e per tre giorni lo Stato rimase senza i supremi magistrati. Fece battere con le verghe il suo questore, lo denudò e lo gettò sotto i piedi dei suoi soldati per esser battuto più fortemente solo perché il nome di lui era stato pronunziato in una congiura. Con pari arroganza e crudeltà trattò gli altri ordini. Disturbato dal chiasso prodotto da coloro che di notte si affrettavano ad occupare nel Circo i posti gratuiti, li fece scacciare a colpi di bastone; nel tumulto che ne seguì perirono più di venti cavalieri romani, altrettante matrone e un gran numero di plebei. Per far sorgere liti tra l'ordine equestre e la plebe, faceva cominciare i giuochi prima dell'ora stabilita affinché i posti destinati ai cavalieri fossero occupati dai primi arrivati. – Sempre Svetonio, lo accusa di essere un dissipatore: - Inventò nuovi modi di bagni, di cibi e di banchetti; si lavava con essenze odorose, inghiottiva perle e pietre preziose con aceto, offriva ai commensali pane e altri cibi d'oro, dicendo; «o si è uomini frugali o si è Cesari ». Al popolo, per parecchi giorni consecutivi dall'alto della basilica Giulia, gettò monete di molto valore. Fece costruire navi liburniche di cedro con le poppe ingemmate e vele di tela dipinta, in cui erano bagni, gallerie e ampie sale da pranzo, viti e alberi da frutto d'ogni specie. Su queste navi egli costeggiava la Campania, seduto a mensa, tra musiche e danze. Nel costruire ville e palazzi eccedeva ogni misura, e gli piaceva fare tutto quello che gli altri stimavano impossibile a farsi. Gettò dighe in un mare profondo e tempestoso, fece tagliare le più dure rocce, spianare montagne in pianure, mutar pianure in alture, con incredibile celerità perché considerava delitto capitale ogni lentezza nei lavori. E per non enumerare ad uno ad uno gli sperperi chiudiamo dicendo che in meno di un anno consumò immense ricchezze e la somma di ventisei milioni di sesterzi che Tiberio aveva accumulato. – Ecco comunque il passo sulle sorelle: Intrattenne relazioni incestuose con tutte le sue sorelle e davanti a tutti, a tavola, le collocava a turno sotto di sé, mentre la moglie stava sopra. Per quanto riguarda Drusilla si crede che la deflorasse quando ancora portava la pretesta e che un giorno fu perfino sorpreso tra le sue braccia dalla nonna Antonia, presso la quale tutti e due venivano allevati; più tardi la portò via all'ex console Lucio Cassio, che l'aveva sposata, e la trattò pubblicamente come sua legittima moglie; ammalatosi, la nominò erede del suo patrimonio e dell'Impero. Quando Drusilla morì ordinò una sospensione generale di tutti gli affari e per tutto questo periodo fu considerato un reato, punibile con la morte, aver riso, aver fatto il bagno, aver cenato con i parenti, la moglie ed i figli. Dione Cassio (155-235 d.C.) originario della Bitinia da padre senatore scrisse la Storia romana in 80 libri. Trattando Caligola travisa addirittura gli eventi che Svetonio poneva a merito di Gaio.Altre notizie provengono da Seneca (1-65 d.C.), Filone di Alessandria (30 ca – 45 d.C.) e Giuseppe Flavio (37-100 d.C. ca). Seneca fece carriera adulando le autorità del momento e denigrando le precedenti. La sua attendibilità storica è considerata scarsa. Filone, di razza ebraica, scrisse per mettere in buona luce il suo popolo e discreditare i greci allessandrini. Era profondamente ostile a Caligola. Giuseppe Flavio scrisse che l’assassinio di Caligola era un episodio conforme al fine etico di rendere felici gli uomini e salvare gli ebrei dalla distruzione). I suoi riferimenti a Caligola sono usati a tal fine. Fu in generale odiato dal Senato e dalle classi patrizie ed amato da popolo e dai militari grazie a ricordo delle imprese di suo padre Germanico. Concludo rivolgendo una riflessione e non volendo a tutti costi affermare che Caligola non fu quantomeno “strano” se non folle: con il Senato, l’aristocrazia e buona parte degli storici avversi (con questi ultimi quasi tutti più tardi) ad accentuare le sue già di suo nefaste gesta… quale imperatore avrebbe lasciato un buon ricordo ai posteri? Ciao Illyricum ;)2 punti
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Aggiungo questa foto per dare il senso delle proporzioni delle tre monete postate nei tre post precedenti2 punti
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Salve a tutti, mi è capitato di vedere questo denaro provisino con la S rovesciata, in un primo momento credevo fosse un errore dell'incisore, ma poi l'ho trovato censito sul CNI al numero 413. Sul CNI pare non esistano altre varianti con la S rovesciata, sarebbe interessante conoscere il motivo di questa particolare emissione. Qualcuno ne sa qualcosa? E' una variante rara? Grazie!2 punti
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Perso ai rigori che ci può stare. Quello che mi fa inc... è Pellè che tira il rigore facendo prima il segno del cucchiaio a Neuer e poi lo sbaglio. Che figura di m....e che presuntuoso2 punti
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Sono stato alla ricerca di raffigurazioni di San Giorgio lillipuziani :D Analizzando la piccola moneta russa in argento del 1913 che ho già inserito nel post n. 15 (foto), noto che defilato c'e' un'altro San Giorgio! http://www.lamoneta.it/topic/150229-san-giorgio-ed-il-drago-nelle-nostre-raccolte/page-1#entry1718618 Dalla prima metà del XVIII° sec. il cavaliere rivolto a destra al centro dell'aquila bicipite è definito come "San Giorgio Vincitore che colpisce il drago", patrono della città di Mosca, il fatto che sia stato messo in posizione centrale indica che Mosca è il cuore della Russia. Dalla seconda metà del XIX° sec. fu allestita un'altra versione dello stemma imperiale, il cavaliere questa volta è rivolto a sinistra e comparvero sulle ali dell'aquila otto scudetti, rappresentavano le armi dei domìni dell'impero, rimarrà invariato sino la caduta dello Zar. In uno di questi scudetti ricompare San Giorgio con il drago, molto più piccolo dello stesso messo in posizone centrale, che è già minuscolo di suo :D Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica fu ripristinato il vecchio stemma.2 punti
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Ciao sinceramente era da un po'che non la vedevo in giro per il web, invece cercando altro è saltata fuori, @@blaise ciao e quando venite a trovarci ? @@romanus hai ragione è poco incisa in quanto è stata modellata completamente a mano ed è quello che ho cercato di ottenere. @@komodo grazie anche per il tuo intervento, ma anche se importante per il circolo e per me non si riferisce al popolo dei Salassi. vi posto anche il retro. Silvio2 punti
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Il mito greco sull’origine degli Sciti rende conto della loro straordinaria abilità come arcieri. Riguardo ad armi e corazze, i foderi delle spade erano ricoperti di lamine d'oro e intarsiati d’avorio; gli astucci dei pugnali erano a forma di cuore, secondo il gusto persiano. Le corazze erano costituite da scaglie metalliche e placche ornamentali, il tutto montato su un rivestimento in feltro rosso. Gli elmi venivano realizzati con una tecnica analoga a quella usata per le corazze. Gli scudi erano in genere rotondi e non troppo grandi. A Pazyryk erano di forma diversa, rettangolari e con la base tonda. Lance e giavellotti non erano troppo diffusi. L’arco scita era a doppia curvatura, in corno, incordato con tendini animali e si tirava sul fianco sinistro, alla maniera dei Parti, così come il fodero per arco e frecce (gorytos) era fissato allo stesso fianco sinistro. Vi erano due tipi di gorytos, uno orientale e uno occidentale Drawing of a gorytos of the Eastern type Simplified view of a Western Scythian Gorytos Le frecce avevano la punta trilobata, in pietra, osso, bronzo o ferro a seconda del periodo storico. Le spade misuravano sino agli 85 cm; usavano pugnali corti e a doppio taglio (akinak), oltre ad asce e punteruoli. L'influenza ellenica portò all'adozione anche di scudi ed elmi d'importazione greca. apollonia1 punto
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Prendo lo spunto dai post # 305, 307 e 309 per un cenno sulle origini e la storia degli Sciti. La fonte principale è il libro IV delle Storie di Erodoto, lo storico greco che riferisce, circa le origini della popolazione nomade iranica scita tra l’VIII e il VII sec. a. C., la loro tradizione e quella greca. Per i Greci, il popolo degli Sciti è nato dall'unione di Echidna, un mostro il cui corpo di donna terminava con una coda di serpente al posto delle gambe, con Eracle. Questi, giunto in Scizia, aveva messo i suoi cavalli a pascolare prima di addormentarsi, ma al risveglio non li trovò più. Cercandoli, trovò il mostro che viveva in una caverna e che gli promise di restituirgli i cavalli se avesse acconsentito a unirsi carnalmente a lei. Eracle accettò, e dall’unione nacquero tre figli: Agatiso, Gelono (eponimo della città di Gelona) e Scite, che dette il nome alla stirpe degli Sciti. Infatti, come ordinato da Eracle ad Echidna, i discendenti dalla loro unione dovevano essere sottoposti ad una particolare prova: dovevano essere in grado di tendere l’arco e cingersi in vita la cintura così come faceva lui. Quelli che ne fossero stati in grado, avrebbero potuto dimorare nella Scizia, gli altri no. Solo il terzogenito, Scita, fu in grado di tendere l'arco e cingere la cintura come Eracle, e così fu il primo re della Scizia. Per gli Sciti, invece, secondo un loro mito il primo uomo nato nella regione allora desertica della Scizia fu Targitao, i cui genitori sarebbero stati Zeus e la figlia del fiume Boristene. Targitao generò tre eredi, Lipossai, Arpossai e Colassai. Un giorno, dal cielo discesero tre oggetti d'oro: un'ascia bipenne, un aratro d'oro con giogo e una coppa. Il primogenito, Lipossai, tentò di afferrare i doni divini, ma non appena vi provò, gli oggetti si fecero incandescenti. Dopo di lui, anche il secondogenito Arpossai provò a fare suoi i regali, ma anche questa volta gli oggetti divennero incandescenti e fu impossibile afferrarli. Solo l'ultimogenito, Colassai, riuscì ad appropriarsi dei tre manufatti d'oro; per questo motivo, i fratelli maggiori gli cedettero la loro parte di regno. Da Lipossai discese la tribù degli Aucati, da Arpossai i Catiari e i Traspi, da Colassai i Paralati. apollonia1 punto
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Ho questo francobollo da 150 lire su di una cartolina degli anni '80. Purtroppo non è intero manca la parte con il drago, ma per averlo intero bisognava usare due francobolli per una tariffa postale da 300 lire. Nel 1976 commemorava il 450° anniversario della morte di Vittore Carpaccio. Qui il suo dipinto del 1502 riportato sui due francobolli che compongono il dittico: Ed il dittico intero preso dal web. Il Carpaccio ha dipinto altre due opere ispirate al San Giorgio. San Giorgio ed il drago (1516) Il trionfo di San Giorgio (1502)1 punto
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Dovrei ripetermi con le stesse parole scritte un anno e mezzo fa ... e quindi non lo faccio. Oggi penso di far bene a aggiungere che, come hanno giustamente scritto monbalda e fra crasellame ,è probabile che questa moneta sia stata coniata dopo quel periodo probabilmente quando c’erano già i Dogi “a vita”, era un periodo di continue congiure, omicidi, espulsioni, litigi e confusioni di vario genere. Pensa che solo nel 1367 Giorgio Adorno, doge ghibellino ma che cercava di rendersi amico di tutti, fa un decreto che stabilisce che i vocaboli “guelfo” e “ghibellino” non possono essere più considerati offensivi, ma anche questo non basta a salvarlo dall’ostilità dei nobili rivieraschi (ghibellini) che, istigati dai Visconti , nel 1370 lo costringono a dimettersi. PS .......la moneta è straordinaria!!!1 punto
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Dovrebbe essere un kreuzer del Vallon per Hildebrand I de Riedmatten (1565 - 1604) ciao Mario1 punto
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Visto che è stata rispolverata la discussione, vi faccio esercitare (per Adolfo non vale :blum: ). Classificatemi questo: Così vediamo chi si tiene aggiornato con gli studi... :crazy: Buona serata a tutti, Antonio1 punto
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Ciao @@komodo a volte le cose si interpretano e si scrivono male, nessun problema. Visto che abiti vicino ci si potrebbe vedere e andare a visitare la collezione Pautasso e la città di Aosta, sarei contento di farti da accompagnatore. Silvio1 punto
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Ciao @@nikita_ Complimenti per la scansione che hai fatto al 20 copechi Ho trovato qualcosa di ancora più piccolo :D Per esempio il 15 copechi con diametro inferiore del 20 e con le stesse due rappresentazioni di S. Giorgio come da te molto chiaramente evidenziato. Moneta probabilmente incastonata e usata come ciondolo.....1 punto
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Da ACR 28, lotto 574: Certo che bisognerebbe rivedere un bel po' di classificazioni e descrizioni...1 punto
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Complimenti Paul !!!!!!! Questa è meravigliosa .... Deve aver circolato molto poco perchè è come nuova !! Veramente sono molto felice per te :)1 punto
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Ciao @@Teus I, è un asse di Sabina, mi sembra con la Concordia al rovescio, RIC 4 Saluti Eliodoro1 punto
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@@soleshine,@@Marfir Buona domenica Grazie ai vostri consigli e suggerimenti :hi: Ciao1 punto
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Ciao @@gigetto13 Si confermo e' un testo in due volumi sulla monetazione Lusignano - Cipro Ti allego indice e introduzione1 punto
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@@adelchi e @@Veridio , grazie ad entrambi e agli altri amici che hanno apprezzato il post , e' solo passione per la storia antica romana e di tanti decenni di letture , ma e' talmente complessa in tutte le sue componenti che bisogna accontentarsi del poco di cui si conosce . Le due Chiese descritte nel post , Santa Maria sopra Minerva al Pantheon con le colonne in marmo cipollino e Sant' Adriano al Foro romano ex sede del Senato .1 punto
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Gia' il 93 non e' facile da vedere... Mi accontenterei di trovarne uno senza stare a guardare da che parte sono girati i giglietti!1 punto
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Sì, in effetti mi riferivo anche alla lamina ionico-etrusca di Pech-Maho, ma non solo (tra l'altro a Pech-Maho probabilmente si parlava iberico, dato che la maggior parte delle lamine iscritte che vi sono state ritrovate sono in questa lingua. Prima di proseguire sugli altri aspetti della dracma della valle del Rodano oggetto della discussione volevo dare una risposta a @@romanus . Ci troviamo di fronte alla concatenazione di due fatti che definirei molto bizzarri, se non quasi eccezionali. Il primo che con la miriade infinita di bronzetti gallici emessi dai centri di emissione più disparati in tempi diversi, i due posseduti da Romanus non solo sono stati prodotti dallo stesso centro di emissione, ma appartengono anche alla stessa serie. Il secondo é che se per la maggior parte delle emissioni l'identificazione del popolo che le ha emessi é "tradizionale" e quasi sempre dubitativa, per questa serie l'attribuzione ai Meldi é data per certa. In effetti il "posizionamento" dei vari popoli sulla carta della Gallia centro settentrionale é tradizionalmente basata sui commentarii di Cesare, non essendovi altre fonti più precise. Il problema é che i vari popoli si spostavano continuamente (e ci se ne rende conto facilmente proprio leggendo i commentarii) per cui la "foto" presa da Cesare alla metà del I sec aC non é detto che corrisponda alla realtà delle cose 50, 100 o 150 anni prima. Nel nostro caso i ritrovamenti di questa serie sono in un territorio ben definito sulla Marne, a ovest di Parigi (verso Disneyland Paris, per capirci... ;) ), dove Cesare ci dice erano stanziati i Meldi. E l'inizio dell'emissione di quasta serie data proprio al periodo della Guerra di Gallia. Questa la carta di distribuzione di questa serie proposta dalla Scheers nel suo Traité sulle monetazioni della Gallia Belgica del 1977. Dunque si tratta dei Meldi, la serie é trimetallica (con emissioni in oro, in argento ed in bronzo) e viene comunemente chiamata "ROVECA", dalla legenda che appare sui vari tipi. L'emissione inizia durante la Guerra di Gallia, come già detto, e si trascina probabilmente con le emissioni bronzee nel periodo pre-augusteo. Di seguito una visione sintetica tratta dal "Nouvel Atlas" di Delestrée e Tache. La prima delle due monete appartiene al tipo illustrato dai numeri 585 e 586 (DT serie 67, Classe III, var.6; Scheers serie 28, Classe V). Al dritto porta un un busto femminile (tradizionalmente detto "busto di Venus" nella letteratura francese) diademato e con collana di perle. Dietro il busto é presente un minuscolo personaggio che tiene una corona, a destra. Davanti al busto, dal basso all'alto, é la legenda ROVECA. Al rovescio cavallo a destra, sopra ruota. Linea di esergo perlinata sotto la quale tracce della legenda ROVECA. Tra le zampe del cavallo, talvolta (come in questo caso) cerchio centrato. La seconda é di identificazione più difficile a causa di un fenomeno piuttosto comune in numismatica celtica, detto "omotipia di contiguità": capita spesso di trovare emissioni di popoli vicini che condividono tipi del dritto o del rovescio. Non si tratta necessariamente di fenomeni imitativi. Le ragioni possono essere state molteplici, non ultima la presenza di accordi politici. Nel caso della seconda moneta di Romanus il rovescio si vede poco, le legende non si leggono, ed il tipo del dritto é condiviso con alcuni tipi della serie CRICIRU, emissione contemporanea della vicina tribù degli Suessones. A titolo esemplificativo, per rendersi conto dell'identità di tipi del dritto, qualche esemplare CRICIRU del British Museum. Sono abbastanza convinto (ma Romanus osservando direttamente la moneta potrà smentirmi) che si tratti comunque di una moneta ROVECA (con al rovescio un leone a d.) e non di una CRICIRU (con al rovescio un cavallo a s.) Tra l'altro il conio di dritto mi sembra molto vicino a quello di questo esemplare ROVECA del BM, trovato nella Senna a Parigi (patina... Senna): Il tipo, figure 583 e 584, (DT serie 67, Classe III, var.5a o 5b; Scheers serie 28, Classe IVb o IVa) porta al dritto una testa elmata a s., con davanti al viso la legenda POOYIKA. Al rovescio un leone a d., la legenda ROVECA in esergo. Sopra il leone una spiga e quattro cerchi centrati disposti a croce. Nella variante b sotto il leone cinque globuli, sempre disposti in croce. (esiste un'altra variante -584-, col tipo baffuto...). Volendo c'é a divertirsi, osservando direttamente la moneta, nel cercare di indovinare la variante. Segnale infine un vecchio articolo di Colbert di Beaulieu che parla di queste serie, e del rapporto tra ROVECA e CRICIRU disponibile in rete. Ecco il link: J.B. Colbert de Beaulieu et J.M. Desbordes, «CRI-CI RU» et «ROVECA». Les Belges sur la Marne (RBN 110, 1964) http://www.numisbel.be/1964_3.pdf1 punto
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....volete che continui ? ..... ma si, oramai che ci sono: Sempre nel famoso libro citato, alla pagina 159 vi sono raffigurati n. 3 esemplari di Sesquiducati di Alfonso con la lettera M, di cui uno è proprio M su ex S (ora P)......ma mettiamolo oramai da parte; gli altri due sono con la M, ultra rare, e mai apparsa.....e sempre in nota, la n. 325.....sentite, sentite: "la moneta d'intende postuma anche (anche è riferito al fatto dell'invenzione delle palature) per l'analogia di stile della lettera M con la M presente sul carlino d'argento a nome di Ferdinando (PR 21d - MIR 72/4)". Anche qui...ma come si fa a scrivere queste cavolate, per me chi ha premiato questo lavoro, nemmeno ha letto il libro. Comunque ritornando alla nota e all'osservazione fatta da @@aleale (come detto, oculata) dico: .... ma l'autore ha mai osservato la lettera M sul carlino di Alfonso ? (PR 3d) ..... si sposta una moneta da Alfonso a Ferdinando scrivendo anche qui analogia...ecc.ecc. mentre esiste un carlino M coniato anche sotto Alfonso......e che stile M avrebbe......ah.....ahah.....ah...... !! Buona lettura a tutti.1 punto
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Ottime le foto di @@Andrea imperatore. Da queste e da quanto postato da @@MezzaPiastraPupillare si deduce qualcosa in più e ciò pone ulteriori interrogativi. 1) la moneta del MNR sembra autentica 2) esistono 2 conii diversi oppure il conio MNR è stato poi modificato (la corona, dai controni nitidissimi, poi sfuma nel 2 conio) 3) come è possibile visto che allora si lavorava tranquillamente col pantografo che non poteva riprodurre diversamente uno stesso modello (è noto il plasmato originario di Romagnoli?) 3) perché le prove sono state fatte col 2° conio dopo aver coniato una "moneta campione" con il primo? 4) la corona MNR evidenzia le gemme che la compongono molto nitidamente (contrariamente al "tipo comune"), e la croce sembra poggiare sopra una di esse più grande e che manca negli esemplari di "tipo comune" In definitiva le ipotesi, a mio avviso, sono solo 2: a) la moneta del MNR deve essere considerata un "progetto" o "saggio" preliminare di Zecca; b) in alternativa, come ebbi a dire molti post fa, potrebbe essere un falso. Ma ciò, oltre a risultare inquietante, porrebbe ulteriori problemi ...1 punto
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Buon pomeriggio a tutti. Il 3 giugno scorso, come ripromessomi in altra discussione, ho chiesto per e-mail alla dott.ssa Gabriella Angeli Bufalini (Responsabile del Medagliere del MNR) di poter avere una foto ad elevata risoluzione del rovescio del 20 lire impero 1936 della Collezione Reale, per motivi di studio. Ho anche parlato telefonicamente con lei il 4 o il 5 giugno scorso, e mi ha assicurato che, nel breve, avrebbe fatto il possibile per accontentare la richiesta. Oggi, dopo aver effettuato il pagamento di Euro 6,00 quali spese di riproduzione fotografica, ho ricevuto sulla mia casella e-mail quanto richiesto, direttamente dalla Dott.ssa Maria Daniela Donninelli, della Soprintendenza Speciale per il MNR. La foto ora in mio possesso non la posso pubblicare, poiché ho dovuto dichiarare ciò prima del preventivo di spesa, posto che il motivo dello studio è trattato economicamente in modo ben diverso da quello della pubblicazione. La pubblicazione, inoltre, deve essere autorizzata dalla Soprintendenza Speciale menzionata, stando a quanto riportato nella nota di detta Soprintendenza che mi è pervenuta il 28 giugno scorso. Dunque, come il Sig. Franco Pezzi, chiedo la fiducia. Il rovescio si presenta lucidato e profondamente e diffusamente graffiato a seguito di scellerata pulitura. Le differenze sostanziali che riesco a notare dal confronto fotografico con altro 20 lire 1936 Impero, per così dire "solito", sono le seguenti: - firma del modellista: le lettere sono tutte della stessa dimensione ed altezza e tra la G e la R di Romagnoli vi è un punto in basso nel campo, equidistante dalle due lettere; - come già fatto notare da altri su questa discussione, la firma del modellista inizia più a destra e termina leggermente più a sinistra che nelle monete "solite" (dunque è più stretta); - le cifre 1, 3 e 6 del millesimo sono nettamente diverse: l'1 è un'asta verticale di spessore costante, che non ha le estremità leggermente svasate come nelle "solite" monete; il 3 ha stile diverso con la particolarità del semicerchio inferiore che ha un maggior raggio di curvatura; il 6 ha la parte ricurva superiore con un raggio di curvatura inferiore (è meno chiuso, per così dire); - il segno di zecca R ha stile diverso, con addirittura l'asta terminale destra che inizia a sx spessa, quasi bombata, riducendosi repentinamente di spessore, e questa asta ha una lunghezza inferire rispetto alle "solite"; - il piano orizzontale della quadriga (quello su cui poggia lo scanno su cui è assisa l'allegoria dell'Italia) ha la parte perimetrale verticale di sinistra (peraltro l'unica in vista) non perfettamente verticale; è come se vi fosse una piccola mancanza di metallo o, comunque, una irregolarità che rende discontinua la verticalità di detta linea perimetrale; - la parte sommitale della L del valore nominale, nonché le estremità delle due I della leggenda ITALIA, presentano una svasatura più repentina e più alta, dunque meno graduale; - la corona che sormonta lo scudetto crociato Savoia è nettamente diversa da quella delle "solite" monete: è più alta, coi bracci dalle curve meno accentuate; essa, nella foto in mio possesso, culmina non con una piccola croce, bensì con un oggetto ovoidale, che sembra proprio avere i connotati di un volto umano; di sicuro non sembra affatto una croce; - le legature dei due fascetti littori che affiancano lo scudo Savoia sono notevolmente diverse dalle "solite": sono più sottili; - lo zero del nominale "20" sembra essere più largo, forse a causa di minore spessore del rilievo? Concludo ringraziando pubblicamente la Dott.ssa Gabriella Angeli Bufalini e la Dott.ssa Maria Daniela Donninelli che mi hanno usato cortesia e disponibilità.1 punto
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Colleziono la Repubblica, lo sto ri(facendo) da poco. Avevo abbandonato per lunghi decenni. Stasera, dopo alcuni acquisti dei giorni scorsi, e dopo aver tappato alcuni buchi presenti nel catalogo, sto ammirando la mia collezione. E' bella, quasi tutta in FDS. Sfoglio il catalogo, guardo le nuove arrivate, quasi tutte FDS, vorrei ritoccarle, riprenderle, tirarle fuori dalla custodia, ma non lo faccio, ho paura di sciuparle, le voglio solo guardare, sono bellissime. E' piacevole, è bello è rilassante a fine giornata sfogliare il catalogo, emozionarsi per gli spazi ancora vuoti, pensare al momento in cui la collezione sarà completa. E' un piacere riscoperto, dopo tanti anni. E poi le banconote sono stupende, raccontano la storia dell'Italia, mi ricordano episodi, come quando a metà degli anni ?60 più o meno, avevo 10 anni, mia madre mi regalò per il compleanno 500 lire. Era la 500 lire Aretusa. Non la vedevo da allora, ora è al suo posto nel catalogo. la guardo e la riguardo e non posso dimenticare quella 500 lire stretta nel palmo della mia mano, con la mano in tasca, con la paura di perderla dopo averla ricevuta in regalo. La spesi tutta alle giostre... e la ricordo ancora. E' un piacere riscoperto collezionare. Ora mi sfoglio ancora un pò il catalogo, le riguardo e poi richiudo con calma. Rilassato. Contento di una una cosa semplice. :) Volevo passarvi queste sensazioni. :) Buona serata. Pietro.1 punto
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Alessandro Severo e Gordiano III , furono due Imperatori romani accumunati da una simile morte in piena campagna militare . Furono due Imperatori romani che giunsero all’ Impero in giovane eta’ , Alessandro fu eletto a soli 16 anni , dopo il nefasto regno di Elagabalo di cui Alessandro era cugino , Gordiano a soli 13 anni , dopo l’ interregno di Balbino e Pupieno e l’ Impero in corso di Massimino . Le loro giovani vite impiegate gioco forza nell’ Impero di Roma ne causarono l’ inevitabile assoggettamento iniziale a figure piu’ mature , la madre Mamea per Alessandro e Timesiteo o Misiteo , Prefetto del Pretorio di Roma , per Gordiano III , di lui suocero e sua ottima guida fino alla sua morte . Non voglio qui percorrere le vite e le opere dei due personaggi , ma limitarmi a pochi accenni per giungere al percorso che portarono alla loro simile morte lontana da Roma a seguito di due distinte campagne militari , quella germanica di Alessandro e quella partica di Gordiano , i due grandi popoli , nemici secolari di Roma . Alessandro Severo era circondato a Roma dalla stima e dall’ affetto sia del Popolo che del Senato , tutti furono presi dallo sconforto e tristezza quando lo videro partire per la Germania per porre fine alle recenti scorribande in Gallia dei Germani che approfittarono dell’ indebolimento del confine del Reno e del Danubio che era stato sguarnito di truppe a causa del trasferimento in Oriente di alcune Legioni li stanziate , per far fronte alla predente guerra partica contro Artaserse e felicemente conclusa da Alessandro . Giunto Alessandro nel territorio minacciato vide che alcune Legioni costituite principalmente da Galli erano in subbuglio a causa del clima di rilassatezza e insolenza verso la restaurata severa autorita’ militare , clima di rilassatezza che vigeva al tempo di Elagabalo e ne decise quindi lo scioglimento . Molti legionari Galli non accettarono di buon grado questo scioglimento della loro unita’ militare e cospirarono per uccidere Alessandro , pare sobillati ed istigati da Massimino , ma l’ intervento di Massimino non diretto nell’ uccisione di Alessandro , non fu mai dimostrato ; in pratica ad uccidere Alessandro non fu una conseguenza della sollevazione generale dell’ esercito come riportano alcune fonti a causa dell’ andamento della guerra germanica , ma di un gesto isolato di alcuni soldati , forse reclute assoldate ed istruite da Massimino ; rimane il fatto che a sopprimere Alessandro presso Magonza furono alcuni soldati che lo aggredirono coprendolo di insulti e chiamandolo “bambino” per la sua presunta dipendenza decisionale dalla madre Mamea , accusata di avarizia e di sete di potere ; pare che in questa difficile situazione militare influisse sulle decisioni del figlio per una rapida conclusione della guerra , anche trattando con i Germani ed affrettare cosi’ il ritorno a Roma ; fu uccisa anche lei . Il fatto specifico della morte di Alessandro sembra fosse avvenuto in tal modo : durante la notte un Germano , una guardia del corpo di Alessandro , si introdusse nella tenda dove dormiva l’ Imperatore per ucciderlo , ma questi che era solo assopito , lo vide e gli chiese : “che c’e’ compagno , qualche notizia del nemico ?” ma il Germano spaventato dal fatto che si era introdotto senza permesso nella tenda di Alessandro scappo’ ed ando’ ad incitare i suoi compagni affinche’ tutti insieme uccidessero quel severo Imperatore e cosi’ avvenne , insieme ad Alessandro morirono alcuni che erano stati chiamati da Alessandro dopo l’ ingresso del Germano , fu uccisa anche la madre Mamea . Alessandro mori’ a 29 anni , dopo 13 anni di Impero . Quando la notizia della morte di Alessandro giunse a Roma , Popolo e Senato ne furono avviliti e costernati , il Senato annovero’ subito Alessandro tra gli dei , gli fu dedicato un cenotafio dove era stato ucciso e un grandioso sepolcro a Roma per cui se ne deduce che Massimino e l’ esercito ne trasportarono il corpo o le spoglie a Roma , depositandolo forse nel mausoleo che oggi ammiriamo a Roma sulla Via Tuscolana , chiamato volgarmente Monte del Grano , su cui tempo fa scrissi un post in questa sezione . Credo che non siano note monete emesse a Roma dopo la morte di Alessandro con la Consecratio , quelle conosciute , degli Antoniniani con l’ aquila , sembra siano stati emessi postumi da Traiano Decio . Gordiano III ebbe una sorte simile , ma per alcuni aspetti peggiore di quella di Alessandro , nessun monumento funebre fu eretto in suo onore a Roma , nessuna moneta commemorativa fu emessa per la sua Consecratio o almeno nessuna fonte storica o testimonianza numismatica credo parli di questi due eventi . Come dicevo all’ inizio , Gordiano fu tutelato durante il suo breve Impero dalle ottime qualita’ comportamentali civili e militari di Timesiteo o Misiteo fino alla sua morte , quando il posto vacante di Prefetto del Pretorio fu assegnato da Gordiano stesso a Filippo ; nel corso del suo Impero Gordiano divenne anche genero di Timesiteo avendone sposato la figlia Tranquillina . Morto Timesiteo , Gordiano si trovo’ ancora diciottenne senza una guida sicura ed ancora ragazzo dimostro’ tutta la sua fragilita’ , dovuta all’ eta’ , in occasione dalla congiura mortale ordita da Filippo contro di lui . Questi i fatti riportati dalla fonte piu’ accreditata , ma ne esistono delle altre , come quella che vede Gordiano III morire nel 244 in battaglia contro i Persiani e seppellito a Circesio , oppure morire di malattia ; voci messe in giro da Filippo per coprire il gesto ripugnante di avere ucciso il giovane e amato Imperatore ; dunque il vero fatto dovrebbe avere avuto il seguente corso : Filippo eletto Prefetto del Pretorio inizio’ a trattare con arroganza Gordiano rinfacciandogli la sua giovane eta’ e la sua inesperienza , di questa arroganza Gordiano si lagno’ con i comandanti di Legione e con i soldati allo scopo di far revocare la carica di Prefetto a Filippo , cio’ indispetti’ ancor piu’ Filippo che prese una posizione piu’ netta e aperta contro Gordiano il quale vide che ormai quasi tutto l’ esercito era dalla parte di Filippo quindi chiese parita’ di autorita’ con Filippo , visto il diniego , chiese che fosse riconosciuto Cesare o di avere la carica di Prefetto , ma ebbe ancora risposta negativa ; Gordiano capendo che la sua vita era in pericolo chiese addirittura di rimanere al servizio di Filippo e a questa richiesta Filippo stava quasi per cedere , ma consigliato da altri partecipanti alla congiura perche’ sapevano quanto Gordiano era amato dal Popolo e Senato di Roma e ritenendo che prima o poi anche l’ esercito avrebbe potuto cambiare idea su Gordiano , ordino’ che gli togliessero davanti quel noioso postulante , inizialmente i soldati esitarono ad eseguire quel gesto orribile , ma alla fine spronati , lo uccisero . Cosi’ fini’ la vita di Gordiano III , morto assassinato a soli 19 anni , in questo modo empio e illegale Filippo fu eletto dall’ esercito , nuovo Imperatore . La notizia che giunse a Roma circa la morte di Gordiano , fu tramite una lettera di Filippo , probabilmente diversa dai fatti reali ed e’ quella descritta come Gordiano morto di malattia e che i soldati lo avevano eletto unanimi Imperatore . Gordiano era di carattere allegro , di bell’ aspetto , amabile e simpatico a tutti , gioviale e amante della letteratura , sarebbe diventato un’ ottimo Imperatore , gli manco’ solo l’ eta’ giusta per affrontare il gravoso incarico , fu cosi’ travolto da interessi ed intrighi piu’ grandi di lui . L’ unico complesso edilizio che ancora esiste a Roma costruito da Gordiano e’ la grande Villa sulla Via Prenestina di cui conserva il nome ; anche in questo caso scrissi un post in questa sezione . Stranamente anche per Gordiano , come una sorta di comunanza con Alessandro , non abbiamo tramandate monete dirette di consacrazione o divinizzazione , strano destino comune di questi due giovani Imperatori romani . Da quello che sappiamo Gordiano non ebbe neanche una sepoltura o cenotafio a Roma , anche se risulta raffigurato in qualche monumento , come in un sarcofago trovato ad Acilia , Roma . Sotto , foto del Sarcofago di Alessandro Severo con la madre Mamea , il Mausoleo Monte del Grano , Antoniniano di restituzione di Alessandro Severo , di Traiano Decio e due busti di Gordiano III1 punto
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Se si desidera una storia interessante ? Queste monete sono chiamati squame di pesce . Ci sono rari moneta " italiano " . Su di essa è scritto il nome di Oristotele . nome dell'autore di questa moneta - Aristotele Fioravanti https://it.wikipedia.org/wiki/Aristotele_Fioravanti1 punto
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Poi le denunce che fioccheranno da parte dei commercianti accusati di essere solo biechi speculatori le giriamo tutte a te? a questa condizione, si può fare :8): Tu sei qui da poco, ma periodicamente nel forum qualcuno ha la brillante idea di proporre "liste nere" dei commerciati da evitare (soprattutto ebay, ma non solo). Ipotesi impraticabile, sia perché, come giustamente notato da @@azaad, a fortissimo rischio di taroccamento, sia soprattutto per le conseguenze giuridiche (e penali) che una cosa del genere comporterebbe: non puoi accusare in pubblico (e il forum è un luogo pubblico) un commerciante che vive del suo lavoro di essere, in pratica, disonesto, invitando la gente a non comprare da lui, e sperare di passarla liscia. Se non puoi dimostrarlo al di là di ogni ragionevole dubbio, e quasi mai lo potrai, è diffamazione. Chiudo la discussione, che non ha nient'altro da dire. petronius1 punto
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@@miza Veramente bella ...mi vien da strapparla dal monitor, ancora complimenti.1 punto
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@@alessandro1970 Veramente bella, ...e se non sbaglio questa è in arg. 500/10001 punto
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