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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/07/16 in Risposte

  1. MERITO ET TEMPORE Motto riportato sul grosso da 3 soldi di Francesco II Sforza ( 1521 - 1535 ), zecca di Milano, sul nastro svolazzante sopra la scopetta. Riferito alle tematiche, centrali sia per i Visconti che per gli Sforza, del tempo e della giustizia. E' il tempo che darà ragione alla fine, che va oltre le prove di forza e di dominio e di potenza, il giudizio verrà comunque col tempo, lasciando spazio anche al fato e alla provvidenza.
    3 punti
  2. Buona giornata I motti e le legende inscritte nelle monete sono un valore aggiunto; a volte sono messaggi criptici, spesso sono motti che fanno parte del corredo araldico del signore che ha il diritto di zecca ed altrettanto spesso sono messaggi mutuati dalle Sacre Scritture per enfatizzare un determinato avvenimento. In ogni caso conferiscono alla moneta un ulteriore valore storico. Malauguratamente Venezia li ha usati pochissimo nella monetazione "ordinaria"; sono poche le monete che racchiudono in se un messaggio e quasi sempre si tratta di una generica dichiarazione di fede rivolta a Dio, alla Madonna, a San Marco e talvolta allo Stato ed alle sue magistrature, come ad esempio verso la giustizia. Motti e legende le troviamo, invece, nelle oselle, seppur solo in quelle emesse nell'ultimo secolo. Una eccezione c'è e riguarda le "Giustine" emesse dopo la vittoria navale di Lepanto ...... oltre alla relativa osella. Giacché oggi ricorre l'anniversario della battaglia di Lepanto, quale occasione migliore per postare l'una e l'altra dal momento che ricordano questo fondamentale avvenimento? Di seguito quindi l'osella e la moneta da 40 soldi con Santa Giustina con il motto "Memor ero tui Justina virgo" (Mi ricorderò di te vergine Giustina), dal momento che nel giorno della battaglia, dogando Alvise Mocenigo I°, il calendario ricordava questa Santa. Saluti luciano
    3 punti
  3. Mi fa piacere condividere in questa discussione anche queste 2 foto, il riassunto di una passione.
    3 punti
  4. Potrebbe essere un mezzo denaro di Leonardo Conte di Gorizia (1454-1500) ??? D/* LEONhARDVS / Scudo trinciato con il leone e le bande R/*COMES GORICI / Croce patente accantonata da 4 rosette a 5 petali CNI 26-31 Con la moneta in mano controlla le legende se può essere.
    2 punti
  5. questa è di peso basso, ma anche corrosa e circolata. Si dovrebbe quindi valutare anche lo stato di conservazione dei pezzi, nel discorso "pesi calanti" skuby
    2 punti
  6. L'ipotesi di lettura mi sembra molto affascinante. Mi permetto però di fare due osservazioni: 1) la faccia col nome della città è quella sbagliata. Fino all'epoca comunale sul conio di incudine c'è il nome dell'imperatore; 2) nella monetazione imperiale di Verona le sillabe legate sono VE e RO, mentre la sillaba slegata è NA. Comunque ripeto, l'ipotesi di lettura è suggestiva!
    2 punti
  7. Perché avrebbe dovuto farlo? Non è una provocazione, se leggi questa discussione, che risponde, credo, anche alla tua domanda sulle monete di più grosso modulo, vedrai che nei primi anni del XX secolo, la lira faceva aggio sull'oro, cioè 20 lire di carta valevano più di un marengo, conveniva tesaurizzare quelle: http://www.lamoneta.it/topic/136403-circolazione-grossi-moduli-doro-regno-ditalia/?page=1 Ma c'è anche un altro discorso da fare. L'oro, ha valore come bene rifugio nei momenti di crisi (crisi economiche, guerre, catastrofi naturali), ma il mondo (o meglio, l'Europa) ha conosciuto, dal 1870 (fine del conflitto franco-prussiano) al 1914 (scoppio della prima guerra mondiale), un periodo di pace lungo come se ne erano visti pochi in precedenza. Unito a uno sviluppo economico e a un progresso scientifico che hanno trasformato il mondo in quello che conosciamo oggi. E' negli anni che vanno dal 1870 al primo decennio del '900 che i paesi più avanzati si trasformano da società prevalentemente agricole a società prevalentemente industriali, nasce l'urbanizzazione, la gente lascia le campagne e i piccoli paesi per andare a lavorare nelle fabbriche delle grandi città, che diventano sempre più grandi e offrono sempre più servizi: nasce anche quello che oggi chiamiamo settore terziario. Anche l'Italietta umbertina, sebbene arranchi rispetto alle grandi potenze dell'epoca, vive un lungo periodo di pace e sviluppo. In tutto questo, il valore dell'oro sui mercati mondiali, rimane stabile per decenni, praticamente dalla fine della guerra civile americana al già ricordato scoppio della prima guerra mondiale. In queste condizioni, per un vero ricco, tesaurizzare monete d'oro non avrebbe avuto molto senso. A meno che fosse anche un collezionista, avrebbe piuttosto comprato gioielli, da sfoggiare e far sfoggiare ai suoi familiari, ma monete...perché? Se, nel 1870, avendo da investire 100.000 lire (cifra enorme all'epoca) avesse deciso di comprare 1.000 monete d'oro da 100 lire, che allora valevano tanto quanto l'oro contenuto, cioè 100 lire, non un centesimo di più, trent'anni dopo, al volgere del secolo, il suo capitale sarebbe stato sempre di 100.000 lire: non avrebbe perso, ma nemmeno guadagnato. Ma se avesse investito le sue 100.000 lire in immobili, terreni, titoli azionari, attività industriali o commerciali, trent'anni dopo, sapendoci fare (questo è ovvio), si sarebbe ritrovato con un capitale raddoppiato, triplicato, e forse più Nel periodo preso in esame, la gente aveva fiducia nel futuro, credeva nelle "magnifiche sorti e progressive" dell'umanità (Giacomo Leopardi, ma lui, in realtà, non ci credeva ). Dunque, perché un ricco, sicuramente fiducioso nel futuro (soprattutto perché ricco), avrebbe dovuto immobilizzare capitali in un investimento che, decenni dopo, se anche non avesse creato una perdita, non avrebbe fruttato nemmeno un guadagno? I veri ricchi, non avevano bisogno dell'oro come "bene rifugio", facevano circolare i capitali e diventavano ancora più ricchi Al massimo, erano quelli del "ceto medio" che, come spiegato anche nella discussione segnalata, sentivano il bisogno di metter da parte qualche monetina per i tempi grami. petronius
    2 punti
  8. Io non so se noi abbiamo ancora voglia di metterci in gioco, se abbiamo ancora voglia di divertirci insieme divulgando e incuriosendo, se abbiamo ancora voglia di fare mente locale e riflettere su una moneta e su quello che c'è scritto ma se la risposta è si, questa è la vostra discussione. Sarebbe piaciuta ne sono sicuro a Mario Traina ma non solo...si tratta di leggere nelle nostre monete i motti, le leggende e riportare cosa raccontano, cosa significano, la loro simbolicità, difficile ? Non credo e quante ce ne sono tenendo conto di tutte le monete italiane ma anche estere perchè no e di tutte le sezioni speciali. Discussione generalista che abbraccia tutti, ma veramente tutti, ma per una volta vorrei uno sforzo speciale, veneziani, savoiardi, napoletani, papali, estere, vediamole, leggiamole, divulghiamole, riproviamoci come fu spesso in passato, ma uno sforzo comune poi ci vuole.... Cerco di dare l'esempio, è ovvio che se postate anche la moneta è meglio, se no raccontatela lo stesso, l'importante è esprimersi e credo tutti possano farlo... ET PATET ET FAVET siamo a Livorno col tollero del Porto, fantastica moneta italiana per la sua iconografia e per il messaggio che porta. Può essere interpretato come il Fanale che mostrandosi favorisce, come il Porto che fa di se bella mostra e favorisce, come buona guida per i naviganti, come auspicio per i lunghi viaggi e i commerci nel Levante, come ausilio e porto sicuro alle navi. In questo caso decisamente raffigurazione e motto si integrano in un tutt'uno con una evidenza simbolica unica e incredibile... Forza e crediamoci... ( NAC 30 )
    1 punto
  9. Ciao a tutti, Nella mia collezione tipologica di valute mondiali (ossia monete da 1 dollaro, 1 marco, 1 peseta, 1 franco etc etc) mi è sembrato simpatico e interessante inserire anche un qualcosa che rappresentasse la valuta antesignana dell' EURO ossia l' ECU (European Currency Unit). A molti, magari più giovani, questa sigla potrebbe non dire niente ad altri potrebbe far correre un brivido sulla schiena visti i "famigerati" mutui in ECU che erano agganciati a questa moneta di conto (a tasso piuttosto variabile quindi) rimane il fatto che l'introduzione dell'ECU gettò le basi per lo sviluppo della valuta comune europea. Ufficialmente però l'ECU non fu mai una moneta coniata ma solo una moneta di conto, tuttavia ho trovato queste due belle medaglie di grosso modulo (41 mm e 34 g. di peso) coniate ufficialmente dalla Zecca di Parigi nell'ambito di una serie annuale e incise tutte da P. RODIER che mi sono sembrate molto rappresentative del concetto "ECU". La prima è del 1988 e rappresenta tutte le 10 valute che in quel preciso momento facevano parte del paniere ECU e al centro i due Paesi che vi si apprestavano ad entrare ossia Spagna e Portogallo. Quella del 1989 invece raffigura le 12 valute che hanno costituito il paniere finale. (Da notare che rispetto all'ECU poi alla fine nell'Euro non aderirono nè UK nè Danimarca) Per maggiori informazioni: https://it.wikipedia.org/wiki/Unità_di_conto_europea Saluti Simone
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  10. Segnalo a seguito della collaborazione tra la NIP e il Giornale della Numismatica la messa on line sullo stesso degli interventi del recente Convegno di Milano della NIP, il primo articolo è di Antonio Rimoldi dal titolo " Le coniazioni Pontificie per i primi Giubilei ( 1300 e 1350 ), buona lettura http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=10648
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  11. La mia collezione di due denari aumenta Due Denari 1744 Carlo Emanuele III
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  12. A me sembra il tipo Vr36 del Rizzolli - Pigozzo. In caso il periodo di coniazione riportato è 1327-1375. Attendi però pareri da esperti di queste monete... Antonio
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  13. Ecco invece una moneta con conservazione molto alta che mostra uniformità tra il rilievo della "A" e della "S". Tuttavia in tutte le monete da me viste sul web non ho trovato un caso di "A" più consunta della "S" mentre il contrario sembra decisamente usuale
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  14. Sulla diversa evidenza della "A" e della "S" pubblico a titolo di esempio 6 monete estrapolate da acsearch:
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  15. Bellissimo. So che comprare adesso
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  16. Gianfranco Con le cmk riportate la moneta ospite potrebbe essere in effetti individuabile con un asse di Augusto. La cmk 495 Helmet fu applicata più tardivamente rispetto alla cmk 602 TICA/TICAE (presente in entrambi i lati della moneta) . Tale cmk è esclusiva dell'area mesica ed è descritta nella citata opera di R.Martini. La Cmk si presenta quasi sempre accoppiata con AVG (come da te indicato). L'attribuzione TI(berius) CAE(sar) è attribuibile sia a Tiberio che a Claudio, oggi si è orientati a considerala maggiormente attribuibile a quest'ultimo. Dato che la cmk rappresenta un elmetto potrebbe essere attribuibile alla città di Mesembria (Tracia) sul Mar Nero ( by Robert , Hellenica vol 7 pag 239) e quindi le due cmk potrebbero essere originarie di quell'area. Sull'ultima CMK (delfino?) francamente non riesco a vederla e identificarla con chiarezza dalla foto e pertanto non mi sento di ipotizzare. nulla anche perché rappresenterebbe un accoppiamento abbastanza inusuale con le cmk precedenti. Solo per informazione i regni del Bosforo contromarcavano con un delfino in cartiglio rettangolare..... buona serata ps i riferimenti del cmk sono dell'Howgego
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  17. Ciao Epperò .... è un dettaglio sul quale non ho mai badato! Se così fosse, credo, non si potrebbe attribuire ad una consunzione dovuta alla circolazione. La moneta passa di mano in mano e viene a contatto con altri materiali in maniera molto casuale, non è che la si prendeva tra le mani sempre in un dato punto..... Evidentemente quel punto della moneta aveva minor rilievo. luciano
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  18. @gianvi hai provato a sentire il suono del tari del 58?vedrai che sarà diverso da quello di un tari originale... eventualmente puoi provare anche con quello del 50...
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  19. Da una ricerca sul web ho notato una una particolarità sui talleri del II tipo di Alvise Mocenigo: Tra le 2 iniziali "A" ed "S" dell'incisore, la "S" risulta sempre molto più consumata rispetto alla "A" e nella maggior parte dei casi risulta addirittura non visibile come nella mia moneta. Questa caratteristica si riscontra anche in monete con buona conservazione.
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  20. L’attribuzione del mio bronzo non è di Galerio come pensavo inizialmente ma di Massimiano, in quanto, dopo una pulizia molto soft, ho visto che la legenda al diritto comincia con IMP e non con GAL. Questo è un esemplare leggibile. 2.42 g, 20.2-21.8 mm, d(8.8 g/cm³) 0.8 mm, 6:00 o'clock VF Bearded head of Maximianus wearing radiate crown right; IMP C M A MAXIMIANUS P F AVG clockwise around; border of dots. Emperor standing right in military attire receiving small Victoria on globe from Jupiter, standing left, left arm resting on long sceptre; CONCORDIA MIL / ITVM clockwise around; officina mark KA in lower field; border of dots. Roman Imperial Coinage (RIC) VI Cyzicus 15b. Ex Hubert Lanz, 19.9.2015. Notare che tra i parametri fisici il collezionista dà anche la densità oltre a peso, diametro, spessore e asse di coniazione. E per un bronzo non certo raro e costoso. Chissà se ciò diverrà mai prassi per chi di professione commercia in monete antiche, specie quando si tratta di monete d'argento, d'oro o di elettro.
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  21. Ciao @King John, certamente le foto "possono" ingannare. In questo caso della dracma di Velia sarà stata la stessa foto, impostata con luminosità diverse. La prima fa vedere più dettagli e si presta ad osservarla con più attenzione.La seconda .....sblavidita , non permette di osservare i dettagli con nitidezza. Con ciò , se le foto sono in AD e professionali ( come su di alcuni cataloghi d'aste) si può benissimo analizzare , comparare, se ci sono elementi da far dubitare . Certamente una visione dal vivo (quando e possibile) e determinante.
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  22. Anche io avevo questo problema.. innanzitutto prima di scattare non metterla troppo vicino... poi sempre prima di scattare metti a fuoco schiacciando sul quadro e Metti Il timer cosi Eviti Troppe vibrazioni... prima di caricarla sul forum prova ha ingrandire la foto sul telefono.. se perde definizione già sul telefono scartala È inutile pubblicarla.. Purtroppo avendo tutto in mano anche a me vengono sfocate.. però su più foto una buona metà viene bene.. devi fare più scatti e scegliere quelli buoni..
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  23. Ciao la moneta è una bella moneta e sempre secondo il mio parere originale con una bella patina e non troppo comune, il tipo al retro rappresenta la vittoria che incorona Traiano adesso non riesco ad andare a cercare i riferimenti, l'unica cosa è, che al giorno d'oggi comprare una moneta da privati con le leggi odierne è sempre un' azzardo. Silvio
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  24. Non dimenticare che l'oricalco è giallo..
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  25. Quoto quello che ti ha scritto Sandokan, solo per conoscenza ne avevano venduta una uguale alla tua su Delcampe a 80 euro, a mio parere 50 euro li vale tutti.
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  26. Visto che ne stiamo parlando direi di postare una foto!
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  27. A quanto mi risulta la testa radiata (a parte gli antoniniani, coniati da Caracalla in poi), è presente solo sui dupondi, ma non sugli assi. Naturalmente è essenziale conoscere peso e diametro (gli assi pesano intorno ai 10 grammi, mentre i dupondi si aggirano sui 13 grammi). Inoltre ci si deve armare di santa pazienza per decifrare bene le diciture presenti sia al dritto che al rovescio, la figura dell'imperatore (volto a destra o sinistra, laureato o no, drappeggiato o corazzato, ecc.), e ciò che si vede sul rovescio (figure allegoriche, scritte sul campo, ecc.). Tutto ciò serve a definire l'anno di regno dell'imperatore e di emissione della moneta. Il RIC & C. servono bene allo scopo, ma dopo avere almeno alcuni di questi dati, e poi serve parecchia esperienza che viene nel tempo. Ciao
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  28. Trovata sabato scorso in una scatola da scarpe al Convegno di Roma Pio XI: Medaglia straordinario per la beatificazione di S. G. Bosco 1929
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  29. Buona la conservazione, grazie per averla postata in catalogo
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  30. Sono händelheller di Schwäbisch Hall. Se ne parla in una recente discussione proprio in questa sezione.
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  31. Ciao @thewhitefly.. la differenza tra dupondio ed asse riguarda il peso e il materiale utilizzato..i dupondi sono più pesanti, in oricalco e, spesso ma non sempre, l'Imperatore è radiato..Nel caso di Nerone, ad esempio, c'è il numerale II e l'Imperatore laureato.. L'identificazione è giusta..bella monetina, peccato per il taglio.. Saluti Eliodoro
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  32. DE GREGE EPICURI @legioprimigenia: per Costantinopoli la sigla dell'officina segue la zecca (CONSP) mentre per Arelate la precede sempre (PCONST), come del resto faceva prima che si chiamasse "Costantina" (era PARL, SARL ecc.)
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  33. Di Paul-Francis Jacquier ho trovato: SALONINUS, Augustus ca. Juli-August 260 441 Antoninian, Köln, Juli/August 260. IMP SALON VALERIANVS AVG. Drap. Panzerbüste des Saloninus mit Stkr. rechts. Rv/ SPES PV–BLICA. Spes mit Blüte in der ausgestreckten Rechten n. links schreitend, mit der Linken ihr Gewand anhebend. C 94. RIC 14. Elmer 108. MIR 917. Shiel, ANSMN 24, 1979, S.117-122, Taf. 30, 9ff. 3,11 g. Von großer Seltenheit! Sehr schön 1 000.- Potrebbe essere?
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  34. Entro fine anno pubblicherò uno studio che esamina tutte le legende presenti sulla monete borboniche napoletane, con relativa traduzione. Vi terrò aggiornati.
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  35. buongiorno, tra il 1960 e 1971 sono stati riconiati molti pezzi datati 1959 in questo link le info che potrebbero interessare http://en.numista.com/catalogue/pieces15037.html
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  36. Grazie @ZuoloNomismaper la collaborazione e partecipazione, speriamo che altri si aggreghino perché ha tutto questa discussione per diventare rappresentativa, speriamo.... Ma a volte anche una scritta con un nome e una data può dire....può dire molto.... MARIAE THERESIAE - 21 IAN 1741 Cosa rappresentano ? E' la data spiegata nella scritta della moneta in cui Maria Teresa d'Asburgo fu dichiarata duchessa di Milano. Quel giorno il governatore Otto Ferdinando entrò in Milano per ricevere per conto dell'Imperatrice il giuramento di fedeltà e le chiavi di Milano. Giornata solenne quindi anche per Milano stessa durante la quale furono gettati al popolo 8.000 monete coniate per l'occasione in argento divise tra lire e mezze lire, dette poi del Giuramento. Furono pezzi che poi circolarono normalmente per molti anni e avevano il valore rispettivamente di soldi 20 e soldi 10. Anche una lunga scritta raccontava quindi....
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  37. Tra le tantissime monete che possono essere oggetto di questa bella discussione, non poteva mancare questa, a mio modesto avviso uno dei testoni più belli mai coniato. Qui non c'è solo il motto, ma anche tutta la straordinaria iconografia del R/ carica di significati. Il testone per Ferrara a nome di Alfonso I d’Este: nato nel 1476 e morto nel 1534, fu duca di Ferrara, Modena e Reggio dal 1505 (Hess Divo AG) “DE FORTI DVLCEDO” si legge sul rovescio dove campeggia Sansone elmato con in mano la testa di un leone da cui fuoriescono api, davanti un ceppo con un serpente; al dritto, il busto barbuto o imberbe del signore di Ferrara. La legenda, ci ricorda Mario Traina ne “Il linguaggio delle monete”, è tratta dal “Libro dei giudici” (14,14) ove si legge “De comedente exivit cibus, et de forti egressa est dulcedo” (“Dal divoratore è venuto il cibo, dal forte il dolce”). Si tratta, per l’esattezza, dell’enigma proposto da Sansone ai Filistei dopo aver visto uscire dalla testa di un leone, che aveva ucciso, uno sciame di api e dopo averne mangiato il miele. “Le api e l’alveare (un tronco posato sul fuoco accostato da martelli e asce intrecciati a un serpente) sono un’impresa estense accompagnata dal motto PRO BONO MALVM, illustrata nell’edizione ferrarese dell’‘Orlando Furioso’ del 1516. Secondo Ravegnani Morosini nella figura elmata si deve raffigurare lo stesso Alfonso per cui si può pensare ad un’analogia tra Sansone e il duca di Ferrara che, trovato lo Stato afflitto da grande carestia, fece venire in gran copia del frumento dalla Puglia per alleviare la fame dei sudditi. Lorenzo Bellesia richiama l’attenzione sul serpente, che rappresenterebbe la desolazione portata dalla carestia e alleviata dallo sciame di api, simbolo di abbondanza e laboriosità. Bellesia avanza tre interpretazioni: 1) il duca come Sansone avrebbe ucciso il leone, allegoria del papa Giulio II, il cui stemma era un albero di rovere (il ceppo tagliato alla base, come appare sulla moneta, intrecciato al serpente simbolo di perfidia). Le api guidate dal duca (che indica con la mano il ceppo) riportano pace e abbondanza nell’albero della famiglia della Rovere e in tutta la Chiesa: 2) la testa del leone potrebbe rappresentare Venezia da cui esce l’abbondanza: solo dalla sconfitta di Venezia potrà esserci pace e prosperità; il ceppo invece indicherebbe l’Italia o Ferrara devastate dalla guerra mentre nel serpente si dovrebbero vedere i Francesi o papa Giulio II. Le api devono annientare il serpente e ridare prosperità al paese. In questo caso sarebbe la pace e non la dolcezza a venire dal duca; 3) Alfonso appena succeduto al padre fu prodigo di elargizioni ad amici e servitori, diminuì le gabelle e i tributi, graziò molti condannati: l’impresa esalterebbe quindi la forza e insieme la liberalità del duca. Tratto da "Il giornale della Numismatica" a firma di R. Ganganelli Michele
    1 punto
  38. DONVM DEI Siamo alla parpagliola di Filippo II a Milano, anno esattamente il 1593, vediamo al rovescio un grosso covone di spighe di grano. La leggenda specifica DONVM DEI, la raffigurazione unita alla leggenda ci portano al messaggio verso la popolazione che utilizzava queste monete povere, correnti, un messaggio di speranza, di augurio, di avere quell'anno un buon raccolto per superare il difficilissimo momento della carestia che c'era e incombeva. La moneta anche in questo caso, non potendo comunicare in altro modo all'epoca, diventava tramite col popolo col messaggio che le Autorità volevano diffondere tramite la stessa.
    1 punto
  39. Questo è un chiaro esempio dove la moneta diventava veicolo importante e messaggero degli eventi.. REGNO DI NAPOLI Piastra 1791. AR, gr. 27,25 – ø 42,3 mm. D/ FERDINANDVS IV. ET MARIA CAROLINA, busti accollati, corazzati, e con la parrucca in capo, volti a destra dei sovrani, sotto al busto D P (Domenico Perger, maestro incisore). – R/ PRO FAVSTO PP REDITV V. S. , il Sebeto e Partenope volti di fronte in atto sacrificale, sullo sfondo il Vesuvio con fumata, a destra di Partenope A.P. (Antonio Planelli, maestro di zecca) sotto M. (Raffaele Mannara, maestro di prova), all’esergo 1791. – T/ cordonato in rilievo. CNI 209. Pannuti Riccio 60 (R). Cagiati 25. Davenport 1407. Nel mese di agosto del 1790 Ferdinando IV e la consorte Maria Carolina accompagnano le figlie Maria Teresa e Maria Luisa a Vienna andate in sposa a Napoli per procura con i figli del Gran Duca Leopoldo, gli Arciduchi d’Austria Francesco e Ferdinando. Maria Teresa diventerà Imperatrice d’Austria e Maria Luisa Amalia Gran Duchessa di Toscana La traduzione della leggenda al rovescio "Voti Assolti per il Felice Ritorno dei Sovrani." ne celebra il ritorno a Napoli dei regnanti. Don Basile appaltatore per la moneta di argento e di rame fece preparare a sue spese i conii. Antonio Planelli presentò i primi saggi a Novembre chiedendo l’autorizzazione a proseguire la coniazione. A Ferdinando IV non piacquero e ne fece sospendere la coniazione ma non fece ritirare quanto già coniato. In tutto furono coniate solo 9.476 pezzi. Per tipologia unica e dai rilievi marcati è una delle monete di Ferdinando IV maggiormente ricercate. Eros
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  40. Ne posto una semplice ma per me affascinante.............Carlino 1577 Filippo II Zecca di Napoli FIDEI DEFENSOR
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  41. Pur non essendo la mia monetazione e il mio ambito di collezionismo, questa moneta par la sua straordinaria iconografia e per il significato del suo motto al R/ mi ha sempre affascinato moltissimo: Pezza della Rosa del 1718, a nome di Cosimo III dé Medici GRATIA OBVIA VLTIO QVAESITA “La benevolenza [è] spontanea, la punizione [è] ricercata”. “Con questa impresa (il motto venne ideato dal bibliotecario di corte Francesco Rondinelli, 1589-1655) – scrive Traina – Ferdinando II de’ Medici (1610-1670) lanciò un messaggio ai suoi nemici: come la rosa, nonostante la sua grazia e bellezza (GRATIA OBVIA), ha le spine che la proteggono contro chi vuole rovinarla (VLTIO QVAESITA), così il granduca, pur essendo di animo buono, non avrebbe esitato a rintuzzare qualsiasi offesa. Questo, secondo il Galeotti; altri, con minor fondamento, riferiscono il motto alla città di Livorno”. Michele
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  42. Ottimo lavoro complimenti per l'idea e l'inventiva, depositala che qualche produttore te la frega.
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  43. Clemente XI, grosso per Roma, 1710 DATE ET DABI:TVR Citazione dal Vangelo di Luca, 6:38 Date et dabitur vobis mensuram bonam confersam et coagitatam et supereffluentem dabunt in sinum vestrum eadem quippe mensura qua mensi fueritis remetietur vobis. "Date e vi sarà dato, vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante, perché con la misura con cui misurate sarà misurato a voi" petronius
    1 punto
  44. Aggiungo una papale... Clemente VII, mezzo giulio, Piacenza: REGNANS APERIT CLAVDIT Durante il suo regno aprì e chiuse La frase si riferisce a Clemente VII ed al Giubileo (1525) che fu aperto e chiuso durante il suo pontificato. E' proprio questa legenda che permette di datare con sicurezza e precisione la moneta, datazione che venne proposta per la prima volta da Francesco Muntoni nel suo "Le monete dei Papi e degli Stati Pontifici". Precedentemente la tipologia, che come possiamo notare non riporta il nome del Papa, era stata considerata come anonima attribuita ad Adriano VI (1522 - 1523). Al rovescio troviamo l'indicazione della zecca, con un bel rimando all'origine di colonia romana della città, PLACENTIA ROMANOR COLONA e una bella lupa a dominare il campo.
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  45. Dopo 10 anni di cambiamenti di archiviazione e conservazione della mia collezione, ecco la soluzione SPERO definitiva... cosa ne pensate?? Se vi dovesse piacere l'idea vi spiegherò volentieri come ho fatto...
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  46. Da una ricerca nella rete Burkhard von Ellerbach 1373-1404 nella mano una "D" riferimenti: Steinhilber 149 Nürnberg Anonime del XIII/XIV secolo lettera "N" a sx della mano riferimenti:Erlanger 94 Schwäbisch Hall Anonime del XIV secolo solo la mano con legenda riferimenti: Saurma 1364 Schwäbisch Hall Anonime del XIV/XV secolo solo la mano riferimenti: Saurma 1365,
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  47. Omaggio dell'Università di Bologna per il viaggio di Pio IX nelle province . Fondi quasi speculari su patina bluastra
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  48. Premio per i Benemerenti della confraternita di San Giuseppe
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  49. Arrivato quest'oggi !! Altro penny di Edward I zecca di Lincoln ..Non bello quanto quello di Vlad ma, ancora apprezzabile con una delicata patina .. Dovrebbe essere un classe IIId ....
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  50. @@UmbertoI Ciao,scusami ma credo che chi scrive sul gigante non sia proprio il primo arrivato,lo conosciamo tutti e sappiamo quant'è preparato
    1 punto
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