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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/20/16 in Risposte
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Dopo un'assenza prolungata da lamoneta entro e vedo una tessera misteriosa che fa parte di una piccola serie di cui si conoscono pochissimi esemplari. Non so neppure se italiana o francese. Banti ne ha pubblicate tre, una con lo scorpione, un'altra col giglio e la terza con un leone. Non sono tessere mercantili, forse gettoni di conto o tessere d'altro tipo. Per ora ho l'immagine di quella con lo scorpione. Attorno alla lettera nel campo A la legenda è IVSTITIA. Quella attorno allo scopione non l'ho ancora decifrata. Nei prossimi giorni allego le altre. Dimenticavo, un'altra con scorpione è nel Medagliere Milanese. saluti Pozleo12 punti
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NON SIBI SED ALIIS Non per sé ma per gli altri Roma, Innocenzo XII, Mezza Piastra 1693 Anno III Al rovescio un pellicano si squarcia il petto per alimentare i suoi piccoli. Un tempo si riteneva erroneamente che il pellicano avesse la capacità di nutrire o addirittura di risuscitare i suoi piccoli nutrendoli col proprio sangue. Per questo nella simbologia cristiana è stato spesso accostato allo stesso Cristo, in quanto segno di Colui che offre la propria vita per la salvezza di quelli che sono stati da Lui generati. Nella teologia medievale il pellicano rappresenta più esattamente Gesù che si lascia inchiodare alla croce, donando il suo sangue per la redenzione dell'umanità. Anche nella Divina Commedia c'è un accostamento tra Gesù e tale palmipede: Dante, nel canto XXV del Paradiso (v. 112-114), parlando di Giovanni che nell'ultima cena poggia il capo sul petto di Gesù, scrive: Questi è colui che giacque sopra il petto del nostro pellicano, e questi fue di su la croce al grande officio eletto riferendosi, in quest'ultimo verso all'incarico che Cristo, dalla croce, assegna a Giovanni di prendere Maria come sua madre. L'immagine è tratta dal catalogo dell'Asta Nomisma 39 (2009).4 punti
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Confesso che non comprendo appieno la sconfessione di Vigno a proposito della testimonianza di Dione Cassio. Come in tutti i campi, bisogna documentarsi bene prima di fare delle sparate... Dione Cassio, come avevo già scitto in un post nella pagina precedente, è vissuto in epoca ben posteriore rispetto al tempo di Bruto, ma era un senatore romano (di stirpe greca) e impiegò citca 22 anni a scrivere la sua storia romana, concludendola al tempo dell'imperatore Alessandro Severo, e i critici moderni sono concordi che egli aveva avuto accesso a molte fonti d'epoca nei muniti archivi imperiali, Non era bravo come il suo modello Tucidide, ma è ritenuto essere uno storico abbastanza attendibile, anche se mostra talvolta alcune piccole discrepanze ad esempio con Appiano quando tratta su argomenti dello stesso periodo storico. Resta il fatto che all'inizio del III secolo d.C. cita esplicitamente un denario con effige di Bruto e con i pugnali e il berretto.... E il suo libro 47 narra le vicende di Bruto e della battaglia di Filippi con notevole dovizia di particolari, dimostrando che aveva buone fonti su questi eventi storici (e questo non lo dico io, ma gli storici moderni che pure avranno fatto la loro analisi critica). Nelle mie ricerche ho avuto altre informazioni, fra cui il fatto, purtroppo senza alcuna prova, che negli ultimi venti anni i tombaroli greci avevano rinvenuto diversi esemplari di Bruto al sud di Filippi e nei pressi della stessa lunga via Egnatia, che era servita alle truppe di M. Antonio e Ottaviano per avvicinarsi da ovest verso Filippi, mentre Bruto vi era giunto provenendo da est e aveva il suo campo poco a nord della cittadina, sulle prime alture e quindi in posizione migliore. Bisogna tenere presente che la battaglia si svolse a circa 2,5 km a sud di Filippi, su una pianura che era allora molto paludosa. Adesso la pianura è drenata ed è molto fertile, ma l'area è molto ampia e a poca profondità il terreno è molto umido. Sembra che vi siano stati trovati denari, spesso con marcate ossidazioni, naturalmente senza avvertire le locali autorità. Grazie a un amico inglese, sono riuscito da poco ad avere la traduzione in inglese del testo di Cahn (sempre meglio del tedesco !). Se vi interessa, posso scansionarla e postare. Nel frattempo ho avuto nuove informazioni sull'esemplare trovato in Inghilterra. Quella moneta fu portata al British Museum per essere esaminata e valutata. E' stata poi sottoposta ad accurata pulizia e il restauratore del British Museum, una persona molto esperta, ha potuto verificare che lo strato di ossidazione era originale o almeno antico (e conosce bene le tecniche per riconoscere le ossidazioni e patine artificiali). A suo giudizio la moneta appare originale, almeno come tondello,ma il British Museum ha giudicato non indispensabile il suo acquisto, sia perché possiede diversi denari di Bruto (anche alcuni considerati falsi) sia per il modesto stato di conservazione e quindi ha disposto la restituzione della moneta allo scopritore, che poi si è affrettato a metterla in vendita tramite asta Spink. Per l'aureo posso solo dire che quello col buco (era della famosa collezione Biaggi e proveniva dalla Grecia), ora in deposito al British Museum, è stato a lungo esaminato. Non sono stati trovati elementi sospetti e il buco è risultato essere effettuato in antico. Quindi il giudizio attuale propende per la sua autenticità. Ho scoperto che esiste un altro aureo, il terzo considerato autentico, coniato con una stessa coppia di conii usata per denari, presente da diversi anni in una collezione privata svizzera. Ho le sue foto ad alta definizione ed effettivamente appare autentico. Non deve sorprendere l'esistenza di rari aurei in tale periodo. Ad esempio sono noti aurei di Q. Cornuficio, alcuni di attestata origine, come due (uno a Vienna e uno a Parigi) che erano presenti nel leggendario tesoro di Brescello del 1714. Esso conteneva circa 80.000 aurei della tarda repubblica. Peccato che nella quasi totalità furono rifusi a Venezia e solo pochi esemplari confluirono in collezioni d'epoca come quella di Tiepolo e da lì in collezioni museali..... Almeno sembra attestato che nel tesoro di Brescello non c'erano aurei di Bruto con EID MAR....4 punti
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Salve a tutti. Oggi mi andava di riprendere questa discussione un po' datata (fortunatamente non molto) per riproporre questo interessante argomento: Partiamo dalla moneta in oggetto. Come avrete intuito si tratta della piastra comunemente denominata Fecunditas per via della legenda che ne caratterizza il rovescio, emessa da Ferdinando IV di Borbone per celebrare la nascita della sua primogenita. Al D/ FERDINANDVS REX MARIA CAROLINA REGINA. Busti accollati dei Sovrani volti a destra. Ai lati, C-C e, sotto, NEAP. MDCCLXXII. Al R/ FECVNDITAS. Figura della maternità in trono a sinistra (alcuni vi vedono il ritratto della Regina che tiene in braccio la neonata), dietro, a terra, una cornucopia. Sullo sfondo, il paesaggio è caratterizzato dalla veduta del Golfo di Napoli, con la personificazione del Sebeto, il Vesuvio fumante e un vascello alla fonda nelle acque del Golfo. Ai lati della figura, BP - R e, in esergo, M. THERESIA NATA//NON. IVNI (con l'ultima I di dimensioni maggiori). T/ Treccia in rilievo. Sigle: CC = Cesare Coppola, Maestro di Zecca dal 1759 (con Carlo di Borbone) al 19 maggio 1790. BP = Bernardo Perger, Incisore istriano in attività a Napoli dal 1768 (in sostituzione di Ferdinando Adovasio) al 5 ottobre 1786. R = Giovanni Russo, Maestro di Prova dal 1747 (con Carlo di Borbone) al 1775. Riferimenti bibliografici: Pannuti - Riccio, p. 234, n° 47 (variante rara con data orizzontale al D/: n° 47a); CNI XX, p. 576, n° 90. Fig. 1: Un esemplare, a titolo d'esempio, di piastra a legenda Fecunditas. Immagine tratta dal web. Come si evince dalla data sotto i busti dei Sovrani al diritto, la moneta fu battuta nel 1772 e, come ci dice il rovescio, per ricordare la nascita della primogenita dell'augusta coppia: Maria Teresa Carolina Giuseppina di Borbone. Il fausto evento si colloca cronologicamente al 6 giugno 1772. La bambina venne così chiamata in onore dell'Imperatrice Maria Teresa, sua nonna materna. Nonostante il lieto accadimento fosse stato celebrato con notevole giubilo a Napoli, esso non garantì, come da contratto matrimoniale, l'ingresso della Regina Maria Carolina, moglie del Re Ferdinando IV, nel Consiglio di Stato: tale avvenimento dovette registrarsi solo successivamente, per la nascita di un erede maschio. Nel 1790, il 15 agosto, la Principessa venne data in sposa all'Arciduca d'Austria, suo cugino Francesco Giuseppe d'Asburgo-Lorena (1768-1835), il quale divenne successivamente Imperatore del Sacro Romano Impero con il nome di Francesco II (1792) e quindi Imperatore d'Austria con il nome di Francesco I (1804). La Nostra fu dunque, insieme al marito, l'ultima Imperatrice del Sacro Romano Impero e di lì a poco la prima Imperatrice d'Austria. La regnante borbonica viene descritta dalle fonti con una personalità affabile e allegra, che amava le feste di corte, ma senza distrarsi dalla politica del suo nuovo Paese: infatti, ebbe una discreta influenza sulle scelte politiche di suo marito, soprattutto per quel che riguardava i rapporti con gli Stati esteri. Il suo più grande successo in questo senso fu l'aver cagionato la partecipazione dell'Austria alla guerra contro la Francia di Napoleone Bonaparte. Maria Teresa fu anche accorta protettrice di artisti: particolare attenzione ricoprì la musica. Per lei lavorò, tra gli altri, il celebre compositore austriaco Franz Joseph Haydn (1732 - 1809), uno dei più grandi musicisti del XVIII secolo. Passando nuovamente alla piastra napoletana che ci interessa così da vicino, la questione che vado qui a riprendere si fonda essenzialmente su di un interrogativo epigrafico: al rovescio, all'esergo, compare la legenda M. THERESIA NATA//NON. IVNI con l'ultima lettera di dimensioni molto più grandi rispetto alle altre. Per quale motivo si registra questa particolarità? Ebbene, questa legenda specifica nel dettaglio la data di nascita della Principessa: le none di giugno, nel calendario romano, cadevano il 5 del mese, in questo caso giugno. La forma epigrafica di IVNI si ritrova anche in altre epigrafi di diverso genere. Mi viene subito in mente quella presente sul sepolcro di Niccolò Machiavelli (fig. 2), a Firenze, che recita: TANTO NOMINI NVLLVM PAR ELOGIVM//NICOLAVS MACHIAVELLI//OBIT AN. A.P.V. MDXXVII. Quindi, ho notato che in luogo del latino OBIIT (3° pers. sing. perfetto indicativo attivo del verbo obeo) viene scritto, in questo epitaffio, OBIT. Allora credo che sia successo similmente anche sulla piastra detta Fecunditas: la lettera I di dimensioni maggiori rispetto al resto della legenda indica in forma epigrafica il raddoppiamento della medesima e dunque si avrà: iunii. La legenda sull'esergo della piastra viene letta quindi M. THERESIA NATA//NON. IVNII, risolvendo così il quesito di questa "strana" lettera che era rimasto insoluto da così tanto tempo. Naturalmente, come sempre alla fine di ogni mio post, invito tutti gli interessati a partecipare attivamente al dibattito, così da far risultare al meglio tutti i nostri punti di vista. Fig. 2: Sepolcro fiorentino di Machiavelli: da notare, nell'epitaffio, la particolare forma OBIT che ha poi consentito di risolvere l'"enigma" numismatico della legenda IVNI.3 punti
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Ottimi esemplari @grigioviola ! Sul tema della Britannia post-romana segnalo i testi del Venerabile Beda, monaco vissuto in Inghilterra tra il 673 e il 735 che scrisse opere in latino incentrate più che altro sulla cristianizzazione della Britannia. Ma soprattutto vi segnalo l' Historiae Regum Britanniae di Monmouth (1100-1155), un canonico che scrisse in onore di Roberto I Conte di Glouchester l'opera al fine di ripercorrere la storia dei Re Britanni. L'autore affermò di avere semplicemente usato come fonte storica un non meglio "testo antichissimo" gallese, traducendolo in latino. Il testo in realtà risulta molto... "fantasy" ma ancorato a cenni storici reali; per il periodo romano vi sono descritti più personaggi realmente esistiti ma stravolti sia nel nome che nelle reali vicende storiche o altri probabilmente inventati di sana pianta. Ad esempio il primo re è Bruto di Troia, figlio di Silvio e discendente di Enea, fondatore del Regno di Britannia(?) dopo varie vicende che lo allontanano dal Lazio. Viene menzionato Lucio, primo Re cristiano di Bretagna (?). Ma vi sono vicende che sembrano aver radici storiche. Ad esempio Arvirargo (figlio di Cymbelin) re locale al momento della conquista claudiana dell'isola dapprima combatte contro l'Imperatore per vendicare la morte per mano romana del fratello Guiderio, quindi stipula una pace comportante il pagamento di tributi e il suo matrimonio con Genvissa, figlia di Claudio (?). Dopo ciò, Arvirargo diviene alleato dei Romani e li aiuta a giungere sino alle isole Orcadi. L'anno seguente, inamicatosi le altre tribù britanniche è costretto a sospendere il pagamento del tributo e Claudio invia un contingente guidato dal generale Vespasiano. Lo scontro tra i due eserciti porta ad una situazione di stallo, risolta dall'intervento di mediazione di Genvissa. Vespasiano rientra a Roma e dopo un anno Arvirargo muore, lasciando il trono al figlio Mario. La storia quindi riprende probabilmente in modo direi... delirante la vicenda di Caractacus (figlio di Cunobelin) e fratello di Togodumno che si oppose alla conquista romana da parte dei Romani. Un altro episodio è una variante dell' incursione dei galli a Roma nel 390 a.C. Il capo dei galli è il britanno Brennio, fratello del re di Britannia. Conquistò tutta la Gallia, entrò in Italia e mise a ferro e a fuoco Roma: i romani riscattarono la città con oro e argento e Brennio si ritirò. Ed eccoci a Giulio Cesare, il quale, dopo aver conquistato la Gallia, naviga lungo le coste settentrionali. Volto lo sguardo all' isola dei britanni chiese chi l' abitasse. Saputolo esclamò: Per Ercole, romani e britanni appartengono alla medesima stirpe, entrambi discendono dai troiani. Non voglio recare offesa all' antica nobiltà di Priamo versando sangue fraterno. Perciò chiede al re di Britannia, Cassibellauno, di sottomettersi pacificamente; ma Cassibellauno (che è un personaggio storico) s' indigna e, col valore e l' astuzia, mette in fuga Cesare, la cui spada magica resta in mano ai britanni. Poi diventa re Cumbelin (in quei giorni nasceva Gesù Cristo) e i romani conquistano succesivamente la Britannia (vedi sopra Arvirargo). Quindi Settimio Severo che aveva due figli: Geta nato da madre romana, e Bassiano figlio di una britanna. Alla morte di Settimio Severo i romani eleggono Geta, i britanni Bassiano. Si viene a uno scontro e vince Bassiano. Alla sua morte segue un periodo nero ma non del tutto per i cristiani di Britannia: tutti i fedeli furono trucidati affinché in fitta schiera e a gara si affrettassero a raggiungere gli ameni regni celesti, loro dimora naturale. Compare anche Costantino "primo imperatore cristiano dei Romani" che sicuramente lasciò un ricordo mitico nelle popolazioni isolane... a quel tempo a Roma regnava il dittatore Massenzio e molti romani avevano cercato rifugio in Britannia. Tutti costoro chiedevano a Costantino: "Fino a quando, o Costantino, sopporterai la nostra sciagura?" Questi si lasciò persuadere, marciò contro Roma e la conquistò. Arriva il 410 d.C. e i Romani devono abbandonare l' isola: c' è una straziante scena d' addio. Approfittando del vuoto di potere cominciano ad arrivare gruppetti di sassoni, molto ammirati per il loro aspetto fisico (erano stranieri di alta statura e di straordinaria bellezza). Il guaio è che a poco a poco di sassoni ne arrivano tanti e si comportano da conquistatori. Seguono battaglie furibonde. Ma il grande cambiamento, nel racconto, è che ora tutto si fa a forza di magia: anzi, su preghiera del vescovo di Lincoln, uomo di grande prudenza e religiosità, Quindi inizia una parte nella quale ha grande importanza ... Merlino!! Il quale profetizza: il drago bianco (i sassoni) sconfiggerà il drago rosso (i britanni). Ma per fortuna dopo vari scontri arriva Re Artù: sconfigge il drago bianco e sbarca sul continente per conquistarlo ma viene raggiunto dagli ambasciatori dell'Imperatore romano Lucio Tiberio che gli ordina di presentarsi a Roma a metà agosto dell' anno successivo: dovrà accettare dal Senato il castigo che ha meritato per essersi impadronito della Gallia romana. Per sua sfortuna (o fortuna) non riesce a farlo: la moglie, la regina Gahumana (Ginevra nelle versioni successive) viveva in esecrabile lussuria col nipote. Artù torna in Britannia, sconfigge il nipote, manda Gahumana in un convento e sparisce misteriosamente, ad Avalon. Corre l' anno 542. Tutto ciò per dire che le tradizioni antiche mutuate nel mito anche nel 1100 erano note ad alcuni (guarda caso, ribadisco, un monaco)... ma volete che nella tradizione orale popolare non fossero tramandati i ricordi di un passato mitico e glorioso sottoforma di saghe fantasticate?! Ciao Illyricum3 punti
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Mi butto! Dovrebbe essere un denaro di Pisa che la Baldassarri classifica come F.II (denaro con la F/PISA intorno a punto o bisante) post 1181 D/+INPERATOR o IHPERATOR / nel campo F R/+FREDERICVS (S coricata) / nel campo le lettere PISA attorno a globetto denaro a nome di Federico I emesso indicativamente post 1181- ante 1216 Spero che @monbalda non mi uccida per non averlo classificato correttamente.3 punti
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VI ASPETTIAMO MOLTO NUMEROSI!!!..molti nuovi o "giovani " collezionisti lo hanno dimenticato o forse non lo sanno : i Convegni Numismatici sono la migliore occasione per vedere e toccare le monete con mano, per fare esperienza..anche solo scambiando due chiacchere senza nessun obbligo di acquisto! Massimo3 punti
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E con vero piacere che accolgo la nomina a curatore di questa sezione. Mi chiamo Eros, e spero di rendere agevole e interessante la stessa, attraverso i miei modesti contributi. La passione per questa scienza mi accompagna da sempre, vorrei insieme continuare a scoprire e raccontarci.. Eros3 punti
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Raccolgo l'appello, e fidando in quanto hai scritto in apertura, che c'è spazio anche per le monete estere, torno con una moneta contemporanea, sperando di non essere troppo off topic, ma il messaggio che riporta mi sembra sia di grande attualità, e meriti di essere condiviso. Stati Uniti d'America, 1 dollaro 1986 GIVE ME YOUR TIRED, YOUR POOR, YOUR HUDDLED MASSES YEARNING TO BREATHE FREE E' il dollaro emesso per commemorare il centenario della Statua della Libertà e, con esso, Ellis Island, la porta dell'America, della terra del sogno e della libertà per milioni di emigranti, moltissimi italiani. " Datemi le vostre genti stanche, povere, le vostra masse accalcate che bramano di respirare libere" Sono versi tratti da The New Colossus, sonetto scritto dalla poetessa Emma Lazarus nel 1883 per raccogliere fondi per la costruzione del piedistallo della Statua della Libertà. Nel 1903, il sonetto è stato inciso su una targa di bronzo e montato all'interno del piedistallo del livello più basso della Statua. Versi, dicevo, di straordinaria attualità, oggi che le "genti stanche e povere...che bramano di respirare libere", sono invece respinte, e in molti paesi si pensa a costruire muri per impedir loro di entrare, piuttosto che aprire porte, come è stata, per più di 60 anni, Ellis Island, per oltre 12 milioni di loro. petronius2 punti
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Grazie all'aiuto di uno dei miei pazienti "maestri" sono mi sono acquistato (sperando che arrivi! :-D) il mio primo e speriamo non unico Aureolo. Ancora non conosco diametro e peso e la foto è quel che è ma ci tenevo a condividerlo con voi. Aureolus, 267-268 AD, rebel in Milan, struck in the name of Postumus. AE Antoninianus 19mm, 3.78 g. Milan mint. IMP POSTVM.., radiate, draped, cuirassed bust right / VIRTVS EQVIT, Virtus advancing right, holding spear and shield; T in exergue. RIC V 388; Mairat 224-5; AGK 111b; RSC 441. Per chi non conoscesse Aureolo (Fonte Enciclopedia Treccani) AUREOLO (Aureŏlus). - Uno dei cosiddetti trenta tiranni sorti nell'Impero romano nel sec. III dopo Cristo. Della sua vita non ci restano che notizie frammentarie, non facili a ridurre sotto un ordine cronologico ben sicuro. Alcune di esse sono dubbie o false, come false sono le monete a lui attribuite: né si può essere persuasi dell'autenticità dell'epigrafe metrica greca, posta nel Pons Aureoli, di cui uno scrittore antico pretende di conservarci la traduzione latina, poi a sua volta ritradotta in greco. Aureolo era nativo della Dacia e venne su dal nulla, come parecchi altri di quel tempo, grazie all'anarchia militare che travagliava l'Impero, mentre le incursioni dei barbari ne desolavano in vasta parte i territori. Egli appare la prima volta in Pannonia come comandante della cavalleria, sotto gli ordini dell'imperatore Gallieno: combatté contro l'usurpatore Ingenuo e contribui validamente alla vittoria di Mursa (Osijek in Slavonia; 258 d. C.). Poi nell'Illirio sconfisse i due Macriani, il padre e il figlio imperatore, il cui esercito passò nelle sue mani. Ma già, secondo alcune notizie, Aureolo sarebbe stato allora imperatore, e la vittoria sui Macriani sarebbe dovuta a un suo legato di nome Domiziano. Se non che, Aureolo figura ancora come generale di Gallieno nella guerra contro Postumo, proclamato imperatore in Gallia: nella quale guerra ebbe il compito di difendere l'Italia da un eventuale tentativo da parte del ribelle. Ma Aureolo a sua volta si fece a Milano proclamare imperatore. Gallieno tornò dall'Illirio a reprimere la nuova sedizione ma prima di riuscirvi venne ucciso, mentre assediava Milano (268 d. C.). Gli succedette Claudio, a cui Aureolo si arrese; e indi a poco fu ucciso. Sulla sua fine esistono differenti versioni. Una delle quali riferisce che Aureolo morì in conflitto con Claudio, presso il ponte che ebbe appunto da lui il nome di Pons Aureoli (Pontirolo, sull'Adda). Ivi Claudio gli avrebbe fatto alzare un modesto tumulo, al quale doveva appartenere l'epigramma greco sopra ricordato. Questo epigramma è ispirato alla tradizione che Aureolo fosse ucciso contro il volere di Claudio. L'uccisore sarebbe stato Aureliano. Saluti a tutti. TWF P.S. Sentitevi pure liberi di commentare! :-)2 punti
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Testone di Innocenzo XI con MELIVS EST DARE QVAM ACCIPERE... ogni spiegazione credo sia superflua!2 punti
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Ho ricevuto oggi la lettera da Kunker che mi avvisa di aver perso tutti i lotti su cui avevo (profumatamente) offerto. Esiti complessivi di 11,8 milioni contro gli 8,2 di stima. Questo è uno di molti esempi. Io ci andrei cauto col dire che la numismatica è in crisi, parlerei piuttosto di crisi culturale, o forse preferirei chiamarla disinteresse. Sicuramente l'indifferenza dilagante verso questa ed altre materie affini ne genera alla lunga una crisi come la intendi tu, ma dal mio punto di vista penso che (soprattutto grazie ad internet, come già detto da altri) la numismatica campi ancora, e nemmeno male... solo in modo diverso.2 punti
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Semplicemente dai mercatini si è passati al virtuale... Aste ce ne sono a decine tutti i mesi , soldi sempre ci saranno......ora i ceti medio bassi ne hanno meno da spendere in monete ....gli altri mi sembra non soffrano.2 punti
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Io credo piuttosto che sia legato ad una perdita di valori, primo fra tutti quello della cultura2 punti
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Piccole riflessioni, proprio terra-terra (che poi io sui lucchesi ed affini non son proprio specializzatissimo): Cosa ci dice la grande F nel campo? Nei lucchesi dell'ultimo periodo abbiamo la H che rimanda ad Henricus, qui invece si vuole rimandare ad un'altro nome imperiale... Sappiamo che ad un certo punto Pisa smette di coniare una contraffazione del lucchese ed inizia a produrre una moneta che lo imita, siamo più o meno nella metà del XII secolo. Vediamo se qualche utente mette insieme il puzzle e ci rinfresca la memoria. 122 pagine di discussione son lunghe, a volte è doveroso ripartire dalle basi per riassumere e fare il punto della situazione... Aggiungo: quei due segni semicircolari che tagliano la base della F cosa sono? @Philippus IX ti cito perchè so che sei uno che si butta... vuoi provarci? Ciao Antonio2 punti
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Raccolgo la provocazione e la estendo al medioevo nella sua più ampia accezione e quindi al di fuori dell'Italia e soprattutto in quel periodo che più che medioevo può essere definito come l'albore del medioevo... e ovviamente, per interessi personali, vi voglio trasportare idealmente in suolo britannico nelgli "anglo-saxon times" Guardate un po' la chiara derivazione tipologica di queste monete: MODELLO: DERIVATO: MODELLO: DERIVATO: In ambito inglese sembra quasi che, una volta che i romani hanno definitivamente abbandonato l'isola, le popolazioni autoctone non abbiano scordato del tutto usi e costumi (e in genere il processo di romanizzazione del territorio), ma anzi appare quasi che abbiano attuato un processo di assimilazione e adattamento, una sorta di patchwork culturale e soprattutto che abbiano cercato di legittimare il proprio potere utilizzando anche parte della simbologia e iconografica tipicamente romana... un processo simile a quello attuato nella cristianizzazione di usi e costumi pagani. Esempi analoghi di richiami alla romanità persistono anche nei periodi successivi con i Merovingi prima e con i Carolingi poi: Anche in questo caso mi sembra palese la ripresa di una ritrattistica tipicamente tardo imperiale (dal IV secolo in poi per capirci). Tutto questo testimonia una conoscenza diretta anche al tempo dei modelli utilizzati probabilmente per la permanenza in qualche forma di utilizzo di queste monete dei secoli passati: vuoi come mera "gioielleria", vuoi per usi "ludici" o "votivi" o, perché no? anche come valuta di scambio per piccole transazioni (magari considerandone il valore del mero materiale). Butto là le mie considerazioni così, senza particolari approfondimenti, lasciando parlare le immagini. Per chi volesse approfondire ci sono delle bellissime pagine dedicate all'argomento nel sito del museo Fitzwilliam.2 punti
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Alla morte di Traiano successe Adriano ; questo e’ quanto ci dice una piccolissima finestra della lunga cronologia imperiale romana . Questo passaggio di consegne da Traiano ad Adriano presenta e presento’ anche presso i contemporanei dei dubbi , delle perplessita’ , circa la regolarita’ della successione all’ Impero di Adriano . Vediamo di ripercorrerne i fatti . Secondo la tradizione storica Adriano fu un cugino diretto di Traiano , lo accompagno’ nella seconda campagna dacica , quella conclusiva , contro Decebalo e gli fu affidato il comando della 1° Legione Minervia , comportandosi eroicamente , tanto che Traiano lo investi’ del consolato nel 108 e prese in considerazione la possibilita’ di adottarlo , fatto che poteva rendere possibile la ufficiale successione all’ Impero . Tutto cio’ fu accentuato dalla benevolenza e protezione della saggia Plotina , moglie di Traiano , la quale fece ottenere ad Adriano la carica di Legato nella successiva spedizione contro i Parti ; in questa fase trovandosi Adriano in Siria come Legato dell’ Imperatore , il 9 Agosto del 117 seppe della avvenuta adozione , quindi nuovo Imperatore e due giorni dopo , l’ 11 Agosto , venne a sapere della morte di Traiano . Secondo la Storia Augusta invece , in base ad una opinione diffusa tra tutto il concorde comando militare di Traiano , questi avrebbe meditato di lasciare l’ Impero a Nerazio Prisco che era un alto membro del consiglio imperiale di Traiano e famoso giurista dell’ epoca , tanto che Traiano un giorno disse a Prisco : "se mi dovesse accadere un giorno qualche disgrazia , affido a te le Province” . Perche’ allora il successore di Traiano fu Adriano ? Sempre a parere della Storia Augusta , fu Plotina tramite una manovra che , morto ormai Traiano , avrebbe fatto parlare con la falsa voce di un moribondo , un altro al posto di Traiano , comunicando personalmente a Plotina la successione ad Adriano ; mentre come documento scritto non ci fu nulla ; addirittura si sospetto’ di una infatuazione della anziana Plotina verso il giovane Adriano . Proviamo ad analizzare i fatti : a quanto pare Traiano , sapendo di essere malato , rimase molto indeciso a chi affidare l’ Impero dopo la sua morte , come fece Nerva con lui ; come abbiamo visto probabilmente penso’ a Nerazio Prisco , forse fece anche un pensiero sullo stesso Adriano , sempre secondo la Storia Augusta penso’ anche di agire come Alessandro Magno che non designo’ nessun successore , infine penso’ anche di delegare al Senato la scelta di un successore all’ Impero . Come si nota , con i dati disponibili che abbiamo , Traiano in questo campo si comporto’ con estrema indecisione , contrariamente da come agi’ da militare , evidentemente considerava questo passaggio di consegne di estrema importanza per l’ Impero , piu’ di una conquista esterna . Cerchiamo ora di analizzare in questa storia la figura e il ruolo di Plotina , personaggio non indifferente come importanza nei fatti trattati a proposito della successione al marito . Va subito detto che Plotina fu donna molto intelligente e fedele a Traiano che segui’ personalmente nelle sue principali guerre di conquista in Dacia e in Persia ; fu famosa per il suo interesse nella filosofia , particolarmente verso la corrente dell' epicureismo e per la sua virtù , dignità e semplicità di costumi , quando Traiano mori nel 117 , Plotina aveva circa 50 anni , era quindi per l’ epoca una donna matura , si nota anche dall’ espressione di Plotina coniata sul Sesterzio in foto come le guance fossero in fase cadente . Plinio il vecchio la definisce : “Sanctissima foemina” , mentre Cassio Dione , piu’ lontano dai fatti , parla di una senile passione per Adriano e sospettava di un avvelenamento di Traiano da parte di Plotina dopo avergli fatto adottare all’ Impero , Adriano . Queste presunte accuse del greco Cassio Dione sono sicuramente delle falsita’ storiche in quanto Plotina da donna colta e di seri e solidi costumi , non aveva mai nascosto la propria simpatia verso Adriano in quanto anche lui cultore della civilta’ greca e della loro filosofia , tanto che tutti sapevano di questo legame culturale tra i due ; per saldare ancora piu’ questo rapporto , Plotina favori’ anche il matrimonio tra la figlia di Matidia , Sabina con Adriano , figlia della sorella di Traiano , Marciana . Non ci sono quindi sospetti o motivi per infamare la memoria di Plotina circa i rapporti , non prettamente culturali , con Adriano . Quando nel 121 Plotina mori’ , Adriano la onoro’ con un Tempio a Nemausus (Nimes) sua citta’ natale , mentre le sue ceneri vennero deposte accanto a quelle di Traiano nella cella di ingresso posta alla base della Colonna Traiana . Stesso fedele rispetto Adriano porto’ verso sua suocera Matidia , madre di sua moglie Sabina e nipote di Plotina e Traiano in quanto figlia di sua sorella Marciana ; quando Matidia morì nel 119 , Adriano le dedico un grande Tempio a Roma , posto tra il Pantheon e il Tempio di Adriano , come si puo’ vedere nella ricostruzione in foto , oggi ne sono rimasti miseri resti sepolti sotto le case e parte dell' attuale Senato della Repubblica . Concludendo Adriano si dimostro’ , a parte gli ultimi anni quando era malato , un ottimo Imperatore , a dimostrazione della buona scelta di Traiano Plotina . In foto le quattro donne di Adriano : Plotina , Marciana , Matidia e Sabina L' ubicazione del Tempio di Matidia con i resti in prossimita' del Senato2 punti
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Presento una piastra appartenente al regno di Ferdinando II di Borbone (1830-1859) deturpata da due contromarche: OLIM e BOMBA. FERDINANDVS II [OLIM] DEI GRATIA REX Ferdinando II, un tempo, re per grazia di Dio Alcune piastre e mezze piastre sono contromarcate dalle parole BOIA, BOMBA, B (che sta per bomba o boia) e OLIM. Questi sfregi avevano lo scopo di dileggiare il sovrano, colpevole di aver bombardato Messina nel settembre del 1848 tanto da fargli guadagnare l’epiteto di “re bomba”.2 punti
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che sorpresa ! quando ho scritto il post 26 non avrei mai pensato di trovarmi un giorno a fare compagnia ai curatori ( faccio massaggi, porto l'acqua, tengo l'ombrello insomma quello che serve in una squadra). ah..dimenticavo, se volete parliamo anche di monete.2 punti
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Ciao, il tuo parere va rispettato ed è giusto che qualcuno ti dia una risposta. Questo tetradramma di Naxos , per la sua grande espressività , l'incisore ha dovuto uscir fuori dal cerchio perlinato , Alcune di queste monete ,a causa del tondello , molte volte hanno impresso la testa di Dionisio barbata al limite del bordo , o la barba non e impressa perché fuori conio. In questa moneta in asta alla Nac ha un flan largo, di conseguenza ci fa osservare fin dove arriva la barba. Poiché durante la coniatura ha subìto uno scivolamento o un doppio colpo di martello , i peli estremi in basso danno l'impressione che la barba sarebbe stata più lunga. ma è solo lo scivolamento che lascia la traccia. come si osserva la traccia del perlinato più vicino al bordo da ore 13 ad ore 16. Il doppio colpo lo osserviamo nel nasello , sopra la palpebra dell'occhio i baffetti ecc. Con ciò si e liberi di avere pareri contrastanti , magari influenzati nel leggere messaggi sparati per provocare eventuali reazioni. La mia modesta opinione l'ho già espressa , (potrei averla nella mia collezione !!) Forse chi l'ha vista dal vivo e legge che qualcuno dubita ............ Allego un confronto con altri esemplari , dove possiamo osservare i limiti della barba. Non penso che sia andato dal barbiere . Magari se la osserviamo ingrandita in HD , la si può apprezzare meglio.2 punti
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Salve, ho recentemente acquistato ad un mercatino questo minuto denaro di Arezzo. Peso:0.30 gr Volevo chiedervi se il peso rientra nella norma, perché tutti gli altri denari che son riuscito a rintracciare hanno un peso relativamente alto, anche se il mio esemplare è ben usurato. Poi volevo chiedervi anche una classificazione e una rarità del pezzo, visto che sulla nostra biblioteca non è presente. Vi ringrazio Matteo1 punto
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Ciao a tutti, vi mostro anche questa monetina che postai già anni fa, ma la cui discussione non riesco più a trovare. Ricordo che all'epoca c'erano pareri discordanti in merito alla rarità di questa moneta. Considerate le ottime condizioni, anche in questo caso mi piacerebbe averne una quotazione. (sempre più che altro per poterla eventualmente scambiare) Diam. 10 mm. - 0,15 g. Grazie ancora Max.1 punto
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Gran bella moneta, non proprio comune e soprattutto intrisa di storia. E anche a ottimo prezzo1 punto
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MIT ZAIT COL TEMPO Impossibile non ricordare il SEMPREVIVO di Milano, con questa Impresa che richiama la capacità di rigenerarsi e continuare, venne scelta da Bianca Maria Visconti come simbolo visconteo per intendere che la casata continuava, anche se estinta, con gli Sforza, e il Motto sotto le piantine è indubbiamente funzionale con il COL TEMPO Sempre NAC 81, Francesco II Sforza ( 1521 - 1535 ), da soldi 10, spettacolare moneta, spettacolare impresa e simbologia, spettacolare motto....1 punto
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Posso parlare per un collezionismo spicciolo, anche se fatto con passione, per un collezionismo "importante" non saprei. Nei mercatini ci sono sempre meno sorprese, ma forse è meglio dire che non ce ne sono proprio (nelle ciotole per esempio) salvo qualche rarissimo caso, ed i prezzi proposti sono fuori da ogni logica anche per materiale comunissimo, fa passare la voglia di frequentarli. Quasi quasi ci sono più sorprese online (sia negative che positive naturalmente) anche se il piacere di "toccare con mano" non sarà mai euguagliato.1 punto
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Questo è probabilmente il motivo principale, oggi non c'è più bisogno di uscire, sobbarcandosi magari un viaggio di decine se non centinaia di chilometri (che costa, può capitare di tornare da un convegno e scoprire che si è speso più di benzina che di monete ), tutto si può fare comodamente da casa, con una possibilità di scelta amplissima, che nessun mercatino potrà mai avere. E' un po' quello che è successo alle sale cinematografiche con l'arrivo della televisione, o meglio di certa televisione. Fino agli anni '70, la tv era due canali in b/n, e i cinema si riempivano, con l'arrivo della tv a colori e di un numero sempre più grande di canali, i cinema si sono svuotati e le sale hanno chiuso. Non posso farci nulla, ma considero entrambe le cose, la chiusura delle sale cinematografiche e dei convegni/mercatini, negativamente, continuo ad andare regolarmente al cinema e quando posso, ma sempre più di rado (dalle mie parti non è rimasto praticamente nulla) a convegni o mercatini. La perdita di cultura c'è stata, e purtroppo ne abbiamo la prova quotidianamente, ma forse la numismatica, in quanto cultura di nicchia, ne ha risentito meno di altri settori. E non si può negare che ci sia stata, e ci sia, la crisi economica, che sicuramente ha contribuito ad allontanare molte persone dagli acquisti (ma non dagli studi, se solo uno vuole ), ma questa prima o poi passerà, come sempre è stato, e la gente riprenderà ad avere più soldi e più voglia di spenderli...virtualmente. Perché quella che non passerà, e che anzi, si rafforzerà sempre più, sarà proprio la tendenza a effettuare acquisti virtuali, condannando convegni e mercatini a una lenta, ma inesorabile estinzione...peccato petronius1 punto
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Io per esempio... Davvero una discussione spettacolare, di quelle che fanno bene alla numismatica in generale e al forum in particolare. Mi spiace solo di averla scoperta tardi... Ma una delle cose belle di lamoneta.it è la possibilità di ritrovare sempre anche quello che in un primo momento ci è sfuggito. A differenza di quel che accade altrove, come si diceva in un'altra discussione... Già solo questo dovrebbe far riflettere! Eccomi... mi accingo a farlo e spero, impegni permettendo, di non limitarmi solo a questo pomeriggio1 punto
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A mia memoria la numismatica è sempre stata una cosa che interessa ad un numero piuttosto limitato di persone..1 punto
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Salve a tutti, questo sesterzio e stato ritirato nel asta NAC 84 di 20 mai 2015 Galba, 68 – 69 Sestertius late summer 68, Æ 24.95 g. SER SVLP IMP GALBA CAESAR AVG TR P Laureate and draped bust r. Rev. LIBERTAS – PVBLICA Libertas standing l., holding pileus and long sceptre; in field, S – C. C 112. BMC 69. RIC 388. CBN 194. Rare. A bold portrait struck in high relief and a lovely brown tone, about extremely fine Privately purchased from Spink & Son in July 1962. Il secondo e stato invenduto (ritirato?) nel asta Triton XVII (proviene dalla collezione Archer Huntington) Galba. AD 68-69. Æ Sestertius (35mm, 26.80 g, 7h). Rome mint. Struck circa October AD 68. SER • GALBA • IMP • CAESAR AVG TR P, laureate and draped bust right / LIBERTAS PVBLICA, S C across field, Libertas standing left, holding pileus in right hand, vindicta in left. RIC I 388; ACG 183; BMCRE 70; BN 194. VF, dark hard brown patina. Sculptural high relief portrait. From the Archer M. Huntington Collection, ANS 1001.1.22934. Il terzo esemplare si trova nel catalogo dell'asta Rodolfo Ratto (Lugano) 8 febbraio 1928 (collezione Morcom...) Le vostre opinioni?1 punto
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Il porto di Anzio. La legenda riprende il passo del Vangelo secondo Matteo 8:27.1 punto
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Credo che la memoria vada rinfrescata sul serio se qualcuno, addetto ai lavori, ancora non distingue una Pisa da una Lucca nonostante siano presenti tutte le discriminanti (pensierino della sera....). Vabbè, dai, lasciamo perdere. @margheludo Ciao Giova. Abbiamo bisogno di te Cari saluti1 punto
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Osservando attentamente nel pezzo di Nac 96 la barba appare un po' come tronca ma. si nota l'impronta dei fili della barba sul bordo della moneta, indizio di quello che potrebbe essere il risultato di uno scivolamento del conio oppure una battitura parziale1 punto
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Ero tentato di inviiargli un messaggio dicendo che è il numero e non la lettera che contraddistinque l'emissione e che la sua A186 viene giustamente dopo la O167, ma...... lasciamo sognare1 punto
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@pozleo sei un grande. Riesci a postare il link al catalogo dove viene descritta la tessera/gettone per favore? Grazie a tutti per l'impegno profuso in questa identificazione. E' sempre bello vedere la passione che si mette su questo forum.1 punto
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Buona giornata se fosse ZM corrisponderebbe a Zorzi Memmo che svolse l'incarico di massaro nel periodo 1521-1522 saluti luciano1 punto
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Asta Internazionale del Titano 26 - del 20 settembre 1986 prezzo di stima 160.000 lire (prezzo di partenza al 70-80% del prezzo di stima). aggiudicato 130.000 lire + 12% d.a.1 punto
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Benvenuto nel mondo delle monete papali Andrea... La tua domanda è interessante; purtroppo però non tutti registrano il peso delle proprie monete e spesso non è riportato dai cataloghi d'asta, per cui non saprei darti una classifica assoluta, mi limito agli esemplari di cui sono a conoscenza... In pimis il più pesante che ho in collezione è di S. Severino, poco meno di 20 grammi. Mentre il più pesante che ho memoria di avere visto è un sampietrino di Ancona, prossimo ai 24 grammi. In entrambi i casi sono emissioni del 1796, pre-riforma (peso teorico 16,95 grammi). Al contrario, come minimi, ci sono sampietrini di Foligno e Matelica, che stazionano sui 5 grammi. Si tratta in questi casi delle emissioni ridotte del 1797 (peso teorico di 8,47 grammi). Ciao, RCAMIL.1 punto
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Nel fare i complimenti ai nuovi curatori, beh in un caso dire nuovo non è proprio corretto , vi testo subito in questa discussione leader con un dubbio, vediamolo... In Asta Bertolami 36 vedo questo denominato denaro di Lucca, Enrico III, IV, V, che ne pensate ? Giusto per tenersi pronti....la moneta è molto bella comunque.... buon lavoro ragazzi1 punto
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Forse manca un po' di Firenze che dite ? @fofo ma anche un po' di Toscana ....forse in genere , credo che le papali poi siano una miniera ancora...1 punto
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Forse sono fuori periodo ma non ho resistito.... honi soit qui mal y pense «sia vituperato colui che pensa male» Motto dell’ordine inglese della Giarrettiera, istituito, secondo una tradizione leggendaria, dal re d’Inghilterra Edoardo III in onore della propria amante, la contessa di Salisbury, alla quale durante un ballo era caduta una giarrettiera; il re si precipitò a raccoglierla e rimproverò con tali parole i cortigiani che sorridevano dell’episodio. Buona serata.1 punto
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Purtroppo da qualche settimana il motore di ricerca del sito non funziona correttamente. Ho già segnalato l'anomalia e spero sia risolta a breve.1 punto
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Ok, bastano due partecipanti, e c'è anche un caso indovinato La sorpresa era su entrambi i casi, riparazioni sulla banconota tali da far scendere il valore molto al di sotto dei canonici 100 euro, cifra grossomodo richiesta per un Manzoni 1967 molto circolato ma integro; ed una data piuttosto rara (1905), che su una moneta da una lira di V.EM.III° in MB significa far levitare il valore da 5/10 euro (data comune) a ben oltre i 100 euro. Grazie per aver partecipato, scusate e..... aspettiamo sempre questa gande M per intero1 punto
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Buongiorno, dovrei identificare queste 2 monetine da 19mm di diametro. Ciò che mi è sembrato più vicino sono i 1/4 anna dello stato indiano Jodhpur...1 punto
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Io purtroppo per leggerlo dovrò aspettare il convegno di Verona. Io complimenti ve li faccio già da adesso,in seguito vi farò sapere cosa mi diranno i giovani di Beinasco e i ragazzi ricoverati al Regina Margherita di Torino,quando riceveranno il libro.1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
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