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  1. eliodoro

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/29/16 in Risposte

  1. Per quanto riguarda il discorso ribattitura, mi pare di vedere quanto sotto (l'esemplare riportato e' a titolo esemplificativo del tipo, da https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=160976 ):
    8 punti
  2. Rare volte e quasi sempre in circostanze casuali vengono dissotterrati antichi tesori di epoca romana , e’ questo il caso del tesoro di Kaiseraugst . Kaiseraugst è un odierno piccolo Comune del Cantone svizzero Argovia ; in epoca romana , dopo il 260 circa , fu sede di un importante fortezza militare di Legione e di unità ausiliarie romane , il cui nome latino era Castrum Rauracense . Augusta Raurica e’ oggi un importante e grande sito archeologico romano ubicato nel Nord della Svizzera , situato a quasi 20 km ad est di Basilea , che corrisponde all’ attuale piccolo Comune di Augst o Kaiseraugst . Augusta Raurica e’ la più antica colonia romana sul Reno , fu infatti fondata da Giulio Cesare in prossimita’ del Reno . Augusta Raurica venne fondata nel 44 a.C. da Lucio Munazio Planco , luogotenente di Giulio Cesare nel corso della guerra gallica , era situata in un territorio occupato da una locale tribù gallica chiamata Raurica . Solo al tempo di Augusto si consolido’ la conquista di tutta l’ area alpina e la primitiva colonia cesariana prese il nome di Colonia Paterna Pia Apollinaris Augusta Emerita Raurica , probabilmente per aver ospitato la Legione XV Apollinaris fondata da Giulio Cesare proprio in occasione della guerra gallica ,Legione nota fino al V secolo . Vespasiano e poi Domiziano partirono da qui per la conquista degli Agri Decumates , pericoloso cuneo territoriale germanico che si spingeva all’ interno della linea difensiva romana del Reno . Durante i primi due secoli dopo Cristo fu una colonia ricca e popolosa , capitale della locale Provincia romana . Gli Alemanni distrussero la Città nel corso della grande crisi del III secolo , circa nell’ anno 260 . Al tempo di Diocleziano venne qui rafforzata la frontiera germanica con la costruzione di un Ponte stabile fisso presidiato sulla sponda germanica da una testa di ponte fortificata in pietra , di forma quadrata di circa 45 metri per lato , la Colonia divenne il quartier generale della Legione I Martia , preposta anche alla difesa del Ponte . Successivamente nel tardo impero da qui’ partirono Legioni per le guerre civili e per le spedizioni punitive romane contro le incursioni delle tribu’ germaniche all’ interno del Limes . Sempre nel corso del tardo impero essa perse la sua primitiva importanza a favore del vicino insediamento celtico di Basilea , di cui non si conosce il primitivo nome , che diventera’ Castrum Rauracense ; gli abitanti sopravvissuti all’ invasione germanica degli Alemanni si posero sotto la protezione del Castrum Rauracense , un grande castello romano sito nella vicina Kaiseraugst e posto da ora in poi a difesa del Limes germanico tardo imperiale . Durante il medioevo , le grandi rovine in pietra del sito vennero utilizzate per nuove costruzioni . Gli scavi archeologici moderni hanno dissotterrato Templi , Taverne , Edifici pubblici , un Foro , un complesso di bagni termali e il più grande Anfiteatro romano a nord delle Alpi che disponeva di circa diecimila posti , da poco restaurato . Questa in breve la storia di Kaiseraugst e del Castrum Rauracense . Il tesoro di Kaiseraugst fa parte dei pochissimi grandi tesori europei dell’ antichita’ romana comprendente opere di : oreficeria , oggetti personali , uso quotidiano ed anche di monete , rinvenuto praticamente intatto ; questo tesoro e’ paragonabile soltanto a quelli rinvenuti in altre localita’ europee , tipo quello di Mildenhall in Britannia , quello del Colle Esquilino a Roma , quello di Cartagine ed ai numerosi rinvenuti in Dacia : di Persinari , di Sarmasag , di Hinova , di Radeni , di Stancesti , di Cucuteni , di Agighiol , di Craiova , di Perutu , di Surcea , di Sarmizegetusa , di Sancraieni e di altre localita’ della Romania , a dimostrazione della ricchezza mineraria e personale della Provincia dacica . Il tesoro di Kaiseraugst e’ pero’ quello forse di maggior pregio artistico e secondo per peso complessivo , infatti il tesoro di Treviri trovato nel XVII secolo , purtroppo subito fuso , pesava in totale 114 Kg. , quello di Kaiseraugst 37 Kg. e quello di Mildenhall 26 Kg. , mentre di quello trovato a Cartagine non si conosce il peso , ma sicuramente dell’ ordine dei chilogrammi . Il rinvenimento del tesoro di Kaiseraugst avvenne dopo il Natale del Dicembre del 1961 mentre si eseguivano dei lavori stradali tramite una ruspa alle spalle di un edificio scolastico che corrispondeva come posizione ad uno dei lati lunghi del Castrum in prossimita’ dell’ angolo con il lato corto dell’ antico castello della fortezza romana ; nello scavare l’ antico tratto stradale romano ancora in uso dopo secoli , duro e compatto , ad un certo punto l’ addetto alla ruspa si accorse che in un punto della strada , la resistenza della strada romana era stranamente cedevole e penso’ che sotto dovesse esserci una buca . L' operatore addetto alla ruspa naturalmente non si rese conto di cosa stava per uscire da quella buca e continuando a scavare , la ruspa tiro’ fuori una grande “latta” che fini’ nel mucchio di terra accumulata nel bordo della strada ; poco tempo dopo nel sistemare la terra accumulata si ritrovo’ quella “latta” di forma rotonda che ad un successivo esame si rivelo’ essere argento ; si torno’ cosi’ sul luogo del ritrovamento dove venne rinvenuto tutto il tesoro che era composto principalmente da un ricchissimo e completo servizio da tavola , da tre lingotti d’ argento con impresso l’ immagine e la legenda di Magnenzio , piu’ 186 monete e 17 medaglioni , tutti in argento ; tutto il tesoro aveva un peso di circa 37 Kg. , da analisi metallografiche risulto’ che l’ argento aveva una purezza del 97% ( l’ odierna arriva al 99,9% ) mentre il rimanente 3% era composto da 2% di rame , 0,7% di oro e 0,3% di piombo , a dimostrazione di quale alto livello era la metallurgia e raffinazione dei metalli preziosi presso gli antichi romani del tardo impero . A chi poteva appartenere questo tesoro ? la datazione dei tre lingotti ci riporta a Magnenzio , quindi come datazione minima siamo all’ anno 350 , ma per il servizio da tavola la data potrebbe essere precedente o successiva , anche se in base alle monete e medaglioni trovati una data successiva sarebbe poco probabile , in base a questo si e’ pensato come proprietario del tesoro ad un altissimo personaggio legato a Magnenzio , un ufficiale o un funzionario della sua corte . Per risolvere forse il problema ci viene in aiuto una iscrizione incisa dietro un piatto che reca scritto P. ROMULO , un Publio Romulo in effetti e’ storicamente conosciuto come essere stato un Magister Militum proprio al tempo di Magnenzio , fu un ufficiale comandante della fanteria del suo esercito che mori’ nella battaglia di Mursa avvenuta nel 351 tra Magnenzio e il legittimo Imperatore Costanzo II ; il proprietario o uno dei proprietari del tesoro dovrebbe quindi avere una identificazione precisa . Un altro nome e’ pero’ inciso dietro i cucchiai , il candelabro e un altro piatto , questi oggetti recano inciso il nome di MARCELLIANO , quindi si presuppone che almeno il tesoro da tavola abbia avuto nel tempo diversi proprietari e che tutto il tesoro fu poi posseduto , riunito e seppellito probabilmente dall’ ultimo proprietario che fu Publio Romulo in previsione dell’ incerto esito della battaglia di Mursa . Questa in breve la storia di questo tesoro . Seguono in ordine foto di Kaiseraugst e del tesoro : Cartina geografica della localita’ di Kaiseraugst Cartina archeologica del sito Ricostruzione di Castrum Raurica in base alle scoperte archeologiche Posizione antica del ritrovamento del tesoro segnato dalla freccia rossa Foto di alcune fasi del ritrovamento del tesoro Panoramica con oggetti del tesoro Uno dei tre lingotti in argento con impresso il nome e l' immagine di Magnenzio Particolari di oggetti e statua in argento di Venere Alcune monete e alcuni medaglioni del tesoro
    7 punti
  3. Perchè le medievali? Perchè sono brutte, illeggibili, tosate, circolate e, spesso, non se ne trovano due uguali. Rappresentano, anche in questo, il segno della difficoltà della vita degli uomini al tempo del medioevo; il crollo dell'Impero Romano, infatti, non fu fragoroso come si pensa, ma, ad esso, seguirono secoli di instabilità, per il Sud almeno fino al 1130. Qui, al Sud, arrivarono prima i Longobardi che emisero monete meravigliose di stile bizantino, difficili da trovare e costose. Poi ci furono i Normanni che furono chiamati "furbescamente" dai Principi Longobardi per combattere al loro posto e..così finì, con i Normanni ( le famiglie Drengot ed Houteville) che si insediarono al loro posto I Normanni, lo stesso ceppo di quelli che preferirono la Britannia, liberarono l'Italia meridionale e le isole, tanto dai Bizantini quanto dagli Arabi.. Poi vennero gli Svevi, Gli Angioini e gli Aragonesi ed entriamo nell'età moderna.. Beh, qualche moneta dell'epoca.. Gisulfo II, follis meraviglioso, un gigliato di Roberto d'Angiò.. ed un follaro capuano di Ruggero II già postato in altrra discussione Gisulfo non è mio purtroppo Saluti Eliodoro
    6 punti
  4. Dovrebbe esssere un sesino di Piacenza per Ottavio Farnese. dritto: DVX PL Z P II / al centro OCT sormontato da corona verso: EPS PLA / nel campo busto di San Savino affiancato dalle lettere S S https://www.deamoneta.com/auctions/view/1/1779 ciao Mario
    4 punti
  5. Asse di Elio, abbastanza leggibile ma peccato perche' al dritto si e' dovuto intervenre. Roberto
    3 punti
  6. Ah ecco! Non avevo proprio capito; cercavo ribattiture sul grosso veneziano Ma sai che credo proprio che avgvstvs ci abbia azzeccato? Complimenti .... non credo ci siano molte monete che abbiano quel dettaglio del trono che sia sovrapponibile a quanto c'è nel grosso senese .... ed anche il diametro ci sta. A questo punto, paradossalmente, la vicenda si complica ..... non conosco la monetazione senese; come andiamo a titolo d'argento? Poteva essere un autogol ribattere grossi veneziani per creare i senesi, se questi avevano un titolo inferiore; poteva essere un affare se venivano ribattuti grossi di Rascia, bulgari ed in genere i grossi imitativi che avevano un titolo d'argento più basso dei veneziani, ma che riportavano, a volte anche benino, la medesima iconografia.
    3 punti
  7. Per me la passione per il medioevo è nata quando avevo circa 10 anni, e mio fratello (allora studente universitario) mi portava ogni tanto a visitare la vicina abbazia di Santa Maria a Cerrate, in provincia di Lecce. Quei bassorilievi ed affreschi mi affascinavano e intimorivano allo stesso tempo. La passione per le monete la avevo già da qualche anno, grazie anche ad una piccola raccolta (principalmente monete del Regno ma anche qualche borbonica e qualche romana) ed al periodico "Monete del mondo" di Bolaffi che mi padre mi comprava. Fu proprio con quel periodico che scoprii che potevo ritrovare nelle monete le stesse raffigurazioni che osservavo con tanto interesse nelle chiese romaniche. La prima medioevale che ho avuto è stato un follaro di Bari di Ruggero II d'Altavilla, preso a 15.000 lire nel '95 da un commerciante in un mercatino a Brindisi (tale signor Giustino, chissà come se la passa...). Da allora ho studiato e collezionato monete longobarde e normanne per 20 anni, appagato anche dallo scoprire varianti e tipologie inedite (è una monetazione che, per quanto ultimamente oggetto di molte pubblicazioni, è ancora lontana dall'essere interamente conosciuta) Queste monete, per quanto spesso consunte, ribattute o decentrate, mi parlano di periodi cupi, incerti e concitati, con uomini d'armi che combattevano per estendere i propri domini, monaci che creavano splendide miniature nel chiuso dei monasteri, e gente comune che viveva nel timore di invasioni, pestilenze e carestie. Di certo non un'epoca in cui mi sarebbe piaciuto vivere, in primis per la pressione totalitaria esercitata dalla religione, ciononostante il periodo storico che su di me esercita più fascino. Qualche anno fa però, la confusione delle ribattiture, le debolezze di conio e l'irregolarità dei tondelli hanno iniziato ad infastidirmi più di quanto le impronte leggibili mi affascinassero, ed pian piano ho deciso di rivolgere l'attenzione ad un'altra tipologia di monete... chiaramente sempre medioevali! Ho iniziato così ad appassionarmi ai grossi comunali, e che il più delle volte si trovano in conservazioni tali da permettere di apprezzare tutti i dettagli delle raffigurazioni che mi hanno sempre affascinato. Il primo grosso che mi sono regalato è il cosiddetto "marameo", che nonostante che sia ora in compagnia di molti suoi "simili", rimane uno dei pezzi preferiti della mia nuova collezione. Spero di non essere stato troppo noioso con questo post, forse incentrato più sul mio percorso numismatico che sul "perché le medioevali". Cerco di rimediare postando descrizioni e foto delle mie due prime. Un cordiale saluto Paolo Follaro di Ruggero II d'Altavilla, re di Sicilia (1130-1154), coniato a Bari nel 1139, probabilmente per commemorare la riconquista della città dopo una ribellione. Al dritto presenta il busto frontale di San Nicola e la scritta greca "OA[GHIOS] NIKOLAO" ("San Nicola"). Al rovescio una legenda circolare in arabo che recita "Umila bi Bari sanat 534", ossia "Fatta nella città di Bari nell'anno 534" (secondo il calendario dell'Egira); al centro un astro. Riferimenti: L. Travaini, La monetazione nell'Italia normanna, n. 210 Vescovi anonimi (1235-1255), Grosso da 20 denari della zecca di Trento Al dritto (o rovescio?), presenta il busto del vescovo benedicente, ed intorno la scritta EPS (abbreviato per EPISCOPUS) TRIDENTI Al rovescio (o dritto?), una grande F nel campo accostata da una croce e due bisanti, con un cuneo in alto. Intorno: INPERATOR Riferimenti: H. Rizzolli e F. Pigozzo, L'area monetaria veronese, n. T37
    3 punti
  8. Ho notato che in questa discussione si prediligono i grandi moduli,gli aurei partenopei,monete di rame circolate e non,ma di 60 Grana,oltre a quello precedentemente postato non ve ne sono molti e quest'oggi vi posto questo 60 Grana:Carlo III di Borbone (1734-1759) - 1734 Zecca di Napoli Ag.bordo liscio D/stemma coronato R/ personificazione del fiume Sebeto seduto in riva al mare sullo sfondo del Vesuvio fumante Riferimenti: (C.N.I. XX/538/11) P.R.33;MIR 338 stessa moneta La moneta appartiene a collezione privata A riprova che la maggior parte dei graffi presenti sulle monete partenopee sono originati da strappi di conio questa ne è la prova,poichè reca pochi graffi e quasi impercettibili.Se si fosse trattato di asportazione fraudolenta del metallo o diminuzione di peso della moneta,ci saremmo trovati,anche con questa,con maggiori graffi. --Salutoni -odjob
    3 punti
  9. Aggiungo una sovrana dell'Isola di Man. La moneta è recente ma il "triscele", a cui si riferisce il motto, si trova sulla bandiera dell'Isola di Man, e prima ancora su quella della Sicilia. Il simbolo è stato associato con l'isola di Man almeno dal 13 ° secolo. Quocunque Jeceris Stabit, che significa Ovunque lo getterai, starà retto, una frase che sottolinea la fermezza e la forza di carattere del popolo mannese e che molte scuole hanno adottato come esortazione ad essere tenaci e lavorare duramente. Buon week end. E.
    3 punti
  10. Ciao, ritorno sul tema Britannia ma solo per prenderla a pretesto al fine di segnalare una particolarità che emerge dall’osservazione delle monetazioni severiane collegate al tema britannico. Le considerazioni che esprimo possono però essere valide anche a livello generale riferendosi più che altro all’organizzazione e al lavoro delle zecche. Iniziamo con un rapido riepilogo del quadro storico-numismatico riferito alle vicende britanniche. Settimio Severo, secondo gli storici dell’epoca spinto anche dalla necessità di allontanare i due figli dai lussi i vizi e le mollezze di Roma, decide di intraprendere una campagna militare in Britannia al fine di “pacificare” le popolazioni del Nord che continuano con le loro scorribande a rendere insicuri i confini settentrionali della provincia. Parte alla volta della Britannia tutta la famiglia imperiale, con Caracalla co-Augusto, il minore Geta nelle vesti di Cesare e Iulia Domna imperatrice madre. Questa la tabella cronologica, evitando di entrare approfonditamente nelle cronache belliche della campagna per non dilungarsi troppo: 208: Partenza per la Britannia e insediamento ad Eburacum (York) di Settimio e di Caracalla da dove dirigono le operazioni militari. Geta e la madre si fermano a Londinium. 209: Geta nominato Augusto 210: Vittorie romane in Britannia. In un periodo tra il 209-210 viene emesso il RIC 240 ovvero il primo denario a nome dell’Imperatore con legenda terminale BRIT (abbreviazione del titolo Britannicus Maximus) come II emissione del 210 Nel 210-211 compaiono anche sui bronzi di Settimio Severo legende L SEPT SEVERVS PIVS AVG BRIT e SEVERVS PIVS AVG BRIT, denari per Caracalla denari del tipo BRIT con Vittoria a rovescio e VICTORIAE BRIT come legenda. Successivamente le legende di Caracalla usate del periodo cono appelli alla fedeltà dell’esercito (FIDES EXERCITVS). Nel periodo 210-212 anche Geta si fregia del titolo BRIT nella legenda e vengono emesse alcuni denari simili ai VICTORIAE BRIT di suo padre e suo fratello. Qualcosa comunque cambia all’inizio del 211. 211: Morte di Settimio Severo 4 febbraio quindi abbiamo una trattativa di pace da parte di Caracalla con le popolazioni della Caledonia al fine di rientrare a Roma. Le legende evocano la FORTVANA REDVX (un augurio di felice rientro a Roma dopo gli eventi bellici). Verso maggio Caracalla, Geta e Iulia Domna rientrano nell’Urbe con le ceneri di Settimio Severo. Promuovono delle elargizioni al popolo (LIBERALITAS VI per Caracalla e LIBERALITAS V per Geta). 19 dicembre 211 uccisione Geta 213 fine titolatura BRIT (a nome del solo Caracalla) Ciò che mi interessa analizzare nel dettaglio è la serie di denari VICTORIAE BRIT con Vittoria a rovescio che copre un lasso temporale abbastanza limitato e seppur non puntualmente circostanziato dal punto di vista cronologico almeno grossolanamente noto. Il fatto che siano stati emessi per un determinato periodo a nome di più imperatori (Settimio Severo, Caracalla e in ultimo Geta) ci consente di rilevare alcune considerazioni che vi proporrò in seguito.
    2 punti
  11. Ciao a tutti, vi mostro il mio ultimo acquisto.. Era dato per Honorio zecca AQPS ma credo proprio che fosse un MDPS Roberto
    2 punti
  12. Venerdì 28 ottobre è venuto a mancare Norman Gorny (in foto), un bravo studioso della monetazione imperiale cinese. Era statunitense, di Portland (Oregon). Pochi mesi prima di morire aveva pubblicato la seconda edizione di un suo importante lavoro: Northern Song Dynasty Cash Variety Guide. L'opera approfondisce molto bene la monetazione della dinastia Song settentrionale (960-1127) ed è acquistabile su Amazon o su Lulu. Questi erano i suoi quattro blog: Fake Chinese Cash on eBay 北宋代钱币图说 Northern Song Dynasty Cash Variety Guide 2016 北宋钱币 Northern Song Cash Oriental Cash
    2 punti
  13. Argento spagnolo in Sicilia...
    2 punti
  14. considerato che la discussione possa avere interessanti opinioni e/o osservazioni, sposto nella sezione " Monete medievali di Zecche Italiane"
    2 punti
  15. Se dovessi scegliere, propenderei per 9 ribattuto su 2.
    2 punti
  16. Quattrino con Virgilio per Mantova. Ti riporto quanto indicato sul ns catalogo circa l'attribuzione La letteratura classica assegna questa moneta al marchese Francesco II, basandosi sulla classificazione del CNI. Giuseppe Margini (cfr. Margini-Castagna 1990, pag. 134) riassegnava questa tipologia al duca Ferdinando basandosi sia sullo stile, diverso da quello delle monete coniate nel periodo del marchese Francesco II, sia all'accenno su di un editto ducale del 1636 a dei "soldi Ferdinandi colla fiamma", forse riferibili proprio a tale moneta. La questione rimane aperta 1612-1626 Ferdinando Gonzaga, duca VI → Periodo postcardinalizio (1615-1626) http://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-FR2/3
    2 punti
  17. Ruggero, inoltre, emise anche leggi che, volgarmente,erano dette Constitutiones, poi raccolte dal nipote Federico II. Tali Constitutiones erano molto simili alle leggi romane. La piaga dei falsari di monete era presente anche in epoca normanna, per cui Ruggero dispose la pena di morte tanto per coloro che falsificavano le monete, quanto per quelli che le ricevevano scientemente ( De Cudentibus Monetam Adulterinam". Vennero puniti anche i tosatori con la legge ventiduesima " De Rasione Monetae".
    2 punti
  18. Grazie Luciano per le tue preziose spiegazioni. Il tuo accennare ai pellegrini e ai viaggi da e verso l' oriente mi hanno fatto pensare alla storia della più orientale cittadina della nostra penisola: Otranto. Siamo nell' estate del 1480 quando una spedizione turca partita dal porto di Valona veleggia alla conquista della citta. Le fonti più accreditate dicono che la popolazione si aggirasse intorno ai 2000 abitanti. La città fu presa d'assedio e gli idruntini si rifugiarono tra le mura della città. Dopo circa due settimane i turchi riuscirono a penetrare nella cittadina dove la popolazione non fu risparmiata visto che gli otrantini non vollero sottostare alle condizioni offerte dai turchi. Donne e bambini furono spediti in oriente come schiavi gli altri per aver salva la vita avrebbero avuto una duplice possibilità. Abiurare la fede cristiana e abbracciare l'islam, cosa che nessuno accettò, oppure, ed ecco il risvolto numismatico, pagare 300 ducati d'oro e salvarsi. Ebbene le fonti dicono che meno di una ventina avevano tale somma e si salvarono, gli altri 800 vennero tutti decapitati e sono da pochi anni divenuti i Santi martiri di Otranto. Pensate al tesoretto che quel manipolo di gente possedeva. Trecento ducati rappresentavano anni di lavoro per pescatori e braccianti. Subito ho pensato che tra quei ducati ci sarebbero dovuti essere sicuramente quelli battuti sotto il regno di Ferrante prima del 1480 e chissà quali altre tipologie di monete auree considerando che probabilmente erano risparmi di anni precedenti. Di certo i turchi conoscevano bene il ducato veneziano e il fiorino e alcune fonti rivelano che Venezia che in quegli anni dominava nell Adriatico non volle intervenire sia perché non era in buoni rapporti con gli aragonesi sia perché come sappiamo i rapporti con l' oriente erano importanti per i commerci veneziani...ecco ancora una storia con un piccolo accenno numismatico che fa riflettere e rende affascinante la monetazione medievale. Erano veramente tempi lontani in cui la fede e la parola i gesti contavano piu della vita ,oggi quegli 800 sarebbero tutti rimasti vivi e novelli islamici . I ricchi con il senso pratico e degli affari invece sono sempre quelli.....
    2 punti
  19. HORVM AVXILIO NON OPPRIMAR TENTATA SED INCORVPTA Due motti per questo pezzo da 10 fiorini battuto in occasione dell’assedio austro-spagnolo di Casale del 1630, nel contesto della Guerra di successione di Mantova e del Monferrato, episodio “minore” della Guerra dei Trent’anni. La moneta, che nella serie è affiancata da pezzi da 3,5 e 20 fiorini, venne coniata sotto l’autorità francese, come mostrano i tre gigli, dalla guarnigione che difendeva la cittadella. E i motti omaggiano da un lato i Francesi in soccorso della città (“CON IL LORO AIUTO NESSUNO CI OPPRIMERÀ”), dall’altro la lealtà della stessa Casale (“INCORRUTTIBILE NONOSTANTE LE LUSINGHE”), che solo dopo una lunga trattativa venne consegnata in mano imperiale, in attesa di quella che sarebbe stata poi la Pace di Cherasco del 1631. Noto dal catalogo mantovano che la foto di questa variante con la data manca: se crede @Paolino67 può inserirla, per l'uso esclusivo all'interno del catalogo.
    2 punti
  20. Salve. Credo che le classificazioni fin qui date possano essere esaustive. Mi chiedevo: la moneta sembra ribattuta? Mi sembra di scorgere tracce di ribattitura su altra tipologia monetale.
    2 punti
  21. Buona sera, so che qualcuno dirà... ( ma date leggibili no??) però stamattina un vecchio collezionista mi ha dato questa monetina, lui al tempo aveva classificato 1641... ora per alcuni cataloghi il 41 è di dubbia esistenza, dicendo che: è un 7 con l`astina superiore consumata. per altri esiste avendoli fotografati.. le foto sicuramente non aiutano, ma confido molto sulla vostra esperienza. grazie a tutti quelli che vorranno rispondere.
    1 punto
  22. Ciao la settimana scorsa ho rivisto quel rappresentante di metalli che usa la spettrofotometria per controllare i quantitativi dei singoli metalli nei residui di lavorazione per valutare i costi, e come avevo accennato tempo fa era entusiasta dell'argomento monetale, con un po' di tempo abbiamo controllato un centinaio di monete di vari tipi che avevo portato in laboratorio, e dopo aver fatto coincidere le monete con le singole scansioni, ho trascritto i dati che ho finito ieri sera, ora vi posto lo schema su foglio ecxel, poi con calma farò una scheda per ogni singola moneta, non ho ancora valutato i dati approfonditamente ma da una prima vista sembrano coincidere bene con le analisi fatte dai vari esperti, con metodi più invasivi, tenete conto che per mancanza di tempo abbiamo scansionato ogni singola moneta una volta sola, e un paio da entrambi i lati, fate pure domande che più occhi e più teste è sempre meglio, foto ne ho poche ma se avete bisogno faccio qualche scansione. Silvio Dimenticavo 1 sesterzio per ogni visualizzazione DATI SPETTROMETRO.xls
    1 punto
  23. "Di solito" nelle riconiazioni peso e titolo corrispondevano. In ogni modo si risparmiava sulle spese per la preparazione del tondello. Finetti ne parla a p. 37 in Numismatica e Tecnologia. La discussione promette bene e merita sicuramente approfondimenti. Saluti a tutti
    1 punto
  24. @417sonia Luciano se ci fai caso nel confronto fatto da @avgvstvs nel suo penultimo intervento si nota abbastanza distintamente parte del trono del Cristo nella metà bassa del grosso senese... no?
    1 punto
  25. Buongiorno. Sicuramente, una volta classificata una moneta, non la si depone per sempre. Ecco allora che in giornate cupe o malinconiche le si riosservano, ristudiano. La domanda è: quale metodo prediligete per ridare un'occhiata? Zoom di una foto, in mano alla luce, lenti varie... Qualcuno si è fatto un archivio digitale? Grazie e buona continuazione!
    1 punto
  26. Bell'argomento...personalmente ancora non ho fotografato tutte le monete della collezione...grave pecca....ho un file dettagliato su tutte però con ogni annotazione possibile....però ammirarle in mano ogni tanto è la soddisfazione più grande....
    1 punto
  27. A me sta moneta fa letteralmente sbavare....
    1 punto
  28. È così. A prescindere dall'autenticità dei due esemplari qui postati, per i marenghi italiani comuni, facilmente reperibili, io suggerisco caldamente di non scostarsi dal FDC o dal qFDC. Non costano molto e sono preferibili per un eventuale recupero del denaro pagato. Anche se fossero autentici questi due marenghi non lo sono.
    1 punto
  29. Esatto: anche io sono più propenso per un 9 proprio per la caratteristica che hai notato tu nella parte superiore del numero.
    1 punto
  30. Si è quello che regalavo a destra e a manca .
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  31. Salve a tutti. Moneta molto interessante. Anche se mi dà molto l'impressione di un 9 (propenderei quindi per l'ipotesi di @dareios it), non mi sento ancora di scartare definitivamente l'idea che si tratti di un 2. Dal confronto tra la tua moneta e l'altra che ci hai mostrato contenuta nella precedente discussione da te linkata, ho l'impressione che entrambi gli esemplari siano stati battuti con la stessa coppia di conii: infatti presentano le stesse peculiarità sia al D/ che al R/. Sull'ultima cifra ribattuta della data, quello che tu chiami "pallino" potrebbe essere un esubero di metallo poi appiattito.
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  32. Grazie @eliodoro per questi tuoi interventi: in questo modo inquadriamo ed apprezziamo ancora meglio le monete da te postate. Ne approfitto per fare qualche integrazione. Le Constitutiones di Ruggero II a cui fai riferimento sarebbero le cosiddette Assise di Ariano, emanate durante un'assemblea dei notabili del Regno svoltasi nel castello dell'omonima cittadina nel luglio del 1140. Il Re, visto che da circa dieci anni si trovava a capo della nuova istituzione monarchica dell'Italia meridionale, voleva dare un'impronta legislativa valida per tutto il suo Regno: rispettando le diversità di ogni comunità che viveva all'interno del Regno (troviamo bizantini, longobardi, normanni, franchi, musulmani etc.), i diversi gruppi dovevano però dimostrare assoluta fedeltà al sovrano e dovevano riconoscerne l'autorità suprema, se vogliamo dovevano concedere a Ruggero un potere molto accentrato. I nobili, logicamente, cercarono di difendere i propri privilegi e le prerogative, anche amministrative, che derivavano dai loro incarichi e titoli e per questo molti criticarono e si opposero apertamente alle innovazioni legislative di Ruggero II che, per esteso, si occupavano non solo di politica e di assetto regnicolo, ma anche del regolamento della vita quotidiana dei suoi nuovi sudditi. Si potrebbe approfondire anche il discorso del rapporto tra Re e feudatari all'indomani dell'emanazione delle Assise: esso non fu molto disteso, neanche sotto i regni dei suoi successori. E' verissimo anche che le Assise del 1140 ebbero un notevole influsso sulle successive Constitutiones (queste sì che vanno chiamate con tale termine) di Federico II, così come si mostrano in debito con il codice legislativo bizantino, in particolare con il Codice giustinianeo. Altro provvedimento importantissimo che riguarda la monetazione del Regno di Sicilia in quel tempo contenuto nel testo delle Assise riguarda la sostituzione del vecchio circolante (chiamato "ramesine" nei documenti pugliesi) e l'introduzione dei follari in rame di modulo ridotto (sulla falsariga di quelli qui da te presentati, per intenderci) e di un nominale dal valore maggiore: il ducale (o ducato). Il ducale (fig. 1) era la prima vera moneta regnicola dell'Italia meridionale: consisteva in uno scifato d'argento dal peso teorico (ma in realtà il Re le coniò di peso calante) di 2,50 grammi e dal titolo di 500 - 550 millesimi. Il titolo di metallo prezioso non era molto alto, il che suscitò delle perplessità nei sudditi, soprattutto pugliesi, che dovevano fare uso di dette nuove monete. E non avevano torto: tra peso e titolo calanti, il ducale non doveva essere una moneta molto appetibile per l'epoca. Fig. 1: Un ducale di Ruggero II del 1140. Zecca di Palermo (2,22 g.). Ex NAC 81, lotto 95. Spahr n° 72; MEC 14, n° 212. Al D/ troviamo il busto frontale di Cristo nimbato, nella classica posa bizantina del Pantocratore (d'altronde, la moneta era un richiamo totale al mondo bizantino: era uno scifato, quindi una moneta scodellata, così come si realizzavano a Bisanzio ed inoltre l'iconografia ricalcava quella in uso sulle monete bizantine, anche nella raffigurazione dei sovrani). Al R/, invece, compare il Re Ruggero con gli attributi del potere affiancato da suo figlio (ne legittimava quindi la successione). Fondamentale per avvicinarci agli avvenimenti storici (ma anche numismatici) che si registrarono durante e dopo le Assise di Ariano nel Regno di Sicilia risulta la cronaca di Falcone di Benevento, anche se questa potrebbe presentarsi ai lettori una fonte di parte, in quanto il suo compilatore era apertamente ostile alla politica (anche monetaria) di Re Ruggero. Resta, però, l'unica testimonianza che tratta nel dettaglio il periodo e la questione dell'opera legislativa di questo monarca.
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  33. Ciao! Una delle prime rappresentazioni del leone marciano, diciamo "arcaico". Senza ali e che impugna una spada. Difficile trovare queste monetine in condizioni migliori di quella che hai postato; è considerata R ma credo che sia molto di più in condizioni migliori. saluti luciano
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  34. Per cortesia, vi sono riferimenti bibliografici per i punti 1 e 3 sopra riportati? Qualche libro o articolo? E' comunque poco credibile che un conio sia stato utilizzato "dopo" la morte del pontefice, in quanto i conii utilizzati venivano riscontrati e sigillati da apposita commissione su indicazione del Camerlengo all'inizio della S.V. (Balbi De Caro - Londei. La moneta Pontificia da Innocenzo XI a Gregorio XVI. Roma, 1984, p.207). Per quanto riguarda l'affermazione 2, ritengo poco verosimile questa origine delle debolezze. Se un conio si danneggia e viene riparato si determinano debolezze nei punti più alti della moneta, in rapporto al metallo estruso nella frattura.
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  35. Si tratta di un 50 centesimi coniato a Firenze (Toscana). Fa parte del periodo c.d. Re eletto, ovvero quel lasso di tempo che intercorse tra i plebisciti che sancirono l'annessione dei vari Stati pre unitarii al Regno di Sardegna e la proclamazione del Regno d'Italia.
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  36. All'epoca anche un palancone da 10 centesimi poteva essere importante economicamente per il suo proprietario, che forse non aveva i mezzi per conservarlo. Bellissimo e curioso esemplare, a giudicare dall'usura al diritto ha certamente circolato parecchio..
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  37. Ecco alcune foto del sito, i tre templi Hera,Poseidone e Atena , l'Anfiteatro e un po di parco archeologico.
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  38. Davvero bello.... complimenti!
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  39. Giornate cupe o malinconiche ? le hai mai osservate/prese in mano jn una splendida giornata di sole ? Ogni momento e' buono per osservare una bella moneta ( come una bella donna...)
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  40. @Poemenius a me ricorda vagamente la 6, ad esempio lo stile dell'abito della Vittoria... il diritto nella tavola è poco comprensibile ma credo che potremmo esserci. In caso, Chartagena o Malaga? Antonio
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  41. Per i non romani, in slang romanesco piottavo è la prima persona singolare dell'imperfetto del verbo piottare, ossia "annà a na' piotta" ossia correre.
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  42. Credo sia un bronze di Tiberio per paestum https://www.acsearch.info/search.html?id=145631
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  43. Buon pomeriggio Il ‘miracolo’ di Egina Il titolo può sembrare puerile, ma per me è proprio così. Premetto che uso il cellulare solo per necessità di contatti telefonici e posso andare in Internet solo con wify. So che schiacciando qualche tasto si possono scattare delle foto e poi spedirle per email. Da casa sono riuscito a scattare una foto della mia ‘turtle’ e a inviarla per posta elettronica in ufficio. C’è una prima volta per tutto. La qualità della foto è quella che è, ma credo che renda l’idea dello spessore e della compattezza della moneta.
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  44. DNS ADIVTOR ET REDEM MEVS ("DOMINVS ADIVTOR ET REDENOTIR MEVS") Il signore (è) mio aiuto e redentore Si tratta di una legenda ispirata al Salmo 8 v. 15 (Dimine, redemptor meus et adiutor meus) e presente su questo luigino a nome di Livia Centurioni Oltrematini di Tassrolo (impropriamente vendutomi per Fosdinovo ), che, presente al R/ uno stemma coronata ai tre gigli con lambello.
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  45. Come ha descritto @miroita, su "le monete della repubblica Senese" il grosso postato è descritto come Grosso da 12 denari delibera del 29 aprile 1257 e il segno è il n° 7 (campana) - ti allego scannerizzazione della pagina, - dove cita fra l'altro che fu coniata copiosamente e per lungo tempo . Per me resta comunque interessante la ribattitura del R/
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  46. Non è la mia monetazione, ma mi sembra di vedere: D/+SENAVETVS / Lettera S accostata da quattro crocette R/+(segno) ALFAEDO (segno) / Croce patente Nel volume Le monete della Repubblica senese, questa moneta viene classificata come Grosso da 12 denari, Delibera 29 aprile 1257. Questo grosso sarebbe stato coniato sino al 1270. Peso indic. gr. 1,90 e diam. ind. mm. 20 I segni di zecca possono essere diversi. Nel caso della tua moneta a me sembra di vedere come primo segno un fiore a 5 petali e come secondo la campana. Non essendo in possesso del MIR, da profano mi domando quale possa essere la giusta collocazione temporale di tale moneta.
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  47. Giuseppe, goditi la moneta... Eros
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  48. Sperando di fare cosa gradita vorrei segnalare il prossimo Workshop "TIC-TAC (Tomography, Image processing, surface and bulk Characterization - Technologies, Archaeology and Coins)" che si terrà presso l'Università di Padova, Palazzo Bo, Aula Nievo, i giorni 3-4 Novembre 2016. Molto interessante il programma che si incentrerà sulle nuove tecnologie applicate allo studio della numismatica. La partecipazione è libera e aperta a tutti gli interessati. Aless.C
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  49. Al 99% la moneta postata in questa discussione (la prima in alto) sembrerebbe la tua ma con i rilievi bene in vista, forse sarà più facile classificarla. ciao
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  50. Un conto è restaurare ed un'altro è "lavare e stirare". La prima è una pratica dove si vede il lavoro fatto ma con maestria e solo nei punti dove serve ma non è semplice e ci vogliono attrezzi e sopratutto esperienza. La seconda è una pratica fast-food per migliorare alla buona ma che il più delle volte si finisce per rovinare anche il resto che si era mantenuto buono.
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