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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/03/16 in Risposte

  1. ECCO perché ci ho messo così tanto a metterlo in collezione.... Grazie Antonio per le tue preziose e dettagliate ricerche, un altro punto a favore del fatto che "alcune" monete vanno collezionate anche bucate !!!! (ovviamente secondo me, non vorrei suscitare polemiche.....) Daniele
    4 punti
  2. Ci fa molto piacere poterti dare una mano nell'identificare le tante monete che posti per la classificazione. se pero' schiacci "ogni tanto" quel cuoricino che c'è sulla destra con "mi piace" potrai concretizzare la tua riconoscenza e dare una piccola soddisfazione a chi ha impiegato parte del suo tempo per aiutarti ......
    4 punti
  3. Sono stato io, ieri mattina, a parlare per primo esplicitamente di pesi, dicendo che tutte e quattro erano circa 30 grammi, poiché, come tutti, avevo capito fossero monete da 1 sterlina. Hai dato perfino un "mi piace" a quel post, ma a questo punto mi viene il dubbio che tu non lo abbia nemmeno letto, altrimenti, nel sentirmi parlare di 30 grammi d'oro, e relativo valore, avresti dovuto subito precisare che le monete pesavano di più. Invece, sei intervenuto più volte senza dir nulla, lasciandoci nell'equivoco, e solo dopo che erano giunti diversi altri post sulla falsariga del mio, ti sei finalmente degnato di precisare che erano monete da 5 sterline. Qui aiutiamo tutti, ma per il futuro, se avrai ancora bisogno di noi, spero farai tesoro di questa (negativa) esperienza. Chiudo la discussione, che non ha più nulla da dire, anzi, ha detto anche troppo, abbiamo perso un giorno intero a discutere sul nulla. petronius
    4 punti
  4. @DARECTASAPERE @RobertoRomano Riporto una frase dello Scilla (Breve notizia delle monete pontificie, p. 292) che, scrivendo nella seconda decade del '700 doveva essere abbastanza informato "Le monete di questa Sede Vacante [1700] non sono comuni, e frà (sic) queste più rari sono il Testone con il motto : Paraclitus illuminet; e li due Giulj, de' quali quello con lo Spirito Santo in faccia è rarissimo." Giusto per capire cosa fosse per lo Scilla una moneta rarissima, lo stesso aggettivo è impiegato in riferimento alla piastra di Sisto V di Montalto con la pentecoste
    3 punti
  5. Ciao, la scelta non può che essere alla fine personale. Devi vedere ciò che ti appaga di più valutando più aspetti... lo spazio, quanto vuoi spendere nel materiale, e cosi via... ..e non per ultimo un po di logica... Nel senso che io acquisterei dei vassoi in velluto spendendo i giusti soldi SOLAMENTE se le monete saranno felicemente appoggiate sopra... ma se le devi tenere nelle bustine per poi sistemarli in vassoi, per me non ha proprio senso... soldi spesi in più rispetto a un semplice album per poi non potere nemmeno rendere felici le proprie monete.. Non mi sto schierando ne per le monete libere ne per quelle chiuse... ma per il buon senso... Saluti Rocco
    3 punti
  6. Mirandola: Alessandro I Pico, 1602-1637. Ducatone 1617, AR 31,85 g. ALEXAND PICVS MIRANDVLAE DVX I Busto corazzato a s., con mascherone nello spallaccio; sotto, nel giro, 1617 AR (Giovan Agostino Rivarola, zecchiere). Rv. NVNC PEDE – CERTO Figura muliebre, stante di fronte, con mano ramo d’alloro nella mano d. e con la s. leggermente protesa in avanti; il piede d. su di un dado e il s. su di un globo. Lo sguardo è rivolto verso l’alto a d. donde scendono raggi. CNI 3. Ravegnani-Morosini 5. MIR 522. Bellesia 1b.Questo scudo fu coniato dopo che Alessandro I fu insignito del titolo di Duca dall'Imperatore Mattia. La sigla A R sotto il busto potrebbe riferirsi allo zecchiere mantovano Agostino Rivarolo. Per Bellesia (1995, “La Zecca dei Pico”, p. 169) la moneta sarebbe invece stata ispirata dalla legittimazione di Galeotto a succedere al padre naturale Alessandro, legittimazione concessa dall’imperatore all’inizio del 1617: “Per questo la Fortuna della Mirandola avanza ora con passo sicuro, guardando spavaldamente a tutte le avversità, rappresentate dalle folate di vento che le scompigliano i capelli”. Secondo una diversa interpretazione, invece, Mirandola, abbandonata l’immobilità cui l’aveva costretta l’assenza di un erede di Alessandro, può ora affrontare con sicurezza il mondo, rappresentato dal globo.La sfera indica universalità ed eternità e il cubo, cioè la pietra angolare, la religione, mentre il ramo di alloro dovrebbe simboleggiare la facoltà della Fortuna di premiare chi vuole. Il ducatone (o scudo), probabilmente realizzato su conii incisi dallo zecchiere Antonio Rivarolo (come attesterebbero le iniziali A R sotto il busto al dritto) misura la bellezza di 48 millimetri di diametro per un peso prossimo ai 32 grammi. Si tratta di una delle più belle monete del Seicento italiano, nonché di una delle maggiori rarità della numismatica preunitaria. Eros
    3 punti
  7. Gradirei opinioni e valutazioni in merito a questa mezza corona. Nonostante la circolazione si presenta ancora piacevole e con una delicata patina. Grazie, saluti.
    2 punti
  8. "galeotto fu....il particolare le R scissa" Io continuo a credere che il modello è della seconda metà del XII secolo ciaooooo
    2 punti
  9. Esatto. E si fa come ho fatto io ora con profausto
    2 punti
  10. Gran bel falsone, con legende comunque curate e in stile più che accettabile...
    2 punti
  11. Eccomi qui, finalmente. Vi allego delle scansioni, se necessiatate di altro tenterò in tutti i modi di fornirvelo. L'esemplare in questione pesa g 1,30.
    2 punti
  12. Ti confermo che si tratta del mezzo denaro che ha postato profausto, tratto dal catalogo che ho inserito su questo sito; moneta di tutto rispetto, anche se non in grande conservazione.
    2 punti
  13. probabilmente è quello, ma ho qualche dubbio sulla legenda.... mi pare di intravedere GAL VAL MAXIMIANUS NOB CAES .... forse Galerio? oppure ho le traveggole...
    2 punti
  14. A volte le immagini spiegano meglio di tante parole
    2 punti
  15. Io ho monete papali messe anche molto peggio se e' per quello. Dipende dalla rarita' e dal prezzo. In caso di monete comuni non molto costose si guarda molto alla conservazione....per tante altre no.
    2 punti
  16. Ottimo! Queste sono le vere "pescatine": prezzo basso e dita nera a forza di grufolare dentro ciotole, scatole e barattoli vari... (Con il KRAUSE in testa ) Mi fa ridere infatti quando sui gruppi facebook leggo post di gente che scrive "pescatina del giorno" oppure "pescatina domenicale" e poi vedi monete da 10/20/100 euro e pure di più semplicemente scelte dagli album e vassoi dei venditori...mah. Contenti loro. Saluti Simone
    2 punti
  17. Sesino veneziano, se riesci a leggere alcune lettere sul bordo del lato con la croce si riesce a risalire anche al doge. Mi pare di intravvedere (...)RINVS GR(...) quindi potrebbe essere Marino Grimani. Moneta comunque della seconda metà del '500 piuttosto comune ma pur sempre un pezzo di Storia. ciao Luigi
    2 punti
  18. Venezia, Municipalità Provvisoria (1797), la c.d. "Osella del Lido" URBIS SERVATORIB(US) BENEMAERENS PATRIA AD LITUS EXPLOSIONE REPARATA LA PATRIA RINGRAZIA I SALVATORI DELLA CITTA' , PER AVERLA MESSA IN SICUREZZA DALL'ESPLOSIONE DEL LIDO
    2 punti
  19. SOLA FACTA SOLVM DEVM SEQVOR RIMASTA SOLA SEGUO SOLO DIO Bona di Savoia, Duchessa Madre e Giovanni Galeazzo Maria Sforza ( 1476 - 1481 ), zecca Milano, testone
    2 punti
  20. Bella moneta, in ottime condizioni per la tipologia. Monete coniata al marco in maniera frettolosa per finanziare le ingenti spese del sovrano, presentano dimensioni e peso estremamente variabili. La mia ha pure la legenda incompleta, ma pesa quasi 0,90, sintomo che la produzione andava tutta velocità incurante della qualità della moneta prodotta. Non ho mai visto il mezzo denaro associato.
    2 punti
  21. Ciao. Ho acquisito all'ultimo Convegno di Verona questa medaglia di Pio IX che non ho trovato censita nel Catalogo del Forum: Pesa 19,83 grammi con un diametro di 32 mm. Nel nostro Catalogo ho reperito la medaglia dell'Anno II: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE92/40 ma come si può notare, mentre il conio del rovescio è identico, quello del dritto ritrae il Pontefice rivolto a destra anzichè a sinistra e l'incisore del dritto dell'Anno II è Cerbara mentre quello dell'Anno I è Girometti. Avete qualche notizia al riguardo? Sapete dove posso trovare un passaggio in asta o in un listino? Grazie e saluti. Michele
    1 punto
  22. Buonasera a tutti gli amici del forum, condivido con voi le foto di una medaglia interessante dal punto di vista storico. Fa riferimento ad un arbitrato del 1758 per dirimere un contenzioso tra piovani e titolati riguardo al testamento di Pietro Baccari. Ho trovato un unico riferimento in google books https://books.google.it/books?id=UX4dWXtntLgC&pg=PA252&lpg=PA252&dq="joseph+zanchini"&source=bl&ots=uInpvZxNUq&sig=TNni36GfP6-uPqMpKrxSfnAc8pI&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiMjMLQ0a3QAhWFbRQKHYVWC6wQ6AEIGzAA#v=onepage&q="joseph zanchini"&f=false La medaglia è stata dorata ed è molto leggera (sui 14 grammi, nonostante i 46 mm di diametro), per cui mi mi sembra difficile che si tratti di argento
    1 punto
  23. E' una imbarazzante riproduzione che non ha neanche la pretesa di sembrare originale ne' è d'oro.
    1 punto
  24. Posta pure ........ e se il buon @profausto dovesse avere bisogno di una mano (ma non credo) il forum c'è .......
    1 punto
  25. http://www.cambridge.org/it/academic/subjects/history/european-history-1000-1450/medieval-european-coinage-volume-12?format=HB
    1 punto
  26. In effetti, per averle dallo SPL in su, vi ho impiegato 26 anni...
    1 punto
  27. Mettiamola così, come si vede a volte i falsi sono più interessanti di quelli buoni...non e' detto che essendo un falso però non abbiano preso spunto da più tipologie precedenti in circolazione, la R con la gambetta e' un bel segno evidente ma anche la forma squadrata lo è' e questa porterebbe a una produzione più tarda, e' comunque fatto bene questo sicuramente ...
    1 punto
  28. @Alex0901 E' un falso d'epoca. Di buona fattura almeno così mi sembra. Il tuo bilancino non è preciso, comunque. @margheludo che ne pensi?
    1 punto
  29. Moneta di notevole fascino...BB+ per me dalle immagini e forse in mano anche qualcosa di più, l'elaborato stemma al rovescio sembra avere ancora tutti i particolari ben definiti...molto gradevole, infine, la patina.
    1 punto
  30. LE ARGENTIERE DI GROMO E LA MONETAZIONE COMUNALE BERGAMASCA (estratto da una mia conferenza) Questa mia breve esposizione sulle miniere e sulle monete medioevali bergamasche non è volutamente di carattere specialistico; peraltro non sono un esperto di storia delle miniere, per la quale faccio riferimento al lavoro di Gianni Barachetti “Possedimenti del vescovo di Bergamo nella valle di Ardesio”, ma piuttosto un appassionato collezionista delle nostre monete. Cercherò sostanzialmente di inquadrare il periodo storico che lega l’attività mineraria a quella della zecca di Bergamo e di illustrare brevemente le monete. Nel corso dell’XI secolo il potere dei conti, che sono al vertice dell’autorità locale dall’avvento dei carolingi, va sempre più sminuendosi a favore dei vescovi che, spesso in contrasto con il Papato, godono invece del sostegno degli imperatori: già Berengario I nel secolo precedente, poi Ottone II e Enrico II conferiscono ai vescovi di Bergamo dapprima giurisdizione sulla città, poi via via sul territorio circostante fino ai contadi più lontani. Nel 1026 inizia il governo vescovile anche nella valle di Ardesio; nel 1077 è eletto vescovo di Bergamo Arnolfo, filo imperiale e scismatico – sarà più tardi scomunicato – e con lui l’Episcopato, che già gode di diritti di regalìa sui territori della valle, acquista anche quelli sulle miniere di argento. Il primo documento che dà notizia certa sull’esistenza delle argentiere è un atto del dicembre 1077 con il quale un prestanome acquista, per ordine e con il denaro del vescovo, ogni diritto sulle vene di argento possedute nella valle di Ardesio da Otta, vedova del conte Alberico da Martinengo. Dopo un periodo di controversie tra i vescovi che si succedono e gli abitanti della valle; nel 1079 si arriva a una transazione che, legittimando una situazione ormai esistente di fatto, riconosce molti dei diritti conquistati nel tempo dai valligiani; ai loro consoli è conferita la giurisdizione civile della valle, ed essi possono, tra l’altro, costruire fucine e fornelli per l’argento. La valle gode di ampia autonomia nei confronti del vescovo, ma anche nei confronti del nascente comune cittadino, che non ha ancora esteso la sua giurisdizione sul territorio. La decadenza dell’autorità ecclesiastica e imperiale che caratterizza l’ XI secolo determina il fatto che le città incomincino a darsi libere istituzioni: la struttura comunale si basa inizialmente su associazioni volontarie in cui il potere è nelle mani dell’aristocrazia maggiore e di quella minore, che, gravitando spesso intorno ai vescovi, era entrata a partecipare alla vita pubblica. Le famiglie più importanti, costituenti i valvassori e i cives, radunate nelle chiese e in presenza del popolo, discutono di bilancio, manutenzione, custodia, difesa, ed eleggono i rappresentanti ai Consigli di Credenza e Generale, organi supremi dell’amministrazione comunale dopo la decadenza del potere vescovile al quale si affiancavano in origine. Tornando alle vicende della valle, in questo periodo l’attività mineraria (argento, rame, piombo, ferro) costituisce il nerbo della sua economia; in un documento del 1217 viene indicata per la prima volta, seppure in modo vago, la collocazione geografica di una vena di argento: la vena “est in ripa Serii prope Grumo”. L’estrazione dell’argento viene appaltata a società alle quali chiunque lavori versa somme di denaro in funzione dei giorni lavorati e dei materiali utilizzati. Ci sono alcuni documenti al riguardo, ma di controversa interpretazione: sull’indicazione ad esempio di 15 giorni di lavoro, non è chiaro se questo è il tempo massimo consentito per l’estrazione, o il limite al di sopra del quale si diventi affittuari; e anche l’importo di 25 grossi da 4 denari versati periodicamente alla curia quali diritti di estrazione dalle società che lavorano nelle miniere di Gromo non è chiaro a che cosa esattamente si riferisca. I diritti sulle miniere continuano a essere rivendicati dal comune e dall’episcopato: quest’ultimo cerca di difendere il suo potere feudale in disgregazione, il comune di subentrare; i titolari delle imprese estrattive devono rispondere a due padroni e, nella confusa situazione giuridica, cercano ove possibile di sottrarsi a entrambi. Nel 1225 il vescovo si preoccupa ancora di acquistare diritti sulle miniere di argento e di rame che si trovano nel territorio di Gromo e nella valle, dal Ponte nuovo fino alla Scaluggia verso Bondione. Negli anni prossimi al 1230 si susseguono controversie tra il vescovo di Bergamo Giovanni e i comuni di Ardesio e Gromo; quest’ultimo era stato concesso in feudo nel 1226 da Federico II alla famiglia Ginami. Ma in questo periodo vanno maturando importanti avvenimenti: la politica del comune, che nel frattempo ha accresciuto la propria autorità, mira ad avocare a sé la produzione dell’argento per dare avvio all’attività di una zecca cittadina. Contro i capitoli minerari contenuti nello statuto di Bergamo, il vescovo chiede l’intervento papale, che però non avrà successo: il podestà fatto eleggere dal papa viene cacciato dopo che i Rivola e i Suardi, a capo rispettivamente dei partiti guelfo e ghibellino, dopo un lungo periodo di lotte e violenze si accordano e, nel 1230, eleggono a podestà Rubaconte da Mandello, che a sua volta fa promulgare dei capitoli minerari volti al potenziamento della zecca e lesivi dei diritti vescovili. Riguardo all’argento e al rame prodotti in Ardesio e Gromo, i capitoli minerari prevedono che “tutti i metalli del territorio debbono essere portati nella città di Bergamo”, con pene e multe per chi non osservi tale disposizione o “affini o faccia affinare argento fuori dai suburbi della città, ad affinatori che abitino fuori Bergamo, specialmente nell’alta valle Seriana”. Viene ordinato che ogni raffineria allocata in provincia sia distrutta entro 8 giorni dalla promulgazione dello statuto, e i consoli di Ardesio e Gromo vengono vincolati sotto giuramento a far osservare tale disposizione. Gli interventi vescovili e papali contro questi capitoli minerari cadono nel vuoto, tanto che essi ricompaiono nello “Statuto vecchio” della città di Bergamo del 1236: i paragrafi dal 16 al 21 riguardano la legislazione mineraria, e il decimo recita: “Item statuimus et ordinamus quod moneta fiat in civitate Pergami bona et bella et legalis pro communi Pergami”. Che già gli ordinamenti minerari di Rubaconte da Mandello fossero in relazione con l’intenzione di avviare una zecca lo fa pensare il fatto che essi riguardano solo i metalli da coniazione (argento, rame) ed escludano invece il ferro. Nel 1238 gli Annales Placentini Gibellini riferiscono: “Pergamaschi fecerunt monetam novam quae dicitur Pergaminus”. Il periodo di massima floridezza economica del comune di Bergamo, che coincide con quello di attività della zecca, non lo è invece per gli abitanti delle valli: mentre il governo dei vescovi, sostanzialmente limitato all’ambito della città, pur vantando diritti di regalìa sull’estrazione dell’argento, lasciava ampia libertà al contado, il comune fa sentire con più vigore la sua autorità: le valli perdono i loro privilegi e vengono sempre più coinvolte nelle vicende della città. Dopo la chiusura della zecca nel 1302, l’estrazione dell’argento è abbandonata all’iniziativa privata, e la Repubblica di Venezia, che nel 1428 subentra nel territorio, segna il declino di questa attività non più redditizia. Nel 1596 il capitano del popolo Zanne da Lezze, nella sua relazione al senato veneto, parla per Ardesio di sole miniere e officine per il ferro. Nel 1666, poi, una violenta alluvione si abbatte su Gromo e le argentiere, da tempo abbandonate, vengono invase dal fango e distrutte.
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  31. in alto trovi un'icona a forma di busta, serve per mandare messaggi personali agli utenti del forum
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  32. Allora c'è qualche dato che non va ..... bisogna approfondire
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  33. E' vero; ma nonno cesare è proiettato verso il futuro...buona giornata a titti
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  34. Assolutamente d'accordo. Aggiungo che visto che potenzialmente e' una moneta costosa andrebbe comunque vista e periziata da un esperto, che magari potrebbe anche dare consigli sui canali di vendita.
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  35. Questo metodo secondo me non e' male e si possono lasciare le perizie intatte volendo, diciamo che e' l'alternativa low cost ai vassori di velluto seri. E poi si confesso, ho appena finito la serie di Umberto I
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  36. @scottish75 Ciao Hai visto che bella discussione! Come vedi ci sono diversi modi di conservare le proprie monete, ognuno poi sceglie quello che ritiene più adatto alle propri esigenze. Qual'è il modo migliore? Chi può dirlo! Se le hai in un vassoio e ti dovesse cadere una monetina dalle mani, ( a me è successo e mi viene male solo a pensarci,) rimpiangi di non averla chiusa in un oblo o bustina....!!!! Se è chiusa in un oblo o bustina, perdi il piacere di toccarla con mano...... Quindi a te l'ardua decisione.... Un cordiale saluto
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  37. Ciao @RobertoRomano e grazie delle tue informazioni tecniche che vorrei estendere piu' dettagliatamente a tutti gli utenti interessati , essendo queste notizie anche storia del Colosseo e di Roma . Per quanto riguarda il terremoto del 1703 un interessante link che riguarda Roma , il Colosseo e il Papa Clemente XI durante il terremoto del 1703 che colpi' L' Aquila e tutto il centro Italia , purtroppo di attualita' anche oggi : https://ingvterremoti.wordpress.com/2013/03/13/papa-e-terremoto-clemente-xi-e-i-sismi-del-1703/ Per quanto riguarda lo Stern , in breve : Stern e il restauro dei monumenti L'architetto operò nel settore del restauro dei monumenti antichi con interventi rimasti esemplari, esibendo il delinearsi di un moderno intendimento critico, espresso in particolare da integrazioni sintetiche e chiaramente distinte rispetto alle parti originali. Tale è appunto l'indirizzo critico osservato nell'opera di liberazione, isolamento e reintegrazione delle parti perdute dell' Arco di Tuto (1818-21), proseguita da Giuseppe Valadier fra il 1822 e il 1824 . Già nel 1802 Stern aveva presentato una memoria sui necessari lavori di consolidamento di parte dell'anello esterno del Colosseo, e dopo aver elaborato varie soluzioni progettuali nel 1806 insieme agli architetti Giuseppe Camporese e Giuseppe Palazzi , l'anno seguente eseguì il grande sperone laterizio e la connessa tamponatura delle due campate sui tre ordini di fornici all'estremità settentrionale dell'anello interrotto. Vi conservò il mirabile effetto visivo del dissesto delle arcate: quasi un'istantanea dell'attimo di un crollo, che è al contrario scongiurato dal sagace provvedimento, e, per così dire, esorcizzato nel momento in cui viene rappresentato; pare in tal senso superato nella concreta realtà dell'architettura quanto era stato bizzarramente figurato in tanti capricci del rovinismo pittorico del secolo precedente. Quadro del Van Wittel :
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  38. Onestamente mi pare eccessivo insistere, dopo i giudizi già dati ad inizio discussione, sulla questione prezzo: si tratta di una forbice di qualche decina di Euro che può essere opinabile. La moneta non è bella, qualunque sia il suo prezzo. E per essere apprezzabile non deve per forza essere in FDC, ovviamente, ma suggerirei di mettere in collezione almeno un BB integro, altrimenti parlare di prezzi non ha senso visto che al di sotto di un adeguato livello qualitativo queste monete hanno poco (= praticamente nessun) mercato di ritorno (cioè dal collezionista al venditore). Poi gli acquisti: spero di non attirarmi qualche maledizione, ma il mio consiglio è di comprare una moneta dopo averla potuta esaminare direttamente, da un commerciante (per esempio ad un convegno) o ad un'asta. E nel dialogo con l'operatore non può che derivare una auspicabile crescita di conoscenze e consapevolezza da parte dell'acquirente.
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  39. Ma non è una zeta retrograda, è una zeta dell'alfabeto greco.
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  40. Buonasera gigetto 13. Premetto che nelle foto, che poi riguarderebbero la mia collezione di monete medioevali non compare Venezia, ma le zecche di area Veneta descritte nel C.N.I n. VI " Veneto zecche minori". La collezione è lunghi da essere completa..ci mancherebbe altro, ma riguarda una passione maturata negli anni, come lo è per la maggioranza di noi collezionisti. Le zecche di questa area come saprai sono : in ordine alfabetico- -Aquileia - Gorizia - Merano - Padova - Trento - Treviso - Trieste - Verona - Vicenza. Mi ha fatto piacere condividere con Chievolan la parte riguardante la zecca di Aquileia, che anche lui colleziona. Comunque avrei il piacere poterti conoscere.. magari al pranzo del sabato..dei lamonetiani.
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  41. Appena avrò un po più di quiete e mi sarò liberato degli impegni scolastici, leggerò con estrema attenzione i vostri preziosi interventi. Nel frattempo vi dico solo che a brevissimo arriveranno sia foto migliori che il peso della moneta stessa. [emoji6]
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  42. Riprendo questo esemplare in quanto oggi casualmente avevo sfogliato un vecchio catalogo di Classical Numismatic Review (della CNG e Seaby), vol. XIX, 1, 1994 e mi sono accorto di una moneta, un dracma pratico, trattao alla stessa maniera. Riporto la relativa scansione: Molto interessante è il commento del curatore del catalogo. In breve (e in italiano), dice che è noto come esistano dracme partiche (della Parthia, corrispondente grosso modo all'attuale Iran) che sono state riconiate. In questo caso si tratterebbe di un dracma di Pakoros I (78-120 d.C.) riconiato sopra un denario romano serrato e che lo strano bordo frastagliato non è dovuto a rotture del tondello ("flan cracks"), ma al fatto che è stato riconiato appunto sopra un denario serrato, amplificando per l'espansione alcune dentellature del bordo. Grazie a alcuni particolari rilevabili dell'undertype (parte di una corona sopra un lungo ramo di palma), il denario che ha funzionato da tondello dovrebbe essere di Q. Antonius Balbus, RRC 364, dell'83-82 a.C. [Mia nota: sinceramente ho difficoltà a reperire tale particolare e lo stesso catalogo accenna, sotto la foto, che non è possibile identificare l'undertype....] Si sa che almeno dal tempo delle conquiste di Pompeo in Oriente, nel 63 a.C., le monete romane circolarono anche nella Parthia e probabilmente non pochi denari romani caddero in mano partica dopo la disfatta di Crasso nel 53 a.C. Sembra quindi che i denari romani siano stati utilizzati anche per creare le dracme dei Parti, che hanno più o meno lo stesso peso. In tale prospettiva non si può escludere a priori che anche partigiani romani repubblicani o i loro alleati Parti (si sa bene che Labieno, che fu mandato da Bruto in Parthia, formò un esercito misto con i Parti e si fregiò del titolo di Imperator Parthicus, venendo poi sconfitto da Ventidio) abbiano voluto riconiare un vecchio denario, possibilmente serrato, con propri rudimentali conii di imitazione per ricordare l'amico Bruto.... Questa è l'unica possibile spiegazione per una moneta che possa essere definita falso antico, risalente al più tardi al I secolo d.C. Bisognerebbe sentire un esperto anche di monete partiche per conoscere altri esempi di simili riconi con bordi di questo genere....
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  43. Bando ai sofismi. E' giusto sempre porsi la domanda se un esemplare dell'emissione EID MAR (non la stessa emissione !!) sia un falso o un esemplare autentico. Come dimostrato nella simpatica e parallela discussione su un enigma posto da King John, può capitare un esemplare con vecchio pedigree e risultare essere un vecchio falso, in questo caso riconosciuto dallo stesso venditore Gorny & Mosch, evidentemente con occhi più attenti e dopo la restituzione della moneta. Come ben si sa, anche nelle vecchie collezioni pubbliche museali ci sono diversi vecchi falsi. E lo stesso denario di Bruto con EID MAR, come più volte ribadito in questa chilometrica discussione, è stato spesso falsificato e sembra che la prima notizia su un aureo con EID MAR risalga nientemeno che al 1738, che è la data della pubblicazione di un libro, del danese Christianus (al suo n. 10): A giudizio di Buttrey, tutti questi aurei repubblicani elencato da Christianus (una dozzina) erano falsi, prodotti non molto prima di questa pubblicazione. Come già mostrato in alcuni posts di questa discussione, lo stesso famoso collezionista Bartolomeo Borghesi (1781-1860) aveva tre denari di EID MAR: peccato che erano identici fra loro. Nell'asta Dura & Sambon del 1881, che mise all'incanto questa collezione, oltre venti anni dopo la morte, i tre denari erano in tre distinti lotti (711, 712, 713). Questa asta non ebbe seguito, in quanto l'intera collezione fu acquistata in blocco e poi rimessa di nuovo in asta da Sangiorgi nel 1893, solo che questa volta il curatore dell'asta, Sambon, si accorse della falsità e riunì i tre denari in unico lotto, con la specifica che sono falsi: Con questa vendita l'intera collezione Borghesi delle monete repubblicane fu dispersa e non si ebbe più notizia delle varie destinazioni. Ho la quasi certezza che uno di questi tre falsi fu acquistato dal collezionista inglese Bunbury, che cedette la sua collezione in asta Sotheby nel 1896, e molti dei suoi pezzi furono acquistati dal British Museum nello stesso anno. Il denario del British Museum in oggetto è il seguente (con numero di inventario 1896,1203.27): All'esame diretti è risultato essere un tipico falso ottocentesco, fuso (con tipico aspetto della superficie ed è possibile riconoscere almeno una bolla di fusione dietro la nuca di Bruto). E' da notare che questo esemplare non fu registrato dal Grueber nel suo catalogo delle monete romane repubblicane del British Museum e soprattutto fu riconosciuto subito come falso dal curatore del BM, Sir Hill, come dimostra la copia tratta dal suo registro (a due pagine) di entrata delle monete nella collezione del BM, al suo n. 27: Prima pagina Seconda pagina E' da notare che Hill sospettava l'origine italiana di questi falsi (vi lascio il piacere di identificare l'altro falso, al n. 26, sempre proveniente dalla vendita Bunbury).... La cosa interessante è che di questo falso con EID MAR, che godette una certa fortuna nel XIX secolo, esistono alcune copie, anche di qualità ancora più cedente, come questo, che sta nella collezione ex Pelagio Palagi (1775-1860, quindi esattamente contemporaneo di Borghesi), ora nel medagliere di Bologna (che ha solo questo per EID MAR): Anche questo è un fuso e si capisce che è opera dello stesso falsario, purtroppo non identificato, il quale chiaramente aveva effettuato una ulteriore derivazione fusa, da rifilare al povero Palagi... Questo semplice esempio per confermare che comunque esistono vecchi falsi con EID MAR, che però sono facilmente riconoscibili, in genere anche dalla sola foto, ma ancora a maggiore ragione dal vivo.... Un pò più pericolosi certi falsi moderni...
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  44. Quoto i 2 messaggi per confermare che è la variante stelle grandi! Adesso la inserisco anche nella discussione dedicata a queste monete così ritorna nelle prime posizioni, visto che ho scoperto l'esistenza solo oggi.
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  45. Nella mia,ormai,pluridecennale attività di studioso di numismatica e di collezionista,ho imparato che,certe monete,ti passano davanti,nella vita,due-tre volte.E non più.Bisogna stare sempre sul pezzo e giocare sempre le proprie carte.Ho perso alcune monete per un nulla.Ad esempio il giulio S.V. 1740,perchè, in quel momento,il cellulare non aveva campo...ad un prezzo STRACCIATO.Me lo ricorderò finchè campo.
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  46. Ecco finalmente la moneta... diametro max: 15,8 mm, diam min: 15,3 mm, per cui direi stesso diametro della moneta di rorey, sui 15.5 di media. Non ho ancora avuto il tempo di metterla silla bilancina.. che ne dite? a me sembra leggermente incurvata la riga tra le due II... frattura di conio? Sta sera con calma posterò alcune altre foto più dettagliate di confronto con quella di rorey.
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  47. Sud Africa 1 Shilling 1950 Argento .800 € 4,50
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  48. Condivido la bellissima iniziativa postando questo magnifico 2 lire della repubblica genovese del 1793.
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