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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/04/16 in Risposte
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Forse il piu’ prestigioso riconoscimento per un legionario di Roma era il diploma militare che gli veniva assegnato al momento del congedo dalla sua unita’ combattente la Legione ,dell’ esercito romano , al termine del servizio militare svoltosi in modo del tutto regolare , onesto ed onorevole . Questo diploma era il titolo piu’ ambito probabilmente anche rispetto alle riconoscenze che nel corso della vita militare il soldato poteva ricevere per atti di valore in battaglia o per altri motivi , poiche’ cio’ non presupponeva la sicurezza di arrivare vivo fino al termine della ferma militare . Da Augusto in poi , veniva rilasciato ai legionari e agli ausiliari un diploma che autorizzava la fine del servizio militare e oltre all’ attestato scritto inciso su lastra in bronzo , veniva consegnata una somma in denaro chiamata “nummaria missio” oppure in alternativa , che nel corso dell’ Impero divenne quasi una norma per scarsezza di contante o perche’ i soldati non volevano denari di rame come se fossero di argento , l’equivalente di un appezzamento di terra al posto del soldo , chiamata in questo caso “agraria missio” . Agli ausiliari invece di soldi o terra poteva essere concesso il diritto di cittadinanza romana . Questi privilegi erano dedicati anche ai legionari congedati prima del tempo , come nel caso di gravi ferite o per malattie , “causaria missio” , oppure ai congedati per esplicita volonta’ del comandante , “gratiosa missio” ; al contrario di tutto cio’, la perdita dei benefici avveniva con il congedo disonorevole , “ignominiosa missio” , che poteva essere causato per vari motivi : codardia in battaglia , omicidi , furti , disubbidienza , ecc. Come si nota la vita militare nonostante la pericolosita’ e gli imprevisti vari , consentiva pero’ al termine della ferma di ottenere una serie di benefici che permettevano di terminare la vita in modo onorevole . La regolare ferma militare del Legionario era sotto Augusto di 16 anni , 20 anni per la Choorte urbana , mentre 25 anni per gli ausiliari ; queste date di scadenza non erano pero’ categoriche perche’ spesse volte i soldati erano trattenuti in servizio forzato o volontario , in tal caso erano chiamati “evocati” . Esistono alcune attestazioni di “evocati” come ad esempio la lapide di T. Cillio di Laranda in Turchia , morto a 70 anni dopo aver trascorso ben 38 anni nella Legione XI , oppure quella di Claudio Celere di Verona che si era arruolato volontario a 20 anni e che mori’ a 63 anni ancora in servizio senza mai lasciare il suo incarico . Da Adriano la ferma fu innalzata a 25 anni di servizio nell’ unita’ di appartenenza , ma negli ultimi 5 anni i legionari venivano pero’ sollevati dagli incarichi piu’ pesanti . Al momento del congedo il soldato semplice legionario riceveva oltre al diploma , 5000 denari d’ argento o l’ equivalente apprezzamento di terreno . Concludendo chi aveva la fortuna di arrivare vivo ed integro dopo in media circa 20 anni di permanenza in una Legione , poteva sperare in un proseguimento di vita tutt' altro che disprezzabile . Un diploma militare in bronzo proveniente da Carnuntum in Pannonia , databile al tempo dei Flavi , Tito , 13 Giugno dell' 805 punti
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Salve ecco ancora un ritrovamento di sepolture nella mia zona la speranza è che non faccia la fine di altri ritrovamenti simili o anche più importanti ritrovamento nella zona della abbazia altomedievale di san Gervasio di Bulgaria una delle più antiche della Val Cesano3 punti
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Ci eravate cascati? ovviamente il titolo è uno specchietto per le allodole frammento di Denaro di Ludovico il Pio con VENECIAS.. scambio (v. sua discussione odierna denaro Gorizia) di oggi con @ak72 che ringrazio come sempre. In attesa di un pezzo integro mi piace avere questo. Parlando con Andrea, in effetti la conservazione non sembra niente male, quindi le cause della rottura forse non sono dovute ad usura, né tantomeno dal voler "produrre" un mezzo denaro (pratica che non ricordo fosse applicata in questo contesto, come invece capitava in altri periodi e luoghi). Il buon vecchio Occam quindi suggerisce una rottura accidentale.3 punti
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Che altro dire, non mi resta che ringraziare ognuno di voi per il tempo e la sapienza investiti per la mia piccola monetina e non mi resta che osservare l'interessante svolgersi di questa discussione (non appena posso mi piacerebbe condividere qualche altro denarino di cui sono in possesso)!3 punti
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Ovviamente come puoi constatare si tratta del secondo tipo.. emesso per a. Dandolo D/ AN DADUL S M VENE R/ XPE RESURESIT3 punti
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Buon giorno,Il mio parere è che possa trattarsi di un falso particolarmente ben fatto, fedele in tutti i suoi aspetti abbastanza tardo vista la forma volutamente squadrata come quelli in circolazione al momento,ed era questo il particolare più importante da curare per la buona riuscita della truffa, se il riferimento fosse stato il denaro precedente, come suggerisce la legenda con quella R, cioè più rotondo, non avrebbero avuto problemi a ritagliare la lamina in maniera da ottenere un dischetto circolare. la buona leggibilità è sicuramente dovuta alla mancanza dei vuoti causati dai colpi di martello, lo stile delle lettere può dipendere dal fatto che hanno copiato una legenda da un denaro precedente che ancora circolava. Sicuramente molto interessante.3 punti
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Credo che i simboletti posizionati intorno allo scudo bipartito nel saluto d'oro, non presenti invece su quello d'argento,servissero a scopo cautelativo contro le contraffazioni, evitando così che un saluto d'argento potesse essere per così dire dorato e spacciato come un carlino tutto ď oro.3 punti
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Ciao. Ho acquisito all'ultimo Convegno di Verona questa medaglia di Pio IX che non ho trovato censita nel Catalogo del Forum: Pesa 19,83 grammi con un diametro di 32 mm. Nel nostro Catalogo ho reperito la medaglia dell'Anno II: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE92/40 ma come si può notare, mentre il conio del rovescio è identico, quello del dritto ritrae il Pontefice rivolto a destra anzichè a sinistra e l'incisore del dritto dell'Anno II è Cerbara mentre quello dell'Anno I è Girometti. Avete qualche notizia al riguardo? Sapete dove posso trovare un passaggio in asta o in un listino? Grazie e saluti. Michele2 punti
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In collezione (dopo aver "sverginato" @gigetto13, se interessati, al rito della sigaretta aveva un'aria molto soddisfatta) Gorizia (zecca di Lienz) Enrico IV 1385-1454 Denaro con croce D/ + hAINRICVS •COMES • GORI Scudo triangolare trinciato, col leone di Gorizia R/ =MO NET DELV IONI Croce patente che interseca la leggenda, accantonata, nel 1° e 4° angolo, da stella a 6 raggi, nel 2° e 3", da luna crescente 0.31 grammi2 punti
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la classica catalogazione B/SPL/FDC ecc per me non è corretto usarla per le monete antiche. Per mio conto posso dire che la trovo in condizione sicuramente collezionabile .2 punti
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Vedi per esempio che le monete da te aggiunte e attribuite al Padovano pesano circa 37 grammi. Quella oggetto della discussione appena 30,46 Gr. Indicazione oggettiva di un sesterzio fuso ottenuto successivamente da un esemplare del Cavino. Quanto successivamente non credo sia facile saperlo. . .2 punti
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Grazie Legio II Italica, se posso allora riassumo volentieri l'articolo! Tra i riconoscimenti concessi ai soldati l'autore cita: "la corona obsidionalis data al miles che liberava una città sotto assedio, la corona civica spettava a colui che salvava la vita di un compagno sul campo di battaglia, la corona muralis era concessa al soldato che per primo posava piede in una città nemica sotto assedio." L'autore cita anche altre decorazioni militari come "i torques o le armillae, di solito montate sopra l'armatura del legionario tramite cinghie o apposite strutture in cuoio." Tra le punizioni invece vengono citate l'espulsione dall'esercito o la degradazione, ma l'autore afferma tra l'altro che " per un'unità il più grande disonore era quello di venire sciolta". Le punizioni corporali vengono suddivise in fustigatio (bastonatura), flagellatio (fustigazione), verberatio ( flagellazione). Una pena estrema era la decimazione; riporto quanto afferma a riguardo l'autore: " Quando rea di disobbedienza o codardia era un'intera un'unità, si punivano cinque, otto o venti uomini fra i colpevoli, di modo che i prescelti rappresentassero un decimo dell'unità, e li si metteva a morte tramite il fustuarium (bastonatura). Gli altri soldati erano considerati in disgrazia e costretti a vivere fuori dal campo, privati delle loro razioni di grano. Occorre tuttavia ricordare che ciò che si definisce decimazione è descritta da Polibio come fustuarium; nel corso del tempo tale pratica si trasformò prevalentemente nella decapitazione dei soldati insubordinati". Questo in sintesi il tema dell'articolo; mi scuso se sono stata imprecisa, ho cercato di riassumere al meglio quanto espresso dall'autore2 punti
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Ti ringrazio @azaad per i tuoi commenti, inoltre mi fa tanto piacere vedere appassionati come te che si interessano a quest'argomento. Ricordi bene, infatti, perché la Travaini si è interessata più volte di iconografia monetaria. Cito alcuni tra i suoi lavori che forse possono essere di qualche utilità (credo che molti già li conoscerai), mentre ce ne saranno sicuramente anche altri, che ora mi sfuggono, a cui fare riferimento: Lucia Travaini, Hohenstaufen and Angevin denari of Sicily and Southern Italy: their mint attributions, in Numismatic Chronicle 153 (1993), pp. 91-135. Lucia Travaini, Zecche e monete nello stato federiciano, in Federico II e il mondo mediterraneo, Palermo (Sellerio) 1994, pp. 146-164. Lucia Travaini, Federico II mutator monetae: continuità e innovazione nella politica monetaria (1220-1250), in Friedrik II. Tagung des Deutschen Historischen Instituts in Rom im Gedenkjahr 1994, her. A. Esch e N. Kamp, Tubingen 1996, pp. 339-362. Lucia Travaini, La monetazione sveva nel Regno di Sicilia: note conclusive e riflessioni storiografiche, in La monetazione pugliese dall’età classica al medioevo (2), Le monete della Peucezia. La monetazione sveva nel regno di Sicilia, Atti del 2° congresso nazionale di numismatica, Bari 13-14 novembre 2009, Bari 2010, pp. 325-330. Lucia Travaini, Le aquile e i gigli, la scala e gli scudi. I segni del potere signorile sulle monete italiane tra Duecento e Trecento, in Signorie italiane e modelli monarchici, Atti del convegno, Milano 8-9 febbraio 2012, a cura di P. Grillo, Roma 2013, pp. 235-260.2 punti
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Eccomi di corsa! è buono! ... ne ho visti altri molto simili... come dicevo in una discussione analoga su tuttonumismatica, ho trovato tra le collezioni private un po'di denari con la T, abbastanza per poter costituire dei gruppi, ed è molto interessante perchè da questo, che evidentemente è il primo stadio, ce ne sono di sempre più complessi fino ad arrivare ad una T molto più chiara e ben realizzata... spero di riuscire a pubblicare presto questo studio di cui parlo...2 punti
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Ah si? E com'è che a Parigi nel medagliere della Biblioteca Nazionale sono conservati centinaia di conii originali del Cavino?2 punti
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Salve. Dovrebbe essere la riproduzione di un tetradramma di Rhegion (Bruttium), almeno il D/ appartiene a questa serie (leggo distintamente PHINON), solo che nella tipologia "canonica" dovrebbe esserci una testa di leone al rovescio. Però, non ho trovato corrispondenze, almeno finora, per questo accoppiamento di conii (tra l'altro, il rovescio non sembra appartenere neanche alla zecca di Reggio). Siamo forse di fronte ad una riproduzione che vorrebbe imitare un presunto raro ibrido da rifilare a qualche raccoglitore smanioso di pezzi importanti (anche se creati ad arte)?2 punti
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Mettiamola così, come si vede a volte i falsi sono più interessanti di quelli buoni...non e' detto che essendo un falso però non abbiano preso spunto da più tipologie precedenti in circolazione, la R con la gambetta e' un bel segno evidente ma anche la forma squadrata lo è' e questa porterebbe a una produzione più tarda, e' comunque fatto bene questo sicuramente ...2 punti
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SOLA FACTA SOLVM DEVM SEQVOR RIMASTA SOLA SEGUO SOLO DIO Bona di Savoia, Duchessa Madre e Giovanni Galeazzo Maria Sforza ( 1476 - 1481 ), zecca Milano, testone2 punti
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Buongiorno a tutti, vi posto uno degli acquisti effettuati a Verona la settimana scorsa.. Mi sto appassionando a tutte le zecche preunitarie dopo aver seguito solo Napoli per alcuni anni.. Ringrazio tutti quelli che vorranno rispondere.. Buona domenica1 punto
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Cito Lorenzo Passera: -Alla morte di Mainardo VI (VII), i cui figli erano minorenni, la città di Lienz passò sotto la sovranità feudale dei vescovi di Salisburgo e l’avvocazia patriarcale venne temporaneamente conferita ai Carraresi di Padova fino al 1398. In quell’anno Enrico IV, figlio maggiore di Mainardo VI, rientrò in possesso delle cariche paterne. Nel lasso di tempo tra 1385 e 1398 è assai probabile che la coniazione di moneta goriziana sia stata interrotta. La zecca di Lienz fu forse ancora inattiva nel 1399: un documento del 14 aprile di quell’anno testimonia che il monetiere fiorentino Zanobio di Giaceto chiese in nome del Patriarca di Aquileia al Capitano di Gorizia Giovanni da Rabatta di proclamare anche nella Contea di Gorizia il corso di nuova moneta aquileiese. - Quindi questo denaro, che presenta lo scudo con due bande (simbolo dell'avvocazia), dovrebbe essere stato coniato in un periodo posteriore al 1400. Il problema è che nel sul Cna, ne sul CNI, ne Passera, ne Ahumada Silva sembrano (l'età mi fa, magari, brutti scherzi!) riportare un denaro simile a questo!? ( D/ + hAINRICVS •COMES • GORI // R/ =MO NET DELV IONI) Qualche idea in merito @chievolan, @Andreas, @Arka ?1 punto
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Fai bene a tirar su questa discussione.. Di fronte a questo spettacolo è bene ogni tanto rinfrescarsi la memoria e poi ogni foto coglie sempre qualcosa di diverso dalle altre... in questa apprezzo Il fatto che sembra di vederla in mano.. é molto realista1 punto
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ritorno su questo post per condividere una foto che feci tempo fa e che dà una immagine piu' vivida (almeno mi pare) riguardo freschezza e lustro...1 punto
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Congo Repubblica democratica 1 Likuta 1967 Alluminio € 0,50 note: 100 Sengi = 1 Likuta (Makuta al plurale) 100 Makuta = 1 Zaire La nuova valuta fu introdotta nel 1967 in sostituzione del Franco con un tasso di cambio pari a 1 Zaire = 1.000 Franchi. Questa moneta da un Likuta è stata coniata solamente in quell'anno ed è equivalente ad 1/100 di Zaire.1 punto
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@margheludo sai bene che l'unico modo per datare questi pezzi è principalmente la comparazione con i denari lucchesi (e questo è possibile ma fornisce una cronologia a grandi linee) ... mancano quasi del tutto i riferimenti alle carte d'archivio...1 punto
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C'è consenso, apprezzamenti sicuramente, un po' meno loquacità direi ... Facevo oggi una riflessione, da Lamonetiano e da socio SNI, posizione d'altronde di molti qui sul forum, in fondo si è poi avverato quello che venne consigliato e chiesto in una discussione qui sul forum mi sembra a maggio, in cui si chiedevano essenzialmente due novità, l'incontro/Evento tra soci per vedere monete, sentire relazioni scientifiche in giro nei Medaglieri Italiani e una nuova Rivista e contributi più vari e divulgativi di più facile accesso e leggibilità. Siamo a dicembre, e non so quanto abbia inciso quella discussione, forse anche nulla, ma di certo le due novità, entrambe molto importanti si sono realizzate in poco tempo... Mi piace pensare che anche Lamoneta abbia avuto un minimo di influenza su queste innovazioni, d'altronde Lamoneta è proposta, innovazione, comunicazione, divulgazione e " innovare nella tradizione " sarebbe ed è credo l'ideale, lo dico da grande amante delle tradizioni ma che devono seguire i tempi, le esigenze, i cambiamenti... Roberto Ganganelli parla di rivoluzione in " Comunicazione ", forse la parola è forte decisamente, ma cambiamento, innovazione certamente questo si ; mi sembra che queste due novità Eventi e Riviste abbiano avuto un certo gradimento e forse erano tra i desideri di molti Soci e non Soci. Credo poi che due entità così diverse tra loro, come Lamoneta e SNI , una innovatrice, l'altra che rappresenta la tradizione numismatica possano tranquillamente collaborare e interagire tra loro, l'ho sempre sostenuto e credo che questo possa valere ancor di più oggi, ci furono in passato collaborazioni, mi auguro da numismatico presente in entrambe che possano continuare nel tempo con reciproche soddisfazioni, d'altronde ormai quanti sono i soci SNI su Lamoneta o quanti almeno la leggono anche se non iscritti a questo Network ? Tanti... Obiettivi e valori comuni, comunicazione, divulgazione, aprirsi verso i giovani, verso chi inizia....quanti aspetti su cui poter fare percorsi in comune....e su cui ragionare insieme...1 punto
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è un centenionale VRBS - ROMA. emesso a Nicomedia SMN? RIC VII 195 i tre pallini (o globetti) disposti verticalmente tra le due stelle, sono una prerogativa della zecca di Nicomedia e sono classificate Rare1 punto
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Salve Legio II Italica! Leggendo questo post mi è tornato in mente un articolo che avevo letto su una rivista di Storia nel quale l'autore descrive alcuni premi concessi ai legionari ma anche punizioni inferte in caso di diserzione o insubordinazione... Ma non mi dilungo perché così temo di andare un po' troppo OT Quella dei legionari era senz'altro una vita molto dura, ma venivano anche giustamente ricompensati per il loro servizio! Ho trovato davvero impressionante il caso dei due "evocati" citati! Grazie per le sempre interessanti informazioni, buona domenica!1 punto
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Ciao @adelchi , praticamente hai ragione , considerando che un operaio oggi deve lavorare non meno di 40 anni e capita anche che rischia la vita come purtroppo qualche volta avviene ; la situazione , in proporzione a ieri , non e' molto dissimile . Comunque nel 1900 fu fatta una proporzione tra i 5000 denari presi come buona uscita da un semplice Legionario e l' equivalente in dollari del 1900 , ne risulto' che quella cifra corrispondeva a 900 dollari d' argento , una piccola fortuna dell' epoca . Saluti e grazie Claudio1 punto
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Praticamente,fatte le debite proporzioni,un legionario aveva un trattamento migliore ,sia in termini di anzianità che economici,di quello che riceve un operaio oggigiorno. Con amarezza Adelchi.1 punto
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DE GREGE EPICURI Finita l'epoca delle monete antiche in ciotola! Eppure a VR ne ho trovate alcune, e ora ve le mostro. Sono piccolissime e rettangolari, quasi quadrate. Questa prima pesa 0,9 g. e misura 12,5 x 13 mm. Su un lato, un bue o toro verso destra; sull'altro lato, mi sembra ci sia un altare quadrangolare, forse anche col fuoco; non ho guardato che cosa ne dice il Mitchiner. Il sovrano è comunque Apollodoto, e anche su costui mi accingo a raccogliere qualche notizia. Fortunatamente, la biblioterca della SNI ha acquistato recentemente i 9 volumi di M.Mitchiner (1975), "Indo-greek and indo-scitian coinage" che contiene tutta questa monetazione, dai tardi diadochi di Alessandro alle satrapie indiane. Per oggi, gli ho dato appena una scorsa. Ma ecco la monetina.1 punto
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Ad averne così.....fondi puliti, forte lustro, bava di conio evidente...questa moneta è stata conservata con tutte le precauzioni possibili... Ottimo FDC1 punto
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20 scudi Mozambico portoghese, anno 1955 moneta in argento. Valore approssimativo 8/10 euro1 punto
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Oltre a questa vi è una differenza sostanziale nel diametro fra la moneta aurea e quella argentea. Differenza documentata nell'ordine di battitura. Infatti va tenuto conto che tra saluto d'oro e saluto d'argento vi fosse differenza di dimensione tale da farli difficilmente confondere. Invece tale differenza si va ad assottigliare con il paragone tra il saluto d'oro ed il mezzo saluto d'argento. Ecco perché nell'ordine di battitura si stabiliva che il diametro del mezzo saluto d'argento doveva essere minore di quello del saluto d'oro ma maggiore di quello del mezzo saluto d'oro.1 punto
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bel ramino Luca. queste monete son bellissime e costano il giusto anche in condizioni perfette come in questo caso. è una bella serie questa con l'aquila asburgica.1 punto
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Il denario con questo rovescio c’è già, ma con Roma al diritto. Qui invece c’è Apollo. C. Servilius Vatia. Restored issue, 82-80 BC. AR Denarius (17mm, 3.86 g, 12h). Rome mint. Laureate head of Apollo right, hair rolled back and falling in two locks down neck; B above lituus to left; mark of value below chin; ROMA below / Battle on horseback between a man wielding shield in right hand and sword in raised left hand and man (M. Servilius Pulex Geminus) galloping left, and piercing with spear the other horseman, and holding shield inscribed M (Marcus); C • SERVEIL in exergue. Crawford 370/1b; Sydenham 720; Servilia 7; Kestner 3180-3181; BMCRR Rome 1169-1170; RBW 1390. Good VF, lightly toned, a few minor marks on obverse. From the Kallman Collection. Ex Triton XI (8 January 2008), lot 603. The reverse type celebrates M. Servilius Pulex Geminus, who was elected augur in 211 BC and held that office for about forty years, and was consul in 202 BC. According to Plutarch, he received numerous wounds in twenty-three single combats, being victorious in all (Plutarch, Paulus Aemilius, xxxi).1 punto
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Chissà per quale motivo le monete sconosciute con una croce in uno dei versi...diventano sempre monete dei crociati..??? In questo caso non coincide nè dal punto di vista cronologico (1° crociata, 1096 - 1099) nè dal punto di vista geografico. Dovrebbe infatti trattarsi (il condizionale è d'obbligo, visto che della legenda non resta nulla) di un denaro feudale di Rouen (Normandia, Fr) per Henri Ier de Beauclerc (1106 - 1135). La tua prima immagine va ruotata di circa 30° in senso antiorario. http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=149335 ciao Mario1 punto
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Ah però, chi l'avrebbe mai detto... E pensare che è il pimo denaro di Lucca che ho tra le mani e non è neanche "autentico" In effetti il mio bilancino è un po vecchiotto, dopo averla pesata ripetutamente mi fornisce il peso di 0,8 g... Possibile che sia il giusto valore? In ogni caso, queste vostre risposte mi stanno incuriosendo sempre di più... E per quanto concerne ad una possibile datazione/classificazione più o meno dettagliata, come si dovrebbe procedere? Valgono le stese informazioni fornite prima con immagini però peggiori di quelle attuali oppure c'è qualcosa da rivedere? Pendo dalle vostre labbra, non vi tempesto più di domande e non aspetto altro che vostre ulteriori consiuderazioni, miste ovviamente a pareri di chiununque voglia intervenire o sia interesssato.1 punto
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Ciao Edoardo, vedo che hai già messo le mani avanti dicendo di avere già dei testi e di aver già letto Secondo me dovresti andare a vederle le monete, in negozi, mercatini, fiere anche senza comprarle; fatti e rifatti gli occhi, dormici sopra e poi rivaluta. Segui magari le varie aste per farti un'idea di che prezzi raggiungono le monete, guarda i prezzi di cataloghi e negozi, poi quando ti senti sicuro ed hai i soldi in tasca... ACCATTATILLA!!!1 punto
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Sesino veneziano, se riesci a leggere alcune lettere sul bordo del lato con la croce si riesce a risalire anche al doge. Mi pare di intravvedere (...)RINVS GR(...) quindi potrebbe essere Marino Grimani. Moneta comunque della seconda metà del '500 piuttosto comune ma pur sempre un pezzo di Storia. ciao Luigi1 punto
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volevo aggiungere questa prospettiva del colosseo,dal quadro di un pittore del 600. http://auctions.bertolamifinearts.com/it/lot/10590/dirck-verhaert-haarlem-1610-i-leida-/1 punto
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Non è esattamente così, gli auguri NON prendevano gli auspici all'interno del Pomerio, bensì avevano la funzione di delimitarlo ritualmente al limite dell'ager effatus della città, cioè il territorio urbano, e in relazione alle loro attività, gli auspici appunto, il pomerio indicava semplicemente il limite entro cui aveva senso operare gli auspici urbani, mentre oltre erano necessari altri riti. Va anche detto che la ricostruzione che ne facciamo noi come di una striscia di terreno che correva poco prima e poco dopo le mura, è assolutamente arbitraria e incerta: le fonti antiche sono poco chiare, danno molto per scontato e in più casi si contraddicono. Già gli antichi erano incerti riguardo alla natura del pomerio. Cos’è ? Una linea o uno spazio? Dove si trova? Al di qua o aldi là del muro? Oppure da entrambe le parti? E quale è ilsuo rapporto con il sulcus primigenius? A parlarne ad esempio è Varrone, che lo indica come una istituzione di importazione etrusca (come pure Livio e Plutarco), ma i suoi accenni sono abbastanza oscuri e non permettono di capire se il famoso solco dell'aratro di fondazione coincida effettivamente con il perimetro delle mura urbane, e se quindi pomerium e confine fisico della città coincidano. E in più: se il solco tracciato dall’aratro - da cui scaturiscono fossa e muro - costituisce il limite esterno della "linea" (parola arbitraria perchè Varrone parla di "orbis", ma alcuni studiosi lo interpretano come linea), fin dove arriva il limite interno? Arriverebbe, di presume, fino ai famosi cippi pomeriali, che segnavano quindi - partendo dall'interno - l'inizio della fascia pomeriale e il limite per gli auspici urbani cui accennavo più sopra. Plutarco, che a sua volta descrive il rito etrusco di fondazione, non parla però dei cippi pomeriali, almeno non in questi termini: lascia invece intendere che il solco tracciato da Romolo seguisse un percorso delimitato da cippi. Ma ecco quindi che essi perderebbero la funzione di "limite interno" e avrebbero tutt'altro significato. Livio parla del pomerio come fascia di terreno prima e dopo il muro (senza specificare come e perchè il muro nasca dal solco dell'aratro, cioè dalla terra accumulata da una parte, verso l'interno) e cita anch'egli i cippi, ma è il caso di notare, ad esempio, come non tutto quello che si trovava all'interno della cinta urbana era necessariamente all'interno del pomerio: si veda il caso dell'Aventino, che fino all'ampliamento voluto da Claudio rimase escluso. Anche Ovidio e Tacito parlano della questione, e anche se l'ho descritta sommariamente, si può intuire che i problemi sono tanti, sia di interpretazione delle fonti che di analisi dei reperti archeologici. In questo senso, vale la pena ricordare che nelle cosidette "fosse di fondazione" rituali di Roma sul Palatino, sono state trovate delle pietre terminali, ma che in esse non è stato possibile riconoscere possibili cippi pomeriali. È verosimile, per quanto ipotetico, che durante l’aratura il solco fosse stato reso stabile da pietre terminali, parallele a quelle del pomerio precedentemente poste, ad indicare il percorso lungo il quale scavare la fossa di fondazione delle mura. Successivamente quelle pietre vennero gettate all’interno della fossa di fondazione del muro come sembrerebbe documentato archeologicamente. E' questo che spiegherebbe la cosidetta "sanctitas" delle mura: non perchè coincidano automaticamente con la linea sacra del pomerio, ma perchè alla loro base vi sarebbe pietre rituali. Altra questione di non minore importanza che indica come non sovrapponibili mura e pomerio, è il fatto che le mura, che nascono dal solco di fondazione e si ergono nello spazio immediatamente interno, hanno necessariamente delle interruzioni, le "porte", create dai punti in cui l'aratro veniva sollevato. Il Pomerium non ha di queste entrate, e il suo "confine" è continuo. In quest'ottica si può quindi supporre ragionevolmente che ,la fondazione della città prevedesse la creazione di due confini di natura e funzioni differenti : 1) il pomerio, il limite augurale che distingue nettamente ciò che è urbs da ciò che è ager; 2) il muro, il limite difensivo vero e proprio, che forma insieme al pomerio uno spazio intercalare compreso tra l’urbs e l’ager che si estende fuori dalle mura. Le funzioni dei due perimetri erano però profondamente integrate. Lo scavo del solco che seguiva la terminatio del pomerio finiva di fatto percreare uno spazio interposto tra l’urbs vera e propria, cioè la zona intrapomeriale, e l’ager al di là delle mura. La linea tracciata dall’aratro, infatti, creava in relazione ai lapides, ai cippi retrostanti, una sorta di corridoio circolare, l’orbis di Varrone, a tutela del suolo urbano inaugurato.1 punto
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Quoto in pieno il discroso di Nikita, che va esteso alle monete e a qualsiasi altro oggetto di collezionismo che non abbia particolari caratteristiche di rarità e pregio. Numismaticadott, leggo dal tuo profilo che sei molto giovane e questo spiega e giustifica il tuo entusiasmo, ma la realtà dei fatti è un pochino (parecchio) diversa. Le frasi che scrivi mi sembrano lette e incollate da qualche sito tipo Bolaffi, dove si tende a creare una "illusione" di sicurezza nel collezionismo numismatico, sicurezza che non esiste affatto. Non sta scritto da nessuna parte che una banconota (o una moneta) nel tempo potrà solo rivalutarsi, anzi, è vero proprio il contrario, delle milionate di banconote (e monete) che esistono sul mercato solo una piccola parte varrà di più in futuro e solo pochissime diventeranno oggetti di reale pregio. Tutti gli altri discorsi di liquidità, rendita superiore all'inflazione e domanda superiore all'offerta (sic), lasciatelo dire, sono baggianate da cancellare immmediatamente dalla mente, perchè sono le classiche frasi fatte propagandate solo da chi ha da venderti qualcosa. Anni fa, quando sono entrato nel mondo numismatico, andavo ai mercatini e tutti mi proponevano monete con la classica frase "compra, che è destinata ad andar su". Un pochino in effetti ci credevo e ho buttato soldi in materiale che nessuno voleva e ancor più nessuno vuole oggi. Materiale che non si rivaluterà nemmeno fra 1000 anni, dal gran che è comune. In effetti dopo un pò mi è sorto un forte dubbio, che è quello che deve insinuarsi nella testa di chiunque è agli inizi: ma se questo materiale è così destinato a rivalutarsi in futuro, perchè la gente che te lo vende non se lo tiene, e anzi insiste così tanto a cedertelo? :rolleyes: Meditate ragazzi, meditate... il collezionismo è bello finchè si compra per puro piacere personale, se si parte con l'ottica che ciò che compri deve rivalutarsi si andrà solo incontro a concenti delusioni....1 punto
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