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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/16/16 in Risposte
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Bella domanda...bisognerebbe chiedere alla zecca di Porta Nuova...aperta or ora.. Era un periodo dove a Milano c'era un certo fervore culturale, si doveva fare i conti con parecchie valute, e anche con la monetazione nuova del Regno, vedi Venezia, Mantova e Gorizia, e poi le zecche imperiali che coniarono per la dominazione Italiana, Gunzburg, Hall, Kremnizt, Schmolintz,Vienna.. Però potremmo anche dire che: A quattrino a quattrino si fa il fiorino. Il quattrino fa cantare il cieco. La fortuna, il fato, il destino, non valgono un quattrino. Quattrino risparmiato due volte guadagnato. Tal da consiglio altrui per uno scudo, che nol torrebbe per un quattrino. Una ghirlanda costa un quattrino, e non istà bene in capo a ognuno... Eros5 punti
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Buonasera a tutti, terza puntata della mia miniserie settimanale, anche questa che vi presento è una monetina comune ma a differenza delle prime saliamo notevolmente in conservazione. Per questa mi piacerebbe avere il vostro parere su come la valutereste.3 punti
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@dabbene Caro Mario, qualche tempo dopo a Bologna (con la caduta di Bonaparte e la Restaurazione Pontificia) vi fu una gran penuria di moneta di Rame. In zecca si fece un calcolo di coniarne 2 mezzi Baiocchi (1 baiocco = 5 quattrini) e 2 Quattrini per abitante. La motivazione principale fu il sostentamento del piccolo commercio, la possibilità di evitare piccole speculazioni sui resti e anche il mantenimento delle offerte ai poveri, che il più spesso corrispondevano proprio al quattrino. Credo che la funzione della monetazione di rame anche di piccolo valore fosse proprio la necessità popolare per le contrattazioni quotidiane. Ed il quattrino pontificio di allora corrispondeva in peso e misure al centesimo napoleonico, anch'esso con analoga funzione. Posto questa lettera inedita del direttore della zecca di Bologna, Pellegrino Salvigni, a Francesco Mazio, Direttore della Zecca di Roma: "Bologna, 14 novembre 1821 - lettera di Salvigni a F. Mazio: “Riscontrando il pregiato foglio di V.S.I. dell’8 corrente debbo primieramente pregarla a voler ringraziare S.E.R. Mons. Tesoriere Generale per la bontà che ha avuto di farmi interpellare sullo stato attuale della circolazione delle monete di rame in queste Provincie. Rispetto al primo quesito rispondo che la moneta di rame non è qui proporzionata al bisogno delle piccole contrattazioni, scarseggiando notabilmente i mezzi baiocchi, e alquanto ancora i quattrinelli minuti. Riputerei quindi necessaria la fabbricazione di una qualche quantità di queste due specie di monete. Essendomi poi anche sotto i passati Governi dato sempre ogni premura per tenermi informato delle cose monetarie anche delle limitrofe provincie, così so che le due specie di monete scarseggiano pure nelle altre Legazioni. Anzi essendomi giorni sono recato in Ferrara, il Sig. Felisi Segretario di quella Legazione ed il Sig. Avvocato Pasetti Uditore di quell’E.mo Legato, mi tennero appositamente discorso dell’attuale scarsezza colà della moneta di rame. Io proporrei poi, dietro anche il sentimento dei principali Cassieri, che convenisse provvedere a siffatto bisogno colla fabbricazione almeno di due mezzi Baiocchi e di due quattrini per ogni persona nelle Legazioni stesse. Finalmente la moneta piccola d’argento non iscarseggia ora anzi eccede forse il bisogno anche a sentimento dei Cassieri suddetti, motivo per cui in quest’anno io non ne ho fatto fabbricare punto in questa zecca, mentre negli scorsi anni si fecero quasi interamente monete piccole.”3 punti
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anche per me è Alessandro Severo.... -se pesa piu' di 10 grammi e mancando metà della moneta, presumo sia un sesterzio.. RIC 424, C 326 Sestertius Obv: IMPCAESMAVRSEVALEXANDERAVG - Laureate, draped bust right. Rev: PMTRPIIIICOSPP - Mars advancing right, holding spear and trophy.3 punti
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Dato che non vedo interventi da qualche giorno, penso che siamo tutti a corto di idee... @Tinia Numismatica sarebbe quindi possibile avere una spiegazione sulle foto da te postate, per favore? (Perdonami ma sono troppo curioso...)3 punti
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Facendo delle riflessioni sull'argomento in domanda mi chiedevo in pratica cosa si potesse effettivamente comprare con un quattrino del 1777 o del 1779, monetine in rame della nuova monetazione di Maria Teresa a Milano. Il quattrino valeva un quarto di soldo, sotto di lui come valore c'era solo il sestino che valeva un sesto di soldo. Erano le nuove monete in rame uscite dalla riforma monetaria per sostituire tutte le vecchie in circolazione che avevano formato una piaga monetaria. Sicuramente moneta per piccolissime transazioni, ma piccole quanto secondo voi, un bicchier di vino o una bottiglia, una michetta di pane o una bistecca di carne ? Grazie per chi vorrà commentare o se ci sono fonti bibliografiche che conoscete sull'argomento....2 punti
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ecco tre mezzi follis il primo ha un modulo più piccolo ma è bello spesso e tondo, gli altri due più schiacciati come delle pizze. Se li trovo posto anche i miei M sempre di Roma2 punti
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Gian Rinaldo Carli è un signore che ebbe in quel periodo per tanti motivi la sua importanza, fu economista, storico, anche numismatico ma soprattutto fu uno tra quelli che partecipò in modo molto impegnato al dibattitto che durò alcuni anni su come doveva essere la Riforma Monetaria. E Carli scrisse...scrisse....in particolare nel saggio " Osservazioni preventive al piano intorno alle monete di Milano " a un certo punto scrive ed è l'unico appiglio che ho trovato " i lavoratori ...guadagnando...in ragione di soldi 20 il giorno...." E allora pur con tutti i se del caso, detto da uno come Carli acquista una sua valenza, riferita ai lavori umili, non di concetto... E allora faccio un secondo passo, se un quattrino era un quarto di soldo, 20 soldi erano 80 quattrini al giorno di un lavoratore dei tempi. E già qui abbiamo una valutazione, un metro di giudizio...e potrei fermarmi qui... Se volessi pindaricamente pensare a una traslazione un po' avventata ai nostri giorni potrei anche dire che 1.000 Euro al mese sono 38 Euro al giorno... 80 quattrini e 38 Euro al giorno....e se divido per esperimento 38 per 80 ottengo circa un 50 centesimi attuali e se è giusto, con tutti i se e ma del caso, forse più che la bottiglia si prendevano un bianchino all'osteria o una michetta e non la torta....2 punti
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In tutta sincerità lo stesso concetto di rarità, dato che lo si deve rapportare al mercato, lascia ormai il tempo che trova. La facilità nel reperire le cifre di aggiudicazione, ma anche delle vendite passate, sul web credo sia ormai il faro verso cui orientarsi. Ho trovato interessante altrimenti il tentativo di alcuni manuali tipo il Cappellari, "La monetazione dei Savoia per la Sardegna" di assegnare le rarità relativamente allo stato di conservazione e basato sull'effettiva presenza sul mercato. Questo approccio ho constatato però che non ha preso piede. Io utilizzo anche cataloghi stranieri ed in particolare lo Spink. Il pubblico straniero non sente l'esigenza di vedere assegnato un grado di rarità alle proprie monete. Il listino e soprattutto il variare delle cifre a seconda del grading rendono chiaramente l'idea della difficoltà nel raggiungere una determinata moneta sul mercato. Le mode influiscono enormemente il mercato; ho visto monete, con tiratura di circa 5000 pz e quotate in FDC dallo Spink del '15 1200 pounds, passare in asta nel 2016 una decina di volte e realizzare fra i 2400 ed i 5500 pounds esclusi diritti. Lo Spink dovrà solo aggiornare il prezzo. Di contro il nostro catalogo online, purtroppo non più aggiornato dal 2012, assegna alla moneta RRR. Quante R andrebbero aggiunte in questo caso? La moneta ha come minimo triplicato il proprio valore. Non è di difficile reperibilità ma la platea che se ne interessa è aumentata esponenzialmente. Personalmente le R sui cataloghi non le guardo più e neanche le scrivo sul cartellino che accompagna le mie monete: giudizio personale sul grading e cifra spesa con fra parentesi l'anno di ingresso in raccolta. Sono riuscito a liberarmi del feticcio di queste R, a mio modesto avviso insignificanti, buone ormai solo per discutere fra tifosi delle proprie raccolte alla stregua, e con lo stesso costrutto, di un qualsiasi rigore, dato o non dato, la domenica di campionato. Questa mia resta, come sempre, un parere puramente personale e pertanto opinabile. Buona giornata.2 punti
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Ciao , puo' darsi che PERP sia riferito al sostantivo PERPETUUS , cioe' un aggettivo attribuito alla figura umana dell' Imperatore , ma potrebbe anche riferirsi alla PERPETUITAS , sinonimo di AETERNITAS e di FELICITAS , riferita non all' uomo ma alla Eternita' o Perpetuita' dell' Impero Romano . L a sostanza non cambia , solo il concetto . La PERPETUITAS appare per la prima volta sulle monete dell' Imperatore Commodo , poi ripresa da Costantino ; non ricordo se sia stata rappresentata da Imperatori intermedi tra i due nominati .2 punti
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Difficile.................ho sempre cercato di capire il valore di acquisto di queste monete, non ho mai trovato documenti con qualche indizio. Di questo periodo è possibile che non ci sia documentazione? per esempio esistevano già i giornali? Mi spiace ma non sono di aiuto........2 punti
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Buongiorno, Partendo dal presupposto che non saprei quale possa essere la moneta di Antiochia in questione, cercando in rete ho trovato diversi esemplari interessanti del III sec. d.C. di zecche siriane con rappresentato un montone, eccone alcuni: Da Damasco, un bronzo per Filippo II, ex Classical Numismatic Group eAuction 341/62: Da Antiochia un bronzo di Elagabalo, ex Jean Elsen 94/841: Un altro bronzo per Antiochia,ex Münzen & Medaillen 14/658, coniato sotto Traiano Decio ad Antiochia, il montone in salto sta, qui, sopra la testa di Tyche: Ancora un bronzo di Antiochia ex Münzen & Medaillen 14/648, simile al precedente nei tipi, attribuibile a Filippo I o II (purtroppo mancava il riferimento all'imperatore e , personalmente, le monete romane non le conosco bene); qui l'orientamento del montone corrisponde a quello del bronzo in questione:2 punti
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Marocco, 50 francs 1371 -1952, km51, alluminio -bronzo. La denominazione "Empire cherifien", dovrebbe significare che il Marocco era a quel tempo un impero "sceriffale" cioè che era governato dai discendenti diretti del Profeta Maometto, detti "Ashraf" che al singolare è Sharif, in francese = Cherif .2 punti
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Io stabilirei per regolamento di non poter commemorare due volte lo stesso tema in uno stesso paese. La Finlandia che commemora il 90° e il centenario dell'indipendenza, compie a mio modo di vedere un'operazione commerciale molto squallida. A questo punto potremmo commemorare lo stesso tema ogni anno, aggiungengo una cifra? Piuttosto sarebbe meglio non coniare alcunchè, ma sembra che per alcuni stati questo sia un peccato mortale...2 punti
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Ciao Fausto nonostante la bassa conservazione della moneta la data è certa e la legenda leggibile anche perché l unica cifra non chiara è la terza e non è sicuramente un 4 o un 6 come avrai già visto la rarità segnalata dal Traina è alta (R5) presente solo nella collezione reale il Biaggi la indica "di grande rarità" (segue le rarità del Traina) Barzan la segnala solo R Cudazzo nel MIR Savoia R2 da parte mia posso dire che quello che più si avvicina alla realtà è sicuramente il Traina, nonostante i ritrovamenti fatti negli ultimi anni di nuove date e molti millesimi una volta considerati rari e rarissimi questa data è difficilissima da reperire! anche l esemplare postato a catalogo (che per ora lascio per confronto e poi una volta che avrai inserito il tuo provvederò a rimuovere...) non è del 1757, ma un 1783 che è stato letto male... si nota anche al diritto il nome di Vittorio Amedeo (VIC AM) ...come sai te la invidio... confido di riempire il buco prima o poi, gli altri miei duedenarini sentono la mancanza del fratellino... mi raccomando ... foto a catalogo!!!2 punti
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Ciao Mario, per i grandi importi (spese statali, appalti ecc.) non ci sono troppi problemi a capire "quanto ci voleva per ottenere cosa". Con la moneta erosa tutto si complica, credo sia difficile trovare riferimenti specifici in testi ecc.... Teniamo poi presente che solitamente nel documento, anche privato, gli importi erano espressi in monete di conto da convertire in moneta reale grazie agli appositi documenti di cambio emessi dalla cancelleria ducale.2 punti
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Salve Posto qui e a seguire alcune riproduzioni in stagno delle spintriae, i famosi gettoni erotici romani usati in genere per pagamenti all’interno di un lupanare, con la raffigurazione di una scena erotica eterosessuale da un lato e un numero romano dall’altro. Stagno: 4,940 g, 20 mm.1 punto
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Peccato è proprio in pieno abbandono,forse sara' perchè gli abitanti si contano sulle dita delle mani e non vi è un interesse per un turismo, anche se è famosa per le sue acque minerali naturali,conosciuta anche dagli antichi romani.1 punto
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Complimenti Fabietto! Quando ti arriva questo "maggiorato" facci sapere che spessore massimo ha Ciao1 punto
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assomiglia a questa tipologia? Urbano VI (Bartolomeo Prigano), 1378-1389. Avignone. Denaro. Mi gr. 0,81 Mitria. Rv. Croce con ai due angoli due chiavi. M. 1; B. 221.1 punto
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Certamente. Per esempio, gli emioboli che troviamo nelle aste provengono prevalentemente da Babilonia e sono per la maggior parte contemporanei (331-324 a. C.) oppure a cavallo tra gli ultimi anni di vita del Grande e il regno del fratellastro Flippo III Arrideo (325-317 a. C.). Pure contemporanei sono gli emioboli di Sidone e di Tiro (332- 324 a. C.), mentre alcuni provenienti da zecche incerte dell’Est coprono il periodo 325-300 a. C.1 punto
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Queste non erano quasi sicuramente tessere dei bordelli, quanto piuttosto gettoni beneauguranti, ne esistono altri anche con le raffigurazioni di esponenti di spicco della dinastia Giulio Claudia, che le classi agiate romane si scambiavano ad inizio anno. Se fossero tessere di bordelli, considerato l'enorme numero di essi in tutto l'impero, sarebbero oggi comunissime. Solo da Pompei ne avremmo migliaia, mentre non se ne è trovato nemmeno uno se ben ricordo. Il numerale al rovescio poteva essere magari un numero "magico", associato forse a qualche gioco di società di allora, oppure un corrispettivo in beni cui si aveva diritto. Questo è ovviamente il mio modesto punto di vista.1 punto
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per me è il RIC 472 Var AD. IMP CAES M AVR SEV ALEXANDER AVG, laureate, draped, cuirassed bust right / P M TR P VII COS II P P, S-C, Mars, helmeted, naked except for mantle around waist, walking right, holding spear and trophy.1 punto
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Salve @Legio II Italica, in effetti lo scenario descritto è impressionante!... Ricordo una lezione alle elementari dove avevamo studiato i vulcani e qualcuno in classe aveva chiesto perché, se possono essere così pericolosi, vi si costruivano (e si costruiscono tuttora) abitazioni nei pressi; la risposta dell'insegnante era stata sbrigativa ma eloquente: "perché il terreno è fertile". Immagino che le ragioni siano molteplici ma il rovescio della medaglia può essere comunque molto caro... Chiedo scusa per il piccolo OT Grazie mille per la spiegazione, buona giornata!1 punto
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Condivido tutto. Ci sono monete e banconote R2 e R3 che sono presenti in tutte (e sottolineo tutte) le aste, anche in più pezzi.... ma che senso ha? Io mi interesso di banconote... 25 lire aquila romana... banconota decisamente cara eppure ne trovi quante ne vuoi in qualsiasi conservazione... perché rara? basta scegliere e pagare. Continuo a rimanere dell'idea che il concetto di rarità sia unicamente a beneficio dei commercianti.1 punto
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un gran saluto a i miei amici di Genova(che non dimentico),con uno di quelli classici,ma mitici denari!!...1 punto
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un gran buongiorno a tutti,vi presento 4 esemplari di medaglie,in nickel,belli esemplari di 40mm di diametro....una serie di una colezione di tante. presentate giusto per admirare les gravure artistice de i cogni....precisione e ditagli di granda qualita,penso dovuto a l'usinatura moderna ...ma quantunche,un colpo d'occio a quello che ama quelli tipi di gravure....1 punto
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E c'è da notare che Antiochia già ben prima del III sec. d.C. conió monete con un montone in salto, o rampante: Bronzo del 55-56, ex Naville Numismatics 17/56: Un bronzo ex "The New York sale" V lotto 183, coniato nell'anno 12-13 ad Antiochia sotto il Legato romano Silanus: Mi viene spontaneo chiedermi, a questo punto, perché l'attribuzione di Butcher (menzionata da CNG) parta dal III sec. d.C. senza citare queste precedenti emissioni. Credo quindi sia sempre più importante capire a quali emissioni specifiche faccia riferimento l'autore, di certo resta il fatto che Antiochia in epoca romana conió monete con un montone, in diversi periodi e con diversi aspetti.1 punto
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Zenone ha avuto delle vicende durante il proprio regno per le quali sembra incredibile che sia sopravvissuto così a lungo.... il numero delle persone che volevano, e hanno tentato, di ucciderlo è illimitato.... e include, udite udite, la moglie e la suocera (Verina, moglie del defunto Leone I) una vicenda quella di Zenone che letta attraverso gli storici del tempo è più avvincente di un romanzo... qua, scusate l'autocitazione, ho fatto il quadro di una parte di questo regno incredibile... https://www.academia.edu/19414798/Sul_controverso_nummo_di_Leonzio1 punto
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Salve Alessandro, sono un appassionato e collezionista di medaglie commemorative della regina Cristina. dalle tue foto sembra che il bordo della medaglia sia stato limato per essere incastonato, forse per diventare un ciondolo o altro. Le medaglie della regina realizzate in conio il bordo è regolare e liscio. Saluti1 punto
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Ciao @clairdelune, ottime riflessioni . Storia delle eruzioni precedenti a quella fatale del 79 , non sono note con certezza di datazione , ma certamente avvennero , quindi di conseguenza la pericolosita' del Vesuvio rimase impressa nella memoria degli uomini antichi ; d' altra parte fa parte delle natura dell' uomo sottovalutare la forza distruttiva della Natura e di conseguenza pensare : "proprio in questa generazione deve accadere nuovamente ?" , dimostrazione e' , che l' area intorno al Vesuvio fu ed e' anche oggi una tra le piu' intensamente abitate . Quello che accadde nel 79 fu la conseguenza mesi prima di violente scosse di terremoto , ma probabilmente nessuno dei pompeiani , degli ercolanesi e di altri centri minori intorno al Vesuvio , pensarono che potesse avvenire in seguito quel cataclisma , cataclisma che si presento' subito in modo violento ed improvviso , infatti questa e' una caratteristica dei Vulcani di tipo esplosivo come il Vesuvio , al contrario dell' Etna che invece e' di tipo effusivo quindi meno pericoloso ; questo fatto non diede molte opprortunita' di fuga alla numerosa popolazione di quei luoghi , molti riuscirono ad imbarcarsi , specialmente quelli che abitavano piu' vicini al mare , ma tutti gli altri cercarono rifugio dentro le case e edifici pubblici oppure negli arsenali navali quando le imbarcazioni per fuggire , finirono . Di tutti questi cittadini che sperarono di salvarsi all' interno delle abitazioni , fu invece la fine a causa di crolli , della cenere , dei lapilli e della nube piroclastica rovente che invase tutto , scena che prima della morte di tanta povera gente , dovette apparire infernale , anche a causa del buio quasi totale che avvolse tutto . In foto , delle impronte umane di fuggitivi impresse nelle ceneri a causa dell' eruzione del Vesuvio detta delle «pomici di Avellino» , datata tra il 1880 e il 1680 a.C. Buona giornata1 punto
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Concordo sul fatto che i bordi possano inficiare sia al dritto che al rovescio la valutazione sullo stato conservativo di questo tondello.. Va ricordato anche purtroppo, che la soggettività della valutazione dello stato di conservazione, varia in molti casi anche da perito a perito.. Io amo tenere i miei tondelli liberi e gioiosi nel ricevere col tempo la straordinaria metamorfosi di quel magistrale vestito che si chiamerà patina.. Un esemplare in ottimo stato di conservazione, goditi il tuo acquisto.. Col tempo capirai la magia della libertà.. Eros1 punto
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Salve, riguardando queste immagini mi è venuto da chiedermi se quelle persone, in quei momenti, si siano rese conto di cosa stesse accadendo… Premetto che non ho ancora letto testi a riguardo, ma cercando su Wikipedia ho trovato queste informazioni sull’eruzione di Pompei che, sicuramente note a molti, cerco di riassumere molto sinteticamente: Preceduta da alcune scosse di terremoto, l’eruzione inizia con una pioggia di ceneri e lapilli, che si accumulano sui tetti facendoli poi crollare; durante il giorno successivo, ripetuti flussi piroclastici investono la città, causando la morte di tutti quelli che erano sopravvissuti. Il numero di vittime ritrovate si aggira intorno a 1150, tuttavia è da considerare che la maggior parte della popolazione era riuscita a scappare durante le prime fasi dell’eruzione. Riporto quanto afferma Wikipedia a questo punto: Delle circa millecentocinquanta vittime accertate, trecentonovantaquattro sono state ritrovate negli strati di lapilli inferiori, morte quasi tutte all'interno di edifici crollati sotto il peso dei materiali vulcanici che si sono depositati sui tetti, mentre altri seicentocinquanta sono stati ritrovati nella parte superiore dei depositi piroclastici, morti esternamente, raggiunti dalle nubi ardenti nella seconda fase dell'eruzione. […] A seguito degli scavi archeologici e con l'utilizzo della tecnica dei calchi è stato possibile ricomporre gli ultimi instanti di vita di alcune persone, come ad esempio quelli di una donna che portava con sé numerosi gioielli, accompagnata da una fanciulla quattordicenne con la testa avvolta in un lenzuolo, quelli di un mendicante con un bastone ed una bisaccia ripiena di generi alimentari, quelli di una coppia di sposi che si tiene per mano, quelli di un uomo, forse un atleta, con in mano un flacone di olio, quelli di un gruppo di tredici persone, tra cui uno schiavo, due bambini ed una donna inferma, quelli dei sacerdoti del tempio di Iside, uno dei quali ritrovato con un carico d'oro, probabilmente il tesoro del tempio e quelli di un gruppo di schiavi ritrovati in una stanza di quattro metri quadrati con ossa spezzate, dopo aver cercato di fuggire tramite una scala dal tetto. Oltre ad esseri umani trovano la morte anche animali: tra gli esempi più eclatanti quello di un cane, che cerca di liberarsi dal suo guinzaglio. E’ quindi possibile che queste persone abbiano sottovalutato l’eruzione in corso, oppure che si siano trovate impossibilitate, per diversi motivi, a lasciare la città od abbiano preferito rimanere nelle loro case? Grazie in anticipo per gli eventuali approfondimenti, Buona serata!1 punto
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taglio 2 euro cc paese finlandia anno 2009 tiratura 1.600.000 condizioni bb+ città trieste1 punto
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ciao, bella aggiunta nella tua raccolta di scudi,complimenti. anche secondo me un bel BB+ lo merita tutto,nonostante il colpo a ore 2 del rovescio è molto gradevole. Continua così Come prezzo dai 60 in sù1 punto
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Ciao, con il busto rivolto a sinistra, c'è anche quella di grosso modulo eseguita con il procedimento galvano, utilizzando la medaglia dell'anno III coniata a Napoli ed emessa a Gaeta ad opera dell'Arnaud. Di questa medaglia, se ne conoscono pochissimi esemplari, forse 3. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE97/14 Un esemplare è attualmente in vendita in un asta.1 punto
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grazie per la precisa ed esauriente risposta che denota la tua grande competenza in materia1 punto
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Carissimi, prima un po' di genealogia, poi la parte araldica. Nel secolo scorso la famiglia Lana de' Terzi era divisa in due rami: Borgonato e Colombaro. Oggi l'ultima discendente a mantenere il cognome è la contessa Alessandra Lana de' Terzi Venturini del ramo di Colombaro. Il racconto leggendario vuole che Langofredo, nobile del re d'Ungheria Rolumfardo che scese in Lombardia mentre si era nell'anno 1007, si stabilisse in Val Cavallina nel Bergamasco. Il terzogenito di nome...Terzo (la fantasia era evidentemente il forte di Langofredo) iniziò la stirpe dei signori di Terzo (come si nota la fantasia è tratto ereditario), luogo che ancora oggi si vuole identificare con Borgo Terzo. Si aggiunga che la leggenda (se non erro settecentesca) precisi come il mestiere più diffuso in questo Terzo fosse la lavorazione della lana, ed ecco che l'origine del cognome (e della famiglia) Lana de' Terzi ha la sua piena legittimazione altomedievale. L'araldica, dicevo. Innanzitutto è assolutamente errata l'affermazione della guida: l'argento dello stemma in questione lo si vede tuttora ed è il bianco della prima sezione che affianca il rosso. Nella parte sottostante all'argento-rosso il colore che è andato perduto per sempre non è una patina d'argento bensì un più semplice nero. Pertanto lo stemma corretto è da blasonarsi come semipartito-troncato, d'argento di rosso e di (nero). Vi è poi altra versione dell'arma che preveda l'inserimento di un "capo" (cioè la pezza che occupa la terza parte superiore dello scudo) d'oro all'aquila di nero (bicipite alle volte, alle volte no). Interessantissimo notare due cose: 1)in certi stemmari gli stemmi "Lana" e "Terzi" vengono rappresentati separati, ma del tutto identici (solo il Della Corte inverte in un caso la successione argento-rosso in rosso-argento ma è cosa di poco conto e non è confermato da nessun altro testo a mia disposizione a parte quanto dirò qua sotto come nota*). Talvolta sotto la lettera L invece di Lana si trova lo stemma (come detto identico) Terzi, tanto per dire come le due armi e le due famiglie siano percepite come una sola. C'è però chi noti come spesso si sia creata confusione di parentela tra Lana de' Terzi, Lana, Terzi, e perfino Terzi Lana... 2) più araldicamente parlando è interessante notare che secondo un testo da cui ho tratto qualche notizia genealogica (LA FAMIGLIA LANA DE' TERZI di Miriam Trevilli, in Famiglie di Franciacorta nel Medioevo, AA VV a cura di G. Archetti), il cimiero, che attualmente reca un'aquila incatenata ("in vinculis liber" è il motto di casa), un tempo fpsse costituito da un pennuto doppiamente "parlante": il Lanio o Terzòlo. Gli esempi che spero riuscirò ad allegare provengono da tre manoscritti ottocenteschi da me fotografati nella Civica Biblioteca Queriniana di Brescia nel 2012 (autori Gelmini e da Ponte). * in tutti questi testi è riscontrabile uno stemma quasi identico a quello dei Lana/Terzi, con la sola inversione dei primi due smalti (rosso-argento anziché argento-rosso), costantemente ttribuito alla famiglia Scanzi.1 punto
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Questo è probabilmente il motivo principale, oggi non c'è più bisogno di uscire, sobbarcandosi magari un viaggio di decine se non centinaia di chilometri (che costa, può capitare di tornare da un convegno e scoprire che si è speso più di benzina che di monete ), tutto si può fare comodamente da casa, con una possibilità di scelta amplissima, che nessun mercatino potrà mai avere. E' un po' quello che è successo alle sale cinematografiche con l'arrivo della televisione, o meglio di certa televisione. Fino agli anni '70, la tv era due canali in b/n, e i cinema si riempivano, con l'arrivo della tv a colori e di un numero sempre più grande di canali, i cinema si sono svuotati e le sale hanno chiuso. Non posso farci nulla, ma considero entrambe le cose, la chiusura delle sale cinematografiche e dei convegni/mercatini, negativamente, continuo ad andare regolarmente al cinema e quando posso, ma sempre più di rado (dalle mie parti non è rimasto praticamente nulla) a convegni o mercatini. La perdita di cultura c'è stata, e purtroppo ne abbiamo la prova quotidianamente, ma forse la numismatica, in quanto cultura di nicchia, ne ha risentito meno di altri settori. E non si può negare che ci sia stata, e ci sia, la crisi economica, che sicuramente ha contribuito ad allontanare molte persone dagli acquisti (ma non dagli studi, se solo uno vuole ), ma questa prima o poi passerà, come sempre è stato, e la gente riprenderà ad avere più soldi e più voglia di spenderli...virtualmente. Perché quella che non passerà, e che anzi, si rafforzerà sempre più, sarà proprio la tendenza a effettuare acquisti virtuali, condannando convegni e mercatini a una lenta, ma inesorabile estinzione...peccato petronius1 punto
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1610-1630, a Mantova è un altro ventennio di altissima importanza storica. A differenza del ventennio precedente però stavolta si parla di un periodo che più buio non si può, che vede, dopo la morte del duca Vincenzo I nel febbraio del 1612, il rapido susseguirsi al potere dei suoi tre figli, Francesco IV (morto nel dicembre di quello stesso 1612), Ferdinando (morto nell'ottobre 1626) e Vincenzo II (morto nel dicembre 1627). Con la morte di Vincenzo II si estinse la linea principale della famiglia, e il ducato di Mantova venne trasmesso ai parenti francesi di Nevers. La successione, come è noto, fu tutt'altro che pacifica, e sfociò nella guerra di successione di Mantova e del Monferrato, con i relativi, tragici assedi. Preferisco però ricordare numismaticamente questo ventennio con due monete (una per la zecca di Mantova e l'altra per quella di Casale) rappresentative di un periodo che ha probabilmente visto le vette artistiche più alte per quel che riguarda le monete gonzaghesche, ossia il periodo del duca Ferdinando. Ultimo barlume di grandezza prima dell'inizio della tempesta. Zecca : Casale Monferrato Emittente : Ferdinando Gonzaga Nominale : ducatone Metallo : argento Anno : 1617 Rarità : R Prov. : ex Astarte 22/2010 Zecca : Mantova Emittente : Ferdinando Gonzaga Nominale : Tallero da 4 giustine (sui principali cataloghi classificato come ducatone) Metallo : argento Anno : 1615-1626 Rarità : R2 Prov. : ex Kuenker 266/20151 punto
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Discussione molto azzeccata, condivido anche il delimitare un periodo di tempo ben specifico. Sarebbe bello anche, oltre al postare le monete, descrivere brevemente la situazione politica/economica e chi più ne ha più ne metta in questo ventennio nello stato interessato, per far meglio capire la situazione. A Mantova e nel Monferrato in questo periodo è al potere il duca Guglielmo Gonzaga. Il Monferrato fino al 1566 è ancora sotto la reggenza della madre Margherita Paleologa, solo dal 1566, con la morte della madre, il marchesato diventerà ufficialmente un feudo interamente gonzaghesco. Dal 1573 anche il Monferrato verrà elevato a ducato come già era Mantova. Si tratta quindi di un periodo molto importante e denso di avvenimenti per quel che riguarda le sorti della dinastia gonzaghesca. Sotto il principato di Guglielmo il ducato di Mantova raggiungerà vette di ricchezza e prosperità economica mai più raggiunte in tutta la sua storia; viceversa il Monferrato si mostrerà sempre più ostile e riottoso di fronte alla dominazione gonzaghesca, tanto che contro il duca verrà ordita anche una congiura, repressa nel sangue. La moneta che posto è la seguente: Zecca: Mantova Autorità emittente: Guglielmo Gonzaga Nominale: scudo d'oro Metallo: oro Anno: - (emesso tra il 1550 e il 1575) Rarità: R2 Note: ex Kuenker 256/20141 punto
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Riporto in alto questa interessantissima discussione che mi era colpevolmente sfuggita all'epoca :unsure: Non possiedo personalmente monete che raffigurino il collare del Toson d'oro, ma posto ugualmente l'immagine di una che magari un giorno possiederò :rolleyes: Si tratta di uno zecchino di Vincenzo I Gonzaga, che fu insignito del Toson d'oro nel 1589. Rinunciò più tardi al riconoscimento perchè volle fondare a propria volta un nuovo ordine cavalleresco, quello del Redentore (di cui magari un giorno parleremo). Nella moneta allegata, il Toson d'oro circonda lo stemma gonzaghesco inquartato alle aquile sul R/.1 punto
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