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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/10/17 in Risposte

  1. Dopo aver letto tutta la discussione, mi sembra difficile aggiungere qualcosa di utile. Me la cavo con poche righe allora. Trovo particolarmente esaustivi i post di Moruzzi e Tinia. I commercianti affrontano delle spese, di cui quelle di acquisizione sono parte preponderante, ma non esclusiva. È pacifico pertanto che debbano mettere dei congrui ricavi a ciò che propongono in vendita. Mi sento di potermi definire un collezionista scafato, che ha esperienza di acquisti in asta, come da commercianti numismatici. Trovo il ruolo di questi ultimi più importante di ciò che spesso si pensa, in quanto operano loro stessi un utile filtro sul materiale, che è esso stesso ulteriore garanzia. Ciò è un servizio che va tangibilmente "pesato" , anche economicamente. Questo vale sia per eventuali commissioni da parte di collezionisti per le aste (io stesso l'ho chieste svariate volte), sia per il materiale che essi stessi selezionano professionalmente e ripropongono. Dico di più: nella determinazione del prezzo di vendita di una data moneta di mio interesse me ne frego altamente del realizzo precedente in asta. È giusto che lo determinino come meglio credono. Al collezionista sta capire se risulta congruo, se comprare o rinunciare.
    6 punti
  2. Più volte in varie discussioni si era fatto cenno all'importanza di una corretta e accurata analisi metallografica di monete antiche. Colgo l'occasione delle recente comparsa di uno studio che fornisce ulteriori elementi sul passaggio dai quadrigati ai denari. Premetto che lo studio è stato fatto dal prof. Francis Alberède, capo del Laboratorio di Geologia dell'Università di Lione (Francia). Albarede et al 2016 isotopes in coins.pdf Grazie a un metodo, non distruttivo, di analisi degli isotopi dell'argento (oltre a quelli del piombo e del rame), egli e la sua équipe hanno potuto rilevare come l'argento usato per coniare i quadrigati era di sicura provenienza spagnola e facilmente spiegabile con le pesanti indennità pagate dai Cartaginesi dopo la conclusione della prima guerra punica e della guerra mercenariale in Sardegna (i dettagli sono contenuti nell'articolo). Infatti le ricche miniere di argento dislocate in Spagna, soprattutto nella regione di Carthago Nova (Cartagene), in grado di produrre circa 35 tonnellate di argento all'anno, erano esclusivamente in mano punica e bisogna attendere il 209 a.C. per la loro definitiva conquista romana, ad opera di Scipione Africano. Le indennità pagate dai Cartaginesi non furono tali da minare pericolosamente la loro economia. A partire dal 235 a.C., sei anni dopo la conclusione della pace e contestualmente alla chiusura del tempio di Giano confluirono a Roma i quantitativi di argento cartaginese (appunto di origine spagnola): 2.200 talenti, ossia circa 66 tonnellate, suddivisi in rate annuali per 10 anni, ai quali bisogna aggiungere ancora 1.000 talenti (circa 30 tonnellate) dopo la conquista romana della Sardegna. Praticamente i Cartaginesi hanno "perso" solo circa 2 anni di produzione del metallo prezioso a favore di Roma. Di contro i denari, emessi con la riforma sestante, presentano una composizione isotopia dell'argento che è diversa da quella dei quadrigati e che quindi il metallo doveva avere diversa origine e non dalla Spagna. Per i primi anni, quando Roma ancora non poteva contare su grossi bottini di guerra, il metallo potrebbe essere stato donato in parte dal fedele amico Tolomeo IV Eupatore, che già nel 217 a.C. aveva vittoriosamente concluso la guerra contro il re seleucide Antioco III con la battaglia di Rafiah, con conseguente annessione all'Egitto della Cesasiria. Ma il grosso dei denari romani della guerra annibalica fu coniato dopo il 211 a.C., dopo la presa di Siracusa e di Capua e ancora nel 210 a.C., con la conquista di Agrigento e nel 209 a.C. con la presa di Taranto, tutte conquiste che hanno fornito abbondante bottino e anche metallo argento. Gli studi in corso ormai stanno delineando un quadro abbastanza chiaro della produzione denariale, con emissioni inizialmente in Sicilia e poi, con il trasloco di Marcello nel 210 a.C. sul più impegnativo fronte apulo, la maggior parte delle nuove emissioni di denari devono essere prodotte soprattutto in Apulia (così se i denari RRC 44 sono in genere siciliani, quelli RRC 53 sono pugliesi....). L'esimio prof. Albarède si è appassionato al problema di definire le vie dell'argento usato per coniare le monete antiche e ha recentemente presentato un progetto di ricerca con finanziamento europeo, della durata di 60 mesi. Allego il testo della proposta di ricerca, nella speranza che venga accolta dagli organismi competenti. SILVER_Draft B1_v2.1.pdf ERC_AdG_2016_B2_en_V2.1.pdf E' un testo interessante, anche per capire i vari scopi della ricerca. Per rimanere a livello della monetazione romana repubblicana, è già stata messa a disposizione una intera raccolta numismatica per un approfondimento sulal composizione isotopica dei quadrigati e dei denari, con un campione più vasto e rappresentativo. Una analisi metallografica che va al dilà della semplice determinazione del titolo e composizione della lega. Approfitto per comunicarvi che io e Pierluigi Debernardi abbiamo già avviato ed è a buon punto la sistemazione del Corpus di tutta la serie aurea "marziale", con circa 450 esemplari, con identificazione dei conii e della loro sequenza relativa, di aurei sia anonimi sia con simboli. Stanno emergendo molti risultati interessanti e contiamo di completare lo studio entro questa estate, da pubblicare sotto forma di un volume (anche per accogliere l'intero catalogo descrittivo e illustrativo di tutti gli esemplari noti). Purtroppo non sarà agevole effettuare analisi isotopica sull'oro, dal momento che in questo metallo esiste un solo isotopo stabile. Si potrebbe valutare l'opportunità di analizzare alcuni aurei esaminando la piccola percentuale di argento (circa 1%) ivi presente (l'argento ha invece due distinti isotopi stabili, il cui rapporto varia con la diversa provenienza). A causa di questo impegno ho dovuto procrastinare la conclusione delle mie ricerche sull'ultima emissione di Bruto. Ormai sono maturi i tempi per superare gli inquadramenti proposti dal Crawford, grazie soprattutto al maggiore numero di monete e di ripostigli esaminati, anche se la sua teoria resta sostanzialmente valida.
    4 punti
  3. Apro questa discussione per sviluppare una tematica che stava prendendo per così dire troppo spazio in una discussione più generale Il romanino d'oro è una moneta di cui non sono oggi noti esemplari, abbiamo un disegno del Muratori (1739) che ci propone una moneta con il classico impianto iconografico del mezzo romanino anonimo: leone andante a destra/ Roma in trono con palma e globo. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-SENRMS/1 Sappiamo che nella tariffa Pegolotti sono riportati romanini d'oro a carati 23 e 3/4, siamo nel 1340 ca. ed il ducato senatoriale al tipo veneziano vedrà la sua prima emissione durante il Giubileo del 1350. La moneta non viene riportata nei testi moderni. In questa sede potremmo indagare su opere e studi che parlano di questa moneta e cercare di capire quindi cosa fosse quella moneta aurea coniata a Roma circolante tra la fine del '200 (il nostro catalogo online riporta la notizia di un documento (?) di compravendita di una casa in cui appare il romanino d'oro, siamo nel 1273) e la prima metà del secolo successivo. Buona serata, Antonio @numa numa
    4 punti
  4. Aggiungerei un'altra considerazione banale ma rilevante: non essendo la numismatica un bene di pubblica utilità (con prezzi in qualche modo imposti) il commerciante che pone in vendita ad un prezzo fuori mercato una moneta precedentemente comprata corre seriamente il rischio di non venderla, che è parte del rischio imprenditoriale. Ritengo inoltre che il ruolo di filtro qualitativo del commerciante (soprattutto se proprietario di quanto vende e non solo intermediario) sia molto importante, soprattutto per i novizi, ma purtroppo per qualche motivo il mercato ha privilegiato le aste - che pullulano - contro i commercianti. Ciao ES
    4 punti
  5. Mi sento in qualche modo interessato da questa discussione. In primo luogo dal fatto che tali argomenti riguardano il commercio numismatico italiano si perché, anche se non citato mi sembra di ravvisare nella discussione in corso proprio due monete in vendita presso la Moruzzi Numismatica e riportate nel sito e-commerce della stessa azienda. Vorrei precisare che l’IVA come indicato nel post di apertura della discussione, è sempre dovuta. Nel nostro caso è assolta all’interno del regime del margine. Le indicazioni delle case d’aste europee si riferiscono a transazioni con aziende fuori della Comunità Europea dove andrà poi ricaricata in toto secondo le leggi locali. Sempre è dovuta dai privati anche extra UE. Tornando alle monete credo si tratti di queste: Un tetradramma di Atene: Attica, ATENE, TETRADRAMMA, Emissione: 449-429 a.C., D/ testa di Atena con elmo laureato a destra, R/ Civetta stante di fronte volta a destra, Zecca di Atene, Rif. bibl. SNG Dan., 36; Metallo: AR, gr. 17,24, (MG125829), Diam.: mm. 22,64, mBB Ex Lanz 163 n. 66. € 990,00 https://shop.moruzzi.it/it/attica-atene-tetradramma-449-429-a-c.html Una didramma di Tiro: Fenicia, TIRO, DIDRAMMA, Emissione: 335 a.C., D/ Melkart cavalca un ippocampo, R/ Civetta stante a destra, Zecca di Tiro, Rif. bibl. SNG Dan., 308var.; Metallo: AR, gr. 8,59, (MG125888), Diam.: mm. 19,08, SPL Ex Alde ottobre 2016 n. 132. € 2900,00 https://shop.moruzzi.it/it/fenicia-tiro-didramma-335-a-c.html Premesso che nelle vendite della Moruzzi Numismatica, per scelta della massima trasparenza, cosa non certamente dovuta, viene sempre citata la provenienza del bene quando questo proviene da asta pubblica (anche quando trattasi di una vendita recente facilmente verificabile) ed anche da collezione privata se la proprietà concede la giusta autorizzazione, volevo portare un ulteriore contributo di chiarezza circa i prezzi che vengono effettuati dall’azienda. La valutazione è avulsa dal prezzo di acquisto ma deve seriamente rispondere ai requisisti del mercato ed alle caratteristiche dell’oggetto: originalità, conservazione, bellezza in senso lato, domanda ed offerta. Credo che vada inoltre segnalato che tale risultato nasce da 37 anni di esperienza che tutte le monete proposte dalla MN sono garantite a tempo indeterminato, cosa che non sempre avviene in tutte le case d’asta dove la vendita, se non è “vista e piaciuta”, è garantita a tempo determinato. Cosa diversa e più problematica è l’operazione dell’acquisto che nasce dalla selezione degli esemplari migliori delle varie vendite all’asta che si svolgono quotidianamente nel mondo e che tutti oggi possono seguire grazie ad internet. Non ci si limita a guardare una foto ma si va in loco per poter analizzare le monete in tutti i loro aspetti e solo allora si decide di acquistarle o meno. Dopo averle selezionate si fissa un prezzo limite di massima (che a volte si può anche superare a seconda di come cade la battuta) e si partecipa. Chiaramente solo alcune entreranno nel paniere, normalmente intorno al limite fissato, ma capita anche che qualche volta si riesca a comprare meglio. Spesso nelle vendite all’asta intervengono vari aspetti, quali la notorietà della casa d’aste, la qualità media del materiale presentato, la presenza tra i partecipanti di incompetenti o poco competenti che acquistano direttamente senza l’ausilio di un esperto spesso per posta o online nelle varie piattaforme, che li tuteli, e soprattutto le situazioni contingenti. Basti pensare alla crisi economica che da qualche tempo condiziona il mercato delle monete in particolare quelle di fascia B. Intervengono anche aspetti più banali quali il costo del volo, il tempo necessario per l’intera operazione con i relativi pernottamenti, la piazza dove si svolge la vendita. Non secondari, nella logica aziendale che deve nonostante quanto già detto creare utile nonostante i prezzi fissati perfettamente in linea con il mercato internazionale, sono la tassazione che in Italia risulta nettamente più alta ad esempio rispetto a Monaco, Gran Bretagna, Austria, San Marino e gli aspetti del costo finanziario (anche questo più alto in Italia) dello stock (magazzino). Altro aspetto che grava sia sulla dinamicità di una azienda numismatica sia sul carico finanziario sono gli adempimenti burocratici, non ultimo la documentazione necessaria per la libera circolazione dei beni. Nello specifico, premesso che in molti casi gli utili previsti sono nettamente minori, verifichiamo le due monete oggetto della discussione. La prima proviene, come indicato dalla vendita 163 della Numismatik Lanz di Monaco di Baviera al lotto 66 ed era stimata 800 euro ed ha realizzato 480. GRIECHISCHE MÜNZEN, ATTIKA, ATHEN, Tetradrachme, 449 - 429. Kopf der Athena im attischen Helm mit Lorbeerkranz nach rechts. Rs: ΑΘΕ. Eule nach rechts, dahinter Olivenzweig mit Frucht und Halbmond, das Ganze im quadratum incusum. Svoronos Taf. 11/5 und 6; Starr Gruppe V/Taf. XXII 7; vgl. SNG Copenhagen 36. 17,18g. Sehr schön. https://www.sixbid.com/browse.html?auction=3153&category=64722&lot=2641414 Il prezzo pagato dalla nostra ditta è stato quindi di euro 480+diritti pari al 23% (the special margin scheme according §25a UstG in which case the surcharge will be 25% including shipping and insurance. If customers pick up the lots and pay on the spot this surcharge will be reduced to 23%) pari ad un totale di euro 590,40. La conservazione indicata era BB, ma abbiamo potuto notare dall’analisi che in realtà si trattasse di un “migliore di BB”. Il prezzo di 990 credo sia perfettamente in linea con il mercato e tra l’altro anche con la valutazione della casa d’asta, tenendo conto dello stile, del tondello, della presenza di difetti deturpanti (come spesso accade) e di un colpo satrapico. La seconda proviene da un asta Alde di Parigi, lotto 132: era stimata 1500 euro ed ha realizzato 1700 euro più i diritti d’asta del 22% (En sus du prix de l’adjudication, l’adjudicataire devra acquitter par lot et par tranche dégressive les commissions et taxes suivantes: 1) Lots en provenance de l’Union : Frais de vente : 22 % TTC.) per un totale di 2074,00 euro e non 1700 come indicato nella discussione. TYR (400-333). Didrachme, (vers 335). A/. Melkart chevauchant un hippocampe ailé à droite. Dauphin sous les lignes de vaques. R/. Chouette debout à droite, portant sceptre et fléau égyptien. - Références : SNG, Copenhague, n° 308 sq. var. - BMC, n° 40 - Pozzi, n° 3067 var. - Argent. 8,59 g. (0h). Superbe. https://www.sixbid.com/browse.html?auction=3008&category=61985&lot=2509674 In questo caso l’acquisto si è determinato in base al fatto che trattasi di uno degli esemplari più belli sul mercato ed anche perché è molto più bello dal vivo; esemplari simili nel passato avevano realizzato molto di più. Come ad esempio quello venduto dalla Dr. Busso Peus Nachfolger che seppur di una coniazione precedente, aveva realizzato nell’asta 403, al lotto 149 del 27 aprile 2011 euro 16'000 con una stima di 3.500 euro. Allego immagine Mi sembrava giusto dare a tutti un’informazione su come un serio professionista arrivi alla determinazione del prezzo e che i collezionisti si possano affidare (prendere in braccio” dalla Moruzzi Numismatica. Grazie dell’attenzione
    4 punti
  6. Ciao le bollicine in positivo sferiche o leggermente ovalizzate tipo una sferetta attaccata alla superfice sono da imputarsi ad una fusione per quelle scavate il discorso cambia, visto che di solito si formano per un'eccessiva temperatura sia del cilindro che della lega che si usa, se si surriscaldano i metalli tendono a bollire formando bolle, es portare l'argento ad una temperatura leggermente sup si brucia perdendo proprietà se invece si surriscalda molto bolle già in fase di fusione, questo avviene maggiormente quando si fonde a gas con le fonditrici a controllo della temperatura questo non succede, sempre che non si imposti una temperatura errata per quel tipo metallo, se poi ci aggiungiamo una temperatura troppo elevata del cilindro in refrattario il metallo continuerà a bollire anche dopo l'iniezione, Es quando fondo una lega palladiata che viene iniettata a 1310° la temperatura del cilindro deve essere di 800°, altrimenti questa continuerà a formare bollicine prima di raffreddarsi. Queste bolle a volte piatte o stratificate non sempre indicano un falso, visto che il tondello anche in antichità veniva sempre fuso e al tempo era facile surriscaldare il metallo, se poi ci aggiungiamo che lo stampo in terracotta era ad una bassa temperatura al momento della colata si formavano dei gas specialmente nella parte a contatto con la terracotta che venivano inglobati nel metallo stesso e una volta coniato queste bolle rimanevano e a volte si vedono in superfice. Tornando al discorso delle bolle scavate non sempre indicano un falso. Silvio
    3 punti
  7. Ciao vi spiego il sistema chiamato a cera persa degli antichi riportato ai nostri giorni visto che lo uso quasi quotidianamente per lavoro di micro fusione, nel mio caso modello in cera il manufatto poi inperniato viene messo in rivestimento, cioè inglobato in un materiale refrattario a base fosfatica e micro fine, una volta indurito viene posto in un forno per sciogliere la cera e portare il rivestimento ad una temperatura adatta al metallo che si vuole usare, una volta posto il cilindro nella fonditrice che sia a induzione o a pressofusione si procede alla fusione del metallo e alla sua iniezione nel cilindro nel vuoto lasciato dal modellato in cera, una volta raffreddato si distrugge il cilindro per estrarre la fusione, questo per quel che riguarda il mio lavoro, per la fusione di monete si procede nello stesso modo però prima viene effettuata un'impronte in materiale siliconico quello dei dentisti per intenderci della moneta e poi riempito in cera così si possono avere più monete dallo stessa impronta e fuse singolarmente o a grappoli senza esagerare per motivi di peso totale della fusione, i crogioli per queste macchine non contengono tanto metallo, il grosso problema non è tanto la retrazione del metallo ma della cera che una volta colata negli stampi raffreddandosi tende a retrarsi parecchio perdendo tutti quei particolari più spigolosi dando un effetto sfumato, infatti noi le modellazioni dobbiamo riprenderle ogni volta che si aggiunge cera calda. Questo a grandi linee il sistema di fusione classico, poi ci sono i sistemi a iniezione su stampi in metallo ma la cosa è più complicata. Spero di essermi spiegato per quanto riguarda le fusioni e di aver fatto un po' di chiarezza su questo argomento. PS le bollicine che si vedono su monete fuse di solito sono in positivo e ben tonde e si trovano maggiormente vicino ad una parte modellata o in un incavo tipo le lettere e si formano durante la colatura del materiale refrattario che avendo inglobato bollicine di aria durante la miscelatura queste si vanno ad attaccare al modellato o non riempiono a sufficienza gli incavi delle lettere o particolari come le orecchie. Silvio
    3 punti
  8. Teodorico in nome di Anastasio per Ravenna (secondo Metlich)? Con la legenda del diritto che si legge partendo da in basso a destra...
    2 punti
  9. Vedo che nessuno si è fatto avanti ...... vorrà dire che tocca a me ! Innanzitutto, come già segnalato segnalato da @profausto tempo fa, trovo una netta somiglianza con un altra emissione corsa attribuibile a Bonifacio per via della B grande che troviamo su una faccia di queste monete.. riporto un esemplare postato sul nostro catalogo online dal nostro @Corsodinazione .... in particolare vorrei porre la vostra attenzione non solo alle caratteristiche generiche molto simili ma, in particolare alla presenza di un punto in uno dei quarti della croce e a quella di un segno a fianco della lettera nell'atro lato .... http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GECOL1/1 [cat]W-70149[/cat] [cat]W-70150[/cat] come periodo direi che siamo nel XIV sec. viste le carattereristiche ponderali e stilistiche delle lettere ... la A gotica ma, anche le altre lettere sembrano infatti essere in linea con quelle usate in quel periodo .... le lettere gotiche le troviamo per esempio nei Quartari genovesi col castello mentre le altre sembrano ricordare quelle di alcuni quartari con legenda IANVA sul lato della croce.... monete che hanno circolato e molto nei territori corsi ... tutto ciò quindì in linea con le ipotesi fatte in precedenza ...
    2 punti
  10. 1879: o gli si è rotto il gillette, o la moda dell'anno richiedeva favoriti più lunghi. Non lo invidio: coi colletti alti che allora si usavano, sai che prurito! 1894: ormai la pelata è inesorabilmente vincente. Scherzi a parte, io sono grato a Francesco Giuseppe sopratutto per la sua volubilità monetaria: non è da tutti passare dal tallero al fiorino e poi alla corona in un solo regno, ancorchè lungo. E sono felice di conoscere qualcun altro che apprezza le monete austroungariche: assieme a quelle della Germania imperiale sono il nucleo centrale della mia modesta collezione.
    2 punti
  11. Noto nel penultimo intervento un po' di ironia, se non di vis polemica nei confronti di quanto ho scritto. Caro sig. refero, è giusto che ognuno porti acqua al suo mulino e persino che il commerciante genovese prezzi la sovrana quello che meglio crede. La difesa del collezionista, come lei ha dimostrato nell'occasione, è quella di non comprare. Le monete sono un genere voluttuario e non come il pane, che ha più o meno un prezzo imposto. Stia certo che, per stare sul mercato, qualsiasi operatore commerciale ha bisogno di clienti, parallelamente alla merce offerta. Anzi, i clienti sono forse il bene più prezioso che possiede. Il "suo" commerciante avrà pertanto una sua clientela che non bada a spese, oppure dovrà accontentarsi di un prezzo decisamente inferiore. A me non scandalizzerebbe nemmeno se per quella sovrana chiedesse 500 euro perché l'arma che il collezionista possiede è la conoscenza, di ciò che si cerca e delle dinamiche dei prezzi. Senza questa nel nostro settore e in tanti altri si rischia un'imbarcata. Chiaramente, una rondine non fa primavera e il fatto che esistano commercianti troppo esosi, non significa che tutti si comportino allo stesso modo.
    2 punti
  12. la regina Elisabetta II ne è il caso più attuale senza dubbio ....nel 2015 infatti è stato introdotto il nuovo e definitivo ritratto sulle monete britanniche, il quinto in totale. è stata pure emessa una moneta commemorativa a riguardo riguardo. Allego anche il link di un pagina della royal mint dove vengono descritti singolarmente tutti e cinque http://www.royalmint.com/discover/royalty/the-royal-portraits
    2 punti
  13. Intervengo solo per concordare che la moneta Triton è molto sospetta e quanto meno non si consiglia il suo acquisto. Ci sono troppe incongruenze, già rilevate da Tinia e da Gionnysicily. Anche il particolare della coda del toro aggiunge un ulteriore tassello di sospetto....
    2 punti
  14. Veramente avevo pensato a qualcosa di simile...________ banda bassotti permettendo! Ok, inserisco allora la mia seconda "monetina" straniera, sempre in rame naturalmente. Nel 1769 Caterina IIa di Russia per finanziare varie operazioni militari autorizzò l'emissione di assegnati per 10 milioni di Rubli. Assegnati che nel 1771/72, stando a quanto previsto, potevano essere riscattati solo con monete di rame. Anche se pagati con le enormi monete da 5 Kopechi da ben 51 grammi di rame e 41 mm di diametro in circolazione in quegli anni....... 20 pezzi = 1 Rublo ........servivano 200 milioni di pezzi solo per onorare gli assegnati. Fu così che a Sestroretsk, in una fabbrica di armi e munizioni, si pensò di coniare un Rublo in rame. (in quegli anni il Rublo era una moneta da 24 grammi d'argento .750). Ne risultò una moneta da più di un chilo, circa 1.020 grammi, 78 mm. di diametro e 25 mm di spessore. Ma i problemi tecnici e di manodopera furono insormontabili, fu impossibile coniare 10 milioni di pezzi. Così l'idea del Rublo in rame fu abbandonata in breve tempo, oggi esistono solo tre Rubli originali Sestroretsk 1771, due nel Museo dell'Ermitage ed uno al Smithsonian. ______ed uno lo vorrei a casa mia! Non so a voi, ma a me questo fermacarte, pardon!! volevo dire "monetone" mi piace un sacco!
    2 punti
  15. LA PRIMA SOVRANA D'ORO Enrico VII d'Inghilterra Il 28 ottobre del 1489 Henry diede l’autorizzazione per la produzione di una nuova moneta d’oro del valore di 20 scellini del peso di 15,55 grammi (240 grani) al fino tradizionale stabilito sotto Edoardo III. Fu la più grande moneta mai emessa in Inghilterra fino ad allora. Si decretò che venisse chiamata “sovrana”, suggerendo una stretta associazione con il monarca stesso. Nel rispetto delle passate coniazioni auree, questa nuova moneta si ispirò al reale d’oro dell’imperatore Maximilian (1486-1519) prodotto per la circolazione nelle Fiandre, Gheldria e Olanda nel 1487. 1487-holland- grand reàl d'or Questa moneta è stata presentata e descritta poco tempo fa da @matteo95. Cinque tipi di sovrana del regno di Henry sono sopravvissuti fino ad oggi. Sebbene non sia possibile datarli, è stato stabilito un ordine temporale relativo alla loro produzione in base alla presenza del segno di zecca e alla analisi stilistica. E’ generalmente accettato che il primo tipo coniato sia oggi conosciuto in un unico esemplare conservato al British Museum. In tutti i tipi è presente il ritratto del monarca in trono e lo scudo reale sovrapposto alla rosa Tudor. Il primo tipo si distingue per lo sfondo “semplice” al dritto e la grande corona che sormonta lo scudo al rovescio. Questo è il mio tanto spettacolare quanto irrealizzabile “sogno numismatico”. "1489 Sovereign primo tipo" Immagine proveniente dal sito "royalmintmuseum.org.uk" In questa foto tratta dal volume "A history of the Sovereign chief coin of the world" di Kevin Clancy possiamo ammirare tutte le cinque tipologia affiancate. Buona serata e ancora "sogni d'oro" a tutti voi. E.
    2 punti
  16. E’ ancora il “re vittorioso” – nonostante il regime mussoliniano si sia ormai consolidato alla guida dell’Italia – quel Vittorio Emanuele III che celebra, nel 1925, il proprio 25° anniversario di regno apparendo, col suo ritratto, al dritto di una delle più belle monete del Novecento italiano, le 100 lire Vetta d’Italia. Sotto il profilo del sovrano, a rendere più solenne la composizione, una pianta di quercia su cui è innestata la Corona Ferrea dei re d’Italia. A ricordo della Grande Guerra che ha completato l’Unità nazionale, su questa splendida e rara moneta da 100 lire (32,25 grammi d’oro a 900 millesimi per 35 millimetri, contorno rigato) firmata dal medaglista Aurelio Mistruzzi appaiono poi, al rovescio, la sommità della Vetta d’Italia, ai confini con l’Austria, e il drappo sabaudo sorretto da una vigorosa figura maschile che, come da tradizione classica, porta nella destra una piccola statua della Vittoria. Una composizione particolarmente felice e armoniosa, non priva di un certo dinamismo classico e, al tempo stesso, di evidenti riferimenti al gusto iconografico di inizio XX secolo e che non manca di un evidente “segno dei tempi”: il fascio littorio inciso nella roccia, sotto la figura maschile. Si tratta dell’ultima tipologia originale da 100 lire emessa in Italia ancora secondo gli standard dell’Unione Monetaria Latina, che verrà sciolta nel 1927; già questa moneta, coniata in soli 5000 esemplari, non viene del resto destinata alla circolazione ma, piuttosto, venduta ai collezionisti e a quanti ne fanno richiesta ad un prezzo maggiore del nominale (nel 1926 e 1927 saranno ribattute le 100 lire Aratrice, ma solo in poche decine di esemplari per collezionisti). A stabilire le caratteristiche della Vetta d’Italia è il Regio Decreto n. 1829 dell’11 ottobre 1925 e, come sottolinea la “Relazione della Regia Zecca” per quell’anno, “Si volle che le impronte presentassero rilievi fortemente accentuati, allo scopo di conferire alle monete un aspetto piuttosto medaglistica, reso ancor più manifesto dall’impiego del medesimo trattamento usato per le medaglie: sabbiatura e successiva immersione in acido nitrico”. A rendere palese il significato storico e simbolico della moneta, la Regia Zecca impiega per la sua produzione una parte dell’oro donato alla Patria dagli italiani nel corso della Grande Guerra, per sostenere lo sforzo bellico. Una 100 lire che, tuttavia, vede la luce in un’Italia sconvolta dal delitto Matteotti del quale il Duce si assume “la responsabilità politica, morale e storica”. Il presidente del Consiglio è ora anche capo del Governo, primo ministro, segretario di Stato e non è più responsabile di fronte al Parlamento, ma solo nei confronti del re tanto che, in una sola seduta, il 13 gennaio, la Camera approva ben 2376 decreti legge presentati dal Governo. Le distanze tra le regioni del Paese di riducono: gli abbonati al telefono sono 145.797, le cabine telefoniche 4.433 anche se permangono ampie disuguaglianze e sacche di povertà e arretratezza. Questo è il mio sogno.
    2 punti
  17. @profausto esattamente , cito nuovamente il post di @adamaney dove viene esposta questa teoria ... ad oggi purtroppo mi pare che non siano stati fatti passi avanti , potrebbe essere uno spunto di discussione senza dubbio interessante anche in vista della giornata del prossimo 4 febbraio a Finale Ligure dove se non sbaglio lo stesso @adamaney interverrà con una propria conferenza. Potremmo comunque già qui rincominciare con qualche considerazione senza pretese .. io ora sono un po' preso perchè domani ho un esame all'università se magari qualcun'altro volesse iniziare .....
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  18. MB al D/ premiando il bordo mentre per il R/ direi sotto l'MB
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  19. Si avvicina questa giornata e indubbiamente cresce il rammarico, viste le richieste, di poter fare accedere al mattino al Medagliere dell'Ambrosiana solo un numero fisso di appassionati. Che uno dei sogni, il principale, degli appassionati fosse quello di vedere monete, quelle delle nostre Istituzioni lo sapevamo, anche qui sul forum la risposta fu unanime e direi bulgara. Quindi grande fame di vedere monete e grande risposta da parte di una città come Milano per questo evento, d'altronde per Milano, e i milanesi lo sanno bene, il vedere monete in gruppo è una possibilità che non hanno mai avuto e chissà quanti avrebbero partecipato da quello che ci risulta se fosse stato permesso un numero maggiore e se fosse stato comunicato il tutto in più ambiti. E quindi se l'Ambrosiana e il pomeriggio culturale scalda e sta scaldando la Milano Numismatica bisogna dire viva l'Ambrosiana. La risposta che in questi casi viene prodotta è insufficiente, perché un conto è andare come singolo studioso con le idee chiare al Castello su appuntamento, un conto è vedere in gruppo una selezione di monete di varie zecche e periodi. Fatto che apre a tanti, non al singolo, e va nella direzione della divulgazione, dell'incuriosire, del primo approccio, dei giovani..., di una numismatica sempre più aperta e per tutti. Questo è uno degli obiettivi di questa giornata che ha valenze e significati che vanno oltre al singolo evento...Milano ne aveva e ne ha bisogno e credo si dovrà fare altro, andare anche oltre....per gli appassionati che stanno crescendo.... E certamente, se è vero che il valore supera in questo caso la realtà, dobbiamo anche dire che Milano e una Istituzione famosa e conosciuta in tutto il mondo per quello che è e rappresenta come l'Ambrosiana, porta l'evento non a un mero evento localistico e circoscritto, ma un qualcosa sicuramente di ambito nazionale e di ampio respiro da annoverare tra le manifestazioni della nostra numismatica italiana per spessore, novità e primogenitura. Nei prossimi giorni vorrei tenere con voi un filo diretto come in realtà è sempre stato, questo evento nasce in gruppo sul forum di Quelli del Cordusio qui su Lamoneta, un esperimento anche questo innovativo, ed esprime come anche un Evento importante possa essere condiviso e rendere partecipi tanti e tante anime della nostra numismatica come sarà in quel giorno. Tante attese e tante sorprese anche per chi interverrà al pomeriggio, in tanti si stanno dando da fare per premiare gli intervenuti, giovani in primis e non solo, e rendere questa giornata tra quelle da non dimenticare facilmente....entriamo nei dettagli importanti organizzativi e vedremo di tenervi aggiornati qui....come una kermesse numismatica merita....
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  20. 1) 2) Salve a tutti, essendo letteralmente innamorato della monetazione sarda durante il periodo spagnolo (soprattutto Filippo II, Filippo III, Filippo IV e Carlo II) ed, in particolare, della monetazione maltagliata, il mio sogno irraggiungibile sarebbe quello di aggiungere nella mia collezione i tondelli da 10 e 5 reali maltagliati di Carlo II (1665-1700). Entrambi hanno un grado di rarità molto elevato, quindi R5. Vorrei scusarmi per la pessima qualità delle immagini postate. Entrambi i tondelli e le relative immagini provengono dall'asta Christe's 2388 tenutasi a Roma tra il 13 ed il 14 dicembre del 2000. Il primo tondello, da 10 reali (lotto 64), realizzò Lit 5.287.500; metre il secondo, da 5 reali (lotto 73), realizzò Lit 6.462.500. Solo a vederle, anche attraverso tali foto scadenti, mi si illuminano gli occhi... Saluti!
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  21. Titolo: Fotografia Numismatica: piccola guida interattiva (… Ovvero, non servono attrezzature costose per ottenere buoni risultati) Autore: @ilnumismatico Data Pubblicazione: 03/05/2014 ABSTRACT: L’intento che mi pongo (e che spero di raggiungere) è di rendere la materia in oggetto semplice e chiara per tutti, anche (e forse soprattutto) per chi pensa di essere negato nella fotografia. Le “lezioni” saranno poche e brevi (fondamentalmente non c’è molto da dire, visto che dobbiamo fotografare un semplice tondello grande, al massimo, qualche centimetro), e si pongono come obiettivo quello di fornire concetti, più che procedure da seguire, il tutto presentato cercando di non dimenticare semplicità e chiarezza nelle spiegazioni. I concetti che andremo ad esaminare potranno essere ovviamente rielaborarti e perfezionati a seconda del proprio gusto personale, anche in seguito alle numerose prove che effettuerete per esercitarvi. Prove che vi accompagneranno (così come è ancora il mio caso) per molto tempo anche dopo che penserete di aver raggiunto un risultato qualitativo soddisfacente. Gli argomenti di questa guida, saranno i seguenti: Introduzione: costruiamo il nostro “set” fotografico Qual è la luce ideale e come ricrearla La preparazione allo scatto: l’inquadratura L’esposizione ed il bilanciamento del bianco Le ultime impostazioni prima dello scatto Scattiamo la nostra prima fotografia numismatica La PostProduzione (PP): che cos’è e come va fatta Installazione del software di fotoritocco e prime operazioni di PP Leggi l’articolo originale completo oppure Visualizza il PDF con gli ultimi aggiornamenti per poterlo salvare in locale
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  22. Nell'osservare le monete che ho in collezione, mi ha sempre divertito il ritratto dell' Imperatore Francesco Giuseppe, o per dirla alla milanese, "il caro Cecco Beppe". Nei primi esemplari di fiorino che possiedo, il sovrano appare nel verde dei suoi anni, salvo poi apparire invecchiato sulle stesse monete più recenti, per non parlare dell'effigie che lo ritrae, "vecchio bacucco", sulle corone emesse tra il 1912 ed il 1916. E ciò non potrebbe essere altrimenti per chi, come l'imperatore asburgico, ha a lungo regnato. Francesco Giuseppe I d'Austria vanta di fatto uno dei regni più lunghi di sempre, dal 1848 sino alla morte, avvenuta il 21 novembre del 1916, in piena Grande Guerra. Mi piacerebbe ora sapere quali altri regnanti hanno, nelle diverse epoche storiche, avuto il privilegio di un regno lunghissimo oltre che di simili diversificate effigi su moneta. Mi viene facilmente in mente il caso della Regina Elisabetta II, che tra un mese circa dovrebbe celebrare i 65 anni di ascesa al trono del Regno Unito, di cui pure esistono decine di ritratti, di epoche ed età differenti, su monete e su banconote. Qui posto i ritratti del nostro, come appare da fiorino del 1859, non ancora trentenne, e dal fiorino del 1880... se nel frattempo qualcuno avesse "casi simili" in collezione mi piacerebbe conoscerli e, magari, vederne qualche esempio.
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  23. se è solo questo che ti interessa, ti posso dire con certezza che non diventi ricco... al massimo aumenti il tuo capitale di una ventina di euro.. o trenta.
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  24. Teodorico ( monogramma) invicta Roma per Anastasio. Roberto
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  25. Siracusa Agatokles o Hieron II
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  26. @domenico.spanti della moneta che hai postato, non si vede quasi nulla. Dovresti inoltre indicare il peso , perché soprattutto nella monetazione antica è molto importante per indirizzare le ricerche nella giusta direzione. Prova a mettere immagini piu' leggibili e più grandi. Potrebbe essere una moneta della Sicilia Antica ( forse Tauromenion) ma sono molte le emissioni che si differenziano anche di poco. ti posto solo per comparazione una litra di Tauromenion (RIPETO solo una indicazione)
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  27. Ciao! Vuoi mai che ci sia qualche veneziana? In ogni caso, se anche no, quello che ci sarà, andrà più che bene .... non siamo schizzinosi saluti luciano
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  28. Grazie mille a tutti per le spiegazioni
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  29. .....LUIGI MARCHESI è uno dei cantanti celebri chiamati musici o sopranisti o cantanti evirati o castrati. LUIGI MARCHESI (Milano 1754 - Inzago 1829) Nel 1765 a soli 11 anni, iniziò la carriera artistica nel coro della Cappella del Duomo di Milano. Le donne a quei tempi non erano ammesse a cantare nelle corali in chiesa. Nel 1774 debuttò in un teatrino privato di Roma nell'opera <Serva padrona> naturalmente in una parte di donna, l'anno seguente cantò a Firenze nel < Castore e Polluce>. La sua carriera fu molto rapida e nel 1775 cantò a Milano nel Teatro Ducale, e nel 1780 alla Scala sempre a Milano. Ricercato e acclamato a Torino, Trieste, e nei principali Teatri d'Europa. D/ ALOYSIVS . MARCHESIUS . MEDIOL . CANTOR . EXIM . - Busto a destra con lunghi capelli raccolti dietro a treccia. In piccolo A. GUILLEMARD F. ( splendido ritratto ) R/ BENE . MERENTI - Nel campo una lira attorniata da rametti di quercia, appoggiata su una mensola, sotto COLLEG . MVSIC . MEDIOL . MDCCLXXXV Bronzo, mm. 43
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  30. Dai ragazzi e meno ragazzi, qui non si scherza...siete voi i protagonisti! (Daniele @DARECTASAPERE ci dovranno portare via con la forza per andare a pranzo eheh)
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  31. Esemplare con le scritte in didascalia Pisidia, Termessus Major. Pseudo-autonomous issue. 3rd century A.D. Æ (27 mm, 11.43 g, 6 h). T-ЄP-[MЄ]CЄΩN, bare-headed and draped bust of Hermes right, caduceus at shoulder / TΩN MЄ-IZONΩN, Athena standing facing, head left, holding Nike and spear. SNG BN 2178; SNG Copenhagen 321-2. Green patina, light porosity. Nearly very fine.
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  32. In tema di "bollicine" , unisco una considerazione ed una immagine da " La monetazione incusa della Magna Grecia " ( 1975 ) di G. Gorini
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  33. Grazie Antonio per le tue interessanti considerazioni. Quello che non mi convince del romanino ( sul modello del grosso senatoriale) e' l'assenza di menzione da parte di altri autori se non del Muratori. Strano che nessuna traccia ne sia rimasta .. tu hai fatto una ricognizione sulle altre fonti: Argelati, Bellini, Zanetti ? Lo Scilla o il Fioravanti lo menzionano ? Cosa dicd il Capobianchi ? Anche la posizione di Grierson mi pareva fosse scettica al riguardo... Roma si dota di una coniazione aurea tardissimo rispetto agli altri grandi centri. Perche adottare un tipo autonomo per poi sostituirlo quasi immediatamente con l'imitativa del ducato veneziano ( che tra l'altro ebbe un discreto successo)? L'evidenza e' comunque un po' magra, i romanini a 23 e 3/4 del Pegolotti potrebbero essere i ducati
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  34. Allora è proprio un colpo di fortuna,
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  35. Se hai girato la moneta (assi alla tedesca) e il rovescio è quello che vedo ...si di 90°
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  36. Ciao a tutti,ho provato a fotografare davanti allo specchio questa moneta ma non viene bene,secondo me ha l'asse spostato di 90° datemi un vostro giudizio oppure ho sbagliato la valutazione?.
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  37. Ciao, consultando il RIC, il tuo antoniniano è il RIC 921 zecca di Antiochia, sicuramente non Tripoli, in quanto questa è l'unica zecca a riportare il punto dopo il numero di officina; in particolare si tratta della sesta (non è una S, ma un ς (stigma) greco). Un saluto, complimenti per il bell'antoniniano!
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  38. quella che tu indichi nel link seguente non corrisponde alla tua in quanto in campo ha una (star) non un S dot !
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  39. Chi sta impedendo la brexit è esclusivamente il governo britannico che non vuole che il paese paghi le conseguenze logiche di un'uscita dall'Unione. Dopo mesi, ancora non hanno presentato nulla. Legittimo da parte loro; più che legittimo da parte nostra non concedere un bel nulla. Versino gli arretrati, escano senza se e senza ma ed imponiamo immediatamente i dazi previsti. Nessuna agevolazione. Vogliono fare da soli? Lo facciano. Gli inglesi di una volta l'avrebbero già fatto stringendo i denti e facendo i sacrifici necessari nel modo che ha portato tanto ad ammirarli per questo. Questi giochetti piccolo borghesi non fanno onore al loro governo ed alla loro tradizione
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  40. Ciao Luca, intervengo da totale inesperto di Asti, ma leggo sull'ultimo MEC (12, italia settentrionale) a pag. 115: "Some of the denari astigiani of this class have been overstruck on Genoese denari, but overstrikes are also known on deniers of the Southern French mint at Melgueil and other Southern French coin types." riporta poi l'esemplare fotografato ai nn. 79 e 80, rispettivamente ribattuti su deniers di Melgueil e Carcassonne. Le foto sono quello che sono, ma magari il tuo pezzo è compatibile. cerca di trovare qualche corrispondenza anche minima nelle legende... Bello scoprire cose nuove su argomenti mai nemmeno considerati!
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  41. No, non credo che siano fori luogo, noi ci crediamo nella nostra attività poiché svolgiamo questo lavoro con passione.
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  42. sinceramente, anche il prezzo di vendita è determinato da quello di acquisto...se compro, per mia fortuna o caso, a 10 una moneta che è prezzata 50 in catalogo e la vendo a 40, e un altro commerciante invece ha comprato la stessa moneta ad un più congruo 30 e la vende a 50, chi dei due appare più" moderato" nel ricarico e chi ,invece , lo è nei fatti?....vediamo di non farsi accecare dal pregiudizio e dai personalismi quando si parla....se ce l'avete con alcuni commercianti perché secondo voi non vi hanno trattato bene oppure, peggio, si sono permessi di guadagnare sulle monete che vi piacevano o ve le hanno sfilate sotto il naso in asta e poi se le sono rimesse in vendita con congruo ricarico, vedete di migliorare voi e la vostra visione della faccenda invece di spargere fango ingiustificato...sembrate la famosa volpe delle favole...e, per uno di voi, questo mi pare un atteggiamento che mal si concilia col ruolo......
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  43. Aggiorno questo post per segnalare un'importante novità, a Napoli è attivo il Circolo Numismatico Partenopeo con sede e biblioteca specialistica aperta alla consultazione per i soci, gli studiosi e gli appassionati, il sottoscritto si è assunto l'onere della redazione di un catalogo online di cui di seguito posterò il link e della possibilità di consultare i testi mediante appuntamento, basta messaggiarmi per organizzare giorno e orario di apertura e accedere liberamente a importanti testi concernenti la medaglistica e la numismatica dell'Italia meridionale... nel medio periodo è prevista anche la messa a disposizione degli utenti di una bibliografia digitale sulla numismatica dell'Italia meridionale consultabile nella biblioteca del Circolo. Chiedo all'amministratore di mettere in evidenza il post in modo da permetterne il costante aggiornamento sia delle novità che del catalogo online. http://www.librarything.it/catalog/CircNumPartenopeo
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  44. Visto che i sogni non costano nulla, allora tanto vale non risparmiare:........ D/ Stemma semiovale, sostenuto da due angeli ALEXANDER VI PONT - MAX BORGI.A VALENT. R/ Gesù a destra solleva San Pietro dalle acque, a sinistra gli Apostoli in una nave sulla cui bordata: D ADIVVA NOS. + MODICE - FIDEI QVARE DVBI-TASTI Muntoni 1 / CNI 4 (foto da Staatliche Museen zu Berlin, Münzkabinett ) Inutile aggiungere che ( in aste pubbliche) in questi ultimi 80/100 anni non è mai apparsa......
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  45. Brugiere Yves La Monnaie de Nice sous les Ducs de Savoie – Cercle numismatique de Nice 2016
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  46. Ciao a tutti, ciao @Alice.m! Finalmente mia figlia a preso un bel voto! Adesso la monetina è in una bella compagnia equestre... ed i due "cosi" a dx del geode sono due ferri di cavallo. Ciao Njk
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  47. Grazie a tutti per i vostri commenti e le considerazioni che avete espresso in merito a questa particolarità. Inizio subito dicendo che questo esemplare, così come l'altro dell'asta Varesi, com'è stato giustamente fatto notare da @Michelangelo2, potrebbe considerarsi come inedito in quanto manca in tutti i repertori principali di medaglistica partenopea. Interessante il quesito di @providentiaoptimiprincipis che chiede, sostanzialmente, il perché ci ritroviamo questa medaglia col conio di D/ di una moneta e per giunta con due date diverse. Come ho già spiegato nei miei precedenti messaggi, secondo me, questo raro ibrido è stato coniato nel 1813 (o poco dopo). A livello storico, il 16 gennaio 1813 Murat lascia l'armata napoleonica, in ritirata dalla disastrosa spedizione in Russia, per fare ritorno in tutta fretta a Napoli. Per questo avvenimento ci sono state tramandate due medaglie: 1) http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME52E/5 e 2) http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME52E/6 Al suo rientro a Napoli, Murat si diede da fare per migliorare alcuni aspetti urbanistici della città: sempre nel 1813, egli diede il via ad un piano regolatore che ordinasse un'espansione edilizia in senso moderno della sua città. Forse, il nostro ibrido riguarda proprio questo avvenimento: come nel 1809 venne completata la Piazza antistante il Palazzo Reale grazie agli sforzi di Murat, così nel 1813, al suo ritorno dalla Russia, lo stesso Murat incrementò l'espansione edilizia in modo ordinato, accrescendo la città di Napoli sotto vari punti di vista. Questo spiegherebbe anche il perché delle due date 1809 (l'opera edilizia della Piazza prima della partenza) e del 1813 (la continuazione ideale di quel progetto iniziato tanti anni prima). La data 1813 commemorerebbe quindi questo secondo impegno urbanistico di Murat, come una continuazione ideale del primo, quello della Piazza. Invece di incidere nuovi conii per una medaglia, può essere che abbiano usato quello di una moneta recante questa data, in modo da risparmiare sui costi di produzione: incidere il conio per una nuova medaglia, infatti, era molto più costoso rispetto alla commissione di un conio per moneta. Ciò sarebbe confermato dal fatto che i conii utilizzati siano quelli ufficiali e che quindi questo ibrido fosse stato prodotto in maniera "regolare" dall'autorità emittente di quel periodo. Per questo tenderei a scartare l'ipotesi di una committenza privata. Vediamo ugualmente se ci sono altri pareri: questa discussione si sta facendo davvero molto interessante soprattutto grazie ai vostri contributi e a @palpi62 che ci ha dato l'occasione di disquisire su questo pezzo particolare (mi scuso se non sono riuscito a citare più di una persona, ma attualmente il sistema non me lo consente ).
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  48. Il libro prosegue sulla falsariga del Red Book con i vari tagli monetari, fino ai 20 dollari d'oro, si passa poi alle monete commemorative, per le quali ugualmente vengono fornite maggiori informazioni rispetto all'edizione standard, in particolare per quanto riguarda le commemorative moderne (dal 1982), censite fino alle ultime emissioni del 2016. I capitoli seguenti, Proof and Mint Sets, monete bullion in argento, oro e platino, le più significative monete di prova (patterns) le coniazioni d'oro private (California e altro), ricalcano quelli dell'edizione standard, senza particolari aggiunte o differenze. Lo stesso dicasi per le poche pagine dedicate ai gettoni e alle emissioni di Hawaii e Puerto Rico. Grosse novità invece per le Filippine, alle cui emissioni sotto controllo americano, sono dedicate ben 30 pagine, contro le appena cinque del Red Book. Avviandoci alla fine, troviamo capitoli dedicati ai più conosciuti errori di conio, tabelle sul valore dei bullion in argento e oro, i primi 250 risultati d'asta delle monete americane (che vedono al primo posto ancora il dollaro 1794, dopo il misterioso flop dell'asta Stack's per il dollaro 1804 di pochi giorni fa), consigli su come valutare il prezzo delle monete e la loro conservazione. Gli ultimi due capitoli sono dedicati ai So Called Dollars e a numismatica e scautismo, un tema, a quanto sembra, particolarmente sentito, probabilmente nell'ottica di avvicinare i giovani al collezionismo numismatico. E siamo così giunti a pagina 1501 e, anche, al momento di dare un giudizio complessivo su questo "mattone numismatico". Del mattone ha la forma, e il peso, ma è con "mattoni" come questo che si costruisce l'edificio della conoscenza numismatica Il libro è sicuramente di grande interesse e utilità, anche se non mi sentirei di consigliarlo a un neofita che non si sia almeno fatto le ossa con un paio di edizioni del Red Book e qualche altra lettura, ma penso che i veri appassionati (collezionisti non basta) di monete americane, debbano comprarlo almeno una volta...due, non so. Il limite è proprio questo: se volessi prendere anche l'edizione del prossimo anno, o recuperare quella dell'anno scorso, ancora di facilissima reperibilità, cosa avrei di più e di diverso, rispetto alla seconda edizione appena acquistata? Le prime 90 pagine, quelle introduttive, sarebbero identiche. Idem le ultime 400, dalle monete commemorative alla fine, a parte l'aggiunta delle commemorative e dei bullion dell'anno prossimo. E per quel che riguarda la parte più corposa e importante del volume, il catalogo delle monete da circolazione, poche o inesistenti sarebbero le variazioni, limitate in pratica a minime differenze nelle quotazioni e all'aggiunta di qualche risultato d'asta. La differenza più vistosa, in realtà l'unica degna di nota, sarebbe l'approfondimento per una o più monete (quest'anno, come detto, ci sono gli Small Cents), ma per quelle posso sempre acquistare le Whitman Guides, tutte o solo quelle che mi interessano: costano meno, e hanno un maggior numero di informazioni (le due guide sugli Small Cents hanno un totale di 592 pagine, contro le 330 dedicate loro dal Mega Red). Non vorrei essere frainteso, sono pienamente soddisfatto dell'acquisto, ma comprarlo anche l'anno prossimo (e fra due, e fra tre), così come recuperare l'edizione passata, è cosa che, al momento, non farei..ma in futuro, chissà Per chi invece non lo avesse ancora, e fosse davvero interessato ad averlo, il prezzo di copertina è di 50 dollari ($ 49.95 per la precisione), che non sono molti, specie se si pensa che un libro come questo, fatto in Italia per le monete italiane (una sorta di Mega Gigante) costerebbe, come minimo, quattro volte tanto. Ci sono diverse possibilità di acquisto in Italia e in Europa, Inghilterra in particolare (da escludere, se non come extrema ratio, l'acquisto diretto dagli USA, per il costo di spedizione e i tempi di consegna, oltre al rischio di dover aggiungere le spese doganali). I siti che lo vendono, sono i soliti conosciuti, tra gli altri le varie filiali europee di Amazon, il Book Depository, AbeBook, Alibris.uk. Il prezzo medio si aggira sui 45 euro, spedizione compresa, ma con un po' di pazienza, e di fortuna, si può riuscire a trovarlo a meno petronius
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