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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/14/17 in Risposte
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Non é una moneta priva di difetti e sappiamo che sulle patine i giudizi sono sempre soggettivi, ma a me questo tipo di patina piace davvero.... Mi piacerebbe se anche altri amici del forum volessero condividere le loro foto...4 punti
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Anche grazie a vostre immagini postate nella discussione madre, vi segnalo un piccolo contributo riguardo ai falsi d'epoca del provisino. https://www.academia.edu/30895855/La_falsificazione_del_denaro_provisino_romano Saluti a tutti4 punti
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Buon giorno, per cortesia, mi confermate la classificazione? D/ OTTO INPERATOR Croce patente entro cerchio R/ VE RO NA Croce patente entro cerchio BiBlioGrafia: CNI VI, p. 253 n. 2 Pigozzo @mfalier Vr 8l grazie.3 punti
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@valerio82 catalogazioni corrette!! mi fa piacere vuol dire che quanto scritto è chiaro. Nel dettaglio la prima parpagliola di Filippo III al D/ in esergo è senza data e quindi vedendo il R/ è classificabile 3/D4-3/R3; Caronni 308. La seconda parpagliola sempre di Filippo III al D/ in esergo la data 1608 (pare in cifre grandi) e vedendo il R/ associato è classificabile 3/D1-3/R3; Caronni 303. La terza interessante falsificazione, in rame, della parpagliola di Filippo IIII. Si la M al D/ è capovolta.3 punti
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visto che è "concesso", arriva l'ora del secondo sogno! più che un sogno, visto che io ne conosco solo 3 o 4 e mi pare siano tutte in musei pubblici... Suevi (Galizia). Il RIC X 3786 riporta una rara siliqua coniata dagli Suevi in nome di Onorio. La moneta riporta al dritto il volto di Onorio e la legenda DN HONORI VS PF AVG, mentre al rovescio si legge IVSSV RICHIARI REGES, peso 1,8 g. La moneta fu coniata in una imprecisata zecca iberica durante il regno di Rechiaro, come segnalato dalla legenda al rovescio. Il periodo di coniazione non può che corrispondere alla durata del suo regno, dal 448 al 455. NB ... il "buon" Onorio era già morto nel 423 ....3 punti
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Alla faccia ! inscatolano pure i falsi questi amercani ? Poi ce la pigliamo con i periti "nostrani" per divergenze tuttosommato fisiologiche...3 punti
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____ ____ Probabilmente in tanti ne conoscono le vicissitudini, ma io non ne sapevo nulla sino a ieri. Attualmente sono esposte in un museo di storia americana a Chicago, sono servite per tenere immobili le palpebre ad Abramo Lincoln la mattina del 15 aprile del 1865. Il Generale medico Joseph Barnes rimase al suo capezzale dall'attentato della sera prima sino all'ultimo respiro (era ancora vivo anche se in coma), gli auscultò il petto per l'ultima volta, poi prese le due monete d’argento e le appoggiò sugli occhi chiusi del Presidente degli Stati Uniti d'America. Purtroppo non ho trovato un'immagine migliore2 punti
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Buonasera, con questo post desidero condividere con tutti voi la gioia per il nuovo ingresso in famiglia: Tito (come cesare) ? Sesterzio coniato a Roma nel 72 D.c. - 24,61 g. x 32 mm. - RIC 427, D: Testa laureata di Tito a destra - R: Marte elmato con lancia e trofeo.2 punti
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Esattamente, dal 2013 ad oggi, da perfetto profano che ero nel ramo classico, posso dire di aver macinato passi da gigante ? sono arrivato a 60-70 esemplari, tra bronzi ed argenti della dinastia Flavia, tutti in condizioni più che dignitose. Costa fatica, lavoro, studio...e soldini, ma alla fine sono grandi soddisfazioni!! Grazie, utilizzo una Nikon D3200 con obiettivo 18:55 (più adatto per i paesaggi che per questo genere di scatti, ma comunque non se la cava affatto male, con zoom al massimo, sempre modalità manuale - no macro) e cavalletto con telecomando. Ti mostro qualche altro scatto analogo. La mia IVLIA TITI ? Vespasiano con Vesta.2 punti
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troppo buono la pagina 216 del RIC X ci illumina in merito... i tremissi di Roma a nome di Zenone hanno la divisione P-ERP, e quelli di Milano, come nel caso del nostro amico, hanno le lettere AV finali in legatura e una ghirlanda a foglia lunga (il RIC specifica 10 foglie per parte...e qua si conferma) questa ghirlanda, simile ma diversa, si trova su alcuni nummi di Costantinopoli, ma è talmente caratteristica di Milano da aver probabilmente generato quello che io ritengo essere il fraintendiento del nummo di Nepote, che non a caso viene attribuito però a Milano anche per questa caratteristica ghirlanda nel nostro caso specifico l'amico @frkmagic ha postato una moneta che ha identità di conio con la RIC 3612 ... di retro sono certo, mi pare anche di dritto...bellissimo esemplare saluti2 punti
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@Cinna74 Per i colpi e colpetti: nessuno codifica l'omissione. E' semplicemente un dato di fatto (verificato anche personalmente). Inoltre lo slab impedisce di visualizzare il contorno e pertanto: occhio non vede, cuore non duole. Per l'abitudine di slabbare: vi è anche del buono. In un'asta non è necessario fidarsi solo della onesta classificazione del titolare, ma esiste qualcosa di maggiormente oggettivabile. Oltretutto per gli amanti della poesia, alcune descrizioni raggiungono il "sublime". Ne prendo una a caso per una moneta napoleonica esitata in una recente asta Heritage: "An obvious cabinet piece, the acquired toning only pushes the appearance to further stratospheric heights, showcasing light grays in the centers with gorgeous golds that impart a glowing appearance to the raised design. For the collector of Italian or Napoleonic coinage, a coin of immeasurable desirability". Neanche Vanna Marchi nel periodo d'oro ... Per il fatto che "chi chiude le monete non conosca il venditore": sarà vero per il misero mortale (leggi: collezionista), ma non per le case d'asta! (e non ho alcun dubbio al riguardo). Visto quanto è avvenuto negli USA con le agenzie di rating (Standard and Poor's, Moody's) non mi meraviglierei se ciò succedesse anche con queste aziende del grading (PCGS, NGC). Oltretutto chi è lo stolto (oltre il sottoscritto) che distrugge le scatolette per vedere se "l'imperatore è nudo"? Infine: l'inscatolamento fa credere ai più sprovveduti, che esista un ente supremo, giudice insindacabile del bene e del male. Ciò non è assolutamente vero e spesso i cosiddetti "esperti" sono dei tuttologi spannometrici che confidano nella plastica che separa la scatoletta da un serio, successivo esame. Vedi i due esemplari di sotto, falso evidente il primo a distanza di un metro, pesantemente ritoccata a bulino la seconda (capelli) (e l'evidenza ci sarebbe anche con foto del tipo "lamonetiano" standard: 50 x 50pixel). Per quanto riguarda le 100 lire del 1905: non azzarderei alcunché senza vederle in mano, ma non mi sembrano malvage. Ovviamente possono esserci segni di vario tipo, ma non da "circolazione" perché queste monete NON hanno circolato.2 punti
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Esattamente... Però attenzione, l'esempio che hai postato adesso è di Pavia, non di Milano...oltre ai particolari che avevo già citato in questo esemplare si vedono bene le estremità "piane" della croce (a Milano invece sono con una spina, come se fossero trifide) e le A aperte, senza trattino in mezzo. L'attribuzione quindi è alla zecca di Pavia sia per Blackburn - Grierson sia per Crippa (che in merito appunto dichiara di concordare con gli autori del MEC).2 punti
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Cari amici , confermo quanto scritto da @anto R, la zecca di Mediolanum inizia nel periodo imperiale dalle emissioni di Valeriano/Gallieno quando ancora governavano insieme , quindi Treboniano Gallo non ha mai emesso da questa zecca . Per quanto riguarda la moneta postata in apertura , lo stile del busto di Gallieno , come giustamente afferma il precedente utente , corrisponde alla tipologia piu' comune emessa da questa zecca , purtroppo non e' possibile attribuire il numero in quanto non visibile .2 punti
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Ciao. "Il nocciolo è: "il fine giustifica i mezzi? ". Ammesso che si abbia indubitabile bisogno, è concesso ad un governo agire in che modo?. " Beh, Enzo, noi oggi parliamo della prescrizione anticipata della lira, che è un argomento "di principio" ma è nulla rispetto a ben altri "abomini" giuridici commessi non solo dai Governi ma dai Governi con il necessario appoggio delle maggioranze parlamentari (perchè altrimenti i Governi da soli non avrebbero la forza e la legittimazione per operare certe riforme). Vogliamo ad esempio parlare degli "esodati"? Gente a cui sono state cambiate da un giorno all'altro le "regole del gioco" e si sono trovati senza stipendio e senza pensione? E tutto ciò perchè dobbiamo attenerci a disposizioni di finanza pubblica che ci detta l'Europa? O vogliamo parlare del precariato nel settore pubblico, dove centinaia di migliaia di persone che lavorano per lo Stato (non per i privati, giacchè se i privati si comportassero come si comporta lo Stato, finirebbero come minimo davanti al Giudice del lavoro.....) vivono da anni nella più assoluta incertezza, con rinnovi contrattuali di anno in anno (quando non di sei mesi in sei mesi), con buona pace dei precetti costituzionali che blaterano di rispetto del lavoratore, di eguaglianza e di altre belle cose che, nei fatti, lo Stato è il primo a non rispettare? Che sono questi esempi (e molti altri che potremo fare ancora) se non un'applicazione concreta e tangibile del motto "il fine giustifica i mezzi"? Lo Stato non ha soldi per assumere Giudici di carriera che assicurino (come garantisce la Costituzione) l'amministrazione della Giustizia con terzietà, autonomia, indipendenza ecc.? Si "assoldano" senza concorso soggetti che hanno anche solo una laurea in giurisprudenza, e li si nomina giudici onorari. Costano un'inezia, perchè vengono pagati a udienza o a sentenza, non hanno contributi o altre tutele.... e dunque.... perchè non farlo? Ormai, in molti Tribunali italiani, il numero dei giudici onorari sia nel civile che nel penale eguaglia o supera quello dei "togati". Ci sono onorari anche nelle Corti d'Appello. A quando i Giudici onorari in Cassazione? Certo che "il fine giustifica i mezzi". Mi pare evidente, da come vanno le cose. Ritornando alla nostra questione della prescrizione anticipata (che rispetto a ben altre ingiustizie è "acqua fresca"), si vorrebbe far passare il Professore come l'unico responsabile. Ma perchè non andiamo a vedere chi, alla Camera e al Senato, quando quel decreto-legge venne presentato per la conversione in legge, votò a favore? Perchè non ci chiediamo il motivo per il quale anche "Re Giorgio", che doveva essere il "Garante della nostra Costituzione" in quanto Capo dello Stato, firmò la legge di conversione del decreto Salva-Italia di Monti, anzichè rinviarla alla Camere evidenziandone i profili di incostituzionalità? Ma diciamola tutta. Lo stesso intervento della Consulta è stato un intervento "levantino", in quanto, pur dichiarando incostituzionale la prescrizione anticipata della lira, si è ben guardata dall'indicare come dovesse essere "messa la pezza". Tanto che non abbiamo assistito ad una riapertura dei termini per il cambio (che avrebbe dovuto essere pari al periodo sottratto dal decreto Monti e dalla legge di conversione) e che sarebbe stato il principio di giustizia più corretto, ma si è assistito ad una sorta di "sanatoria" valida solo per coloro che avevano messo in mora la B.I. nel periodo originariamente valido per il cambio. Quindi, non mi pare affatto che si sia fatta giustizia in senso sostanziale ma, ancora una volta, "all'italiana", ovvero premiando sempre e solo i furbi. Saluti. Michele2 punti
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Questa moneta, e l'altra di San Francisco 1945 che hai postato, è conosciuta come "War Nickel". Dopo l'entrata degli Stati Uniti nel secondo conflitto mondiale, il nickel divenne un metallo vitale per le necessità della guerra, usato per la blindatura delle navi, dei carrarmati, ecc. E sebbene il Jefferson contenesse soltanto il 25% di nickel, questo metallo fu tolto dalla composizione della moneta, e sostituito con argento (35%) e manganese, in aggiunta al rame, che vide anch'esso calare la propria percentuale. Dal 1942 al 1945 furono cosí coniati i cosiddetti "War Nickels" che, per distinguersi dagli altri, avevano un marchio di zecca fortemente ingrandito sopra la cupola di Monticello (in precedenza era piú piccolo, e sulla destra dell'edificio). Per la prima volta nella storia della monetazione statunitense, venne assegnato un marchio anche alla Zecca di Philadelphia, identificata con una P. Dal 1946 si tornò alla composizione pre-bellica, il marchio di zecca rimpicciolí e tornò a destra dell'edificio e sparí la P di Philadelphia, ma i "War Nickels" continuarono a circolare in quantità fino alla fine degli anni '60, quando il valore dell'argento contenuto superò il facciale. petronius2 punti
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Ciao @frkmagic, il tremisse di Odoacre battuto a Ravenna, ric 3640 è molto raro..fu venduto e catalogato nell'asta bertolami fine arts2 punti
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terzo esemplare (2,72 g): questo mi sembra il più interessante...penso si tratti di un falso d'epoca. Da notare la M di MEDIO capovolta come se fosse una W, lo stemma grossolano, la totale assenza di argentatura. Testa della provvidenza nella legenda, volute concave, ali spiegate....Filippo IIII2 punti
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Salve @Gasp. E' sempre bello e quasi una fortuna poter ammirare questi pezzi napoletani contromarcati in Polonia perché sono davvero molto rari e non sono sicuramente monete che si trovano tutti i giorni. Detto questo, mi piacerebbe dare qualche "input" per iniziare una discussione che, oltre a valutare l'autenticità della contromarca, possa anche servire da approfondimento storico-numismatico per questa interessante apposizione. Come ben sai, la contromarca appartiene a Sigismondo II Augusto Re di Polonia dal 1548 al 1572. Ultimo sovrano della dinastia Jagellone, era figlio di Sigismondo I e di Bona Sforza, una duchessa italiana che avrà un ruolo centrale nelle vicende di cui trattiamo. Le monete in oggetto (ducati a legenda HILARITAS VNIVERSA e mezzi ducati con stemma, entrambi del periodo di Filippo II come principe di Spagna, 1554 - 1556, ma sono noti anche altri esemplari del 2° periodo come Re di Spagna) furono contromarcate nella zecca polacca di Vilna, che già all'epoca produceva piccoli nominali locali (denari e grossi). Le monete napoletane affluirono in Polonia nel 1564 (l'anno è testimoniato anche dalla contromarca apposta da Sigismondo II): in gran parte, come già detto, erano nominali di Filippo II, ma non mancarono una piccola quantità di mezzi ducati di Carlo V. Inizialmente, le monete napoletane dovevano essere fuse per recuperare il metallo, il quale poi sarebbe stato usato per coniare monete polacche a nome del Re Sigismondo Augusto. Le spese e le difficoltà tecniche incontrate dalle autorità polacche per tale procedimento spinsero il Re e la sua zecca a rinviare la fusione nelle monete napoletane e di contromarcarle con il monogramma del sovrano e l'anno. La contromarca si trova sempre sullo stemma di Filippo II (nel caso dei mezzi ducati) per annullarne appunto l'emblema araldico, simbolo del potere, e sostituirlo con quello del Re polacco. In generale, possiamo osservare come le contromarche polacche furono apposte sempre al rovescio delle monete, anche dei ducati. Il busto di Filippo II, al D/, quindi, non subì manomissioni, ma solamente i danni per la punzonatura al rovescio. In quegli anni, poi, Sigismondo II non poteva permettersi il lusso di dedicare tanto tempo alla cura delle monete in zecca, poiché era in corso la cosiddetta prima guerra del nord, o Guerra di Livonia (1558-1583), che vide contrapposte le truppe russe e quelle della Confederazione polacco-lituana che aveva come alleati la Danimarca e la Svezia. Furono i Russi ad invadere la Livonia (una regione più o meno corrispondente all'attuale Lettonia) che volevano impadronirsi di uno snodo commerciale di essenziale rilevanza per i commerci con l'Europa dell'est. Nonostante i primi successi russi, alla fine questi ebbero la peggio e furono costretti a firmare un trattato di pace sotto Ivan IV che imponeva ai Russi di lasciare la Livonia ai Polacchi del Re Stefano Bàthory (1582). Nel 1564, dunque, Sigismondo II era in piena guerra contro la Russia di Ivan IV e aveva ingaggiato truppe mercenarie per rinvigorire i ranghi del suo esercito. Per pagare le truppe, però, aveva bisogno di enormi quantitativi di moneta sonante, così decise, per risparmiare tempo e denaro, di pagare i mercenari anche con le monete napoletane contromarcate con il suo monogramma. La cura dedicata a queste monete contromarcate da parte dell'autorità regia fu resa pubblica con un decreto del 16 maggio 1564, quando Sigismondo II stabilì la validità dei mezzi ducati e dei ducati di Filippo II contromarcati in Polonia e venne fissato addirittura un tasso di cambio: ogni ducato napoletano contromarcato venne cambiato per 60 grossi polacchi. Le monete "straniere" dovevano poi essere ritirate dalla circolazione alla fine della guerra e, per promessa regia, sarebbero state comunque cambiate secondo il taso fissato in questo decreto. Tale provvedimento doveva incentivare la circolazione degli argenti napoletani durante il periodo di guerra: in questo modo, i possessori di queste monete (mercenari in primis) potevano spenderle senza il timore di vedersele rifiutate. Ma come vi erano arrivate queste monete in Polonia? Per cercare una risposta bisogna fare un passo indietro, perché, come anticipato prima, la causa è da ricercare nelle vicende storiche di Bona Sforza, madre di Sigismondo II. Nata a Milano nel 1493, Bona era nipote di Alfonso II d'Aragona Re di Napoli (in quanto era la figlia di Gian Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, e di Isabella d'Aragona, figlia secondogenita di Alfonso II). Alla morte della madre Isabella (1524), Bona ereditò il ducato di Bari ed il principato di Rossano nel Regno di Napoli. Bona crebbe tra Napoli e Bari dopo che il dominio sforzesco a Milano era entrato in crisi ed era decaduto. Con il suo matrimonio con Sigismondo I di Polonia, i diritti di questi possedimenti napoletani passarono anche al consorte (Bona contrasse le nozze per procura nel Castel Capuano a Napoli a soli venticinque anni d'età, nel 1518, mentre Sigismondo, già vedovo senza figli, aveva circa il doppio dei suoi anni). Dopo la morte di Sigismondo I, Bona resse la corte polacca arricchendola con numerosi interventi di artisti italiani, tanto da trasformarla in ciò che c'era di più simile ad una corte rinascimentale italiana. Quando però la corona fu assunta da suo figlio Sigismondo II, questi non si fidava della politica filo-italiana della madre e per questo la escluse dalla gestione delle cariche pubbliche. Amareggiata, Bona si preparò a fare ritorno in Italia, dopo aver curato gli interessi polacchi per più di quarant'anni. Bona non era ben vista in Polonia, non solo per il favoritismo che dimostrava verso i cortigiani italiani, ma anche perché avrebbe portato nel suo Paese natale ingenti quantità di ricchezze, denaro e gioielli mediante il suo favorito G. Lorenzo Pappacoda. Intanto, Filippo II stava vivendo un triste momento di disaccordo con la Chiesa di Roma e si trovava in difficoltà economiche per cui aveva bisogno di fondi. Il Re di Spagna si rivolse quindi proprio a Bona chiedendo un prestito che puntualmente ricevette per una somma di 430.000 ducati con l'interesse annuo del 10%. Non molto tempo dopo, Filippo II tentò di rientrare in possesso del ducato di Bari e del principato di Rossano per toglierli alla corona polacca. Nuovamente delusa, Bona abbandonò l'Italia e si ritirò nuovamente in Polonia. Il sovrano spagnolo non si diede però per vinto: attraverso la fedele collaborazione del già citato Pappacoda, fece falsificare il testamento di Bona, la cui salute era gravemente minata, in modo che i suoi possedimenti italiani non andassero al figlio Sigismondo II, ma a Filippo. Nonostante gli interventi politici del Re polacco, Bari e Rossano passarono alla Spagna quando Bona morì nel 1557. Il debito contratto anni prima con la regina andava però saldato ugualmente, poiché Sigismondo ne aveva ereditato i diritti e ne richiedeva il saldo. Così Filippo II lo onorò solo nel 1564, inviando quanto doveva in moneta sonante napoletana. Volendo illustrare qualche esemplare che mi è capitato di trovare: 1: Mezzo ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Antykwariat Michal Niemczyk 1 del 23 ottobre 2010, lotto 1, già ex Glendining del 15 marzo 1989, lotto 77, 800-1000 £). 2: Altro mezzo ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2137, $ 1250). 3: Altro mezzo ducato di Filippo II (del tipo Pannuti-Riccio, p. 115, n° 15 del secondo periodo come Re di Spagna, 1556-1598) contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2138, $ 900, già ex Lanz 39, lotto 945). 4: Ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2139, $ 2000, già ex Schlessinger Auktion, Frankiewicz Collection, 15 settembre 1930, lotto 97). Venendo alla contromarca, è utile conoscere che la rarità di questi pezzi ha portato naturalmente alla falsificazione delle punzonature di Sigismondo II. Nella prima metà del XIX secolo, infatti, nella zecca di Varsavia un incisore ivi lavorante si cimentò nella riproduzione dei punzoni di queste contromarche che utilizzò su pezzi napoletani autentici per creare altre monete contromarcate. Questi falsi sembrerebbero riconoscibili dallo stile più rozzo delle lettere del monogramma e delle cifre della data. Personalmente, confrontando la contromarca del mezzo ducato postato da Gasp e quel piccolo campione di immagini che qui si va raccogliendo, ho notato che le contromarche dell'epoca hanno appiattito, cancellando, il rilievo della figura e/o delle legende di D/ in corrispondenza della punzonatura di R/, ma non hanno deformato in modo sostanziale il tondello. Nel caso dell'immagine di Gasp, invece, noto, oltre il consueto appiattimento dovuto all'applicazione della contromarca, anche una deformazione del metallo del tondello, come se la pressione infusa per l'applicazione della contromarca fosse stata molto più elevata rispetto agi altri pezzi qui mostrati, nei cui casi il punzone veniva battuto a martello. Nel caso del mezzo ducato in oggetto, invece, mi sembra che la contromarca sia stata applicata con una forza maggiore che non sembrerebbe scaturita dalla semplice battitura a martello. In conclusione, mi sembra fondato avanzare dei dubbi sull'applicazione coeva di questa rarissima contromarca.2 punti
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Eeeeh.... Ce ne sarebbero di cose da dire... Di getto, il primo consiglio che ti do, è di non avere fretta. Fai con calma. Non fiondarti subito a comprare monete, anche se la tentazione è forte. Anzitutto, ti stai per addentrare in un mondo meraviglioso ma tremendamente vasto. Un periodo che abbraccia secoli di storia, quasi un millennio!, e che vede attive centinaia di Zecche. Capisci già solo da questo quante cose ci siano da studiare e conoscere. Perché, quindi, ti dico di fare con calma? Perché a meno che tu non voglia collezionare di tutto un po', avrai bisogno di tempo per trovare la tua strada numismatica. Se ti lasci prendere dalla foga, potresti ritrovarti un giorno con tanto materiale, magari scadente, che non ti interessa più, e per il quale avrai speso soldi a vuoto. Per di più, per la monetazione antica (greca, in particolare) quello dei falsi è un problema sempre più grande con cui fare i conti.. Quindi è meglio farsi le ossa il più possibile. Ovviamente non ti dico di evitare gli acquisti, che in fondo sono imprescindibili (sono un po' come la legna che tiene acceso un fuoco), però ti sconsiglio di lasciarti trasportare dall'iniziale desiderio di accumulare monete su monete. Ci siamo passati tutti Detto questo, da dove iniziare? Oggi abbiamo internet, che se ben usato è una fonte incredibile (francamente non riesco ad immaginare come andassero le cose 20 anni fa!). Qui su lamoneta, nelle sezioni dedicate alle monetazioni antiche, troverai centinaia di discussioni e decine di utenti preparatissimi. Approfittane, leggi leggi leggi e chiedi! Assorbi il più possibile. Mano a mano che leggerai e vedrai monete, inizierai anche a capire cosa ti piace di più (greche continentali? Magno greche? Romane repubblicane? Imperiali? Provinciali? Tardo antiche? Chissà!). Oltre a questo, cerca di leggere anche libri, partendo da testi generali fino ad approfondire piano piano. Leggi anche alcune riviste (ad es: il Giornale della Numismatica, che trovi online, o Monete Antiche, che però necessita di un abbonamento). Tieni poi presente che, in Italia, la legge che regolamenta il collezionismo di oggetti antichi è piuttosto severa, quindi quando inizierai a comprare evita di farlo presso i "bagarini", anche se magari ti faranno prezzi allettanti. Devi assicurarti di comprare SEMPRE pezzi che siano provvisti di un CERTIFICATO DI LECITA PROVENIENZA, ma queste sono questioni lunghe per cui esiste una sezione specifica del forum, quella legale. Ti invito a leggerla. Volendo riassumere, in attesa degli interventi degli utenti più esperti: leggi, scopri, STUDIA, compra (consapevolmente e con giudizio!) e divertiti stai per entrare in un mondo meraviglioso benvenuto, Afranio2 punti
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Buon pomeriggio Raccolgo in questa discussione medaglie e oggetti coniati in occasione di un torneo o un campionato di bridge come ricordo o come premio della manifestazione. Medaglia del 35° Torneo Internazionale di S. Vincent nel 1979 Medaglia 36 x 28 mm firmata Bertoni.1 punto
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Tenuto conto l'argomento non poco interessante, e dietro richiesta di alcuni utenti, si apre una discussione che concerne prettamente gli errori sulle monete di Ferdinando IV di Borbone....magari ne apriremo più avanti un'altra riferita a Ferdinando II ove si riscontano analogamente e persistono. L'analisi andrebbe effettuata cercando di capire, soprattutto con ipotesi (perchè documentazione non c'è e non potrebbe essercene), se queste monete sono frutto di una fabbricazione involontaria determinata dal puro caso...oppure, al contrario di un'incisione voluta. Cortesemente chiederei, se analizziamo dapprima un determinato Nominale, di continuare sempre con lo stesso finchè non si riesce, più o meno, ad ottenere un fatto compiuto...e poi si prosegue con gli altri, altrimenti ci accavalliamo e non si riesce a proseguire in modo ordinato. Per ovviare a questo metto giù una prima lista di quelle che sono le monete, riportate e non ancora riportate e catalogate che presentano queste caratteristiche; logicamente questa lista può essere sempre e in qualsiasi momento modificata e/o aggiornata. Mi sento anche in dovere, visto l'argomento che andremo a trattare, di citare un mio carissimo amico (che da tempo che non leggo .... e che spero tanto che si faccia vivo in questa discussione), molto preparato sull'argomento e soprattutto detentore di un ricco archivio, che potrebbe essere molto utile per un prosieguo, slanciato e armonioso di questa discussione @Giuseppe Un attimo che preparo la lista delle monete.1 punto
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Buon giorno, per cortesia, mi aiutate a confermare la classificazione? Secondo me: +ĐERENGΛRIVS R +XPIITIΛNΛ RELIG In nero la parte visibile della scritta e nel disegno la probabile moneta completa. Se fosse giusto quindi dovrebbe essere un denaro di Berengario per la zecca di Pavia MIR 818?1 punto
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Roby, essendo la tipologia citata anche nel SEAR, ho pensato che fosse giusto inserire questa discussione in questa sezione, se ritenete meglio spostare nessun problema.1 punto
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Zecca di Modena, dovrebbe essere un sesino di Rinaldo D'Este duca di Modena (1706-1737).M.I.R.,841a1 punto
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Addirittura Negrini negli anni '90 non chiedeva diritti sugli invenduti. Bei tempi.1 punto
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Bellissimi falsi, l'ultimo poi è spettacolare! Anche se devo ammettere che la biscia ha un qualcosa di affascinante... Per la catalogazione Tiziano è una sicurezza! Antonio1 punto
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Mi sembra che tale passione stia pian piano sbocciando a tua insaputa...;) Il dollaro che ha originato la presente discussione è un ottimo BB+, ma non credo vada oltre...impressionante l'esemplare che ci ha fatto vedere @Cinna74, di qualità veramente eccezionale, posso capire il prezzo raggiunto..1 punto
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Personalmente credo sia sbagliato: - assegnare una "traduzione italiana" al grading americano. Grossomodo, per loro il "mint state" inizia già dallo spl+ (grossomodo!), noi invece, a voler mettere "tutti d'accordo", abbiamo optato per il "non circolato" dallo spl/fdc (per inciso: quello effettivo, non frutto di donazioni generose) in su. - comparare due foto, per di più con tecniche di scatto diametralmente opposte. Ergo: potrebbe essere tutto o potrebbe essere nulla. Ricordiamoci che fotografare monete d'oro è veramente difficile (se poi hanno fondi lucenti, come molte 100l "aquila", elevare ad ennesima potenza) e i segnetti vengono di molto ingigantiti. Da queste foto, dire che siano segni da contatto, o da circolazione, lo vedrei un azzardo. Anche perché, ricordiamoci che il peso della moneta è "notevole", il metallo "morbido" e la "delicatezza" della manodopera facevano il resto... Potrebbe essere o l'uno, o l'altro, o entrambe le cose con queste foto. A voler "giocare" e divertirsi sulla valutazione, grossomodo l'ms 61, personalmente e dalla foto, ce lo vedrei: "tradotto in italiano" direi che siamo tra lo spl+ e lo spl/fdc, con segnetti di contatto (sempre giocando non sparate sul pianista), che essendo un difetto implicito nel ciclo produttivo monetale (sempre giocando) incidono sul prezzo, non sulla conservazione. Per me, in parole povere, classica aquila nella media della tipologia, con ancora gradevole freschezza del metallo, e (forse) un pelino più di segnetti. lasciamo perdere gli americani... hanno tanti soldi e si divertono così, qui da noi abbiamo gli estimatori delle borchiette e dei nomi, quindi, come scriveva giustamente l'amico sopra, tutto il mondo è paese... per cui se uno cerca di capirci qualcosa senza "affidarsi", secondo me fa meglio un saluto fab1 punto
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Ahah immagino che non sia dei tuoi gusti sei per pezzi più "sostanziosi" ... sul peso in realtà è in linea con la monetazione medievale ... in Italia per esempio i denari del XII e XIII sec sono costantemente sotto il grammo e spesso ci sono pure i mezzi che pesano circa 0.40 g. Il ritratto è stilizzato penso per il fatto che i Vichinghi e gli stessi Anglo-Sassoni non dessero molta importanza allo stile oltre al fatto dobbiaamo sempre considerare i mezzi con cui venivano prodotti .... il diametro è di 18mm. circa Sulla rarità è certamente una moneta molto rara ma, non unica sebbene siano quasi tutte presso musei e quella postata sia credo l'unica mai apparsa sul mercato. In un ritrovamento del 2003 infatti ne sono state tovate ben 58, assieme a 326 Hiberno-Norse penny e a 78 esemplari Anglo-Sassoni. p.s comunque la moneta dell'isola di Man è la seconda delle due postate nel primo post1 punto
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E allora sognamo....... Giovanni II Bentivoglio, ritratto cortesia di Mr. Ribolini1 punto
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Quello che impressiona è' la verosimiglianza con esemplari di questi teacher originali - tutt'altro che facili da realizzare apparentemente come tondello. E il bassissimo costo di produzione se possono essere smerciati a pochi euro.. di questo passo le ns collezioni conterranno più falsi che buoni e c'è da rimpiangere quegli anni quando i falsi erano davvero pochi rispetto ad oggi. Qualcuno si beccava d ci si piangeva un po' sopra ma tutto sommato era quasi una percentuale fisiologica - oggi è' un diluvio ed è' molto più difficile accorgersene per tempo...1 punto
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Mi associo ; bellissimo ritratto di Tito e complimenti per l' alto pregio della collezione che si intravede .1 punto
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Caro signor Fofò. Domanda. Non ho buone immagini di queste monete. Forse avete?1 punto
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ciao, sicuramente molto migliore il '23 del '25,nel primo la scritta "peace" è quasi completamente andata... Questi sfortunati dollari nascendo già deboli di conio(a parte il 1921,primo anno di emissione)ci arrivano con una seppur lieve circolazione,molto consunti. Questo è un mio pezzo con una gradevole patina sfumata in formazione che reputo sull' AU un saluto Marco1 punto
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Buona serata In effetti la foto rende tutto più difficile .... anche a me pare del Mocenigo II° e mi pare di leggere MOCENI. Prima di MOCENI dovrebbe esserci una stellina (altro segno indicativo), perché nel Mocenigo III° dovrebbe esserci un punto. Attenzione, però, ci sono interpretazioni differenti. Per lo più sono state codificate queste variazioni (Gamberini di Scarfea, Traina .....) ALVISE MOCENIGO I° (1570 – 1577) In cima all’asta è presente la sola bandiera, ovvero la lettera “D” di DVX è fatta a banderuola ALVISE MOCENIGO II° (1700 – 1709) In cima all’asta è presente la croce; l’asta è impugnata sia da San Marco, sia dal Doge ed il nome di quest’ultimo è fra due stellette ALVISE MOCENIGO III° (1722 – 1732) In cima all’asta è presente la croce; l’asta è impugnata solamente dal Doge, mentre San Marco ha la mano destra alzata in atto di benedirlo; il nome del Doge è fra due punti ALVISE MOCENIGO IV° (1763 – 1788) Sono riconoscibili per l’incisione grossolana e artisticamente alquanto scadente. Però ... c'è un però e qualche dettaglio non quadra. San Marco è spessissimo benedicente anche nello zecchino del Mocenigo II°; la stellina che dovrebbe trovarsi alla fine di MOCENIGO e che indicherebbe il II°, è spesso sostituita da un punto, che dovrebbe invece essere prerogativa del Mocenigo III°. Da quello che posso aver osservato, il MOCENI - come dice @rorey36 - è forse il dettaglio più indicativo, ma c'è tanta confusione in proposito (ancora). Ti allego un link di un'asta di qualche anno fa; ci sono alcuni zecchini dei Mocenigo II° e III° ; onestamente quelli censiti come III°, sono invece del II° con la variante del punto alla fine di MOCENI, invece di avere la stellina ..... https://www.sixbid.com/browse.html?auction=1060&category=21555 Se può consolare, altre volte si è dibattuto in proposito, ed anche allora ha vinto il dubbio. saluti luciano1 punto
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Il grading americano ha molti problemi per le monete "straniere". A parte i falsi inscatolati (e non sono pochi), non tiene conto dei colpi sul bordo. Inoltre credo di poter dire che negli ultimi anni è entrato in conflitto di interesse con chi propone le monete ed esige, pagando, che siano adeguatamente valorizzate (leggi: graduate oltre il dovuto). Poi il concetto di graffi deve essere adeguatamente considerato: se sono "graffi" di aggiustamento hanno un certo peso, se sono graffi da contatto, un peso superiore, se sono monete con "graffiti", ben oltre ...1 punto
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I cavalli mi piacciono tanto tanto. Tante varianti. Tanto da studiare. Che piacere!! A molti sembrano brutte, ma sono state molto importanti per il loro periodo storico. La Storia e le monete sono sempre in simbiosi tra loro. Grazie amici per il vostro intervento.1 punto
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Ciao @oedema, una bella moneta quella che ci proponi quest'oggi, con una particolarità che va giustamente evidenziata, anche se si tratta di una variante già nota. Qui di seguito indico un altro cavallo aquilano con le A rovesciate nelle legende al posto delle V: http://www.artemideaste.com/auction/view/190/1023 L'Aquila. Ferdinando I d'Aragona (1458-1494). Cavallo. MIR 88 var (A rovesciata per V al D/ e al R/). AE. g. 2.13 NC. SPL. (ex Artemide 25.2E, lotto 1023). Sembrano due conii diversi, però realizzati, diciamo così, dalla stessa mano, perché hanno dei dettagli all'apparenza comuni.1 punto
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Ringrazio @Liutprand e @417sonia che hanno subito compreso lo spirito della discussione. C'era il rischio che fosse interpretata come una discussione "politica", ma la mia intenzione era invece proprio quella di focalizzare l'attenzione su queste cosiddette "monete", puntando l'indice contro chi, ancora una volta, specula sulla numismatica (la parola, in questo caso, è quantomai inappropriata) per i propri interessi. E poco importa che, stavolta, ci sia scritto chiaramente che "non possono essere usate come moneta corrente", il titolo a caratteri cubitali parla dei "dollari di Trump" e tanti, troppi, si fermeranno a quello. E sono sicuro che li avrebbero fatti anche se avesse vinto la Clinton, solo avrebbero cambiato lo slogan, quello che ho tradotto e riportato nel post di apertura. petronius1 punto
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Ciao jagd Così ho imparato cos'è l'"altare privilegiato perpetuo quotidiano" del quale non avevo mai sentito parlare. http://www.exsurgatdeus.org/2016/05/11/laltare-cattolico-e-laltare-privilegiato/ Certo che è triste leggere di un altare perpetuo in una chiesa diroccata. saluti luciano1 punto
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Anche io concordo. L'argomento che mi sembra decisovo è il peso: se non si tratta di un suberato, 2,74 mi sembra decisamente basso per la serie 441 punto
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A mio avviso è senza ombra di dubbio un falso, in quanto di fattura visibilmente grossolana.... A onor di cronaca, non è vero che il taglio da 1€ senza la firma dell'incisore fu coniato solo con il millesimo 2002. Io ad esempio ne alcuni con altre annualità..., tra cui un esemplare del 2006 che presenta anche l'asse ruotato di 180*.1 punto
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Caspita che meraviglia ! Non ne avevo ancora visti con quel segno al rovescio1 punto
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Non è la mia monetazione ma trovo una notevole corrispondenza nel dritto del pfennig di Norimberga per Enrico VIII di Baviera che allego qui sotto; il verso non corrisponde ma penso che questa possa essere la strada giusta.1 punto
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Quel tipo di monetà è una variante piuttosto comune del tipo Perini 18, caratterizzata dalla scarsa precisione con cui furono battutti i punzoni sul conio, a mio avviso per la fretta con cui tali monete vennero realizzate. Questo secondo me suggerisce una possibile connessione con eventi militari, che in genere portano ad una notevole accelerazione della produzione monetaria. Per questo ho proposto una datazione al periodo 1140/50-1164. quando Verona sostenne in più occasioni le spedizioni di Federico I contro i Comuni, più finanziariamente che militarmente. La presenza di questi esemplari soprattutto nei ripostigli venuti alla luce lungo il percorso alpino dell'Adige sembra confermare una tale ipotesi. Murari al contrario riteneva che questi pezzi fossero gli unici enriciani veronesi prodotti durante il XII secolo, fino al 1164. Il tipo Perini 21-22 è più tardo, avendo un diametro inferiore. E' chiaramentre il prototipo dei nuovi denari di peso veronese introdotti a Venezia da Sebastiano Ziani nel 1172, per cui doveva esser già in produzione in quella data. Per questo una cronologia al periodo 1164 (passaggio di campo di Verona e conseguente fondazione della Lega Veronese contro Federico I) - 1183 (introduzione del nuovo denaro crociato a seguito della Pace di Costanza) sembra piuttosto plausibile. Saluti, Andreas1 punto
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