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  1. eliodoro

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/30/17 in Risposte

  1. Buon giorno a tutti, Vi informo che, a Nepi (VT) il giorno 12 Febbraio 2017, dalle ore 10,00 in poi, in collaborazione e col patrocinio del Comune di Nepi e del Museo Civico Archeologico, si terrà l'Assemblea Annuale del Circolo Numismatico Romano Laziale, dove si presenterà anche il libro " Appunti Numismatici" Volume II° Vi illustro il programma della giornata: Presentazione libro “Appunti numismatici” vol. II – 2017 Ore 10,30 – Apertura con presentazione del libro “Appunti numismatici” da parte del prof. Bernardino Mirra A seguire: interventi dei vari autori che esporranno brevemente il proprio articolo Ore 12,00 – consegna delle copie del libro agli associati del C.N.R.L. e rinnovo tessere Vi posto, inoltre, l'indice del libro: DI MONTE PATRIZIA – Presentazione pag. 7 MIRRA BERNARDINO - "Numismatica al…femminile" pag. 11 FABRIZI DAVIDE E VAGLIVIELLO ELIODORO -“Abbondandis in adbondandum” - Uno sconosciuto “minimo” argenteo di Filippo II battuto nella zecca di Napoli. pag. 15 D'ARCANGELI ALBERTO E STEFANO - "Il Governo di Vichy" pag. 29 CAPITINI CLAUDIO – "Analisi monetale al microscopio" pag. 39 GIOVINALE ANTONIO - “Firmata Securitas” - Piastra da 120 grana del II tipo pag. 53 DI PAOLO MICHELE – "Il sampietrino di Civitavecchia" - (Che sarebbe dovuto esser ridotto ma ridotto non è) pag. 67 SIDERI RICCARDO - “Problematiche sul possesso di monete” - La normativa italiana di riferimento pag. 75 LOTETA ANTONIO - "Destini incrociati di due monete siciliane da un tarì" - Una del 1636 (anno inedito) e l’altra del 1678, entrambe contromarcate pag. 87 MARTINA RICCARDO – "La monetazione italiana coloniale" - Dal 1890 al 1925 fallirono i tentativi del governo di imporre la valuta italiana nelle colonie pag. 95 ANGIOLILLO VALERIO - "Il porto di Anzio" - su una piastra di Innocenzo XII pag. 129 ARPAIA FABRIZIO - "L'enigmatica figura del divus Sebeto" pag. 141 MORETTI DOMENICO L. - "Manfredi" - le sue monete e la Zecca di Manfredonia pag. 153 CAPITELLI SARA - "Il fascino delle monete" - consigli per neofiti pag. 219 Elenco soci pag. 223 Anch'io ho scritto un articolo a quattro mani con Davide Fabrizi ( Fedafa). Spero in una vostra partecipazione Saluti Eliodoro
    7 punti
  2. DE GREGE EPICURI Personalmente, penso che il rovescio ANNONA AUGUSTI CERES sia uno dei più belli fra i sesterzi neroniani. Ma che cosa significa esattamente la legenda? Io credo che si possa tradurre: "l'annona è la Cerere dell'Augusto", cioè in parole povere: l'approvvigionamento di grano garantito dall'Augusto Nerone è come la dea Cerere, cioè la dea che garantisce il cibo all'umanità. E se teniamo conto che il grano importato dall'Egitto (prevalentemente) era distribuito gratuitamente a moltissimi cittadini romani (forse anche 200.000!), vediamo subito che si tratta davvero di propaganda, e di politica.
    2 punti
  3. Non vedo bene la legenda al dritto ma a me sembrerebbe più un Antoniniano da attribuire a Massimiano Erculeo con al rovescio la concordia militum...comunque il valore veniale non cambia.
    2 punti
  4. Rieccomi qui a portarvi le novità sul volume con gli Atti del Convegno su Cirene "Le Monete di Cirene e della Cirenaica nel Mediterraneo. Problemi e metodi". Il volume è uscito proprio oggi (vi allego la copertina) e il costo di copertina è di 40€. Se siete interessati, però, potreste provare a contattare direttamente la casa editrice (mail: [email protected]); so che in passato, per un altro volume, sempre qui sul forum un gruppo di utenti si era messo insieme e facendo un ordine unico erano riusciti ad ottenere un prezzo migliore. Non vi assicuro nulla, ma si potrebbe sempre provare. Per qualunque altra informazione, resto a vostra disposizione. Buona serata a tutti! AlessC
    2 punti
  5. Credo che i punzoni originali fossero in lega ferrosa, molto dura, ma facilmente aggredibile da ruggine, specialmente in ambiente umido, come Siracusa, situata sul mare. Ovviamente la ruggine in buona parte si sovrappone al fondo del punzone, ricoprendo alcuni spazi tra i rilievi, come le zampe e le teste dei cavalli, e in piccola parte causa anche piccoli incavi sempre sul fondo del punzone e quindi si vedono come delle bolle.... Evidentemente i punzoni erano stati ripresi a distanza di qualche anno, dopo essere stati conservati nell'officina della zecca, in ambiente umido. E' possibile che sia stato Dionisio I a riprendere la coniazione dei tetradrammi, quando serviva, senza rifare nuovi conii, che erano sì arrugginiti, ma ancora non rotti e quindi non buttati. Non so se è possibile una spiegazione alternativa.....
    2 punti
  6. Buongiorno a tutti. Premesso che un giudizio su una fotografia non è mai preciso, come giustamente sopra osservato è importante inquadrare prima di tutto i contesti del ciclo produttivo della moneta in questione, perché sono proprio questi la "chiavetta di lettura" da cui poi nasce il giudizio di conservazione e l'eventuale valore economico. Le monete emesse sotto Napoleone infatti, nascono già con una serie di difetti congeniti, tipici dei limiti tecnici del processo di coniazione: graffi di conio per il riporto al giusto peso del tondello (come in questo caso visibili al R/) provocavano conseguentemente delle imprecisioni di battitura nei rilievi (con debolezze e/o mancanze di metallo tanto per citarne un paio). Quindi, essendo questi difetti il risultato dello stesso ciclo produttivo, non incidono sul grado di conservazione (se la moneta ad esempio, non ha assolutamente circolato, rimane fdc anche in presenza di difetti, perché e "nata così"), ma invece sul valore economico finale: chiaramente, più la moneta sarà esente da difetti, maggiore sarà il valore economico che l'eventuale collezionista sarà disposto a pagare per averla. Spero di esserti stato d'aiuto. fab
    2 punti
  7. al cambio sarebbero 2,6 centesimi...certo che così ridotta non la vuole nessuno...chissà quanto mi tocca tenerla...vabbè dai,ti do 1 euro e puoi scegliere tre monete da quella ciotolà laggiù?
    2 punti
  8. Ciao, la mia ignorante opinione è che nelle Provincie periferiche vi fossero dei controlli sul circolante effettuati da strutture militari a ciò preposte. In aeree periferiche dove circolava di tutto chi poteva svolgere la funzione di controllo se non lo stesso esercito, "braccio armato" del potere centrale? Non si hanno note storiche in tal senso ma la presenza di monete di area britannica con contromarca PROB sembrerebbe attestare la bontà di esemplari ufficiali. Analoga funzione attribuirei alle cmk NCAPR. Al pari, le contromarche DV riclassificherebbero a dupondi sesterzi sottopeso di origine imitativa. Più indizi spingono in tal senso. Vi sono poi le contromarche attribuite a imperatori (CAES ad es.) o a comandanti (VAR) o ancora a legioni (siano essi in lettere o simboli) che a mio avviso indicavano l'avvenuto controllo da parte dell'autorità superiore (l'Imperatore stesso o in delega il Governatore o ancora il Comandante - che nella tradizione tardorepubblicana aveva la possibilità di battere monete, poi ritirata da Augusto) espressa dall'esercito. La domanda successiva che mi pongo è la seguente: "Perchè in seguito manca questo controllo se le contromarche sono il riflesso delle verifiche sul circolante bronzeo?" Azzarderei l'ipotesi che risolta la scarsità monetale (grossomodo in epoca post-flavia, basandomi sulle evidenze britanniche) non si sia più sentita la necessità di effettuare controlli. Oppure, ipotesi forse più corretta, che la svalutazione del bronzo abbia portato ad un interesse maggiore verso l'argento (denari) e le strategie di surrogazione si siano rivolte verso i denari (es. denari limes o fusi) piuttosto che verso i bronzi grosso modulo, che tra l'altro implicavano l'impiego di maggiore materia prima rispetto al potenziale valore di acquisto. Si tratta di un tema estremamente interessante e variegato. Ciao Illyricum
    2 punti
  9. Questa è una piastra di Ferdinando IV del 1816 chiaramente ribattuta su una piastra di Gioacchino Murat. Collezione privata.
    2 punti
  10. Qualche sera fa, mentre girovagavo fra le pagine del forum, il mio primogenito "quattrenne" si è affacciato allo schermo del tablet che stavo maneggiando. Proprio in quel momento faceva bella mostra di se l'immagine del 5 pounds del 1839. Bontà sua: "Papà chi è questa signora con il leone?". Ho pensato subito: "Bello di papà, emmo' come te lo spiego?". Ho preso tempo per cercare in rete qualcosa che potesse aiutarmi nell'impresa di raccontare ad un bimbo il poema di Edmund Spenser, "The Faerie Queene". Dopo poco mi sono imbattuto in un sito britannico di fiabe che presentava proprio l'estratto che ci interessava. http://www.heritage-history.com/?c=read&author=langjean&book=queen&story=una Ho richiamato mio figlio e, con fare smargiasso innanzi alle perplessità di mia moglie, mi proponevo di tradurlo e al contempo raccontarlo al piccolo. Purtroppo non ho fatto una bella figura; il mio inglese è un po' arrugginito. L'andamento claudicante delle parole uscite dalla mia bocca ha indotto entrambi a canzonarmi e il sottoscritto a prepararsi meglio. Ebbene ho tradotto la pagina, rendendola comprensibile ad un bambino. Ho deciso di rendere il forum partecipe nella speranza che questa fiaba possa aiutare nella comprensione della moneta e, perché no, essere usata al momento della nanna da altri papà del nostro forum. UNA E IL LEONE Una and the Lion by Briton Rivière In un epoca lontana nel tempo, in un paese non lontano da Fairyland, viveva un re e una regina con la loro figlia, il cui nome era Una. Una era una delle più belle principesse di tutti i tempi, ed era tanto buona quanto bella. Lei, suo padre e sua madre si amavano molto ed erano molto felici insieme, fino a quando una cosa terribile accadde nel loro regno e portò via tutta la loro felicità. Un drago spaventoso venne da un altro paese e uccise uomini, donne e bambini. Con il suo alito di fuoco sradicava gli alberi, riduceva l'erba e i fiori in cenere nera, e uccise tutti coloro che attraversarono la sua strada. Avrebbe ucciso anche il padre e la madre di Una, ma essi, ed alcuni dei loro servi, si rinchiusero in una torre di ottone. Il drago cercò per molto tempo di entrare e di ottenerli in pasto, ma la torre era così solida che non poteva rompersi. Per sette anni il re e la regina si nascosero nelle loro torre, mentre il drago pazientava di fuori. Molti coraggiosi cavalieri vennero e combatterono contro l'orribile mostro cercando di salvare il re e la regina. Ma il drago era più forte di tutti i guerrieri ed uccise ognuno di loro. Alla fine Una decise di cavalcare fino a Fairyland e chiedere alla Regina delle Fate di inviare uno dei suoi cavalieri per ammazzare il drago. Una non prese al seguito nessun soldato né servi. Un nano trasportò per lei il cibo ed i vestiti di cui aveva bisogno e la condusse sulla groppa di un piccolo asino bianco. Il suo vestito era bianco, ma lei coprì la sua bella e lucente chioma d'oro con un mantello nero per mostrare che si sentiva triste. Il suo bel viso era molto addolorato, perché era tanto infelice per le cose crudeli che il drago aveva fatto e per il pericolo che i suoi cari genitori stavano correndo. Una arrivò senza intoppi alla corte della regina Faerie. Un giovane cavaliere, senza paura, fedele e vigoroso, si offrì di tornare con lei ad uccidere il drago. Il suo nome era Giorgio, ma, sul petto della sua armatura d'argento e sul suo scudo d'argento, aveva dipinto una croce rossa. Così la gente lo chiamava “il cavaliere dalla croce rossa”. Il sole splendeva luminoso, e gli uccelli cantavano dolcemente, mentre Una e il suo cavaliere cavalcavano attraverso i boschi che si trovavano tra il regno di suo padre e le terre della regina di Faerie. Il grande cavallo da battaglia del cavaliere saltellava e mordeva il freno per permettere all'asinello di Una ,che, al contrario, poggiava delicatamente le zampe sull'erba, di restargli fianco a fianco lungo la strada. Non si erano ancora allontanati di molto che una tempesta li colse. Il cielo si oscurò e la pioggia cadde pesantemente, e si sarebbero inzuppati tutti se non avessero trovato rifugio in un fitto bosco. C'erano ampi sentieri in questa foresta. Gli alberi ad alto fusto avevano fronde rigogliose e cresciute così vicine che la pioggia non riusciva ad attraversarle. Erano in un così bel bosco, ed erano così felici di parlare assieme ascoltando il dolce canto degli uccelli, che cavalcarono a lungo senza accorgersi di dove stavano andando. Così, quando la pioggia cessò e desiderarono tornare sulla strada aperta, non riuscirono a trovare la via. Vagarono in lungo e in largo finché giunsero all'imbocco di un grande caverna buia. Il cavaliere balzò da cavallo, diede da tenere in mano la sua lancia al nano, e andò avanti per controllare se qualcosa fosse nascosto nel buio. "Non essere così avventato!" gridò Una; "So che questo è un luogo terribilmente pericoloso, e che un mostro terribile abita in quel covo nero!" Anche il nano, spaventato, lo pregò di venire via, ma il cavaliere disse, "Mi vergognerei se tornassi indietro. Se un uomo è buono non ha bisogno di avere paura del buio." Così entrò nelle tenebre, e nella penombra generata dalla sua armatura splendente vide un mostro orribile. Aveva una gran brutta testa e una coda lunga e maculata come quella di un serpente. La bestia si precipitò sul cavaliere, ruggendo furiosamente. Giorgio la colpì con la sua spada, ma, nonostante la ferita, il mostro avvolse la sua orribile coda intorno a lui, fino a quando questi fu quasi schiacciato a morte. Una lo incitò a non avere timore e a combattere il mostro con coraggio e lui, colpendo con tutte le sue forze, gli tagliò la testa. Passato il pericolo Una e Giorgio cavalcarono allegri, e, mentre calava la sera, trovarono una via d'uscita dal bosco. Sulla strada incontrarono un vecchio che sembrava gentile e buono. Offrì loro ospitalità per la notte nella sua casa, in una piccola valle poco distante, e loro accettarono volentieri . Questo vecchio era però un mago malvagio e, in realtà, voleva fare loro del male. Quando giacquero per riposare, iniziò a lavorare con la sua magia su di loro. Con le sue arti fece credere al cavaliere dalla Croce Rossa che Una era falsa, molto malvagia e che fosse saggio starle lontano. Alle prime luci dell'alba il cavaliere fece sellare il suo cavallo dal nano e andarono via insieme, lasciando Una addormentata nella casa del mago malvagio. Poco tempo dopo Una si svegliò e non li trovò più; poté solo piangere amaramente per quella che le sembrò una crudeltà. Cavalcò più velocemente che poteva, ma il suo asinello era lento, e non aveva alcuna possibilità di raggiungerli. Giorno dopo giorno, per monti e per valli, nei boschi e nelle brughiere solitarie, cercò il suo cavaliere. Il suo cuore era molto triste perché colui che amava l'aveva abbandonata così all'improvviso. Un giorno, molto stanca, si sdraiò per riposare sotto gli alberi in un fitto bosco. Si tolse il mantello nero e i suoi magnifici capelli d'oro è caddero liberamente intorno al viso. Il suo volto era così bello e così pieno di bontà che sembrava fare luce nel luogo ombreggiato. Improvvisamente un leone furioso uscì fuori dal bosco e si avventò su di lei. Era a caccia di qualcosa da uccidere e mangiare e, quando vide Una, corse verso di lei avidamente, con le fauci fameliche spalancate . Quando vide il bel viso però, invece di farla a pezzi, si mise a leccarle dolcemente le piccole mani bianche ed i piedi.Il cuore triste di Una era così grato al nobile animale che le sue lacrime caddero sul felino. Il leone non l'avrebbe lasciata. Continuava a vegliarla mentre dormiva e, quando era sveglia, la seguiva come un cane fedele. Vagarono insieme, ma non incontrarono mai nessuno a cui chiedere aiuto nel cercare il cavaliere dalla croce rossa. Finalmente, una sera, videro una giovane donna camminare su un sentiero di montagna ripido, portando una pentola di acqua sulla schiena. Una la chiamò ma, quando si guardò intorno e vide una bella signora con un leone, la donna si spaventò, buttò via il recipiente e scappò via temendo per la sua vita. Ella viveva in una capanna sulla montagna insieme alla vecchia madre cieca. Quando arrivò a casa si precipitò dentro e chiuse la porta. Una e il felino la seguirono; il leone, con un colpo della forte zampa, spalancò la porta. Le due donne si erano nascoste in un angolo buio, mezze morte dalla paura. Una cercò di confortarle, e chiese loro rifugio per la notte. Quando calò il buio si sdraiò, molto stanca, a dormire. Il suo leone giaceva di guardia ai suoi piedi. In piena notte bussarono alla porta. Era un ladro cattivo, che era solito portare la refurtiva e darla da nascondere alle padrone di casa. Le donne erano così terrorizzate del leone che non osavano uscire dal loro nascondiglio. Così il ladro, in un impeto di rabbia, buttò giù la porta; il leone si precipitò su di lui e lo fece a pezzi. La mattina dopo Una si alzò presto e andò via con il felide. Appena fu partita, le donne si fecero coraggio e uscirono fuori. Quando videro il cadavere del ladro, si adirarono molto. Le corsero dietro, insultandola, ma non riuscirono a raggiungerla. Tornando verso casa incontrarono il mago malvagio. Raccontarono di Una, e lui cavalcò rapidamente per raggiungerla. Con la sua magia si fece un'armatura identica a quella del cavaliere dalla croce rossa. Quando Una lo vide pensò fosse proprio lui che tornava finalmente da lei. Ella però non fù l'unica a cadere nell'inganno del mago. Sansloy, un uomo rude e cattivo, il cui fratello era stato ucciso in uno scontro con il cavaliere dalla croce rossa, arrivò a cavallo. Quando vide la croce rossa sul petto del mago lo caricò furiosamente. Il vecchio mago, volente o nolente, dovette combattere. Sansloy attaccò così ferocemente che lo ferì e lo lasciò sanguinante a terra. Poi Sansloy gli strappò via il casco e stava per ucciderlo, quando vide, al posto del volto giovane e bello del cavaliere dalla croce rossa, la faccia avvizzita ed i capelli grigi del mago malvagio . Sansloy aveva paura del mago, così si tirò indietro e non lo colpì più. Quando si accorse di quanto fosse bella Una, decise di portarla via con lui e di prenderla in moglie. Quando il leone vide il cavaliere afferrare Una, si lanciò in una feroce corsa verso di lui, e lo avrebbe sbranato; ma Sansloy respinse il leone con il suo scudo ed infilzò la sua spada in profondità nel cuore fedele del leone. Con un grande ruggito la nobile bestia cadde morta. Sansloy gettò Una sul suo cavallo e galoppò via con lei. La principessa piangeva e singhiozzava; lo pregò di lasciarla andare, ma Sansloy non la ascoltò. Una si sentì come se non avesse alcun amico, o almeno, nessun amico che potesse aiutarla. Solo l'asinello bianco trottò dietro di lei; non aveva paura di nulla se non di essere lasciato solo, senza la sua amata. Il buio calò e le stelle che uscirono fuori sembrava piangessero per il dolore e l'impotenza di Una. Sansloy alla fine fermò il cavallo e la fece scendere. Quando lui le si avvicinò, Una ebbe tanta paura e gridò per chiedere aiuto. Le sue urla riecheggiarono fra gli alberi. In quei boschi viveva gente selvaggia. Alcuni fra loro erano più simili a bestie che uomini e donne. Ballavano allegramente alla luce delle stelle e, non appena sentirono le grida di Una, fermarono le loro danze e corsero a vedere cosa non andava. Non appena Sansloy li vide, con i loro capelli lunghi, le gambe pelose, le braccia grosse e le facce selvatiche, fu così spaventato che saltò sul suo cavallo e galoppò via. Ma le persone selvagge dei boschi erano più dolci rispetto al vile cavaliere. Quando videro Una, così bella, così spaventata e così triste, sorrisero per dimostrarle che intendevano essere gentili. Poi si inginocchiarono davanti a lei e le baciarono dolcemente i piedi per dimostrarle che le avrebbero obbedito. A quel punto Una non ebbe più paura. Quando queste persone selvatiche videro che lei si fidava di loro, furono così contente che saltarono e ballarono e cantarono per la gioia. Raccolsero fronde verdi e le stesero lungo il suo cammino; la coronarono con foglie per dimostrarle che era la loro regina. In questo modo la portarono a casa, dal loro capo; lui e tutte le belle ninfe del bosco la sua accolsero con gioia. Per un lungo periodo Una visse con loro e fu la loro regina. Alla fine un coraggioso cavaliere giunse da loro. Suo padre era stato un uomo selvaggio dei boschi, ma sua madre era una donna nobile. Era coraggioso e audace come suo padre era stato. Quando era un bambino, e viveva con la gente selvaggia, aveva l'abitudine di rubare cuccioli di leone alle loro madri solo per divertimento. Cavalcava pantere, antilopi,cinghiali, e tigri e lupi con cinghie e briglie, come se stesse giocando con cavalli. Era però dolce come sua madre, nonostante fosse un impavido. Quando Una gli raccontò la storia del cavaliere dalla croce rossa, del leone e di tutte le sue avventure, il suo cuore divenne colmo di pietà. Promise di aiutarla a fuggire e cercare di trovare il cavaliere dalla croce rossa. Così un giorno scapparono via, e, giunta la notte, furono fuori dalla portata degli uomini selvaggi dei boschi. Il mago malvagio seppe della fuga di Una, si vestì come un pellegrino e andò loro incontro. "Hai visto, o hai sentito nulla riguardo al mio prode cavaliere? Egli porta una croce rossa sul petto" Una chiese al vecchio quando si incontrarono. "Ah, sì", disse il mago, "L'ho visto sia vivo che morto. Oggi ho visto una lotta tremenda tra lui e un altro cavaliere, e l'altro cavaliere lo ha ucciso». Sentendo questa bugia crudele, Una cadde svenuta. Il giovane cavaliere coraggioso la sollevò delicatamente e cercò di confortarla. "Dov'è questo uomo che ha ucciso il cavaliere dalla croce rossa, e preso a tutti noi la gioia?" chiese al falso pellegrino. "Egli è qui vicino ora", disse il mago. "L'ho lasciato ad una fontana, a lavare le ferite." Il cavaliere si avviò in tutta fretta, così veloce che Una non riusciva a tenere il suo passo, e in poco tempo arrivarono ad una fontana dove trovarono un cavaliere seduto. Era il malvagio Sansloy, colui che aveva ucciso il leone di Una e l'aveva rapita. Il cavaliere coraggioso si precipitò su di lui con la spada sguainata. "Hai ucciso il cavaliere dalla croce rossa!", disse; "Dovrai a combattere e sarai punito per la tua cattiva azione." "Non ho mai ucciso il cavaliere dalla croce rossa", disse Sansloy, con grande rabbia. "I tuoi nemici ti hanno mandato da me perché ti uccidessi." Poi, come due belve, lottarono. A volte riposavano per un momento, solo per poter attaccarsi l'un l'altro nuovamente, con più forza e veemenza. Il sangue sgorgò dalle loro ferite sulla terra calpestata dai loro piedi, e il suono dei loro colpi feroci risuonò attraverso l'aria. Una era così terrorizzata alla vista del terribile spettacolo che scappò via e li lasciò a combattere furiosamente. Appena si allontanò vide una piccola figura che attraversa i boschi verso di lei. Era proprio il nano. La sua faccia dolente le disse che qualche cosa di brutto era successo al cavaliere dalla croce rossa. Giorgio aveva avuto molte avventure da quando l'aveva lasciata nella capanna del mago, e, alla fine, un gigante lo aveva preso. Lo teneva prigioniero in una triste prigione. Il nano era fuggito, per timore che il gigante lo uccidesse. Una amava il cavaliere dalla croce rossa, tanto che il suo cuore andò quasi in pezzi quando sentì le parole del nano. Prese quindi la decisione di trovare il suo cavaliere e liberarlo. Così parti', vagando su e giù per colline e valli, bagnata da piogge battenti e sferzata da venti pungenti. Alla fine, per buona fortuna, incontrò un cavaliere e il suo scudiero. Questo cavaliere era il buon principe Arturo, il più coraggioso e il migliore di tutti i cavalieri della regina Faerie. Raccontò loro le sue tristi vicende . "Siate di buon umore e consolatevi", disse il principe. "Io non abbandonerò fino a quando non avrò liberato il cavaliere dalla croce rossa." Ed il principe mantenne la sua promessa. La storia di “San Giorgio e il Drago” vi dirà come Una e il suo cavaliere si ritrovarono e si sposarono, dimenticando i dolori passati nella loro grande felicità. Infine inserisco una bella immagine della moneta che ha destato la curiosità del mio bimbo. Per fortuna che non mi ha detto ancora: "Me la compri papà?" Buona serata a tutti gli amici del forum. E.
    1 punto
  11. Segnalo l'uscita del primo numero del 2017 di Monete Antiche questo l'indice Anno XVI n. 91 Gennaio/Febbraio · Il sesterzio PORTVM TRAIANI. Testimonianza coeva di un'opera grandiosa. (Antonio Morello) [3-23]. · Due tipologie inusuali di tetradrammi alessandrini. (Piero Masera) [24-26] · Una rarità tra le monete di bronzo di Anastasio I. (Mauro Leoni) [27-31]. · Il miliarense cerimoniale, con annesso catalogo completo delle varianti ad oggi note. (Alain Gennari, Angelo Ortu, Alberto Trivero Rivera, Maurizio Cecchinato) [32-38] · I sistemi monetari a Napoli sotto Carlo V. (Alberto D'Andrea, Andrea Boroni e Realino Santone) [39-45]
    1 punto
  12. E' un pensiero che poco c'entra con la numismatica e molto con la carità umana, ma lo scrivo qui perché sia visibile a tutti. Impossibile, a mio parere, non rivolgere un pensiero affettuoso a una terra martoriata da eventi atmosferici e naturali che sembra, perun malvagio disegno del destino, si accaniscano senza pietà. Vada un abbraccio forte agli amici del Forum impegnati in questi giorni a far fronte a questi disastri, intenzione che ovviamente credo tutti noi siamo d'accordo si estenda a tutti gli abitanti del Centro Italia così colpiti da questa sventura.
    1 punto
  13. Grazie, pure il 9 mi sembra leggermente diverso. Dopo aver esaminato qualche esemplare sul web, ho notato che le variazioni sono davvero minime, ossia le varianti si contraddistinguono solo per pochi particolari. Sarebbe, quindi, un lavoro abbastanza impegnativo censire tutte queste mini-varianti... Saluti!
    1 punto
  14. Ciao guardate che quadranti a 70 € sono regalati, certi anonimi arrivano a 1000, i tondelli pressati con presse idrauliche spesso presentano fratture su tutta la circonferenza non soltanto per il metallo poco riscaldato che penso non lo sia affatto ma dalla eccessiva pressione esercitata, cioè troppa per lo spessore del tondello. In poche parole non puoi ridurre per esempio un tondello spesso 3 mm a 1,5 mm inevitabilmente questo si frattura nella sua parte più debole cioè il contorno. Silvio
    1 punto
  15. Non essere timido. Peso e diametro aiuterebbero, comunque a me sembra una coniazione ufficiale. Visto il numero di monete coniate qualche salto del conio qualche "sbavatura" sono normali.
    1 punto
  16. Lo stile richiama i bulgari che si sono specializzati sui nummetti del V secolo d.c.
    1 punto
  17. Buona sera a tutti ? Intanto rinnovo i miei ringraziamenti a voi,che come sempre siete stati in tanti a rispondere e tutti molto gentili. Passando alla moneta....è vero, purtroppo sono presenti una serie di segnetti che la penalizzano non poco,oltre al colpetto al R/ ..anche se moneta alla mano,è veramente microscopico. Nonostante tutto al momento dell'acquisto tra me e me pensavo potesse essere SPL e lo penso tutt'ora (a meno di ulteriiri smentite) a limite qspl/spl, probabilmente perchè con la monetazione di Vitt. Em II generalmente sono meno "severo" con i giudizi rispetto a quelle dei suoi successori..(sbaglio?)..ed anche perchè i rilievi e lustro mi pare che ci sono. Ci tengo a precisare che per me non fa differenza se la moneta è bb+..bb/spl..qspl...qspl/spl...spl..quando acquisto ho solo 2 gradi di giudizio (mi piace/non mi piace) .. È solo per sapere se sono sulla strada giusta con le valutazioni per quanto riguarda lo stato di conservazione e quindi del prezzo.. A proposito di prezzo..per rispondere a @miza la moneta è stata pagata circa 25/30€ considerando che ho fatto più acquisti da quel venditore..tutto sommato credo sia adeguato..o no? P.S @Rocco68 un ricordino alla volta e la collezione aumenta...? come darle torto...il mio problema è che per completare questa collezione avrei bisogno talmene tanti di quei "ricordini" che non credo mi possa bastare la memoria..? Saluti Leonardo
    1 punto
  18. Piccola piccola ma con il suo fascino. Particolarità degne di nota ? [emoji6]
    1 punto
  19. petronius arbiter

    .

    @chiam qui di solito non si usa cancellare i post e le immagini della moneta dopo aver avuto la risposta che cercavi. Tu hai addirittura cancellato il titolo della discussione, così che nessuno possa più sapere di che moneta si trattava. Avrai anche avuto i tuoi motivi, ma se in futuro avrai ancora bisogno di noi, spero vorrai attenerti alla netiquette del forum. Chiudo questa discussione, ormai inutile. petronius
    1 punto
  20. @pier67 Come hai detto tu essendo anonime non è possibile darle ad un doge ben definito. Le 2 gazzette o grossetti sono state emesse a partire dal 1570.
    1 punto
  21. consiglio la lettura del buon vecchio Papadopoli (lo trovi online, scaricabile gratuitamente)
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  22. Altro caso riguarda Bergamo. Il contado è in armi e pronto a sollevarsi per cacciare i francesi; il Conte Trussardo di Calepio fa sapere ad Andrea Gritti il 5 febbraio 1511, che è bene che venga mandato un provveditore che prenda il comando delle truppe e amministri poi la città in nome della Serenissima, ma i bergamaschi non aspettano più di tanto, il giorno seguente riescono ad aprire dei varchi nelle porte della città con dei pali di ferro e issano il vessillo marciano. Anche per loro: "Fu posto, per li deti, una bona letera a la comunità di Bergamo, ringratiando Idio sia venuta e ritornata soto el dominio nostro, con molte parole, ut in ea, notata per Gasparo di la Vedoa; la copia di la qual sarà scripta qui avanti. Et ave tutto il Consejo, e fo bollata con bolla d'oro". Nota bene L'anno riportato 1511 è "m.v." (more veneto), cioè l'anno conteggiato al metodo veneziano, che vedeva il nuovo anno scattare al 1° di Marzo; vuol dire che il 1511 (siamo a febbraio) corrisponde al 1512 del nostro calendario gregoriano saluti luciano
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  23. Salve, in realtá potrebbe trattarsi di un fenomeno di alterazione chimica dovuto alla mistura presente nella moneta, oppure potrebbe trattarsi di un'alterazione dovuta all'uso di agenti pulenti, o forse altro. magari un numismatico con buona esperienza noterà questo post e deciderà di condividere le sue conoscenze. non si vedono molti posts di monete crociate, movimentiamo il periodo......... a.
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  24. A mio parere la perizia è corretta, concordo con il qSPL. Stiamo parlando di monete napoleoniche, non Vittorio Emanuele III eh, i graffi sono di conio. I rilievi sono indubbiamente superiori al BB, anche considerando le imperfezioni al bordo.
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  25. Confermo il mezzo soldo del III tipo... Non in bellissima conservazione, è una moneta che si trova abbastanza facilmente anche in condizioni migliori..
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  26. Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2002 Tiratura: 456.000 Conservazione: BB+ Località: Milano
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  27. Siete stati grandissimi! purtroppo a causa di altri impegni importanti non sono riuscito a partecipare! sicuramente un trend positivo che si sta propagando, anche attraverso le giornate di studio della SNI !!! (ricordo l'evento di Pisa!) Sono occasioni spettacolari che è sempre bello condividere e da cui è bene trarre spunto per riproporle in contesti diversi! Le monete, alla fine, sono nei musei proprio per essere viste e studiate! Buona serata e complimenti a tutti! in primis a Mario, che si spende sempre con grande passione. Ci vediamo sabato prossimo a Finale Ligure!!!
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  28. Aggiungo alcune considerazioni personali, frammenti di ragionamenti più che altro : Leggendo l'anteprima di Butcher alla pagina 280 si parla del forte legame ancora esistente nel III sec. d.C. con le origini fenicie presso le città di Berytus/Beirut, Sidone e Tiro (la figura 120 rappresenta una moneta di Tiro per Gordiano III che riporta una scritta in caratteri fenici ). Ora comincio con i voli di fantasia: E se il "sistema di marchi di controllo" costituito dai globetti al rovescio dei bronzi con ariete in questione fosse un'altra emanazione diretta di questo legame con un passato pre-ellenico di quell'area? Provo a spiegarmi: Jenkins e Lewis nel loro libro 'Carthaginian gold and electrum coins' sulla produzione di serie in elettro e oro nella colonia fenicia descrivono l'elaborato sistema di "control-marks" formato da globetti (a volte usato insieme a lettere e simboli) come molto diverso da qualsiasi sistema di controllo (control-system) che si trovi normalmente sulle monete greche (pag. 27). E a me viene da fantasticare: se fosse di origine orientale e non greca, proprio Fenicia, magari dell'area di Tiro? In riferimento al mito ci viene tramandato come fu Didone, legittima erede del trono della città fenicia di Tiro, a fondare Cartagine, dopo essere stata defraudata del titolo e resa vedova dal fratello Pigmalione, quindi le due aree sarebbero comunque ancestralmente legate, di nuovo: anche da un antico e comune sistema di segni di controllo di qualche genere, forse per gli scambi commerciali? Inoltre proprio il nome e la figura di Pigmalione viene riportato dalla scritta in lingua fenicia riportata nell'esemplare in figura 120, pagina 280, da Butcher. L'autore poi nota come queste città (Berytus, Sidone e Tiro) si rifacessero ad un passato pre-ellenico piuttosto che greco o macedone come per la maggior parte delle altre località dell'area in epoca romana. Certo le mie sono solo fantasticherie su come sia possibile comporre il puzzle davvero assai interessante di questa emissione bronzea in bilico tra l'ultimo Egitto dei faraoni, il mondo greco ed un già maturo impero romano, ma ho voluto comunque condividerle, chissà che non siano spunto per ulteriori riflessioni..
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  29. E' una visione molto ideologizzata e in quanto tale completamente distorta della situazione, tipicamente nazionalista. Come ben sa chi ha aperto un libro di storia in vita sua, il nazionalismo ha sempre portato immani disgrazie in Europa e il processo d'intagrazione europea è nato apposta per cercare di lenire gli effetti di questo modo suicida di pensare. Spiacente, ma l' "Italia prima di tutto" e contro tutti, che finge di essere sovrana mentre è sottomessa a questa o quella grande potenza, e sempre in conflitto coi suoi vicini, non è quello che voglio per me e i miei discendenti. "European Union (e quindi anche l'Italia di cui fa parte) first"
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  30. Che dire amici, grazie di cuore per la meravigliosa giornata! Un grazie speciale a Mario, Eros, Gianfranco, Alessandro Toffanin, Paolo Crippa, al Prof. Alteri, Mons. Navoni e a tutti qelli dell'Ambrosiana. Un ringraziamento doveroso a @giancarlone, che ha l'abitudine di esagerare sempre: davvero grazie di cuore Giancarlo! Per il resto...avete già detto tutto. Siamo riusciti a dare agli appassionati quello che volevano, una gionrata Numismatica con la voluta N maiuscola. Gli ostacoli nelle fasi di organizzazione come potete immaginare non sono mancati, ma sono sempre stati superati con un sorriso sulle labbra. Il risultato spero,anzi, credo che si sia visto! Grazie amici, alla prossima Antonio
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  31. Siamo ora al CCNM , annuncio la nascita del " Gazzettino di Quelli del Cordusio "....
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  32. Ciao @minnide, come inizio di collezione va benissimo cosi' Con il tempo la sostituirai con una di migliore conservazione.....oppure la terrai come la "prima". Sapessi io le prime Napoletane che ho avuto in collezione!......inguardabili. Saluti, Rocco.
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  33. Con un pizzico d'invidia, da toscano....Vi faccio i complimenti per questo importante appuntamento Milanese che contribuisce al risveglio della Numismatica Italiana e nella speranza che questo evento, con il contributo di tutti gli appassionati Numismatici, possa essere organizzato anche a Firenze al Museo del Bargello. Un Cordiale saluto agli organizzatori e partecipanti.
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  34. Ciao Alain Agli amici si perdona tutto!! Voi sopportate il mio scarsissimo francese ed io capisco il vostro magari non ottimo italiano.. Non vedo l ora di rivedervi e fremo nell attesa della primavera! Bruno con te è ancora diverso.. prima o poi capiterà di riuscire ad incontrarci nuovamente... Comunque il Messico non sarebbe male.. poi se tirano su il muro a noi non interessa.. meglio rimanere in Messico che negli stati uniti.. là non sappiamo se siamo considerati un paese a rischio e magari non ci vogliono!!
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  35. Una panoramica dei partecipanti
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  36. Giornata fantastica! Un grazie a tutti i partecipanti, agli amici del Cordusio, del CCNM... Interventi magnifici, da quelli di apertura alle conferenze tecniche degli amici Paolo Crippa ed Alessandro Toffanin. Al momento non trovo le parole per descrivere tutta la giornata nella sua complessità, l'atmosfera di gioia, la voglia di condividere. Un bellissimo raduno, con il surplus della visione di alcuni tondelli eccezionali (ho ancora negli occhi un doppio fiorino di Paolo III che...vi dico solo che ha fatto luccicare gli occhi anche ai "monotematici milanesi" @Testone68 e @Parpajola). Tante le fotografie scattate (e che posterò prossimamente), vi auguro una buona serata con le due che ritengo più rappresentative: le tre realtà che hanno reso tutto possibile: Ambrosiana, CCNM e Quelli del Cordusio (LaMoneta aleggiava nell'aria, se foste stati in sala ne avreste sentita la presenza) [continua]
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  37. Guardate, infine, la foto di questi cavalli di frisia usati nella guerra di secessione americana (giusto qualche anno dopo il periodo che ci interessa): non c'è una forte somiglianza con la "nostra" misteriosa immagine? fonte foto: http://www.minecreek.info/field-fortifications/plan-1.html
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  38. Ora che hai messo il peso, benché approssimativo, posso risponderti. Come ti è stato detto nel precedente intervento la moneta è buona. Questa moneta è lavorata in "fondo a specchio". Il mio "Spink" 2015 la quota 525 pounds (in perfette condizioni in presenza del cofanetto originale). Il mercato recente dice che i collezionisti sono disposti a pagare anche di più. Ho visto scambiare questo millesimo in pr69 agevolmente a 740 euro sulla baia. Purtroppo l'esemplare in tuo possesso non si può certo annoverare fra i migliori dei 13000 pezzi coniati. Certo la moneta non ha circolato, non è nata con queste prerogative, ed i rilievi sono integri. Lo stesso non si può dire dei campi: al dritto sono evidenti graffi e su entrambi i lati sono diffusi segni di contatto. La freschezza del metallo è alterata, probabilmente dai continui maneggiamenti (almeno così pare dalle foto che hai postato). Le monete finite "proof" andrebbero conservate in capsula. È facilissimo lasciare su di esse segni che ne inficiano il valore. Quando si movimentano è necessario fare grande attenzione. Ti scrivo ciò per dirti che anche nel pesarla dovresti prendere qualche precauzione e non appoggiarla dirattamente sul piatto. La moneta in oggetto "ora come ora" non credo sia più desiderabile da chi raccoglie questo tipo di nominali. Resta il fatto che ad oggi il valore del fino contenuto si aggira intorno ai 520 euro. Un cambiavalute o un compro oro onesto la ritirerebbero verosimilmente per 480/500 euro. Resta un mistero perché chi ti vende queste monete non si rivolga semplicemente a costoro rinunciando a non pochi soldi per cederla a te. Mi congratulo per la tua "persistente" fortuna. Per caso di lavoro fai il "compro oro"? Buona domenica.
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  39. Mi sembra piuttosto evidente che si tratti di una mancanza di metallo. Cosa comune in questi 12 tarì, soprattutto negli anni precedenti al 1796. Difetto, quindi di conio e non intervento successivo.
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  40. è una bellezza. Penso che avevo dimenticato quanto mi piaceva il look di queste monete... Gran parte della mia dimenticanza, mi aspetto, è l'uso del dritto di Walking Liberty per le "aquile d'argento" dal 1986. Trentuno anni, ora, il dritto di Walking Liberty è stato il "aquile d'argento"—a lungo—esattamente come lungo, infatti, come sugli originali del 1916-47. (Naturalmente non è abbastanza dritto stesso—sulle "aquile d'argento" il disegno è troppo loquace...troppo perfetto...come se esso è stato omogeneizzato o qualcosa del genere. Per me, comunque, la maggior parte della magia e magnetismo dell'originale 1916-47 è stato perso.) Troppo, per alcuni ora sono stato particolarmente interessato in monete da una prospettiva utilitaristica, e in effetti, l'altra sera avevo semplicemente fotografato una moneta decente di nazionalità desiderata, denominazione e intervallo di date. Ma poi, come ho detto, ho iniziato davvero a guardarla e appena non poteva superare la sua bellezza. E poi la mia conoscenza di fanciullezza con queste monete è venuto inondazioni indietro—erano ancora comuni in circolazione e speso sia li ha ricevuti in cambio. (Sempre come un grosso problema, però!) Un'ultima cosa, però, che mi ha colpito con una certa forza—la altra moneta in questo disegno saltò su di me: v. ---------------------------------------------------------------- It is a beauty. I think I’d forgotten how much I liked the look of these coins…. A large part of my forgetfulness, I expect, is the use of the Walking Liberty obverse for the “silver eagles” beginning in 1986. Thirty-one years, now, the Walking Liberty obverse has been on “silver eagles”—a long time—exactly as long, in fact, as on the originals of 1916-47. (Of course it isn’t quite the same obverse—on the “silver eagles” the design is too glib…too perfect…as if it’s been homogenized or something. For me, anyway, most of the magic and magnetism of the 1916-47 original has been lost.) Too, for some now I’ve been especially interested in coins from a utilitarian perspective, and indeed, the other night I had simply photographed a decent coin of the desired nationality, denomination and date-range. But then, as I said, I started really looking at it and just couldn’t get past its beauty. And then my boyhood acquaintance with these coins came flooding back—they were still common in circulation and I both spent and received them in change. (Always as a big deal, though!) One last thing, though, that struck me with some force—the other coin in this design jumped out at me: v.
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  41. Hanno entrambe il contorno separato dal giglio.
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  42. Ognuno ha sue idee in merito ma visto il budget ( 2000 euro circa) penso che un bellissimo 50 lire 1912 qfdc sia un acquisto ( non lo chiamo volutamente "investimento" per evitare che mi si venga detto che la numismatica non è un investimento ma una passione) più oculato e più assennato di un Fascione BB. Poi ovviamente è un discorso soggettivo, di gusti, di pezzi mancanti in collezione ed altre variabiali. Ma se io avessi quella cifra a disposizione tra un bellissmo 50 lire 1912 ( e con 2000 euro ne trovi davvero di belli) e un brutto 100 lire 1923, non avrei proprio alcun dubbio... E sono convinto che chiunque, nel momento in cui spende una cifra discreta (se non importante, ma anche questo è un discorso relativo e soggettivo) una strizzatina d'occhio al lato "investimento" penso che la dia sempre.
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  43. Amici del forum, Voglio condividere con voi la bellezza delle piastre reimpresse Napoletane. A volte mi perdo nell'osservare il conio della moneta "cancellata".....che si intravede con piccoli e anche con grandi particolari. Ecco a voi...la 1817 di Ferdinando I.
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  44. Risotto alla Milanese buongustaio.. Visto il contesto sarebbe pure in tema.. Ci sarà tutto ciò che un appassionato sogna.. Un evento senza precedenti, già segnalato dagli addetti ai lavori dove l'eco si è gia fatto sentire e leggere.. Eros
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  45. Grazie Mario per quello che fai. Un saluto ed Arrivederci a tutti i partecipanti. Roberto
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