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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/18/17 in Risposte

  1. Buona sera a tutti i "la monetiani"!! Porto a conoscenza, anche se è già stato comunicato tramite volantini già dall'ultimo Veronafil di novembre 2016, che si terrà a Venezia - Mestre un convegno numismatico nei giorni 18-19/03/2017 con i seguenti orari: sabato 18/03/2017 : ore 9.00 - 18.00 domenica 19/03/2017 : ore 9.00 - 12.30. Lo organizza il gruppo GTM (cioè Cavaliere, Cavicchi, Nasi, Palma). Il prossimo appuntamento del gruppo è quello di Bologna, i prossimi 24 e 25 febbraio presso l'Hotel Savoia Regency a Bologna, organizzato dal duo Cavicchi / Nasi, io mi sto occupando dell'organizzazione di questo di Venezia. Riprende quindi l'appuntamento veneziano, dopo qualche anno di interruzione e, devo dire l'onesta verità, la spinta a riprendere la devo molto al compianto Andrea Luise, titolare della casa d'Asta Nummus et Ars, recentemente mancato, che mi stimolò ad assumermi questo onere. Il mio desiderio è quello di cercare di creare (anzi ricreare) un appuntamento numismatico fisso in una delle città più affascinanti del mondo, nella speranza che diventi, con il tempo, sempre più significativo. Da parte mia e dei miei colleghi, ci metteremo tutto l'impegno possibile. Ovviamente aspettiamo una risposta anche dai tanti appassionati. In questa prima edizione non abbiamo avuto la possibilità di creare eventi collaterali, ma abbiamo già intrapreso contatti con l'Università Cà Foscari di Venezia per iniziare una collaborazione che sarà sicuramente proficua in tal senso nel futuro. Volevo solo segnalare, ma solo a titolo di cronaca, che sto già impegnandomi sul territorio (triangolo Padova, Venezia, Treviso) per far conoscere la numismatica ed il commercio numismatico nelle scuole, con lusinghieri risultati di interesse da parte dei giovani. Il convegno si terrà presso la struttura del Novotel, che si trova immediatamente a ridosso dell'uscita "Castellana" della Tangenziale di Mestre, quindi comodissimo da raggiungere in macchina. Vi è un ampio parcheggio esterno. Per chi arriva in treno, bisogna prendere la linea 2 a la linea H1. Per la lista dei partecipanti posso anticipare che hanno dato già la loro adesione, tra gli altri: 1) Bancostema di Walter Nasi 2) Eugubium di Andrea Cavicchi 3) Il Chiosco di Giacomo Valente 4) Numismatica Cavaliere 5) Numismatica Millelire di Lucio Raponi 6) Vittore Anoè. 7) Numismatica Tinia di Alessandro Vanni. Comunque cercherò di aggiornare la lista periodicamente. Per altre informazioni, sono a disposizione. VI ASPETTIAMO NUMEROSI!! Ad maiora Stefano Palma (alias "Sivis")
    5 punti
  2. Carissimi, intervengo per cercare di dare una differente visione di questa moneta, che a mio avviso è assolutamente falsa. Vi posto la moneta che ha fatto da capostipite ( l'host, foto 1 in basso, da Lanz 2005, e confronto con oggetto della discussione in alto, ex Kuenker 2015) per ottenere il conio moderno da cui sono stati ottenuti numerosi esemplari, di cui molti poi non aggiudicati e/o ritirati dalle varie case d'asta. (Nel titolo di ogni foto vedrete la casa d'aste e la data tutte successive alla Lanz 1) Il semicerchio che si vede nelle monete successive altro non è che il filo del bordo della moneta originaria ed originale, noterete la cesura netta proprio sul collo, lettere etc. nello stesso punto della Lanz. ( credo che Gionnysicily ne avesse intuito la incongruità almeno in parte). Se avrete pazienza potrete confrontare numerosi altri punti che confermano la falsità di tutti gli altri esemplari , in particolare e a dispetto di diverse centrature non avrete mai un pezzettino in più di legenda sia del diritto che del rovescio rispetto alla Numero Uno Oltre alla già accennata tagliatura sotto la testa di M. Antonio, la tagliatura delle legenda sopra la testa di Cleopatra ....anche altre mille dettagli, non lasciano scampo, a voi il sottile piacere intellettuale di scoprirli... Penso che sia importante studiare a fondo questa serie qui presentata, anche per capire i metodi usati e i limiti ( per ora ) di certa produzione. Un cordiale saluto, Enrico P.S. Che siamo impestati di falsi si sapeva, ma che fosse così chiaro come dopo questa serie... tra l'altro parlando proprio del denario di Marc'Antonio e Cleopatra non è l'unico falso ingannevole che esiste, ma questa è un'altra storia... P-P-S- In totale un originale ( speriamo !) e 8 falsi, e chissà quanti altri in giro nelle collezioni !
    5 punti
  3. E' con immenso piacere che annuncio, in qualità di portavoce del gruppo, la pubblicazione del primo numero de Il Gazzettino di Quelli del Cordusio. Cinquanta pagine in formato A4 b/n di riflessioni, articoli tecnici, recensioni, news; è una pubblicazione per tutti: collezionisti, studiosi, curiosi... La distribuzione avverrà prima in formato cartaceo presso il mercatino del Cordusio ed i convegni di Parma e Verona, quindi pubblicheremo il Gazzettino in formato digitale per raggiungere una platea ancora più vasta di potenziali interessati. Come gruppo sentivamo - e vedevamo intorno a noi - la necessità di una pubblicazione a carattere fortemente divulgativo, interessante per i numismatici più "navigati" ma che soprattutto interessasse il pubblico dei giovani numismatici (dove "giovani" non intende solamente il freddo dato anagrafico ma anche chi - pur avendo una certa età - è appena entrato nel nostro mondo). Quindi eccoci qua con il nostro Gazzettino, un prodotto di facile approccio e di agile lettura. Vorrei ringraziare tutti i membri di Quelli del Cordusio per il loro supporto, per l'approvazione di questo progetto che è passato dall'immaginazione di alcuni di noi alla dimensione "reale" in meno di due mesi; infatti il brindisi inaugurale fu fatto il 18 dicembre scorso. Un traguardo non da poco, ma quando c'è la voglia di fare... Un grazie in particolare va a chi con la collaborazione ha reso così vario e ricco questo primo numero: @dabbene @eracle62 @Parpajola @Dave95 @aleale @DARECTASAPERE @rongom @magdi. Complimenti a tutti loro ed in particolare a Davide (dave95) ed Alessandro (aleale) che hanno avuto qui sul Gazzettino il loro debutto come Autori. Il gazzettino è aperto a tutti gli Autori, appartenenti o meno a Quelli del Cordusio (ovviamente però in ogni numero ci sarà una maggioranza di contributi redatti da membri del gruppo stesso), quindi se avete un articolo, una riflessione numismatica, una recensione inviate tutto a [email protected] . Un caro saluto, Antonio Rimoldi
    3 punti
  4. Cari Lamonetiani, come promesso, in occasione del cinquantenario della mia collezione, voglio condividere con Voi la gioia di un altro bel "rametto" in buona conservazione. Spero possa trovare lo stesso apprezzamento del 4 bese del 1909 postato qualche giorno fa.
    3 punti
  5. Ricordo che ne abbiamo parlato di questo esemplare ma se non sbaglio non siamo arrivati a conclusioni definitive. Riguardandolo ora, la mia impressione è che si tratti di un denaro tosato all'epoca e che le mancanze di metallo siano avvenute successivamente per altri motivi. La forma particolare del monogramma potrebbe essere dovuta a schiacciatura o disturbo di conio. Non mi convince l'ipotesi della riduzione della moneta sul piede della mezzaglia. Infatti, la tipologia non corrisponde con quella canonica del mezzo denaro che ricalca invece quella di Enrico V con monogramma piccolo. A meno che come teorizzato da @margheludo in altra discussione il "magheggio" sia avvenuto ai nostri tempi. Interpretazioni alternative? Saluti
    3 punti
  6. l'ultima prova che credo confermi quanto detto da vitellio, la crepa tra i capelli di Cleopatra, che è riprodotta più o meno bene in tutti gli esemplari.
    3 punti
  7. Ciao a tutti. Complimenti per l'ottima iniziativa, che dimostra come abbiate interpretato la Numismatica nel senso più virtuoso, che è quello di creare una "squadra" di amici accomunati dalla stessa passione che non ha come unico obbiettivo quello di raccogliere e di compravendere monete, ma di lasciare anche (e forse, innanzitutto) testimonianze tangibili di studio, riflessione ed approfondimento numismatici. Ed è ciò, credo, a cui dovrebbe tendere qualunque Circolo numismatico. I migliori auguri, dunque, al Vostro prezioso "Gazzettino" con l'auspicio, un giorno, di poterVi inviare qualche modesto contributo. Saluti. Michele
    3 punti
  8. Ecco a voi il mio primo sesterzio di volusiano molto affascinante anche se abbastanza usurato ma ancora godibile mi sono fatto ammaliare dal retro molto interessante e piacevole. Pesa 16.8g ed è un ric 253a iunoni martiali. Secondo voi che grado di rarità è questa moneta? Sicuramente non è molto comune. A voi i commenti
    2 punti
  9. In collezione (grazie @volesonensis): Francesco Dandolo (1329-1339) contraffazione del grosso
    2 punti
  10. A domani, non vedo l' ora di sfogliarlo... E sopratutto brindare con questo gruppo di persone magnifiche. Roberto
    2 punti
  11. ...non ho proprio detto che è un falso....solo che ho dei dubbi . Molte volte ho visto proporre monete Napoletane, senza sigle o valori....molte volte in corrispondenza delle lettere o valore, si intravedeva proprio l'abrasione delle stesse...tipo la pubblica del 1789...
    2 punti
  12. non si puo' giungere ad un sicuro emittente... per es - questa non ha la stella a sin dopo il Francorum (stella) rex non si legge quasi nulla delle legende. e quello che si legge non è determinante per stabilire chi lo ha emesso nella prima immagine si legge "..DICTI " di - SIT* nOmEH* DnI* BEnEDICTVm " mentre nella seconda si legge " ...ORUM" di .... FRAnCORV* REX - posso buttarla l' in base alla lunghezza della legenda -- forse Ludovicus di Luigi XI--- ma è solo una opinione
    2 punti
  13. è un Blanc à la couronne
    2 punti
  14. Non credo sia una mezzaglia, penso anch'io a un difetto di coniazione probabilmente in una emissione non ufficiale, una imitativa con tondello ridotto, penso che su questi tondelli sia successo un po' di tutto ai suoi tempi, indubbiamente siamo nell'ennesima enigmatica emissione, concordo anche con @margheludoche il fenomeno fu probabilmente più vasto e grande di quanto forse noi stiamo pensando ...d'altronde per aver creato una discussione di questo tipo qui, qualcosa di enigmatico e complesso ci doveva essere stato ? ....
    2 punti
  15. Anche in quella occasione, aggiungi una pizza a tavola
    2 punti
  16. Scusate se rispondo solo ora ma ho scoperto adesso questa discussione. Si è certi di un ritrovamento di una sola moneta, in un tesoretto di monete crociate, in grecia, portate poi in Francia. Queste monete furono sicuramente coniate a Manfredonia o Brindisi e non in Epiro, anche perché Corfù (come indicato in alcune aste) non faceva parte dei territori avuti in dote da Manfredi, ma verrà dato a Filippo Chinardo dal Comneno alla morte di Manfredi e la scritta in latino fa ipotizzare zecchieri latini (in epiro era logico trovare zecchieri di lingua greca). Nel mio recente studio parlo ampiamente di queste monete (e spiego il perché si è certi che vennero coniate a Manfredonia e non in Epiro), potete trovare l'articolo nell'ultimo libro del Circolo Numismatico Romano Laziale. Infine qui posso dire che per quell'articolo ho fatto molta ricerca sul campo. Mi spiego, essendo di Monte Sant'Angelo (un paese a pochi km da Manfredonia) sono andato in giro e mi sono informato su persone che usano metal detector etc..etc... e tra contadini e metal detectoristi queste monete sono state trovate in giro per manfredonia, ovviamente ritrovamenti isolati. Non ho potuto inserire queste info nell'articolo, ma grazie a queste info (anche di ritrovamento di altre monete) mi sono fatto un idea precisa delle varie zecche d'origine (purtroppo contadini e metaldetectoristi non comprendono che asportare anche una sola moneta può causare un danno alla storiografia. I primi sono convinti che addirittura se si viene a sapere gli tolgono il terreno, e i secondi pensano di essere nel giusto e che salvano monete dalla terra per poi tenerle in casa dove nessuno può studiarle e vederle). Posso dire quasi con certezza che durante Manfredi gli zecchieri si muovevano da una zecca all'altra, ad esempio la moneta con la doppia croce e la M gotica è stata trovata in ritrovamenti importanti sia in Sicilia che nella penisola, sappiamo che Messina produceva moneta per una parte del Regno e Brindisi/Manfredonia per l'altra. Mentre le monete con A e AP sono praticamente assenti in Sicilia e quelle con la S sono assenti nella penisola ci sono alcune monete presenti in quasi egual numero in tutto il territorio, tanto che in alcuni libri troveremo scritto Messina come zecca e in altri Brindisi/Manfredonia. Manfredi forse volle i migliori zecchieri a Manfredonia, e quindi inviò i siciliani (c'è un tari con la M di Manfredonia e la croce tipica di Messina) a Manfredonia che forse usarono gli stessi conii. Nella foto vi inserisco la moneta più comune di Manfredi (nel catalogo della moneta dice rara ma credo si tratti di una svista) ritrovata in grandi quantità sia in sicilia che nella penisola! Complimenti a chi ha aperto la discussione!
    2 punti
  17. Buongiorno, sto preparando degli altri approfondimenti sulla zecca di Messina, nel frattempo vi regalo questa immagine riassuntiva del periodo di Carlo V.
    2 punti
  18. Io penso che nella nostra numismatica ci siano tante belle storie, io le chiamo favole, io, noi credo ci sentiamo ora calati in una favola numismatica, e tutte queste storie fanno crescere la numismatica, sono storie di gruppi di divulgatori, di gruppi, di lavoro e passione, le vediamo queste storie per le quali io ho una grande ammirazione, sono tante...ricordo quella incredibile del Circolo Numismatico Partenopeo, la recente del circolo Romano - Laziale, i bellissimi Quaderni Massesi, il Bollettino di Beinasco e mi scuso veramente per quelli che non ho citato ...e sto dimenticando... Una ricchezza incredibile che ha tanti comuni denominatori comuni ma in primis il comunicare, agire insieme per fini comuni seguendo quello che vogliono gli appassionati, i collezionisti, gli studiosi della numismatica. Tematica che meriterebbe tante riflessioni magari in altro momento, per quanto mi riguarda ringrazio chi ci è vicino sia sul forum che nei fatti, fa piacere questa vicinanza e aiuta, io spero che il mondo intero della nostra numismatica prenda atto e sappia prendere spunto da questi fermenti, idee, proposte che sono qualcosa di più di una tendenza. Grazie anche a @gigetto13 molto gentile veramente , ricordo con l'occasione che il Gazzettino pur avendo una chiara impostazione dei cordusiano e' aperto a contributi di tutti, di ogni monetazione e periodo e quindi fai magari un pensierino per il futuro [emoji12], chiudo ricordando che per domani e' previsto sole, molto sole a Milano e al Cordusio, spero che anche questo sia un buon auspicio, grazie a tutti quelli che stanno scrivendo e che ci stanno gratificando anche fuori di Lamoneta e non sono per fortuna pochi, un abbraccio, Mario
    2 punti
  19. Vi auguro di passare - come prevedibile - una bellissima giornata, leggerò volentierissimo i commenti a manifestazione terminata. OT: @dabbene mi son accorto oggi che sei nella bibliografia del MEC 12! congratulazioni
    2 punti
  20. Vabbe'.....non resisto! ...ancora una, per una buona notte! (Tanto prima o poi...finiranno). Ferdinando IV, Piastra 1802. Aspetto sempre I vostri pareri su conservazione e rarita'....ci tengo!
    2 punti
  21. eccoci allora iniziamo il discorso è piuttosto complesso e merita di essere preso un po' alla "larga" Come noto dopo la salita al trono di Mary Stuart e William d'Orange del 1694(?) ( vado memoria) si cerca di irrobustire le loro finanze; un mercante-banchiere, William Paterson, propone loro un prestito di £ 1.200.000 a patto di consentire alla creazione di una Banca che emetterà banconote per pari ammontare. Nasce così la Bank of England. La situazione con Giorgio III è simile; le ingentissime spese militari dovute prima agli scontri in America e poi alle guerre napoleoniche prosciugarono completamente le casse. Entrò così nuovamente in gioco la Bank of England che coniò token alla Soho Mint . Da notare come la parola token in inglese oltre a "gettone" possa essere tradotta anche come "buono" ... il significato era quindì lo stesso dei buoni da 1 o 2 Lire coniati durante il regno di Vittorio Emanuele III in Italia. Inizialmente per poter disporre di moneta sussidiaria avevano contromarcato pezzi da 8 R spagnoli con una testina di Giorgio III facendo nascere la famosa strofetta: The Bank of England, to make his Dollar pass, put the head of a fool on the neck of an ass. Inizialmente i pezzi da 8 R venivano valutati 4s. 6p. come da Regio Decreto emesso dalla Regina Anna nel 1704; per staccarsi da questa tradizione un forte quantitativo fu spianato e riconiato con valore facciale di 5s. Ma la forza della speculazione obbligò nel tempo a rivalutarli fino 5s. 6p ( allego immagine tratta da un giornale dell'epoca della notizia )
    2 punti
  22. Buonasera ragazzi, avete mai rigirato fra le mani queste monetine minuscole? 1,5o grammi di peso circa....I centesimini del tempo. Oggi vi faccio vedere I miei tre pezzi di 3 Cavalli: il 1788, il 1789 e il 1792 ( il '90 non era della stessa conservazione). Cosa ne pensate di questi pezzi di storia?
    1 punto
  23. Buonasera a tutti! Vorrei mostrarvi questa piastra del 1818 reimpressa. Lo scopo della discussione è quello di riuscire a capire quale moneta vi è sotto. Dato la sua natura e i numerosi indizi penso che per un occhio esperto ed allenato sia un gioco da ragazzi capirlo....chiamo in causa @francesco77. All'inizio mi sembrava una piastra di Giuseppe Napoleone ma poi guardandola bene mi sono accorto che alcuni particolari non coincidono. Secondo voi di cosa potrebbe trattarsi? Grazie a tutti quelli che vorranno contribuire. Ecco le foto:
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  24. Segnalo questa mostra di cui sono venuto a conoscenza quasi per caso in corso a Tortona fino al 12 marzo 2017 che mi pare sia passata inosservata Quando il grosso era una moneta Orari di apertura Giovedì, venerdì dalle ore16.00 alle ore 19.00 Sabato, domenica dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16.00 alle ore 19.00 Percorso mostra La mostra documentaria, è articolata in tre sezioni - moneta, risparmio, credito - e traccia, per sommi capi e senza altra pretesa se non quella di suscitare interesse, la storia monetaria, bancaria e del risparmio a Tortona e nel Tortonese, focalizzando alcuni periodi ed istituzioni di particolare rilievo, che vengono proposti nel contesto politico ed economico del tempo, alla ricerca delle relazioni di causa-effetto che hanno caratterizzato i fatti in questione. Maggiori informazioni al link seguente: http://www.comune.tortona.al.it/quando-il-grosso-era-una-moneta Sembrebbe molto interessante, notare che dal link è possibile scaricare in formato pdf il catalogo della mostra, ben 100 pagine ! e su You tube è possibile guardare un interessantissimo documentario a riguardo http://www.comune.tortona.al.it/allegati/Cultura/Mostra_risparmio/catalogo_mostra_risparmio.pdf Se qualcuno fosse interessato si potrebbe anche organizzare una giornata tutti assieme
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  25. Direi un follaro di Messina di Ruggero II (1130-1154), Travaini 191. Confrontalo con questo: https://www.acsearch.info/search.html?id=583744 Ciao Appah
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  26. Dire che non esistono monete di Bonoso è un'affermazione che non mi sento di fare. Dire invece che finora non ne è mai stata trovata una, sì. Tutto ciò che è stato catalogato come Bonoso, altro non è che un generico radiato imitativo travisato. La variabilità di ritratto delle imitative è impressionante. Guardando in rapidità ho trovato questo pezzo che ben si armonizza con gli altri Perdonate il fuori fuoco, ma fatta al volo. Legenda ICV CAES con la S distesa. Chiaramente un Tetrico II, ma il ritratto non è molto dissimile da un possibile farlocco Bonoso
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  27. mi viene il sospetto sia una imitativa di IV secolo delle monete che Costantino fece coniare in onore del "suo" avo Claudio II .....
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  28. scusa non ti ho dato una mano perchè ho visto che era sudata
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  29. Ciao @mollay666 Sembra questo..Renato D'angiò.. Ciao @profausto...
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  30. Ricordo bene Giancarlo , a parte il rivedermi ....fu una grande giornata all'interno della Festa del Cordusio, riuscitissimo evento organizzato da tanti di noi... Sicuramente la Mostra fu estremamente bella con il vero e il falso abbinati, straordinaria...
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  31. Solo per ricordare... alcuni del Cordusio presenti....
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  32. Ciao, la moneta non l'ho vista in mano, ma le foto purtroppo mi sembrano inequivocabili... Oltretutto delle crepe dell'argento dell'host - non derivanti da impronta del conio - si ripetono in medesima posizione e solo leggermente più morbide negli altri esemplari. Ciao @aemilianus253, conosco anche la tua di esperienza, e direi che non c'è da smettere ma da aumentare il filtro. ES
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  33. Ciao @Garbo92 , complimenti per il Sesterzio che non e' affatto comune con questo rovescio , anni fa era classificato genericamente come RARO , oggi credo che sia tra N.C. e R1. Il tuo esemplare e' inoltre molto bello , come valore aggiunto , per la patina verde originale , per le tracce di malachite e per il bel ritratto di Volusiano . Per quanto riguarda il Tempio , @Poemenius, quelle che chiami "colonne a palme" in realta' sono capitelli corinzi , i quali hanno in alto quelle volute che sembrano delle foglie .
    1 punto
  34. Posto con piacere questo articolo trovato sul web, spero sia spunto di interesse e di discussione. La monetazione di Messina: brevi cenni Dai Greci ai Romani, dai Normanni agli Spagnoli Messina vanta una ricca e duratura esperienza di zecca monetale. Le prime monete (525 a.C.), dracme e frazioni in argento con un delfino che nuota all’interno del porto, furono battute da Zancle, antico nome della città derivante da zanclon/‘falce’, con riferimento al porto falcato. Da sempre la città dello Stretto era stata in contatto col Mediterraneo orientale e l’importante funzione portuale si rifletté sulle sue monete. Più tardi, in un’ottica orientata all’espansionismo e all’affermazione locale, Anassila di Reggio, impadronitosi di Zancle con l’aiuto di Messeni, ne mutò il nome in Messana e coniò a nome delle due città dello Stretto monete con i medesimi tipi: dapprima con testa di leone e sul rovescio testa di vitello, poi i tetradrammi con biga di mule e lepre. Si trattava della prima esperienza di moneta unica che, come l’euro attuale, rinsaldava - mediante vantaggi economici - i legami politici all’interno del regno di Anassila. La biga celebrava la vittoria del tiranno ad Olimpia, ma il mulo – nato dall’unione di cavalla e asino – simboleggiava l’unione tra due popoli diversi, i vecchi Zanclei e i colonizzatori Messeni. Nel corso del V sec. a.C., l’importanza dell’area dello Stretto è documentata, a Messana, dalla coniazione della prima moneta in oro della Sicilia (450 a.C. ca), come pure dall’abbondante afflusso di valuta straniera, soprattutto ateniese, indizio della vitalità dei traffici commerciali e del pagamento di dazi e pedaggi portuali. Coinvolta negli avvenimenti militari della guerra del Peloponneso, fra 420 e 405 a.C. Messina sperimenta una grande stagione di fioritura artistica e orgoglio civico. Sui tetradrammi compare Messana, personificazione della città, alla guida della biga di mule; al rovescio un giovane Pan seduto su roccia trattiene una lepre. La caccia alla lepre era una pratica riservata ai più giovani, il cui successo dipendeva dalla velocità delle gambe. Il dio, che aveva catturato una lepre viva, era un modello di abilità e coraggio che la città proponeva alla sua gioventù. Ai medesimi anni si data la ricca serie con testa di Peloriás, la “Gigantessa”, personificazione di Capo Peloro, cui si accompagna Pheraimon, il mitico “condottiero” figlio di Eolo e signore della costa settentrionale della Sicilia. Nelle due figure è possibile riconoscere i modelli ancestrali dei popolari Giganti Mata e Grifone, cui ancora oggi i Messinesi attribuiscono il ruolo di fondatori e protettori della loro città. ZANKLE: Dracma d’argento, 525-494 a.C.: D/ Delfino entro la falce del porto. R/ Pianta di edificio, all’interno conchiglia. MESSANA: Tetradrammo d’argento, 410 a.C. ca: D/ Biga di mule (apene) al passo guidata dalla dea Messana; in alto, Nike che la incorona; in esergo, due delfini affrontati; R/ Lepre in corsa, in basso spiga in alto colomba. MESSANION sotto la linea di esergo. Ambita e sfruttata da molti per la posizione strategica che consentiva il controllo di due mari, nei secoli successivi Messana non godrà più del ruolo economico sperimentato nel V sec. a.C., in cui per volume di emissioni era stata seconda soltanto a Siracusa. Occupata nel 285 a.C. da mercenari Mamertini, la città diviene ben presto la porta di accesso di Roma alla conquista della Sicilia. Le monete mamertine, coniate in bronzo e dotate nel tempo di segni di valore e pesi analoghi a quelli romani, appartengono agli anni delle guerre puniche e servono a pagare le spese quotidiane delle guarnigioni presenti nell’isola. Su di esse ricompare il guerriero Pheraimon, ma si adottano anche tipi derivati dai maggiori regni ellenistici. La zecca batte moneta anche a nome di Roma: studi recenti localizzano a Messana gli aurei con Marte/aquila ritenuti battuti nella zecca dell’Urbe. Con Roma signora della Sicilia, Messana non batte più moneta a nome proprio; negli anni 45-40 a.C. sembra funzionare come zecca di Sesto Pompeo “Prefetto della flotta romana e dei litorali”. Per tutta l’età imperiale a Messana circolerà solo la moneta proveniente dalle zecche imperiali o dalle province romane. All’arrivo dei Bizantini in Sicilia (535 d.C.) il ruolo di Messina, ridotta ad avamposto militare senza particolare importanza, appare piuttosto secondario. MESSANA MAMERTINA: Bronzo, 215 a.C. ca. D/ Testa di Zeus; R/ Pheraimon all’attacco, a destra lettera P(entonchion) La città entra nella fase medievale solo al tempo della conquista normanna (1060): la felice posizione geografica e il porto naturale ne favoriscono lo sviluppo. Anche se forse la zecca era già stata attiva sotto gli Arabi, è con Ruggero d’Altavilla (1130-1154) che iniziano le emissioni della città in oro e rame con il nome MASÎNI e l’indicazione degli anni 1145 e 1151, affiancandosi a quelle di Palermo in oro e argento anch’esse con doppia iscrizione in arabo e greco. La conquista dell’isola - ad opera di Enrico VI (1194) - segnò l’avvio della dominazione sveva. La zecca peloritana, unica tra quelle siciliane, continuò a battere tarì d’oro e, forse, a coniare anche i denari di mistura, con i quali la Sicilia s’inserì in un trend monetario europeo che coinvolgeva anche l’Italia meridionale. Durante il regno di Federico II (1197-1250) viene introdotta una nuova moneta d’oro, l’augustale, multiplo del tarì e ispirato nell’iconografia alle monete dell’antico Impero romano. Il sovrano vi compariva coronato d’alloro insieme all’aquila imperiale: l’emissione della nuova moneta fu affidata soltanto a Messina e a Brindisi. Ruggero II (1102-1154), follaro di rame: D/ busto frontale della Vergine con Bambino; R/ REX/.W. In caratteri cufici: duriba bi-madinat Masina sanata 550 (Coniato a Messina l’anno 550) La lunga fase delle crociate e l’apertura dei mercati mediterranei assicurarono lo sviluppo economico e un vistoso incremento demografico; l’attività della zecca messinese divenne di conseguenza imponente. Nella città peloritana l’ordine dei Templari aprì la banca che rilasciava lettere di credito, precorritrici delle nostre “carte”, che consentivano di viaggiare con poco denaro e di riscuotere all’arrivo il denaro versato in precedenza. Durante la lunga fase della dominazione aragonese (1282-1412) la graduale formazione di un patriziato messinese e l’intensa vita commerciale contribuirono a rafforzare la ricchezza e il prestigio economico e politico della città, codificandone il ruolo di zecca regia. Sebbene nel 1357 Ludovico e Giovanna avessero promulgato la nuova carta dei diritti di Messina, rilanciando l’attività della zecca e del locale arsenale, il privilegio di coniazione dovette essere riconfermato più volte dietro l’esborso di pesanti somme. Carlo I d’Angiò (1266-1285), ‘saluto’ d’oro (zecca di Napoli): D/ Stemma della casa d’Angiò; R/ L’Annunciazione. Nel corso del ‘400 e agli inizi del ‘500, a fronte della perdita della libertà politica sotto la monarchia spagnola, Messina viene comunque proiettata in una dimensione mediterranea, divenendo luogo di incontro di mercanti e di intellettuali. La coltura e il commercio della seta e dello zucchero contribuiscono a favorire la mobilità sociale consentendo ai populares di divenire parte integrante del ceto dirigente. La zecca di Messina opera adesso come un moderno stabilimento, bene organizzato e con una crescente attività. Se negli anni 1414-1415 lo zecchiere Francesco Campulo aveva coniato 3.900.000 denari, venti anni più tardi la produzione era arrivata a 23.500.000 pezzi. Una produzione così intensa non dipendeva dalle esigenze economiche dell’isola quanto dai numerosi donativi che bisognava pagare agli Spagnoli. Tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo il lento declino di quella monarchia influenza anche la Sicilia. A Messina, per far fronte al fabbisogno monetale, si battono piccole monete in argento da tre cinquine e mezzo carlino, ma ben presto non si coniano più monete d’oro né scudi d’argento. Dal 1621 con Filippo IV, il declino della Spagna diviene inarrestabile. La fortissima pressione fiscale porta allo scoppio di varie rivolte nel Meridione, tra le quali quella di Messina del 1674, la cui repressione comporta la perdita del privilegio di zecca regia. Si chiudeva così il periodo aureo dell’economia messinese, anche a seguito della contrazione del commercio della seta, asse portante dell’economia peloritana, per quanto il porto rimanesse nevralgico per i traffici mediterranei. Filippo IV (1621-1665) Quattro tarì d’argento: D/ Ritratto del sovrano; R/ Aquila araldica.
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  35. Ciao @ozacido, nell'attesa....ammiriamo le tue splendide monete. Saluti, Rocco.
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  36. mi associo a gigetto con una risposta mattutina! ciao galaad
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  37. eh pensavi che me la fossi persa? certo che se rimane alla base è appetibile, variante leggermente più rara con I F (cfr Feruglio 2016). peccato che non mi mettano ancora nella bibliografia del lotto domani mi vedo con andrea k e dennis forse un Cefalù in più.
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  38. Questa moneta e in un cattivo stato di conservazione ma rarissima D/ KROLVS SECONDVS R/ DVX SABAVDIE S R MIR 443
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  39. Non ti posso confermare la classificazione, ma posso dire che è una moneta ben conservata e dalla iconografia uguale, l' avranno imitata, alla terlina coniata dalla zecca di Milano sotto Carlo V.
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  40. E con questa moneta scatta l'applauso!
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  41. Marocco - Protettorato francese 1 Franco 1951 - 1370 Alluminio € 0,30 2 Franchi 1951 - 1370 Alluminio € 0,30 note: Monetazione: Franco (1921-1960) Monete coniate a nome di Mohamed V (1909-1961), Sultano del Protettorato francese dal 1927 al 1953 e Re del Marocco dal 1957 al 1961. ____________________ La stella a cinque punte (pentagramma) verde su fondo rosso fu imposta nel 1915 dal governatore generale del Protettorato francese del Marocco, fu inserita al centro della bandiera e ne diventò il simbolo nazionale, la ritroviamo ricorrente su quasi tutte le monete del Marocco.
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  42. Luciano l'importante è il sostegno e lo sai benissimo, domenica sarai con noi "moralmente"
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  43. Mauritania 10 Ouguiya 2004 Nickel/acciaio € 1,00 20 Ouguiya 2004 Nickel/acciaio € 1,00 note: 5 Khoums = 1 Ouguiya "Oncia" è la traduzione letterale di Ouguiya, l'unica valuta in circolazione oltre all'Ariary malgascio con frazioni non decimali. L'Ouguiya è stata introdotto nel 1973 andando a sostituire il franco CFA ad un cambio di 1 Ouguiya per 5 Franchi.
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  44. Quando frequentavo nei primi tempi Lamoneta parlavo sempre di sogni numismatici, sogni erano e sogni però rimanevano, poi un giorno pensai perché non realizzarli ? proviamoci... Tanti sogni grandi o piccoli che siano spesso, se vogliamo, possono diventare grande realtà, ma per fare questo ci vogliono idee, obiettivi, passione, lavoro, organizzazione, anche una buona dose di perseveranza e poi ci vuole IL GRUPPO, se non hai la squadra che lavora insieme nella stessa direzione i sogni non si realizzeranno... E i sogni è bello che siano legati sempre a un valore, a una tematica, che siano poi per tutti, non per uno solo, in pochissimo tempo ne vediamo qui tre, uno dietro l'altro, Milano Numismatica che rappresenta il voler vedere monete delle nostre Istituzioni e il vederle in tanti, in gruppo, con giovani, appassionati, curiosi, Il Gazzettino di Quelli del Cordusio che rappresenta la divulgazione totale per tutti, il poter dare a un giovane che non ha mai scritto la possibilità di potersi esprimere ed iniziare e poi Parma, i giovani numismatici....il nostro futuro... Tre grandi sogni, tre tematiche virtuose per una numismatica innovativa, che segua i tempi e i desideri e che deve aprirsi sempre più a tutti. Ne arriveranno altri di grandi sogni, se no potrei pensionarmi a livello numismatico ?, due altre grandi tematiche che meritano di avere il giusto spazio e l'attenzione di tutti ci aspetteranno, ci riusciremo ? dipende... dipende sempre dal gruppo e dal lavoro.... Due parole sul Gazzettino, Antonio ha già detto tutto, aggiungo che è aperto a tutti e che indubbiamente rappresenterà molto il Cordusio e la Milano Numismatica, ma non solo, spero ci siano contributi di tanti e vari... News, per vedere cosa succede nel mondo numismatico, approfondimenti di divulgazione numismatica semplice, spero comprensibile, ma anche interventi più alti per chi vorrà, ma poi anche emozioni, riflessioni, pensieri sulla numismatica, se vorrete, questo è lo spazio per voi. E abbiamo voluto che fosse cartaceo, semplice, ma cartaceo, un giornale che l'appassionato alla domenica può avere, leggere e credo crescere, appassionarsi.... Le tappe saranno giustamente il Cordusio per alcune domeniche, poi Parma e Verona due Convegni importanti e frequentati, finita la fase cartacea on line per tutti . Quello che è certo è che da tempo a Milano non si vedeva una ventata di entusiasmo, fermenti, partecipazione, condivisione come in questi ultimi tempi, la chiamerei una rinascita numismatica, speriamo sia contagiosa per coinvolgere tanti insieme a noi, in fondo è tutta la numismatica che viene coinvolta in questi sogni che diventano poi progetti e poi splendide realtà, un brindisi per tutti noi ...e sognate ...forza....
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  45. Salve a tutti, sono entrato in confusione con questa piastra, secondo voi è del 3° o del 4° tipo? Grazie.
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  46. Lotario non centra niente, i suoi follari sono di misure ridotte. Questo invece è sicuramente di modulo grande, tipico dei follis bizantini. Come da te giustamente notato, sicuramente il conio del diritto e del rovescio ribattuto, appartiene a Ruggero Borsa. Non vedo tracce del follaro di Roberto il Guiscardo. Il follaro bizantino che ha ricevuto l'impronta, è del tipo anonimo, battuto probabilmente tra il periodo di Romano III e Michele IV, tra gli anni 1028 e 1041. Ruggero ha battuto a Salerno tra il 1085 e il 1111. La cosa strana di questa moneta ribattuta è che l'impronta bizantina risalta meglio della normanna, cosa che dovrebbe essere esattamente il contrario per il periodo storico. Un'ipotesi di questa stranezza, potrebbe essere nel conio di Ruggero debole o consumato, nei punti dove si nota di più la parte bizantina.
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  47. Gli studi più recenti assegnano questa moneta a Ferdinando Gonzaga... poi si sa che le vecchie attribuzioni sono dure da superare. Comunque Francesco sarebbe degli inizi del '500 mentre Ferdinando degli inizi del '600.
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  48. Io e Lollone vi comunichiamo che questa discussione nata sul forum è diventata articolo che è stato pubblicato su Panorama Numismatico di dicembre 2012, ora grazie all'autorizzazione della Nomisma da oggi è anche sul forum negli articoli della sezione medievale col titolo " Il denaro imperiale piccolo di Alessandria e la sua zecca " Anche questo è un contributo che parte e prende spunto da molte considerazioni, analisi e monete esposte in questa discussione sul forum, continua così la collaborazione, ormai vasta tra forum Lamoneta e riviste del settore numismatico. Ringraziamo per il momento tutti quelli che hanno partecipato con contributi e consigli alla discussione stessa e per il momento vi auguriamo buona lettura, Dabbene e Lollone Aggiungo link articolo http://numismatica-italiana.lamoneta.it/docs/201301/alessandria.pdf
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