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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/10/17 in Risposte

  1. Ah ah ah bellissimo, i segni dei massacri ! Questi correttori automatici! tornando a noi, in effetti, almeno per esperienza personale e deformazione professionale, i passaggi in asta forse non sono sufficienti a determinare la rarità dei grossi. Mi spiego, tralasciando quelli effettivamente MOLTO rari, per gli altri l'errore sperimentale potrebbe risultare molto alto per vari motivi: 1- parliamo di "decine" di passaggi in asta contro le "migliaia" di pezzi esistenti, se non di più 2- (che vale anche per i dogi rari) lo stesso pezzo può passare in asta anche più volte 3- le aste credo rappresentino solo una piccola parte dei grossi esistenti 4- non sono infrequenti i casi in cui vengono rinvenuti tesoretti che ribaltano la situazione della rarita 5- se si vuole fare uno studio sui passaggi in asta, allora non credo siano sufficienti solo le aste degli ultimi anni Detto questo, comunque, ritengo che lo studio di @pinky sia un ottimo punto di partenza, ma che allo stato attuale non possa ancora permettere di discernere un C, NC, R, R2, ma se ci si lavora e si ha pazienza aumentando il campionamento potrà sicuramente dare buoni frutti.
    4 punti
  2. Ciao, secondo me non si tratta di Filippo l'Arabo, ma potrebbe essere un sesterzio di Traiano Decio, con la Dacia al rovescio: Un esmpio di sesterzio della stessa tipologia. Trajan Decius (249-251), Sestertius, Rome, AD 249-251, AE (g 17,68 mm 30 h 2), IMP C M Q TRAIANVS DECIVS AVG, laureate, draped and cuirassed bust r., Rv. DACIA, Dacia standing l., holding staff with ass’s head in field, S - C. RIC 112b C 18 Saluti Enrico
    3 punti
  3. Aspetta però, non giungiamo subito ad affrettate conclusioni. Servono delle belle immagini del pezzo in discussione. I falsari calcano pezzi originali, pertanto direi di concentrarsi più sul pezzo in discussione che su altri, almeno per momento. Relativamente alla presenza di falsi nei musei, penso Possa essere proporzionale a quanti sono presenti nelle "serie" collezioni private. Una cosa è certa, la monetazione antica è inquinata, resta a noi il divertimento di discuterne.. Skuby
    3 punti
  4. Con piacere vi presento uno dei 5453 ragazzi del Pamphill hoard Victorinus Antoninianus, struck 270/271 AD at mint I. Obv: IMP C VICTORINVS P F AVG, radiate, draped and cuirassed bust right. Rev: SALVS AVG, Salus standing left, holding patera and sceptre, small altar at feet, entwined by a snake. 2,14 g, 19 mm. RIC 71; Elmer 697; AGK (corr.) 20; È da un po' che gli facevo la posta speriamo che si trovi bene con gli altri gallici!
    3 punti
  5. A ore quattro ci sono tracce residue dell'impronta che c'era sul tondello riutilizzato, quindi è più che probabile che abbia ragione babelone e che sia un tondello antico, di peso coerente con la tipologia, sottoposto a riconiazione previo rinvenimento termico. Anche la crepa a ore 11/12 è li a testimoniarlo con la sua incongrua ampiezza. Per quanto riguarda la morfologia del disegno è totalmente incompatibile con quanto osservabile su monete di provenienza più certa e aspetto congruo.
    3 punti
  6. Il soldo di lira dalmata è effettivamente una moneta molto rara. Nel 2008 ho avuto occasione di studiarla insieme a Andrea Paolucci. Da questa collaborazione è nato un articolo pubblicato su Cronaca Numismatica n. 212 (novembre 2008) p. 48-51, successivamente ripreso anche sulla Rivista Dalmata: Artur Zub e Andrea Paolucci, Il soldo di lira dalmata. La principale novità di questa pubblicazione è che le tipologie del soldo sono in realtà sette. Arka
    3 punti
  7. Ciao! In effetti ognuno dice la sua e -salvo per quei grossi assolutamente rari come quello di Enrico Dandolo- gli altri vengono considerati diversamente tra i vari cataloghi e listini. Il più delle volte sono solo "sfumature" tra alcuni cataloghi; lo stesso grosso viene considerato R ed altre volte C o NC. Correttamente si può dire che a parità di condizioni, è il prezzo il vero indicatore della rarità (togliendo ovviamente quei prezzi esagerati che qualcuno mette sui suoi grossi in vendita). Le aste in genere sono più attendibili; se il prezzo è esagerato, non lo vendono! Dal catalogo Zub - Luciani, ti do le relative valutazioni: G. Gradenigo R5 Michele Morosini R4 C. Moro, P. Malipiero, M. Zorzi R3 E. Dandolo R2 Marino Morosini, F. Dandolo, B. Gradenigo, A. Dandolo, A. Contarini, T. Mocenigo R Tutti gli altri C saluti luciano
    3 punti
  8. allora, nell'ordine: - il like per i massacri l'avrei messo volentierissimo ma avevo già raggiunto il massimo giornaliero. - la statistica, che utilizzo (per tutt'altri motivi) sul lavoro, ha delle regole ben precise, ma che possono essere utilizzate anche in numismatica, che è pur sempre una scienza. il problema è che la numismatica non è una "scienza esatta", e quindi l'argomento può diventare scivoloso. faccio un esempio: se faccio una trattazione statistica su un dato numericamente solido, per esempio il peso o il diametro o l'orientamento dei conii, posso creare una statistica che ovviamente via via cresce a seconda del numero di esemplari censiti. Per argomenti come la rarità, siamo invece in acque oscure: se censisco i pezzi in base al periodo di emissione (vedasi nome del doge), la variabilità ci sfugge di mano. Fermo restando che più o meno il numero dei grossi annuali era più o meno costante - cosa che comunque non è affatto provata - il passaggio in asta non può ritenersi come dato oggettivo. - paradossalmente, se esistesse un solo esemplare di un doge immaginario, che ne so, Giovanni Falier (!), ma che passa in asta dieci volte, sembrerebbe meno raro di un grosso di un altro doge immaginario Michele Dandolo, di cui esistono dieci esemplari, ma che non è mai passato in asta. Credo che si capisca il sofismo. - analogamente cito il caso del denaro aquileiese di Volchero: fino al 1967 se ne conoscevano pochissimi esemplari. In quell'anno presso Aquileia fu ritrovato un tesoretto con quasi 400 esemplari, con la conseguenza che negli anni successivi questo pezzo da R5 diventò R2. Certo, caso limite, ma che descrive benissimo a mio avviso l'alta aleatorietà di alcune emissioni. - ora non dico che per i grossi estremamente rari ci potrà essere in futuro una rivoluzione nel grado di rarità (anche se non si può mai dire), ma per quelli "mediamente rari" non credo che i soli passaggi in asta siano sufficienti a determinarne l'effettiva rarità. certo i testi fondamentali possono essere rivisti, e magari! però la statistica non può tenere conto solo dei grossi in asta, che se anche sommati rappresentano solo una minima percentuale di tutti quelli presenti in ogni dove.
    2 punti
  9. No, se si naviga con vento di traverso, ovvero, per usare un termine marinaro "a bolina" E' spiegato tutto qui http://www.quattrobaj.com/art_visualizza.asp?ID=5 petronius
    2 punti
  10. Maldives - 5-10-20 Rufiyaa Tanzania - 200 Shilingi
    2 punti
  11. Uhm... andrò controcorrente, ma magari è solo la mia impostazione economica a parlare... la moneta è nata come strumento di pagamento; io colleziono un pezzo di storia. Quello che si vede ad occhio nudo (va beh, con gli occhiali...) è quello che la moneta realmente è, in questo momento. Per un collezionista potrebbe bastare, ma per ammirarla al meglio o per studiarla serve una buona lente di ingrandimento. Il microscopio lo vedo come uno strumento di lavoro che può essere utilizzato da periti e commercianti, ma a questo punto avranno bisogno di qualcosa di davvero valido.
    2 punti
  12. Io ho preso non da molto tempo un microscopio stereoscopio,prima ne avevo uno usb,ma stiamo su un altro pianeta,comunque come ingrandimenti io ho un 7x-45x,presi l'optika szm-1,ti consiglio di prenderne uno buono almeno gli occhi ringrazieranno?
    2 punti
  13. Semplice, digitando su google la descrizione messa da ambrogino, esce quella...difficile ci siano altre aste in corso in cui il lotto 23 corrisponde a un quadrigato del III secolo, e in più con un errore nella descrizione, "monete" invece di "moneta" petronius
    2 punti
  14. Credo che ci troviamo di fronte ad un riconio su tondello antico, come si può notare sul bordo ad ore quattro,in altri punti ed anche dalla cristallizzazione del metallo nella frattura. Non entro nel merito dei canoni stilistici in quanto non esperto ma, il tondello è quasi sicuramente antico. Quando sia stata coniata credo che nessuno sia in grado di poterlo stabilire, gli esperti di questo periodo, studiando lo stile, sicuramente ne potranno trarre le giuste conclusioni e capire se sia un falso moderno o una moneta da approfondire......
    2 punti
  15. @Rigamondis Benvenuto anche da parte mia. Ti ha già detto tutto l'ottimo @anto R. La tua moneta , grazie per averla caricata nel nostro catalogo, è una variante rara e il fatto che non sia censita nel CNI lo dimostra. Il compilatore del catalogo, che sarei io, ha scritto la nota non avendo mai visionato direttamente un esemplare simile. Il fatto è che molto probabilmente (sembra strano ma è già successo con i denari di Lucca) la nostra discussione ha risvegliato l'interesse di molti e negli ultimi anni le immagini di provisini in rete si sono moltiplicate mettendo in luce anche esemplari rari come il tuo o addirittura estremamente rari. La nota in catalogo va corretta e presto sarà fatto. Grazie e saluti a tutti
    2 punti
  16. Anche a me ha destato qualche sospetto: lo stile mi sembra diverso dagli esemplari che spesso si vedono in asta...dal punto di vista tecnico si nota qualcosa di strano? ps: L'esemplare condiviso da @King John in realtà appartiene a un'emissione diversa e precedente a quella oggetto del post. Peraltro la ritengo anche più interessante Sono infatti presenti due leoni affrontati (si può scorgere il muso del secondo leone vicino al bordo...) divisi dalla scritta "valvel", uno dei primi esempi di legenda a comparire sulle monete
    2 punti
  17. In genere chi chiede ( mi riferisco a neofiti) un parere su di una moneta, nella stragrande maggioranza, ne ricevono in abbondanza, però non si fanno più vivi...... scompariranno? TIBERIVS
    2 punti
  18. Certo Parma e' qualcosa in più di un convegno commerciale, e' un evento organizzato da questo network con finalità specifiche di coinvolgere più utenti possibili a partecipare e condividere realmente la passione in questa occasione speciale, ma e' anche lo stimolo e lo strumento per dare Voce a altri cinque bravi giovani del forum. E' uno sforzo organizzativo notevole che si sta facendo da mesi per questa giornata, spero in una condivisione reale o anche solo di vicinanza verso questi giovani che rappresentano anche Lamoneta e la nostra numismatica. E i giovani vanno poi anche sostenuti ma come ? Scegliete voi, rappresentano cinque aree geografiche diverse, o venendo a tifare per loro, o mandando messaggi qui in discussione di appoggio o venendo al pranzo di Lamoneta. A volte bastano anche due parole ma possono dire molto, inviterei in tal senso a intervenire chi ha responsabilità sul forum ,essendo tra l'altro un evento Lamoneta, chi e' un utente storico o nuovo, chi ha cuore e ripone speranze nel futuro della nostra numismatica, chi e' autore e quindi sa, chi fa parte di Circoli, Associazioni, chi e' nel mondo commerciale numismatico a vario titolo a dare un assenso, un ci sono, ci siamo anche noi, se non lo diamo un questi casi quando dovremmo mai darlo e poi magari dire mancano i giovani, i giovani non si avvicinano, non leggono, non comprano, forza !
    2 punti
  19. Non credo che possa considerarsi un R2; è una moneta che in condizioni BB si trova a €. 200,00/250,00 - prezzo praticamente uguale a quello che viene richiesto per il grosso di Antonio Venier del II tipo, sempre in condizioni BB. Fare una statistica per determinare se una moneta è da considerarsi C o R ed anche più, è sempre un esercizio empirico, a mio parere. Ci sono monete che trovi tranquillamente in condizioni MB e possono considerarsi comuni e le stesse monete in condizioni Spl si fatica a trovarle ... lo stesso vale per alcune varianti (come ad esempio quelle differiscono dai segni o dalle iniziali del massaro). Personalmente comincerei a considerare R2 una moneta che, anche in condizioni MB, non la trovi a meno di €. 200,00/250,00
    2 punti
  20. Buongiorno ancora una rarità estrema dall'Asta Varesi 70 - lotto 474, un soldo di Lira Dalmata classificato R4 dal Montenegro. Riporto quanto scritto dal Papadopoli La moneta che porta, in caratteri semigotici, la iscrizione MONETΛ DΛLMΛTIE, sfuggita, ai primi cultori della numismatica veneziana e accennata vagamente dallo Zon, fu per la prima volta illustrata dal cav. Vincenzo Lazari nella sua bellissima opera: Le monete dei possedimenti veneziani d’oltre mare e di terra ferma, che può servire di modello a tutte le pubblicazioni di questo genere. Sgraziatamente la fretta con cui fu scritto il libro, per circostanze indipendenti dalla volontà dell’Autore, e la cattiva conservazione dell’esemplare del Museo di S. Marco, che solo si conosceva allora, misero l’illustre scienziato sovra una cattiva strada, ed egli credette vedere in tale moneta un tornese1 battuto per quella provincia che aveva costato tanti sagrifici alla Repubblica. Lazari combatte argutamente la prima obbiezione che si poteva fare ad una simile denominazione, e cioè che non vi ha memoria di tornesi coniati per la Dalmazia, ma [p. 362 modifica]non riesce a persuadere; perchè i Crociati avevano reso popolare il tornese in Oriente ove era diventato una moneta nazionale, ma di esso invece non si trova traccia in Dalmazia, né nei documenti contemporanei, né nelle monete che si conservano nelle raccolte. In epoche diverse fu ordinata alla Zecca di Venezia la coniazione di tornesi, indicando quasi sempre le località dove dovevano essere spediti, e troviamo che erano destinati sempre ai possedimenti veneziani del Levante ma non alle coste dell’Adriatico. Più tardi altri esemplari di questo interessante nummolo furono rinvenuti presso i raccoglitori triestini e dalmati, e finalmente un tesoretto, abbandonato presso il Monte di Pietà di Treviso, mise alla luce quattro altri pezzi, tutti di migliore conservazione di quello esistente nella Raccolta Marciana. Ne parla Carlo Kunz nella sua: Miscellanea Numismatica2, dimostrando che l’argento in essi contenuto è di una lega più fina assai di quella dei tornesi e di poco inferiore a quella usata nei soldini, per cui lo ritiene un mezzanino di grosso del valore di due soldi veneziani. Pure esso non è né un tornese né un mezzanino, come risulta da una terminazione del Senato in data 31 maggio 14103 nella quale lamentando, che nella città di Zara e nel suo territorio corrano monete forestiere, e cioè grossi di Crevoja4 ed altri di buon argento del valore di tre soldi e meno che si spendono per quattro, — soldini ungheresi che non valgono se non otto denari e si spendono per un soldo, — e frignacchi5 che non tengono [p. 363 modifica]tre oncie d’argento per marca e si spendono pure per un soldo, — allo scopo di impedire questo danno, delibera di coniare una moneta contenente tre oncie di argento per marca, che vada a 42 pezzi per oncia, avente da un lato l’immagine di S. Marco e dall’altro uno scudo alto in quo sii nihil. È curioso il modo con cui questo decreto esprime quel concetto, che oggi è pressoché un assioma della pubblica economia, e cioè che la cattiva moneta caccia da un paese la buona, con queste pratiche parole: “Et hoc modo moneta nostra, videlicet grossi nostri qui valent quatuor soldos, et soldus noster exeunt et dantur venientibus Jadram et ad partes illas, qui ipsam monetam nostram imbursant et dimittunt monetas suas, quae sunt multo minoris valoris cum tanto damno nostro.” Nel 27 aprile 14146 un altro decreto del Senato fa conoscere che la esecuzione del precedente era stata sospesa, ed assunte informazioni da chi veniva da Zara, ordina nuovamente la coniazione della moneta per la Dalmazia col fino di tre oncie e un quarto per marca, tagliandone da ogni oncia 44 pezzi, descrivendolo nello stesso modo, col S. Marco da un lato e lo scudo vuoto dall’altro. Il tenore di questi due documenti mostra esattamente il valore della moneta emessa per i bisogni della circolazione in Dalmazia, giacché secondo il Decreto 31 maggio 1410, essa avrebbe dovuto pesare grani veneti 13,714; secondo quello del 27 aprile 1414 avrebbe dovuto pesarne 13,09, ma siccome in quest’ultimo si migliorava la lega, poca era la differenza dell’intrinseco che sarebbe stato di gr. v. 5,142 [p. 364 modifica]nel primo caso e gr. v. 5,317 nel secondo per ogni pezzo, e quindi due terzi circa del fino contenuto nel soldo veneziano, che in quel tempo pesava gr. V. 8,47 e conteneva gr. v. 8,065 d’argento puro. Da ciò si scorge il pensiero del Senato che intendeva creare una moneta la quale sostituisse i soldi ungheresi che valevano otto piccoli, ed i denari frisacensi, ossia di Aquileja, che avevano molto favore in quei paesi e si spendevano per un uguale valore. A me sembra di riconoscere in questo pezzo il soldo di una lira speciale, probabilmente adoperata nel regno di Servia e comune a tutti i vicini paesi slavi, la quale fu conservata dagli ungheresi e dai veneziani e restò per molto tempo ancora come lira di conto col nome di lira dalmata. Anche il Lazari parla di questa lira7 che si usava anche nel secolo XVIII: a proposito delle monete di Cattaro8 egli osserva che il grossetto di quella terra corrispondeva a due terzi del grosso veneziano e da varie circostanze accessorie arriva alla supposizione che questo grossetto si dividesse in quattro soldi minori, equivalenti a due terzi dei veneziani, e che erano quindi soldi di una lira particolare a quei paesi ed inferiore di altrettanto alla lira veneziana. È però degno di attenzione che il nome di soldo non è mai pronunciato tanto nei decreti surriferiti, quanto in una deliberazione conservata nel Capitolare delle Brocche sotto la data 13 agosto 14109 in cui si stabiliscono le competenze dei lavoratori ed i cali del metallo a proposito delle monete che si fanno per Zara; così pure è adoperata la parola generica di [p. 365 modifica]moneta anziché quella di soldo pel pezzo su cui troviamo scritto MONETΛ DΛLMΛTIE. Anche lo scudo raffigurato sopra uno dei lati nella moneta fu argomento di discussione. Zon lo disse ignoto, Lazari non seppe trovare una soddisfacente spiegazione e si smarrì in ipotesi credendo vedervi l’arma Contarini, ma un’opera intitolata: Storia dei Dogi di Venezia10rilevò essere questo lo stemma della famiglia Surian, cosa che fece dire al mite Kunz che non vi è libro tanto cattivo che non contenga alcun che di buono. Infatti lo scudo d’oro con una banda a tre ordini di scacchi d’argento e di negro appartiene ad una della due case patrizie Surian 11 e si vede anche oggi scolpito in un marmo del quattrocento sopra un fabbricato al Malcanton che dà accesso ad un sottoportico ed una calle Surian. Ma non bastava avere rilevato lo stemma, era anche necessario sapere chi fosse l’illustre uomo di stato o di guerra cui fosse stato accordato l’onore singolare di porre le insegne sopra una moneta coniata nella zecca di Venezia. Le storie sono mute a questo proposito e non ricordano alcun personaggio della famiglia Surian che abbia avuto in quest’epoca una parte importante in Dalmazia. Qualche anno fa, V. Padovan12 pubblicò un documento, dal quale risulta che un Jacopo Surian era capitano a Zara nel 16 luglio 1414, essendogli in tal giorno assegnata una piccola somma dal Senato per alcuni lavori da farsi nella casa di sua abitazione. Sebbene fra questa data e quella del decreto che [p. 366 modifica]ordina la coniazione della moneta per la Dalmazia corressero oltre due anni, epoca più lunga di quella che ordinariamente era la durata di simili cariche, e malgrado che sia nota a tutti la cura gelosa, colla quale il governo repubblicano vigilava perchè nessun personaggio, per quanto eminente, eccedesse nei poteri o negli onori, pure mi sembra assai probabile che a questo oscuro Capitano delle armi a Zara, sia toccato il vanto di porre il suo stemma sulla moneta in questione. Non conviene confondere questo caso eccezionale colle iniziali e cogli stemmi di alcuni Conti e Rettori veneziani a Cattaro ed a Scutari, perchè queste erano zecche secondarie, governate da propri statuti e lontane dalla sorveglianza dei principali corpi dello Stato, e meno ancora si deve confondere con le monete coniate da alcuni Provveditori generali o da altri comandanti delle armate in epoca di necessità. Per la moneta della Dalmazia si tratta di un’epoca più antica, nella quale non vi erano precedenti, e di un fatto che non può essere ad altri paragonato; lo stemma Surian è disegnato chiaramente ed in modo da non poter essere confuso con altri in quello scudo che il Senato avea decretato dovesse rimanere vuoto. Cercando pertanto quale abbia potuto essere la ragione che fece cambiare tale proposito, io credo indovinarla nel timore che la nuova moneta non fosse gradita ai paesi dov’era destinata, timore che trasparisce dalle parole dei decreti e dall'idugio frapposto all’esecuzione della prima deliberazione. Allo scopo quindi di rendere più facile a quei popoli rozzi ed ignoranti l’accettazione di una nuova moneta, bisognava farla quanto più fosse possibile simile a quella che essi adoperavano e ciò si ebbe di mira nello scegliere un tipo che ricordava in parte il denaro d’Aquileja, favorevolmente conosciuto in quelle regioni ed il cui [p. 367 modifica]intrinseco corrispondeva a quello della nuova moneta cioè a due terzi del soldo veneziano. Anche lo scudo era stato posto sul rovescio della moneta per la Dalmazia, per ricordare quello che portava le insegne degli ultimi patriarchi, e probabilmente lo stemma Surian fu preferito ad ogni altro perchè poteva facilmente essere confuso con quello del patriarca Antonio II Panciera che pure aveva una banda scaccata con differenze che facilmente sfuggivano alla maggior parte del pubblico. Riproduco qui il disegno del diritto di tale denaro con l’arma Panciera, sembrandomi questo il modo migliore ed il più breve per dimostrare il fondamento della mia supposizione. Ecco la descrizione della moneta per la Dalmazia: D/ — SΛNTVS MΛRCVS. Il santo in piedi di prospetto, vestito di abiti vescovili, nimbato di perle, colle mani aperte. R/ — • MONETΛ DΛLMΛTIE. Entro un cerchio di perle, uno scudo con una banda scaccata attorniato da 3 gruppi ciascuno di 3 cerchietti accompagnati da 6 punti. [p. 368 modifica]Osserverò finalmente che per negligenza dell’incisore qualche esemplare rarissimo di questo pezzo ha l’arma disegnata a rovescio, per cui la banda fu convertita in una sbarra.
    1 punto
  21. Buongiorno a tutti, vorrei un vostro parere su questo denarino della Repubblica Fiorentina, la tipologia non è indicata sul MIR e sul Bernocchi, che ne pensate? Diametro 14mm peso 0,34 g Saluti Marfir
    1 punto
  22. Cavallo di Federico III, zecca di Napoli
    1 punto
  23. Posto per eventuali confronti un esemplare che mi parrebbe essere della stessa (?) coppia di conii di quello in discussione, Ex Nomos 13/139 dello scorso ottobre. https://www.sixbid.com/browse.html?auction=2985&category=61717&lot=2490906
    1 punto
  24. Belle e variopinte le mie sono un po' vecchiotte... Stati Uniti - Ohio 1 dollaro monofacciale del 1867
    1 punto
  25. che ne dite di questa? vale? ? ?
    1 punto
  26. Grazie, ma l'aquiletta sempre buia rimane
    1 punto
  27. Ciao! Temo di si .... d'altra parte il mondo delle tessere mercantili è così vasto ed ancora poco esplorato, che ci vuole la fortuna di imbattersi nel collezionista che ha qualche esemplare simile e già censito; va tenuto conto anche che non è detto che sia italiana e di quelle straniere, salvo forse quelle più conosciute, denominate "di Norimberga", qui ne ho viste proprio pochine. saluti luciano
    1 punto
  28. Ciao, di solito la spiegazione comunemente riportata è questa Constantine and his sons issued a few different types of commemoratives from 330-346. These were issued to mark the foundation of Constantinople and to also re-affirm Rome as the traditional center of the Empire. Thirteen mints produced these types: Trier, Lugdunum (Lyons), Arelate (Arles), Aquileia, Rome, Siscia, Thessalonica, Heraclea, Constantinople, Nicomedia, Cyzicus, Antioch and Alexandria. The two most common are the CONSTANTINOPOLIS (Victory on a prow) and VRBS ROMA (wolf and twins) types. The female figure on the obverse is the personification of Constantinople or Rome. The wolf and twins type depict Romulus and Remus (the founders of Rome) being suckled by the she-wolf. The two stars on the reverse represent the dioscuri ( the twins Castor and Pollux). Tratto da http://www.constantinethegreatcoins.com/comm/ per cui l'affermazione che Costantinopoli è la nuova capitale che perpetua la tradizione di Roma, riconosciuto come centro "storico" dell'Impero. Sembra che Costantino non avesse mai subito il fascino millenario di Roma, le sue permanenze nell'Urbe furono brevi: non so se ciò fosse imputabile solo alle sue frequenti campagne militari. Ho letto che alcuni studiosi affermano che anzi avesse in astio la Città Eterna e che proprio questo fosse il motivo per cui fondò una nuova capitale. La mia sensazione è che più che la città e la tradizione che emanava lui, cresciuto nell'area medioorientale e permeato dalle culture orientali dove i sovrani avevano attribuiti divini (o quasi) pressochè insindacabili, abbia sofferto la presenza di un Senato che poteva almeno in parte limitarne il potere. A ben guardare le cronache nell'ultimo periodo del regno Costantino importano l'imposizione di alcuni costumi di tradizione orientale relativi alla venerazione del sovrano che avvallerebbe questa considerazione. Poi che al fatto che nell'agiografia tardoimperiale e cristiana sia stato vestito dell'abito del "Primo Imperatore Cristiano" è un altro paio di maniche. IMHO Costantino è stato abile, fortunato e un buono, ottimo politico... si è sempre mosso molto bene. Creare una nuova Capitale ex novo, pur riportando l'importanza della tradizione di Roma, era in fin dei conti uno smacco ad una Città Eterna in decadenza che continuerà a vivere (e a decadere progressivamente) comunque fino alla fine del millennio sulla gloria dei fasti passati (anche grazie alla presenza pontificia). Ciao Illyricum
    1 punto
  29. L'esemplare Bertolami richiama al diritto un ibrido tra i precursori dei "Taras Oikistes" ( discussione Taras Oikistes , 25-05-2015 ) con la cornice di puntini tra due linee continue , dei Vlasto 162 in calce , e la conchiglia piccola ed un solo piede di Taras in vista dei Vlasto 186 ; le tracce tra ore 9 e 11 sono probabilmente dell'etnico "TARAS" retrogrado . Nel rovescio del Bertolami , oltre la testa ed il busto già commentati , incuriosisce l'etnico "TARAS" anch'esso retrogrado .
    1 punto
  30. Come misura gli consiglierei di partire piu basso del 20x,nel senso che se collezioni sesterzi e vuoi vederlo completo dovresti scendere sui 7x,meglio 5x perche' io avendo un 7x alcuni sesterzi grossi non riesco a vederli interi
    1 punto
  31. Ciao! Non me lo ricordo l'articolo, però dovrei avere Cronaca Numismatica 212 .... in cantina!!! Artur, se ce l'hai sotto mano, mi accodo a Luigi nella richiesta e mi eviti di spostare qualche quintale di masserizie accumulatesi .... luciano
    1 punto
  32. Salve! Leggendo questa discussione, e possedendo più libri che monete, anche a me é venuta voglia di creare un ex libris... Vi posto il prototipo fatto di getto... Quindi migliorabile per sentire i vostri pareri... Pensavo poi di stamparli su etichette adesive ed attaccarle sui libri... (anche se non credo che avrò il coraggio di attaccarli sui vari Pannuti-Riccio, Bovi e Cagiati...) Saluti!
    1 punto
  33. Salve , personalmente ho un Optika che e' della stessa qualita' ottica di quello illustrato , da 20x e 40x dal costo di pochi euro superiore , sono anni che lo uso e le posso assicurare che la qualita' ottica e' piu' che buona e la visione riposante (non uso occhiali) , unico neo , la parte periferica estrema del campo inquadrato perde leggermente in definizione , ben poca cosa che spendere 1000 euro P.S. non lo uso per numismatica ma per foto in mineralogia , due foto di esempio della qualita' ottica
    1 punto
  34. Quello che non mi torna (anche se Firenze non è la mia monetazione) è la rappresentazione del Santo e la posizione della croce astata. Non vorrei fosse una delle tante imitazioni di un qualche paese europeo. Ho provato a guardare Ungheria e Spagna, ma non ci siamo.
    1 punto
  35. Ciao @Matteo91, i corpus dei conii, per questo tipo di monetazioni, credo che non ci siano proprio per l'enorme abbondanza di esemplari. Avevo fatto ad esempio delle ricerche per alcuni esemplari di tetradrammi di Atene, e ricordo di aver passato un intero pomeriggio solo per trovare fra centinaia di monete i conii corrispondenti. E non sempre ci ero riuscito. Del resto i tetradrammi di Atene sono stati coniati in enormi quantità per finanziare lo sviluppo di Atene e l'iconografia è variata molto lentamente. Credo ciò sia avvenuto di proposito, per garantirne l'accettazione e riconoscibilità dell'ottimo argento del Laurion. Sull'esemplare sopra, la linea retta cui ti riferisci insospettisce anche me. Più in generale non mi piace come si raccordano bordo e le due facce. ES
    1 punto
  36. Grazie veramente gentile.
    1 punto
  37. SEAR 10295 l'immagine nel link Chijanofuji è diversa dalla tua moneta....( guarda la gamba destra ) .. e quella di nomisma idem per altri motivi La tua moneta corrisponde a quella su Wildwinds che ti ho messo
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  38. Buon giorno cari grossofili/e, ottima idea, la prima cosa che mi è venuta in mente sono i segni dei massacri come elemento condizionante la rarità! Infatti non è tanto rilevante il numero di esemplari prodotti quanto quello delle monete in circolazione e guardando i segni dei massari potremmo avere delle inaspettate sorprese! Considerare però i segni dei Massari aggiungerebbe una notevole complessità a tutto il lavoro di catalogazione. che ne pensate? saluti a.
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  39. forse si riferiva a me comunque vale per entrambi!
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  40. ...lo temevo... ...vedremo... Per adesso in Francia non sto trovando nulla di utile. E purtroppo il concetto di "Sedes Sapientiæ" è trasversale e diffusissimo... ...ti risulta se a Piacenza ci sia (o ci sia stato) un collegio, una scuola o qualcosa del genere avente questa dedicazione?
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  41. Mai vista una moneta cosi...
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  43. Ho sempre pensato che questo Gazzettino potesse avere più funzioni, sicuramente divulgativa e che potesse raggiungere tanti, sicuramente di creare le condizioni ideali perché chi non si fosse ancora espresso ,e lo avesse voluto fare, di poterlo fare con semplicità , giovane o non giovane che fosse, ma soprattutto quella di far uscire nuove condivisioni reali di questa passione. E così e' stato finora, decisamente di più delle migliori aspettative, una onda lunga in movimento, spesso si dice non partecipano, non si conoscono, non si sa se ci sono, ecco il Gazzettino ha mosso una potenziale e reale presenza di appassionati che rimaneva nell'ombra ma c'era e che sta uscendo. Sta uscendo venendo a ritirarlo di persona la domenica al Cordusio e quindi presentandosi, sta uscendo con le email in Redazione, sta uscendo dai Circoli, dalle Associazioni, dalla società civile, ecco credo che la grande funzione del Gazzettino sia quella di stare vicini alla gente, di farli parlare, partecipare, di fare gruppo, gruppo che a volte manca nella nostra numismatica ma che in questo si caso si sta formando. Gruppo chiama gruppo per una numismatica di tanti e per tutti e di condivisione .
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  44. Ciao! Certo Graziano, quello di Parma è l'incontro delle 3C maiuscole ...... (Convegno, Cultura e Culatello)
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  45. Grazie mille per le dritte, Fleonardi e Cig. Siete stati molto gentili.
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  46. "Tu dici che aumenterà di prezzo?" Ciao Domenico. Quando venne emessa (nel 2000), la mezza oncia la trovavi a 400.000 lire. Oggi, dopo "solo" 17 anni, chi la vuole deve sborsare non meno di 2.500/3.000 euro. Si tratta poi di una moneta di bassa tiratura che interessa i mercati asiatici e quelli nordamericani, che sono i mercati più ricchi e, sopratutto quello asiatico, in costante espansione. Non voglio fare "l'Oracolo di Delfi" ma se dovessi scommettere sulla rivalutazione a breve/lungo termine di una moneta, quella mezza oncia sarebbe una di quelle monete su cui punterei. "Forse solo per il mercato dei nuovi ricchi d'Oriente. Ma come fascino numismatico non mi trasmette nulla" Indubbiamente è una moneta che può suscitare interesse proprio sui mercati asiatici emergenti. Sul "fascino numismatico" non mi pronuncio perchè riconosco che ognuno di noi ha i suoi gusti; ma mi sarebbe piaciuto essere un contemporaneo di quei numismatici degli anni '20 dello scorso secolo, che videro nascere i vari "fascetti", "fascioni", "vette" ecc. Probabilmente costoro fecero allora la stessa considerazione che oggi fai Tu, al cospetto di monete a loro contemporanee, non destinate alla circolazione e persino vendute a ben oltre il loro valore facciale. Certo che se poi ci aggiungi quasi un secolo di storia, quelle monete diventano immediatamente "di fascino". In numismatica tenere in debito conto la prospettiva temporale mi sembra fondamentale, anche per apprezzare emissioni che ai loro tempi non erano poi molto diverse da certe emissioni attuali, destinate al solo collezionismo o per investimento/speculazione. Solo che quella prospettiva la si può apprezzare solo col tempo. Dopodichè, essendo, come sai, un sostenitore - anche in numismatica - del "libero arbitrio", non mi "scandalizzo" nè mi esalto per qualunque scelta collezionistica venga fatta. Le monete sono sempre monete; anche se qualcuna può avere 2500 anni e qualche altra è stata coniata ieri. ? Saluti. Michele
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  47. Grosso aste ultimi 20 anni Enrico dándolo 19 pza 600 euro a 3000 euro Pietro Ziani 31 pza 100 euro a 350 euro Jacopo tiepolo 54 pza 60 euro a 450 euro ( 50% in lotti con altre monete ) Marinio Morosini 21 pza 90 euro a 600 euro Ranieri zeno 63 pza 45 euro a 620 euro Lorenzo tiepolo 80 pza 40 euro a 475 euro ( 30% in lotti con altre monete ) Jacopo contarini 52 pza 40 euro a 410 euro Giovanni dándolo 87 pza 40 euro a 380 euro ( 6 imitazioni ) Pietro gradenigo 148 pza 40 euro a 700 euro ( 50% invenduto ) Marino zorzi 40 pza 200 euro a 1900 euro Giovanni soranzo 144 pza 25 euro a 550 euro ( 30% invenduto 7 imitazioni ) Francesco dándolo 104 pza 75 euro a 370 euro Bartolomeo gradenigo 49 pza 40 euro a 240 euro ( 15 pza li ha venduti NN e 7 pza CNG ) Andrea dándolo 16 pza 65 euro a 475 euro Giovanni Gradenigo 2 pza 6000 euro a 8000 euro ( 1 asta varesi 1 asta Ranieri ) Andrea contarini 15 pza 100 euro a 325 euro Michele Morosini 4 pza 1500 euro a 2500 euro Antonio Venier 176 pza 35 euro a 475 euro Michele Steno 16 pza 50 euro a 320 euro Tommaso Mocenigo 6 pza 40 euro a 200 euro Francesco Foscari 11 pza 75 euro a 110 euro Pasquale Malipiero 1 pza 230 euro Cristoforo Moro 1 pza 1200 euro
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  48. @@zecche del sud @@fedafa Ho ricevuto il libro da qualche giorno e l'ho letto con grande interesse. Pur non essendo molto esperto della monetazione in oggetto sono rimasto colpito dalla fluidità della scrittura, chiara e mai banale, e dalla grande massa di informazioni tutte corredate da ragionevolissime considerazioni. Le documentazioni inserite nel contributo sono di grande importanza e basilari per il proseguimento dello studio di una monetazione bisognosa di approfondimenti. Inoltre ho trovato notizie indirette riguardo la zecca di Roma che potranno essermi utili per alcuni studi di cui mi sto occupando. Sono grato agli Autori per lo splendido contributo. Grazie! Saluti a tutti
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