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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/30/17 in Risposte

  1. @gennydbmoney.... gr. 18,25 - dm. 34,75 Degli altri 3 di cui sopra è il SICILIA a sorprendermi, pesa appena 13,70 grammi....e questo non va bene (anzi per me che studio....potrebbe farmi pensare moltooooo). Comunque per completezza: Il SICILIAR pesa 17,25 Il SICILIAR . . 16,55 Il SICILIA 13,70 L'ultimo....SICILIAR . . 18,25 Ecco un bel quadretto dei tagli. Praticamente..osservandoli da vicini sembrano " dei sassi"
    5 punti
  2. Ragazzi, guardate che voi( e io per primo) stiamo strigliando simo88 per aver, alla fine, espresso a voce quello che è il sentire più comune e la direzione verso cui sta andando la numismatica commerciale.. Se nessuno fosse disposto a spendere fior di quattrini per monete pasticciate in modo irrealistico rispetto alle normali aspettative estetiche che può avere una moneta di 2000 anni, ma pretende di collezionarle come le monete del regno , solo in perfetta condizione, il tutto perché non si ha la cognizione di quali siano le vicende temporali, fisiche, chimiche e storiche che ha avuto un metallo di 2000 anni, poi è inutile gridare allo scandalo....come ho già detto, questo è quello che il mercato chiede e i laboratori di restauro che preparano le monete per le aste di grido, non esisterebbero se non ci fosse gente disposta a spendere decine di migliaia di euro su monete irrealistiche nell'aspetto ma garantite solo dal buon nome che le propone....quindi, alla fine, simo88 non è da crocifiggere...è da apprezzare perché ha definito a chiare lettere quello che è il nuovo modo di collezionare....facciamocene una ragione, il futuro è delle monete restaurate in varia misura, c'è poco da fare.... Il ciuco si attacca dove vuole il padrone, ricordatevelo.
    5 punti
  3. Leggo ( e guardo con invidia le belle monete ) da ignorante ma con molto piacere i contributi di tutti, complimenti ! Allego il mio testone milanese cedutomi da un caro amico.
    4 punti
  4. Ragazzi, scusate se agisco d'imperio, ma mi pare che sia stato detto tutto il "dicibile" (e pure oltre) su questo bellissimo medaglione. Manca solo una risposta e la scrivo io: sì, anche al rovescio si vede il segno circolare dovuto alla realizzazione bimetallica. Lo si intravede abbastanza bene dalla foto di vendita tratta dal sito di Moruzzi. Detto questo, non so cos'altro potrebbe emergere di interessante da questa discussione. Il rischio è unicamente che si degeneri. Le premesse ci sono tutte, quindi: chiudo la discussione. PS Non li avevo ancora fatti: complimenti per il medaglione, bell'acquisto. Pezzo raro, interessante e ricco di storia.
    3 punti
  5. Salve, segnalo : http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=14130
    2 punti
  6. 2 punti
  7. Posso dire? Monete Venezia mi ipnotizzano. Leone come simbolo, è un miracolo. Un simbolo vivente. Essa mostra l'intera gamma di emozioni. Gioia, orgoglio, rabbia, stanchezza. Tutto questo è nei suoi ritratti. Tutte le fasi di evoluzione. Infanzia, gioventù, la forza, la maturità saggio, stanca vecchiaia. Ma c'è un problema. In parallelo, si può essere interessati a raccogliere e Medici, Farnese, Gonzaga. Ma se si sceglie di Venezia si mangia tutti i tuoi altri interessi. Venezia non tollera la concorrenza. PS Tra l'altro. Genova e Savoia direzione troppo egoista.
    2 punti
  8. Buonasera @Legio II Italica, la mia richiesta di "vedere lo stemma" deriva dal fatto che uno stemma visconteo nel 1521 mi fa riflettere. Se veramente trattasi di stemma "visconteo" e non "ducale" (ripreso poi dagli Sforza e da tutti i dominatori del Ducato, per intenderci è il celebre stemma in quarta con aquile e biscioni) sarebbe un caso abbastanza singolare. Solitamente infatti gli stemmi milanesi di primo '500 son sempre del tipo ducale, a volte con anche l'aggiunta dei gigli francesi (Ludovico XII e Francesco I ressero infatti il Ducato durante le Guerre d'Italia, con intermezzi di governo formale sforzesco). Se di stemma propriamente visconteo si trattasse sarebbe davvero una gran bella dichiarazione di fedeltà nei confronti di una casata che ormai non governava più da oltre 70 anni!!! Quindi un discorso più storico che meramente araldico, almeno io lì vorrei arrivare, ovviamente poi la decisione di dove mettere la discussione non spetta a me. Un caro saluto, Antonio
    2 punti
  9. Caro Rocco68, prima i testi poi le monete il buon Roland questo consigliava, nella mia libreria numismatica è presente il Pagani personale di Roland dove all'interno vi è qualche traccia di tabacco e qualche bruciatura fatta dal suo inseparabile sigaro. saluti Michele
    2 punti
  10. Grazie Poemenius, ma è troppa grazia, e Alinrib perdonami forse ti lascio con più dubbi.......allora, la moneta sembra anche a me imitativa ma al rovescio, sotto al braccio non riesco a capire se si tratta di una lettera T(ertia) o di uno staurogramma (P+), possono aver imitato Onorio, Valentiniano III.
    2 punti
  11. Ciao @andrea86 La dimensione della foto amplifica notevolmente i difetti della moneta, ma per 1 € a parer mio hai fatto bene a prenderla. Come dicevi, ti piaceva e questo già di perse è sufficiente! Inoltre, bisogna tener conto del fatto che il 1919 leoni (per di più rigato) non è così facile da trovare anzi direi abbastanza difficile.....ad 1€
    2 punti
  12. Ciao Giovanni! Il libro dello Stahl al quale, credo, tu ti riferisca è del 2001 ed è l'ultimo che ha scritto sulla Zecca di Venezia, ma si riferisce al solo medioevo; infatti si ferma al 1423 .... esclude il doge Foscari in poi. Libri successivi - anche di altri autori - riguardanti la "fine della Serenissima", non me ne risultano ... articoli specifici sulla monetazione veneziana si, magari non del periodo specifico che ti interessa, ma ci sono e spesso sono inseriti in libri più "generalisti"; anche nella stessa RIN. Non ho proprio idea riguardo al periodo Napoleonico e Lombardo-Veneto; su quest'ultimo l'ultima pubblicazione che ho letto sull'argomento è il sunto della relazione fatta da @oldgold a Parma e credo che la debba sviluppare ..... Quello che manca a me è un volume tipo quello dello Stahl, che proceda oltre il medioevo ..... chissà se ci sta lavorando?! saluti luciano
    2 punti
  13. Sant'Ambrogio è indubbiamente il Simbolo e ne abbiamo già viste di splendide raffigurazioni del Santo, ne aggiungo una ancora che mi piace moltissimo e che assomma a quelle conosciute religiose, di identità, di rappresentante anche quella essendo l'immagine a tutto campo al rovescio, quasi assimilabile a quella di un regnante, è lui che unisce il dottrinale al politico, è lui il Simbolo grosso da 5 soldi , da CNG 87 Gian Galeazzo Maria Sforza con reggente Ludovico Maria Sforza
    2 punti
  14. Caro Marco, solo alcune considerazioni: - - Concordo per la lettura YO; - - Concordo per i dubbi sull’attribuzione della zecca (la lista da te citata parla di grossi da Lodi mentre quella di Uzzano di “ambrogiani” battuti a Piacenza: anche se la datazione di quest’ultima è controversa, quali “ambrogiani” sarebbero mai stati battuti a Piacenza?). Credo che un pareggio ci possa stare. - - Per quanto riguarda il valore nominale (trillina o duina) purtroppo sono diversi anni che non mi occupo di questa monetazione e quindi al momento non sono in grado di esprimere un’opinione; - Riguardo alle tue considerazioni conclusive posso essere d’accordo che una certa incertezza ci possa essere anche nelle motivazioni per attribuire le monete del da Vignate a Piacenza, ma non che queste “si basino sostanzialmente solo su una certa tradizione numismatica campanilistica (non credo che Matzke sia piacentino). Con buona pace di chi aborra il “probabile” e il “verosimile” avendo da offrire solo indiscutibili certezze”. Personalmente non penso di aver mai offerto indiscutibili certezze, anzi, in genere credo di aver fatto buon uso delle tue osservazioni e critiche che in certi casi mi hanno portato a modificare alcune delle mie convinzioni (vedi ad esempio il mio ultimo articolo, consultabile su Academia.edu, sulle prime emissioni comunali della zecca di Piacenza). E di questo ti sono grato. Buon tutto. Giorgio
    2 punti
  15. Vi posto un bel Crocione del 1794, in ricordo del periodo della dominazione austriaca, che ha dato tanto a Milano. Con il trattato di Baden, che mise fine alla guerra di successione spagnola, il ducato di Milano fu ceduto alla Casa degli Asburgo d'Austria, che lo conservarono fino alla conquista francese compiuta da Napoleone Bonaparte nel 1797. Nel corso del XVIII secolo la superficie del ducato – nonostante l'accorpamento con il Ducato di Mantova, dotato però di forti autonomie rispetto a Milano – si ridusse ulteriormente, arrivando ad un'estensione inferiore addirittura all'attuale Lombardia: infatti, non appartenevano al ducato milanese Bergamo, Brescia,Crema, la Valtellina, l'Oltrepò Pavese e la Lomellina. Il governo degli Asburgo d'Austria fu caratterizzato da rilevanti riforme amministrative, che i sovrani del casato austriaco – ispirati dai principi del cosiddetto Assolutismo illuminato – introdussero anche nei loro territori lombardi: per esempio, la risistemazione del catasto, la soppressione della censura ecclesiastica, lo sviluppo dell'industria della seta. Tali misure sono unanimemente riconosciute come uno dei presupposti che nei secoli successivi permisero alla Lombardia di divenire uno (o forse il primo) fra i principali "motori" economici dell'Italia. Saluti
    2 punti
  16. Buongiorno @palpi62, in realtà, secondo me non esistono monete del da Vignate con le lettere YV nel campo. Si tratta sempre delle lettere YO, iniziali del nome Yohannes. Sulle cd. “terline”, nella legenda di dritto in alto a ds., si legge hanes, ultima parte del nome del dominus di Lodi. Questo mi porta a credere che le due lettere mancanti siano proprio quelle incise nel campo della moneta e che la scritta sia da integrare in questo modo: YO-hanes de vignate. Ora, poiché le due lettere si ripresentano, esattamente identiche, anche sul grosso, ai lati dello stemma, è verosimile che anche in questo caso si debbano leggere nello stesso modo, vale a dire siano una “ipsilon” (Y) e una “o” (O), benché in questo caso, nella legenda, il nome sia riportato per intero con tanto di titolatura: iohanes.d.vignate.plac.laude.3c’. Per quanto riguarda la zecca di emissione, nel 2006 ipotizzai che fosse quella di Lodi in base alla citazione nella cd. “lista Camaiani” (databile attorno al 1420 c.) di “uno grosso da Lodi, che à da uno lato il segno del ducato a questo llo modo di sopra, e dall’altro lato àne uno scudo con mezzo lione di sopra e di sotto con due liste, e vale s. 2 den. 6”. L’attribuzione alla zecca di Piacenza si basa invece sostanzialmente su un’altra citazione, contenuta in questo caso nella pratica di mercatura di Giovanni di Antonio da Uzzano. Verso la fine di una lista di Leghe e Monete d’Ariento saggiate in Firenze, che io dato a circa il 1425 (ma la datazione è controversa), Uzzano riporta la seguente frase "Ambrogiani si battono a Piagenza tengono per libbra oncie 6 den. 7 e mezzo“. Nel mio testo del 2006 “Monete d’argento lombarde nella ‘lista Camaiani’ (secolo XV) ho cercato di approfondire la questione, dando alcune motivazioni sul perché l’attribuzione a Lodi piuttosto che a Piacenza mi sembra più plausibile. Nel caso tu non lo conosca, ti invito a darci un’occhiata (lo puoi trovare su Academia.edu). Crocicchio e Fusconi non sono d’accordo e, credo, neanche Matzke dal momento che sul MEC 12 alla voce “Lodi” la mia proposta “alternativa” non viene nemmeno accennata. Riguardo al tipo di nominale, anche qui ci sono problemi. Fino a qualche tempo fa ritenevo, con Crocicchio e Fusconi, che si trattasse di una terlina da tre denari ma poi mi sono accorto come questo temine nei documenti lombardi non compaia prima della metà del Quattrocento e quindi non si possa proporre per monete dei primi due decenni del secolo. La moneta del da Vignate sembra imitare quella di Monza di Estore Visconti con le lettere gotiche “he” nel campo, e poiché proprio a quest’ultima dovrebbe riferirsi un documento del secondo decennio del XIV secolo quando parla di inperiali da due da Monza, anche quella di Lodi doveva avere lo stesso valore, vale a dire doveva essere anch’essa una duina da due denari imperiali. Un accenno lo trovi alla nota n. 36 del BdN on-line, Materiali, 23, La zecca di Milano. Da Azzone Visconti (1330-1339) a Bernabò e Galeazzo II Visconti (1354-1378) (anche questo lo trovi in Rete, su Academia.edu e sul Portale numismatico dello Stato). Come vedi i dubbi e le perplessità sono molte e toccano tutti gli aspetti della monetazione “vignatesca". C’è ancora molto da fare, da studiare e da proporre. Se la zecca di Lodi è incerta, personalmente ritengo che anche le motivazioni per attribuire le monete del da Vignate a Piacenza lo siano e si basino sostanzialmente solo su una certa tradizione numismatica campanilistica. Con buona pace di chi aborra il “probabile” e il “verosimile” avendo da offrire solo indiscutibili certezze. Buona lettura, Marco
    2 punti
  17. Signori buonasera. Premetto che il mio campo d'interesse è per il Regno e che in questa particolare sezione del forum bazzico poco per mancanza d'esperienza. Sono tuttavia, entrato in possesso di questo Luigino, ma non avendo cataloghi di riferimento, ho potuto solo raccogliere qualche notizia sul web. se non ho capito male dovrebbe trattarsi della variante descritta al n°365 del Cammarano (che come già detto, non posseggo). Per cui ora, sono qui a chiederVi se potete confermarmi la variante e Vi pregherei d'aggiungere un parere sulla conservazione, la rarità ed un eventuale valutazione. Ringrazio anticipatamente tutti coloro che vorranno partecipare.
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  18. Ciao ragazzi, vorrei gentilmente sapere il valore in sesterzi di una dracma. Come si fa a risalire di preciso? Grazie. Dracma attica intendo scusate.
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  19. Sono estremamente rare le monete romane che rappresentano al rovescio un Ponte ; cosi’ a memoria , mi vengono in mente quella di Traiano con il Ponte di Drobeta sul Danubio , di cui rimangono ruderi a Turnu Severin in Oltenia , sponda Romania e quella rarissima di Marco Aurelio sempre con un Ponte al rovescio , forse sul Reno , che reca scritto in esergo VIRTUS AUG e intorno al Ponte la legenda IMP VI COS III , moneta coniata in oro , Cohen 999 e in grande bronzo , Cohen 1000 . Una terza moneta , anzi un medaglione , perche’ non presenta la scritta SC , e’ quello emesso da Adriano che reca al rovescio la rappresentazione del Ponte Elio sul Tevere , Ponte costruito negli stessi anni di costruzione del suo Mausoleo e terminato nel 134 per mettere in diretto contatto il Campo Marzio con il Mausoleo sull’ altra sponda del Tevere , Ponte citato anche nell’ opera di Cassio Dione , Storia Romana e da Sparziano nella Storia Augusta . Come si puo’ ben notare dal medaglione , il Ponte Elio era decorato ai lati delle balaustre con quattro colonne per ogni lato che sostenevano in alto delle statue di divinita’ , decorazione simile che anche oggi vediamo ai lati del Ponte con delle statue sostituite pero’ da Angeli . Di questo medaglione si discute da tempo circa l’ autenticita’ , ma fatto sta che l’ eventuale falsario , forse medievale o rinascimentale , doveva conoscere molto bene la struttura e la forma del Ponte Elio quale era in origine in quanto le due rampe di accesso al Ponte furono ritrovate , perche’ sepolte da secoli dai sedimenti del Tevere , solo nel XIX secolo quando iniziarono i lavori per la costruzione dei muraglioni sul Tevere nel 1892 , inoltre queste due rampe di accesso , una in lieve salita , l’ altra in lieve discesa , come si possono vedere delle foto scattate all’ epoca dei lavori sul Tevere , corrispondono esattamente alla raffigurazione del Ponte sul medaglione , abbastanza sintetizzata ma che rende bene l’ idea della struttura antica ; anche il numero totale di arcate e’ uguale , il che tutto farebbe deporre a favore dell’ autenticita’ del medaglione ; oggi gli archi del Ponte sono minori rispetto all’ antichita’ poiche’ le rampe non esistono piu’ essendo gli accessi al Ponte direttamente dal piano stradale moderno , di molti metri piu’ alto circa uguale all’ altezza dei muraglioni , rispetto a quello antico coevo al Ponte , mentre nel medaglione sembrano essere presenti tre grandi archi centrali piu’ tre archi minori per ogni rampa di accesso , a diminuire verso le due sponde come grandezza di luce . Sarebbe molto utile conoscere da qualche utente evoluto se sia a conoscenza di questo medaglione adrianeo e circa gli aggiornamenti sulla sua autenticita’ . In foto quanto trattato nel Post : medaglione di Adriano con il Ponte , sesterzio di Traiano , ruderi del Ponte di Traiano , sesterzio di Marco Aurelio con Ponte riportato anche sulla sua Colonna , ruderi delle antiche rampe di accesso al Ponte Elio con pavimentazione .
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  20. ragazzi finalmente ho una 1790 C C scudo piccolo cosa ne pensate? vi piace? alla ricerca di quella R C. IN ATTESA DEI COMMENTI RINGRAZIO IN ANTICIPO.
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  21. @dabbene@anto R@Legio II Italica Cari amici, ben contento di "ospitare" in Araldica il ramo stemmato di questa discussione, diventata col tempo davvero interessante. Apritelo pure quando volete. Magari postando lo stemma visconteo del 1521 di cui parlate più sopra. Circa lo stemma Cotta, si tratta della tipica arma "parlante", ossia dotata di una figura che immediatamente allude al cognome (una cotta d'arme). La variante in b-n del loro stemma postata a pagina precedente, con l'aquila accompagnata dall'acronimo SPQR, è interessante: sembra un goffo tentativo di giustificare la presunta origine romana della famiglia. Da dove è stata tratta, esattamente? Se volete, anche sui Cotta possiamo aprire una discussione in Araldica...
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  22. vi prego, fatemi vedere una fotografia ..... mi sto divertendo da morire
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  23. Caro @Legio II Italica, ora ti spiego un po' meglio questa discussione storica e dell'identità... La traccia che ora sto scrivendo alla voce Cabiaglio su Google è subito in evidenza, tu pensa a quante persone delle zone lo leggeranno e qualcuna è anche qui... Lo faccio anche perché da ragazzo frequentavo la Parrocchia, don Mario come spesso capita, era appassionato di storia e archeologia, io lo tampinavo, gli chiedevo e lui raccontava la storia e poi la scrisse. Mi feci dare il manoscritto prezioso che conservo come una reliquia, tra l'altro non risulta neanche più presente da quel che so in Archivio e quindi mi sento in dovere e obbligo di trasmettere alcuni passi di storia scritti da lui per le future generazioni e in fondo anche per la sua memoria. Don Mario era un grande uomo, colto...io ricordo l'identità tramite lui, sono un tramite tra il passato che lui ha studiato e il futuro, spero sia chiaro ora l'intento...che però formalmente passando anche in età moderna potrei passare anche nella mia sezione per me è uguale...lascio giustamente a te ...
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  24. Ci sono eh..........è che sono ancora indeciso quale scegliere. Bella discussione divulgativa, mi piace!
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  25. Per me va poi sempre bene....certamente non avevo finito e invece di continuare col Cotta torno indietro ai romani e poi passerò ai longobardi ...e al dopo.. Sempre nell'archivio parrocchiale è trascritto questo passo : " Che Cabiaglio già esistesse al tempo dei romani, lo provano i ritrovamenti avvenuti nel 1889 durante gli scavi che il Cav. Giovanni Gattoni, allora Sindaco di Cabiaglio, fece fare per costruire un villino per i signori Pozzi di Milano, suoi ospiti. Allora furono trovate una decina di tombe a cremazione, del tipo a cassetta di beole, contenenti suppellettili fittili, vetro, ferro e monete imperiali di bronzo indecifrabile, molto probabilmente del primo secolo dopo Cristo ( vedi F. Ponti - I romani ed i loro precursori sulle rive del Verbano, nell'alto novarese e nell'agro varesino, Intra, 1896 ) Mi hanno riferito da ragazzo di altri ritrovamenti simili in zona. Dei longobardi e del dopo Cotta che porta un nome che è storia come Giulio Visconti Borromeo parlerò dopo....quindi secondo me storia poi a me sai basta scrivere anche su un blog...
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  26. P.S.: al dritto, c'è poco spazio per scrivere Valentinianvs per intero ma Valen Avc ci starebbe. Il rovescio, secondo me, è del tipo Victoria Avg con corona e ramo di palma.
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  27. Così si legge sul Cotta sulla storia di Castello Cabiaglio tratta dall'Archivio Parrocchiale di cui ho una copia fatta circa nel 1960 da Don Mario : "E' del 28 settembre 1451 l'avviso che il duca di Milano manda al Podestà di Varese per comunicargli che la Valcuvia era stata concessa in feudo al consigliere Ducale Pietro Cotta. Il Cotta era un Patrizio milanese che apparteneva a una famiglia antica e assai potente , era il procuratore e l'uomo di fiducia del Duca Filippo Maria Visconti. Il feudo dei Cotta durò fino a che la famiglia si estinse, nel 1748 e contribuì a stringere legami fra Milano e la Valcuvia, " Quindi i Cotta per lungo tempo al potere in Valcuvia....
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  28. ecco lo stemma di Cabiaglio
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  29. Salve a tutti, apro una discussione per condividere informazioni sulle ripercussioni del calendario veneto, che prevedeva lo slittamento del capodanno al 1 marzo dell'anno seguente, sulla produzione numismatica della Serenissima Repubblica di Venezia. È emerso in qualche discussione, infatti, che le date riportate su alcune monete abbiano risentito di tale calendario, sembrando errate ad un occhio ignaro. In verità bisogna sempre considerare che ciascun anno proseguiva oltre il 31 dicembre per concludersi alla fine del mese di febbraio successivo. Questa discussione può essere utile anche per condividere eventuali altre incongruenze presenti su alcuni esemplari, così da condividere riflessioni e cercare insieme una spiegazione a tali anomalie.
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  30. Ciao! non riesci a recuperarlo? In ogni caso emerge che in questa discussione non si è tenuto conto del "More veneto"; le date riguardante la morte del Ruzzini e l'investitura del Pisani sono relative al nostro calendario; essendo gennaio, a Venezia, non c'era ancora stato il passaggio di anno e quindi la data del 1734 era esatta. saluti luciano
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  31. dovrei avere io una foto, lo cerco e se lo trovo lo posto
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  32. Grazie @monbalda, tralasciando le ultime 3 monete mi voglio concentrare su quella del post #3244 che mi incuriosisce molto, tanto da riuscire a contattare il suo nuovo proprietario ( tra l'altro persona squisita e disponibilissima) e farmi promettere di farmela visionare e fotografare, spero a breve (il tempo di arrivare dagli USA), saluti.
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  33. @Anto R Grazie della conferma. Aggiungo queste informazioni sulla moneta. AMBROSINO: Detta anche Ambrogino, moneta d'oro coniata a Milano dal comune (1250-1310) e poi dalla repubblica ambrosiana (1447-1450), equivalente al Fiorino di Firenze (titolo 24 carati, peso 3,5 g). L'Ambrosino d'oro del comune porta sul diritto l'immagine di Sant'Ambrogio stante, sul rovescio quella dei Santi Gervasio e Protasio. L'Ambrosino d'oro della repubblica ambrosiana ha invece sul diritto la lettera M gotica e sul rovescio il busto di Sant'Ambrogio. Il Mezzo Ambrosino d'oro, con la M gotica al diritto e il busto di Sant'Ambrogio al rovescio, fu probabilmente coniato dal comune. Ambrosino è anche la moneta d'argento emessa a Milano dal comune e poi ancora durante il dominio di Enrico VII di Lussemburgo (1310-1313): reca sul diritto una croce e sul rovescio l'immagine di Sant'Ambrogio in trono, o anche nei pezzi successivi al 1310, i Santi Gervasio e Protasio. Esistono Ambrosini piccoli, grandi e grandissimi, di valore, peso e titolo diversi. Per notizie su Sant’Ambrogio vedi http://www.storiadimilano.it/Personaggi/vescovi_famosi/ambrogioleggende.htm Saluti
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  34. Sono molto indeciso sul grado di rarità della Piastra 1790 C - C, fino a qualche mesetto fa credevo che si potesse elevare al grado R, ma ultimamente ne vedo qualcuna di troppo. La R - C è un discorso a parte...è riportata NC, ma credo che minimo sia R, forse anche R2 Quello che scrivo, non è dettato solo da quello che vedo o meno, ma correlato anche a qualche documento che ho letto e riporterò; entrambe sono Piastre fabbricate (la seconda in specie) da alcuni accadimenti del periodo in questione verificatesi a seguito della morte del Coppola.
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  35. Un buongiorno a tutti quanti. Per la serie deelle impossibili. Corfù Lepton 1821 stampato su soldo Dalmazia e Albania in vendita a 1000 e rotti euro
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  36. bella e secondo me pagata anche poco.
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  37. Si il colore fedele è quello della prima...nelle altre ho giocato con il contrasto per far risaltare i particolari...grazie degli auguri e della non concorrenza Anche secondo me è un buon compromesso...soprattutto il ritratto di Gioacchino, con il suo bel parruccone, è davvero espressivo per usare le parole de @ilnumismatico e la legenda di dritto e rovescio e ancora ben leggibile e in rilievo...il rovescio è un po' meno bello ma si difende dai... Per le varianti nella monetazione di Gioacchino esiste un testo o qualche articolo che mi consigliate? Comunque la prossima che mi piacerebbe pigliare sarebbe proprio quella con tutte stellette sia al dritto che rovescio... Grazie @Rocco68 per l'apprezzamento pure a me piace molto anche per la patina, sembra che sia da un bel po' che non viene pulita...poi ho visto che nella discussione "le più belle" hai postato dei pezzi da 2 grana niente male.... superiori a dir poco... Ciao @min_ver diciamo che non c'è giorno in cui non penso alla numismatica... e poi questo forum crea dipendenza... Ora vediamo se altri mi danno il loro parere...forza @Martin_Zilli @francesco77 @dux-sab @monetiere @Filippo Pellizzaro @odjob @Principe di Linguaglossa @Sirlad per citare quelli che sul ultimo post (mezzo sebeto) mi hanno dato il loro parere... rompo le scatole a tutti...l'entusiasmo fa anche questo...
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  38. La fretta in numismatica è cattiva consigliera. Ti accorgi sempre dopo. "Siediti sulla riva del fiume e prima o poi vedrai passare il cadavere del tuo nemico". Pazienza e ancora pazienza.
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  39. DE GREGE EPICURI Cari amici, non è il medaglione di Commodo,...ma a me piace e la trovo una moneta interessante. Presa a Nizza qualche mese fa (e vi risparmio le foto della Promenade, e anche il sito Gallo-Romano di Cimiez, il Monastère de St. François, ecc.) Pesa 23,20 g. e misura 30 mm. Il D purtroppo è un po' usurato, il R mi pare leggermente migliore: si tratta di una SAECULI FELICITAS, e la classificherei RIC 421 perchè la testa non mi pare diademata; a voi che cosa sembra? La patina è bruno-nerastra, direi accettabile. Queste donne dei Severi io le trovo sempre interessanti e gradevoli, con acconciature un po' diverse l'una dall'altra.
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  40. Riporto io poi un paio di 10 soldi di Alvise Pisani dalla mia collezione, doge eletto il 17 gennaio 1735, ma con data 1734:
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  41. Buonasera @Asclepia, Bellissimo 2 Grana......mi piace ! Spero per te che sia il primo di tante varianti. Complimenti e continua cosi'.....mi piace il tuo entusiasmo.
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  42. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/mostraaste/663 Forse questa ?
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  43. e per finire bene il mese........ taglio 2 euro paese andorra anno 2015 tiratura 200.000 condizioni bb+ città trieste
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  44. Caro Mario, a proposito di Cabiaglio, mi permetto inviarti questa poesia Permettetemi di parlare un po’ (a la me manera) del mio Paese: Castello Cabiaglio. Lo si vede arroccato con il campanile imponente e ben visibile dalla strada che da Brinzio si dirige verso Cuvio o Gemonio. Stradine strette spesso con la rizada (ossia l’acciottolato) accompagnano in un viaggio nel tempo. Nella canzone presente nel mio CD dal titolo “La Dumenica di Palm” in cui parlo, anche se non apertamente, proprio del mio Paese, c’è un passaggio che dice: “stradin strecc portan tücc in di ca vecc”, quasi un gioco di parole, vuole proprio creare quell’atmosfera che solo un Paese ancora storicamente intatto può dare. Per non parlare dei boschi e dei prati che lo circondano. Affascinanti in ogni stagione. La me Cabiej Ti te rivet da un viagg luntan su la strava ca cürva in dul bosch e dal bass ti tel vedet “tel là” lü ta dis “ben vegnù” cui campan te rampeghet, te cürvet un zich te se troevet dentar nel Paes e te penset “finalment sunt a cà” al’è bell viv chi inscì in mezz ai brich! Ecu finalment, rivada! i Paesan ma salüdan cunt la man ma fermi salti giò in butega a vo a ciapà ur pan vo innanz, ecu i me prà i me bosch, i me can, ra me ca Oh Cabiej te set bela, te set un bijoux e da chi mi ma moevi pü suris a volontà, bela gent e cordialità pecaa ca sa va a laurà e ur Paes sa po mia frequentà te podat dim tuscoos “gh’è nagott, a l’è scomud l’è mei la cità” ma Cabiej al’è propri un bijoux e da chi mi a ma moevi pü ! Diana Ceriani
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  45. Perché la tua non sta marcendo e non ha un buco...sarebbe come se al Picasso ne mancasse metà e tu lo ridipingessi sulla base di una fotografia...sarebbe sempre un picasso?...non direi... Non è questione di farli domattina o dopo un anno..la questione è : se li fai è come renderla un falso..... Le monete tutte rifatte vendute in asta a prezzi esorbitanti sono per collezionisti incompetenti e coglioni che non le sanno riconoscere ed evitare...un collezionista competente non le considera neanche...sono come le tette finte...belle da vedere( a volte) ma vuoi mettere le naturali?!... Il rovescio veniva lisciato per meglio farle aderire alla calce quando venivano usate come signacula nelle catacombe...altrimenti l'usura, se fosse ad circolazione sarebbe più o meno uniforme nelle due facce...le monete usate nelle catacombe (o come pedine per giochi), presentano usure su una sola faccia, di solito il rovescio, perché i dritto, avendo il ritratto, veniva lasciato a vista... Quindi il fatto di avere quella condizione particolare di usura asimmetrica , casomai, la rende storicamente più importante perché ne attesta il riuso postumo come bene non più monetale ma iconografico
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  46. Facci avere le tue foto, se vorrai. La mia opinione è da dilettante che cerca di imparare e studiare, ma non mi suona nessun campanello di allarme.
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  47. Ciao Domanda: ma secondo voi questa è numismatica o cosa? Silvio
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  48. Acquistato un secondo esemplare per migliorare la conservazione ! Quarto II tipo - Carlo Giovanni Amedeo (1490 - 1496) D/ +KIAD SABAVDIE - Nel campo FERT in gotico R/ +BLANCA D S TVTRIX - Croce mauriziana Mir 270a Al R / l'ultima lettera della legenda mi pare una S invece della X di TVTRIX
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  49. Questi signori, vendono, in regime di monopolio, un prodotto per il quale la richiesta è superiore all'offerta, quindi, detto alla romana, se ne fregano di qualsiasi forma di protesta, perché sanno che riusciranno sempre e comunque a vendere la loro merce, o a collezionisti finora esclusi dalle liste, che non vedono l'ora di entrarci o, meglio ancora, come detto da @miroita, a commercianti che non avrebbero alcun problema ad assorbire tutto il coniato, dai 2 ai 200 euro. Vado in Vaticano quattro o cinque volte l'anno per ritirare monete e francobolli per il Circolo fil-num di Fabriano, e in più di un'occasione ho incontrato commercianti che avevano parcheggiato il furgone difronte alla vetrina dell'UFN (noi, comuni mortali, possiamo entrare solo a piedi) e caricavano le divisionali a bancali. Questa gente, e sono più d'uno, non avrebbe problemi a caricare tre bancali invece di due, sarebbe tutto lavoro in meno per il Vaticano, e tutta spesa in più per i collezionisti, che se non vorrannno smettere di collezionare, dovranno, giocoforza, rivolgersi a loro, che a quel punto, costituendo di fatto un oligopolio, potranno praticare i prezzi che vorranno Date retta, teniamocelo stretto questo Vaticano, pur con tutti i suoi disservizi, conviene a tutti petronius
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  50. L'aquila ed i gufi L'aquila è Napoleone e i gufi sono i suoi avversari che, nell'ombra, tramavano contro lui. La definizione fu sovente usata dai biografi contemporanei e postumi del grande corso. Nel nostro caso l'attribuzione è molto significativa in quanto il livore degli avversari arrivò a punzonare le monete dell' imperatore con la testa di una civetta. Tale punzunatura, opera di una innocente congiura di cittadini di Lione, si limitò a storpiare il viso dell'imperatore con la testa del rapace uccello notturno. le monete sono generalmente degli anni 1812-13, epoca in cui la ridicola congiura fù attiva. La beffa monetaria fù incoraggiata dalla disastrosa campagna di Russia e ispirata alla fallita congiura del generale Malet, che, nell'ottobre del 1812 a Parigi, dopo aver sparso la voce della morte di Napoleone durante la campagna di Mosca, tentò invano di impadronirsi del potere, fù fucilato al muro di Grenelle il 29 ottobre 1812. Per i raccoglitori di curiosità ricordiamo che i 5 franchi contromarcati sono discretamente rari ed hanno sempre raggiunto, anche in passato, buone quotazioni. A. Bianchetti Italia Numismatica Anno XVI n.5 maggio 1965
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