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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/19/17 in Risposte
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Ci siamo...ci siamo...a fine settimana prossima avremo le copie cartacee del Numero 2 del Gazzettino, dire a tempo di record è poco... Ovviamente verranno distribuite inizialmente una domenica di settembre al Cordusio e poi ci saranno vari passaggi per comunicarlo, distribuirlo, pensiamo a una serata al Centro Culturale Numismatico Milanese, a Bergamo il 28 ottobre alla Giornata dei Circoli, sicuramente Verona e comunque ogni domenica al Cordusio...e dove ci sara' almeno uno di noi, sarà un porta a porta... E così termina per noi ma inizierà per voi questa seconda puntata di questa incredibile favola numismatica che continua, un piccolo ma determinato, laborioso, organizzato gruppo come quello di " Quelli del Cordusio " di cui mi onoro farne parte che come una formichina realizza un prodotto divulgativo, ma ormai non solo, ricco di contributi, articoli, news per tutti sia in cartaceo che poi in digitale con solo se vorrete una offerta libera sempre ben gradita, ma non indispensabile. Per il resto sarà come sempre un piacere darlo a mano uno per uno, una storia numismatica in fondo lamonetiana, noi siamo Lamoneta ma ci piace essere tutto e sopra tutti, senza maglia e medaglietta, per la numismatica e quindi per voi, ma anche per la società civile che tramite il Gazzettino sta capendo cosa sia una moneta.... Molti non esagero sono arrivati alla numismatica anche grazie a questo Giornale....l'obiettivo uno dei tanti era in fondo anche questo... Auguri a noi e complimenti a tutti, veramente grandi, 12 autori, 12 protagonisti....un impegno importante che però è stato letto in digitale da tutte le parti per non parlare del cartaceo da conservare.4 punti
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Di questa impresa ho la medaglia di FRANCESCO SFORZA, con tracce di doratura d'epoca4 punti
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Scorrendo le inserzioni in vendita da Lanz in scadenza fra pochi giorni, mi sono imbattuto in alcune galliche simpatiche di Postumo tra cui questa: e siccome la mia conoscenza del tedesco è pari a quella del sanscrito, ho googlato e quel "aus sammling" l'ho tradotto più o meno come "dalla collezione di...". Lo step successivo è stato cercare chi è tale Alexander Krombach e così ho avuto modo di apprendere la sua storia che tanto differente non è da quella di altri collezionisti nostrani che hanno dovuto vedersela con la norma che regola il collezionismo (sebbene in maniera indiretta e di riflesso come derivato di un altro intento ovvero la tutela del patrimonio) qui da noi. Questo è quello che si trova in rete: http://www.coinsweekly.com/en/Coin-collecting-in-Hesse/4?&id=176 una storia "comune" di un collezionista "comune" incappato in un controllo "comune": L'atto finale tuttavia è arrivato un anno dopo http://www.coinsweekly.com/en/Archive/Final-Act-in-the-Krombach-case--Coins-Restituted/8?&id=747&type=n: Tutto questo per ricordare ai frequentatori della baia che l'acquisto da privati, anche non italiani, può sempre riservare sorprese nonostante le più limpide e cristalline intenzioni dell'acquirente di turno.3 punti
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Ritorno alla fontana del castello con l'impresa dei tre ANELLI CON DIAMANTE di proprietà di FRANCESCO SFORZA, che diede la concessione alla Famiglia Borromeo di potersi fregiare di questa impresa, notare che il senso della rappresentazione sono gli anelli intrecciati in modo che non si possono dividere Medaglia di SAN CARLO BORROMEO con l'appicagnolo formato dai tre anelli3 punti
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Ciao, complimenti per l'intento e la minuziosità che stai mettendo in questa ricerca, mi ricordi moltissimo me quando avevo iniziato. Citerò in rosso alcune tue frasi così da considerarle mano mano... Il mio obiettivo era avere di qualità e tipologia superiore (sia per il 2 tipo che 4 tipo) Cioè cerchi dei pezzi in altissima qualità? Spero di aver fatto bene, anche per lo sforzo economico ... Questo dipende da quanto le hai pagate, soprattutto se ricercavi una qualità veramente molto molto alta - entrambe le monete dovrebbero avere una lieve velo di patina coeva (più chiara nel 38 e dichiarata in perizia) Dalle foto non si può mai dare un parere certo, ma da quello che vedo, anche io esprimo qualche perplessità in merito. Il metallo sembra molto molto brillante, e la foto essendo leggermente sfuocata, potrebbe nascondere quel velo di patina. Anche io ho delle monete con patina leggerissima, quasi assente, tuttavia il metallo non è così brillante, ma un po più opaco, proprio per via della patina. Riusciresti a postare delle foto con una luce del metallo più naturale (cioè, come la vedi tu), e con una nitidezza più accentuata? - il dritto migliore è del 38, il rovescio sicuramente del 44 per la totale assenza di graffi di conio Da queste foto avrei detto decisamente il contrario. I campi della '44 mi sembrano più vissuti della '38, che invece (con tutti i ma del caso), mi sembra avere dei campi veramente intatti, sia al D che al R. ..l'alone/macchia al collo del sovrano sul 44 (che dovrebbe essere considerato garanzia di assente pulizia/lavaggio, ma che indubbiamente balza all'occhio). Uhmm... non proprio. Molte volte le macchie son causate dal processo di produzione delle paste metalliche, e questo significa che macchie di questa origine non vengono via. (tanto per farti un esempio rapportato alle monete decimali: pensa alla patina "a bersaglio", tipica di molte monete di VEIII). ... per patina coeva , credo si intenda che la moneta non è mai stata lavata e la patina risale agli inizi. Come ti scrivevo poco sopra, da queste foto non sembrerebbe. Ti posto un esempio di un mio pezzo con bellissima patina iridescente, indubbiamente di vecchia collezione... "presumibilmente" (si spera) coeva [/URL] Entrambe hanno dei fondi molto belli, assolutamente in segnati da alcuna pulizia (questo è un paramentro che cerco/riesco di/a controllare attentamente). O almeno spero ... Eh no! i campi devi essere SICURO sul fatto non abbiano ricevuto trattamenti vari. Ti rifaccio l'esempio di quello che si vede da QUESTE foto: i campi della 44 sembrerebbero più segnati della 38. Se son da contatto con altre monete, questo incide sul valore economico. Se invece "si vede altro", beh, incide anche sulla conservazione. In merito alla '44, se cerchi un esemplare veramente notevole, con un po più di pazienza è un millesimo su cui si può ben sperare di trovarlo forte! Il motivo del mio intervento è che sto cercando anche una piastra di primo tipo, e cercavo di avere qualche feedback, per capire se posso applicare gli stessi criteri anche in futuro, per un acquisto di buona qualità. Se ricerchi la qualità, prima di tutto devi esercitarti nel vedere (preferibilmente) in mano molte monete. Questo ti permetterà di essere più autonomo nella stima della conservazione, e di maturare un tuo gusto personale nella scelta delle monete. Indicativamente i "criteri" da applicare sono gli stessi, essendo la monetazione la stessa, anche se il primo tipo è più problematico a livello tecnico. Devi quindi acquistare dimestichezza con le varie problematiche da conio, che seppur non incidono sulla conservazione, incidono invece sulla pregevolezza dell'esemplare e quindi anche sul suo valore economico finale (chiaramente, più la moneta è "perfetta", più è difficile la sua reperibilità, e di conseguenza, ne aumenta il valore). Ad esempio: per la 1838, con più attenzione e pazienza, si riesce a trovare l'esemplare anche senza graffi di conio. Ti mostro un mio esemplare, che seppur di millesimo comunissimo, risulta raruccio da trovare in questo stato (tra l'altro, con una bellissima patina iridescente su fondi lucenti) [/URL] Cordialmente, Fabrizio3 punti
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È stato proposto in diverse forme il milanese Ambrogio, indiscusso simbolo, e numero uno in classifica del capoluogo lombardo. Quello che propongo è un altro noto esempio di simbolo milanese, l'aquila. Compare nel rovescio di un ½ Scudo di Carlo V, aquila carica di significati piuttosto allusivi, che lasciano spazio a poche interpretazioni.3 punti
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Per tornare al post con la fontana delle imprese presento due monete. La prima è il Grosso da 4 soldi, Crippa 13, coniato sotto il ducato di Galeazzo Maria Sforza (1466-1476), al D/ è rappresentata l'impresa della colomba con in basso un cartiglio con il motto francese "à bon droit" che significa a buon diritto. Al R/ è rappresentato l' impresa della corona ducale annodata con il velo. La seconda moneta è il Grosso, Crippa 2, coniato sotto il ducato di Massimiliano Maria Sforza (1512-1515), al R/ è rappresentata l'impresa della colomba. Il Grosso sopra presentato è una falsificazione coeva.3 punti
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Ho appena avuto il seguente volume, dell'amico Wolfgang Fischer-Bossert. http://numismatics.org/store/category/numismatic-studies/ Si tratta di un bel volume in formato A4, di 371 pagine e 27 tavole fotografiche, più varie immagini nel testo e cartine per la sequenza dei conii e per il contenuto dei vari ripostigli noti. Si tratta del famoso e atteso Corpus sui tetradrammi firmanti di Siracusa e quindi un aggiornamento del grande lavoro di Lauri Tudeer, pubblicato nel 1913 in tedesco, che conserva ancora una sua validità. Dopo oltre 100 anni dalla pubblicazione e quindi con nuovi esemplari nel frattempo apparsi sul mercato, Fischer-Bossert ha potuto registrare solo un modesto incremento di nuovi conii noti. Tudeer aveva registrato 697 esemplari autentici, con 37 conii del diritto e 73 conii del rovescio in varie combinazioni. Fischer-Bossert ha potuto prendere in considerazione ben 1479 esemplari, ma con 38 conii del diritto e 77 conii del rovescio. Praticamente esiste ora una adeguata copertura dei conii noti, per cui sarà assai difficile scoprire in futuro un nuovo conio. Trascrivo sotto l'indice generale del volume, che è scritto in ottimo inglese: Abbreviations List of Figures Preface Author's Preface Maps Introduction Historical Backgroud Die Links Epigraphy Imitations and Remodelling Hoards Views of Older Scholarship Conclusion Catalogue Lauri O. Th. Tuner: A Biographical Sketch Translation of Tudeer's Preface Translation of Tudeer's Commentary Annotated Bibliography Collection Index Indices Plates In pratica il volume consta di due parti. La prima parte, di Fischer-Bossern, analizza la monetazione alla luce delle attuali informazioni scientifiche e fornisce il catalogo aggiornato delle monete note. La seconda parte è la traduzione in inglese del testo di Tudeer, anticipato da interessanti cenni biografici di questo esimio studioso finlandese (1884-1955), anche se ha successivamente pubblicato pochi studi numismatici. Si tratta di una iniziativa molto encomiabile, rendendo più fruibile l'analisi di Tudeer, che però fu scritta in tedesco e quindi in una lingua ostica alla maggior parte di noi. Un'opera che sicuramente interessa gli amanti della monetazione siceliota e merita un posto nella propria biblioteca.2 punti
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Ciao a tutti. L'attuale periodo preferiale, annunciato da una generalizzata "stanca" rilevabile in tutte le sezioni di questo Forum, mi induce a proporre una discussione che potrà stimolare (si spera) l'interesse di coloro che amano i "Gialli" di ambientazione numismatica. La vicenda omicidiaria che presto leggerete non è però frutto di fantasia ma è realmente accaduta a Milano nel febbraio del 1982. La introduco postando subito l'articolo pubblicato a pagina 8 del quotidiano LA STAMPA di Torino del 16 febbraio 1982: Ho provato ad effettuare ricerche per sapere come andò a finire il processo penale che scaturì dalla vicenda, ma non ho trovato nulla e dunque non so dirVi se sia stato poi identificato e condannato il colpevole (o i colpevoli) di questo efferato delitto. Parlando tempo fa con alcuni Numismatici di lungo corso, ho potuto ottenere solo qualche notizia su Giuseppe Nascia, in particolare sulla sua abilità commerciale e sulla sua notevole conoscenza della materia. Di lui ho acquistato tempo fa una raccolta di brevi scritti dal titolo "Appunti di Numismatica", ma non dispongo di altre informazione. Gli viene attribuita una "storica" frase che, al di là del notevole...... cinismo che la caratterizza, a me ha fatto molto riflettere, secondo cui: "Non esistono le monete false. Esistono le monete che si vendono e quelle che non si vendono" . Chiedo a chi avesse notizie, aneddoti o qualche storia da raccontare sul Personaggio (magari per averlo conosciuto anche personalmente), se può intervenire e fornire così qualche ulteriore contributo. Saluti. Michele2 punti
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Ciao Luciano. Esatto. Il problema è proprio questo. Ora, anche se il lavoro delle Forze dell'Ordine non può essere valutato alla stregua dei parametri utilizzati per stimare la produttività del "dipartimento vendite" di un'azienda commerciale, tuttavia non sarebbe fuori luogo valutare quante sentenze di condanna e quante confische di monete conseguano ai sequestri operati in sede in indagini preliminari. E, ripeto, non solo per valutare la "produttività" dei Reparti della Polizia Giudiziaria (che come già detto non è un Sales Department...) ma quanto meno per verificare quali e quante attività di indagine vengano poi "finalizzate" nel senso prospettato da chi tali indagini ha avviato. Se a fronte di 100 indagini (e dunque 100 sequestri) emergesse, ad esempio, che 90 si concludono con assoluzioni e restituzione delle monete, forse sarebbe opportuno chiedersi se le "ipotesi investigative" da cui si parte abbiano davvero un fondamento tale da giustificare il notevole dispendio di uomini e mezzi che esse richiedono. Anche perchè i costi (a questo punto, evidentemente fini a se stessi), sia per la collettività che per i privati che rimangono coinvolti in quei 90 casi di cui all'esempio sopra indicato, sono ragguardevoli e meriterebbero un'approfondita riflessione. Certo che se invece quello che conta è solo sciorinare statistiche, numero di sequestri, persone denunciate e procedimenti avviati, ma non c'è poi il "pendant" con la conclusione dei procedimenti, le statistiche che si forniscono rischiano di essere un tantino di parte. Lo dico senza polemica...ma sarebbe davvero interessante sapere come davvero vanno a finire queste vicende giudiziarie, magnificate inizialmente da articoli di stampa e TV, conferenze, interviste, valori iperbolici delle monete sequestrate, ecc. ma delle quali poi, sovente, non si sa più nulla o si sa che sono finite in una bolla di sapone. M.2 punti
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Ho appena aperto la discussione nel forum americano, potete seguirla direttamente a questo link, non è necessario essere registrati https://www.cointalk.com/threads/fugio-cent-real-or-fake.300006/ petronius I found on the web examples weighing more than 11 grams.2 punti
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Buon pomeriggio a tutti. Pensando di far cosa gradita agli Amici di questo splendido forum, ho approfondito la questione relativa alla zecca in cui questa moneta è stata coniata. Ho pensato che il modo più semplice per reperire utili informazioni fosse contattare un commerciante numismatico greco. Dopo rapida ricerca su internet, mi sono imbattuto nel negozio on line Athens Numismatic Gallery, ubicato ad Atene, cui ho indirizzato una email. Mi ha risposto dopo breve tempo il Sig. George Kountouridis, che ringrazio anche in questa sede per la cortesia e l'attenzione dedicate alla mia causa. Mi ha spiegato che la moneta in questione, così come quella da 30 dracme 1963 commemorativa del centenario della Casa Reale greca, non sono state coniate ad Atene in quanto quest'ultima zecca, in quel periodo, era in fase di ammodernamento. Nella zecca di Atene le coniazioni ripresero nel 1972. Saluti.2 punti
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Mezzo dollaro di Philadelphia (nessun segno di zecca). Moneta comune, coniata in 47.818.000 esemplari, in argento .900. Per l'autenticità sarebbe opportuno conoscere peso e diametro, ad ogni modo dalle foto non rilevo criticità particolari, a mio parere la moneta è autentica, e in conservazione tra MB e BB. Valore in questa conservazione 2-3 euro in più dell'argento che contiene (11,25 grammi di fino, peso totale 12,5 gr.). petronius2 punti
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Bella domanda @dabbene ..personalmente penso che bsognia sempre tenere a mente come gli incisori erano artisti a tutto tondo, molto spesso erano pure scultori , pittori , architetti e quindì è normale che si confrontassero coi propri colleghi e perchè no prendere pure spunto dalle loro opere. Esempio lampante lo fu Benvenuto Cellini. in questo caso certamente le due figure sono simili ed è possibile che forse nella realizzazione della propria composizione il Bissoni aveva in mente questa splendida moneta, sebbene bisogna considerare che quella è una delle iconografie classiche di Sant'Ambrogio. A tale agomento mi piacerebbe sconfinare un secondo in quel di Genova per mostrarvi un esempio piuttosto eclatante ed evidente2 punti
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I danerri sarebbero i denari. Un aureo veleva, tra la fine della Repubblica e l'alto impero, 25 denari o 100 sesterzi. Sul controvalore attuale, si stima che il valore dovrebbe oscillare tra i 500 e i 600 euro. Considera che questa cifra esce fuori confrontando il prezzo dei beni (pane, grano, carne, ecc. Ecc.). In realtà la qualita della vita ottenibile con 1 aureo era superiore a quella che oggi danno 600 euro. Oggi a pane acqua, grano per essere benestanti bisogna aggiungere un sacco di costi che al tempo non esistevano (pc, luce, cellulare, benzina, ecc ecc.). Giusto per spiegarmi meglio, le mille lire cantate in "se potessi avere 1000 lire al mese" corrispondono a circa 1000 euro attuali considerando la sola inflazione. Con questa cifra nel 39 si era molto benestanti, mentre oggi si sopravvive a malapena.2 punti
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Che ne deduciamo, alla fine? Papera del Paperopoli o veramente monetina circolante per il Friuli? Ovviamente dobbiamo considerare che al tempo della conquista veneziana il circolante dalle mie parti era per la quasi totalità denari degli ultimi patriarchi, v. foto: Una moneta veneziana "cuscinetto" sarebbe stata comoda tra i due sistemi..2 punti
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Un esempio incredibile per vedere alcune delle imprese è la fontana del Castello Sforzesco, qui ne vediamo diverse per esempio quella della colombina, del morso, dei tre anelli. Le imprese viscontee testimoniano la continuità che gli Sforza vollero affermare rispetto alla vecchia dinastia viscontea. Chi vuole provare ad abbinarci una moneta ? Storia, imprese, monumenti e monete...non è fantastico ?2 punti
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Bianca Maria prima donna effigiata nella monetazione milanese, velata, e al R/ la fenice sul rogo2 punti
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Ciao! Non so Artur; certamente il guadagno è una motivazione forte per indurre chiunque a optare per determinate scelte. In questo caso credo che l'emissione un uno spicciolo, come poteva essere un bagattino, magari con un richiamo iconografico al Friuli, non avrebbe comportato spese sconsiderate, tali da non rendere l'operazione proficua. Abbiamo visto l'enorme guadagno che la zecca fece con la creazione del bagattino per Brescia sotto il Foscari (almeno fino a quando si accorse di averne fatti così tanti da creare problemi di circolazione). Forse non c'era l'utilità di creare una moneta specifica che soppiantasse altre valute che circolavano in loco? saluti luciano2 punti
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Ciao. Cercavo qualche info su questo gettone in uso negli "Spacci Aziendali" delle Miniere di Montevecchio in Sardegna. Il peso è di grammi 3,10 il diametro di mm. 35 e lo spessore di mm. 2. Gli assi sono a medaglia ed il materiale con cui è realizzato sembrerebbe alluminio o anche "italma". Le miniere di Montevecchio, presso Guspini: http://www.minieramontevecchio.it/la-storia/ vennero chiuse definitivamente nel 1991. Il valore nominale del gettone (L. 500) appare insolitamente elevato, considerando che da quello che riporta lo stesso sito internet delle Miniere, l'utilizzo dei gettoni si concluse alla fine degli anni '60 del secolo scorso: http://www.minieramontevecchio.it/02-spaccio/ Grazie per eventuali info. Saluti. Michele1 punto
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Quando si parla di monetazione veneziana, nei più corre subito alla mente il ducato doro, poi chiamato zecchino ed è ovvio trattandosi della moneta più longeva coniata dalla Repubblica di Venezia; moneta che dalla sua emissione, avvenuta nel 1284 e fino alla caduta della Serenissima nel 1797, è stata usata in quasi tutte le nazioni europee, nonché in molte nazioni africane ed asiatiche. Grazie alla sua diffusione fu anche tra le monete più imitate e falsificate nella sua lunga vita; solo questo aspetto basterebbe a dimostrare il grande favore che incontrò in così tanti mercati. Ci sono ovviamente tante altre monete conosciute, non altrettanto così longeve, ma che sono caratterizzanti della monetazione veneziana: dal "grosso", al soldo d'argento "soldino" e di mistura "soldone", dal "ducato" d'argento allo "scudo della croce"; per non parlare delle varie tipologie di "bagattini" e di "gazzette"; tutte monete che, pur con le loro varianti, i loro multipli e/o sottomultipli, furono coniate per parecchi decenni ed a volte secoli. Ci sono però talune monete che la zecca veneziana coniò per pochissimo tempo, a volte durante un solo dogato, a volte solo per pochi mesi; emissioni non di prove o progetti, ma di monete che circolarono ufficialmente, ma in maniera estemporanea e che possiamo considerare delle vere meteore numismatiche. Certamente all'atto della loro emissione ci fu un preciso motivo contingente di tipo economico o politico che fu poco dopo superato rendendole inutili; coniazioni il cui scopo fu vanificato da problemi di natura valutaria seguiti alla loro emissione, oppure monete che non furono gradite dal mercato e/o della popolazione che le doveva usare. E' bene precisare che, per "meteore", non è mia intenzione riferirmi solo a monete coniate in pochi esemplari e quindi rarissime ma, nell'accezione più estesa del termine, mi riferisco a quelle monete – non appartenenti alle "anonime" - coniate anche in gran numero di esemplari, ma che sono state emesse durante un unico dogato, magari per pochi mesi. Comincio io richiamando una piccola monetina coniata sotto il dogato di Francesco Foscari (1423 - 1457), ovviamente tutti possono partecipare, aggiungendo ulteriori "meteore". FRANCESCO FOSCARI (1423 – 1457) Denaro (o piccolo) con leone rampante Venezia era in guerra. Principalmente con i Visconti, signori di Milano e con i turchi; guerre che continuarono dal 1429 al 1454 tra effimere tregue e riprese delle ostilità e per poter finanziare queste guerre e pagare le truppe mercenarie ingaggiate, c'era un gran bisogno di denaro. Uno dei modi per reperirlo era aumentare i proventi dalla coniazione di monete; coniare monete con un intrinseco d'argento sempre più ridotto a fronte di un valore nominale immutato, determinava l'uso di monete quasi di solo rame e dal valore pressoché fiduciario. Il denaro (o piccolo) fu una delle più caratteristiche monete in uso a Venezia fin dagli albori della Repubblica, non fosse altro che per la sua forma scifata. Il peso all'origine, sotto il dogato di Sebastiano Ziani (1172-1178) era di ca. gr. 0,36 ed il titolo dell'argento contenuto, dello 0,27; nel tempo si vennero rispettivamente ridotti fino ad avere, sotto il dogato del Foscari un peso di ca. gr. 0,24 ed un titolo d'argento di appena lo 0,055. Una monetina praticamente difficile anche solo da maneggiare; le sue caratteristiche erano le seguenti: D/ — Croce in un cerchio + FRAC • FO DVX R/ — Croce in un cerchio + ∽ MARCV • ∽ Alla data del decreto del 21 giugno 1446 fu decisa la sua sostituzione con una nuova moneta; il motivo addotto fu quello che ormai, questa monetina, era troppo falsificata e si dispose che la moneta nuova dovesse essere coniata con le immagini che verranno decise dal Consiglio e che venisse preservata la medesima lega della precedente; così venne riportato al riguardo nel “Capitolar dalle Broche” Prexa in Pregadi. 1446 adì 21 zugno. Che nel nome de Dio el se faza e debia farsse far una nuova stampa a forma de essi pizoli, chomo al Colegio meio aparirà; ma che questi pizoli da nuovo stampido siano de quella liga e bontà che sono i pizoli de la presente stampa, e che da qua avanti el non se faza né se stampissa più pizoli de la stampa prexente. … etc. D: Croce patente in un cerchio ✠ • FRA • FO • DVX • R: Leone nimbato, senza ali, rampante a sinistra nel campo S • • M Alla data del decreto del 18 settembre 1453, preso atto che queste infime monetine hanno infestato il mercato e solo quelli si usano nei pagamenti, tanto che è invalso l'uso di non maneggiarli singolarmente, ma di raggrupparli in sacchetti di un dato valore totale, il Consiglio interviene e ne blocca la coniazione. Dal “Capitolar dalle Broche”. Copia de I° parte prexa, trascritta da Lucha Rizo 1543 adì 25 zugnio. + 1453 adì 18 settembre. In Pregadi. Per la gran suma de pizoli, la qual è stata cuniada a la nostra Cecha fin al prexente. L'è multiplichado per questo in questa terra però che l'è zià commenzado a spender in li pagamento che sono fati in scharnuzi, chomo se oserva in Padoa, contro ogni buona uxanza de questa nostra citade et con manchamento de la fama e reputacion nostra, et al postuto el sia de proveder a questo, vada parta ch'el sia commandato, per autoritatde de questo Conseio, a li officiali del la Cecha nostra che, soto pena de duchati Iic per ziascun de loro intro i suoi proprii beni, lor non possan per alcun muodo far over chuniar far a la dita nostra Cecha pizoli de Veniexia da mo per fin anni do prossimi …. “Parte veneziana non dura una settimana”, così dicevano i veneziani riguardo alle leggi emanate dallo Stato, infatti, ecco che solo dopo quattro giorni dalla precedente disposizione, viene emanata la deroga, affinché si coniassero ancora piccoli ed il relativo ricavato venisse consegnato all'Arsenale per l'armamanto di cinquanta galere: + 1453 adì 22 settembre. De chomandamento de la serenissima Signoria, chomo referì ser Chonstantin de cha' Fantin noder a la Chanzelaria che, nonnostante la parte presa adì 18 settembre in Pregadi che non se podesse far pizoli da Veniexia chome in quella parte se Chontien, se debia chompir fino a la suma de libre 18.000 de pizoli da Veniexia per dar a l'Arsenal, chome se chontien in una parte presa adì 23 avosto del ditto milesimo in ditti Pregadi..... Ultimo atto che riguarda il piccolo con il leone rampante. Moneta che non verrà più coniata nei dogati successivi. saluti luciano Seguono foto1 punto
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Salve a tutti, vorrei chiedere il vostro aiuto a catalogare questi denari di Alfonso I d'Aragona che hanno iscrizioni varianti rispetto al PR e al MIR. Nel primo si può leggere, abbastanza bene: Obv: ☩ CICILI • [CITR • VLTR] Rev: ☩ CICIL[IЄ • CITR] • VLTR nel secondo, che ha uno stile parecchio simile al primo, invece, si legge, con un po' di difficoltà: Obv: ☩ C[ICIL]I • CITR [• VLTR] Rev: [☩] ALFONSVS • D [• G • R • A?] Le varianti censite più vicine che ho trovato sono: PR 10: Obv: ALFONSVS D G RЄX; Rev: CICILIЄ CITRA VLTR PR 14: Obv: SICILIE CIT ЄT VLT; Rev: AR SICIL CITR Є VL CNI 278: Obv: ☩ CICILIЄ • CIT • ЄT • VLTR ○; Rev: ☩ AR • CICIL • CITR • ЄT • VL Mi dicono che il primo è anche censito su Vall-Llosera al n. 59 (ma purtroppo non ho il libro, e ho qualche difficoltà col catalano...). Sapete dirmi qualcosa sul secondo? L'accoppiata CICILI al dritto e ALFONSVS al rovescio non l'ho trovata in giro. Qualsiasi notizia e riferimento bibliografico, anche in rete, è benvenuto. Grazie, Luca1 punto
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Uhm! È da un po' che pensavo a questa cosa... Tra pochi giorni andrò in ferie, imprevisti permettendo proverò di fare delle ricerche...1 punto
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questo ritratto sulle monete in genere e borboniche in particolare ancora non l'avevo visto deve essere un inedito!1 punto
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Genny.....diventi sempre più in gamba; più che coniatore......scriverei incisore....all'epoca iniziarono ad essere un bel pò...tutti bravi.1 punto
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Egr. @Giovanni Martorelli, a mio parere la moneta è autentica. Si tratta di un tondello di 2° classe (conio stanco) già in partenza, per cui sarei meno severo nel giudizio sulla conservazione arrivando a q.SPL. I rilievi ci sono tutti (i capelli, i baffi, l'Italia, le legende e soprattutto la R di Roma in rilievo sulla prora che è una delle prime cose che tende a consumarsi), il bordo al D/ è ben delineato, non comune in questa tipologia. Si tratta - a mio avviso - di un secondo conio: l'8 della data mi sembra più piccolo e lievemente spostato. In quanto al grado di rarità, il Gigante , il Montenegro (ed altri autori) lo danno come "R2" (molto raro). Facendo poi la distinzione fra "8 grande" (1° conio) ed "8 piccolo" (2° conio), in un interessante articolo su "il Giornale della numismatica" del 6 ottobre 2015, il primo è considerato "R3" (rarissimo), mentre il secondo è "R2". Il rapporto fra queste due varianti viene indicato con 1:10. Come valore, in base alle considerazioni su esposte, mi allineerei a quello espresso da @min_ver. Interessante anche la rottura di conio fra "T" ed "A" nella parola ITALIA...1 punto
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Evviva! Ha partorito!! Sebbene con punti interrogativi ora abbiamo il mezzo provisino nella serie di seconda emissione. http://www.ebay.it/itm/222585808948?ul_noapp=true1 punto
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Giusto! Dopo la morte di Marco Aurelio il figlio Commodo intervenne lungo il Vallo di Adriano (vincendo) e da li prese il soprannome di Britannicus o, come dice il medaglione, Brittanicus! :-P Però hanno del coraggio, buttare 45 grammi di sano metallo per questa ciofecone. Quasi quasi gli propongo 3 sterline e vediamo se ci sta! :-) Ah.... che bella la Happy White Windmill Family! Ciao! TWF1 punto
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Giusto. Però se un'ipotesi di reato si dimostra quasi sempre infondata, e sistematicamente per le stesse ragioni, forse sarà opportuno che venga preventivamente meglio circostanziata e valutata dagli inquirenti. Anche le ipotesi di reato, seppure, appunto "ipotesi", devono pur fondarsi su un quadro probabilistico che tenga conto della concreta rilevanza penale del fatto. Altrimenti diventano esercizi sterili (e costosi per tutti) di nessuna utilità, ma buoni solo a creare statistiche fondate su un'apparente operatività degli inquirenti che viene poi frustrata dalle sentenze. Disponiamo infatti dei dati relativi ai sequestri operati in un dato periodo ma non disponiamo dei dati relativi a come si siano conclusi i relativi processi. M.1 punto
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Yy @Giankyv la prima cosa che ho pensato quando mi è venuta questa idea è stata "ma quello che faccio sui diamanti perché non farlo anche su una moneta? Cambia la materia ma basta adeguare la metodologia" che nel grading dei diamanti è adottata dal 1700 (ho trovato un testo dell'epoca) L'importante è che l'esaminatore abbia uno skill adeguato, per questo ci sono i corsi di grading con tanto di diploma. Come abbiamo già detto un quid di soggettività e inevitabile ma lo scostamento tra due risultati è contenuto in un mezzo grado, non esistendo i quarti. E questo vale per la purezza ed il colore, che può essere verificato anche con il colorimetro elettronico. Approfitto e rispondo anche a @rorey36. Per la verifica delle caratteristiche esterne di un diamante esiste un'apparecchiatura con tecnologia laser che fornisce tutti i dati faccetta per faccetta e alla fine stampa un report. Per le monete è molto più complesso, ma non impossibile. Ad esempio per il lustro si potrebbe usare il "riflettometro" per misurare la riflettivita' del metallo, ma comunque serve sempre lo strumento iniziale che io ho sempre chiamato "occhiometro".1 punto
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Ciao , a vedere cosi' la moneta in foto , direi che e' di conio autentico . Per quanto riguarda la legenda del rovescio che sembrerebbe unica e dedicata in particolare a Faustina minore , moglie di Marco Aurelio , potrebbe essere stata una emissione speciale dedicata a questa Augusta per qualche sua ricorrenza o anniversario particolare ; oppure , per lo stesso motivo , riferita al Tempio di Venere e Roma fatto costruire da Adriano e inizato nel 121 , cioe' 50 anni prima e ancora vivente Faustina minore , dove si veneravano le statue di Venere e Roma .1 punto
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Ho letto tutto e sarebbe davvero bello riuscire ad arrivare ad un grading univoco, però mi allaccio ai dubbi di molti visto che comunque il numerino da mettere nel "programma", che andrà poi a redigere la perizia, rimane un parere personale quindi tutto quello che poi produrrà sarà comunque figlio di quello.1 punto
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Praticare la Numismatica e il collezionismo è sempre una bellissima avventura! Per me, il bello del collezionismo è anche (per la monetazione contemporanea) l'attendere una bella emissione!1 punto
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Vedo con piacere che stiamo lievitando , vediamo di proseguire con questo trend, vado a Francesco II Sforza ( 1521 - 1535 ), siamo alla fase conclusiva dell'epoca sforzesca, Francesco si propone con questa moneta, un testone, quindi continua con la tradizione del nominale ma cambia iconografia. Fino a Ludovico XII d'Orleans l'immagine del Duca era un must, era l'immagine, la presentazione, il biglietto da visita, Francesco capisce che non è il momento e preferisce continuare nel nominale ma cambia iconografia e lascia lo spazio a Sant'Ambrogio, d'altronde quale altra miglior scelta poteva fare ? Stemma e Santo un binomio di tradizione sempre vincente.... Testone, Francesco II Sforza ( 1521 - 1535 ) Rarità R/2 Ex Aste Baranowsky 23 giugno 1931 ( da antica e nobile famiglia ) e ex Asta NAC 81/20141 punto
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Emmhh! io avrei una soluzione alternativa.... A me sembra che ci troviamo di fronte ad una delle pratiche rurali, frequenti un tempo e oggi vietate quasi ovunque.....quella di bruciare le immondizie domestiche e, eventualmente, di spargerle nei campi. La moneta mi sembra la classica riproduzione Perugina (la seconda del collegamento) https://www.forumancientcoins.com/monetaromana/falsi/CarrarmatoPerugina/dettaglio.html Il tutto inglobato in un insieme di metalli a bassa temperatura di fusione (zinco, stagno...) ....il tutto eventualmente sparso nei prati con le ceneri generate dalla combustione dei rifiuti domestici.. un caldo saluto Mario1 punto
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Tra le monete della serie rivoluzionaria-napoleonica ce ne sono alcune davvero singolari. Le monete degli stati vescovili germanici in guerra con la Francia. Per maggiore precisione si tratta di emissioni speciali per pagare i salatissimi danni di guerra imposti dalle truppe d'occupazione francesi. Sono coniazioni magnifiche, in pieno stile settecentesco ed in ottimo argento, essendo il frutto della fusione di candelabri ed altro argento proveniente dalle chiese di Treviri e Coblenza. Anch'io provo a mostrarvi un tallero di contribuzione, come quello postato da Picchio; questo è stato coniato a Bamberga nel 1795 dal principe vescovo Franz Ludwig. Al rovescio mostra proprio la scritta "Zum besten des Vaterlands", ovvero "Per il bene della patria", mentre al diritto vi è lo stemma del vescovo e la scritta in tedesco "Franz Ludwig, vescovo di Bamberga e di Wurzburg, principe del Sacro Romano Impero e duca di Franconia". Analogamente a quanto accadde in altre città tedesche, queste monete vennero coniate fondendo l'argenteria del duomo di Bamberga.1 punto
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Io ritorno un istante sul periodo sforzesco, concentrandomi però su una figura femminile: Bianca Maria Visconti. Figlia di Filippo Maria Visconti, sposò Francesco Sforza quando quest'ultimo era ancora un capitano di ventura. Bianca Maria, una volta diventata Ducisa iniziò a costruire una figura, un ruolo che non aveva precedenti nel governo del Ducato: la donna di potere. Sia i cortigiani che i nobili fedeli allo Sforza troveranno in Bianca Maria la perfetta interlocutrice per richieste di privilegi, per ricevere protezione e favori dal Duca stesso. Tutti questi rapporti sociali sono ben testimoniati dalla massa ingente di corrispondenza privata della Duchessa, che si fa vera e propria patrona di svariati cortigiani e nobili. La Visconti sarà inoltre lodata dai suoi contemporanei per la sua attitudine al governo nei periodi di assenza del marito, per il suo carattere deciso e forte.1 punto
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Da molti è considerato impossibile terminare la collezione di questi testoni "MELIVS", io ci provo comunque, ma ce ne sono almeno una ventina di cui non ho mai reperito nè un passaggio d'asta nè immagini se non quelle delle tavole del Muntoni... Per il tuo esemplare penso che 100-120 euro sia un prezzo adeguato, come già detto influenzato dalla frattura del tondello ed in parte dall'usura (non troppo evidente, ma forse più accentuata sui particolari dello stemma al diritto). Ciao, RCAMIL.1 punto
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Verissimo. ma allora, ribadisco, è il sistema di grading che non va bene o la professionalità del perito ? se anche in altri settori che, per certi versi, dovrebbero essere meno soggetti a valutazioni personali (es. i brillanti), dove i protocolli sono adottati da anni, vi sono discrepanze nelle perizie pensate davvero che le cose si ripianerebbero solo adottando uno standard ? Per me no. leggo che il problema sarebbero i commercianti-periti. No, il vero problema sono i periti improvvisati, che non hanno la minima capacità e sono privi di esperienza (ma evidentemente non privi di scrupoli nel farsi pagare per dare un parere che vale praticamente zero) Ma fintanto che Camere di Commercio e Tribunali rilasceranno il titolo di Perito a persone senza alcuna esperienza e, soprattutto, senza alcun titolo (vi sono periti numismatici che fanno l'infermiere, il vigile ecc ecc, mi dite come possono aver provato di possedere le capacità conoscitive richieste ad un perito?) le cose non potranno migliorare. Certo, all'oste non chiediamo se il suo vino è buono, perché non ci dirà mai di no, quindi sarebbe cosa buona e furba chiedere un parere ad un perito che non sia lo stesso venditore, ma vogliamo davvero sostenere che figure come Emilio Tevere o Angelo Bazzoni, tanto per citare i più noti, non erano all'altezza del loro compito solo perchè commercianti ? quante monete hanno visto queste persone nella loro vita e quante ne può aver viste l'infermiere di cui sopra ? Si chiama esperienza. Si parla tanto di figure super partes, di enti certificatori che non siano anche commercianti, così tutto filerebbe liscio come l'olio. Voglio disilludervi, non è così. in America esistono almeno due grosse ditte certificatrici, pcgs e ngc, e per quanto vengano adottati dei protocolli per stabilire il grading esistono differenze, anche consistenti, nelle perizie da loro rilasciate. Anzi, queste differenze si sono verificate persino sulla stessa moneta, tirata fuori dallo slab e ripresentata alla stessa ditta per una nuova perizia, ottenendo un grading differente (a volte peggiore, a volte migliore). tutto questo perchè, alla fin fine, nonostante tutte le tabelle che vogliamo seguire, il giudizio è sempre e comunque dipeso dall'occhio del perito, dalla sua esperienza e sensibilità (e con gli anni la prima migliora e la seconda peggiora)1 punto
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Uno dei testoni più famosi di Innocenzo XI, chiamati "testoni di castello" perché battutti in una coniazione straordinara in Castel Sant'Angelo per contribuire alla difesa di Vienna assediata dai Turchi. Muntoni ne conta più di 100 varianti. Il tuo ha bei rilievi, peccato per quella brutta fenditura.1 punto
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Se proprio vogliamo fare i simpatici... Io fra le tre non "non vedo" differenze !!!1 punto
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Si è vero Antonio, sei un buon psicologo, si vede che sto bene con me stesso sia livello personale che numismatico visto che siamo su Lamoneta.... Incontri come quello mostrato sono poi il segreto della buona e virtuosa numismatica, incontrare realmente chi non conosci, parlare di numismatica del più e del meno, dare un Gazzettino e stringere la mano, hai trovato, anzi abbiamo trovato un amico in più, cosa vuoi di più ? E quanti ne abbiamo trovati in questi mesi ? Tanti, tanti...chiamiamola divulgazione, condivisione, amicizia fate voi... E' una numismatica di servizio, lontana da quella che a volte sembra essere più politica numismatica e interesse che non mi riguarda personalmente, non mi appartiene, sono qui per altro e continuerò come sempre...con sempre più motivazioni ma per tutti, tutti... Quando sono entrato sul forum mi ero ripromesso una cosa di essere e rimanere sempre me stesso coi miei principi, le mie idee, i miei sogni e tanti obiettivi da realizzare, e così continuo e continuerò sempre più con voi e con chi vorrà, la forza e la serenità di poter fare quello che voglio, che mi piace, che condivido, che possa essere utile alla comunità, a tutti, in fondo che cosa ho da perdere ? Nulla...proprio nulla, le gratifiche umane e culturali come quella mostrata sopra sono la vera ricchezza, il resto è poca cosa in fondo....1 punto
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FRANCESCO DANDOLO 1329-1339 Mezzanino, o mezzo grosso. Il doge in piedi a sinistra, col berretto ducale e manto ornato di pelliccia, tiene con ambe le mani l'asta di uno stendardo colla croce, che svolazza a destra ·FRA·DAN· ·DVLO·DVX·. Busto di S. Marco di fronte, cinto di aureola, che benedice colla destra avendo nella sinistra il vangelo ·S·MARC· ·VENETI·. Nel 1331 il senato veneziano varò l'emissione di questo nominale, del valore di 16 soldi. Già nel 1333 non è più documentato né appare in ripostigli. La concorrenza del soldino, il suo successo, ne decretò la fine. Due monete "simili" ma dal diverso valore intrinseco, il soldino "moneta cattiva" eliminò il mezzanino.1 punto
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7.l’ineluttabile attacco finale Approntato il nuovo molo, le batterie di catapulte furono messe in posizione. Altre due piattaforme montate su coppie di triremi e sormontate da torri con gli arieti si accostarono alle mura per aprire una breccia. Al contempo, delle navi si avvicinarono alla riva sbarcando alcune migliaia di incursori che dovevano stabilire una testa di ponte davanti a una delle porte della città. Quando videro gli incursori che cercavano di incendiare la porta, i difensori lanciarono dall’alto della sabbia che avevano reso incandescente sul fuoco, dentro scudi di bronzo. La sabbia rovente penetrava dentro le vesti e sotto le corazze, facendo impazzire di dolore gli attaccanti e costringendoli a gettarsi in mare urlando per il tormento insopportabile. Nonostante questi lamenti tormentassero Alessandro e facessero inferocire sempre più i soldati macedoni, il re era riluttante a condurre l’attacco finale che si sarebbe concluso con un massacro e pensò ad altre soluzioni meno drastiche che salvassero il suo onore e lasciassero una via di scampo agli abitanti di Tiro, di cui ammirava il grande valore e la straordinaria caparbietà. Consigliatosi con Nearco, decise di inviare al mattino un’ambasceria scegliendo i più anziani e i più saggi dei suoi consiglieri, ma quando a mezzogiorno vide sulle torri più alte che sovrastavano la cinta di Tiro cinque croci con i corpi degli ambasciatori inchiodati e coperti di sangue, non potè far altro che chiamare al suo fianco Efestione e Tolomeo, ordinare le sue armi e dare il segnale a tutte le torri di attaccare. Quindi chiese a Nearco di portarlo sulla piattaforma con la torre d’assalto più vicina alle mura, dalla quale fu calato un ponte sul ballatoio che permise ad Alessandro e ai suoi compagni di avventarsi all’assalto all’interno della città. Così, mentre in mare, fuori dal porto, la flotta tiria affrontava in un duello disperato le possenti quinqueremi di Nearco, nella Nuova Tiro fu fatta strage dei difensori che si arroccavano casa per casa, strada per strada, a combattere davanti alle porte delle loro dimore fino all’ultimo alito di vita. Molti dei superstiti si rifugiarono nei santuari aggrappandosi ai simulacri delle loro divinità e Alessandro ordinò di risparmiarli, ma fu impossibile frenare la sete di vendetta dell’esercito su coloro che furono presi per le strade e sul molo, lungo il quale vennero crocefissi duemila prigionieri.1 punto
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6.La risposta di Alessandro Pochi giorni dopo, mentre gli ingegneri di Alessandro cercavano di trovare il modo di ricostruire al più presto le macchine distrutte, una violenta mareggiata danneggiò irreparabilmente il molo creato a prezzo di tante fatiche: sembrava che improvvisamente gli dei avessero voltato le spalle al loro prediletto. Il re divenne intrattabile, ma smaltita la collera, Alessandro riprese in mano la situazione e radunò un consiglio di guerra allargato: convocò i suoi generali, gli architetti, i tecnici, gli ingegneri e Nearco con i capitani della flotta. Per prima cosa i capitani dovevano studiare le correnti e i venti di quel tratto di mare, così che gli architetti potessero progettare un nuovo molo più resistente. Poi gli ingegneri dovevano progettare macchine galleggianti, mentre il molo veniva completato. I lavori ripresero immediatamente: si diede mano alla ricostruzione del molo secondo le indicazioni dei marinai di Cipro e di Rodi, che conoscevano benissimo quelle acque. Da parte sua Diade, cui spettava il compito più gravoso, progettò delle torri d’assalto montate ciascuna su una piattaforma fissata alla tolda di due navi da guerra agganciate. Nel volgere di un mese furono approntate due strutture complete e appena si presentò una giornata di mare calmo, cominciarono ad accostarsi a forza di remi alla cinta della città. Quando furono molto vicini, gli scafi vennero ancorati e gli arieti entrarono in funzione iniziando a martellare incessantemente le mura. Gli abitanti di Tiro reagirono ben presto e inviarono di notte dei sommozzatori che tagliarono le cime delle ancore mandando le imbarcazioni alla deriva verso gli scogli. Nearco, che vigilava al comando della quinquereme reale, diede immediatamente il segnale d’allarme e si lanciò con una decina di navi verso le piattaforme galleggianti, che a causa del vento non riuscivano più a manovrare. Le affiancò, le immobilizzò gettando sui parapetti delle cime con degli uncini e le rimorchiò di nuovo in posizione a forza di remi. Le corde delle ancore furono sostituite con delle catene di ferro. Il martellamento ricominciò, ma intanto gli abitanti della città avevano foderato le mura con dei sacchi pieni di alghe per attutire i colpi degli arieti. La caparbia resistenza di Tiro sembrava non conoscere limiti.1 punto
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Comunque come ho avuto modo di dire in altra discussione,di monete da lire 500 ag prova del 1957 circolate ve ne sono censite e certificate un certo numero, una ne ho pure io in collezione, la presi dall'invenduto dell'asta 13 E lotto 13873 artemide aste 11 dicembre 2011,perizia ta da Giovanni Gaudenzi bb+ Q spl, in questa occasione fu illustrata come bb+, mentre nell'asta precedente n 32 lotto 558 ,fu presentata come Q spl ,invenduta, e questa è anche nel catalogo del forum de la moneta.saluti Aldo.1 punto
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