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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/01/17 in Risposte
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Ciao. Cadeva ieri, 31.8.2017, il ventennale della scomparsa di Lady Diana Spencer, già Principessa del Galles poichè consorte (divorziata) dell'erede al trono britannico nonchè Principe del Galles, Carlo d'Inghilterra. Il tragico decesso della Principessa Diana, come noto avvenuto a Parigi per un incidente stradale le cui cause sono tuttora molto discusse, suscitò un enorme cordoglio non solo nel Regno Unito ma in tutto il mondo. Al contrario, la Regina Elisabetta sembrò , almeno in un primo tempo, non manifestare un particolare sentimento di vicinanza alla vicenda, tanto da non interrompere immediatamente le consuete vacanze estive, in corso in quel momento in Scozia, nel castello di Balmoral. Fu solo a seguito delle pressioni della stampa e dell'opinione pubblica inglese nonchè dei consigli dell'allora Primo Ministro Tony Blair, che la Regina Elisabetta e la sua Corte decisero finalmente di rientrare anticipatamente a Buckingham Palace, dove presero diretta contezza della popolarità di Diana e della costernazione che la sua tragica morte aveva provocato nella gente. In numismatica, la coppia dei Principi era già stata celebrata, ma dopo il divorzio e gli scandali sentimentali che lo avevano caratterizzato, non era scontato che la memoria della ex "Altezza Reale" (Diana non perse invece il titolo di Principessa del Galles e incassò a seguito del divorzio una "buonuscita" di 17 milioni di sterline) venisse ricordata con un'emissione numismatica ufficiale da parte del Regno Unito. Fu quindi una decisione abbastanza sorprendente quella assunta dalla Royal Mint e ovviamente approvata dalla Corona, di emettere nell'anno 1999 monete celebrative di Diana in vari metalli, fra cui anche il massimo nominale aureo da 5 Pounds recante , al rovescio, il ritratto della sfortunata Diana, con dedica alla sua memoria: Nell'affiancare l'immagine del dritto, ove campeggia il ritratto rivolto a destra della Regina Elisabetta, al rovescio, dove è proposto il volto triste di Diana, anch'esso rivolto a destra, si crea involontariamente un effetto che sembra testimoniare il vero sentimento esistente fra la Sovrana e la Principessa, con Diana che rifugge e si sottrae allo sguardo imperturbabile della Regina. In questo caso la moneta non raffigura solo dei volti, ma riesce ad esplicitare anche i sentimenti dei protagonisti. M.4 punti
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Recupero questa datata discussione che per me ha rappresentato una tappa importante per la mia formazione (ancora in corso!!!) sulla monetazione gallica. Proponevo una VITTORIA AVG di Postumo che, sebbene non fossi riuscito ad acquistare, avevo analizzato a fondo formulando diverse ipotesi circa la sua produzione. Ipotesi che hanno poi portato a un piccolo articolo uscito su Panorama Numismatico. Oggi come oggi rivedrei alcune parti e sarei tendenzialmente più determinato nella formulazione dell'ipotesi finale circa l'ufficialità o meno del pezzo in questione... ma tant'è, son passati tre anni e nel mezzo ci sono state molte monete e soprattutto molti libri, articoli e discussioni su forum anche internazionali che mi hanno portato a un confronto di ampio respiro che, per la monetazione in oggetto, è oltremodo necessario. Comunque, si trattava di un pezzo che avevo rincorso e che fece un realizzo (di cui francamente non ricordo l'importo) fuori dalla mia portata. Il rammarico di non aver in collezione quel Postumo me lo son portato dietro per un bel po'... in fin dei conti il rovescio era quello di una Vittoria andante verso destra... ricordava Leliano... possibili ibridi con Claudio II o Mario... insomma, era un pezzo ricco di fascino e interrogativi. Poi è arrivato in collezione un Tetrico imitativo con una vittoria analoga e, da ultimo, in tempi più recenti pure Leliano... cosa può volere di più un collezionista di galliche romane?!? Eppure... quel pezzo di Postumo, mannaggia! Se non era per lui non mi sarei buttato sulla "scrittura numismatica"... rimaneva ancora insoddisfatto quel desiderio tipico del collezionista, - irrazionale (e impossibile) - del "possedere tutto" che è poi la pulsione che ci spinge a collezionare. Orbene, dialogando e confrontandomi sulla monetazione gallica con il venditore della Vittoria di cui vi ho raccontato qui: è emerso che pure lui si era imbattuto in un'analoga Vittoria in corsa verso destra di Postumo e che ce l'aveva ancora... e così, eccola qua! Per una manciata di spicci, con un pizzico di soddisfazione, ve la presento: Antoniniano; Zecca Locale; 2.07 gr; 17 mm; D\ [...]POS[...] AVG, Busto drappeggiato e corazzato a d. R\ [...]RIA AVG, la Vittoria andante verso destra con in mano corona e ramo di palma posato sulla spalla Buonissimo stile, un rovescio che non ha nulla da invidiare alle analoghe emissioni ufficiali di Caludio II, dritto con un ritratto imitativo, ma ben realizzato. L'esergo non è visibile per cui... chi lo sa se c'era una lettera di officina come nel pezzo originario di questa discussione! ...ah... ora che ci penso... quel desiderio di cui parlavo prima... ancora non è soddisfatto appieno!4 punti
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Partecipo a questa bella discussione con un sampietrino di San Severino con data particolare...4 punti
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Siamo nella sezione del Sud...ed io parlo per la mia (di sudio intendo) mitica città "Napoli", questa zecca non ha eguali....; la gara non è a quale costa di meno....chi mastica bene la numismatica (e parlo sempre e solo per Napoli) comprende che basta comprare un Gigante oppure un Montenegro una sola volta (max ogni 4/5 anni). Il Montenegro è praticamente sempre fermo, il Gigante almeno qualcosa aggiorna (anche perchè Francesco "fa" inserire sempre, ogni anno qualcosa, perchè è attento a molte discussioni riportate proprio in questo Forum). Il problema è che vengono aggiornati sempre e solo i prezzi (sempre verso l'alto....mha !!) e di rado qualche rarità, ma nessuno dei due fa o fa fare una vera ricerca su tutto ciò che è riportato .....di errato. La discussione, vedo che si evolve (anche se in una sezione del sud) verso un carattere generalizzato dei due cataloghi...quindi fatto questo mio intervento, se non è Napoli....mi fermo.3 punti
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Spenderei due parole su questo tondello. Non uso la parola moneta perché non è una moneta. L'India non ha Elisabetta come sovrana ed è evidente che questo gettone/medaglia non possa avere un decreto di emissione ed è quindi, anche se autorizzata dalla Royal Mint, una emissione privata. Fra tutte le menate inventate negli ultimi anni questa secondo me è la più deprecabile. Infatti il sito della zecca le vendeva come bullion (non hanno finitura BU come la sapphire) senza minimamente accennare alla differenza sostanziale con le bullion coniate a Londra. Dulcis in fundo pcgs la chiude come "sov" senza minimamente porsi il problema. Mi viene da pensare, a questo punto, che il disagio nel vedere ciò sia solo mio e che al resto dei collezionisti importi poco, dato che hanno coniato questi gettoni con vari millesimi. Nulla di male nel voler aumentare il fatturato ma andrebbe precisata la natura di ciò che si vende. Altro discorso per tutta la paccottiglia inventata nel 2017 venduta cara per via delle basse tirature. Il mercato dice che han ragione loro visto che è andato tutto sold out. Però mi domando: le han prese collezionisti o speculatori? Quando lo speculatore le vorrà cedere troverà un collezionista disposto? Fra qualche anno, quando appariranno nelle aste battute, avremo la risposta. Per quanto mi riguarda mi sono avvicinato a questa raccolta affascinato dall'attaccamento alla TRADIZIONE britannica. Un millesimo una sovrana, al massimo una seconda emissione proof ma di tipologia identica. Sfumata la tradizione sfuma il mio interesse e la mia raccolta si ferma al 2017. La paccottiglia la lascio ad altri e guardo indietro nel tempo a quando la sovrana era il simbolo della stabilità dell'impero. Sono vecchio, le novità non mi piacciono ed è evidente che il mercato vada in altra direzione ma passata la moda delle sovrane e quietata la richiesta speculativa io sicuramente non resterò con il cerino in mano.3 punti
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Nonostante la bassa conservazione , e' stato un piacere inserire questo esemplare in collezione 2 Fiorini 1617 (assedio di Vercelli) Carlo Emanuele I2 punti
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Mi raccomando, portate dietro il vostro miglior sorriso per le foto di gruppo2 punti
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Riepilogo per la giornata del 10 settembre : 1) ritrovo, distribuzione del Gazzettino e aperitivo al Cordusio davanti al Bar Spadari alle ore 10,30 2) pranzo alla Salsamenteria di Parma, Via Ponte Vetero 11 ( vicino al Castello Sforzesco ) alle ore 12 ( mi hanno raccomandato questo orario perché è domenica ) - prenotato come da lista per 25 in saletta riservata Menù : affettati vari misti, formaggi vari misti, polenta fritta mix di due primi lambrusco, acqua minerale e caffè prezzo 30 Euro a persona2 punti
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@Jacob641 ti consiglio senza volerti offendere assolutamente, di leggere un po' di discussioni e di risposte degli esperti (lungi da me da volermi mettere in quella categoria) prima di dare certezze nelle risposte... in questo caso abbiamo una firma Draghi, che è quindi la terza, considerando le firma, dopo Duisemberg e Trichet, di una banconota sì stampata PER la Finlandia (lettera L) ma prodotta in Germania (lettera R). La Finlandia non stampa le sue banconote da anni e anni. Comunque spendibile, questo sì penso Un caro saluto.2 punti
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la prima è McAlee 1134c tre dot sotto il collo, definita rara. AVT K G ME KV TPAIANOC DEKIOC CEB ( RADIATO ) La seconda McAlee 1126c sempre tre dot sotto il collo definita comune.2 punti
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Salve , avrei voluto pubblicare questo Post il 27 Agosto appena passato , ma la mancanza di alcune foto scattate solo ieri mi hanno impedito di farlo in occasione della ricorrenza della Santa . Ad Ostia Antica , oltre agli immensi ruderi dell’ antica Citta’ romana , ruderi che meritano una visita da parte di chiunque venga a Roma essendo in pratica una Pompei ricoperta dalle alluvioni del Tevere anziche’ dalla cenere vulcanica del Vesuvio , in piu’ esiste anche un piccolo quartiere del moderno borgo di Ostia antica , che risale al XV secolo , sorto intorno ad una Chiesa chiamata di Sant’ Aurea , la peculiarita’ di questa Chiesa e’ che venne costruita verso la fine del 1400 sopra un antico cimitero romano , nel quale vennero ritrovate le tombe delle due Sante ; di Aurea appunto e di Monnica , questo era il nome originale della madre di Agostino come risulta da un epitaffio marmoreo posto nella Cappella di destra dedicata alla Santa , poi ridotto a Monica . Tutta l’ odierna Ostia antica sorge praticamente sopra l’ antica , tanto e’ che quasi ovunque si vedono antichi ruderi e tracce del basolato della antica Via Ostiense spuntare dal terreno . Tutto intorno al borgo di Ostia antica si estende , specialmente sulla sinistra della Via Ostiense , venendo da Roma , un immenso cimitero antico ; questo al di fuori della grande area recintata degli scavi archeologici visitabili , ma area piccola in confronto all’ estensione della antica Ostia , insomma nel borgo di Ostia antica , come a Roma , si cammina sopra millenni di Storia . In breve la sua storia terrena di Santa Monica Monnica nacque a Tagaste in Numidia , Africa , nel 331 e mori’ ad Ostia il 27 agosto 387 , giorno fissato dalla Chiesa quale ricorrenza della Santa , ricorrenza da pochi giorni trascorsa ; fu la madre di Agostino d' Ippona , entrambi santificati dalla Chiesa Cattolica . Monnica era quindi una Berbera ma nacque in una famiglia profondamente cristianizzata e di agiate condizioni economiche . Ando’ in sposa ad un certo Patrizio , un proprietario terriero di Tagaste , non ancora cristiano il cui carattere lo portava spesso ad esserle infedele ma con il suo carattere mite e dolce alla fine ne ammorbidi’ i difetti . Nel 371 Patrizio si convertì al cristianesimo e si fece battezzare , appena in tempo perche’ l 'anno seguente mori’ ; Monica aveva all’ epoca 39 anni . Partori’ il primo figlio Agostino a 22 anni , nel 354 , che divenne poi famosissimo come Filosofo , Vescovo e Teologo , fu l’ autore di vari scritti , tra cui i maggiori furono le “Confessioni” e la “Citta’ di Dio” . Monica ebbe in seguito un altro figlio di nome Navigio e una figlia di cui si ignora il nome , ai quali dette a tutti e tre una educazione cristiana . Soffrì molto per la condotta giovanile spregiudicata e dissoluta di Agostino e quando Agostino si trasferì a Roma decise di seguirlo ma lui con uno stratagemma la lasciò a terra a Cartagine , mentre lui s' imbarcavano verso Roma . Monica passò la notte a Cartagine in lacrime sulla tomba di San Cipriano , fatto che narrera’ postumo lo stesso Agostino nelle Confessioni . Nel 385 Monica poté imbarcarsi per Roma e raggiunse il figlio Agostino a Milano , dove nel frattempo ricopriva la cattedra di Retorica . Il suo amore materno e le sue ferventi preghiere favorirono la conversione di Agostino , che ricevette il Battesimo ad Aprile del 387 , a 33 anni . Ritroviamo poi Monica accanto ad Agostino a Cassiciaco vicino Milano , discutendo con lui e altri familiari di Filosofia e di altri argomenti di carattere spirituale , partecipando anche con sapienza ai discorsi , al punto che Agostino volle trascrivere nei suoi scritti le parole della madre ; in questi anni si completa la missione spirituale di Agostino . Monica insieme ad Agostino lasciò Milano diretta a Roma e poi a Ostia dove affittarono una casa in attesa di una nave in partenza per l' Africa . Anche questo fu un periodo carico di spiritualita’ che Agostino riporta nelle sue Confessioni . Qui ad Ostia Monica si ammalò e morì , aveva 56 anni . Il suo corpo fu tumulato nel luogo in cui in seguito sorse la Chiesa di Sant' Aurea di Ostia . Il 9 Aprile 1430 le sue reliquie furono traslate a Roma , forse per il pericolo saraceno , nella Chiesa chiamata all’ epoca di San Trifone , oggi invece dedicata al figlio di Santa Monica , Sant' Agostino e poste in un pregiato sarcofago in marmo . Vediamo ora chi era Aurea a cui e’ dedicata l’ antica Chiesa di Ostia Antica : Nella Cappella di destra sono state sistemate due importanti lastre tombali , la prima reca scritto CHRYS... HIC DORM... (CRHYSE HIC DORMIT) , cioè “qui riposa Aurea” . Era questa la lastra che indicava il luogo delle reliquie di Sant' Aurea , la martire che ha dato il nome alla chiesa : Aurea era una nobile giovane romana che venne prima esiliata , poi torturata ed infine martirizzata tramite annegamento in mare ad Ostia , sembra intorno all' anno 229, cioè sotto l' Imperatore Alessandro Severo o forse nel 258 sotto l' Imperatore Claudio il Gotico , insieme ad altri cristiani . Credo sia piu’ probabile la seconda ipotesi , sapendo del carattere piuttosto mite di Alessandro Severo e favorevole verso il Cristianesimo . In questa Cappella di destra , entrando nella Chiesa , si legge anche l' antica lapide che ricorda la sepoltura di Santa Monica , che recita : Hic posuit cineres genitrix castissima prolis Augustine tui altera lux meriti cui servans pacis coelestia iura sacerdos commissos populos moribus instituis gloria vos maior gestorum laude coronat virtutum mater felicior subolis Che tradotto : Qui le ceneri lasciò la tua castissima madre , o Agostino , nuova luce ai tuoi meriti , tu che sacerdote fedele alle prerogative della pace ammaestri con la vita i popoli a te affidati , la gloria delle opere , maggiore di ogni lode , vi incorona : la madre , specchio di virtù , più beata del figlio . Il frammento qui’ conservato fu ritrovato casualmente da uno dei padri agostiniani nel 1945 e corrisponde fedelmente alla trascrizione che era nota da un pellegrino altomedioevale che erroneamente l' attribuiva al Console Anicio Auchenio Basso che ricopriva la carica consolare nell' anno 408 . Seguono in ordine di foto : Chiesa di Sant' Aurea , quartiere del XV secolo , Chiesa di Sant' Aurea altare Maggiore , epigrafe di Sant' Aurea (2) , epigrafe di Santa Monica (2) , quadro rinascimentale con Monica ed Agostino , reperto archeologico non leggibile , epigrafe di Santa Monica dove compare il nome Monnica , castello di Papa Giulio II attiguo alla Chiesa , antica fontana dentro il quartiere del XV secolo , portale di ingresso al quartiere pieno di reperti antichi , viale di ingresso alberato con Pini agli scavi archeologici di Ostia antica , tratti antichi della Via Ostiense con basoli e tracce dei marciapiedi piu' ruderi antichi (6) , Chiesa di Sant' Agostino in Campo Marzio dove riposa il corpo di Santa Monica , sepolcro di Santa Monica (2)2 punti
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Beh.. attenzione perchè se andiamo avanti cosi.. dobbiamo cambiare location... A parte gli scherzi, chi è ancora indeciso non esiti, certi momenti sono irripetibili, è anche un'opportunità per conoscerci e per poter dire un giorno c'ero anch'io.. Eros2 punti
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Mario lasciaci qualcosa anche a noi... Comunque stupendo excursus su Milano e i suoi magnifici volti. Alzate lo sguardo se vi capita di passare tra via Melzo e via Frisi: vi ritroverete catapultati in un’altra epoca. E nonostante il cinema Dumont (1910-1932) non esista più, c’è stato un tempo in cui Milano – dietro questa strepitosa facciata liberty – imparò ad amare le magie della Settima Arte. Siamo nel 1908, periodo di visioni incredibili. Una fase di mezzo in cui l’ingegno umano non smette di creare e i venti bellici soffiano ancora a debita distanza. Nel 1891 Nikola Tesla dà il via ai suoi coraggiosi esperimenti “wireless” per le comunicazioni-radio; quattro anni dopo due fratelli francesi (August e Louis Lumière) inaugurano a Parigi il loro “cinematographe” inventando una strana arte in movimento a cui verrà dato il nome di cinema; nel 1899 scendono in strada le prime rudimentali automobili grazie all’ausilio del motore a scoppio. In pratica sono anni in cui succedono “cose” e si guarda a Parigi esattamente come si fa oggi con Cupertino. Due imprenditori milanesi, i fratelli Galli, respirano a pieno quest’ebbrezza e –motivati dall’esperimento del Lumière di Pisa (prima sala cinematografica italiana in assoluto) – decidono di provarci nella loro città: anche Milano avrà la sua “lanterna magica” ospitata in un luogo a cavallo tra eleganza e fantasia. Il nome scelto sa di grandeur (Dumont) e il progetto affidato a due nomi di grido: gli architetti Tettamanzi e Mainetti. L’area scelta è quella all’angolo tra via Melzo e via Frisi (famosa in passato per il Lazzaretto) ed è lì che viene edificata una palazzina la cui facciata è un trionfo liberty. Dentro non manca nulla: una sala d’aspetto, il bar, una cabina di proiezione e il parterre arricchito da una pavimentazione lignea con 516 posti a sedere suddivisi in 20 file di comode poltroncine. È il 1910 e per un bel po’ saranno solo successi al botteghino. Poi qualcosa cambia: il locale comincia a ospitare seconde visioni e l’appeal viene imbruttito da un nuovo tipo di clientela, più rozza e turbolenta. Il lucido parquet viene ripetutamente calpestato da zotici che scambiano il luogo per una balera, i divieti di fumo vengono puntualmente disattesi e per terra è tutto un mix di noccioline, bucce d’arancia e “staccaganass” (dolci durissimi, il popcorn dell’epoca) per un triste carnevale di lerciume e maleducazione. Non può durare. Tant’è che nel 1932, alla morte dei Galli, scompare pure la loro “isola felice”. Scampato ai bombardamenti del ’42-’44, per il Dumont le agonie non sono ancora finite: nel 1953 viene addirittura decisa la sua demolizione, ma il comitato di zona insorge respingendo lo scempio. Il vecchio cinematografo si ricicla prima come autosalone e poi come deposito di ambulanze. Nel 1993, infine, l’idea di tramutarlo nell’attuale Biblioteca Venezia riconvertendone l’atrio e mantenendo le tre colonnine originali di Tettamanzi e Mainetti.2 punti
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Lo stato di conservazione di una moneta non è dato dalla sua lucentezza ma dai rilievi. Se noti, vedrai che la figura femminile ha il seno dx appiattito, i capelli sembrano una cuffia per proteggersi dal freddo, i capelli del Re sono quasi scomparsi. Azzardo una cosa: quello che te l'ha venduta l'ha spacciata per spl? E come tale te l'ha fatta pagare? Bisogna essere critici con i vari commercianti e discutere, se necessario, i prezzi proposti. C'è la tendenza, per alcuni commercianti, di tenere un gradino più alto, in caso di vendita, e un gradino più basso in caso di acquisto da collezionista l'asticella della conservazione e di conseguenza il prezzo. Per farsi l'occhio sulle conservazioni, bisogna vedere tante monete. Qui nel forum hai la possibilità, spulciando nelle varie sezioni di vedere tante monete e leggere i giudizi che le vengono dati. Per imparare, prima di leggere le risposte, analizza le foto e dai un giudizio; poi leggi il seguito.2 punti
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Ancora rame, nuovamente simboli, se si osserva attentamente da quella torre, si può udire il racconto che questo tondello vuole gentilmente elargire... Un piccolo nominale, ancora numeri, il 9 Anche questo mi ha sempre affascinato, ancora attrazione, inspiegabile ma ricca di significati, sarà che a me piacciono tutte... Napoli Ferdinando IV 1789 9 Cavalli.2 punti
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Clemente VII, mezzo giulio coniato a Piacenza in occasione del Giubileo del 1525: Non in alta conservazione, ma se l'esemplare della collezione (ex) Reale è forato...direi che posso tranquillamente accontentarmi!2 punti
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Da settembre 2017, con la distribuzione del catalogo Gigante 2018 molte cose cambieranno: sarà l'anno delle napoletane e siciliane. In questi giorni stiamo lavorando per gli aggiornamenti dell'oramai storico catalogo commerciale. Vi mostro in anteprima 10 delle 150 pagine corredate dai miei appunti inerenti le zecche di Napoli e Palermo del periodo 1734-1859.... Palermo sarà in particolare completamente rivisitata e migliorata, i gradi di rarità e le quotazioni che giacevano in una situazione di stallo decennale cambieranno radicalmente nel 70% dei casi, molte le migliorie e le rettifiche, tutto questo anche grazie al supporto di due nuovi collezionisti/collaboratori siciliani i quali nomi verranno citati tra i ringraziamenti dallo stesso Fabio Gigante. Grazie a tutti per l'attenzione!1 punto
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Io ne so meno di @chievolan ma qualcosa aggiungo. La dracma in questione appartiene alla Satrapia Occidentale, nata dallo smembramento dell'Impero Gupta. Dietro la testa del sovrano trovi indicata la data, ma delle tre lettere se ne vede soltanto una; al rovescio (che devi abbondantemente ruotare a sinistra) trovi il nome del sovrano. Il brahmi non è difficile e - se trovo un po' di tempo nel fine settimana - ti sciolgo la legenda, peraltro perfettamente leggibile. La datazione è piuttosto ampia: dal I al IV secolo d.C. anche se la moneta in questione mi sembra appartenere alle ultime serie. Lo studio della monetazione indiana ti apre veramente un mondo. Anche se non c'entra molto, mi piace ricordare un maestro nel campo dell'orientalistica: Pio Filippani Ronconi. Un giorno, accogliendomi nel salotto, si meraviglió che - pur conoscendo il latino e il greco - non sapessi ancora il sanscrito. Un mito.1 punto
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Questa volta mi impegno1 punto
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Buonasera, a proposito di denari di Corrado II con legende atipiche, questo esemplare (0.86 g, 16 mm, 0°) presenta, nella legenda del rovescio, una M al posto della N. Un caro saluto, Valerio1 punto
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No,probabilmente l'italianizazzione di "su' da doss ,can!" Togliti di dosso cane!..1 punto
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Ciao, domanda interessante la tua... in parole povere per la monetazione euro la "regola" della bassa tiratura con sinonimo di rarità non è sempre applicabile, in quanto a far da padrone non è la tiratura ma bensì il metodo di distribuzione. In questo frangente abbiamo appunto monete con tiratura ben oltre il milione ad essere considerate rare (nonostante la giovane età dell'euro) e monete con tiratura di poche migliaia di pezzi passere letteralmente inosservate nel panorama numismatico (tipo le lussemburghesi e olandesi). Un esempio che posso farti, riguarda la 2 euro commemorativa Finlandese del 2004 a tiratura abbastanza alta, ma furino inserite nei rotolini mischiate alle classiche comuni, quindi di difficile reperibilità, in quanto la loro presenza nei rotolini era davvero bassa, scatenando una sorta di caccia al tesoro. Altro fattore importante è la richiesta, l'euro infatti è collezionato da moltissime persone in tutta Europa non solo, monete ad esempio dei piccoli stati quali Vaticano, San Marino, Monaco e Andorra sono molto ricercate e apprezzate dai collezionisti, complice il loro metodo di distribuzione "difficoltoso" a livello di reperibilità in particolare per il piccolo collezionista. Spero di essermi spiegato correttamente e soprattutto esserti stato utile.1 punto
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Quella del restauro è una decisione che è legata al gusto personale del possessore. A differenza delle monete, per le medaglie devozionali è più frequente che venga richiesto questo tipo di intervento, specialmente quando sono presenti ossidazioni di un certo rilievo che con il tempo tendono ad intaccare il metallo in maniera non recuperabile,1 punto
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Buona giornata Penso che ti riferisca a quella apposta su uno scudo della croce a nome del doge Francesco Molin, inserita in questa discussione. saluti luciano1 punto
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Buongiorno, ecco il millesimo successivo: Ferdinando IV Cavalli 9- 1790, Notate le differenze nella torre al rovescio, lati superiori dritti.1 punto
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....ecco le torrette.....da una ricerca fatta con un grande Amico del Forum....quelle finora censite sono ad oggi cinque .1 punto
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Ottima moneta e rara variante la 9 torrette. Stai sempre sul pezzo Rocco. Già la conoscevo e non aggiungo nulla di quello che già ti ho scritto in privato... riguardo alle mezze piastre, beh che dire, bellissime e con una patina stupenda. Complimenti a @motoreavapore, come al solito hai notato subito il particolare. Saluti Angelo1 punto
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Buonasera, anche se la discussione riguarda la prossima uscita del Gigante 2018 con conseguenti cambiamenti nelle rarita' e prezzi delle monete napoletane e siciliane...... Non posso che essera stra-contento per il nuovo lavoro di Pietro, in questi pochi mesi di mia presenza nel Forum ho apprezzato la sua infinita passione per lo STUDIO delle monete Napoletane, nel mio post precedente ho scritto che per la monetazione napoletana sono finiti i "copia e incolla"....si, perchè conoscendo Pietro....non basta che una moneta venga riportata con riferimenti precedenti....la moneta va cercata, va vista.....si deve capire il perchè venne coniata. Per questo aspetto con impazienza il suo nuovo lavoro, ho ancora ...anzi, abbiamo molto da apprendere tutti. Saluti, Rocco.1 punto
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@Legio II Italica ho letto i Classici da te postati ,nel primo si puo dedurre che in un periodo di tempo la terra sia stata bombardata da meteoriti nel secondo si parla gia di qualcosa un po di fenomeni strani , gli autori come potrebbe pensare qualcuno non sono ignoranti anzi qualcuno di loro parla gia che piu in la i posteri potranno dare risposte piu specifiche su tali avvenimenti.Credo che come modo di pensare loro stessero un passo avanti a noi ,oggi si pensa che il tempo è fermo ai tempi che viviamo e non a un futuro che fa progressi da giganti sopratutto in invezioni non dimentichiamo che due robot hanno dialogato tra di loro escludendo l'uomo se si cambia mentalita e pensando che l'universo come ho gia espresso anche io prima è vecchio di 15 miliardi di anni.Allora perchè escludere civilta di altri pianeti evoluti prima di noi tutto nell'universo è fatto della stessa materia :acqua, ferro presente nelle meteoriti gas in altri soli, forse il discorso è che oggi si ha paura che altre civilta vengono e ci sottomettono?.Purtroppo il corso del tempo non puo cambiare anche con tutte le teorie possibili non si potra mai tornare indietro e cambiare cio che è accaduto,perchè fino ad ora le guerre sono ancora scritte sui libri di scuola,Cristo è ancora in croce e Napoleone è morto in esilio.Bisogna pensarla come i grandi studiosi di 2000 anni fa studiare perchè i posteri possono dare risposte piu specifiche.1 punto
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Mi permetto di aggiungere qualche notizia su S.Monica.La santa è protettrice delle madri di famiglia: perchè con bonta e mansuetudine riusci' ad addomesticare il marito avendo ragione dei pettegolezzi delle ancelle e perfino del caratteraccio della suocera, conquistandosi con cio l'ammirazzione (e l'invidia) delle amiche. La figlia prese il velo e la sua piu grande consolazione che Agostino divenne cristiano grazie a Sant'Ambrogio.1 punto
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Una immagine storica potrebbe essere questa con le chiuse...1 punto
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Chi fu il Conte Paolo Andreani ? Credo che a pochi dica qualcosa eppure... Paolo Andreani nasce a Milano nel 1763, di famiglia borghese, abita nel palazzo che ospita ora la Biblioteca Sormani. Andreani sa di tutto, filosofia, storia, lettere, matematica e... Ma ben presto capisce che le aspirazioni lo portano a diventare aeronauta. Il 13 marzo del 1784 compie una impresa storica, dal suo giardino di Brugherio nei pressi di Milano compie il primo volo umano su un aerostato, il primo volo italiano in assoluto e il quarto nel mondo. La medaglistica ricorda questa impresa di questo coraggioso e ingegnoso milanese con una medaglia del 1784 celebrativa dell'evento opera di Guillemard e di Ranieri 51 punto
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Se andiamo alla ricerca di posti insoliti e storici uno è sicuramente la Conca di Viarenna in Via Conca del Naviglio. E' una conca di navigazione non utilizzata costruita dalla Veneranda fabbrica del Duomo tra il 1551 e il 1558. Serviva per collegare il Naviglio Grande alla cerchia dei Navigli. Ricollocata in fondo anche l'edicola che riporta il decreto del pedaggio e dei dazi per i barconi.1 punto
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Ci sarebbe tanto da ricordare di Leonardo, le chiuse per i canali per esempio, Ludovico però lo ricompensò su una sua richiesta specifica, gli lasciò un terreno, una vigna, che è parte del Palazzo delle Stelline proprio di fronte a Santa Maria delle Grazie, Leonardo si sentiva in fondo milanese...1 punto
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Ok, adesso mi è chiaro. Guardavo dietro la testa e non trovando nulla credevo fosse senza le iniziali. Sotto pensavo facesse parte della legenda.....grazie mille.1 punto
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Ciao Ragazzi , a me interessano solo le monete napoletane, comprerò il catalogo del Prof. Pietro Magliocca. spero che lo pubblichi al più presto.1 punto
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@dux-sab Sarebbe un bene, perché adesso almeno noi siamo allertati e pronti a non farci fregare . Dubito però di aver una qualsivoglia influenza sui potenziali acquirenti e quindi sulla convenienza di tale operazione. Il fatto che pochi anni fa sia comparso sul mercato un inedito (e falsissimo.... secondo me) denaro di Rodolfo, ma per Verona, indica che c'era già attenzione su monete del genere, anche se nessuno aveva ipotizzato prima l'esistenza del pezzo. I falsari conoscono i gusti delle loro vittime molto meglio di qualche isolato ricercatore, potete starne certi. Ammetto comunque che a questa possibilità di istigare un crimine non avevo proprio pensato, speravo invece nella possibilità di indurre qualcuno a guardare con più attenzione le legende spesso assai poco chiare di queste monete, all'occasione, ed a porsi qualche domanda. E secondo me questo 'gioco' vale comunque la candela. Cari saluti, Andreas1 punto
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Sono già curioso di vedere le foto che saranno scattate all'evento! Emozionato, anche se non sarò presente, per il fatto del mio Articolo!1 punto
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Mio nonno era in artiglieria. Nei pochissimi racconti trapelati parlò di una prima assegnazione nella difesa costiera della Puglia e poi di un trasferimento proprio in Sardegna: delle varie navi partite (7? 8? ) arrivò solo la sua. Le altre tutte affondate e su una di quelle c'era un suo cognato. Da quello che capii sbarcarono sotto il fuoco nemico e si salvò sotto una grossa roccia o una grotta dove rimase per giorni, finché in preda alla febbre fu portato in casa da dei civili e curato per poi riaggregarsi al reggimento. Contrasse comunque dei gravissimi reumatismi alle gambe che lo accompagnarono anche dopo la guerra per almeno tutti gli anni '50. Mi piacerebbe sapere in che reggimento stava e avere più dati certi su date e trasferimenti ma non abbiamo nessun documento e ormai è morto da anni... Saluti Simone1 punto
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In attesa che @El Chupacabraci racconti la terza parte della vicenda, continuo con qualche schizzo di vita militare. Febbraio 1943, l'artigliere da montagna C.L. è in licenza per la nascita della figlia. Furbescamente, a ridosso della scadenza della licenza, ha un colpo di genio: prolungare la permanenza a casa, procurandosi un accidente. Così, dopo essersi schiacciato l'alluce, lo cosparge con la sostanza lattiginosa delle foglie di fico. Morale della favola, l'infezione gli causa un febbrone da cavallo e gli vengono riconosciuti sessanta giorni di convalescenza. L'alluce, invece, non sarebbe più tornato lo stesso di prima, lasciandogli - a perenne memoria - un'unghia più brutta delle altre. A fine aprile rientra in caserma. Qui viene accolto con stupore da un graduato che gli chiede come mai fosse lì e soprattutto per quale ragione fosse ancora vivo. La batteria di C.L., infatti, non esisteva più: destinata al presidio italiano in Corsica, era stata imbarcata sul Piroscafo Francesco Crispi, affondato da tre siluri britannici nel pomeriggio del 19 aprile, 18 miglia a largo di Punta Nera. Al nostro artigliere (salvo per un'unghia, è il caso di dire) rimase per anni il peso - misto di gioia e rimorso - di non essere stato una delle 943 vittime dell'affondamento.1 punto
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Rispondo qui al commento/richiesta messo in calendario eventi di @FRANZOSI Giuliano per la spedizione o abbonamento del Giornale. E' una pubblicazione non periodica e non a fini di lucro ( ovviamente una offerta libera è sempre benvenuta ) con consegna a mano della copia cartacea nei luoghi dove qualcuno di noi sarà presente personalmente. Sicuramente dal 10 settembre in avanti ogni domenica mattina al mercato del Cordusio a Milano, ma anche dove saremo tipo a Bergamo al Convegno dei Circoli, sicuramente a Verona, ma magari anche in qualche presentazione tipo al CCNM di Milano o altro che valuteremo e che si presenterà, sarà buona per ritirarlo. Ciò non toglie che ci possa essere qualche volonteroso ambasciatore che venga a ritirarlo in qualcuna di queste sedi e portarlo a destinazione. Come per il primo anche per il secondo ci sarà un periodo di distribuzione manuale del cartaceo poi anche questo verrà messo dopo un tempo ragionevole on line con le consuete modalità sia su Lamoneta nel nostro forum dedicato a Quelli del Cordusio o sulla nostra pagina su Academia.edu. Uno degli obiettivi di fondo tra i tanti è quello di creare e cercare il contatto diretto con l'appassionato onde formare una rete di conoscenza , proselitismo e divulgazione della numismatica, tutto questo ti permette di rendere sempre più reale un gruppo che nasce virtuale e si ritrova ad essere molto reale e presente in moltissimi ambiti della numismatica, sempre a disposizione comunque per ogni ulteriore chiarimento1 punto
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Riportiamo la discussione nel seminato. Il fregio presente sul cappello da campagna del mitragliere repubblicano (-ini è brutto) è quello della fanteria; le mostrine dovrebbero essere rosso scuro, ma è difficile stabilirlo dalla foto in b/n. Per restare in tema, ma con toni più lievi, mi piace ricordare il simpatico caso di un graduato del 3° Reggimento di Artiglieria Alpina. L'8 settembre del 1943 si trovava in Piemonte con il suo Reparto; appena ebbe ascoltato il comunicato dell'armistizio, il Comandante dell'unità pose tutti i suoi uomini in licenza straordinaria, permettendo loro di allontanarsi o restare a combattere al fianco dei tedeschi. ll nostro artigliere percorse con mezzi di fortuna i 700 km che lo dividevano da casa e, giunto a destinazione, si mise ad aspettare che la guerra finisse. Fortuna volle che un reparto tedesco installasse il proprio quartier generale proprio nella sua abitazione, chiudendo un occhio sulla sua condizione di "non belligerante". Due anni fa mi capitarono fra le mani alcuni fogli matricolari del disciolto Distretto Militare di Littoria / Latina e recuperai la documentazione relativa al suddetto soldato. Fin qui nulla di eccezionale, se non fosse che, dal momento che non era mai rientrato nella propria unità di appartenenza, era stato accusato di diserzione e mai posto in congedo fino al... 1984!1 punto
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Sezze, 90 km a Sud di Roma, ultima settimana di maggio del 1944. Le truppe tedesche della 1° Divisione Corazzata Paracadutista Hermann Göring, di stanza nella vallata di Suso, appresa la notizia della caduta del fronte a Montecassino, abbandonano le postazioni per dirigersi verso i Castelli Romani e organizzare la difesa della Capitale. Cinque soldati, addetti alla mensa, decidono di disertare e attendere l'arrivo degli Alleati. "Non abbiamo nulla da temere - si dicevano - per noi la guerra è finita". Sfortuna volle che a Sezze non arrivarono gli Inglesi o i Polacchi, ma i poco benevoli Americani dell'85ma Divisione di Fanteria. I cinque ragazzi allora appresero - loro malgrado - come gli uomini dell'85ma non facessero prigionieri: vennero fatte scavare loro tre buche, vennero fatti scendere due nella prima, due nella seconda e uno nella terza e vennero freddati a raffiche di mitra. Quando alla metà degli anni '50 si procedette alla riesumazione dei corpi, per deporli nell'ossario del locale cimitero, le divise che li rivestivano erano ancora integre: nello stivale di uno dei cinque venne rinvenuto un pettine, un paio di pinze da meccanico e una fotografia raffigurante una giovinetta con un bimbo fra le braccia. La guerra...1 punto
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Ciao a entrambi, non sono in ferie ma "solo" un po' in ritardo... vi chiedo scusa. Grazie innanzitutto a @Rocco68 per la pazienza con cui segue questa sezione, e per le ottime foto abbinate al suo interessantissimo quesito. Grazie all'amico @petronius arbiter per l'attenta ricerca, e per le utili risposte rinvenute. --- Nel merito, la domanda di fondo rimane purtroppo senza risposte sicure. Dal punto di vista araldico, il numero delle torri nella bordura dello stemma del Portogallo è tradizionalmente e normalmente di sette. Questo vale per lo stemma ufficiale e normale del Paese lusitano, e per gli esemplari risalenti ai secoli moderni e contemporanei. Quindi, anche per le epoche in cui lo stemma portoghese entrava a far parte della complessa arma dei Borbone di Napoli. In precedenza, non era infrequente che l'arma di Portogallo contenesse in bordura un numero di torri diverso da sette: nel Livro do Armeiro-Mor, il più celebre e bello fra i manoscritti araldici di quella nazione (risalente al 1509), sono miniate varianti dell'arma contenenti torri in quantità variabile da otto a tredici. --- É da escludere che gli incisori delle zecche dei Borbone fossero a conoscenza di questi esempi rinascimentali dello stemma portoghese. Sembra più corretto dire che in antico il numero delle torri fosse ininfluente: ciò che contava era che fossero d'oro, e che occupassero con elegante armonia lo spazio della bordura di rosso a esse destinato. In epoca borbonica, invece, pare lecito pensare che l'incisore non si curasse della "perfezione filologica" del contenuto araldico di un quarto non principale dello stemma reale. Quest'ipotesi sembra confermata dal contenuto interno dello stesso quarto portoghese, dove al posto dei cinque quinas (scudetti) posti in croce ci sono sei palline che scimmiottano il più grande quarto dei Medici sulla sinistra del medesimo stemma... ...e per tacere del quarto dei Farnese (quello che sovrasta il quarto di Portogallo), nel quale i canonici sei gigli sono stati decurtati a cinque! Perchè tutto ciò? Forse perchè si trattava di quarti "lontani" dall'ambito sociale e culturale dell'epoca di quegli artisti incisori, i quali quindi avevano scarsa nozione e ancor più scarsa attenzione verso stemmi a loro quasi (se non del tutto) sconosciuti. --- Si tratta di ipotesi, certamente... ...ma la ricchezza di varianti negli stemmi borbonici coniati su monete di quel periodo (e presenti anche in esemplari di ambito non numismatico, vedi il link reperito da @petronius arbiter) induce a considerarle qualcosa di più che semplici congetture.1 punto
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Allora vediamo di procedere con ordine in quella che è una storia che solo in Italia - penso - possa svolgersi... Innanzitutto la foto: probabilmente siamo nell'inverno (gennaio-febbraio) del 1944, a Milano, nei pressi del quartier generale di Rodolfo Graziani. Vi sono tre giovani soldati italiani (credo Arditi dalle mostrine) che sembrano - nonostante tutto - non aver perso lo spirito goliardico e due soldati tedeschi (in verità un poco perplessi) che si prestano a posare per la foto. Ovviamente per questi ultimi, la guerra è una cosa seria e sembrano un po' impacciati e rigidi in quella che per loro è una poco comprensibile sceneggiata. Il sergente, se non ricordo male, mi è stato descritto come un elemento di collegamento tra il Comando tedesco e quello italiano in qualità d'interprete e svolgeva anxhe un'altra incombenza: si occupava di aggiornare sulla cartina i movimenti del fronte puntando delle bandierine-segnalino che, con suo sommo dispiacere, vedeva di giorno in giorno, convergere verso la Germania. Ma torniamo ai tre soldati italiani: non so dirvi esattamente quale sia il soldato di cui ho sentito la storia nè ricordo il nome. Non so nemmeno se si trattasse di un lontano parente, di un amico di famiglia o di un semplice vicino di casa. Mi è rimasta impressa solo la sua vicenda umana. Era nato credo nel 1924, la sua giovinezza si svolse tutta nell'esaltazione della Patria: l'epopea del Risorgimento, il fresco ricordo di Vittorio Veneto, il Duce che aveva sempre ragione, la vittoriosa guerra d'Etiopia, l'Impero, le quattro Divisioni al Brennero a monito contro Hitler... insomma, mettetevi nei panni d'un ragazzo che crede di appartenere ad una grande e vincente nazione intriso fino al midollo di retorica fascista con cui era "nutrito" a scuola e capirete perchè, allo scoppio della guerra nel 1940, sedicenne, non ci pensa due volte e "corre alle armi" ad arruolarsi come volontario. Suo padre, che la guerra l'aveva fatta per quattro anni sul serio, compresa tutta la ritirata di Caporetto, non appena saputa la notizia, trascina il figlio all'ufficio reclutamento per tentare di annullare la domanda e deve subire la ramanzina dell'addetto al reclutamento. "Lei dovrebbe essere fiero di suo figlio... lo spirito guerriero... La Patria ha bisogno di tutti, va servita nel momento del massimo bisogno... si vergogni..." Il destino volle che, richiamato dalla discussione, intervenisse l'ufficiale in comando che, riconusciuto nel padre l'eroico sottufficiale di cui aveva potuto apprezzare l'abnegazione, richiamò il reclutatore al rispetto per l'uomo e gli ordinò di stracciare la domanda d'arruolamento. Passarono i mesi, il nostro ebbe modo di "assaggiare" la tanto esaltata guerra coi primi bombardamenti su Milano, coi razionamenti, con le notizie dal fronte che - sebbene edulcorate - lasciavano trasparire tutte le difficoltà di un esercito impreparato per un conflitto mondiale. Al compimento del diciottesimo anno d'età (1942) venne chiamato alle armi, ma già tutto l'ardore guerriero era scemato. Ebbe appena il tempo di terminare l'addestramento e tornare a Milano in attesa della nuova destinazione, quando giunse l'8 settembre 1943. A questo punto non ebbe esitazioni: buttò la divisa (e con lui altri migliaia di soldati) e tornò a casa convinto che la guerra fosse finita. Naturalmente non era così: il destino aveva in serbo per lui altri progetti. (fine prima parte)1 punto
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Bel post, davvero, peccato ti sia perso nel finale. Può anche darsi che alcune (non certo tutte) "associazioni umanitarie" perseguano altri scopi, ma non mi pare sia il caso di fare di tutta l'erba un fascio, no? petronius1 punto
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