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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/05/17 in Risposte
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Splendidi questi elementi marmorei ora nel Museo del Duomo e provenienti dalla stessa Cattedrale con stemma di Milano e imprese.3 punti
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Buona giornata Credo nessun rapporto, se non di similitudine; la bandiera inglese prende spunto da quella genovese (croce rossa in campo bianco, detta anche croce di San Giorgio). Bandiera che - pare - fosse già in uso da parte delle milizie genovesi ai tempi della presa di Antiochia (1098). Gli inglesi ottennero da Genova il permesso di adottare la loro bandiera crociata circa un secolo dopo, così da aver protette le loro navi dai pirati durante la navigazione nel mar Mediterraneo e nel mar Nero; luoghi dove la marineria genovese era molto presente e temuta. Per questo privilegio il re inglese pagava al doge genovese un tributo annuo. Questo è quanto si tramanda ed io ti riferisco; ammetto di non aver fatto specifiche ricerche in merito. Un cultore della storia genovese saprà certamente essere più preciso del sottoscritto.... saluti luciano3 punti
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Ci tenevo a raccontare questo episodio della Seconda Guerra Mondiale, certamente da noi poco conosciuto anche nelle sue interessanti implicazioni numismatiche. Poi proprio ieri si può dire che ho trovato una fortunosa "ispirazione"... Forse ci metterò un pò a scrivere il tutto, ma l'importante era cominciare...2 punti
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Buonasera a tutti... mi date un parere sulla conservazione e sulla effettiva rarità di questo 12 Tarì 1795.... e magari su quale potrebbe essere un prezzo equo a cui acquistarla? Grazie in anticipo. (il Gigante la cita come NC- il Montenegro come R ma sinceramente si vede davvero poco in vendita!!??)2 punti
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Ciao Amico Asclepia....non è la mia monetazione, Ti posso solo confermare quello che hai scritto al primo post.....molto piu' rara di quanto riportata...2 punti
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Buonasera a tutti...pure a me non convince tanto... Osservando: il 7 della data sembra avere la parte orizzontale più sottile. L'8 sembra avere una forma un po' diversa...so che è vago ma sembra che i due braccetti che devono chiudere l'otto non si incontrino dietro l'otto, sembrano leggermente spostati (almeno io ho questa impressione) Il L5 (come scrive @santone) è strano,sembra più sottile che in monete certamente originali; il ciglio del 5 è evidentemente più sottile, come il ricciolo e come il piede della L. Il pizzo di Vittorio sembra avere un ricciolino in meno, anzi più corto e sfuggente (vedi allegati per confronto). E poi l'immagine per quanto piccola dell'ultima rosetta del post 8 è molto sospetta.... ma aspettiamo il peso. Mi scuso per le immagini ma non son riuscito ad ingrandire di più quelle della moneta sospetta, ma sforzando un po' gli occhi le differenze si vedono. p.s. anche il colore non è dei più convincenti2 punti
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Siamo nel comune di Santa Croce Camerina quello che si intravede nella foto precedente con il tramonto è la frazione di Punta secca, i due siti archeologici sono Kamarina e la meno conosciuta Caucana2 punti
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Al compleanno della discussione non potevo non postare un esemplare Filippo II al R/ finale di legenda tre pallini disposti in triangolo.2 punti
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Non c'era la foto nel catalogo d'asta della collezione Mantegazza: era riportata solo la descrizione "variante inedita ......... lettera A rovesciata."2 punti
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Ringrazio per l'invito più che gradito. Purtroppo per domenica 10 ho già da tempo fissato un impegno. Sarò più che volentieri dei vostri alla prossima occasione. Grazie ancora. M.2 punti
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Ciao a tutti, come già anticipato sarò solo all'aperitivo. Sarò al Cordusio in anticipo per fare un salto a salutare Gianfranco (@gpittini), sperando sia presente e operativo .2 punti
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Ho chiesto a tutti i numismatici torinesi se avevano ancora il blister con il 2 fiorini di C.E. I dell' assedio di Vercelli , mi e' stato risposto che e' andato esaurito parecchi secoli fa. Molti soldati dell'epoca hanno acquistato questi esemplari come souvenir dell'evento !2 punti
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DE GREGE EPICURI Si pensa a falso d'epoca quando vari elementi si scostano da quelli abituali: peso molto più basso (N.B. questo vale anche per certi bronzi), lettere decisamente anomale rispetto all'emissione ufficiale o veri errori nella grafia, immagini malfatte o comunque differenti rispetto agli esemplari ufficiali noti. Come vedi, i confini tra falso d'epoca e monetazione "imitativa" tollerata in un certo territorio non sono molto precisi. Per quanto concerne il peso, nel confezionare i suberati l'abilità era proprio quella di avere un peso finale entro un range accettabile. Aggiungo che i "suberati di stato" erano a volte perfetti, e sicuramente prodotti con gli stessi conii usati per l'argento puro. Del tutto diverso ovviamente è il discorso sui falsi moderni.2 punti
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Le questioni aperte sulle monete longobarde sono proporzionali al numero delle loro zecche e come non conosciamo ancora tutte le secche parimenti vi sono problemi che ancora oggi non riusciamo nemmeno a riconoscere cominciamo con l'umile lavoro di dissodare il terreno - se riusciremo ad arrivare almeno a quello - poi si potranno esaminare le molteplici questioni sul tappeto. piuttosto nell'economia generale del lavoro mi domandavo se valesse la pena prevedere un vero e proprio capitolo a partd per la questione falsi dato il loro numero crescente sul mercato e per fare un po' di chiarezza in questo ambito a beneficio di studiosi e collezionisti2 punti
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Una delle tante monete postate, la numero 12 se non ho visto male, è una moneta della Serenissima; un "bezzo da 6 bagattini" , monetazione del XVII secolo il cui valore in questo grado di conservazione non è che di una manciata di euro. Si trova sui banchi dei mercatini a 5-6 euro, per capirci. E' comunque una moneta dall'alto valore storico, rientrando nel novero dello "spicciolame", una moneta circolata nelle mani del "popolo", una di quelle monete che più mi fanno fantasticare. Affascinante pensare che magari, chissà, sia servita per acquistare verdure nei mercati tra le calli, per pagare una trasporto di una derrata a bordo di una gondola. Un bel giorno magari persa in una piazza San Marco allagata dall'acqua alta, ritrovata da chissà chi e subito spesa una una bettola di infimo ordine per un' "ombra de vìn" e riposta dalle mani callose dell'oste in una cassettina di legno; e così via. Fino ad arrivare oggi nella tua collezione. Be', ciò vale molto più di cinque o sei euro, giusto?2 punti
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Correggo quanto scritto in questo mio post. ....il Tari' 1794 SICLIAR, viene riportato nel Gigante 2018 con rarita' R3 , ....con due soli esemplari censiti....è corretto secondo voi questo grado di rarita'?2 punti
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Alcuni gettoni ricordo reperibili all'interno dell'Esposizione.2 punti
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Mi ricordavo di avere qualche cosa su questa impresa.............dopo lungo cercare alla fine l'ho trovato!!! Un librettino che racconta il viaggio aereo dell'illustre Cavalier milanese Don Paolo Andreani, esposto dal canonico Carlo Castelli.2 punti
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Eccola qui. Capolavoro di medaglia e stato di conservazione. Ahimè, la foto rende solo il 10% della bellezza del pezzo in mano...2 punti
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Salve a tutti ! la mia prima moneta di Amedeo Mi piace anche se non è perfetta1 punto
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ops...ho corretto sia titolo che testo.....son distratto dalla partita della nazionale1 punto
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Già , lasciamole alla fantasia e scriviamoci sopra dei bei libri di fantascienza.1 punto
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Complimenti @dabbene, per le splendide immagini che hai postato.1 punto
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Forse in pochi sono a conoscenza del fatto che durante la II Guerra Mondiale, l'Australia, come anche altre nazioni alleate, istituì dei campi di internamento per i cosiddetti "Enemy Aliens" ovvero i cittadini residenti di altre nazioni in guerra con l'Impero Britannico, ovvero le nazioni appartenenti all'Asse. In particolare anche molti italiani furono ristretti in tali campi sulla sola base della nazionalità, in quanto c'era il timore che potessero verificarsi episodi di spionaggio ovvero di ostilità nei loro confronti da parte della popolazione locale. In seguito, con il progredire del conflitto anche nel settore del Pacifico, un numero sempre crescente di prigionieri di guerra giapponesi venne a sua volta internato in tali campi. L'immagine in basso documenta proprio uno di questi Internment Camps, quello tristemente noto di Cowra; tale campo ebbe una fama sinistra poichè il 5 agosto del 1944 si verificò una fuga di massa di oltre 1100 prigionieri di guerra giapponesi, dei quali ben 231 furono uccisi nel corso della fuga e della successiva caccia all'uomo che ne scaturì.1 punto
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Ciao sono rientrato solo sabato dalle ferie e non ho ancora sentito nessuno del circolo, devo sentire il nostro presidente perché avendo spostato la data dal 28 al 21 non mi ricordo se c'è in quanto in quel periodo è fuori Aosta ma non mi ricordo i giorni. MI dispiacerebbe se non potesse partecipare in quanto faceva parte dell'associazione dei circoli numismatici di anni fa, e gli sarebbe piaciuto molto esserci, in quanto ritiene questo convegno molto importante per il futuro della numismatica in Italia. Silvio1 punto
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Avevo iniziato con il tramonto perchè sono un romanticone, ma vale tutto aspetto foto,ciao.1 punto
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Ciao @Liamred00, la frase di Plinio il Vecchio , di cui pero' non ho il testo : "In Italia fra Terracina ed il Tempio di Feronia..........." potrebbe comprendere un territorio molto vasto perché i luoghi sacri dedicati all' antica dea Feronia erano molti : Scorano , oggi frazione di Capena dove sorge il Lucus Feroniae il santuario principale dedicato alla dea del Lazio antico , poi segue Trebula Mutuesca , attuale Monteleone Sabino , Terracina , Preneste , attuale Palestrina , Etruria e l' area sacra di Largo di Torre Argentina Tempio C , a Roma . Come vedi Plinio non ci dice a quale Tempio di Feronia fa riferimento , io suppongo al Tempio principale di Capena ; questo pero' lascia invariato il mistero del "fulmine" , rispetto al quale non azzardo ipotesi fantascientifiche , come anche sui fatti dell' epoca di Mario ed in generale su tutti i Prodigi raccontati dagli antichi . Rispetto a questi Prodigi e' impossibile dare spiegazioni postume , comunque i piu' , presi razionalmente , sono imputabili ad effetti metereologici , meteoriti , stelle cadenti , stelle nove , supernove , ecc. , altri eventi , come nei due casi da te esposti , lasciamoli alla fantasia di ognuno di noi , tanto , nessuna e tutte , sono possibili . Un saluto1 punto
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Complimenti, auguro una buona riuscita e un buon interesse visto l'impegno che mostri in ogni attività ed evento , Venezia merita come piazza Numismatica un convegno sperando prima o poi di poterci essere magari coi Gazzettini, Mario1 punto
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@dabbene ciao, eccomi. Allora io sono ancora fuori quindi purtroppo non posso venire al pranzo. Tuttavia se rientro questo w-end e sono a Milano passo volentieri prima per un saluto. In ogni caso una delle prossime domeniche passerò a trovarvi. A presto, un saluto a tutti.1 punto
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Mhh, non saprei, mi diletto di più a dire che era il gusto degli Italici, del resto non abbiamo nessuna notizia sull'origine di Kimon, sappiamo per certo che operò solamente a Siracusa e che fosse come, Eukleidas, Phrygillos, Euarchidas ed altri, uno degli artigiani di spicco dell' Atelier della spiga di grano ( Infatti il simbolo della spiga o del chicco di grano su alcuni dei suoi 13 coni maggiori sono rifereriti all'atelier) Il fatto che abbia collaborato solo con la zecca di Siracusa ed il fatto della sua limitata produzione ( solo 13 coni contro i 35 di Euianetos) potrebbe indurre a pensare che avesse un occupazione diversa. Trovando anche spunto dalla pubblicazione di Lavinia Sole " Kimon a Siracusa, spunti di riflessione sull'attività, lo stile e le opere minori" si potrebbe identificare con Kimon toreuta che, ( cito la Lavinia) secondo Anteneo, realizzò insieme ad un certo Athenokles dei vasi in metallo a decorazione figurata degni di essere ricordati Evans riteneva che Kimon fosse originario di Neapolis, tale maldestra ed azzardata convinzione nasceva dalla somiglianza tra le teste dei decadrammi siracusani con alcune didrammi di Neapolis della fine del V sec. A.C.1 punto
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Il fatto è che a me, sarà una deformazione professionale, il "colpo d'occhio" non ispira nessuna fiducia. Bisogna ricercare elementi obiettivi, e le impressioni non lo sono. Nello specifico, obiettivi sono le incrostazioni (riproducibili anche oggi?) e il fatto di essere di fronte ad una coniazione. Però lo stile è un elemento la cui valutazione è troppo soggettiva: a me, per esempio, questo denario pare tutt'altro che non grossolano (qui diversi esemplari http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-I2/7 ). Quindi chiedo a chi ne sa più di me: la suberatura, con conseguenti incrostazioni, basta a definirlo come sicuro falso antico?1 punto
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Sembrerebbe un 2 sols francese, anche se i dati ponderali non corrispondono perfettamente: https://en.numista.com/catalogue/pieces3657.html1 punto
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Idea geniale assolutamente si da parte miA caro Teodoro vuoi essere della partita con questo specifico 'task' ? tra l'altro credo tu sia uno studioso professionista, il tuo contributo sarebbe prezioso per il progetto1 punto
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Le giornate di studio della Società Numismatica italiana Sulla porta d’Italia: visita alle collezioni Numismatiche dell’Università di Trieste e del Museo Archeologico Nazionale di Cividale Sabato 23 settembre 2017 si terrà tra Trieste e Cividale la terza giornata di studio, la partecipazione all'evento è libera e gratuita. L'organizzazione raccomanda la comunicazione anticipata, in caso di partecipazione, alla segreteria con una e-mail a [email protected]. Programma Trieste – Dipartimento di Studi Umanistici, sede di via Lazzaretto Vecchio, 6 (parcheggio sul lungomare) ore 11:00 - Bruno Callegher, presentazione delle collezioni numismatiche dell’Università di Trieste. ore 11:30 – Bruno Callegher, Giovanni Gorini, Andrea Saccocci, illustrazione delle monete di alcuni ripostigli greci, tardo romani e medievali conservati nella raccolta. ore 12:30 – pranzo a Trieste. ore 13:45 - spostamento a Cividale con mezzi propri. ore 15:30 - Saluti della Direzione del Museo. ore 15:45 - Lorenzo Passera, visita guidata all’esposizione di monete Longobarde del Museo. ore 17:15 - Giovanni Gorini - illustrazione delle monete celtiche del ripostiglio di Enemonzo (II sec. a.C).1 punto
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Fotografa le monete ancora un pochino più lontane dall'obiettivo e poi ritaglia. Diminuirai ulteriormente l'effetto "sfocato". Ciao.1 punto
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In primo luogo, spero di leggerlo! In secondo luogo, credo che forse trovando che tale token di rame vecchio eccellente ha avuto un effetto durevole... In terzo luogo, ho sempre amato queste monete, dalla prima volta che ho incontrato uno... a Napoli, come un ragazzo. e In quarto luogo, in un contesto poco pratico per questi penny australiano, ecco una voce dal mio moneta-notebook: "Penny come questo uno datato 1942p erano importanti monete per i soldati americani appena arrivati in Australia quell'anno. Il biglietto del tram usuale era due penny, ma soldati ripercorso per metà prezzo—un penny. Con il conduttore giusto, però, ogni tanto prendevano gratis." Scrivere, per favore! v. ---------------------------------------------------- First, I hope to read it! Second, I think maybe finding that excellent old copper token had a lasting effect… Third, I’ve always loved these coins, from the first time I encountered one…in Napoli, as a boy. and Fourth, by way of a little practical context for these Australian pennies, here’s an entry from my coin-notebook: “Pennies like this one dated 1942p were important coins for the American soldiers newly arrived in Australia that year. The usual tram fare was tuppence, but servicemen rode for half price—a penny. With the right conductor, though, they occasionally rode for free.” Write, please! v.1 punto
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ci sono una infinità di temi scottanti sulla numismatica longobarda, ecco perché ritengo che sia necessario, per non incagliarsi ancora, partire dal lavoro più umile e utile... il censimento quello diventa un patrimonio comune... poi si può ragionare di zecche, lettere, officine, monetieri etc etc... ma ora mi pare secondario, è il motivo per il quale non s'è mai arrivati a un lavoro di sintesi vero (nel senso ampio del termine...ovvio...non sminuisco nessun lavoro del passato) ora preferisco censire una moneta indicandone le possibili attribuzioni, la possibile "falsità" e tutta la bibliografia di riferimento, "sospendendo il giudizio" altrimenti, a mio avviso, siamo fritti...anzi .. rifritti1 punto
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Eccone 2 , una troppo pulita ed una troppo incrostata per i miei gusti. Vedro' di migliorare Ciao.1 punto
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DE GREGE EPICURI Crawford ha sempre sostenuto (se ben ricordo) che i suberati del periodo repubblicano non fossero prodotti dallo stato, bensì da privati; cioè che fossero dei falsi. Ma la maggioranza degli studiosi pensa invece il contrario, e ritiene che la quasi totalità dei suberati fossero monete ufficiali. Certo, qui la perlinatura è molto grossolana, ma se la zecca era itinerante...1 punto
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e anche quello delle torri cosi come è scritto: “In Italia, fra Terracina ed il tempio di Feronia, cessarono di essere costruite torri in tempo di guerra civile, nessuna di esse NON fu distrutta dal fulmine.” In pratica Plinio il Vecchio ci dice che tutte le torri che fungevano da fortificazione militare, non furono più erette durante la guerra civile perchè ogni volta venivano distrutte da un misterioso “fulmine”. A questo punto viene chiaramente da chiedersi: cos’era quel fulmine che distruggeva esclusivamente e sistematicamente tutte le torri erette dai romani fra Terracina e il tempio di Feronia? Da dove proveniva quel misterioso fulmine? Potremmo ipotizzare che il “fulmine”, forse era il termine con cui i romani chiamavano un certo tipo di arma (o l’effetto di un’arma) che veniva lanciata da uno dei “carri celesti”. Chiaramente questa è solo una semplice interpretazione.1 punto
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Moneta sicuramente suberata. Perlinatura molto grossolana e rozza. A mio avviso si tratta di una moneta falsa, non moderna!, dell'epoca. Non so se sbilanciarmi e parlare di imitativa (bisognerebbe avere qualche dato circa l'area di provenienza) o limitarmi a un generico "falso contemporaneo". Prendilo con le pinze il giudizio, stiamo parlando di un pezzo malconcio e visto da foto. sul suberato non credo ci siano troppi dubbi, guarda il rovescio: la parte annerita lungo la perlinatura (da ore 9 a ore 11) è l'anima interna che si vede perchè è saltata via parte dell'argentatura superficiale, come pure il rigonfiamento a ore 6 tra le gambe di Enea è dovuto alla corrosione interna del bronzo le cui escrescenze han fatto scoppiare la lamina superficiale. Pezzo interessante.1 punto
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Ti posto le due varianti della moneta (purtroppo ho solo questa scannerizzazione) in questione che - come giustamente sottolineato - si differenziano per le dimensioni della firma: la moneta postata all'inizio è sicuramente una "firma piccola".1 punto
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@melatino il cavallo in asta dovrebbe partire da 3/400 euro di base, infatti e oltre un anno che rimane invenduto , sicuramente c'è molto interesse per le monete abruzzesi, ci vuole molta pazienza e anche denaro,qualcosa potrebbe capitare anche da scambi/vendite tra privati, anche io agli inizi pensavo fossero monete introvabili, poi piano piano alle zecche più comuni ho aggiunto Ortona,Tocco, Teramo,Tagliacozzo, oltre ad esemplari di estrema rarità delle altre zecche, non abbandonare la passione per le "nostre monete " che sono anche la nostra storia1 punto
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@polase un budget di 700/800 euro totali...ci potrebbe anche stare... ma come nel nostro caso si esagera davvero secondo me.... @santone ...ma nel 2013 probabilmente i prezzi erano molto più bassi....aiutatemi voi che da tanti anni siete attivi...non vi sembra che negli ultimi 2/3 anni ad un discreto aumento di interesse delle zecche abruzzesi sia invece corrisposto un aumento spropositato dei prezzi?? ad esempio sulla baia, storicamente il mercato di "serie c" della numismatica, anche zecche come sulmona o chieti (non proprio minori) in conservazioni decenti vengono proposte a prezzi altissimi, forse una situazione figlia dei prezzi molto alti delle basi d'asta battute negli ultimi anni (percepite da molti come stima del valore di una moneta...giusto??? sbagliato???)....poi se entriamo in merito delle zecche come teramo atri tocco manoppello etc... ormai prezzi a 4 cifre sono quasi inevitabili.... sta diventando una monetazione poco accessibile per le mie possibilitá, e questo non fa altro che tentare di spegnere la mia passione.....per ora senza risultati...per fortuna... :-)1 punto
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Ogni anno ci mangiamo 150 miliardi di animali (pesci compresi). L'uomo sapiens si divideva tra raccoglitori e cacciatori, è al vertice della catena alimentare ed è onnivoro dai tempi dei tempi. Lo scandalo è come in tutte le cose l'abuso. Ci sono centinaia di milioni di persone obese che mangiano solo carne e patatine. Qui a mio avviso non ci siamo, anche perché gli allevamenti intensivi oltre che eticamente ingiusti, sfornano carni di qualità pessima piena di ormoni ed antibiotici, quindi anziché nutrirci per sopravvivere, in questo caso ci nutriamo per morire prima. Basterebbe tornare alla nostra dieta mediterranea ed uscire da questi merdosi fastfood. Bambini gonfi ed obesi che 30-40 anni fa erano solo eccezioni ora sono la norma. Personalmente mi piacerebbe diventare vegetariano, ma una bella tagliata ogni tanto o un bel branzino me li faccio volentieri, ma un no secco alla dieta Anglosassone che non ci appartiene e che sfrutta oltremodo l'allevamento intensivo degli animali. Cordiali saluti Silver1 punto
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Penso che con questo post, le cose possono apparire più semplici . Nelle prime due, i bordi , il perlinato , i fondi e le striature, possono dare una impressione a pelle che siamo di fronte a due copie. Buona serata a tutti e Buon Ferragosto. Gionnysicily.1 punto
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Ciao a tutti, il passaggio dalla numismatica classica a quella napoletana, passa attraverso l'acquisto di un cavallo di Ferdinando I° e del libro di Mario Rasile " I cavalli delle zecche napoletane nel periodo aragonese", caldamente consigliato dagli utenti dell'epoca. Sambon, nell'articolo del 1891, intitolato i Cavalli di Ferdinando I°, Re DI Napoli": riporta: "Regnando Ferdinando I d’Aragona, essendo nei denarelli aragonesi assai scarsa proporzione d’argento,3 e quindi considerevole il guadagno che la Regia Curia traeva da quella sleale monetazione, n’ era venuto di conseguenza che, nel Reame e negli stati circonvicini, continuamente si falsassero. Per la quel cosa i pubblici uffiziali, destinati a riscuotere le imposte del reame, ricorsero al re, dicendo che sui mercati era maggior copia di moneta adulterata, di quella coniata dalla Regia Zecca. Ferdinando allora, per consiglio di Orso Orsini duca d’Ascoli, con sua lettera del 16 febbraio 1472 4, diretta agli ufficiali della Regia Camera della Sommaria bandì che fossero vietati i denari di biglione, battuti per lo innanzi, e che si coniassero, invece, monete di puro rame, grosse quanto le antiche medaglie, ossia mezzi carlini degli Angioini; sulle quali monete essendo scarso il guadagno, non troverebbero utilità alcuna i falsarli. Ordinava inoltre Ferdinando che, da una parte di detta moneta fosse ritratta la sua effigie, e che, dall’altra si ponesse una qualche digna cosa proposta dal Conte di Maddaloni, Diomede Carafa, che ne addimostrano le monete, essere stato un cavallo, con attorno l’epigrafe ÆQVITAS REGNIche, complicata col tipo mercè la somiglianza delle voci equus ed æquitasveniva a glorificare la savia disposizione data da Ferdinando, essendo evidente prova codesta, come Ferdinando avesse a cuore il benessere del popolo, preferendo rinunziare al guadagno che traeva dalla monetazione erosa pur d’impedire il danno che arrecava ai minuti commerci del reame. Una curiosa circostanza ci permette di rintracciare i fatti che suggerirono il tipo di questa moneta. È noto a tutti qual copia di preziosi avanzi [p. 328 modifica]dell’antichità avesse radunato il Conte di Maddaloni. Di lui, dice l’Aldimari: «fu il Conte di Maddaloni, Diomede, historico et antiquario celeberrimo, fondando tutti i suoi consigli sopra gli esempi degli antiqui e nei libri di conto delle sue cose familiari, si trovò scritto havere speso 17.000 scudi, somma grandissima in questi tempi, in medaglie et statue et altre antichità delle quali ne lasciò adornato il suo palagio, magnificamente da lui eretto nel quartiere di Nido.» Diomede Carafa era stato aio di Ferdinando, di cui fu sempre fido e sagace consigliere; e sempre Ferdinando ebbe per lui grande ammirazione e rispetto. A lui si rivolse adunque, perchè gli consigliasse un tipo pel rovescio di questo nuovo denaro di schietto rame. Non si servi però il Conte di esempî antichi; ma come diremo in seguito, fu assai probabilmente indotto a tale scelta da un’opera di un suo contemporaneo, rinomatissimo artista, il fiorentino Donatello. Il Vergara e poi il Lazari, dando credito alla favolosa leggenda riferita dal compilatore della cronaca di Partenope, dal Collenuccio e da altri scrittori, dissero che il cavallo posto su questi denari era ricordo di un’opera greca di gran pregio e rinomanza che per lungo tempo era stata in sulla piazza del Duomo, sinché un arcivescovo, per togliere certa superstizione, di cui era cagione, non avesse ordinato venisse distrutta, nel 1322, per convertirla in campane pel Duomo. Il Tarcagnota, a questa leggenda aveva poi aggiunto di suo che «quella gran testa che si vede ora in casa del signor Duca di Maddaloni potrebbe essere reliquia di quel cavallo;» ed il Summonte riportò poi questa notizia, non più come una ipotesi, ma come un fatto accertato. Per la qual cosa il Lazari, accettando [p. 329 modifica]questo intreccio di fantastiche notizie, asserì che il Duca di Maddaloni propose a Ferdinando I di porre sui denari il ricordo di «quel cavallo colossale di bronzo, la cui stupenda testa tuttavia s’ammira nel Museo Borbonico, eh’ è fama stesse eretto dinnanzi l’antica Cattedrale di Napoli, ecc.» Ma il Capecelatro, e dopo di lui il Capasse, addimostrarono l’assurdità di tale favola ed il Filangieri in un suo scritto: «sulla testa di Cavallo di bronzo già di casa Maddaloni»5 dimostrò che questa opera non era, come da parecchi sinora si era creduto, di tempi antichi, ma sibbene del XV secolo e, siccome già aveva osservato il Vasari, dello scultore Donatello. Il Filangieri fece trascrivere dall’Archivio di Stato di Firenze la lettera del conte di Maddaloni, in data 12 luglio 1471, inviata da Napoli a Lorenzo il Magnifico, per ringraziarlo del dono di una testa di cavallo in bronzo foggiata dal Donatello. Ricevendo poco dopo, da Ferdinando, l’ incarico di ideare un tipo per la nuova moneta di rame, pare a me che il pensiero di quello stupendo lavoro del Donatello, che doveva riuscire tanto più grato al Conte, per essere il cavallo, ad un tempo, insegna del Seggio di Nido e della città di Napoli, determinasse la scelta di lui per il tipo della nuova moneta."1 punto
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