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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/15/17 in Risposte

  1. Non condivido minimamente questo tipo di restauri monetali, perchè un conto è rimuovere l'ossidazione che ci può stare, altro è andare a compiere veri e propri restauri (come in questo caso), che ( a mio modo di vedere) snaturano completamente la moneta.
    4 punti
  2. Nn sarà la più bella ... però [emoji41]
    3 punti
  3. ciao a tutti, ecco un 8 denari in alta conservazione della repubblica di genova, terza fase del periodo dei dogi biennali (1637-1797). catalogata tra le monete raffiguranti la Madonna.
    3 punti
  4. Fondi lucenti, gigli nella palla alta dello stemma ben visibili, intreccio delle due rose ben definito...non manca nulla Il Gazzettino ti chiama a gran voce! Complimenti Antonio
    2 punti
  5. Allora, come organizzatore sono soddisfatto dell'afflusso di pubblico di questa prima mezza giornata. Domani sera tireremo le conclusioni. Comunque sono ottimista.
    2 punti
  6. Parliamone, ci posso provare, male che vada mi dai due dritte e mi spieghi meglio come fare. Scrivimi in privato e ne parliamo.. Mi fa piacere che qualcosa stia arrivando, alla fine se lo faccio, lo faccio per far vedere qualcosa di bello e per spiegare e confrontare con voi e le vostre osservazioni queste particolari monete dell epoca moderna.
    2 punti
  7. Sempre meglio, che moneta fantastica, perché Rodolfo ma non sto scherzando assolutamente non ci fai qualche paginetta per il nostro Gazzettino di Quelli col Cordusio magari proprio raccontando la pezza della rosa e la visione di qualche straordinario esemplare ? Pensaci, ne varrebbe la pena...
    2 punti
  8. Già. Però potresTi essere Tu ad introdurre le prime slabs italiane........che ne so....anzichè rettangolari le fai quadrate e aromatizzate alla grappa...Per il numismatico che non deve chiedere mai.... M.
    2 punti
  9. Perché se lei ha un quadro del '600 con dei danni alla tela e alla parte pittorica, lascia che si degradi ulteriormente? Non credo proprio! E la moneta è un'opera d'arte come le altre e quindi può avere la necessità di questi interventi, l'importante è farlo seguendo i principi che ho citato. e le monete antiche, quando vengono attaccate dal cancro del bronzo perché vengono trattate? Per evitare che si rovinino definitivamente. Non c'è alcun snaturamento della moneta. Cosa importante è che è stato il proprietario a richiedere questo preciso intervento, proprio perché temeva un possibile futuro peggioramento delle corrosioni.
    2 punti
  10. Per fare una cosa ben fatta, bisognerebbe però superare il "limite" rappresentato dagli attuali supporti e sigilli casarecci, tipicamente italici. E finire quindi per accettare i tanto discussi "slabs". Le bustine e quei rivetti da carpentiere non consentiranno mai il "salto di qualità", perché non danno innanzitutto garanzie sulla perfetta conservazione nel tempo della moneta sigillata. La stessa modalità di sigillatura può causare danni alla moneta da sigillare. E' a mia conoscenza (ma se non ricordo male anche alla conoscenza di Pino...) uno sfortunata circostanza nella quale un bravissimo e stimatissimo Perito, intento a sigillare una moneta d'oro del Regno di grande modulo, ne urtò inavvertitamente il contorno con un rivetto mentre, con l'apposita "pinza", lo schiacciava. L'importante moneta era in altissima conservazione e dopo l'incidente.....è facile intuire che la conservazione dovette essere abbassata. Per non parlare della possibilità di manomettere i rivetti, sostituire i cartellini e le monete. E se una moneta chiusa nella bustina ci cade accidentalmente per terra? Manterrà, secondo Voi, la conservazione che il Perito le aveva attribuito prima della caduta? Ne dubito. Non per niente siamo solo noi italiani, in tutto il mondo, a sigillare le monete in questo modo. Non sarebbe male chiedersi il perché. M.
    2 punti
  11. La collezione di tremissi longobardi del museo di Cividale , di proprieta' della CRUP ( cassa risparmio pordenone e udine), data in comodato per essere resa fruibile e' molto importante ma certamente non la piu importante al mondo ( nel catalogo loro stessi si descrivono come 'terza' coll al mondo - anche reputerei ve ne siano diverse - private - piu importanti). La maggior parte delle monete viene dall ex coll Bazzan e quelle di Benevento dalla Stilemiero. Forte nelle emissioni dei secc VI - VIII e' pero' carente nelle emissioni civiche, in particolare sono totalmente assenti quelle con monogramma e soprattutto carenti nelle Flavie, i tremissi piu rari e affascinanti delka serie longobarde , dove puo' vantare un solo esemplare della zecca TARVISIOC, con una provenienza illustre, ex Garrett ed ex Ratto 1930, peraltro molto bello. E' lodevole che la coll. posta in comodato dalla banca proprietaria sia resa fruibile attraverso un agile volumetto descrittivo e la consultazione aperta ad appassionati e studiosi.
    2 punti
  12. Buonasera amici, eccone un 'altra, questa ha il punto dopo la P al rovescio.
    2 punti
  13. Solo 120 grana? Pochini... per ogni fila ci saranno almeno 50 pezzi, 100 grana equivale ad un ducato, saranno una sessantina di file quindi penso che saranno perlomeno: 30 Ducati http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FE1/14
    2 punti
  14. Quando si parla di monetazione veneziana, nei più corre subito alla mente il ducato doro, poi chiamato zecchino ed è ovvio trattandosi della moneta più longeva coniata dalla Repubblica di Venezia; moneta che dalla sua emissione, avvenuta nel 1284 e fino alla caduta della Serenissima nel 1797, è stata usata in quasi tutte le nazioni europee, nonché in molte nazioni africane ed asiatiche. Grazie alla sua diffusione fu anche tra le monete più imitate e falsificate nella sua lunga vita; solo questo aspetto basterebbe a dimostrare il grande favore che incontrò in così tanti mercati. Ci sono ovviamente tante altre monete conosciute, non altrettanto così longeve, ma che sono caratterizzanti della monetazione veneziana: dal "grosso", al soldo d'argento "soldino" e di mistura "soldone", dal "ducato" d'argento allo "scudo della croce"; per non parlare delle varie tipologie di "bagattini" e di "gazzette"; tutte monete che, pur con le loro varianti, i loro multipli e/o sottomultipli, furono coniate per parecchi decenni ed a volte secoli. Ci sono però talune monete che la zecca veneziana coniò per pochissimo tempo, a volte durante un solo dogato, a volte solo per pochi mesi; emissioni non di prove o progetti, ma di monete che circolarono ufficialmente, ma in maniera estemporanea e che possiamo considerare delle vere meteore numismatiche. Certamente all'atto della loro emissione ci fu un preciso motivo contingente di tipo economico o politico che fu poco dopo superato rendendole inutili; coniazioni il cui scopo fu vanificato da problemi di natura valutaria seguiti alla loro emissione, oppure monete che non furono gradite dal mercato e/o della popolazione che le doveva usare. E' bene precisare che, per "meteore", non è mia intenzione riferirmi solo a monete coniate in pochi esemplari e quindi rarissime ma, nell'accezione più estesa del termine, mi riferisco a quelle monete – non appartenenti alle "anonime" - coniate anche in gran numero di esemplari, ma che sono state emesse durante un unico dogato, magari per pochi mesi. Comincio io richiamando una piccola monetina coniata sotto il dogato di Francesco Foscari (1423 - 1457), ovviamente tutti possono partecipare, aggiungendo ulteriori "meteore". FRANCESCO FOSCARI (1423 – 1457) Denaro (o piccolo) con leone rampante Venezia era in guerra. Principalmente con i Visconti, signori di Milano e con i turchi; guerre che continuarono dal 1429 al 1454 tra effimere tregue e riprese delle ostilità e per poter finanziare queste guerre e pagare le truppe mercenarie ingaggiate, c'era un gran bisogno di denaro. Uno dei modi per reperirlo era aumentare i proventi dalla coniazione di monete; coniare monete con un intrinseco d'argento sempre più ridotto a fronte di un valore nominale immutato, determinava l'uso di monete quasi di solo rame e dal valore pressoché fiduciario. Il denaro (o piccolo) fu una delle più caratteristiche monete in uso a Venezia fin dagli albori della Repubblica, non fosse altro che per la sua forma scifata. Il peso all'origine, sotto il dogato di Sebastiano Ziani (1172-1178) era di ca. gr. 0,36 ed il titolo dell'argento contenuto, dello 0,27; nel tempo si vennero rispettivamente ridotti fino ad avere, sotto il dogato del Foscari un peso di ca. gr. 0,24 ed un titolo d'argento di appena lo 0,055. Una monetina praticamente difficile anche solo da maneggiare; le sue caratteristiche erano le seguenti: D/ — Croce in un cerchio + FRAC • FO DVX R/ — Croce in un cerchio + ∽ MARCV • ∽ Alla data del decreto del 21 giugno 1446 fu decisa la sua sostituzione con una nuova moneta; il motivo addotto fu quello che ormai, questa monetina, era troppo falsificata e si dispose che la moneta nuova dovesse essere coniata con le immagini che verranno decise dal Consiglio e che venisse preservata la medesima lega della precedente; così venne riportato al riguardo nel “Capitolar dalle Broche” Prexa in Pregadi. 1446 adì 21 zugno. Che nel nome de Dio el se faza e debia farsse far una nuova stampa a forma de essi pizoli, chomo al Colegio meio aparirà; ma che questi pizoli da nuovo stampido siano de quella liga e bontà che sono i pizoli de la presente stampa, e che da qua avanti el non se faza né se stampissa più pizoli de la stampa prexente. … etc. D: Croce patente in un cerchio ✠ • FRA • FO • DVX • R: Leone nimbato, senza ali, rampante a sinistra nel campo S • • M Alla data del decreto del 18 settembre 1453, preso atto che queste infime monetine hanno infestato il mercato e solo quelli si usano nei pagamenti, tanto che è invalso l'uso di non maneggiarli singolarmente, ma di raggrupparli in sacchetti di un dato valore totale, il Consiglio interviene e ne blocca la coniazione. Dal “Capitolar dalle Broche”. Copia de I° parte prexa, trascritta da Lucha Rizo 1543 adì 25 zugnio. + 1453 adì 18 settembre. In Pregadi. Per la gran suma de pizoli, la qual è stata cuniada a la nostra Cecha fin al prexente. L'è multiplichado per questo in questa terra però che l'è zià commenzado a spender in li pagamento che sono fati in scharnuzi, chomo se oserva in Padoa, contro ogni buona uxanza de questa nostra citade et con manchamento de la fama e reputacion nostra, et al postuto el sia de proveder a questo, vada parta ch'el sia commandato, per autoritatde de questo Conseio, a li officiali del la Cecha nostra che, soto pena de duchati Iic per ziascun de loro intro i suoi proprii beni, lor non possan per alcun muodo far over chuniar far a la dita nostra Cecha pizoli de Veniexia da mo per fin anni do prossimi …. “Parte veneziana non dura una settimana”, così dicevano i veneziani riguardo alle leggi emanate dallo Stato, infatti, ecco che solo dopo quattro giorni dalla precedente disposizione, viene emanata la deroga, affinché si coniassero ancora piccoli ed il relativo ricavato venisse consegnato all'Arsenale per l'armamanto di cinquanta galere: + 1453 adì 22 settembre. De chomandamento de la serenissima Signoria, chomo referì ser Chonstantin de cha' Fantin noder a la Chanzelaria che, nonnostante la parte presa adì 18 settembre in Pregadi che non se podesse far pizoli da Veniexia chome in quella parte se Chontien, se debia chompir fino a la suma de libre 18.000 de pizoli da Veniexia per dar a l'Arsenal, chome se chontien in una parte presa adì 23 avosto del ditto milesimo in ditti Pregadi..... Ultimo atto che riguarda il piccolo con il leone rampante. Moneta che non verrà più coniata nei dogati successivi. saluti luciano Seguono foto
    1 punto
  15. Scoperto nel 1995, il ripostiglio monetale di Saint-Jean-d'Ardières (Rhône) è un tipico deposito della metà del III secolo d.C. composto pressoché unicamente da antoniniani (4107 antoniniani di cui 11 imitazioni e 3 denari). La composizione comincia con la prima serie di radiati coniati durante il regno di Caracalla e termina nel 252 durante il regno congiunto di Treboniano Gallo e Volusiano. L'accumulo del deposito dovette iniziare probabilmente attorno al 238 d.C. Le emissioni di Gordiano III (238-44) e Filippo I (244-49) costituiscono più dell'80% dell'intero ripostiglio. Il ritmo di accumulazione andò a calare verso il 251 in connessione con l'aumentare dello svilimento del contenuto di fino e del peso dei radiati. Questo ripostiglio è stato studiato e analizzato attentamente in quanto offre dettagli molto importanti per riconsiderare e riorganizzare le emissioni di Filippo I e, vista la sua data di chiusura, permette anche una serie di considerazioni circa la problematica classificazione delle serie emesse durante il regno congiunto di Treboniano Gallo e Volusiano. Sinteticamente, la composizione del ripostiglio è la seguente: Il ripostiglio è venuto alla luce durante una serie di lavori su di un terreno per la realizzazione di un hangar e al momento della scoperta l'intero tesoro si presentava suddiviso in piccoli blocchi coesi come questo (che è stato conservato a mo' di esempio documentale dello stato di fatto): Per chi fosse interessato qui c'è - open edition - lo studio dettagliato e puntuale (in francese) del deposito: http://books.openedition.org/editionsbnf/640?lang=fr#tocfrom1n1 Di mio vi presento un piccolo pezzettino di questo trèsor: FILIPPO II Zecca di Roma - Antoniniano - Biglione - 22 mm - 2,90 gr D\ "M IVL PHILIPPVS CAES", busto radiato e drappeggiato a destra. R\ "PRINCIPI IVVENT", Filippo II in abiti militari stante a sinistra con un globo nella mano destra e una lancia verso il basso nella mano sinistra. Come al solito, ben vengano pareri, impressioni, osservazioni ecc ecc
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  16. aspetta a saltare di gioia. come ha detto @profausto , sono monete molto falsificate e non si trovano per caso. servono intanto foto migliori, anche del bordo.
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  17. Io,purtroppo,pur studiando "selvaggiamente"Roma dal 1975,pur possedendo una ricchissima biblioteca "romana",sono un povero chirurgo.E nessuno mi vuole...
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  18. Per me occorrerebbero foto più nitide e togliendo tutto quel fondale
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  19. Buongiorno, Riguardo la presenza del delfino al rovescio vorrei menzionare che se da un lato la rappresentazione di una locusta al dritto potrebbe essere un riferimento ad un culto di Apollo Parnopios, il delfino dall'altro potrebbe essere la riprova di un forte e condiviso legame religioso con questa divinità, conosciuta anche con l'epiteto di Delfinio, protettore dei naviganti. L'origine dell'epiteto sarebbe da attribuirsi alla trasformazione del dio in quel cetaceo o ad una forma alternativa a Delfico, ma sempre nel solco ben definito dell'indicazione di una divinità che solleva l'uomo dalle avversità (infatti in forma di delfino guidò Castalio, e le colonie di cui era a capo, da Creta a Delfi).
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  20. Pensa con tutto che è invernale ha solo un mantello addosso Le vesti del busto in oggetto invece le vedo pesanti, secondo me stonano con Apollo...
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  21. se è del 1858 vale un mucchio di soldi ma è più probabile che sia del 1958 vale circa 4 euro
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  22. Dal volume di Lorenzo Bellesia ‘Lucca, storia e monete’ del 2007: Certo le fotografie non aiutano….
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  23. sicuramente autentica....non ho mai visto falsi. la doratura è molto consumata ...per me non vale oltre 20/30€
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  24. Interessantissime spiegazioni. Grazie ?
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  25. Ciao @santhia, per l "monete" che trovi nei vari siti in vendita cn scritto prova o probe non possono neanche avere la definizione di moneta, ma al massimo di gadget o souvenir o dischetti dì metallo con un immagine sopra, con nessun valore ne legale per essere spese ne numismatico per essere inserite in una collezione di euro monte da circolazione. Per quanto riguarda le monete prova una serie che potrebbe essere definita di prova in realtà è stata coniata dalla Zecca ed è stata consegnata nel 2002 al Ministro del tesoro che era Carlo Azeglio Ciampi, per la presentazione ufficiale alla stampa. Non sono prove ufficiali perché mai fu emesso un decreto in merito, ma comunque questa serie di differenzia per piccole caratteristiche dalle monete che poi entrarono in circolazione è che tutt'ora oggi noi usiamo, tutto viene spiegato bene nei dettagli nel libro scritto da Domenico Luppino sulle indagini effettuate alla Zecca di Roma.
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  26. È un buon ferragosto comunque, perché hai fatto ciò che volevi, hai speso la moneta ti sei bevuto la birra e non hai letto per fare altro. ?
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  27. Un baiocco e due mezzi baiocchi!
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  28. 1 punto
  29. Attendiamo comunque commenti e magari qualche immagine....
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  30. @aureliotiburzio non chiedo di ringraziare..... ma almeno una "spunta" di presa visione... per il tempo dedicatoti....
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  31. A dire il vero ci furono delle monete di "prova" adottate da alcuni comuni italiani, in accordo con alcuni istituti bancari, prima dell'introduzione dell'euro. Tali monete non assomigliavano nemmeno lontanamente alle euro monete coniate successivamente, ma fungevano da prova di circolazione comunale, se non ricordo male una moneta di euro prova aveva valore facciale di lire 2000 (per arrotondamento). Tali monete persero valore legale (nel comune di emissione) prima dell'entrata in vigore dell'euro. Posto una immagine trovata sul web per portate un esempio di tali monete.
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  32. Non mi sembrerebbe Adriano; piuttosto Marco Aurelio o Lucio Vero. Potrebbe essere Marco Aurelio, Dattari 3492.
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  33. Tra i miei pochi libri , non ho trovato il tipo né su BMC Italy , né su SNG Oxford Italy . Vale una lettura il capitolo " Le monete di scambio ( o monetine ) " , dal libro di A. Montesanti " La monetazione d'impero e di alleanza di Crotone " ( 2008 ) , che considera , tra gli altri , questo particolare triobolo .
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  34. Bene, Stefano complimenti e in bocca al lupo, un convegno che non può mancare per il territorio. Un grosso saluto a te e signora. Roberto
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  35. E' un buon prezzo, ma ti sei tolto in un sol botto il piacere della ricerca.
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  36. Inventrix oleae colitur vinique repertor / et qui primus humo pressit aratra puer... Come @clairdelune aggiungo anche io una sensazione personale. Nell'estate del 2010 stavo scavando sul Palatino e, durante una pausa, mi misi a riposare sotto un grande albero di alloro, lungo il vialetto che conduce al tempio di Eliogabalo, in una zona interdetta ai turisti. Quando mi destai dal sonnacchioso dormiveglia, rimasi a fissare la chioma dell'albero e i resti del vicino tempio di Venere e Roma che, dall'alto del Palatino, si vedono meravigliosamente. Mi resi conto allora che quel cielo azzurro che si intravedeva tra le fronde era lo stesso che da duemila anni sovrastava la Città Eterna: lo stesso cielo che avevano guardato gli antichi, chiedendo auspici e pronunciando giuramenti. Fu allora che compresi pienamente le considerazioni di Ranuccio Bianchi Bandinelli, che poi erano le stesse del Mommsen: Roma non è una città, non possiede coordinate spaziali o temporali, essa è un'idea. Eterna.
    1 punto
  37. Sempre momenti da ricordare, per dire un domani c'ero anch'io... Un clima d'altri tempi...la Numismatica si riprende la sua rivincita... Si osservano collezioni importanti... Fotografie e scorci suggestivi d'insieme.. Generazioni a braccetto... Che dire, se fosse sempre cosi, sarebbe tutto più semplice, più facile, e più bello... Grazie per la straordinaria giornata, ricca finalmente di emozioni... Eros
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  38. Tutte quelle che trovi sono solo monete di fantasia . Nessuna zecca ha emesso degli Euro di prova ne prima dell'uscita ne dopo.
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  39. Aumento dei costi, servizio scadente, disegni banali... Se non cambiavano il tema delle monete da circolazione non avrebbero venduto nemmeno le divisionali
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  40. Sicuramente dibattito molto interessante , tuttavia ritengo che questioni di questo genere siano piuttosto personali e il rischio è che ognuno alla fine rimanga del proprio avviso. Ogni collezionista ha la propria opinione in materia di slab e difficilmente la cambierà. Personalmente penso che gli slab possano essere utili per certi tipi di monetazioni come per esempio le versioni fondo specchio ottocentesche mentre siano totalmente inutili per altre , specie le monete antiche che necessitano di essere tenute in mano per essere valutate attentamente. C'è poi il problema di chi sigilla le monete negli slab che ,essendo umani ,non possono conoscere alla perfezione tutte le monetazioni esistenti sulla faccia della Terra , con il rischio di assistere a cose del genere
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  41. Devo dire a tua discolpa, e che io avevo capito, che la moneta andava ricercata tra le greche e non tra le magnogreche....come da sezione postata da te. Ma quella moneta della mysia non l avevo trovata. Avanti così. Roberto Per conoscenza aggiungo anche quella per Kroton
    1 punto
  42. Buon ferragosto a tutti, il mio è un po' diverso dal solito ma non sono mai stato così felice di lavorare in questa giornata Un saluto da Orvieto, Campo della Fiera Gaetano
    1 punto
  43. Riprendo .... Sempre il Papadopoli, scrive che la stessa monetina viene anche emessa sotto i dogati successivi di Francesco Foscari, Pasquale Malipiero, Cristoforo Moro e qualche altro ..... in ogni caso anche a nome di questi dogi, se ne conosce uno o due esemplari. A lato di ciascuna, prudentemente, il Papadopoli scrive: Piccolo o bagattino per il Friuli (?) Sorgono spontanee le domande: 1) monete circolate o prove? 2) se sono monete circolate, perché ce ne sono così poche note? 3) se sono delle prove, perché le hanno reiterate sotto tanti dogi? Personalmente non so dare una risposta. Forse l'ipotesi del Papadopoli è fuorviante. Riguardo alla mancanza di una moneta specifica per il Friuli, ho una idea tutta mia. Il Friuli era una zona depressa; altamente conflittuale (c'erano continue faide tra nobili "imperiali" e "marcheschi" ed il popolo era in balia di queste fazioni; era una zona ad alto rischio invasione da parte dei turchi e degli Asburgo. Nonostante questi problemi, Venezia la considerò sempre, fin dalll'origine, una entità autonoma, una "regione a statuto speciale" ante litteram; tant'è che confermò, pur limitandolo, l'ancestrale parlamento di cui il Friuli si era dotato fina dal XII secolo. Pensate che lo abolì Napoleone! Ebbene, con queste premesse, credo che Venezia non ravvisò alcuna necessità di "accontentare" il Friuli con una moneta "piaciona", magari con l'immagine di qualche Santo patrono, come fece per altre comunità. In Friuli correva la medesima moneta che correva nel Dominio. saluti luciano
    1 punto
  44. Ciao! Già, bella domanda ..... @gigetto13 ha ragione; sotto il dogato di Tomaso Mocenigo, sembrerebbe che una monetina sia stata emessa ..... Il condizionale è d'obbligo, poiché è il Papadopoli che avanza l'ipotesi che una monetina di mistura, per la precisione un piccolo, creato con la stessa lega di quelli emessi per Verona e Vicenza, ma di peso leggermente superiore e conosciuto in soli due esemplari, sia stato emesso per qualche provincia o per una comunità. Considerato che la Patria del Friuli venne annessa alla Serenissima proprio sotto il dogato del Mocenigo e che tra i provvedimenti relativi alla zecca in questo periodo, ci fu l'inserimento di Savi preposti ad investigare sopra i fatti del Friuli, Papadopoli avanza l'ipotesi che questo piccolo fosse stato creato proprio per circolare in quell'area. Certezze però non ce ne sono; ci sono i due esemplari noti al tempo della stampa del libro del Papadolpoli (uno lo assegna al Museo Bottacin) ed anche l'immagine (Tav. XIV al nr. 12). Non credo ne siano stati trovati altri. Tornando alla domanda originaria .... questa sera.
    1 punto
  45. Buona Domenica Perché per l'iconografia e l'assenza di legenda è unico. Fu coniato solo sotto il dogato del Tron e del suo successore Nicolò Marcello, ma sotto quest'ultimo, causa anche il suo breve periodo di dogato (circa un anno e mezzo) fu coniato in pochi esemplari, tanto che è considerato R3. saluti luciano
    1 punto
  46. Buona serata Non si può parlare di "meteore" senza citare il gruppo di monete coniate sotto il dogato del Doge Niccolò Tron, che riportano il suo ritratto. Non vorrei però ripetermi, perché in proposito c'è già un mio pezzo. http://numismaticamente.it/collezionismo-numismatico/i-signori-tiranni-si-mettono-in-medalia-e-non-i-cavi-de-repubblica Ma dello stesso doge c'è il soldino, moneta particolare e unica, che non presenta la legenda al rovescio. Questo è un "assist" per @gigetto13 .... saluti luciano
    1 punto
  47. Buona Domenica Certamente Fabrizio ci da un suggerimento importante. "Parlo di tutte quelle emissioni per i nuovi possedimenti Brescia, Bergamo, Verona, Vicenza, Ravenna." E' un dettaglio importante; al momento di una nuova acquisizione territoriale, Venezia, aveva un imperativo; far correre la propria moneta (con i suoi simboli collaudati) ed eliminare la monetazione precedente. Per far questo e per non creare problemi monetari dirompenti, Venezia creava monete che si inserissero nell'area monetale originaria, quindi monete che tenevano conto del loro valore e che fossero multipli o frazioni di quelle. Risolto il problema dell'autorità, Venezia, doveva anche guadagnarci e quindi a queste monete dava si un valore che poteva soppiantare la monetazione precedente, ma ad un valore fiduciario, perché il titolo dell'argento contenuto nella moneta era veramente infimo e inferiore alla precedente. Spesso per rendere più accettata la moneta, usava mettere al rovescio l'immagine del Santo protettore della città in questione. saluti luciano
    1 punto
  48. Ciao, mi permetto di aggiungere quella che considero un’addenda alla bella presentazione di @@Titta99 http://www.lamoneta.it/topic/145684-presentazione-powerpoint-monetazione-romana/ nell’ottica di completarla a scopo didattico e spero di discussione. Oltretutto, alla luce della recentissima ottima presentazione di @@Poemenius , http://www.lamoneta.it/topic/146713-pesi-e-misure-nel-tardo-antico/#entry1676909 ne rappresenta il logico prologo (salvo non trattare il travagliato III secolo se non di striscio). In effetti senza che ne parlassimo tra noi (abbiamo una “liaision” culturale per tutt’altre faccende… ;) ), abbiamo avuto entrambi un’idea simile (e infatti il titolo richiama quella sul periodo Tardo-antico). Nel seguente topic tratto parte della svalutazione della monetazione romana nel periodo 2 a.C.(Augusto) – 215 d.C. (Caracalla). Mi limito a queste riforme perché a partire dal III secolo dopo Cristo la spirale inflazionistica subisce un’accelerazione che sconvolge il quadro monetale valido per due secoli che ci permette di rendere facilmente comparabile le varie riforme. Infatti fino alla prima metà del III secolo lo schema di cambio rimane invariato (salvo la scomparsa dei nominali più piccoli probabilmente a seguito della loro svalutazione – analogamente alle odierne discussioni sui 1 e 2 €cents) ovvero: Qualcosa in realtà cambierà pur restando fissi i valori di cambio tra le varie monete. I tenori di metallo fino ed i pesi ponderali, ad esempio. La domanda sorge spontanea: perché accadde? Quale dinamiche portarono al progressivo impoverimento della monetazione circolante?
    1 punto
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