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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/17/17 in Risposte

  1. Ringrazio @dizzeta per avercela fatta a venire a Pisa e a seguire buona parte della giornata. E anche per il bel resoconto che ha postato, che ha colto perfettamente il succo delle varie questioni affrontate. Spero che per lui, e per i molti studenti giovani ricercatori e studenti che hanno preso parte alla giornata - la loro presenza ci ha davvero riempito di gioia - l'incontro di studio non sia stato troppo noioso o, appunto, specialistico, ma abbia dato qualche informazione e spunto di riflessione per far parlare le monete e per avere in futuro qualche traduttore esperto anche nell'analisi delle monete da contesto archeologico in più. Oltre a questo il problema è dato non tanto dalla mancata voglia di condividere i dati tra i numismatici, ma anche e soprattutto da due altri fattori. Spesso certi dati non si pubblicano perchè non si conoscono e non si hanno a disposizione per la pubblicazione. E' il caso quasi della maggior parte di ritrovamenti di monete. Nei grafici che ho mostrato io per quanto riguarda le monete altomedievali rinvenute nell'area alto tirrenica (Liguria, Toscana, Sardegna e Corsica) si ha qualche notizia sul contesto di ritrovamento (sito, tipologia dell'insediamento, ambiente o area all'interno dell'insediamento, collocazione topografica e stratigrafica, posizione nello strato e associazione con altri eventuali materiali etc...) solo per l'11-12% circa dei casi. Per un altro 15-17% si può dire solo quale è la località di rinvenimento. Ciò vuol dire che per quasi 3/4 delle monete altomedievali rinvenute in quell'area è possibile solo dire genericamente la regione o in quale parte della regione sono state trovate. E' troppo poco per far raccontare alle monete tutto quello che invece avrebbero potuto (chi e come le usava, perchè sono state perse o sepolte laddove sono state trovate e così via). Speriamo che le prossime generazioni anche di collezionisti, oltre che di studiosi, pongano più attenzione a questo problema. E forse andrebbero fatti degli interventi mirati anche in materia legislativa per far emergere più facilmente certe informazioni, ma su questo non ho molte speranze. Le varie questioni legate alla modalità di pubblicazione e ai tempi e ai finanziamenti sia per la stampa tradizionale, sia per l'edizione via web, soprattutto con l'impiego di GIS o webGIS, per ora si aggiungono. L'auspicio è che le giovani generazioni si dotino presto di tutti gli strumenti utili che la tecnologia mette a disposizione anche in campo numismatico (secondo un altro interevento del pomeriggio è risultato che l'applicazione del GIS in ambito numismatico in Spagna e in buona parte dell'Europa mediterranea è attualmente solo al 5%). Un ruolo centrale in questo dovrebbero avere gli enti preposti alla formazione, in primis l'Università, anche se purtroppo in Italia le cattedre di numismatica sono sempre meno... Bene, chiudo qua altrimenti viene fuori un altro incontro di studio. Spero che ci sia presto qualche altra occasione di parlare di questi temi e di avere a disposizione i testi di questo giornata di studio da poter far circolare. Buona domenica MB
    4 punti
  2. Diciamo che avete iniziato alla grande @dabbene e se il buongiorno si vede dal mattino...l'associazione culturale "Quelli del Cordusio" sarà destinata a diventare un polo imprescindibile della numismatica italiana.
    3 punti
  3. Bella moneta,la rappresentazione dell'imperatore ,presente anche su molti solidi ,probabilmente e'una delle elaborazioni piu tarde del Doriforo di Policleto,modello che ebbe grande successo durante il periodo a cavallo tra la "fine "della civilta' greca e I primi secoli dell'impero romano. Oltretutto la postura di tre quarti del volto permetteva di ovviare al problema della frontalita del volto che in quel periodo era prevalentemente riservata al volto di Cristo,sintomo della sempre piu' pervasiva presenza del cristianesimo a tutti I livelli della societa'. Scusate l'ot. ADELCHI.
    3 punti
  4. 2 punti
  5. Discussione molto interessante, alla quale provo a dare un mio piccolo contributo per quanto riguarda la lavorazione dei biglietti. Lavorazione che, fin da subito, risultò lenta e difficoltosa, intercalata da lunghi periodi di riposo, per dar modo alle diverse stampe sul recto e sul verso di asciugarsi. Come scriveva l'ing. Ettore Piacentini, Direttore dell'Officina Lavorazione Biglietti e Carte Valori, in una nota da lui stilata nella primavera del 1917, "dall'inizio della preparazione della carta alla consegna del biglietto finito alla Cassa Generale, occorrono almeno tre mesi di tempo." Questi biglietti, contrariamente a quanto era stato fatto per quelli da 50 lire tipo Barbetti, per i quali erano in uso macchine di stampa a due colori, furono stampati con una macchina Lambert a quattro colori. Macchina sicuramente più moderna, ma con i suoi bravi difetti per quanto riguardava i tempi di produzione e, soprattutto, gli scarti. Mentre con una macchina a due colori si potevano stampare fino a 20.000 biglietti da 50 lire Barbetti al giorno, con il 4,5% di scarto, con DUE macchine a quattro colori, si stampavano solo 30.000 biglietti al giorno, 10.000 in meno di quelli che si sarebbero stampati con due macchine a due colori, ma, soprattutto, con uno scarto che, nei giorni peggiori, arrivava anche al 22%. Tra le cause principali della lenta produzione, il Piacentini segnalava i ritardi dovuti al sistema utilizzato per la preparazione della carta: "Dopo eseguite le operazioni preliminari di squadratura, bucatura e verifica della carta bianca, la carta così preparata viene sottoposta a una patinatura a base di ossido di zinco mediante la quale essa, che è già di per se stessa poco assorbente, viene resa ancora più impermeabile. Questa vernice a base di ossido di zinco che si spalma sulle due facce del foglio che deve poi ricevere l'impressione a colori, viene assorbita con difficoltà, tanto è vero che dopo circa un mese dalla sua applicazione la carta rimane ancora oleosa e attaccaticcia, tanto da non potersi ancora presentare alle macchine per la stampa. Inoltre questo strato impermeabile di ossido di zinco rende ancora più lento e difficile l'assorbimento e l'asciugamento dei colori della stampa, e occorre attendere ancora un lungo periodo di tempo di circa un mese perché la carta stampata a colori sul recto sia atta a ricevere la stampa a colori sul tergo, senza correre il rischio di danneggiare la primitiva impressione." Da ultimo, infine, il foglio ormai asciutto prima di essere passato alla verifica, veniva stampato con un leggero strato di vernice over-print, utilizzando una macchina cilindrica. Anche questa, nota sempre il Piacentini, "è una sostanza grassa e oleosa, che non potendo essere facilmente assorbita dalla carta per lo strato intermedio impermeabile dell'ossido di zinco, rinfresca i colori della stampa e mantiene il biglietto sempre umido e appiccicoso, tanto è vero che i biglietti finiti e impacchettati, senza alcuna pressione, si attaccano sempre l'uno sull'altro." Per quanto riguardava invece la preparazione dei clichés per il nuovo biglietto, questi, realizzati in rame dall'Officina Fabbricazione Biglietti della Banca d'Italia, prima di essere passati alla stamperia, venivano sottoposti a nichelatura per aumentarne la resistenza e ridurne l'usura. E, per ottenere in fase di lavorazione "un grande risparmio di tempo e denaro", furono sottoposti a nichelatura anche i piccoli clichés forniti dallo Stato per il contrassegno. Inoltre, durante la realizzazione del cliché per il recto del biglietto, si dovettero affrontare problemi di ordine tecnico, derivati in buoni parte da carenze progettuali. Scrive ancora Piacentini: "La vignetta rappresentate Minerva, dovrebbe essere rifatta, o per lo meno completata, in quanto che l'incisione, come si vede ora, non è finita, e le grandi parti piane che essa presenta producono gravi difficoltà nella stampa, essendo parti troppo marcate di facile deterioramento." Ma alla fine, tutte le difficoltà furono superate, e questo piccolo capovaloro d'arte monetaria potè entrare nelle tasche degli italiani O sarebbe stato più bello se fosse stato, anche leggermente, diverso? Nella foto (da Il Giornale della Numismatica) un bozzetto, scartato, del recto, intero e particolari...che ne pensate? petronius
    2 punti
  6. Secondo Goffredo di Monmouth (Hist. Brit. 4.3-4) la spada di Giulio Cesare doveva chiamarsi Crocea Mors (la morte color del croco). Secondo la leggenda, l'arma passò al principe britannico Nennio, restandogli incastrata nello scudo, mentre duellava con Cesare. Nennio morì alcuni giorni dopo la battaglia, a causa delle ferite riportate, e la spada venne sepolta con lui.
    2 punti
  7. A breve sarà disponibile il programma dettagliato dell'evento; posso già anticipare che verranno trattate le emissioni milanesi dal periodo carolingio al Governo Provvisorio di Lombardia, passando per i collezionisti che hanno dato lustro al capoluogo lombardo. Un mix di numismatica e storia con un pizzico di storia dell'arte. Una giornata che - speriamo - interesserà soprattuto gli appassionati di monete di Milano...ma anche tanti altri! Antonio
    2 punti
  8. Aggiungo un articolo completo a firma di Gerardo Vendemia: Giovanni Capranesi, "il pittore delle banconote" http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/?p=14271
    2 punti
  9. Ciao a tutti! Qui un articolo de La Stampa di oggi che condivido: http://www.lastampa.it/2017/12/17/italia/cronache/grande-guerra-e-fascismo-le-scelte-del-re-che-chiudono-le-porte-del-pantheon-x5YWrfHj2ie34nwZEjyk3M/pagina.html Grande Guerra e fascismo. Le scelte del re che chiudono le porte del Pantheon GIOVANNI SABBATUCCI Come tutti i Paesi che hanno vissuto cambi di regime e fratture politiche profonde, l’Italia ha sempre avuto qualche difficoltà a riconoscersi in un passato comune e a coltivare una memoria condivisa dei suoi morti. Il nostro - non dimentichiamolo - è il Paese in cui, nel 1878, gruppi di repubblicani cercarono di gettare nel Tevere la bara con la salma di Pio IX, di cui si stava celebrando il funerale; e nel 1946 un manipolo di irriducibili fascisti trafugò i resti di Mussolini da un cimitero milanese. Per questo va salutata come un gesto di civiltà la decisione del presidente Mattarella di consentire una silenziosa traslazione nel santuario piemontese di Vicoforte delle spoglie della regina Elena del Montenegro, consorte di Vittorio Emanuele III, morta in esilio a Montpellier e lì sepolta nel 1952. Una figura, politicamente neutra (molto diversa da quella della suocera, l’ingombrante Margherita di Savoia) e generalmente benvoluta dagli italiani. Ma la polemica non poteva mancare ed è puntualmente arrivata. A sollevarla alcuni fra i numerosi, e sempre litigiosi, rampolli della dinastia sabauda, che hanno contestato le modalità discrete del trasferimento e hanno subito alzato la posta: se torna la regina - questo il ragionamento - è giusto che torni anche il sovrano, ora sepolto ad Alessandria d’Egitto; e che riposi, accanto ai primi due re d’Italia (Vittorio Emanuele II e Umberto I), a Roma, nella sede augusta del Pantheon. In questo caso, però, l’analogia non funziona. Quella di Vittorio Emanuele III è una figura controversa e fortemente contraddittoria. Fu, nel suo primo quindicennio di regno, un re equilibrato, addirittura in fama di progressista o quanto meno di «giolittiano». Eppure, nel 1915, non tenne in alcun conto il parere del Parlamento, come peraltro le sue prerogative gli consentivano, pur di portare l’Italia in guerra. Nell’ottobre del 1922, fu il suo rifiuto di firmare un decreto di stato d’assedio già pronto a spalancare le porte della capitale ai fascisti. Da allora il re avallò, senza visibili resistenze, tutte le scelte più sciagurate del regime, dalla cancellazione di ogni procedura democratica alla discriminazione dei cittadini su base razziale (provvedimento che violava la lettera, oltre che lo spirito, dello Statuto), fino all’entrata in guerra a fianco della Germania nazista. E’ vero che alla fine fu lui a decretare la caduta di Mussolini, così come ne aveva consentito l’ascesa. Ma, quando si trattò di tirar fuori l’Italia dalla guerra, il re condivise con il suo governo e i suoi generali la responsabilità della tragedia del dopo 8 settembre: dove lo scandalo non stava tanto nella sua fuga dalla capitale, quanto nella somma di disorganizzazione, inganni e inutili furbizie con cui l’operazione era stata preparata sotto la sua regia. Ricordare tutto questo non significa negare la possibilità di un trasferimento delle spoglie di Vittorio Emanuele III in una sede meno lontana di Alessandria d’Egitto, e comunque dentro i confini della patria. Ma questo luogo non può essere il Pantheon: un nome che evoca non solo un famoso monumento, ma anche un luogo ideale in cui raccogliere e onorare le riconosciute glorie nazionali. La salma del sovrano potrebbe riposare in pace, accanto a quella della moglie, a Vicoforte, o a Superga, o in uno dei numerosi luoghi di culto che i Savoia, quando non erano ancora re d’Italia, edificarono a gloria della loro dinastia. ===================================== Ciao NJk
    2 punti
  10. Ciao, sull'uomo a cavallo all'orizzonte che ne pensi? Secondo me sarà stato modificato qualcosa all'ultimo momento, l'orizzonte non è in linea (foto1), va bene che potrebbe esserci una collina a sinistra e quindi dal basso di destra si va a salire, invece, se noti, l'orizzonte di destra va addirittura leggermente a scendere verso il centro, c'è un'invisibile scarpata nascosta dai buoi? Troppa asimmetria, la collina (in teoria dietro i buoi) ma sembrerebbe più un altopiano, la si deve immaginare, per me è un evidente rimaneggiamento, e per giunta fatto proprio male. La sparizione di quei piccoli dettagli citati sulla G.U. si può spiegare solo così, ma è comunque solo una mia opinione. L'utilizzo della calcografia li ha spiazzati? Non è di certo idonea per riprodurre piccolissimi particolari, e quelli descritti sulla gazzetta ufficiale (ma non presenti) dovevano essere veramente minuscoli. Un'altra considerazione: Con un orizzonte "normale" le teste dei buoi non si sarebbero impastate con lo sfondo del terreno, il chiaroscuro è stato azzeccato (prova riempimento in foto). E' vero che le teste risultano più in risalto, ma eventualmente il risultato non sarebbe stato male. La motivazione del "ripensamento" sulla veste grafica a questo punto bisognerebbe trovarla altrove. Penso che l'orizzonte sia stato tutto rifatto, a sulla gazzetta ufficiale (26-06-1915 n.160) è descritto l'originario progetto depositato in un tempo antecedente la stampa dei biglietti.
    2 punti
  11. Cari amici e appassionati di monete contemporanee estere, Solitamente, mi accontento di collezionare la tipologia, ma quando vengo a conoscenza che di una moneta esiste anche la variante mi diverto a darle la caccia. (rigorosamente in ciotola) Il 20 francs 1950, di varianti ne ha veramente tante. Questa moneta fa parte della monetazione della quarta Repubblica, periodo storico che va dal 1946-1958 Vi presento alcune di queste varianti che sono riuscito a trovare: Ecco le differenze: con 3 oppure con 4 piume
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  12. Forse qui possiamo raccogliere alcuni esempi di monete che vorremmo davvero...a parte i danni. Inizierò, con questo grande 1857 penny da Upper Canada--così tanti rim nicks.... v ------------------------------------------------------------- Maybe here we can collect some examples of coins that we would really like…except for damage. I’ll start, with this big 1857 penny from Upper Canada—so many rim nicks…. v.
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  13. Le polemiche sono pretestuose. Lo si accusa di non aver fermato l'ascesa del fascismo: non ne avrebbe avuto il potere, o quantomeno si sarebbe arrogato prerogative che non gli spettavano. Ricordiamo che il fascismo non erano solo i quattro scalzacani della marcia su Roma, c'era un intero paese dietro che pressava in quella direzione, con le più disparate classi sociali ad appoggiarlo, per motivi diversi, all'interno di una grave crisi economica e sociale, con la rivoluzione russa come drammatico modello di controparte. Insomma, ciò che a noi a posteriori appare semplice, all'epoca risultava tutt'altro che scontato. Lo si accusa di aver firmato le leggi razziali: è vero, e teoricamente avrebbe potuto opporvisi, così come Mattarella oggi può teoricamente opporsi alle leggi del Parlamento. Ma è un potere più simbolico che reale; oltretutto nel 1938 il re aveva poco da stare allegro, schiacciato dalle tendenze repubblicane delle ali più smaccatamente filo-germaniche, e doveva comportarsi con grande cautela. Per Mussolini è sempre stato una spina nel fianco, e infatti il duce non sopportava Vittorio Emanuele. Ma il suo ruolo era quello di far sopravvivere una figura di garanzia a porre qualche paletto al fascismo - che infatti poi verrà meno nella RSI. L'unica sua vera responsabilità è quella della fuga di Pescara: lì sì che avrebbe dovuto comportarsi diversamente, abdicando e lasciando spazio da subito al figlio. Ma non basta questo errore a decretarne onta e disonore, ed esilio perpetuo, in quanto tale errore è già stato scontato con la cancellazione della monarchia.
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  14. Sono false tutte e due, il puntino tra la V e la E di EMANVELE non mente mai. Saluti Marfir
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  15. Credo che @bertu l'abbia azzeccata. Bravo.
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  16. Ciao Matteo. Per quanto ne so, la marcatura poteva significare che la moneta era adatta alla circolazione oppure che era stata rivalutata. Quest'ultimo è il caso dei paesi che avevano subito rapidi cambiamenti dell'inflazione e dovevano modificare rapidamente la valutazione della moneta circolante. Invece il primo caso riguarda le antiche monete di bronzo greche e romane (per es. dell’imperatore Augusto) che avevano circolato per lungo tempo e si erano consumate tanto da non essere riconosciute. Allo scopo di risparmiare denaro ed energia producendo nuove monete, bastava incidere con un punzone una lettera o un simbolo su quelle vecchie rendendole così ufficialmente valide per l’ulteriore circolazione.
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  17. Salve a tutti, in una delle discussioni precedenti si è fatto riferimento alla figura di Maggioriano, Imperatore Romano d'Occidente dal 457 al 461 d.c. A proposito di Imperatori del V° sec. d.c., Vi posto uno dei miei acquisti, regolarmente fatturato, un nummo di Giovanni Primicerio così descritto e classificato: D: DN JOHANN-ES PF AVG; Testa barbata a destra; Rovescio: SALVS REI-PVBLICAE; zecca di Roma : PRM/RMP; RIC X 1920/21/23; 11mm, 1.37g. Di Giovanni si sa pochissimo, le fonti moderne si richiamano l'un l'altra. In particolare, sappiamo pochissimo della sua vita, mentre si sa abbastanza della sua morte. L'avventura di Giovanni, comincia con la morte di Onorio avvenuta nel 423 d.c.. Il Generale Romano Castino, approfittando del ritardo di Teodosio II° nel nominare il proprio collega d'Occidente, chiede ed ottiene dal Senato la nomina di Giovanni, Primicerium Notatoriorum, come Imperatore Romano d'Occidente, nomina mai riconosciuta e ratificata da Teodosio II°. Appena nominato Giovanni, la guarnigione militare stanziata ad Arles si ribella, così come Bonifacio, comes della provincia d'Africa che per rappresaglia, impedisce il rifornimento di grano a Roma. Dopo un tentativo di conciliazione, Teodosio II° decide, sicuramente sobillato da Galla Placida presente anche a lei a Costantinopoli, di nominare Valentiniano III°, prima Cesare e poi co Augusto con la madre Galla. Giovanni, capisce che la guerra è vicina. Cerca, da un lato, un'alleanza militare con gli Unni, dall'altro si rifugia a Ravenna sentendosi al sicuro per la presenza delle paludi e delle guarnigioni. Ma tutto ciò non serve a niente. L'esercitò militare d'oriente arriva velocemente in Italia. Prima si ferma ad Aquileia, poi si dirige direttamente verso Ravenna che, dopo quattro mesi di assedio, capitola. Giovanni viene fatto prigioniero ed immediatamente trasferito ad Aquileia, dove gli viene amputata una mano. Successivamente, per scherno, viene messo a cavallo di un asino nell'ippodromo per ricevere gli sberleffi della popolazione ed, infine, decapitato. Ormai la Clementia, la Pietas e la Temperantia romana sono un lontano ricordo. Certo che i nummi del V° secolo d.c. hanno un loro fascino. Saluti Eliodoro
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  18. Meravigliosa, peccato che non è mai stata prodotta per la circolazione con questa veste grafica, o magari utilizzarla per un'altra banconota. La prospettiva "anomala" dell'immagine dell'esperimento del recto della banconota da 50 lire presente nel post precedente, ha stretto ed allungato in senso verticale la vera immagine di Minerva disegnata da Capranesi.
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  19. Allego un cavallo di Ferdinando I di L'Aquila, è rarissimo se non R4 , vediamo se riuscite a intuire la sua "particolarità " .............
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  20. Cioa King, per me buona (con un po di difetti di battitura, probabilmente la sera prima , aveva alzato il gomito...) skuby
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  21. Buonasera Rocco, non hai idea di quanto sia curioso di vedere la tua magnifica collezione!
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  22. la lettera V iniziale è intercalata dall'ala della Vittoria...cosi' come è piu' distanziata la O dalla T..... vedi esempio che ti avevo postato
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  23. Concordo con @Cembruno5500, la particolarità di queste monete, che le fa uniche, è la ribattitura Posto anche la mia, presa su ebay qualche anno fa per una 50ina di euro. Nelle aste passano, talvolta fanno poco, altre volte dei bei realizzi
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  24. nessun commento prima di farvi vedere il più antico (roba da ricchi marchesi)
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  25. Si si vede parte della spada. Anche le restanti acaratteristiche portano a quella tipologia di quattrino. Buona giornata MB
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  26. E così si trasformerebbe, da una *collezione di banconote* ad una *collezione di conservazioni*
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  27. Forse mostrarlo a un gioielliere potrebbe aiutare petronius
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  28. Quando decidero' di cominciare a giocare al superenalotto ricordami di darti un colpo di telefono....
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  29. Ciao, sembrerebbe proprio il RIC X 87, da un insieme. Roberto
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  30. Diciamo che è un primo approccio, poi se la cosa evolve è naturale prima vedere cammello poi cacciare moka
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  31. Ciao, questa è una moneta che da queste foto non può essere valutata. L'avevo già vista e dalle foto del venditore non mi entusiasmava per la luce con cui era fotografata (molto sottoesposta). Ti domando: la moneta l'hai valutata in mano? È in tuo possesso? Oppure stai valutandone l'acquisto tramite fotografia? Con quella patina, è tassativo vederla in mano, vista anche l'importanza della moneta per capire bene lo stato dei fondi. Da queste foto, personalmente non mi pronuncio, ne per una valutazione commerciale, ne per il grado di conservazione (sicuramente non circolata, ma la forbice rimane comunque molto ampia da una foto così) Fondamentale la richiesta economica, e per capire se questa è effettivamente in linea con la qualità della moneta, è altresì fondamentale esaminarla in mano. facci sapere, fab
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  32. Eccola con qualche passaggio d'asta, non credo sia molto rara. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME51E/2
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  33. Bel bronzetto...effettivamente l'imperatore corazzato è intrigante, anche se la corazza, l'elmo e la spada, lo spersonalizzano Saluti Eliodoro
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  34. stai attento se vuoi pulirla, il rame non perdona se sbagli. io la terrei cosi, ha un bel colore.
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  35. Grazie a tutti dei pareri...concordo in pieno con @dareios it siamo sul qspl andante Il tuo Ferdinando sembra proprio uscire dalla moneta a momenti me lo trovo qui in cucina che mi apre il frigo Alta conservazione davvero. Cosa posso usare per togliere quei residui?Lo metto in ammollo e poi uso uno stuzzicadenti? Grazie per l'eventuale consiglio. Si è un vizio un gran bel vizio. Io continuo a dirglielo, tagliati i capelli e vai a lavorare ma non ne vuole sapere...poltrisce tutto il giorno disteso sul velluto mostrando la sua bellissima chioma.
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  36. Continua la carrellata: Iperpero di Alessio I, Costantinopoli Ripostiglio di Blagoevgrad (Bulgaria) composto da 62 trachea 1/2 e 1/4 di siliqua, coniate a Roma da Teodorico per Anastasio (qui magari faccio felice @Poemenius? ) Ducato d'imitazione coniato in India tra il 1600 e il 1800 (parlando di India e di imitazioni, forse questa potrebbe interessare @Matteo91) Avrei voluto postare diverse altre immagini: mancano molti ripostigli, tutta la sezione papale e quella del Regno e altre curiosità. Purtroppo, per farlo, dovrei ridimensionare le immagini all'inverosimile e non avrebbe più senso mostrarvele.. spero comunque di aver fatto cosa gradita, prendete questa mancanza come spunto per visitare il museo
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  37. urka @nikita_ ... ne ho imparata un'altra. Ho anche fatto di più; stanotte ho letto molto e fatto molte prove. Tra quello che sapevo, quello che mi avete suggerito e quello che ho letto e provato per vedere se erano metodologie corrette mi sento di fare un piccolo sunto che possa servire a tutti (soprattutto ai meno esperti). Esistono diversi metodi per verificare se un oggetto è composto di argento o altro metallo simile; riporto qui i metodi in ordine di facilità di esecuzione che sono utili per le monete (altri per ovvie ragioni non possono essere utilizzati): primo test fondamentale: non fatevi prendere dalla paranoia come me ... una moneta con basso valore e tiratura stellare NON E' FALSA; l'Argento non è magnetico, quasi tutti i materiali e le leghe con caratteristiche all'argento lo sono ... peccato per il "quasi" che rende utile questa prova solo per una verifica approssimativa. E' importante utilizzare un magnete forte (io uso una calamita di una vecchia cassa acustica); peso, spessore e di diametro della moneta sono fondamentali, per via del peso specifico dei vari materiali, e fornirebbero una prova sicura se non fosse difficile reperire il dato relativo allo spessore delle monete (mi chiedo perchè non viene quasi mai riportato nei cataloghi); in mancanza del dato dello spessore i dati del peso e del diametro da soli non bastano ad avere la sicurezza assoluta; il suono di una moneta in argento (ovviamente con titolo alto) è notevolmente diverso dal suono prodotto da una moneta con uguali caratteristiche geometriche ma composta da altro materiale ... ora io di suoni non ho molta pratica e sono stonato come una campana ma azzarderei dire che l'argento suona più "squillante" e più "pulito"; La prova del ghiaccio è una prova empirica ma molto efficace a patto, secondo me, di utilizzare qualche accorgimento ... per prima cosa è meglio fare un test su due monete (una di sicuro metallo diverso dall'argento e la moneta che si vuole "testare"), scegliere le monete con diametro uguale e due cubetti di ghiaccio uguali (non è difficile visto che per esempio i mezzi dollari USA hanno tutti lo stesso diametro e i cubetti di ghiaccio fatti con accortezza con le formine sono identici) ... posizionate su un piano le monete e sopra mettete i cubetti e ... aspettate ... aspettate ... aspettate ... aspettate ... il cubetto di ghiaccio sull'argento sparisce mooooooolto prima che sulla moneta di altro materiale. Cosa importante è pulire le monete se necessario; so già che qui accendo un sicuro vespaio ma a mio parere pulire una moneta non è sempre sbagliato, per prima cosa occorre "pulire" e non "lucidare" e seconda pulire solo se veramente serve. Ecco alcune mie prima e dopo la cura http://www.lamoneta.it/topic/137641-moneta-argento-austria/ ... http://www.lamoneta.it/topic/155608-moneta-argento-marocco-1-diram-1960/ http://www.lamoneta.it/topic/155199-moneta-argento-etiopia-50-cents/ http://www.lamoneta.it/topic/136580-moneta-argento-mozambico/#entry1557784 a voi la scelta se e quando farlo o meno test della candegina TEST PROVVISORIO DA NON UTILIZZARE, IN ATTESA DI CHIARIMENTI DA PARTE DI ESPERTI. Basta una goccia di candegina per fare diventare l'argento nero; quello che non mi è chiaro e se poi il nero può essere rimosso facilmente ... Se una moneta non passa anche un solo di questi test è FALSA. Se invece passa tutti i test e avete ancora qualche dubbio postate e chiadete parere agli esperti del sito. Mi piacerebbe se qualcuno integrasse / correggesse tutto quanto sopra e che un curatore alla fine mettesse un post di riepilogo ad alta visibilità utile a tutti ....
    1 punto
  38. ottima conservazione per la tipologia
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  39. E allora dillo che è un vizio... Praticamente fai tabula rasa... Sempre più ardua la chioma... un esemplare che non vuole andare dal parrucchiere..
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  40. Ecco a voi un quadro! Di mia vecchia collezione. Firenze: Piastra Cosimo III 1677 NC Al diritto: Busto del granduca corazzato Al rovescio: Sulle rive del fiume giordano il battesimo di Gesù da parte del San Giovanni Battista, ai piedi e dietro rocce e arbusti. Quasi fs mai vista così e sono anni che controllo le aste, in questa conservazione diventa rara.. Come per molti altri anni di questa fantastica monetazione Medicea esisto e sono stati utilizzati vari e diversi coni. In questo caso il conio è più grossolano, i dettagli più grandi e alti, sembra una scultura in rilievo. Saluti Fofo
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  41. Veramente bello complimenti, io dire mBB/qSPL.
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  42. Ciao @Zenzero, controlla anche tu credo sia un quattrino Baldassarri A.XIV.3c. Anche se non si vede bene l'armetta dovrebbe essere la spada (si vede in basso a sx della P il pomolo dell'impugnatura e in alto la punta della lama).
    1 punto
  43. Il piccolo Picciolo è tornata a casa, la Signora Anna Petrov molto gentile mi ha spiegato che non sa di preciso da dove arriva, ma chi glielo ha venduto é un anziano collezionista Ceco ma con origini italiane, perciò presume che lo abbia comprato in Italia o in rete.
    1 punto
  44. L'usanza germanica di dare un nome alle spade e armi in genere, mi ha sempre affascinato.
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  45. non ho mai fatto caso alla rigatura, mai, ma ho sempre ricercato le ribattiture. Ecco la mia preferita:
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  46. Non vi incazzate..... per ordine: manca tutta la perlinatura, integralmente, sostituita da una incerta linea continua.....che già la dice lunga, la perlinatura è parte integrante dei conii romani. I particolari più minuti, come le foglie delle ghirlande , le piume, l’occhio, i capelli, semplicemente non ci sono nonostante posizioni riparare dall usura e/o rilievi ancora praticamente integri. Gli stacchi dalla superficie non ci sono e alcune parti sfumano nei piani. Il metallo è spugnoso nei piani e nei punti riparati, e non in quelli rilevati e facilmente raggiungibili per una post produzione , al contrario di quello che provoca la corrosione. Per ultimo: essere ottimi conoscitori della tipologia delle romane( ma anche di qualsiasi altra monetazione) NON significa automaticamente essere o diventare esperti di tecniche di falsificazione. Purttoppo , esserlo, significa dedicarsi ad un aspetto ben preciso della materia numismatica. E non tutti lo hanno fatto o vi riescono nonostante ci provino. Oltretutto, ci si può specializzate veramente solo in un ristretto campo di riconoscimento, se si vuole avere un buon grado di specializzazione, i tuttologi, di solito, sono solo individui che sbagliano su più settori invece che esperti a tutto tondo.
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  47. Dico anche io la mia e posto una gif che dovrebbe aiutare di molto l'osservazione. Ho sovrapposto le due monete deformando lievemente le immagini supponendo che ci fosse una certa distorsione fotografica dell'angolo. Ciò che mi stupisce è il fatto che a trarre in inganno l'occhio è sempre la luce, il colore e l'angolo con cui vengono fatte le fotografie, difatti lo spessore del tondello dove è visibile crea spesso l'inganno di un'ampiezza differente, tantopiù l'incidenza della luce che fa ombre e spessori. Detto ciò, non riesco ad esprimere un giudizio, vedo delle differenze soprattutto sul rovescio ma c'è anche da dire che il ritratto sià combaciante eccetto i termini delle lettere. Fate voi...Cloni? Può darsi ma credere fermamente nelle foto è riduttivo.
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  48. scusate se mi intrometto, ma le possibilità che sia Giovanni sono pari a zero. oltre alla questione del retro, che da sola basterebbe, il disegno del volto si discosta dalla norma per le monete di Giovanni. non fatevi ingannare da "beh si vede male" perché è una scusa, il tratto è chiaro, ed è chiaro che non sia il volto di Giovanni. vendere questa moneta come un Giovanni, a mio parere è altrettanto scorretto quanto vendere certe monetine di Onorio come "bronzetti di Avito" credo tu abbia tutto il diritto di chiedere indietro i soldi. non so quanto tu l'abbia pagata, ma se si parla di più di 10/15 euro (e sono già tanti), fatti rimborsare. un caro saluto a tutti
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