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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/05/18 in Risposte
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Salve @Gallienus giusto qualche giorno fa l'amico Toffanin mi ha portato a vedere le prime bozze del volume. notizia buona: bello, come tutte lo opere del Toffa. notizia cattiva: non si riuscirà a contenere tutta la monetazione papale in 3 volumi, ne serviranno 4. il secondo tomo, contenente 100 anni di monetato (1521-1621), vedrà la luce nel secondo semestre del 2018, probabilmente in occasione di Veronafil grazie per l'interessamento6 punti
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Buon pomeriggio a tutti, oggi è arrivata anche questa, il millesimo meno raro tra le pubbliche di Ferdinando IV: FERDINAN.IV.SICIL.ET HIER.REX busto a destra e P. in basso A.P. // PUBLICA // COMODI // TAS // 1791 Usuali debolezze, moneta che ha circolato ma che mi incanta...io trovo semplice ma stupendo il rovescio di questi tondelli... Ringrazio Rocco per avermi lasciato campo libero e la condivido con voi. Ciao.5 punti
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La mia infatuazione per Gallieno ormai è definitiva, anche se per ora cerco di contenerla cercando solamente i tipi meno comuni... Questo è l'ultimo trovato: D\ GALLIENVS AVG R\ GENIVS AVG, VII a sx. catalogato nel Göbl 371x (3 esemplari). Sicuramente un tipo non rarissimo, ma nemmeno così comune e in una discreta conservazione che permette una sicura identificazione5 punti
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Riporto alcune frasi tratte dal volume di Andrea Cavicchi: "Su molte monete sia d'oro che d'argento di Francesco Maria II e di Guidobaldo II della Rovere, su di un lato compare un paesaggio con edifici e piante su cui primeggia un albero di rovere con rami intrecciati così com'è solitamente nella rappresentazione araldica dello stemma dell'omonima famiglia. Molto probabilmente si tratta di una vista allegorica in cui l'albero in primo piano simboleggia il Duca, è posto a protezione e a tutela dello Stato rappresentato da una veduta panoramica del territorio del Montefeltro con piccole varianti tipologiche nei vari esemplari."3 punti
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Ferdinando IV° di Borbone, 120 grana 1816 (19° tipo) D; ferd.IV.d.g.sic.et.hier.rex R; hispaniarum.infans contorno in incuso: (*optimi*principis**providenti**) diametro mm 38 - peso grammi 27,503 punti
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Buonasera, volevo porre alla vostra attenzione questo grano di Filippo IV del 1637 con la testa del Re girata a destra, la moneta ha il diametro di 29-32 mm e un peso di 10,12 gr. Colleziono monete di Filippo IV per Napoli da tanti anni e ho esaminato attentamente con una buona lente la moneta ma non sono riuscito a capire se è un'inedito o un falso, peso, diametro e metallo sembrano giusti, se si tratta di un falso l'hanno fatta veramente bene, qualcuno di voi esperti è gia a conoscenza di questa moneta ? queste sono le foto del dritto e rovescio, ringrazio in anticipo chi vorrà darmi un suo parere.2 punti
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Salve a tutti, volevo condividere con voi la mia trepidazione per l'attesa dell'acquisto più lontano che abbia mai fatto in vita mia: mi sta arrivando un 4 tornesi 1800 del buon Ferdinando nientemeno che dal capo opposto del mondo: la NUOVA ZELANDA. Cosa diamine ci facesse laggiù non è dato saperlo; la mia fantasia mi porta a pensare che facesse parte degli oggetti di famiglia di qualche emigrante. Certo fa strano pensare che questa moneta sia uno dei più antichi oggetti europei presenti sull'isola, dal momento che, quando è stata coniata, la Nuova Zelanda non era ancora stata colonizzata ed era fresca fresca di scoperta (Cook ci era arrivato solo trent'anni prima)! Essendo questa terra agli antipodi per noi, non ho speranze di battere il record di distanza (salvo installazione di colonie extraterrestri)... ovviamente speriamo che arrivi, il viaggio è lungo e periglioso!2 punti
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MI è capitata questa monetina d'argento dall'aspetto più che vissuto e spero di aver aperto questo topic nel posto giusto. Quello che posso dire è che si tratta di Carlo VI° d'Asburgo come Imperatore del Sacro Romano e Re di Napoli (III° come Re di Sicilia) ..... se non erro. D; carol lII.d.g. (c.p.) Testa laureata con lunga capigliatura volta a destra R; rex.si (corona) et.hie (s.m.) Aquila coronata con stemma sul petto M° di zecca Simone Maurigi anno 1734 sphar 68 - MIR 538 Dovrebbe trattarsi di un tarì ha un diametro di 19 mm e pesa grammi 2,15 Ne ha passate di tutti i colori e si vede, ma ora ^______^ riposa tranquillamente in una capsula quadrum. Giuro che è l'unica moneta della mia collezione che è stata trovata (e non da me) nel classico cassetto, questo da mio zio che un giorno mi chiamò per farmi vedere una moneta di un certo carlo, ed ero convinto , visto dove abito, che si trattasse di un classico cavallo di Carlo VIII° (1495) https://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-C3C2 punti
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dalla BBC. Svelato il codice segreto utilizzato da re Ferdinando d'Aragona per dare istruzioni a Gonzalo de Cordoba , comandante militare nell'Italia meridionale. Un codice segreto vecchio di 500 anni usato nelle lettere tra uno dei più famosi monarchi spagnoli e un comandante militare è stato rotto. Le lettere di Ferdinando d'Aragona hanno tormentato gli storici per secoli. Costruito utilizzando più di 200 caratteri speciali, sono stati decifrati dall'agenzia di intelligence del paese. Era dietro la riconquista finale - Reconquista - della Spagna dai Mori nel 1492 e dei viaggi di Colombo nelle Americhe. Le lettere tra Ferdinando e Gonzalo de Córdoba includono istruzioni sulla strategia durante le campagne militari in Italia all'inizio del XVI secolo. Sono stati scritti usando il codice segreto nel caso in cui cadessero nelle mani dei nemici. Le lettere sono esposte al Museo dell'Esercito della Spagna a Toledo e ci sono voluti servizi di intelligence quasi sei mesi per decifrarne quattro, alcune delle quali andate avanti per oltre 20 pagine. Il codice-cracking è stato descritto da alcuni come un momento di "Rosetta Stone", nella speranza che possa portare a decifrare altre lettere in codice. Immagine copyrightRADIO TELEVISION ESPANOLADidascalia delle immaginiLe lettere furono scritte da Ferdinando d'Aragona, che fu il primo re di quella che divenne la Spagna odierna. I dettagli delineati nelle lettere vanno dalle istruzioni sui dispiegamenti delle truppe per ammonire il comandante per non aver consultato il re prima di lanciare iniziative diplomatiche. Agli inizi del XVI secolo, ci vollero 15 giorni perché le lettere arrivassero tra le residenze del monarca nell'Italia sud-orientale, dove era situato il comandante. Che aspetto aveva il codice Il misterioso sistema di codifica usato da Ferdinando d'Aragona e Gonzalo de Córdoba era molto complesso. È stato costruito utilizzando 88 simboli diversi e 237 lettere combinate. Per ogni lettera c'erano da due a sei caratteri figurativi come triangoli o numeri. Per complicare ulteriormente le cose, i simboli usati nelle lettere sono stati scritti senza separare parole e frasi. Chi stava combattendo contro chi? All'inizio del XVI secolo, Spagna e Francia combatterono per il controllo del Mediterraneo. Tra il 1499 e il 1504, la lotta si concentrò sul Regno di Napoli. La Spagna strappò il controllo di Napoli dalla Francia nel 1504 e la governò fino al 1647. Pubblico questo articolo anche nella sezione REGNO DI NAPOLI più seguito dagli amici Napoletani.2 punti
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Buona serata Temo che la tua ricerca resterà vana; non esistono registri o repertori su quante oselle in oro venivano coniate. Le oselle d'oro nelle loro varie combinazioni di multipli di zecchini, erano infatte coniate su ordinazione; chi le voleva portava l'oro in zecca, pagava le spese di coniazione e se le portava a casa. Se per le oselle di circolazione ordinaria (diciamo così), quelle in argento per intenderci, ci si può fare un'idea approssimativa (dico approssimativa) del loro numero, perché coniate in base al numero dei nobili presenti nel Maggior Consiglio di quell'anno, per quelle in oro ciò non è possibile. Ho detto approssimativo, perché è provato che, oltre al numero di oselle regalate dal doge ad ogni membro del Maggior Consiglio, taluni se ne facevano coniare privatamente degli esemplari per distribuirli a familiari e/o amici; classica ostentazione, così come veniva fatto per le oselle in oro. saluti luciano2 punti
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Sisto V - zecca di Fano - Quattrino https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FASISV/112 punti
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ragazzi scusate per il tipo di risposta che ho dato era da interpretare <in realta ho messo un MI PIACE di troppo> per quanto riguarda la giornata milanese continuate pure cosi giamba2 punti
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Bene allora omaggiamo ancora la zecca di Milano con un bel esempio dove Filippo II viene esaltato stilisticamente e per nominale.2 punti
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La prima di queste monete (@gallo83) corrisponde a uno stato più avanzato dei conii, con fratture al D/ tra fiocchetto in basso a sinistra e stemma del Card. Pacca, al R/ ad ore 10 (leggerissima) sotto la lettera L. Il secondo esemplare (@giulira) mostra uno stato più precoce dei conii senza evidenza di fratture (quella al R/ vicino alla nube sembra piuttosto un segnettino, ma la bassa definizione della foto non consente giudizi attendibili). Ovviamente la moneta di questa sede vacante "famosa" per la frattura di conio è lo scudo, non il mezzo scudo (i cui conii presentano danneggiamenti comunque limitati). Per quanto riguarda le quotazioni delle alte conservazioni, un FDC vero, senza hairlines, con minimi segnetti di aggiustamento e ben impresso s'invola sopra i 1500 Euro, nonostante si tratti di una moneta non particolarmente rara (tiratura di circa 60.000 esemplari).2 punti
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Grazie caro Luca, la tua grande sensibilità ha compreso il nostro vero spirito, tu mi hai visto all'opera, parlare e raccontare al Cordusio nelle gelide mattine Milanesi, la storia emozionante della vita numismatica ai giovani e meno giovani con la passione e il cuore in mano.. Eros2 punti
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Buonasera Luca, le medaglie "brutte" sono a mio avviso quelle più recenti, se vai indietro nel tempo troverai delle vere opere d'arte con uno stile decisamente migliore. Io le tengo in un monetiere fatto a mano da un falegname, 12 cassetti con 16 spazi 45x45. Cordiali Saluti Silver2 punti
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Queste sono le uniche due tipologie di alfonsino minuto coniate a nome di Giacomo II d'Aragona nella zecca di Bonaria. Fino agli anni '80 attribuite alla zecca di Villa di Chiesa, furono poi riclassificate dallo studioso Crusafont nella zecca di Bonaria, colle attualmente inglobato nella città di Cagliari e suo quartiere residenziale. Le due tipologie sono entrambe in mistura e si distinguono per la legenda al dritto e al rovescio: Mir 5 : D/ IACOBVS ARAGON ; R/ ET SARDINIE REX MIR 6 : D/ IACOBVS DEI GRA ; R/ ARAGONUM REX La tipologia aragonum rex é estremamente più rara e secondo lo studioso Mariano Sollai é coniata in un periodo antecedente, precisamente tra il 1325 , anno in cui arrivò sull'isola lo zecchiere Michele Ros e il 1326, anno in cui Pisa cedette definitivamente i diritti sull'isola agli Aragonesi. Infatti prima di tale data era ancora incerta la sorte delle armi e solo successivamente all'annessione ufficiale Giacomo II assunse anche il titolo di re di Sardegna. Con l'alfonsino d'argento, dal valore di 18 alfonsini minuti e coniato nella zecca di Villa di Chiesa si chiudono le emissioni monetali del primo re aragonese della Sardegna.1 punto
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Se può servire per gli appassionati del genere vorrei proporvi un'altro interessante sito per la classificazione delle monete medievali. sito a mio modesto parere molto ben fatto e di facile navigazione http://home.eckerd.edu/~oberhot/index.php Luigi il Pio zecca di Melle - denaro1 punto
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Segnalo l'uscita del n. 336 di Panorama Numismatico questo l'indice: Curiosità numismatiche – Pag. 3 Roberto Diegi, Lucius Clodius Macer – Pag. 7 Alberto Ghiraldo, Tre nuovi antoniniani a nome di Salonino Augusto – Pag. 11 Angelo Cutolo, Manfredi di Svevia, la città e la zecca di Manfredonia e le monete coniate in essa – Pag. 17 Alberto Castellotti, Sacro e profano in una curiosa cinquina napoletana di Carlo V – Pag. 29 Corrado Marino, Le prime banche di emissione dei comunisti cinesi. Lenin e, per una volta, anche Stalin sulle prime rare banconote – Pag. 31 Claudio Bugani, Cassa Sangiorgio Genova. La storia dell’istituto raccontata attraverso i suoi biglietti fiduciari – Pag. 37 Fabio Robotti, La medaglia per il pellegrinaggio di San Giovanni XXIII alle Basiliche di Loreto e Assisi – Pag. 41 Notizie dal mondo numismatico – Pag. 50 Giuseppe Carucci, Banconote russe dal 1843 al 1917, prima parte – Pag. 51 Recensioni – Pag. 56 Mostre e Convegni – Pag. 62 Aste in agenda – Pag. 631 punto
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Buonasera amici...vi presento una recente acquisizione. E' il primo di questa serie di grani che metto in collezione. So' che sono monete difficili da reperire ben conservate, come la maggior parte del rame siciliano, in particolare i grani 1801-1804 si presentano sempre molto vissuti...questa come vi sembra? Inoltre la rarità è ballerina a seconda dei cataloghi o testi che ho consultato: Montenegro la da come Rara Gigante la da Non Comune Il D'Incerti la da come Comune (anche se c'è da dire che il D'Incerti è un po' stretto nel grado di rarità che assegna a diverse monete) C? NC? R? La verità sta nel mezzo o possiamo definirla rara? Di certo mi sento di dire che non è una moneta Comune. Ogni commento è gradito. Saluti.1 punto
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Buona Domenica Amici Numismatici! Oggi sono entrato in possesso della mia prima moneta romana. Una grande emozione. Asse di Adriano diam. 2,5/2,7 cm peso 9,39 gr Il retro è molto consumato ma si riescono ad intravedere le vesti di una figura affiancata da S e C ed un'altra S più in alto a sinistra. Sapete per caso dirmi di quale asse si tratta? Grazie mille in anticipo per il Vostro sempre cortese aiuto. Gabriele1 punto
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...ND... si legge bene. Come dicevi tu croce del periodo, per cui anche io propenso ad Andrea Dandolo1 punto
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Grazie @santone Pure a me @roman de la rose....sia il nasone che le patine che certe conservazioni.... Grazie per i complimenti.1 punto
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Libri, articoli, cataloghi, link, cataloghi d'aste ecc. ecc. In sintesi cultura. Per esempio la lista dei massari: https://it.wikipedia.org/wiki/Massari_all'Argento_e_all'Oro http://www.lamonetapedia.it/index.php/Massari_della_Zecca_di_Venezia1 punto
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Prego https://www.kuenker.de/data/ergebnisliste/A143-A146-Results.pdf Salutoni odjob1 punto
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Ciao Giamba, avevo capito a qualcosa del genere...detto questo, i complimenti ricevuti negli ultimi post fanno piacere, viviamo di gratifiche, di passione, di divulgazione totale senza altri scopi, le gratifiche sono tutto... Il gruppo è' grande, 101 soci che ci fa pensare quasi a una imprevista sottostima nel numero di 111 speciali numerati stampati, come fa piacere la sala piena con un pubblico non solo della nicchia numismatica ma anche del mondo associazionistico, storico, culturale milanese, di gente che si è accostata per la prima volta a vedere cosa sia una moneta e noi abbiamo pensato a incuriosire queste persone. Ci fanno piacere le 300 visualizzazioni a oggi sul nostro canale youtube quellidelcordusio, anche questo vuol dire vicinanza, voler arrivare a tutti, è molto importante usare l'innovazione tecnologica per questi fini. Forse a volte divulgare è anche più difficile, intanto bisogna farlo, divulgare è poi un trasmettere senza altri fini, poi indubbiamente sabato ci sono stati momenti vari come era giusto che fosse secondo me. Divulgare, ma poi anche il fare, certamente a stare fermi non si sbaglia mai, ma la nostra caratteristica sarà il fare e creare momenti di interesse per tutti. Vedremo di continuare su un percorso nostro, che avrà le sue caratteristiche diverse da altre realtà, credo che sarà una ricchezza per tutti. Certamente l'impegno è stato ed è totale e cercheremo di comunicarlo e trasmetterlo man mano qui dove ci sono molti soci e simpatizzanti per fare un cammino insieme, l'augurio è questo....e chi vorrà fare proposte o dare idee ci farà indubbiamente piacere.1 punto
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personalmente farei cosi e poi un massaggio con una goccia di vasellina...1 punto
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Ciao @Gallienus complimenti per il tondello raro, bello e per la volontà di rimpatriare una delle pochissime monete napoletane che ha visto i canguri...il giro che ha fatto lo possiamo solo immaginare e di certo non si può dire che non abbia circolato viste le distanze percorse... Ciau.1 punto
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Lo voglio anch'io! Peccato che dovrei vendere la collezione per costruirmi il mini fort knox, e poi mi rimarrebbero da metterci dentro solo le 500 lire bimetalliche.1 punto
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Ciao @gpittini, la discussione si sta facendo molto affascinante ; in effetti il Ponte sul Sesterzio di Traiano potrebbe anche essere una stilizzazione ad una sola campata del Ponte sul Danubio , anche se questo non spiegherebbe i gradini dell' arco di destra e la catena posta tra le due sponde , come gia' ho dubitato nella mia precedente risposta . A questo punto l' unica altra supposizione sul significato reale del Ponte rappresentato in questa moneta , ricade sul Porto di Ancona che Traiano ristrutturo' prima delle guerre daciche in previsione della partenza . Proviamo quindi a ragionare su questa seconda possibilita' , sappiamo da Diodoro Siculo che Ancona fu fondata dai Dori provenienti da Siracusa al tempo di Dionisio e che la parola "ancona" in Greco "an kona" vuol dire "gomito" , termine che sicuramente i Greci presero a causa della conformazione a gomito che in quell' epoca aveva la costa in quel punto dove poi sorse la citta' . Non sembrerebbe assurdo pensare che Traiano nel ristrutturare il Porto costruisse anche un Ponte ad una sola campata (ad Apollodoro sembra che nulla fosse tecnicamente impossibile) che unisse le due sponde dell' ingresso del Porto , questo spiegherebbe anche due particolari del Sesterzio : primo la presenza della catena che si nota sotto il Ponte della moneta , posta a protezione del Porto stesso , catena che secondo la tradizione di Tucidite era presente anche all' ingresso del Porto Grande di Siracusa posta al fine di impedire l' ingresso alle navi nemiche cartaginesi ed ateniesi ; secondo : i gradini sotto l' arco di destra altrimenti inspiegabili per un Ponte su un fiume , come i Danubio , costruito anche per il transito di carri . Per la rappresentazione invece simbolica del Ponte rimando alla mia precedente risposta n° 18 Se fosse presa in considerazione l' ipotesi che il Sesterzio con Ponte possa rappresentare un particolare di un Porto , allora bisognerebbe allargare la possibilita' , oltre che a quello di Ancona , anche al Porto di Centum Cellae , attuale Civitavecchia , costruito anch' esso da Traiano , poiche' : "Centum Cellae (questo il nome latino che significa Cento [numerose] Celle) era all'epoca riferito, secondo quanto scrisse Plinio il giovane per la prima volta in una lettera nel 107 d.C., a un luogo dove erano in corso grandi lavori per la costruzione del porto, nei pressi della villa dell'imperatore Traiano. Si può ipotizzare quindi che la città venne a compimento intorno al 110 d.C. Numerose sono le ipotesi avanzate per spiegare l'origine del toponimo Centumcellae; si ritiene possa riferirsi al numero di insenature naturali che erano presenti sulla costa, oppure ai numerosi ambienti costruiti nella darsena per la raccolta merci, o ancora alle cento stanze della Villa Imperiale. Nell'828, in seguito all'invasione distruttiva dei Saraceni, la popolazione lasciò il centro, rifugiandosi prima sui monti, poi in un nuovo sito chiamato "Cencelle" (per distinguerla dal primitivo), fino a quando non fece definitivamente ritorno nell'889 nella città d'origine, cambiandone il nome in Civitas Vetula (Città Vecchia) per distinguerla da Cencelle" Come si nota , la questione interpretativa di questo Sesterzio e' piuttosto complessa e di non facile soluzione perche' si presta a diverse interpretazioni , ma come di solito accade la piu' semplice e' forse quella piu' reale . Panoramica del Porto di Ancona visto dall' alto , ma non confrontabile con l' aspetto antico .1 punto
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Salve @Legio II Italica e grazie, interessante informazione. Del resto gli antichi Romani ci hanno lasciato talmente tanto in eredità, sotto vari aspetti, che alcuni sono meno "felici" di altri Un saluto e buona giornata!1 punto
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DE GREGE EPICURI Questo invece, in un latino secentesco abbastanza involuto, pensa che sia proprio un porto: sia perchè un ponte non avrebbe avuto una sola campata, che per la presenza di una navicella, che sembra essere tranquillamente ferma nel porto, e non trasportata dalle acque impetuose del fiume.1 punto
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Grano molto interessante..sembrerebbe autentico ed inedito.inoltre, già il grano del 37 è di per sè molto raro. Un elemento che stona è la A davanti al busto, molto ben coniata rispetto al resto. Se si tratta di un falso anche d'epoca, è fatto molto bene. saluti Eliodoro1 punto
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leggo FILIPRUS. è conosciuto questo errore sui tipi con ritratto a sinistra?1 punto
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Da una pregevole dracma di Argo, il più forte ( dopo Achille ed Aiace ) dei guerrieri achei all'assedio di Troia, qui nell'impresa della sottrazione del Palladio .1 punto
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Buonasera, ho dato un'occhiata sul P. R. e non lo vista, bisognerebbe guardare sul corpus ma al momento mi è impossibile, escluderei il falso, le ribattiture e i cerchi concentrici al dritto sono ottimi indici di moneta genuina... Ad ogni modo ti faccio i miei complimenti...1 punto
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questa zecca è presente nel volume in corso di preparazione sulle monete aragonesi in sud Italia, edizioni D'Andrea1 punto
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Lettura interessante, grazie a @Rex Neap e complimenti.1 punto
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Il libro di @Rex Neap è stato recensito anche da Monete Antiche n. 97, gennaio-febbraio 2018. Nota: nel piè di pagina è riportato il numero precedente della rivista, ma si tratta di un refuso.1 punto
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Strano un po' lo è.... Se in tipografia hanno impostato la numerazione con lo zero al posto della decina di migliaia..., dovrebbe essere così per tutti o certificati.... L'unica spiegazione è che siano stati stampati in due o più fasi....1 punto
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Donare la collezione a un museo ? Si però non italiano i musei stranieri apprezzano molto le donazioni, io ho già Donato al museo di Dresda dei doppioni e sono già stati pubblicati sulla rivista PanoramaNumismatico,Stefano Di Virgilio"Monete e medaglie italiane del Gabinetto Numismatico di Dresda"nelle ultime pagine riguardante le Monete di Casa Savoia. Blaise1 punto
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Come già sappiamo successivamente il gruppo allegorico di Venezia e Genova del Capranesi fu riutilizzato per le banconote da 5.000 e 10.000 lire. note Banca d'Italia: A seguito del favore incontrato dai titoli provvisori da 5 e 10 mila lire, nel 1948 la Banca d'Italia fu autorizzata ad emettere questa volta veri e propri biglietti e titoli equivalenti in tagli da lire 5.000 e 10.000. Per accelerare i tempi, per la calcografia del recto di entrambe le banconote fu utilizzata l'incisione del gruppo allegorico Genova e Venezia. Dalle note della Banca d'Italia si evince che la signora Celeste Capranesi, figlia ed erede dell'artista scomparso, citò in giudizio la Banca accusandola di aver pregiudicato l'onore e la reputazione del padre a causa delle modifiche ai bozzetti originali, chiese un generoso risarcimento e la distruzione di tutti i biglietti già stampati. Il contenzioso venne risolto con un accordo che impegnava la Banca a onorare con idonea elargizione la memoria del defunto artista, il che permise la regolare immissione in circolazione dei biglietti. Ho guardato e riguardato le tre allegorie di Venezia e Genova sui biglietti, e non noto nessuna modifica a parte i colori, magari le citate "modifiche" riguardavano solo queste differenze cromatiche? Sulle rispettive G.U. non trovo altro a parte i colori. Per il 1.000 = Per il 10.000 = Per il 5.000 = Vedete qualcos'altro? (clicca per ingrandire) L.1.000 - Primo piano riflesso della Regina del mare "Genova" (porzione della lastra calcografica originale)1 punto
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Vita piuttosto tormentata per questo capolavoro del Capranesi, la banconota fu concepita per sostituire in toto la mille lire Barbetti, come recita l'articolo 1. della Gazzetta Ufficiale n. 123 del 27.05.1929 : Ebbe invece una vita breve, questa banconota, non più spendibile a far tempo del 30 giugno 1953, ma scambiabile presso la Banca d'Italia sino al 31 dicembre 1954, doveva essere sostituita dal 1.000 lire tipo 1944 (banconota non più emessa) Il rimpicciolimento era necessario, verso la fine della seconda guerra mondiale mille lire non era più una grande cifra. I miei genitori mi raccontarono che il nonno vendette un piccolo locale nel 1938 per duemila e quattrocento lire, ebbe mille e quattrocento lire d'anticipo subito, per le rimanenti mille lire.... un litro di olio d'oliva alla fine del 1945 a saldo. Da più parti, dalla stampa in primis, le 1.000 lire Capranesi prima, e le 5.000 e 10.000 Regine del mare dopo, vennero duramente criticate per il loro formato eccessivamente grande. La grandezza del biglietto al mutato potere di acquisto, l'impasto speciale*, le vicissitudini descritte nel post precedente, manca qualcos'altro? Sta di fatto che la nostra 1000 lire, dopo l'ultima emissione del 1943, non fu più prodotta. Ebbe la meglio la mille lire Barbetti (non proprio piccola) stampata sino al 1950. * https://www.lamoneta.it/topic/165218-serie-capranesi-dal-regno-ditalia-alla-repubblica-italiana-mezzo-secolo-e-oltre-di-arte-nelle-banconote/?tab=comments#comment-1867147 Porzione della lastra calcografica originale per la riproduzione del retro del biglietto. Si tratta dell'allegoria che rappresenta "l'industria", la figura è rifessa ed in negativo, questo particolare si trova a sinistra del gruppo marmoreo.1 punto
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