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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/11/18 in Risposte

  1. Ci sono anche contrassegni che nobilitano, come questa aquila che identificava la collezione Gonzaga. Venduta anni fa da CNG per 16.500 dollari. Ci ho lasciato il cuore.
    3 punti
  2. http://www.quellidelcordusio.org/contact1.html Ho notato ora queste pubblicazioni. Le ho scaricate e non mancherò di leggerle. Grazie per renderle leggibili a tutti e gratuitamente
    3 punti
  3. In effetti talvoltale le capacità di adattamento della mente umana sono spettacolari: pensare che noi poco più di 15 anni fa ci samo abituati ad utilizzare delle banconote il cui valore, nella nostra testa abituata alle lira da oltre 1200 anni, andavano da 9681,35 a 968.135 lire. E che dire del grosso di Venezia, che è diventato la moneta più importante del Mediterraneo in un periodo (XIII sec.) in cui valeva 26,111... denari, pari a soldi 2,176. In realtà con l'abaco, che non consentiva le divisioni dirette, le cose erano più semplici: si indicava un valore non con i decimali ma con un una moneta ed il numero di sottomultipli richiesto, così il pegione, ad esempio sarebbe stato indicato come 5 soldi e 4 denari ven., il soldo imperiale come 2 soldi e 8 denari ven., mentre quasi due secoli prima il grosso a Venezia era indicato come 1 grosso = 26 denari ed 1/9. Essendo abituati alle grandi transazioni, non era certo un problema, per i contabili veneziani, aggiungere un denaro di valore ogni 9 grossi. Addirittura in quel periodo usavano normalmente la lira veneta per contabilizzare i pagamenti in grossi, incuranti del fatto che una lira corrispondesse a 9,191 grossi (240 / 26,111), cioè nel loro modo di computare, 9 grossi e...? (piccolo quiz facile facile ). I documenti citati se ricordo bene dovrebbero riferirsi al cambio forzoso applicato dal Visconti al momento di imporre la circolazione della propria moneta nelle terre soggette; credo siano così strani, comunque, perché frutto di un doppio cambio: quello con la moneta veronese (che all'epoca valeva 1/3 in più di quella veneto/padovana) e poi quello con la lira ven.pad. Quindi è possibile che il pegione, ad esempio, avesse un valore di 4 soldi in lire veronesi, il soldo imperiale di 2 soldi della lira veronese, il sesino di 1 soldo della lira veronese. La lira imperiale, in base a questi documenti, avrebbe dovuto avere un valore 'imposto' pari al doppio di quella veronese ed al triplo di quella veneta. Credo che la cosa abbia provocato molto scontento nella popolazione, come è ben illustrato in una supplica dei maggiorenti di Belluno, mi pare. Cordiali saluti, Andrea
    3 punti
  4. Re Ferdinando comincia a trascurare il rasoio da barba.
    2 punti
  5. Grosso di Iacopo Tiepolo, volevo mostrarlo solo per un motivo , è la prima moneta della mia collezione, acquistata per caso e un pò controvoglia e distrattamente a suo tempo e non pensavo minimamente che avrebbe segnato l'inizio della fine ^___________^ ovviamente ironizzo.
    2 punti
  6. Ciao! Magari con foto più a fuoco si potrebbe azzardare un parere ma con queste si capisce poco se non nulla. Ciao. TWF
    2 punti
  7. Mentre lasciamo aperta la Verona viscontea, ricordo anche l'importante relazione che terrà il Presidente del Circolo Numismatico Bergamasco Gianluigi Lamperi. Quando penso a un divulgatore numismatico penso devo dirlo a lui, difficile trovare un tema dove non possa dire la sua, quella di sabato sarà una relazione molto importante , una tematica che personalmente sento vicina, affascinante, so quanto vi coinvolgerà sul tema e nell'esposizione ... Medioevo, gli usurai lucravano e guadagnavano bene, si arricchivano, ma quando senti la fine vicina anche l'usuraio cerca il pentimento, cerca la salvezza dell'anima... E tutto aveva un costo, magari proprio in fiorini, bisognava fare del bene, donare agli altri...ma quanto poi costava avere l'anima salva ? Lo sapremo sabato, e sapremo quanto costava anche altro, molto altro ...
    2 punti
  8. Mi aspetto a breve quelle dell'occupazione greca della Svezia e l'occupazione irlandese del Portogallo, nel frattempo cito pro-memoria l'inesistente valuta del Kosovo emessa dall'inesistente "Banca Provvisoria della Repubblica di Kosovo" sovrastampando le vecchie banconote macedoni post indipendenza.
    2 punti
  9. Salve, questo è il mio........ Saluti
    2 punti
  10. I gazzettini cominciano ad essere una realtà costante...che accompagnano gli eventi più importanti Il num 1, esaurito, è ormani da collezione
    2 punti
  11. Credimi... c'è anche Straker! ...anzi, forse di più.
    2 punti
  12. Buongiorno Eliodoro, credo che hai dato un'indicazione di prezzo un po alta . da A C M , asta n°3 ne ho visti due, credo in conservazione superiore, rimasti invenduti con un prezzo di partenza di 80,00 euro , considerando i diritti del 15% si arriva a 92,00 euro. Penso che il prezzo giusto per quel gigliato provenzale sia di 100,00 euro. Saluti Michele
    2 punti
  13. mar-2018 Moneta che porta con se la storia di un popolo, l'insurrezione contro la tirannia, l'implacabile ghigliottina... Pulita piuttosto maldestramente dal precedente possessore, ne scusa la spesa di un solo euro, ma l'avrei presa ugualmente anche per due o tre euro e financo cinque euro se non fosse stata pulita così selvaggiamente. Sicuramente era di colore uniforme scuro, ne è rimasta una piccola traccia al rovescio vicino la data. Nel cartiglio, purtroppo illeggibile dall'usura e dal tempo, la dichiarazione di uguaglianza del 1789. LES HOMMES SONT EGAUX DEVANT LA LOI (gli uomini sono uguali di fronte alla legge) Francia - 1 Sol (D = zecca Lione) - 1793 L'AN II Ne metto una capibile presa dal web, giusto per far vedere cosa era riportato nel cartiglio. Queste monete sono di difficile reperibilità in condizioni perfette, furono addirittura utilizzate sino al 1856 c.a, questa di seguito è dello stesso anno (AA zecca di Metz).
    2 punti
  14. Mi pare che nel Tuo ragionamento ci sia un errore di fondo, basato sull'equivoco di equiparare la sigillatura di una moneta (attività consentita a tutti) con altre attività riservate a speciali categorie di professionisti, che vengono abilitati a svolgere la loro professione a seguito di un esame "di Stato". E ciò è evidente anche dal fatto che, per legge, il titolare di una ditta numismatica non è obbligato ad essere anche perito numismatico. Se è chiaro questo concetto, si dovrebbe comprendere perché le competenze numismatiche possono anche essere appannaggio di categorie di cittadini che, pur non svolgendo attività commerciale numismatica e non essendo periti di questa disciplina, sono tuttavia in possesso di conoscenze tali da consentire loro di esprimere una valutazione sull'autenticità di una moneta e sul suo stato di conservazione. Che poi questa valutazione possa non essere attendibile è altra questione, che non inficia la possibilità astratta che ciascuno sigilli una moneta. Come abbiamo già detto, - e questo è il passaggio successivo del ragionamento proposto - nessuno è obbligato ad acquistare una moneta sigillata dal Signor X e quindi la possibilità che il Signor X sigilli una moneta, non è motivo di turbativa del mercato, dal momento che se il Signor X dichiara le sue generalità e non millanta titoli che non possiede, siamo tutti in grado di valutare se acquistare da lui o se non acquistare. Nel caso specifico di questa discussione, la questione mi sembra mal posta fin dall'inizio, dal momento che l'Autore della discussione sembra porre una domanda ("il Sig. Zanirato è perito numismatico?") che sottintende il fatto che il suddetto sigilli delle monete senza essere perito numismatico. Ebbene, se fosse chiaro (e purtroppo ancora per alcuni sembra non esserlo) che chiunque può sigillare una moneta (e, a maggior ragione, il titolare di una ditta numismatica), si capirebbe agevolmente che la circostanza che il suddetto commerciante sia o meno perito numismatico è del tutto ininfluente con la pratica di sigillare monete. L'importante, come già è stato detto, è che chi sigilla le monete manifesti chiaramente chi è e non si aggiunga titoli che non possiede. Fatto ciò, sarà il mercato che deciderà se accordare credito e fiducia al "sigillatore" oppure se non ritenerlo credibile e affidabile come numismatico. Probabilmente un sigillatore, che sarà anche perito numismatico, infonderà maggior fiducia nel Pubblico (lo ritengo verosimile) ma non vedo alcun motivo per screditare a priori un soggetto che, pur non essendo perito numismatico (ma semplice titolare di una ditta numismatica) per alcuni sembrerebbe non avere per ciò stesso "titolo" a sigillare le monete che vende. La numismatica, fra l'altro, è ricca di esempi di soggetti del tutto estranei al "mondo ufficiale numismatico", che hanno arrecato fondamentali contributi a questa disciplina. Si parla di geometri del catasto, di professori di disegno, di ufficiali della Guardia di Finanza, di meccanici (e qui cito a "occhi chiusi" il precedente intervento di gennydbmoney...) e di tanti altri soggetti esercenti le più disparate attività, che nelle rispettive monetazioni di riferimento sono stati ritenuti e sono ritenuti altamente autorevoli. Questo dimostra come, in numismatica, l'autorevolezza può essere data anche da elementi non necessariamente coincidenti con il possesso della partita iva di una ditta numismatiche o con le iscrizioni agli albi dei periti. M.
    2 punti
  15. Intanto confermo la prenotazione per 18 per lo spuntino al Charleston di Piazza Liberty veramente a due passi dall’Hotel De la Ville, credo che se ci saranno piccoli aggiustamenti in più o in meno si possa comunque rettificare il numero, quindi ancora possibilità per eventuali adesioni. La discussione sui Visconti a Verona e su questa monetazione può diventare sempre più interessante se ci saranno ulteriori interventi anche qui su Lamoneta, certamente acquisterà più interesse la relazione del 17 marzo. A questo proposito per dare un ulteriore spunto mi domandavo se l’anno 1395 fosse ritenuto, come lo fu per Gian Galeazzo Visconti, un momento chiave per la monetazione viscontea anche in ottica veronese . Non dimentichiamo comunque anche le altre relazioni che potrebbero darci ulteriori approfondimenti anche qui per una migliore conoscenza prima dell’evento del 17 marzo. Spesso gli eventi sono partiti virtualmente qui e poi conclusisi nel reale con una migliore attenzione e fruibilità da parte di tutti, se vogliamo approfittiamone ...
    2 punti
  16. Taglio: 5 Centesimo Nazione: Andorra Anno: 2014 Tiratura: 1.000.000 Conservazione: B Località: Torino
    2 punti
  17. ..e chi non balla con me : peeste lo colga ...
    2 punti
  18. Ultimo come nominale da Un Tornese, il 1859 e ultimo spicciolo in rame con questa data per Ferdinando II.
    1 punto
  19. Grazie infinite!!! Molto gentile
    1 punto
  20. DE GREGE EPICURI Nella prima moneta postata, mi pare che si tratti di un prezzo (c'è anche un punto, dopo il 5, e un trattino per dire: niente centesimi). E' difficile dire se la scritta sia sulla moneta, o su un invisibile contenitore di plastica. I numeri ottocenteschi erano molto più sottili, scritti sia in china bianca che, più di rado, in china nera.
    1 punto
  21. mar-18 Regno Unito 1/2 Penny 1806 Geogius III Moneta che spesso si incontra ma per mia esperienza, raramente per 1 € in questo stato di conservazione.
    1 punto
  22. @Rocco68 Invio i miei più sinceri saluti e ringraziamenti
    1 punto
  23. Ciao Carlo II Grosso nuovo https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CA2/70 .non riesco a leggere le sigle.. la foto mi abbaglia troppo...
    1 punto
  24. Oggi ho fatto un giro al Cordusio, tanta gente anche oggi nonostante la pioggia (ho visto tanti stranieri), ho incontrato tanti amici dell'associazione culturale " Quelli del Cordusio" con i quali è sempre un piacere scambiare pareri ed opinioni sulle varie monete.
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  25. Ciao a tutti..... Questo è il mio sesto matapan, la strada è ancora lunga. La casa d'aste lo considera uno spl. Secondo voi?
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  26. E non solo @nikita_ questa e’ addirittura una sostitutiva doppio plusvalore .
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  27. @Alex-Vee anche a me è successa la stessa cosa per le buste fil-num del 2017. Non avendo ricevuto il modulo quando qui tutti l'avevano ricevuto ho scritto all'UFN e con i loro tempi lunghi mi hanno risposto, allegandomi un file per la prenotazione, che poi non ho usato in quanto poi il modulo ufficiale mi è arrivato dopo tutti gli altri, a Gennaio inoltrato, ed ho fatto l'ordine tramite quello. Vi è anche da dire che le buste fil-num non sono prodotti a rischio esaurimento quindi ho potuto permettermi di aspettare a fare l'ordine. In questo caso comunque ti consiglio di scrivere o telefonare all'UFN per avere notizie in merito, di sicuro male non fa e puoi avere info più precise. Però ritengo che un po' di ritardo non implica il fatto che il modulo non lo riceverai.
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  28. New Order Blu Monday 1983
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  29. Quoto il secondo ...2 lire "Pappagone" 1915
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  30. Anche di più I falsari sono nati insieme alla moneta, e le loro tecniche sono progredite di pari passo con essa. Se ci pensi bene, è così ancora oggi, non ci hanno messo poi molto a fare degli euro più che validi. petronius
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  31. Si ci sono tutte le premesse che sia una serie di conferenze molto interessanti. Sicuramente si deve essere presenti il 17 mattina.
    1 punto
  32. Purtroppo i cambiamenti di clima a livello globale che tanto interessano anche l' Italia , non risparmiano nessun luogo al Mondo , in Peru' il famosissimo sito archeologico Incas , il Machu Picchu sulle Ande , rischia un disastro idrogeologico . https://www.msn.com/it-it/notizie/other/perù-disastro-idrogeologico-mette-a-rischio-il-machu-picchu/ar-BBK4ko3?li=BBqg6Qc&ocid=BHEA000
    1 punto
  33. 1 punto
  34. Nulla da aggiungere a quanto rilevato da appah. A breve uscirà online sul Portale Numismatico dello Stato il primo fascicolo sulla zecca di Piacenza della collezione reale e quindi sarà più facile per tutti la classificazione delle monete piacentine.
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  35. Forza ragazzi sono questi i momenti da sfruttare per dialogare conoscerci e approfittare dell'eventi interessante anche per chi non accumula o studia certi periodi..
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  36. Non era una decisione così facile. Tuttavia dopo mesi di riflessione ho deciso di liberare tutti i tondelli intrappolati nelle perizie. Mi rattristava molto vederli con quell'espressività così marcatamente offuscata dal polivinilcloruro. Ritengo, infatti, che le monete debbano essere assaporate soprattutto con il tatto. Saluti
    1 punto
  37. DE GREGE EPICURI Io sulla sinistra leggo: ANTIOXOC.
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  38. THRACE, Kings of. Kersobleptes Estimate $150 THRACE, Kings of. Kersobleptes. 359-340 BC. Æ 13mm (1.96 gm). Diademed female head right / Container with two handles; barley-grain below. Peter pg. 128; Youroukova 54-57; SNG Copenhagen 1070-1071. VF, dark brown and green patina. ($150)
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  39. Ringrazio tutti per gli interventi e l'interesse! Vedo con piacere che la discussione si stà sviluppando e stanno emergendo belle domande e stimoli su cui ragionare. Riprendendo la discussione sulle monete lombarde in area veneta, negli ex territori carraresi di Belluno finiti nelle mani di Gian Galeazzo Visconti ad un certo punto si trova che il sesino (da sei imperiali) si spendeva per il valore di 16 denari e corrispondeva quindi ad un mezzanino veneziano; il soldo (da 12 imperiali) si spendeva per 32 denari e rappresentava quindi una moneta dall'assurdo valore di 2 soldi e 2/3; il pegione infine (da 18 imperiali) era utilizzato come moneta da 64 denari, cioè era una moneta da 5 soldi e 1/3. Per chi da secoli era abituato ai sistemi monetari veneti (veronese, veneziano e padovano), le monete del sistema lombardo rappresentavano un vero rompicapo! Immaginate di andare a far la spesa con banconote da 27 euro e 30 centesimi o da 12 euro e 40: una follia!
    1 punto
  40. Uscito in Italia a settembre del '79,ma di diritto uno dei pilastri dell' immaginario dei primi anni ottanta.
    1 punto
  41. La discussione si preannuncia lunga se, come me, anche voi dovete prendere qualche ricordo a campione e mentre lo postate c'è n'è subito un' altro dietro che spinge. La mia prima macchina nell' "87 fu una R4 del "78 la prima operazione da fare per tutti i neo patentati era istallarsi da soli uno stereo, ovviamente il mio non estraibile (costava troppo), la seconda, dopo qualche giorno era istallare un condensatore che attenuasse il fastidiosissimo ronzio del motore in sottofondo, poi porta pacchi sul tetto, tavole e vele da windsurf sul portapacchi, cassetta degli UB40, fidanzatina accanto volume a palla e l'unico neurone di cui ero in possesso all'epoca che, nel rimbombo della scatola cranica, chiedeva pietà, e se qualcuno mi chiede se ho nostalgia (come se fosse peccato)................sono strafelicissimo anche oggi ma ditemi voi quale possa essere lunica risposta. PS. provvedeo' ad inserire foto originali, devo cercarle, almeno sono sicuro che se le vorrò rivedere saprò dove trovarle.
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  42. Vi posto uno dei miei regolarmente acquistati
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  43. E questa dove la mettiamo... Eros
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  44. Ecco le nuove foto fatte con luce naturale. Da queste nuove ho notato i punti di verde che dovro' far "saltare"
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  45. salve segnalo https://www.academia.edu/36100244/Le_zecche_di_Tagliacozzo_e_di_Tocco_da_Casauria_al_tempo_del_vicereame_una_mezza_verità_e_un_falso_storico
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  46. Ci stiamo avvicinando alla data del 17 marzo, chi pensa di poter venire socio o simpatizzante quel giorno a sentire poi degli amici del forum che hanno delle relazioni veramente importanti ? Vi aspettiamo e ci farà piacere salutarvi e poi ,per chi vorrà , fermarsi a prendere uno spuntino onde poter parlare di progetti, sogni, nuove avventure numismatiche, come dico sempre farlo insieme e' più bello e gratifica ....
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  47. Ho guardato i libri in biblioteca, e la Zecca di Bonaria è una di quelle che in Sardegna non viene accettate da tutti gli studiosi, infatti il Piras nel libro "Le monete della Sardegna, 1996" riferisce che M. Crusafont i Sabater in suo studio ha provato l'esistenza della Zecca di Boniaria con lo studio di documenti dell'Archivio della Corona D'Aragona a Barcellona, accettando in pieno lo studio e anche lui attribuendo le due tipologie dell'Alfonsino Minito a Bonaria, Angelo Castellaccio nel libro "Economia e monete nel Medioevo mediterraneo, 2005" invece sostine una tesi contraria e controbatte lo studio del Sabater sulla esistenza della Zecca di Bonaia, appuntando su vari aspetti dello studio stesso, che vanno dagli Zecchieri alla produzione totale delle monete, concludendo che in questa Villa si siano recati gli zecchieri di Villa di Chiesa per redere conto all'Infante Alfonso e che in tale posto non sia mai stata attiva una Zecca, nell'ultima opera di Lucia Travaini "Le Zecche Italiane fino all'Unità, 2011" alla voce Bonaria, (scrive di questa zecca Monica Baldassarri) raccontando la storia della Villa stessa, poi fa presente lo studio di Crusafont ed elenca in quali opere questa zecca sia stata edita, con le conclusioni degli autori dei vari libri, lasciando al lettore una maggiore ricerca sull'argomento. A mio parere le obiezioni che il Castellaccio fa sullo studio di Crusafont sono molto fondate e quindi questa zecca potrebbe anche non essere mai esistita e visto che lo stesso Infante Alfonso aveva indicato Villa di Chiesa come l'unica Zecca che in Sardegna avrebbe potuto operare, e così in teoria fù fino all'apertura della Zecca di Cagliari con concessione Reale, ma d'altro canto per voler contrastare il potere economico che i Pisani del Castello avevano nel luogo fece sì che gli si costruisse una villa con mura e che quindi anche l'impianto di una Zecca per la produzione di moneta minuta che servisse alle compravendite giornaliere potrebbe essere stata necessaria propio per contrastare il potere economico Pisano e quindi rendere la moneta Pisana non più accettabile, introducendo un gran numero di monete Catalane atte a minare la solidità dei commerci del Castello, quindi come anche tante altre volte nella storia il nemico non si combatte solo con la spada. Purtroppo non sono riuscito a reperire lo studio del Crusafont e quindi a leggere quello che tale studioso ha scoperto ed esposto nel suo studio, comunque la bibliografia sull'argomento non è troppa e di difficile reperimento anche per farsi una vera e propia idea, quindi per ora rifaciamoci alle conclusioni che fanno di queste due monete coniate a Bonaria. Complimenti @marmo87 per le due monete, sono veramente belle e le impronte molto visibili, entrambe le legende leggibili, splendidi esemplari di monete Sarde, fano tornare indietro nella storia a quel periodo travagliato che fu la conquista della Sardegna da parte Catalano-Aragonese.
    1 punto
  48. Queste due invece sono la chiesa della Madonna di Bonaria a Cagliari sull'omonimo colle e il Castello di Cagliari visto dal colle stesso.
    1 punto
  49. Anch'io ho poca documentazione sulla zecca di Bonaria.. Questa é una buona occasione per acquistare i testi da voi citati.. Se qualcuno vuole aggiungere qualcos'altro su questa zecca sarebbe graditissimo.. Intanto dico qualcosa in più sulle monete in allegato.. Ho il bilancino scarico ma come peso a quanto ricordo siamo sui 0,7 g per la Mir 5 e 0,6 g per la Mir 6 con un diametro rispettivamente di 14-16 mm e di 13-14 mm. Il peso teorico come descrive minuziosamente il Sollai rispecchia quello dei denari barcellonesi, ovvero 0,709 g (0,177 g di argento fino e 0,531 g di rame con un titolo del 25%). Gli alfonsini sono così chiamati dal nome del figlio di Giacomo II, Alfonso IV, che allora aveva pieni poteri sull'isola. Venivano quindi ricoperti da una argentatura che nell'esemplare Mir 5 é ancora ben visibile. Furono battuti tra il 1325 e il 1327, anno in cui a Giacomo succedette il figlio. Lo studioso Enrico Piras afferma che in un solo anno si arrivò a coniare oltre 1500000 esemplari. Per quanto riguarda la rarità, Piras attribuisce R al Mir 5 e R2 al Mir 6, mentre Sollai attribuisce R al Mir 5 ed R3/R4 al Mir 6. Io sarei più propenso ad attribuire NC al Mir 5, in quanto é di frequente riscontro nelle aste, anche se non sempre in buona conservazione e argentatura e R3 al Mir 6.
    1 punto
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