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  1. Poemenius

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/21/18 in Risposte

  1. Com'è noto il Congresso di Vienna si sforzò di restaurare la realtà ante-rivoluzione francese, restaurazione di Sovrani, di confini, di leggi, di monete e di unità di misura. Le cose non andarono esattamente come previsto. La Lira Italiana (sul piede del Franco francese) che era la valuta effettiva del Regno d'Italia, rimase effettiva e coniata solo nel Regno di Sardegna e nel Ducato di Parma. Il metro e il chilogrammo lasciarono il posto alle antiche misure. Modena non fece eccezione: si tornò a contare in Lire modenesi, a Reggio in Lire reggiane (in rapporto di 3 lire reggiane per 2 lire modenesi), divise in 20 soldi, ognuno di 12 denari, e a misurare e pesare in pertiche, braccia, pesi e once, misure leggermente diverse tra Reggio e Modena. Questo è il punto di partenza del 1815: per analizzare la circolazione monetaria 1815-1859 (ma sarebbe meglio porre il termine finale al 1862) ritengo però sia utile iniziare dalla fine. La Legge 24 agosto 1862, n. 788 È la legge che ha posto le basi della circolazione monetaria nel neonato Regno d'Italia: non c'era la forza economica nell'ex Regno di Sardegna per coniare in breve tempo la moneta da far affluire nei territori conquistati e così si stabilì una tariffa per il ritiro delle monete pre-unitarie che sarebbero finite fuori corso, e con le paste ricavate si sarebbero battute le monete italiane. In allegato alla legge comparivano dei prospetti dove, Stato per Stato, si era determinato il circolante diviso per metalli. Per il Ducato di Modena (che allora contava 616.883 abitanti) avevamo: Oro: £ 10.178.569 Argento: £ 6.168.830 Mistura: £ 1.542.207 Bronzo: £ 616.883 per un totale di circa £ 30 per abitante. Quanto a ricchezza mobiliare era lo Stato più povero d'Italia: per un confronto, avevamo circa 40 lire ad abitante nel Regno di Sardegna, nella Lombardia, Toscana e Stato Pontificio, mentre lo stato più ricco era il Regno delle Due Sicilie con 50 lire. Confrontando un'entità statale non dissimile e geograficamente vicina, Parma aveva una circolazione di £ 39,50 per abitante, il 30% in più. Ma se confrontiamo oro e argento, tra Modena e Parma, i valori sono molto più vicini: per l'argento identici (£ 10/abitante) e leggermente inferiori per l'oro: £ 16,50 contro 20. In prima approssimazione possiamo quindi dire che la carenza era nella moneta plateale, quella dei minuti commerci di tutti i giorni, e non in quella coniata in metalli preziosi. Non traiamo però da questi dati conclusioni affrettate, pensando ad uno Stato di mendicanti e straccioni: era uno Stato dove l'economia poggiava sostanzialmente sull'agricoltura, la ricchezza immobiliare c'era eccome: era invece arretrata nelle manifatture e nel terziario, le attività che hanno bisogno di capitali liquidi e circolanti. L'agricoltura di allora, ovviamente ancora non meccanizzata, aveva bisogno soltanto di braccia e di carriole: i contratti si stipulavano coi braccianti (detti «cameranti»), ed erano contratti annuali (da un S. Martino all'altro), e altri contratti (soccida, boarìa, mezzadria) raramente superavano i tre anni e comunque non richiedevano investimenti ed in gran parte erano remunerati in natura, coi prodotti della terra. Le sementi erano trattenute dai raccolti, il concime era quello autoprodotto dagli animali del fondo. E anche dove (penso soprattutto alla montagna) c'era un tessuto diffuso di piccoli proprietari, la povertà dei raccolti e della pastorizia creava un'economia di pura sussistenza che rendeva questi contadini non molto dissimili, quanto a tenore di vita, dai cameranti della pianura. Tornando in ambito più strettamente monetario, e riprendendo il filo del discorso in ordine cronologico, distingueremo due periodi nel Ducato di Modena, in base ai regnanti che si sono susseguiti: l'austero e conservatore Francesco IV, ed il più illuminato e riformista Francesco V.
    4 punti
  2. buon divertimento! https://www.doaks.org/research/publications/books/catalogue-of-the-byzantine-coins-in-the-dumbarton-oaks-collection-and-in-the-whittemore-collection-1 https://www.doaks.org/research/publications/books/catalogue-of-the-byzantine-coins-in-the-dumbarton-oaks-collection-and-in-the-whittemore-collection-2 https://www.doaks.org/research/publications/books/catalogue-of-the-byzantine-coins-in-the-dumbarton-oaks-collection-and-in-the-whittemore-collection-3 https://www.doaks.org/research/publications/books/catalogue-of-the-byzantine-coins-in-the-dumbarton-oaks-collection-and-in-the-whittemore-collection-4 https://www.doaks.org/research/publications/books/catalogue-of-the-byzantine-coins-in-the-dumbarton-oaks-collection-and-in-the-whittemore-collection-5
    4 punti
  3. A volte è bello e giusto ricordare perché poi partì anche da qui, o fu semplicemente un momento molto importante per Quelli del Cordusio, per Lamoneta, per i giovani. Pagina estremamente significativa, eravamo nel 2015, molti di questi giovani ci sono ancora, scrivono o sono soci o sono qui, Lamoneta entrò nella porta principale nel primo Convegno NIP a Milano nel mondo culturale e numismatico che contava e conta dove organizzammo questo evento appositamente per i giovani con regali di libri ritenuti il segno della cultura, premiazioni, spiegazioni di cosa è Lamoneta, fu un momento virtuoso ma di evidente legittimazione verso il mondo esterno. E' bello e giusto ricordare per noi, per i giovani stessi, per chi non c'era ancora sul forum, prima di noi ci fu Arslan e credo che l'onda lunga su Milano partì proprio quel giorno, direi esclusiva per Lamoneta da youtube, datata, ma per me pagina storica, virtuosa, da incorniciare e portare da esempio.... https://www.youtube.com/channel/UC5nm6n3VR_APJknfgE03giw
    3 punti
  4. Voglio condividere con voi questo bellissimo Grosso da 12 di Pisa. Mi ha fatto molto piacere riceverlo da un utente del forum. Questa è un'altra cosa che dimostra come la tecnologia quando usata in modo positivo aiuta a conoscersi ed a stringere nuove amicizie.
    2 punti
  5. Vorrei condividere con voi il mio ultimissimo acquisto dal convegno di montichiari ... Un graziosissimo cucchiaino realizzato con 1 lira del 1867 di Pio IX, la moneta non è in magnifiche condizioni soprattutto sulla parte concava ma è un bell'oggettino ricco di storia, chissà magari davano damangiare a un bimbo o le medicine ad un anziano sperando che il Papa li proteggesse Poi guardando il giglio sul manico mi fa venire in mente Firenze... Cosa ne dite?
    2 punti
  6. Il regno di Francesco IV (1815-1846) Non appena entrato in Modena, il Duca abolì la legislazione civile e penale dei codici napoleonici, riportando in auge il Codice Estense di Francesco III del 1773 (molto avanzato per l'epoca), provvedendo solamente ad abolire la tortura e a limitare fortemente i casi in cui era prevista la pena di morte. Tutti gli altri sovrani si affrettarono a battere moneta, fosse anche solo per «pubblicizzare» la propria immagine tra le mani di tutti i sudditi, ma non Francesco IV, la cui effigie ci è nota solo attraverso le sue medaglie. L'economia del Ducato era quasi esclusivamente agricola e le monete napoleoniche, più quelle ante-rivoluzione, nei primi anni bastarono alle esigenze del commercio minuto. La Lira reggiana e la Lira modenese rappresentarono le valute con cui si contrattava, anche se, sino dai primi anni, negli atti di Governo e nelle tariffe di cambio sempre più ci si riferiva alla «Lira Italiana» o ai «Franchi». Il Boccolari, studioso dell'economia del Ducato che ha consultato gli archivi dell'epoca sostanzialmente giunti intatti a noi non ha trovato un solo studio o progetto o relazione che lasciasse intendere la volontà di coniare moneta, ma soltanto (in materia monetaria) rari invii a Milano di paste d'argento derivate dalla fusione di monete settecentesche consunte, forate o tosate, per averne in cambio lire e spezzati di lire austriache e svanziche, tutte monete di piccolo taglio per le esigenze del commercio. Francesco IV poi vedeva di mal occhio imprenditori, commercianti e professionisti (che erano le categorie che più di altre avevano «fame» di moneta buona), poiché aveva capito, coi processi seguiti ai moti del 1821 e 1831, che quelle erano le categorie dove la massoneria e la carboneria pescavano i loro adepti. La qualità dei pezzi di piccolo taglio circolanti però progressivamente peggiorò, non essendo sostituita da moneta fresca, e Modena divenne il luogo preferito dagli aggiottatori che acquistavano a peso i pezzi fuori corso o ritirati dagli stati limitrofi per inondarne il mercato che aveva necessità di circolante, vendendoli invece a valore. Una prima avvisaglia la si ebbe verso il 1820-30 quando si ebbero periodiche invasioni di Mute e Mezze Mute del Regno di Sardegna, poste fuori corso da Carlo Alberto, che si sommarono alle vecchie monete di mistura di Parma e Piacenza (Lire e mezze lire) che, seppure consunte ai limiti della leggibiltà, erano ancora ricercate per la circolazione. Non affluivano invece, se non in modeste quantità, monete di rame, che pure circolavano a Bologna e nel Lombardo-Veneto, poiché essendo fiduciarie, su di esse non era possibile fare aggiotaggio: nessuno avrebbe comprato una moneta da 3 centesimi di Milano per 4 centesimi: molto più agevole era piazzare un Buttalà di Piacenza a 10-11 centesimi, perché determinarne l'esatto peso, titolo, e quindi valore non era alla portata di tutti, e le Tariffe ufficiali, che quotavano monete di giusto peso, non erano utilizzabili, cosicché ogni contrattazione era faticosissima, perché prevedeva due passaggi: uno sul prezzo e, trovato l'accordo, una seconda fase non meno impegnativa sul «come» conteggiare le monete presentate. Alla fine del regno di Francesco IV si cominciarono a fare prezzi e tariffare monete in «Lire abusive», fenomeno che diventerà endemico sotto il regno del figlio Francesco V.
    2 punti
  7. Questa è, parola per parola, la conclusione di un articolo che avevo scritto io per un altro sito, diversi anni fa http://www.cartamonetaitaliana.it/2010/07/21/am-lire/ Questo vuol dire che, in fondo, qualcosa hanno studiato, peccato non ci abbiano capito una mazza Quanto al fondo, mi risulta che i soldi furono effettivamente versati, anche se al momento non riesco a quantificarli con prcisione. Ho letto di un accordo tra De Gasperi e il Segretario di Stato americano, nell'agosto del '46, per 100 milioni di dollari, che avrebbero dovuto coprire anche le spese di mantenimento dei soldati americani, passate a nostro carico col DLL del dicembre 1946 citato sopra, ma non so se sia poi stata quella la cifra effettivamente versata. petronius
    2 punti
  8. Salve, sicuramente io sono di parte ma credo che questo antico palindromo si adatti bene all'occasione: Roma summus amor Auguri Roma!
    2 punti
  9. Facci vedere tu a 15€ una moneta così che hai acquistato. Oppure dimmi dove sono che le compro tutte! Di splendidoni pagati 50/60 + diritti son pieni gli ultimi passaggi d'asta. Su Ebay arrivano anche a 100€ di richiesta in questo momento (care per la conservazione reale). Basta confrontare le monete, e non leggere le conservazioni dichiarate, no ?. FDC veri e pieni é un po' che non ne vedo. Non ti offendere, dai tanti consigli giusti nel forum, questa volta non c'hai preso, ma con questo non metto mica in dubbio i tuoi buoni intenti.
    2 punti
  10. Vado a controllare...poi ti dico
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  11. Dopo riprendo Nikita.. Ma adesso mi è venuto in mente questo pezzo di Enrico, post Decibel... Grande intellettuale, ogni tanto a Milano lo incontravo abitavamo vicini, si frequentava gli stessi locali, la città allora era un'esplosione di idee.. Questo pezzo mi ricorda troppe cose, e poi l'atmosfera vagamente Bohemien..non male.
    2 punti
  12. Vedo che son tutti one cent US, preferisco di gran lunga questi "espositori"
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  13. Ciao a tutti! Questo è un bronzo proveniente dalla zecca di Cirene,risalente al 322-313 circa, è stato fatto coniare dal generale Ofella.Sul diritto è raffigurato un cavallo in corsa e sul rovescio una ruota. Che ne dite? Bibliografia:Sng Copenaghen 1222-3
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  14. Buonasera a tutti, questa e' una di quelle discussioni che mai avrei pensato di aprire nel forum, e quindi e' con immenso piacere che vi presento l' ultimo inaspettato arrivo nella mia collezione: esitato stamattina all' asta Negrini nr. 44 al lotto 422, il Testone della S.V. 1621 "era l' unica data di Sede Vacante mancante nella collezione De Falco di Testoni ( nac 81). Non ho nessun riferimento di passaggi in asta o listini di questo testone, inutile citare in quale delle collezioni papali piu' importanti del passato sia stato assente...... Come sempre, in attesa di condividere la Vs. conoscenza in merito, buona serata Daniele
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  15. In realtà nel dicembre 1814- gennaio 1815 un incaricato del Ministro delle Finanze del Ducato di Modena, certo Lodovico Poppi, presentò un progetto a Bologna per la coniazione di moneta di mistura e di rame (il materiale sottostante è inedito): Modena, 5 dicembre 1814 - lettera di L. Poppi al direttore della Zecca di Bologna P. Salvigni: “Tanto io che S.E. il ministro le siamo sommamente grati per ciò che ci ha favorito e fra non molto ne saremo restitutori. Non mancheremo senz’altro di far sentire a S.A.R. [Sua Altezza Reale] quanto Ella ha operato per noi. Intanto la prego sapermi dire a primo ordinario, se sia possibile, se per coniare in codesta zecca moneta della lodata Altezza Sua sia necessaria una preventiva intelligenza con codesto Sovrano, o se Ella si creda abilitata a farne eseguire senz’altro la fabbricazione. Desidero in pari tempo di essere informato della spesa presuntiva della fabbricazione delle seguenti valute: 1° N. 800.000 da soldi 5 di Modena secondo la lira Modenese che era in corso di Soldi 20 che corrispondono a Centesimi 38,4; 2° N. 2.000.000 da soldi 2; 3° numerario eguale da soldi 1, anzi N. 4.000.000; 4° numerario pure usuale da ½ soldo, anzi N. 8.000.000; e quindi tutto compreso per modenesi Lire 800.000. N.B.: la prima moneta da soldi 5 si vorrebbe di biglione, come quelle da 10 Centesimi, le altre di rame. Si vorrebbe anche servirsi dei Centesimi attuali, e della predetta moneta da Centesimi 10. Il lavoro si vorrebbe, in caso sia approvata la formazione della suddetta moneta, prestamente eseguito, e si desidera sapere se nei primi del venturo gennaro potrebbesi avere qualche parte della somma suddetta. Per le monete poi di maggior valore, cioè per quelle d’argento e d’oro, si riserva di farne in seguito parola. Avuto che avrò il di lei riscontro si prenderanno le opportune misure e qualcuno verrà costì per seco lei definitivamente combinare senzaché Ella abbia l’incomodo di portarsi in Modena. Potrebbe anche darsi che fosse conservata la moneta attuale, ed in questo caso combineremo per cambiare il conio soltanto della moneta, onde vendere la valuta italiana di S.A.R.. E’ però più facile che sia adottata la prima a massima, cioè di cambiare la valuta.” Le attrezzature della Zecca di Modena durante il periodo Napoleonico erano state trasferite a Bologna, e furono restituite al Ducato solo nel 1816 (su richiesta del Governo Modenese e per ordine del Cardinal Legato Giustiniani) con grande sconcerto della Zecca di Bologna che si vide privata di un torchio ritenuto essenziale (il cosiddetto "Torchio di Modena"). Tuttavia si trattava di materiale in gran parte inutilizzabile ed appare evidente perché negli anni successivi non si potè avviare alcuna coniazione. Solo verso la fine del 1830 riprendono i contatti, sempre da parte di L. Poppi che chiede informazioni dettagliate sul funzionamento della Zecca di Bologna, costi ecc., e non è chiaro perché anche in questo caso non si sia approdato ad alcunché (forse in qualche modo a causa dei moti carbonari dell'anno successivo).
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  16. https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1701&lot=608
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  17. Mi sembra il mezzo grosso,quanto pesa?
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  18. Spero che stai scherzando
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  19. È uno stupido quiz in cui viene richiesto di inserire i nomi degli imperatori centrali, quindi solo gli augusti. Giusto per passare un po’ di tempo. A me tre proprio non mi venivano in mente. https://www.sporcle.com/mobile/splash_iPad.php?zsrc=/games/g/emperors_of_rome
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  20. Scusami, avevo dimenticato di aggiungere un esempio di daga da caccia (anche se ce sono di tante fogge). @legiofelix
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  21. DE GREGE EPICURI Non potevo maltrattare in questo modo il mio Gallieno, per cui vi mostro oggi due nuove foto.
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  22. arrivata anche lei, aumenta la famiglia 491-518 d.C. Anastasio Solido Costantinopoli
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  23. Grazie Mario, ho giusto fatto la conoscenza di Eracle62 al Cordusio domenica scorsa; spero di tornare fra un paio di settimane e incontrare altri colleghi appassionati!
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  24. Buonasera,innanzitutto bisogna sapere se ci sono dei marchi del produttore per risalire alla zona di produzione ed infine l'uso a cui era destinata,sul testo TONELLI-CONTI delle Armi bianche napoletane dal 1800-1860 ci sono daghe simili ma con l'impugnatura con testa di leone,anni fa ne avevo una simile con incisioni sulla lama ma con la stessa impugnatura a testa di cinghiale e mi dissero che era di produzione francese,non indagai in tal senso perchè la cedetti ad un amico e lasciai a lui il piacere della scoperta...
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  25. Io sono uno che un esemplare PERFETTO lo ha pagato 300 euro. Ma è PERFETTO. E PERFETTO ne ho visti pochi pochi pochi pochi... Stenderei un velo sul fatto che “trovarlo FDC” significhi poterlo avere “bello” a 150€ o meno. In linea di principio è il solito discorso che gira: eh ma si trova FDC alla metà... si sì... vabbè... poi magari te ne metto una “bella” vicino e... il tutto scompare... Ogni cosa ha il suo prezzo. C’è chi cerca il pezzo e non bada al prezzo, c’è chi guarda il cartellino e poi il prezzo e grida all’affare senza guardare la moneta. Contenti loro...
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  26. In questo video ci sono vari tipi di utilizzo dei cent US, ma non vedo mutande
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  27. Salve, dopo averla esaminata ancora diverse volte, mi sembra di intravedere addirittura anche la data del 10 reali di Filippo IV, zecca di Cagliari. @marmo87, secondo me potrebbe essere del 1647, la forma del 7 finale è molto caratteristica, devo dire che coincide con tutti gli esemplari che ho esaminato in passato. Saluti!
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  28. Antonino Pio da cesare, Imperatore Adriano Sesterzio coniato da Marzo a Luglio del 138 d.C. D; t.aelius.caesar.antoninus R; trib.pot.cos (Pietas) S.C. diametro 30 mm - peso grammi 24.85
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  29. Mai mettere limiti alla provvidenza
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  30. Voglio ben sperare, perchè alcuni bozzetti, presumo di fantasia, riportano la solita effigie..., quindi si parla dello scultore e non della sua opera...
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  31. Si è autentico... Magari fosse un falso d'epoca...
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  32. Palermo Ferdinando III 2 Grani 1815 giusto per gli amici che non conoscono questa monetazione. La conservazione è molto bassa, peccato perchè è una tipologia stupenda con l'effige del Sovrano al dritto con testa coronata, ed al rovescio il mitico cavallo alato Pegaso. Di seguito i due tipi del 1815, tipo normale, e II° tipo con tondello ridotto, giusto per fare apprezzare meglio l'iconografia. Ciao, Eros.
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  33. Non è la mia monetazione, ma bella moneta imponente...bravo roman, sono sempre bei pezzi.
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  34. Bravo xenon, ottimo acquisto..effettivamente personaggio poco conosciuto e considerato... La chiazza rossiccia non si vede quasi nella foto...non saprei dirti. Bella moneta..
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  35. 1978 MODENA 51a ADUNATA Modena città che si fregia della Medaglia d'oro al valor militare della Resistenza, gli Alpini sfilano per sei ore con gli striscioni "NO ALLA VIOLENZA", "NO AL TERRORISMO", tra scroscianti applausi della popolazione modenese. Bronzo, Autore E. VARISCO, stab. JOHNSON
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  36. Se per "circolazione" intendi quelle disponibili sul mercato collezionistico, sicuramente moltissime, soprattutto nei tagli minori. E' probabile che molti, quando ormai nel 1950 i tagli fino a 10 lire non valevano quasi più nulla, e quelli da 50 e 100 poco di più, non abbiano nemmeno perso tempo a portarle in banca per la conversione. A meno che non ne avessero un grosso quantitativo, avranno preferito tenerle per ricordo, in fondo è quello che è successo con le lire all'avvento dell'euro. Più difficili, ma non certo impossibili da trovare, i tagli maggiori, 500 e 1000 lire all'inizio degli anni '50 erano ancora una discreta somma, e non erano molti quelli che potevano permettersi di conservarle per ricordo. Sinceramente, non mi sento di azzardare una cifra della disponibilità attuale, non so se qualcuno ci si è mai provato, ma è ripeto, considerevole, in rapporto, naturalmente, alle richieste del mercato collezionistico. Certo però, che in quel link che hai postato, ce ne sono di caz...e Per restare solo a quelle numismatiche, che altrimenti finisco col parlare di politica, e non voglio, questa è una vera e propria scoperta: "Le AM-Lire vennero distribuite delle forze armate di occupazione alleata fino al 1950, ma successivamente per alleviare le voci che stavano dilagando in tutto territorio Italiano della presunta continua occupazione da parte degli USA, fu imposto alla BANCA D’ITALIA di stampare altre AM-LIRE. Questo ordine arrivò direttamente dal governo Statunitense ed è interessante notare come la Banca d’Italia in quel momento fosse governata da un commissario speciale imposto dagli americani, i quali avevano ricostruito dal nulla sia la banca d’Italia sia il ministero del tesoro." Quindi, anche dopo che le am-lire erano andate fuori corso (giugno 1950) e, forse, addirittura in prescrizione, la Banca d'Italia avrebbe continuato a stamparle su ordine degli americani...mi chiedo, a che prò? E la Banca d'Italia, nel 1950, era governata da Donato Menichella, nominato da Einaudi, suo predecessore e poi Presidente della Repubblica, anche lui imposto in tale altissima carica, immagino, dagli americani Ed è una bufala anche quanto si legge nelle righe successive, che la Banca d'Italia avrebbe stampato am-lire dal 1946 al 1950 (oltre che dopo). La BdI non ha mai stampato am-lire, limitandosi a metterne in circolazione un contingente residuo della serie 1943A, del quale si era fatta carico (anche fisicamente, trasferito dalle Casse Militari degli Alleati ai caveau della Banca) dopo il DLL del Capo Provvisorio dello Stato del 12 dicembre 1946 n. 441, che fissava i termini dell'accordo monetario sulle am-lire tra Italia e Alleati: decreto legge nel, quale, naturalmente, non si fa alcuna menzione del fatto che la Banca d'Italia, da quel momento, fosse autorizzata a stampare am-lire. petronius
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  37. Soldi, soldi, soldi! Altri tipi di merci e materiali erano usati come succedanei delle monete: nel New Hampshire pesce secco salato e legname, in Carolina mais, piselli, riso, tutte cose che richiedevano uno sforzo per essere trovate o prodotte. Per fortuna, i falsi non erano un problema Ma di monete vere e proprie, alla fine, gli europei non potevano fare a meno, e poichè le 13 colonie inglesi offrivano ben pochi metalli, e quei pochi dovevano essere inviati in Inghilterra, i coloni incominciarono a usare tutte quelle che c'erano, da qualunque paese venissero. Le monete straniere che si potevano trovare in circolazione nelle 13 colonie nei secoli XVII e XVIII, e poi negli Stati Uniti fin oltre la metà del XIX (a molte di loro era stato concesso il legal tender, il corso legale, che fu ritirato solo nel 1857) provenivano dall'America spagnola, dall'Inghilterra, dalla Francia, dal Portogallo, dall'Olanda, dalla Germania e da ogni dove. Come regola generale, le monete di rame provenivano dall'Inghilterra, quelle d'oro e d'argento dalle colonie spagnole in America. Atti pubblici, contratti, e altri documenti che prevedevano la presenza di denaro, erano usualmente redatti in valuta inglese o spagnola. Assai importanti erano anche le monete, soprattutto d'oro, provenienti dal Brasile portoghese. Scrive lo storico numismatico John Kleeberg: "Le monete d'oro provenivano dal Brasile (i 6.400 reis, spesso chiamati 'joes'), dal Messico le monete d'argento (gli 8 reales), dall'Inghilterra e dall'Irlanda le monete di rame (halfpence). Quelle erano le "workhorse coins' (lett.: le monete del cavallo da lavoro, nel senso delle più usate). C'erano poi altre monete 'workhorse' , da 2 reales, 1 real, mezzo real. Queste monete d'argento arrivavano dal Messico nel XVIII secolo, da Potosì nel XVII." Tra le altre monete, le olandesi assunsero una certa importanza durante la Guerra di Successione spagnola (1701-1714), quando i Leeuwendaaler, i talleri del leone (vedi foto post #34) presero il posto degli 8 reales, che non si riusciva più ad avere. Scarsa importanza ebbero invece le monete tedesche, così come quelle, pur presenti, di altri paesi. Le francesi, invece, avevano un uso preminente in Canada, e venivano scambiate anche nelle aree inglesi confinanti. Ma su tutte svettavano i "pezzi da otto", che gli inglesi chiamarono Spanish Milled Dollars, letteralmente "dollari spagnoli fresati", perché i tondelli venivano realizzati su una fresatrice, ed erano di peso e dimensioni costanti. Alla fine, cacciati gli spagnoli, superate dalla tecnologia le fresatrici, rimasero solo i dollari In foto, 6.400 reis brasiliani del re del Portogallo Joao V, anno 1743. petronius
    1 punto
  38. Un caro augurio a Incuso per questa splendida manifestazione, culturale e culinaria, alla quale ci tengo a dire che non partecipo solo perché in quei giorni sarò in Uzbekistan. Spero proprio di poter essere presente alle prossime ! Buon convegno ! Gianpietro
    1 punto
  39. carissimo amico bella moneta, bella patina e si presenta ottimamente. A mio parere bel colpo .... e una di quelle monetine che ti parlano. A me piace molto , complimenti.
    1 punto
  40. ovviamente analisi distruttive vero? dai dai sciogliamolo nell'acido
    1 punto
  41. si molto molto interessante, certo questa che pare una fusione impallidisce nei confronti dell'esemplare del British .... in punta di piedi, dico che mi pare un prodotto orientale e non ravennate...ma mi occupo solo di monete
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  42. @Poemenius la conoscevi? Bellissima!!! Roma Numismatics Ltd > Auction XV Auction date: 5 April 2018 Lot number: 712 Price realized: 4,400 GBP ( Lot description: Byzantine Æ Medallic Icon of the Epiphany. Ravenna, 6-7th century AD. EMMA-NVHL, bust of Christ facing, with cross nimbus behind head with flowing hair and beard and wearing pallium over colobium / Scene of the Adoration of the Magi: the three magi dressed in Persian style robes, cloaks and Phrygian caps, bearing gifts and standing reverently to right before the nimbate infant Jesus whose right hand is raised in benediction, sitting upright on the lap of Mary seated on a high back chair to left; star of Bethlehem above, two doves below. Exhibited at the 3rd Congress of Christian Archaeology, cf. Atti del III Congresso Internazionale di Archeologia Cristiana, Ravenna 25-29 September 1932, Studi di antichità Cristiana 8, Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, Città del Vaticano 1934; for a similar 6-7th century medallion in gold also with adoration scene, see BM 1983,0704.1. 9.50g, 24mm, 11h. As Struck. Unique, and of great historical and theological interest. Exhibited at the 3rd Congress of Christian Archaeology, 1932 (sold with contemporary congress envelope dated "25 - 29 Sett. 1932 X". This remarkable medal depicts on the obverse a very early lifelike image of Christ as seen on several mosaic scenes in the church of St. Apollinare in Classis, Ravenna, dated to the reign of Justinian I (527-565) and a fresco on a wall of the Catacomb of Commodilla on the Via Ostiense in the periphery of Rome, dated to the reign of Constantine IV (668-685). The Romanised title Emmanuel derives from the Hebrew Immanu'El ('God with us'), and appears in the Book of Isaiah as a sign that God will protect the House of David. The Gospel of St Matthew (1:22-3) quotes part of this: 'a virgin shall be with child, and shall bring forth a son, and they shall call his name Emmanuel', as a prophecy of the birth of the Messiah and the fulfilment of Scripture in the person of Jesus. With the possible exception of the Good Shepherd, the scene of the magi in worshipful adoration before the Holy Child is the earliest and most frequent artistic representation of Jesus' life and ministry. The iconography is in the style of the celebrated mosaic of the Epiphany scene in the church of St. Apollinare. Estimate: 2500 GBP
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  43. Non vorrei aver capito (intuito) male, ma ho la sensazione che sia il mignolo ad infastidirti. Lo possiamo sempre mozzare, nel caso
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  44. Non so se si possa parlare effettivamente di denario. Tanto meno di prova di un aureo. Generalmente le prove degli aurei si facevano su leghe meno nobili dell'argento. Mentre con i conii degli aurei si facevano anche denari d'argento, in questo senso è stato proposto come denario da Leu sebbene, giustamente, virgolettato. A mio avviso più che di denario vero e proprio si può parlare con maggior cognizione di causa di "emissione" donativo fatta per qualche evento/occasione/persona particolare... tuttavia è gran difficile stabilirlo con certezza! Il pezzo va inserito in una limitata emissione con differenti tipi di rovescio che condividono i medesimi conii di dritto (vedi esemplare attualmente in asta ed esemplare venduto nell'asta Jacquier 42 noto in due pezzi): conio di dritto che a sua volta è condiviso con questo aureo conservato al British Museum: Indubbiamente si tratta di un gruppo di emissioni strettamente connesse tra loro. Sarebbe da capire/approfondire la bontà del metallo del pezzo in asta da Leu... per verificare se si tratta di un buon argento (del tenore delle emissioni di Postumo) o di una lega più svilita con sola argentatura superficiale come farebbe appunto supporre la visione del pezzo venduto da Jacquier che appunto è della medesima lega degli antoniniani di Vittorino e quindi presumibilmente dotato di argentatura solamente superficiale... Insomma, se qualcuno me lo regala potrei fare delle analisi più approfondite!
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  46. Salve a tutti Chiedo informazioni in merito a questo sistema di sicurezza utilizzato in alcune recenti banconote in polimeri , fra cui la serie canadese attualmente in circolazione . Tutti i tagli della serie presentano una piccola finestrella trasparente a forma di foglia di acero Illuminando frontalmente questa finestrella , si dovrebbe vedere proietto il valore nominale Per chi non conoscesse questo sistema di sicurezza , metto il link di un video
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  47. Salve a tutti, si tratta di un esemplare ricco di fascino e storia, davvero molto strano che abbia riscosso così poco interesse. Bellissimo, @marmo87, a volte facciamo un po' di sana concorrenza. Del 10 reali di Filippo IV, zecca di Cagliari, si riesce ad intravedere parte della legenda del dritto ([P]HILIP . P[. ARA . ET . S]ARDINIE), le estremità del volto, ossia parte del naso e della bocca (accanto allo stemma sottostante spagnolo) e la A di C/X-A. Mentre nel verso si vede una buona porzione della legenda, la quale è stata battuta due volte (INIMICOS [EIVS INDVAM C]ONFVSIONE, ossia INIMICOS EIVS INDVAM [CONF]VSIONE) e parte della croce con due globetti. Passiamo ora al conio spagnolo. L'8 reales spagnolo sottostante è molto ben conservato e visibile, la zecca è indubbiamente Segovia. Nel dritto si vede perfettamente lo stemma, il segno della zecca e una piccola parte della legenda (HILIPP), mentre nel verso solo parte della croce con i due castelli. Dopo una breve analisi dello stile dello stemma e della croce nel verso, il sovrano potrebbe essere Filippo III o, meno probabile, Filippo II. Grazie per l'intenso grattacapo e saluti!
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