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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/27/18 in Risposte
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Iniziamo con la premessa che questa tipologia è stata emessa da Massimiano antecedentemente la riforma monetaria e che si è dibattuto anche nei secoli scorsi sul motivo della coniazione ( per esempio “Osservazioni istoriche su alcuni medaglioni antichi”). Una tesi riportata dal Bastien è che fosse riferito alla Vittoria di Massimiano in Mauretania come donativo per le truppe che parteciparono alla campagna con il cavallo come riferimento a Cartagine dove si celebrò il trionfo. altra ipotesi invece proposta per via della presenza sempre del cavallo è che si trattasse di un donativo in occasione di giochi circensi in cui Massimiano aveva fornito i cavalli agli aurighi. In realtà la raffigurazione del busto corazzato, con scudo e cavalcatura non era nuova, già questo diritto era stato coniato da Claudio II e da Probo probabilmente per accostarsi alla figura di un conquistatore come Alessandro Magno con il cavallo come chiaro riferimento a Bucefalo. Detto questo, esistono diversi altri esemplari di questo medaglione, differenti per conio e per stile da questa in vendita. L’esemplare più bello e sicuramente autentico è quello di Berlino, di cui loro sono entrati in possesso nel 1873 (Biedermann). Appare coniato e di stile coevo. Le immagini purtroppo non aiutano molto con le altre passate in vendita in quanto di bassa qualità. Darei buono per lo stile quello Leu venduto nel 2004, le immagini sono quello che sono ma lo stile è buono e il tondello appare credibile. Gli altri due: il Rauch esitato poi da Lanz, mi fa una pessima impressione, sembra una fusione, perdita di dettagli evidente in più punti. Artemide e NAC, anche qui penso male, ma io non ci capisco niente, mentre NAC lo ha avuto tra le mani. Il bagno d’oro posticcio non aiuta, o forse sì, aiuta a pensare male. Dico posticcio perché dove è saltata la doratura appare evidente che fosse proprio leggera, eppure sulla tempia dove la consunzione vi è stata con un abbassamento di qualche micron la doratura è intatta. Doratura applicata in tempi antichi ma sulla moneta già consunta? Stessi conii de l’esemplare di Berlino, evidente soprattutto al rovescio (notare le bilance per esempio) un po’ pasticciata per via della doratura Questo esemplare Nomos, lo stile a mio avviso pessimo, il profilo di Massimiano mi ricorda Big Jim, nel senso che è plasticoso, che non sembra assolutamente uscito dalla medesima zecca del l’esemplare di Berlino. Il cavallo, anche qui è stilisticamente differente, testa più piccola mi ricorda un cavallo Marino e la criniera è abbozzata e pasticciata. Segni di pulizia e di lisciatura dei campi, come detto profilo stravolto. qualche craterino sui rilievi che andrebbe visto meglio ma anche quelle che appaiono come bollicine in positivo, ce ne sono alcune. Da queste foto difficile dire altro, per alcuni aspetti il rovescio mi ricorda l’esemplare Rauch/Lanz con l’aggiunta che questa è più sgraziata. La moneta non mi piace e non parlo di autenticità, parlo di resa stilistica “interpretata” da chi ci ha messo le mani sopra o da chi ha rilavorato il falso. Purtroppo non ho modo di consultare i miei testi per vedere l’esemplare Gnecchi ma sarei stato curioso di vedere quel conio. Certo, che mentre quelle che a mio avviso sembrano autentiche hanno tutte un peso molto similare, le altre due per me dubbie (rauch e Nomos) hanno un peso decisamente diverso. Spunto di riflessione. Berlino 39mm - 30,15gr - 1873 Leu 41mm - 28,13gr - 2004 Rauch/Lanz 39mm - 47,06gr - 2006/2008 Artemide/NAC 38mm - 26.01gr - 2009 Nomos 38mm - 35,10gr - 20187 punti
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Beh, se ci mettiamo tutti d'accordo possiamo trovarci a qualche manifestazione, e creare un gruppo... Il mitico gruppo della monetazione del Sud..3 punti
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@centurioneamico l'esemplare Rauch va accomunato per la tipologia presa in esame nonostante abbia un rovescio differente. A memoria poi non ricordo la rappresentazione affacciata ma sempre rivolta, come nelle altre coniazioni di Diocleziano del periodo per esempio. l'esemplare Nomos a mio avviso proviene dagli stessi conii degli altri ma è stato così stravolto e falsato che di antico ne è rimasto solo il tondello con quella crepa frattura cieca molto simile per posizione a quella del NAC. Mi sorprende anche leggere di chi si lamenta sull'apertura di una discussione simile, penserei a una tornaconto personale se così fosse, soprattutto perché si sono sempre aperte di questo tipo e non sono decisamente queste quelle che intasano il forum. Se noti in alto a destra c’è proprio un bannerino che dice apri "NUOVA DISCUSSIONE”, se un utente vuole saperne di più è giusto che apra una discussione indipendentemente dal grado di conoscenza e anzi magari ce ne fossero così si imparerebbe a capire ciò che gli altri notano. E' vero, nessuno ci obbliga all'acquisto, ma nessuno può precluderci di discuterne.3 punti
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Ti ringrazio per la considerazione che apprezzo, tuttavia non dimentichiamo che tutti possiamo sbagliare, anche il sottoscritto e soprattutto se si ha a disposizione solo una foto. L'idea che mi sono fatto è che la moneta in questione sia stata pesantemente restaurata meccanicamente (i segni degli utensili utilizzati sono ben visibili), doveva in origine essere ricoperta da uno strato molto invasivo di cuprite. Il restauratore ha quindi dovuto quasi "scolpire" la moneta per far emergere il modellato. Questa è una prassi normale per un restauratore che però, nella preparazione del lavoro, deve premunirsi di una o più fotografie di monete dello stesso tipo (al fine di comprendere con più facilità come si presenterà il modellato sottostante e in quali zone del campo), dovrebbe poi avvalersi anche di metodi chimici per una pulizia preliminare, utile ad "alleggerire" e "facilitare" il successivo lavoro meccanico. Detto questo, è ovvio che la resa sarà anche strettamente legata alle capacità del restauratore che dovrà sapersi attenere il più possibile allo stile originale per non rischiare di alterare la moneta durante il restauro. I forellini che vedi sono i testimoni negativi delle incrostazioni che dovevano ricoprire la moneta in origine. Una moneta con questo tipo di incrostazioni è sicuramente molto mineralizzata e l'utilizzo ad esempio di un decapante chimico porterebbe via tutti i rilievi che, ricordiamolo, si sono trasformati in minerale. Il restauratore allora opta per il metodo meccanico che tende a "spianare" le incrostazioni. Durante questa fase, restano visibili le cavità già presenti nella spessa patina. C'è poi l'ipotesi del falso ottenuto coniando un tondello antico ma anche qui l'aspetto che assume sia il tondello sia la patina (per via della compressione essa assume un aspetto caratteristico che richiede di essere camuffato con incrostazioni aggiuntive), non sono in linea con la moneta oggetto di questa discussione. L'esemplare si direbbe infine coniato se analizziamo la frattura passante che si vede al dritto a ore 4 ed al rovescio a ore 8.3 punti
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Una nota di classe non guasta mai... Una Signor della musica di quegli anni.. Personalmente non ho visto più nulla al suo livello..3 punti
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Sono finalmente riuscito a chiudere il buco nella mia collezione tipologica dei due denari con questo esemplare, non certamente in perfette condizioni, del 1676 del periodo della reggenza di Vittorio Amedeo II. La rarità di questo millesimo, a parer mio, è parecchio alta, visto la difficoltà di rintracciare degli esemplari con la data chiara e leggibile, sicuramente la tiratura non deve essere stata altissima, visto che nello stesso anno sono stati coniati due tipi di due denari, anche se il primo tipo è una "chimera" per i collezionisti di queste monete. Si può affermare che questo millesimo sia il primo della lunga serie di due denari con l'impronta tipica, diritto croce piana e rovescio con corona/nodo/data. Sperando in un futuro colpo di fortuna nel rintracciare un esemplare in migliore conservazione, per ora sono ben contento di "riempire il buco" con questo piccolo tondello in cui la data almeno è certa... dal vivo comunque si presenta meglio che con le mie pessime foto....2 punti
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Davvero una bella moneta, e poi Floriano è abbastanza sconosciuto. Qualche volta pure io ho il desiderio di comprare qualche moneta del III secolo ma sarebbe la fine anche per me.2 punti
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Ho completato il trittico con l’esemplare d’oro dell’asta Varesi 72, definito in didascalia “Medaglia 1915 in oro della Croce Rossa Italiana, avente il modulo del 50 Lire”. Accetto la denominazione di medaglia per il gettone inserito nella montatura originale predisposta dalla Croce Rossa per renderlo portativo, cioè adattarlo a medaglia. Ciò non toglie che per me rimane un gettone nel DNA e un ‘gettone geneticamente modificato’ nella montatura. Mi è capitata tra le mani una medaglia commemorativa del terremoto calabro-siculo del 1908, che fu istituita con deliberazione del consiglio direttivo della Croce Rossa Italiana il 21 aprile 1909 e concessa a coloro che avevano partecipato alle opere di soccorso. Non c’è da meravigliarsi se la Croce Rossa ha chiamato gettoni le emissioni commemorative del 1915 destinate non alla riconoscenza di chi ha già prestato aiuto come la medaglia del 1909, ma a richiedere aiuto sotto forma di denaro a tutta la popolazione italiana, a seconda delle proprie disponibilità. E si chiamano gettoni nei manifesti della CRI che illustrano altre vie per dare un contributo, nei giornali dell’epoca che pubblicizzano questa iniziativa umanitaria, nelle schede tecniche che ne riportano le caratteristiche fisiche, ecc. Secondo me, non considerarli gettoni è arbitrario e in contrasto con lo spirito dell’autorità emittente, che è poi il loro ‘genitore’. Se la Croce Rossa non avesse progettato quella montatura, chi mai li avrebbe chiamati con un nome diverso da “gettoni”? Invece la montatura è stata creata, ma come una moneta rimane moneta anche in una montatura che la rende portativa, non vedo per quale motivo la stessa cosa non debba valere per un gettone. Invece, che un gettone possa essere considerato una moneta della zecca Johnson di Milano, di valore commisurato al metallo di cui è composto, è una vera… montatura!2 punti
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L’esemplare Rauch/Lanz ha un rovescio differente, l’allegoria centrale è affacciata mentre su tutte le altre guarda a sinistra quindi non le accomunerei. L’esemplare oggetto della discussione non puó essere stato prodotto per fusione a giudicare dai prodotti di corrosione visibili sulle sue superfici. Esse appaiono piuttosto compatte, con un certo spessore e una buona consistenza. Per me l’ipotesi della fusione va esclusa...2 punti
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Ciao a tutti, approfitto del tempo libero dovuto alle festività per scrivere due righe relativamente ad un interessante (spero :rolleyes: ) falso d'epoca di una moneta da 2 CARLINI ROMANI di papa Pio VI, coniata a Roma nel 1796 (A.XXII), a confronto con la moneta originale. Innanzitutto va fatta una premessa, indispensabile per delineare il contesto storico, e capire il proliferare di monete falsificate in quel periodo nello Stato Pontificio. Gli anni conclusivi del pontificato di Papa Pio VI furono infatti, a partire dal 1796 e fino alla Repubblica Romana del 1798-1799, assai tumultuosi. Era il periodo della prima campagna napoleonica in Italia, che si concluse con il Trattato di Tolentino del 19 febbraio 1797 tra il Papa ed i francesi, a chiudere formalmente l'armistizio di Bologna il 23 giugno 1796, accettato dal Papa come il male minore rispetto ad una discesa verso Roma (solo rimandata), che l’esercito pontificio non avrebbe potuto arginare. La crisi di quegli anni, accentuata poi a causa dei tributo da pagare ai francesi, fece sì che le casse dello Stato Pontificio si svuotassero, ed alla mancanza di circolante si era posto rimedio con una sempre più massiccia emissione di cedole cartacee a corso forzoso, accettate malvolentieri dalla popolazione perché praticamente impossibili da convertire in moneta, e con il progressivo aumento e svilimento della monetazione metallica in mistura, con la la contemporanea scomparsa della moneta d’argento... La moneta in esame, il 2 carlini o 15 baiocchi all'inizio del pontificato di Pio VI, è una moneta in mistura 500/1000, del peso legale di 5,65 grammi, ma subirà nel tempo ben due riforme: I riforma (1794): Il peso legale resta di 5,65 grammi ma il titolo della lega viene diminuito a 416,67/1000 II riforma (1796): Il peso legale viene portato a 4,238 grammi ed il titolo della lega ulteriormente diminuito a 333,33/1000. E' in questo "caos monetario" che la monetazione in mistura diviene sempre più preda dei falsari, che nella confusione generale approfittavano per invadere il mercato con falsi in bronzo spesso anche assai curati, dei tagli maggiori da 12-25-60 baiocchi e appunto il doppio carlino da 15 baiocchi :rolleyes: . L'ORIGINALE La moneta originale in foto, classificata dal Muntoni al n°81 è opera di Tommaso Mercandetti, del quale compaiono al diritto le iniziali ai lati dei cordoni. Curiosamente questo esemplare presenta un peso che rispecchia al centesimo quello legale stabilito dalla I riforma del 1794, 5,65 grammi mentre nel Muntoni è classificato come appartenente alla II riforma (4,238 grammi) per la quale erano state appositamente rifatte le incisioni, soprattutto del rovescio, come distinzione dalle emissioni degli anni precedenti, in cui il valore era contenuto in cartella con rami ai lati. Il diametro è di 26,7 mm, il taglio cordonato, rigato con un'operazione successiva alla coniazione per passaggio del tondello tra due matrici (una fissa ed una mobile). Come tutte le monete in mistura del periodo, subiva anche un processo di argentatura superficiale. IL FALSO D'EPOCA Stando al solo diametro, 25,6 mm, oltre 1 mm inferiore alla moneta originale, si può già intuire che sia otttenuto per fusione, in bronzo, da una matrice ottenuta proprio da una moneta originale. Inoltre è ben visibile la porosità generale, che nei campi è stata in parte eliminata, manualmente, dato che sono visibili delle raschiettature... Manca la firma dell'incisore TM, per cui l'originale da cui sono partiti i falsari accoppiava stranamente il diritto classificato come Muntoni 82, al rovescio della moneta precedente. Probabilmente anche per questi falsi d'epoca sarebbe poi stata effettuata una argentatura che li confondesse meglio con il circolante (anche se di questo non appare traccia nell'esemplare in foto), anche perchè il peso è di soli 3,75 grammi, al di sotto di 2 grammi rispetto al particolare esemplare presentato in precedenza, e comunque di oltre mezzo grammo rispetto al peso legale della II riforma... :rolleyes: Curiosamente, ed è ben visibile dalla foto successiva con il confronto tra le lavorazioni del contorno, sul falso d'epoca questa operazione è stata eseguita manualmente, con incisioni a distanza e profondità variabile... Sicuramente un lavoro certosino che lascia intendere che per i falsari, al di là di un rischio notevole, ci sarebbe stato anche un notevole ritorno economico.... Un saluto a chi non ha abbandonato a metà questa lunghissima, e spero non noiosissima, esposizione Ciao, RCAMIL1 punto
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Buonasera, L’aureliano Pesante o doppio Aureliano l’hai letto sul Sear, nel catalogo illustrato de La Venèra non mi sembra se ne faccia menzione ma sto andando a memoria. esistono diversi nominali, quelli bronzei con la variazione di peso mi sembrano difficilmente attribuibili come nominale mentre in effetti c’è la mancanza della corona radiata. Quinari e denari bronzei invece ce ne sono e se ne vedono diversi anche in asta. online un sito di riferimento è quello di Ed, http://www.othila-coins.com/index.php grande collezionista della famiglia di Caro.1 punto
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Anzi, se mi fai avere il link del filmato mi faccio carico io di segnalarlo a chi di dovere1 punto
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Bella moneta roman, ogni tanto sono tentato di sconfinare in quest epoca anch'io, affascinato da certe monete che sono davvero belle...poi però torno in me e mi impedisco di farlo altrimenti è la fine1 punto
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Ciao, se ti riferisci al modulo delle assegnazioni ci vuole pazienza qualche settimana a volte, se invece hai inviato un modulo con le richieste supplementari, sempre che vi siano le disponibilità, leggo dal forum che le esamineranno da metà maggio...1 punto
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Fai come ti dice Margheludo la moneta è molto delicata, fosse stata di buon argento e un pochino più robusta si sarebbe potuto provare con ĺ' Edta ma con la tua moneta come minimo si rischia di rovinarla per sempre difatti ĺ'Edta agisce sugli ioni del rame, in sostanza tienila così se la vuoi avere intera1 punto
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Pure per me potrebbe essere un fals mammalucco, ma non ho la giusta conoscenza della monetazione araba per classificarla meglio.1 punto
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Perdonami, ma qualche dubbio mi resta. Innanzitutto il fatto della quotazione superiore al facciale a pochi anni dall'emissione; non credo possa essere questa una dimostrazione dell'effettiva non circolazione. Anche oggi infatti abbiamo monete in euro che appena uscite già valgono più del facciale, pur essendo immesse nella circolazione. Sul fatto che la 5 lire del 1914 non abbia avuto una circolazione "normale" e quotidiana non credo possano esserci dubbi, ma per escludere una circolazione seppur minima immagino ci sia bisogno di altri tipi di prove. Abbiamo disponibile un annuncio in cui si comunicava che le 5 lire del 1911 erano ottenibili solo tramite prenotazione e dietro pagamento di vecchi scudi, ed è ragionevole immaginare che anche la 5 lire del 1914, dopo solo 3 anni, sia stata immessa nel mercato con le stesse modalità. Ma se è vero che gli scudi non erano più in uso (cosa plausibile, dato che non se ne coniavano più da oltre 30 anni) allora come doveva fare un collezionista a procurarseli? Lo stesso vale ovviamente per i marenghi da fornire in cambio delle 50 lire in oro. Se venivano richiesti (credo) dovevano anche essere rintracciabili nella circolazione con non eccessiva difficoltà, altrimenti i nuovi scudi da collezione non sarebbero stati acquistabili se non dietro cessione di monete ormai praticamente fuori corso e solo da collezione, cosa che non mi sembra plausibile. Ecco perché sarebbe utile avere qualche documentazione in più, es. ritiri dalla circolazione, ecc. L'effettivo uso, seppur molto ridotto, degli scudi ancora a ridosso della guerra (periodo in cui, comunque, era ancora molto comune l'uso dei tagli da 1 e 2 lire in argento, vero?) potrebbe magari aver giustificato anche uno smaltimento di alcune scorte dei nuovi scudi da collezione come resto di tesoreria, sebbene subito tesaurizzato. Spero di essere stato chiaro nell'esporre il mio dubbio. Max1 punto
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Ciao And! Mi sa che dalle nostre parti recentemente hanno aperto qualche rotolino di questa commemorativa, ne ho già trovate 4 in circolazione perfettamente conservate (nell'ultimo mese).1 punto
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Posto qualche foto dell'asta RAUCH di Aprile, chiedendo a Renzo i consueti commenti Alessandro VII - Lavanda Anno II in Argento aggiudicata ad euro 500 + diritti1 punto
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a prescindere dal fatto che poi "sforzando la vista e non solo quella...) si giunga ad un riconoscimento dell'oggetto, chi pone la richiesta, deve mettere immagini perlomeno decenti, sia per rispetto di che si impegna, ma soprattutto per poter giungere ad una identificazione sicura...... grazie1 punto
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Le aste sono ormai piene di monete lavorate o bulinate, ritengo pertanto un po' eccessivo questo improvviso stupore e accanimento contro questa particolare moneta. Se una moneta non piace basta non comprarla, nessuno ci obbliga certo all'acquisto. Se dovessimo aprire delle discussioni di sdegno e indignazione per ogni moneta lavorata proposta in asta sarebbero centinaia di discussioni al giorno da aprire, che intaserebbero completamente il forum. Peraltro le monete lavorate o bulinate sono presenti anche in aste di fine Ottocento o primi del Novecento, non è certo un fenomeno nuovo di cui stupirsi o per il quale stracciarsi le vesti. Semmai potremmo notare un incremento del numero di queste monete, ma anche questi sono discorsi ormai già affrontati in decine di discussioni. Scusate un certo cinismo forse, ma seguendo da anni il mercato dei bronzi imperiali non vedo elementi nuovi nella modalità di presentazione di questo medaglione e nella stima e descrizione a lui attribuita nel catalogo d'asta.1 punto
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Ho sempre giocato sulle motivazioni, sulle passioni, sull'entusiasmo, sulle idee, ma soprattutto sui sogni numismatici, i sogni sono tutto, e solo così potrebbe essere visto un certo modo di fare numismatica senza alcun interesse con una vita che comunque continuerebbe senza problemi, con la voglia, la tenacia, il lavoro, l'abnegazione di riuscirci , di provarci almeno, se sarà ...la gioia sarà ovviamente interna ma soprattutto comunitaria perche' il sogno e' per tutti e sarà più bello, virtuoso. Oggi la numismatica capisce e in molti casi non capisce questo, gli interessi personali predominano e il fare di molti segue questo schema, si preferisce il non fare al fare, immobilismo, arroccamento sulle posizioni, salvaguardare i propri orticelli, mentre si dovrebbe capire che la numismatica e' cultura in movimento, tutto cambia, e nel rispetto delle tradizioni, non puoi fermare le evoluzioni sociali e di usi e devi entrare in un modo di agire che vada oltre tutto e tutti ....1 punto
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Oggi iniziano le danze.. Domani Gran Galà della numismatica... E poi tutto ad un tratto comparve il Gazzettino del Cordusio, e come d'incanto tutto fu più colorato..1 punto
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I risultati si ottengono solo con la fatica. Nella vita non ho mai ottenuto nulla senza sudore, i mi più grandi risultati li ho ottenuti con la tenacia e l'impegno. Poi l'estro ha fatto la sua parte, ma quello a volte è innato. Però la creatività è presente in ognuno di noi, bisogna solo saperla tirar fuori, siamo un popolo degno di questa qualità, l'abbiamo nel genoma, ci accompagna da sempre. Taluni riescono a produrla, ottenendo dei risultati sbalorditivi in ogni campo, la numismatica si presta, lo studio, la ricerca, i tondelli complici e ispiratori, e poi il gruppo fa il resto.. A volte le cose succedono senza volerlo, a volte l'enfasi da carica, a volte lo scopo incoraggia, a volte la sfida protegge.. Ma i veri compagni d'avventura, nella più grandi battaglie sono insostituibili... Le sfide si vincono solo con loro.. Eros1 punto
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Per me va bene così, il dritto è migliorato, il rovescio come l'ultima volta. Se desidera ci penserà eventualmente il prossimo collezionista che ne entrerà in possesso ad intervenire ulteriormente su quel che è rimasto, e spero tra tantissimo tempo.1 punto
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Stephen Album Rare Coins > Auction 30 Auction date: 18 January 2018 Lot number: 2 Price realized: 100 USD (Approx. 82 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. CARTHAGO NOVA: Scipio Africanus, ca. 209-208 BC, AE 13mm (1.84g), head left, said to be Scipio Africanus // horsehead right, excellent strike, VF-EF. Estimate: 110-150 USD ILLUSTRAZIONE: SCIPIONE L'AFRICANO1 punto
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Diciamo che non c’e’ più proprio, ma non voglio pensare allo Speciale che e’ limitato come copie e che per decisione del Consiglio non sarà digitalizzato come sarà introvabile tra poco ...ecco perché conviene per tanti motivi associarvi !1 punto
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AXIA(71 avant J.-C.)Lucius Axsius Naso Denier N° v23_0255 Date : 71 AC. Nom de l'atelier : Rome Métal : argent Diamètre : 18,5mm Axe des coins : 6h. Poids : 3,85g. Degré de rareté : R2 Etat de conservation : TTB/TTB+ Prix de départ : 300 € Estimation : 450 € Prix réalisé : 520 € Nombres d'offres : 4 Offre maximum : 642 € Commentaires sur l'état de conservation : Très beau portrait. Une fine rayure devant le visage. Revers de style très fin avec une jolie patine de collection ancienne. N° dans les ouvrages de référence : B.1 (Axia) - BMC/RR.- - CRR.794 - RRC.400 /1a - RSC.2 Titulature avers : NASO/ S.C./ VIII. Description avers : Tête imberbe de Mars à droite, coiffé d’un casque ailé. Traduction avers : “Naso/ Senatus Consulto”, (Naso, avec l’accord du Sénat). Titulature revers : L. AXSIVS. L. F./ VIII. Description revers : Diane dans un bige de cerf à droite, tenant une haste de la main droite ; deux chiens de chasse derrière, un autre sous le char. Traduction revers : “Lucius Axsius Lucii filius”, (Lucius Axsius fils de Lucius). Commentaire à propos de cet exemplaire : Pour ce type, M. Crawford a relevé une estimation de vingt-quatre coins de droit et de vingt-sept coins de revers. Chaque marque de contrôle n’est liée qu’à un coin de droit. Commentaires : Pour ce monétaire, nous avons deux variétés en fonction du casque qui est orné dans certains cas d’un cimier. Les coins sont numérotés de I à XX. Il peut exister plusieurs coins pour un même numéro. Chaque numéro de coin de droit est associé à son “alter ego” au revers. D’après M. Crawford, Lucius Axsius Naso était un banquier attesté par une tessère. Un homonyme sera proscrit en 43 avant J.-C.. La présence au revers de Diane dans une scène de chasse serait un jeu de mot avec les cerfs qui tirent le bige (cervi axes). Historique : En 71 avant J.-C., Crassus mit fin à la révolte de Spartacus qui avait commencé en 73 avant J.-C. Pompée écrasa les restes des bandes d'esclaves et les survivants furent crucifiés. Les consuls furent Publius Cornelius Lentulus Sura et Cnوus Aufidius Orestes. ILLUSTRAZIONE: SPARTACO1 punto
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Bello l'articolo della manifestazione sul Gazzettino di Parma........sempre di Gazzettini si tratta1 punto
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Le monete non crescono sugli alberi Ma a volte può accadere il contrario E accadde nella colonia di Massachusetts Bay (questo il nome completo all'epoca), dove, alle rozze NE coins, fecero seguito monete più elaborate, distinte dal tipo dell'albero che occupava il dritto delle stesse. Monete che, per eludere le leggi sulla coniazione, pesavano all'incirca un quinto in meno delle corrispondenti inglesi. L'albero che compare sulla prima serie di monete, è un salice...beh, insomma Si tratta, in realtà, di un insieme di riccioli e ghirigori, a volte non facilmente identificabili come albero, figuriamoci un albero di specie ben definita. Ne erano consapevoli i coloni, che non diedero alle monete alcun nome particolare, quello di Willow Tree, albero di salice, con cui oggi sono universalmente indicate, fu usato per la prima volta più di due secoli dopo. Prima di esso era stato azzardato un "palmetto tree", che comparve in un catalogo d'asta del 1865, mentre due anni dopo, nel 1867, fece capolino per la prima volta, in un altro catalogo, il nome "willow". Quanto a qualità del conio, bisogna dire che non ci fu un grande miglioramento rispetto alle NE coins: Hull e Saunderson stavano affinando il loro mestiere, e le monete dimostrano che avevano ancora molto da imparare. Molte di esse sono ribattute due, e anche tre volte, ed è raro che il disegno e le legende siano impressi completamente. Al centro del dritto compare l'albero, contornato dalla scritta MASA THVSETS IN: si ritiene che la parola Masathusets imiti il suono del nome originale dato alla regione dai Nativi. Al rovescio, nel giro, NEW ENGLAND AN DOM, al centro il valore, sempre espresso in numeri romani per 3, 6 e 12 pence (1 shilling), e la data, 1652, uguale per tutti i tipi (tranne uno) di tutte e tre le serie degli alberi. L'ordine di coniazione da parte del governo coloniale era del 19 ottobre 1652, e questa potrebbe essere la spiegazione più semplice del perché tutte le monete abbiano questa data, sebbene essa non venisse impressa fino al 1654. Si tratta, in ogni caso, delle prime monete con data coniate nei territori che sarebbero diventati gli Stati Uniti d'America Sembra che la coniazione delle monete Willow Tree, iniziata nel 1653, sia proseguita, sia pure in maniera sporadica, fino al 1660, quando furono sostituite dalle Oak Tree. I non molti esemplari sopravvissuti sono in condizioni assai precarie (come si può vedere, non sono riuscito a trovare foto migliori), e da considerarsi della massima rarità. petronius1 punto
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Cari tutti avrei desiderato essere dei vostri ma purtroppo fastidiosi impedimenti di vario genere (....sai quei periodi "grigi" che ciclicamente si affacciano nella vita.....) impediscono il mio avvicinamento alla meta. Vi seguirò con interesse su YouTube e complimenti per tutte le vostre/nostre iniziative. In bocca al lupo (viva il lupo...) per domani. Un abbraccio Adolfo Sissia1 punto
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In questi giorni ho trovato una bella doppietta monegasca con entrambi i sovrani! Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2001 Tiratura: 899.800 Conservazione: B Località: Castelletto Cervo (BI) Note: l'unico 2 euro di Monaco circolante (escludo il 2017, ma c'è tempo) che non avessi mai trovato. Anche se la condizione è quella che è, si aggiunge alla collezione! Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2015 Tiratura: 1.306.782 Conservazione: SPL Località: Castelletto Cervo (BI)1 punto
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ottimo questo è un vero convegno numismatico con tanto di parte commerciale1 punto
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Ormai siamo alle porte dell'evento. Un ringraziamento a tutti coloro che parteciperanno, in particolare a Mario, Massimo e a tutti i relatori che ci renderanno partecipi delle loro conoscenze. Dal punto di vista commerciale, la sala è ormai completa, saranno presenti 72 tavoli di commercianti provenienti da ogni parte d'Italia con le tipologie di monete più svariate. Non mancherà chi proporrà accessori per collezionisti. Novità di quest'anno è il nuovo impianto di illuminazione che permetterà nella sala più buia (quella all'ingresso, lontana dalla vetrata) di avere adeguate condizioni per vedere al meglio la merce esposta. Buon convegno a tutti, divertitevi!1 punto
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Scritto (in breve) e in due righe....è così; nel mio manuale a pag. 134 ho trascritto, leggendo la documentazione a riguardo, ciò che accadde nel dettaglio e del perchè vennero apposte le R C al posto delle C e C. Cercate di capire...se trascrivo qui...... @lukas1984.... @Rocco68, e tutti gli altri Utenti, non leggerete con "gusto" il mio lavoro. A giorni è in uscita.1 punto
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Diamo spazio ad un grandissimo musicista cantautore, un grande artista, anche lui corre fra i campi elisi.. Vidi un suo concerto a Milano fu un trionfo grande chitarrista, grande poeta...1 punto
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Per me è una UNC a tutti gli effetti perchè non ha circolato... per sfortuna tua ci sono quelle piccole tracce di colore... da qualche parte avevo letto che le banconote con il segno delle fascette, anche se deturpanti, non abbassano il livello della conservazione della banconota che rimane un FDS. Bene inteso che di fronte ad una scelta tra due FDS con o senza macchie... la scelta è ovvia...1 punto
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Mi permetto di dire...era ora! Questa smania di collezionare numeri di serie (vale anche per le banconote euro) non l'ho mai capita, né condivisa. petronius1 punto
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Come si fa a non crederci, sarebbe come rinnegare quanto fatto in tanti anni ... i segni tangibili rimangono e sono segni per la comunità numismatica, a loro disposizione, certo per raggiungere certi sogni, certi obiettivi ci vuole lavoro, lavoro, lavoro ....e non solo quello se no che sogni sarebbero se fossero semplici, facili e senza fatica ?1 punto
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La pelle dell'orso "Non vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso", recita un noto proverbio. Ma nel Nordamerica, venivano vendute non solo le pelli d'orso, ma anche quelle di quasi qualsiasi altro animale. Tra gli indiani, così come in molte altre società primitive dipendenti dalla caccia, pelli e pellicce di animali divennero moneta. E gli europei, al loro arrivo, non ci misero molto ad adeguarsi. Del resto, le pelli degli animali più pregiati erano già molto ricercate in Europa, e il Nordamerica, da questo punto di vista, rappresentava una fonte quasi inesauribile. E così la pelle dell'orso acquisì valore legale nel Canada francese nel 1673, mentre in Alaska e nella Columbia Britannica si preferiva quella di lontra. Più a sud, in Kentucky e Tennessee (o meglio, nei territori che sarebbero diventati questi due stati), era il procione ad avere il discutibile (per lui ) onore di fornire la sua pelliccia affinché se ne facesse moneta. Ma l'animale che più di tutti si trovò a svolgere, suo malgrado, un ben preciso ruolo monetario, fu senza dubbio il castoro. Nel Nordamerica, le pelli di castoro erano generalmente accettate ovunque come mezzo di pagamento, e in più c'era una fortissima richiesta anche in Europa, dove venivano usate per farne cappelli. Ben presto esse divennero lo standard contro cui veniva misurato il valore delle altre pelli. In un listino del 1703, tutte le merci indiane erano prezzate in pelli di castoro, sebbene si potesse pagare anche con quelle di altri animali. In Canada, la Hudson Bay Company stabilì il "made beaver" (fatto in castoro), come standard di valore poco dopo il 1670, e tale rimase per quasi due secoli, fino agli anni 1850. Nel Massachusetts, un uomo della tribù Chickataubott, nel 1631, fu condannato a pagare una pelle di castoro per aver sparato a un maiale, e i Dutch bricks erano venduti a New Amsterdam, nel 1661, a 4,16 rijksdaalder per migliaio, pagabili in pelli di castoro. Fino alla fine del 1788, ogni impiegato di contea dello State of Franklin, nell'odierno Tennessee, riceveva come salario annuo, 300 pelli di castoro. Le pelli erano popolari soprattutto nelle aree di frontiera, ma il loro uso si estese alla fine dall'Atlantico al Pacifico. Non sorprende quindi, che quando, nel 1849, l'Oregon si diede a coniare proprie monete, con l'oro che arrivava dalla California, abbia raffigurato sulle stesse l'animale la cui pelle, più di ogni altra, era stata, ed era ancora, un simbolo monetario. Otto importanti uomini d'affari fondarono la Oregon Exchange Company, con James Taylor come direttore, W.H. Wilson assayer, William H. Rector preparatore dei conii e il Reverendo Hamilton Campbell incisore-capo. Questi uomini, e gli altri componenti la Compagnia, raggiunsero l'immortalità numismatica quando Campbell incise le loro iniziali al dritto della sua moneta, il pezzo d'oro da 5 dollari. Kilborne, Magruder, Taylor, Abernethy, Wilson, Rector, Campbell e Smith, che sulla moneta formano la sequenza K.M.T.A.W.R.C.S. Immortalità che toccò anche al castoro, raffigurato al centro delle monete, e che alle stesse ha dato il nome: "beaver coins of Oregon". petronius1 punto
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