Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/27/18 in Risposte
-
Iniziamo con la premessa che questa tipologia è stata emessa da Massimiano antecedentemente la riforma monetaria e che si è dibattuto anche nei secoli scorsi sul motivo della coniazione ( per esempio “Osservazioni istoriche su alcuni medaglioni antichi”). Una tesi riportata dal Bastien è che fosse riferito alla Vittoria di Massimiano in Mauretania come donativo per le truppe che parteciparono alla campagna con il cavallo come riferimento a Cartagine dove si celebrò il trionfo. altra ipotesi invece proposta per via della presenza sempre del cavallo è che si trattasse di un donativo in occasione di giochi circensi in cui Massimiano aveva fornito i cavalli agli aurighi. In realtà la raffigurazione del busto corazzato, con scudo e cavalcatura non era nuova, già questo diritto era stato coniato da Claudio II e da Probo probabilmente per accostarsi alla figura di un conquistatore come Alessandro Magno con il cavallo come chiaro riferimento a Bucefalo. Detto questo, esistono diversi altri esemplari di questo medaglione, differenti per conio e per stile da questa in vendita. L’esemplare più bello e sicuramente autentico è quello di Berlino, di cui loro sono entrati in possesso nel 1873 (Biedermann). Appare coniato e di stile coevo. Le immagini purtroppo non aiutano molto con le altre passate in vendita in quanto di bassa qualità. Darei buono per lo stile quello Leu venduto nel 2004, le immagini sono quello che sono ma lo stile è buono e il tondello appare credibile. Gli altri due: il Rauch esitato poi da Lanz, mi fa una pessima impressione, sembra una fusione, perdita di dettagli evidente in più punti. Artemide e NAC, anche qui penso male, ma io non ci capisco niente, mentre NAC lo ha avuto tra le mani. Il bagno d’oro posticcio non aiuta, o forse sì, aiuta a pensare male. Dico posticcio perché dove è saltata la doratura appare evidente che fosse proprio leggera, eppure sulla tempia dove la consunzione vi è stata con un abbassamento di qualche micron la doratura è intatta. Doratura applicata in tempi antichi ma sulla moneta già consunta? Stessi conii de l’esemplare di Berlino, evidente soprattutto al rovescio (notare le bilance per esempio) un po’ pasticciata per via della doratura Questo esemplare Nomos, lo stile a mio avviso pessimo, il profilo di Massimiano mi ricorda Big Jim, nel senso che è plasticoso, che non sembra assolutamente uscito dalla medesima zecca del l’esemplare di Berlino. Il cavallo, anche qui è stilisticamente differente, testa più piccola mi ricorda un cavallo Marino e la criniera è abbozzata e pasticciata. Segni di pulizia e di lisciatura dei campi, come detto profilo stravolto. qualche craterino sui rilievi che andrebbe visto meglio ma anche quelle che appaiono come bollicine in positivo, ce ne sono alcune. Da queste foto difficile dire altro, per alcuni aspetti il rovescio mi ricorda l’esemplare Rauch/Lanz con l’aggiunta che questa è più sgraziata. La moneta non mi piace e non parlo di autenticità, parlo di resa stilistica “interpretata” da chi ci ha messo le mani sopra o da chi ha rilavorato il falso. Purtroppo non ho modo di consultare i miei testi per vedere l’esemplare Gnecchi ma sarei stato curioso di vedere quel conio. Certo, che mentre quelle che a mio avviso sembrano autentiche hanno tutte un peso molto similare, le altre due per me dubbie (rauch e Nomos) hanno un peso decisamente diverso. Spunto di riflessione. Berlino 39mm - 30,15gr - 1873 Leu 41mm - 28,13gr - 2004 Rauch/Lanz 39mm - 47,06gr - 2006/2008 Artemide/NAC 38mm - 26.01gr - 2009 Nomos 38mm - 35,10gr - 20187 punti
-
3 punti
-
3 punti
-
Beh, se ci mettiamo tutti d'accordo possiamo trovarci a qualche manifestazione, e creare un gruppo... Il mitico gruppo della monetazione del Sud..3 punti
-
@centurioneamico l'esemplare Rauch va accomunato per la tipologia presa in esame nonostante abbia un rovescio differente. A memoria poi non ricordo la rappresentazione affacciata ma sempre rivolta, come nelle altre coniazioni di Diocleziano del periodo per esempio. l'esemplare Nomos a mio avviso proviene dagli stessi conii degli altri ma è stato così stravolto e falsato che di antico ne è rimasto solo il tondello con quella crepa frattura cieca molto simile per posizione a quella del NAC. Mi sorprende anche leggere di chi si lamenta sull'apertura di una discussione simile, penserei a una tornaconto personale se così fosse, soprattutto perché si sono sempre aperte di questo tipo e non sono decisamente queste quelle che intasano il forum. Se noti in alto a destra c’è proprio un bannerino che dice apri "NUOVA DISCUSSIONE”, se un utente vuole saperne di più è giusto che apra una discussione indipendentemente dal grado di conoscenza e anzi magari ce ne fossero così si imparerebbe a capire ciò che gli altri notano. E' vero, nessuno ci obbliga all'acquisto, ma nessuno può precluderci di discuterne.3 punti
-
Ti ringrazio per la considerazione che apprezzo, tuttavia non dimentichiamo che tutti possiamo sbagliare, anche il sottoscritto e soprattutto se si ha a disposizione solo una foto. L'idea che mi sono fatto è che la moneta in questione sia stata pesantemente restaurata meccanicamente (i segni degli utensili utilizzati sono ben visibili), doveva in origine essere ricoperta da uno strato molto invasivo di cuprite. Il restauratore ha quindi dovuto quasi "scolpire" la moneta per far emergere il modellato. Questa è una prassi normale per un restauratore che però, nella preparazione del lavoro, deve premunirsi di una o più fotografie di monete dello stesso tipo (al fine di comprendere con più facilità come si presenterà il modellato sottostante e in quali zone del campo), dovrebbe poi avvalersi anche di metodi chimici per una pulizia preliminare, utile ad "alleggerire" e "facilitare" il successivo lavoro meccanico. Detto questo, è ovvio che la resa sarà anche strettamente legata alle capacità del restauratore che dovrà sapersi attenere il più possibile allo stile originale per non rischiare di alterare la moneta durante il restauro. I forellini che vedi sono i testimoni negativi delle incrostazioni che dovevano ricoprire la moneta in origine. Una moneta con questo tipo di incrostazioni è sicuramente molto mineralizzata e l'utilizzo ad esempio di un decapante chimico porterebbe via tutti i rilievi che, ricordiamolo, si sono trasformati in minerale. Il restauratore allora opta per il metodo meccanico che tende a "spianare" le incrostazioni. Durante questa fase, restano visibili le cavità già presenti nella spessa patina. C'è poi l'ipotesi del falso ottenuto coniando un tondello antico ma anche qui l'aspetto che assume sia il tondello sia la patina (per via della compressione essa assume un aspetto caratteristico che richiede di essere camuffato con incrostazioni aggiuntive), non sono in linea con la moneta oggetto di questa discussione. L'esemplare si direbbe infine coniato se analizziamo la frattura passante che si vede al dritto a ore 4 ed al rovescio a ore 8.3 punti
-
Una nota di classe non guasta mai... Una Signor della musica di quegli anni.. Personalmente non ho visto più nulla al suo livello..3 punti
-
Sono finalmente riuscito a chiudere il buco nella mia collezione tipologica dei due denari con questo esemplare, non certamente in perfette condizioni, del 1676 del periodo della reggenza di Vittorio Amedeo II. La rarità di questo millesimo, a parer mio, è parecchio alta, visto la difficoltà di rintracciare degli esemplari con la data chiara e leggibile, sicuramente la tiratura non deve essere stata altissima, visto che nello stesso anno sono stati coniati due tipi di due denari, anche se il primo tipo è una "chimera" per i collezionisti di queste monete. Si può affermare che questo millesimo sia il primo della lunga serie di due denari con l'impronta tipica, diritto croce piana e rovescio con corona/nodo/data. Sperando in un futuro colpo di fortuna nel rintracciare un esemplare in migliore conservazione, per ora sono ben contento di "riempire il buco" con questo piccolo tondello in cui la data almeno è certa... dal vivo comunque si presenta meglio che con le mie pessime foto....2 punti
-
2 punti
-
2 punti
-
Davvero una bella moneta, e poi Floriano è abbastanza sconosciuto. Qualche volta pure io ho il desiderio di comprare qualche moneta del III secolo ma sarebbe la fine anche per me.2 punti
-
Ho completato il trittico con l’esemplare d’oro dell’asta Varesi 72, definito in didascalia “Medaglia 1915 in oro della Croce Rossa Italiana, avente il modulo del 50 Lire”. Accetto la denominazione di medaglia per il gettone inserito nella montatura originale predisposta dalla Croce Rossa per renderlo portativo, cioè adattarlo a medaglia. Ciò non toglie che per me rimane un gettone nel DNA e un ‘gettone geneticamente modificato’ nella montatura. Mi è capitata tra le mani una medaglia commemorativa del terremoto calabro-siculo del 1908, che fu istituita con deliberazione del consiglio direttivo della Croce Rossa Italiana il 21 aprile 1909 e concessa a coloro che avevano partecipato alle opere di soccorso. Non c’è da meravigliarsi se la Croce Rossa ha chiamato gettoni le emissioni commemorative del 1915 destinate non alla riconoscenza di chi ha già prestato aiuto come la medaglia del 1909, ma a richiedere aiuto sotto forma di denaro a tutta la popolazione italiana, a seconda delle proprie disponibilità. E si chiamano gettoni nei manifesti della CRI che illustrano altre vie per dare un contributo, nei giornali dell’epoca che pubblicizzano questa iniziativa umanitaria, nelle schede tecniche che ne riportano le caratteristiche fisiche, ecc. Secondo me, non considerarli gettoni è arbitrario e in contrasto con lo spirito dell’autorità emittente, che è poi il loro ‘genitore’. Se la Croce Rossa non avesse progettato quella montatura, chi mai li avrebbe chiamati con un nome diverso da “gettoni”? Invece la montatura è stata creata, ma come una moneta rimane moneta anche in una montatura che la rende portativa, non vedo per quale motivo la stessa cosa non debba valere per un gettone. Invece, che un gettone possa essere considerato una moneta della zecca Johnson di Milano, di valore commisurato al metallo di cui è composto, è una vera… montatura!2 punti
-
L’esemplare Rauch/Lanz ha un rovescio differente, l’allegoria centrale è affacciata mentre su tutte le altre guarda a sinistra quindi non le accomunerei. L’esemplare oggetto della discussione non puó essere stato prodotto per fusione a giudicare dai prodotti di corrosione visibili sulle sue superfici. Esse appaiono piuttosto compatte, con un certo spessore e una buona consistenza. Per me l’ipotesi della fusione va esclusa...2 punti
-
2 punti
-
Pompei , miniera senza fine di preziosi reperti di antichita' romane , ma anche testimonianza di tragedie umane vittime della furia incontrollabile della natura : https://www.leggo.it/italia/cronache/pompei_ritrovato_scheletro_di_un_bambino_nel_scavi_stava_cercando_di_sfuggire_all_eruzione_del_vesuvio_25_aprile_2018-3692167.html1 punto
-
Salve, pensavo che il peggio che si potesse trovare sul web fossero i ciarlatani che cercano di affibiarti il pataccone dello scudo del 1901 a cifre esorbitanti, oppure quelli convinti dopo aver trovato 200 lire in un cassetto di aver trovato un tesoro, ma pensandoci bene credo che questi individui siano tutto sommato innocqui. In questi giorni invece mi sono imbattuto in un individuo molto più pericoloso per i collezioniti alle prime armi, un "restauratore orafo con esperienza pluridecennale" come ama definirsi, che dispensa consigli su come "restaurare" le monete: Alle mie perplessità su delle monete lucidate e spatinate, risponde: Ecco un suo video dove fa "brillare" una moneta romana del terzo secolo da lui precedentemente incastonata :1 punto
-
Buonasera, L’aureliano Pesante o doppio Aureliano l’hai letto sul Sear, nel catalogo illustrato de La Venèra non mi sembra se ne faccia menzione ma sto andando a memoria. esistono diversi nominali, quelli bronzei con la variazione di peso mi sembrano difficilmente attribuibili come nominale mentre in effetti c’è la mancanza della corona radiata. Quinari e denari bronzei invece ce ne sono e se ne vedono diversi anche in asta. online un sito di riferimento è quello di Ed, http://www.othila-coins.com/index.php grande collezionista della famiglia di Caro.1 punto
-
Ti ringrazio, ci fu a suo tempo l'occasione e non ho esitato più di tanto, dicendo a me stesso o ora o mai più1 punto
-
Può essere sia un insulto che il nome di un popolo arabo che dominava l'egitto1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Bella moneta roman, ogni tanto sono tentato di sconfinare in quest epoca anch'io, affascinato da certe monete che sono davvero belle...poi però torno in me e mi impedisco di farlo altrimenti è la fine1 punto
-
Fai come ti dice Margheludo la moneta è molto delicata, fosse stata di buon argento e un pochino più robusta si sarebbe potuto provare con ĺ' Edta ma con la tua moneta come minimo si rischia di rovinarla per sempre difatti ĺ'Edta agisce sugli ioni del rame, in sostanza tienila così se la vuoi avere intera1 punto
-
Sarebbe l'equivalente di XXI in greco, marchio introdotto da Aureliano e su cui ancora si dibatte. L'altra lettera A è riferita all'officina, la prima.1 punto
-
Posto qualche foto dell'asta RAUCH di Aprile, chiedendo a Renzo i consueti commenti Alessandro VII - Lavanda Anno II in Argento aggiudicata ad euro 500 + diritti1 punto
-
1 punto
-
Taglio: 2€ Boccaccio Nazione: Italia Anno: 2013 Tiratura: 10.000.000 Conservazione: qSpl Località: Padova1 punto
-
Si anche io sono d'accordo con te. Mi ricordo quando da bambino si andava per la Festa di S. Albino con mia nonna Esterina alla processione! Che bei tempi.1 punto
-
Le aste sono ormai piene di monete lavorate o bulinate, ritengo pertanto un po' eccessivo questo improvviso stupore e accanimento contro questa particolare moneta. Se una moneta non piace basta non comprarla, nessuno ci obbliga certo all'acquisto. Se dovessimo aprire delle discussioni di sdegno e indignazione per ogni moneta lavorata proposta in asta sarebbero centinaia di discussioni al giorno da aprire, che intaserebbero completamente il forum. Peraltro le monete lavorate o bulinate sono presenti anche in aste di fine Ottocento o primi del Novecento, non è certo un fenomeno nuovo di cui stupirsi o per il quale stracciarsi le vesti. Semmai potremmo notare un incremento del numero di queste monete, ma anche questi sono discorsi ormai già affrontati in decine di discussioni. Scusate un certo cinismo forse, ma seguendo da anni il mercato dei bronzi imperiali non vedo elementi nuovi nella modalità di presentazione di questo medaglione e nella stima e descrizione a lui attribuita nel catalogo d'asta.1 punto
-
Ho sempre giocato sulle motivazioni, sulle passioni, sull'entusiasmo, sulle idee, ma soprattutto sui sogni numismatici, i sogni sono tutto, e solo così potrebbe essere visto un certo modo di fare numismatica senza alcun interesse con una vita che comunque continuerebbe senza problemi, con la voglia, la tenacia, il lavoro, l'abnegazione di riuscirci , di provarci almeno, se sarà ...la gioia sarà ovviamente interna ma soprattutto comunitaria perche' il sogno e' per tutti e sarà più bello, virtuoso. Oggi la numismatica capisce e in molti casi non capisce questo, gli interessi personali predominano e il fare di molti segue questo schema, si preferisce il non fare al fare, immobilismo, arroccamento sulle posizioni, salvaguardare i propri orticelli, mentre si dovrebbe capire che la numismatica e' cultura in movimento, tutto cambia, e nel rispetto delle tradizioni, non puoi fermare le evoluzioni sociali e di usi e devi entrare in un modo di agire che vada oltre tutto e tutti ....1 punto
-
Petronius è certamente corretta per il tuo tipo di moneta (bronzo, 1864-1909), ma forse si sta chiedendo circa i due varietà del Indian Head cent di 1886? Se è così, la vostra moneta è la varietà 2 (1886-1909), con la piuma che punta tra CA d'AMERICA. (Sull'altra varietà--varietà 1 (1864-1886)--i punti della piuma fra IC dell'AMERICA. v. -------------------------------------------------------- Petronius is certainly correct as to your coin’s type (bronze, 1864-1909), but maybe you are asking about the two varieties of the 1886 Indian Head cent? If so, your coin is the variety 2 (1886-1909), with the feather pointing between CA of AMERICA. (On the other variety—variety 1 (1864-1886)—the feather points between IC of AMERICA. v.1 punto
-
Non è un caso che la notte mi designi.. Non è un caso che le frasi mi accompagnin.. Non è un caso che sia scopo, brio, e letizia.. Non è un caso che mi ponga la quaestio.. Non è un caso che debba conferir.. Non è un caso che qualcuno mi oda.. Non è un caso che ancor sia qui.. Non è un caso che cerchi il diman.. Non è un caso che ascolti il silenzio della parola, mentre la mente colloqui con la passione...1 punto
-
Grande Scipione mitico... SCIPIONE L’AFRICANO, 235 - 183 A.C. Rimase imbattuto sul campo di battaglia, ma soprattutto difese la crescente potenza di Roma e diresse le sue mire espansionistiche nel bacino del Mediterraneo. Sull’onda dell’emozione per la morte del padre (Publio Cornelio Scipione) e dello zio (Gneo Cornelio Scipione Calvo) in Spagna a opera dei Cartaginesi, a soli 26 anni Publio Cornelio Scipione ricevette un comando proconsolare straordinario per la Penisola iberica. Nell’arco di un triennio espugnò Cartagena (206) e sconfisse i Punici a Becula e Ilipa, restituendo la Spagna al controllo di Roma. Tornato nell’Urbe, sostenne con tenacia la strategia di portare la guerra direttamente in Africa, per costringere Annibale ad abbandonare la Penisola italica. Il senato lo assecondò con scarso entusiasmo, lesinandogli gli effettivi. Sbarcato sulle coste africane, mise sotto pressione i Cartaginesi e i loro alleati vincendo ai Campi Magni (203) e costringendo Annibale a venire in soccorso alla sua capitale. Sconfisse il grande condottiero punico a Zama nel 202 a.C., obbligando Cartagine alla pace. Nel 189, partecipò come legato alla campagna asiatica contro Antioco III di Siria, guidata dal fratello Scipione, poi detto l’Asiatico. Messo sotto accusa dai suoi nemici politici, si ritirò a vita privata e morì a Literno nel 183 a.C.1 punto
-
AXIA(71 avant J.-C.)Lucius Axsius Naso Denier N° v23_0255 Date : 71 AC. Nom de l'atelier : Rome Métal : argent Diamètre : 18,5mm Axe des coins : 6h. Poids : 3,85g. Degré de rareté : R2 Etat de conservation : TTB/TTB+ Prix de départ : 300 € Estimation : 450 € Prix réalisé : 520 € Nombres d'offres : 4 Offre maximum : 642 € Commentaires sur l'état de conservation : Très beau portrait. Une fine rayure devant le visage. Revers de style très fin avec une jolie patine de collection ancienne. N° dans les ouvrages de référence : B.1 (Axia) - BMC/RR.- - CRR.794 - RRC.400 /1a - RSC.2 Titulature avers : NASO/ S.C./ VIII. Description avers : Tête imberbe de Mars à droite, coiffé d’un casque ailé. Traduction avers : “Naso/ Senatus Consulto”, (Naso, avec l’accord du Sénat). Titulature revers : L. AXSIVS. L. F./ VIII. Description revers : Diane dans un bige de cerf à droite, tenant une haste de la main droite ; deux chiens de chasse derrière, un autre sous le char. Traduction revers : “Lucius Axsius Lucii filius”, (Lucius Axsius fils de Lucius). Commentaire à propos de cet exemplaire : Pour ce type, M. Crawford a relevé une estimation de vingt-quatre coins de droit et de vingt-sept coins de revers. Chaque marque de contrôle n’est liée qu’à un coin de droit. Commentaires : Pour ce monétaire, nous avons deux variétés en fonction du casque qui est orné dans certains cas d’un cimier. Les coins sont numérotés de I à XX. Il peut exister plusieurs coins pour un même numéro. Chaque numéro de coin de droit est associé à son “alter ego” au revers. D’après M. Crawford, Lucius Axsius Naso était un banquier attesté par une tessère. Un homonyme sera proscrit en 43 avant J.-C.. La présence au revers de Diane dans une scène de chasse serait un jeu de mot avec les cerfs qui tirent le bige (cervi axes). Historique : En 71 avant J.-C., Crassus mit fin à la révolte de Spartacus qui avait commencé en 73 avant J.-C. Pompée écrasa les restes des bandes d'esclaves et les survivants furent crucifiés. Les consuls furent Publius Cornelius Lentulus Sura et Cnوus Aufidius Orestes. ILLUSTRAZIONE: SPARTACO1 punto
-
1 punto
-
Ciao Stefano, non penso ci saranno problemi abbiamo avuto ieri una defezione, sono molto contento di rivederti e mi raccomando tifa per noi sabato ! Mario1 punto
-
ciao eros sono pienamente d'accordo con te su Parma come punto di riferimento per studiosi e Commercianti con la C maiuscola1 punto
-
Purtroppo, speravo non accadesse, ma sto casino di feste e ponti mi obbliga , causa lavoro, saltare Parma. Mi sarebbe piaciuto rivedere volti noti e conoscerne di nuovi. Cercherò di rifarmi a Verona. Auguro a tutti una bella giornata. Per Mario: se puoi tenermi una copia del Gazzettino. Grazie Graziano1 punto
-
1 punto
-
Le monete non crescono sugli alberi Ma a volte può accadere il contrario E accadde nella colonia di Massachusetts Bay (questo il nome completo all'epoca), dove, alle rozze NE coins, fecero seguito monete più elaborate, distinte dal tipo dell'albero che occupava il dritto delle stesse. Monete che, per eludere le leggi sulla coniazione, pesavano all'incirca un quinto in meno delle corrispondenti inglesi. L'albero che compare sulla prima serie di monete, è un salice...beh, insomma Si tratta, in realtà, di un insieme di riccioli e ghirigori, a volte non facilmente identificabili come albero, figuriamoci un albero di specie ben definita. Ne erano consapevoli i coloni, che non diedero alle monete alcun nome particolare, quello di Willow Tree, albero di salice, con cui oggi sono universalmente indicate, fu usato per la prima volta più di due secoli dopo. Prima di esso era stato azzardato un "palmetto tree", che comparve in un catalogo d'asta del 1865, mentre due anni dopo, nel 1867, fece capolino per la prima volta, in un altro catalogo, il nome "willow". Quanto a qualità del conio, bisogna dire che non ci fu un grande miglioramento rispetto alle NE coins: Hull e Saunderson stavano affinando il loro mestiere, e le monete dimostrano che avevano ancora molto da imparare. Molte di esse sono ribattute due, e anche tre volte, ed è raro che il disegno e le legende siano impressi completamente. Al centro del dritto compare l'albero, contornato dalla scritta MASA THVSETS IN: si ritiene che la parola Masathusets imiti il suono del nome originale dato alla regione dai Nativi. Al rovescio, nel giro, NEW ENGLAND AN DOM, al centro il valore, sempre espresso in numeri romani per 3, 6 e 12 pence (1 shilling), e la data, 1652, uguale per tutti i tipi (tranne uno) di tutte e tre le serie degli alberi. L'ordine di coniazione da parte del governo coloniale era del 19 ottobre 1652, e questa potrebbe essere la spiegazione più semplice del perché tutte le monete abbiano questa data, sebbene essa non venisse impressa fino al 1654. Si tratta, in ogni caso, delle prime monete con data coniate nei territori che sarebbero diventati gli Stati Uniti d'America Sembra che la coniazione delle monete Willow Tree, iniziata nel 1653, sia proseguita, sia pure in maniera sporadica, fino al 1660, quando furono sostituite dalle Oak Tree. I non molti esemplari sopravvissuti sono in condizioni assai precarie (come si può vedere, non sono riuscito a trovare foto migliori), e da considerarsi della massima rarità. petronius1 punto
-
1 punto
-
Ormai siamo alle porte dell'evento. Un ringraziamento a tutti coloro che parteciperanno, in particolare a Mario, Massimo e a tutti i relatori che ci renderanno partecipi delle loro conoscenze. Dal punto di vista commerciale, la sala è ormai completa, saranno presenti 72 tavoli di commercianti provenienti da ogni parte d'Italia con le tipologie di monete più svariate. Non mancherà chi proporrà accessori per collezionisti. Novità di quest'anno è il nuovo impianto di illuminazione che permetterà nella sala più buia (quella all'ingresso, lontana dalla vetrata) di avere adeguate condizioni per vedere al meglio la merce esposta. Buon convegno a tutti, divertitevi!1 punto
-
Scritto (in breve) e in due righe....è così; nel mio manuale a pag. 134 ho trascritto, leggendo la documentazione a riguardo, ciò che accadde nel dettaglio e del perchè vennero apposte le R C al posto delle C e C. Cercate di capire...se trascrivo qui...... @lukas1984.... @Rocco68, e tutti gli altri Utenti, non leggerete con "gusto" il mio lavoro. A giorni è in uscita.1 punto
-
Oggi il Convegno sia commerciale che culturale sulla Gazzetta di Parma1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Le prime monete coloniali Se si volevano coniare monete, si doveva trovare un modo per aggirare entrambi i limiti. Questo modo fu trovato, per la prima volta, a Boston, Massachusetts. Nel 1652, i coloni del Massachusetts cominciarono a produrre monete in argento, di fattura assai rozza, portanti un fantasioso NE (per New England) al dritto, e i numeri romani III, VI o XII al rovescio, per indicare il valore: 3, 6 o 12 pence (1 shilling). Dove avevano preso il materiale grezzo? E come pensavano di poter mettere e mantenere in circolazione queste monete, quando tutti sapevano che il diritto di battere moneta spettava esclusivamente al re? La risposta a queste domande, sta nel fatto che i coloni, alcuni dei quali appena sbarcati, incominciavano già a pensare se stessi come Americani, invece che come inglesi trapiantati L'argento veniva dal commercio, illegale, con le isole caraibiche, ancora in larga parte spagnole. I bravi cittadini di Boston, mandavano giù rum, legname e grano, e i bravi cittadini delle Antille, mandavano su zucchero e monete, soprattutto pezzi da otto. Che, in teoria, avrebbero dovuto essere inviati in Inghilterra, ma, in pratica, venivano spesso trattenuti nella colonia, specie se di peso calante o argento di basso titolo (cosa assai frequente, poiché in quegli anni la zecca di Potosì era nel pieno del suo peggiore scandalo, dipendenti infedeli che adulteravano le monete per trarne un profitto personale). Ma l'acquisizione dell'argento e la sua trasformazione in monete, erano difficoltà minori rispetto a quella di poter tenere queste monete nel Nuovo Mondo, una volta coniate. Si doveva trovare il modo di renderle poco attraenti per gli inglesi, pur garantendo il loro appeal presso gli americani...come fare? Ci pensò un genio sconosciuto probabilmente qualcuno collegato al braccio fiscale del governo coloniale. Se queste monete fossero state fatte, deliberatamente, di peso inferiore rispetto a quelle inglesi, ma con lo stesso valore nominale, nessun mercante a Londra le avrebbe accettate, perché poi non avrebbe potuto far altro che fonderle per recuperare l'argento, rimettendoci comunque dei bei soldi. Invece, un mercante di Boston, le avrebbe abbracciate, perché esse avrebbero fatto parte di un sistema monetario chiuso, basato su valori a lui familiari, III, VI e XII pence. Per un bostoniano sarebbero state, almeno in parte, monete fiduciarie, e finché tutti le accettavano, non ci sarebbero stati problemi. E così fecero. Sul finire di maggio 1652 venne approvata dal governo coloniale la legge che autorizzava le nuove monete, e fu impiantata una piccola zecca nell'officina di John Hull, un argentiere di Boston. Lui e il suo socio, Robert Saunderson, avvalendosi dell'opera di un ironmaster di Saugus (cittadina a nord di Boston, sede della prima industria siderurgica statunitense, fondata nel 1646) per attrezzature e conii, diedero il via alla produzione. Come compenso per il suo lavoro, John Hull ricevette inizialmente dal governo coloniale uno scellino e tre pence per ogni 20 scellini NE coniati, compenso poi modificato diverse volte durante il suo periodo di servizio come mintmaster. Le prime monete, come sopra descritte, furono coniate da giugno a ottobre 1652, e sono oggi della più estrema rarità, perché la produzione fu fermata quando si capì che lettere e numeri, incisi con piccoli punzoni piuttosto che con matrici complete, erano facile bersaglio di truffatori e falsari. E così, alla breve vita delle NE coins, fece seguito quella, assai più più lunga, di monete dal disegno più elaborato, che vedremo nei prossimi post. petronius1 punto
-
Soldi, soldi, soldi! Altri tipi di merci e materiali erano usati come succedanei delle monete: nel New Hampshire pesce secco salato e legname, in Carolina mais, piselli, riso, tutte cose che richiedevano uno sforzo per essere trovate o prodotte. Per fortuna, i falsi non erano un problema Ma di monete vere e proprie, alla fine, gli europei non potevano fare a meno, e poichè le 13 colonie inglesi offrivano ben pochi metalli, e quei pochi dovevano essere inviati in Inghilterra, i coloni incominciarono a usare tutte quelle che c'erano, da qualunque paese venissero. Le monete straniere che si potevano trovare in circolazione nelle 13 colonie nei secoli XVII e XVIII, e poi negli Stati Uniti fin oltre la metà del XIX (a molte di loro era stato concesso il legal tender, il corso legale, che fu ritirato solo nel 1857) provenivano dall'America spagnola, dall'Inghilterra, dalla Francia, dal Portogallo, dall'Olanda, dalla Germania e da ogni dove. Come regola generale, le monete di rame provenivano dall'Inghilterra, quelle d'oro e d'argento dalle colonie spagnole in America. Atti pubblici, contratti, e altri documenti che prevedevano la presenza di denaro, erano usualmente redatti in valuta inglese o spagnola. Assai importanti erano anche le monete, soprattutto d'oro, provenienti dal Brasile portoghese. Scrive lo storico numismatico John Kleeberg: "Le monete d'oro provenivano dal Brasile (i 6.400 reis, spesso chiamati 'joes'), dal Messico le monete d'argento (gli 8 reales), dall'Inghilterra e dall'Irlanda le monete di rame (halfpence). Quelle erano le "workhorse coins' (lett.: le monete del cavallo da lavoro, nel senso delle più usate). C'erano poi altre monete 'workhorse' , da 2 reales, 1 real, mezzo real. Queste monete d'argento arrivavano dal Messico nel XVIII secolo, da Potosì nel XVII." Tra le altre monete, le olandesi assunsero una certa importanza durante la Guerra di Successione spagnola (1701-1714), quando i Leeuwendaaler, i talleri del leone (vedi foto post #34) presero il posto degli 8 reales, che non si riusciva più ad avere. Scarsa importanza ebbero invece le monete tedesche, così come quelle, pur presenti, di altri paesi. Le francesi, invece, avevano un uso preminente in Canada, e venivano scambiate anche nelle aree inglesi confinanti. Ma su tutte svettavano i "pezzi da otto", che gli inglesi chiamarono Spanish Milled Dollars, letteralmente "dollari spagnoli fresati", perché i tondelli venivano realizzati su una fresatrice, ed erano di peso e dimensioni costanti. Alla fine, cacciati gli spagnoli, superate dalla tecnologia le fresatrici, rimasero solo i dollari In foto, 6.400 reis brasiliani del re del Portogallo Joao V, anno 1743. petronius1 punto
-
La sovrapproduzione non era però l'unico ostacolo all'utilizzo del tabacco come moneta. Un altro, ben più grave problema, era la deperibilità. Un mezzo di scambio ideale, deve essere durevole, ma il tabacco può facilmente seccarsi o marcire. Per ovviare a questo, i produttori inventarono le "tobacco notes". Il tabacco veniva stoccato in grandi magazzini, e dal 1713 apparvero delle "banconote", emesse da questi magazzini e garantite dal tabacco in essi conservato. Il sistema, inaugurato al solito in Virginia, fu adottato anche dal Maryland nel 1747. E per superare il rischio di deperimento del tabacco, la validità legale di queste "banconote" era limitata a 18 mesi. Un altro problema era rappresentato dal fatto che i debiti venivano sistematicamente pagati con il tabacco di qualità più scadente. Una volta istituiti i magazzini, fu istituito anche un sistema di ispezione, e gli ispettori avevano il potere esclusivo di emettere le tobacco notes. Alcuni erano più coscienziosi di altri, di conseguenza, il prezzo del tabacco e il valore delle banconote potevano variare in base alla reputazione dell'ispettore. Il sistema, di cui vediamo un esempio in foto, una tobacco note del 1771, ebbe termine nel XIX secolo, con l'avvento generalizzato della moneta cartacea ufficiale, ma non per questo il tabacco perse la funzione "monetaria", che anzi tornò spesso in auge in particolari situazioni. Nella Seconda Guerra Mondiale, la sigaretta era un primario bene di scambio tra i prigionieri di guerra. In un famoso articolo, RA Radford, studente di economia all'Università di Cambridge, che andò a combattere e fu catturato dai tedeschi nel 1943, racconta l'emergere di un'economia di mercato basata sulle sigarette nel suo campo di prigionia in Baviera. Descrive come le sigarette progredirono dall'essere solo una merce allo status di valuta, e come i prezzi reagivano a vari shock esterni. Per esempio, se le forniture di cibo ritardavano, o arrivavano sigarette di qualità inferiore, questo faceva salire i prezzi. E poiché le sigarette venivano regolarmente distrutte quando fumate, lo stock di moneta rimaneva relativamente stabile, prevenendo l'inflazione. Anche i non fumatori accettavano questa forma di pagamento, perché erano sicuri di poter successivamente trovare qualcuno con cui scambiare le loro sigarette. Ed esse furono un apprezzato mezzo di scambio anche alla fine della guerra, soprattutto in Germania, Austria e Italia. La forte domanda da parte dei fumatori garantiva la loro accettabilità, ed erano convenienti per gli acquisti, sia piccoli che grandi: questi ultimi venivano pagati in pacchetti interi. Una sigaretta poteva essere scambiata centinaia di volte, prima di essere fumata. I principali fornitori erano i soldati americani, che ricevevano sigarette nelle loro razioni, e che chiedevano anche ai loro amici e alle loro famiglie di mandargliene. Nel 1947, oltre il 95% dei pacchi spediti dagli Stati Uniti conteneva sigarette. Vendendole o scambiandole sul mercato nero, si realizzava un profitto enorme. A Berlino, fu possibile pagare i servizi di un'orchestra, per un'intera serata, con quattro pacchetti di sigarette, comprati a meno di un dollaro E anche in anni più recenti, ci sono stati esempi di sigarette usate come mezzo di pagamento. In Romania, negli anni '80, il marchio Kent veniva utilizzato per ogni tipo di transazione. Tale marchio, chissà perché, era l'unico accettato, e un pacchetto di Kent poteva costare fino a 14 dollari al mercato nero. Questo le rendeva troppo costose da fumare per la popolazione, i pacchetti venivano quindi scambiati fino a danneggiarli gravemente, e molti non furono mai fumati. Nondimeno, il loro possesso era un segno di ricchezza, in un paese che, sotto il regime di Ceaușescu, era tra i più poveri d'Europa. petronius1 punto
-
Tali argomenti non è possibile analizzare senza tener conto della mentalità e dei costumi del paese. Abitante dell'Europa del 16 ° secolo e il russo e il cinese, il 16 ° secolo, è assolutamente diversi del pianeta. Come esempio. A Mantova è stato di circa 15 denominazioni di denaro. L'uomo è arrivato a Mantova dalla Francia può avere fino a 20 titoli. L'uomo cambia soldi, è il protagonista del mercato europeo. Ora di Russia. 1 tipo di denaro . Anche in orda d'oro. Per il commercio, non abbiamo bisogno di intermediari.1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.
Il network
Hai bisogno di aiuto?