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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/04/18 in Risposte
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Ciao. Ringrazio sentitamente chi mi ha preceduto per le puntuali osservazioni sulla circolazione cartacea dell'epoca. Il fenomeno dell'abbondanza della cartamoneta nel flusso circolatorio è uno dei principali argomenti che mi portano ad escludere la compatibilità dello scudo, nel 1914, quale moneta “atta a circolare” sul piano concreto. (E' ovvio che, teoricamente, la moneta avesse corso legale; ciò non è mai stato in discussione). Grazie a Loro posso ora concentrare l'intervento sulla situazione della monetazione metallica. Come Vi ho anticipato al post n. 75, per comprendere meglio il contesto circolatorio nel quale avrebbe dovuto inserirsi lo scudo del 1914, è opportuno allargare un tantino “l'orizzonte” e contestualizzare meglio quell'emissione utilizzando documentazione ufficiale o, comunque, coeva al periodo. Per fare ciò partirei dal R. D. 4 gennaio 1914 n. 5, che istituiva le nuove impronte delle monete argentee del Regno, caratterizzate dalla cosiddetta “quadriga briosa”, nei tagli da 5 Lire (scudo), 2 e 1 Lira e 50 Centesimi. Come già sappiamo, all'individuazione dei diversi tagli di cui è composta la cosiddetta “monetazione divisionaria argentea” (che all'epoca ricomprende i tipi da 2 lire, 1 Lira e 50 Centesimi) non corrispose necessariamente la battitura effettiva di tutti i tipi previsti in astratto. Il tipo da 50 centesimi argenteo, ad esempio, pur previsto sia nella monetazione d'esordio di V.E. III (v. R.D. 7.3.1901, n. 92) che nella prima monetazione caratterizzata dalla cosiddetta “quadriga veloce” (v. R.D. 12.1.1908, n. 14), come sappiamo non fu mai coniato. Analogamente, per quanto riguarda lo scudo del 1901 “aquila araldica” e quello del 1908 “quadriga veloce” (va ricordato come il tipo dello scudo non rientrasse nella monetazione divisionaria argentea), sappiamo che per motivi che per adesso non è il caso di approfondire ma che sono legati agli accordi internazionali conseguenti alla U.M.L, o non vennero proprio coniati (ed è il caso dello scudo dell'8) oppure vennero inizialmente battuti ma poi rifusi (con, pare, 114 eccezioni...ed è il caso dello scudo dell'1). Il motivo per il quale nel 1911 fu possibile riprendere la coniazione dei primi scudi di V.E. III (“cinquantenario”) è dovuto, lo dico qui rapidamente, ad una “Convenzionale addizionale del 4 novembre 1908”, siglata dalla U.M.L., il cui art. 17 stabiliva che: Spiegata la ragione per la quale l'Italia potè riprendere, nel 1911, la coniazione degli scudi, esaminiamo ancora per un momento qual'era, nel 1914, lo ”scenario” previsto per la monetazione divisionale argentea che, come abbiamo già ricordato, non era rimessa alla discrezionalità dello Stato, ma era rigidamente vincolato ai parametri posti dalla U.M.L. (tot lire per abitante di monetazione divisionaria). Infatti, con R.D. 1°.2.1914, n. 122: si stabilirono le coniazioni divisionali dell'anno corrente. Come si può notare leggendo il testo del decreto, per il 1914 era prevista un'emissione per L. 12.00.000 in moneta da 2 Lire e per L. 9.000.000 di moneta da 1 Lira. Interessante rilevare come per la coniazione di queste monete (art. 2), si sarebbe fatto ricorso in parte all'acquisto di verghe d'argento e in parte alla “....rifusione di altrettanta somma di scudi d'argento da Lire 5 di conio nazionale per le rimanenti Lire quattordici milioni”. Quindi, per produrre moneta divisionaria del 1914 si sarebbero fusi anche scudi da Lire 5 di conio nazionale. Sappiamo peraltro che con il millesimo 1914 non si coniò alcuna moneta da 1 Lira mentre, come già era avvenuto in passato per la monetazione di V.E. III, il tipo da 50 centesimi argenteo venne completamente ignorato; non solo per il 1914, ma anche per i millesimi successivi. Con il millesimo 1914 si coniò pertanto ed esclusivamente (per la monetazione divisionaria) il solo pezzo da 2 Lire. Ma cosa accadde di tanto grave da scompaginare in questo modo i programmi della monetazione divisionaria del Regno per il 1914, che, fra l'altro, erano “freschi” di approvazione? Qualcuno, giustamente, risponderà: “si percepivano già i venti di guerra”! Già. Ma come state per vedere, i problemi monetari dovevano essere insorti già prima che scoppiasse la “Grande Guerra”. In mancanza di testimonianze dirette, si può attingere alla letteratura numismatica dell'epoca e trarre qualche utile spunto di riflessione. Nel primo fascicolo della Rivista “Rassegna Numismatica” del 1914 (pubblicato probabilmente a febbraio '14), alle pag. 19 e 20 – nella rubrica - “Varietas” - vi è un articolo intitolato “Le nuove monete italiane” nel quale, fra le altre cose, si dà notizia che: E' abbastanza significativo che la nuova moneta divisionale argentea vista in circolazione sia unicamente il pezzo da 2 Lire. Nessun riferimento ulteriore viene rivolto allo scudo o alle altre tipologie divisionarie, pur espressamente previste e, probabilmente, in qualche misura anche attese (quanto meno dai numismatici del tempo...). Ma ancor più curiosa è l'annotazione che possiamo leggere nella rubrica “Notizie varie” del “Bollettino Italiano di Numismatica e di Arte della Medaglia” - fascicolo N. 4 di luglio/agosto1914, pag, 64 – dove è riportata una notizia molto interessante: Quindi, nel corso dell'estate 1914, è la stessa Regia Zecca a comunicare ufficialmente che lo scudo e il pezzo da 1 Lira non erano stati ancora coniati. Ciò è abbastanza singolare non tanto per lo scudo (che poi, come sappiamo, verrà coniato) ma per la moneta da 1 Lira, che con il millesimo 1914 non venne invece mai battuta. Sembrerebbe dunque che nell'estate del '14 la zecca non sapesse ancora “che pesci prendere” (o meglio...che monete coniare), visto che nella sua comunicazione non escludeva ancora di battere il tipo da 1 Lira, che peraltro era previsto ed approvato in un contingente di L. 9.000.000 dal R.D. che recepiva gli accordi imposti dalla U.M.L. sulle coniazioni divisionarie. All'interno di questo quadro di obbiettiva incertezza, se vogliamo....”molto italica”...va ad aggravare ulteriormente la situazione il R.D. n. 828 del 18.8.1914 (ne abbiamo già parlato, riprendendone la notizia dal quotidiano La Stampa, vedi post n. 44), che nella seconda metà del 1914 introduce nella circolazione monetaria i “buoni di cassa” da 1 Lira e da 2 Lire, per un contingente non superiore a 250 milioni di Lire. Il problema dei buoni di cassa è che necessitano di un sottostante argenteo che li garantisca; e il Governo individua detto sottostante nella monetazione argentea divisionaria. Per avere un'idea dell'imponenza di queste emissioni fiduciarie straordinarie, si tenga conto che fino al 1914, le complessive coniazioni di moneta divisionale autorizzate in forza della Convenzione della U.M.L. del 4.11.1908 ammontavano a Lire 282.400.000; mentre i soli “buoni di cassa” deliberati nel 1914 avrebbero potuto raggiungere il limite dei 250 milioni di Lire! A fronte di queste emissioni cartacee straordinarie si dispone quindi contestualmente l'immobilizzo nelle Tesorerie governative di uno stock di moneta argentea divisionaria, anche di nuova coniazione, di importo pari a quello dei buoni di cassa in via di emissione. In buona sostanza, si sarebbe dovuto “rastrellare” dal flusso circolatorio o dagli stock già presenti nelle Tesorerie, vecchia moneta argentea divisionaria e se ne sarebbe dovuta allocare pure altra di nuova coniazione; il tutto per garantire l'emissione dei “buoni”. l testo del R.D. n. 828 del 18.8.1914 è il seguente (scansione dalla Gazzetta Ufficiale del Regno n. 197 del 18.8.1914): Considerazioni. E' difficile non intravedere, in queste misure, la finalità di trattenere nelle casse pubbliche le preziose monete divisionarie argentee, inondando di carta fiduciaria la circolazione monetaria. Ai buoni di cassa dobbiamo aggiungere quanto hanno scritto Coloro che mi hanno preceduto in ordine alla presenza nel circolante monetario di una vera e propria “marea” di cartamoneta. Tutto ciò, evidentemente, in vista ed in preparazione degli eventi bellici che sono ormai in procinto di coinvolgere anche le sorti del Regno; eventi che, come ben sappiamo, richiedono solitamente agli Stati belligeranti la disponibilità di enormi risorse, anche e sopratutto in termini di metalli preziosi. Come abbiamo visto dall'articolo de La Stampa (v. post n. 44), la scarsezza di monetazione divisionale in circolazione, già a partire dal mese di agosto 1914, viene anche lamentata da alcuni giornali. Se non contestualizziamo l'emissione dello scudo del '14 in questa peculiare situazione storica e monetaria, ma ci atteniamo ad una lettura puramente “teorica” di dati formali (il primo fra tutti è quello relativo al quantitativo teorico degli scudi emessi nel '14), temo che si corra il serio rischio di non cogliere quale fosse in quel momento il reale “ruolo”, interpretabile da una moneta argentea come quella di un nuovo scudo, all'interno di una situazione circolatoria già abbondantemente “compromessa” dalla presenza di un mare di carta fiduciaria e, correlativamente, dalla progressiva rarefazione della stessa moneta argentea divisionaria. Capirete adesso perchè, già dal post n. 26, parlavo di una serie di argomenti logico-deduttivi (in parte anche corroborati, come abbiamo visto, da elementi documentali) che possono farci desumere la non compatibilità “in concreto” di questa moneta con lo scenario circolatorio dell'epoca. Inoltre, per quanto detto finora, non si può non ravvisare l'ulteriore “stranezza” di una – addirittura prolungata – permanenza di questa moneta in circolazione, tale da portarla ad usure in molti casi sotto lo SPL: in quel contesto, uno scudo del '14 in circolazione sarebbe passato inosservato quanto il transito di una Lamborghini “Diablo” in un campo di patate.... Concludo – non senza prima ringraziare chi ha avuto la pazienza (non comune...) di arrivare fino a questo punto – formulando una riflessione. Non è mia intenzione imporre ad alcuno di accettare l'idea che lo scudo del '14 sia moneta che non ebbe a circolare. Mi sono solo permesso di fornire a tutti la possibilità di ragionare su documenti e di riflettere su considerazioni logico-deduttive che da quei documenti discendono, anche per giungere ad un convincimento, qualunque esso sia, che non sia il frutto di valutazioni aprioristiche, di “atti di fede” o di affermazioni autoreferenziali (“è così perchè secondo me è così”). Dopodichè, al solito, sulla circolazione o non circolazione di questa moneta, ciascuno è libero di pensarla come meglio crede (e ci mancherebbe altro!). Saluti. M.7 punti
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Grazie Alberto, grazie Vittorio, per Alberto specifico che l'inaugurazione durerà poco dalle 10 a credo 11,15 , poi noi rimarremo ma sicuramente chi ha impegni nel pomeriggio li potrà svolgere tranquillamente. L'Associazione Culturale Quelli del Cordusio e' pronta già da ora, e credo ne abbiamo dato prova a esaminare qualunque tipo di progetto, sia per Milano città, ma per l'intera Penisola numismatica, oggi e' Milano ma mi piacerebbe che un domani fosse anche a....o ...noi possiamo muoversi ... Come ho detto nel primo post in modo formale ripeto il credo associativo che e' poi anche il mio credo, e' fare per tutti e fare per la collettività, per le comunità, per le città, oggi e' Milano, la mia città, un polo importantissimo, ma credo che onestamente si debba nella nostra numismatica volare un po' più alto, andare sui valori, uscire dalle ottiche degli orticelli, localismi, delle invidie e ripicche, lasciamole stare, facciamo ma veramente ...facciamo...punto e questo Service con la S maiuscola verrà consegnata nel discorsetto che farò lunedì sera alla città, ai consiglieri comunali, di zona, all'assessore della Cultura, fare per Milano, per la comunità, per le nuove generazioni, per le scolaresche, per la cultura e non a caso come Associazione come scelta del fare oltre a seguire il progetto abbiamo scelto il Catalogo, perché il Catalogo cartaceo sarà cultura, da sabato prossimo il Service sarà di Milano, della città...voliamo alti ... Io non volevo a Milano, lo dirò all'Assessore alla Cultura lunedì sera, la sola visita singola, prenotata, con pezzi specifici da vedere, che va anche bene per carità, ma volevo una esposizione permanente, fissa con tutta la nostra zecca nel tempo, volevo la divulgazione aperta, volevo che un padre che la domenica mattina pagando il biglietto di ingresso col suo bambino potesse dire oggi che facciamo ? Oggi ti insegno e ti faccio vedere la tua storia, questo volevo da sempre e questo ci sarà. La Mostra sarà sempre aperta, sarà fissa, per tutti, l'inaugurazione di lunedì sera sarà a porte chiuse, ma sabato sono permessi 40 accessi con elenco dei nomi , se ci saranno altri che vorranno partecipare ed esserci a questo momento che io continuo a definire storico, ditemelo, farò in modo assolutamente che tutti gli interessati ci possano essere...come giusto ... Certamente gli organi di stampa sono stati avvertiti, quindi si andrà giustamente oltre...per questo sogno che sembrava impossibile e che in fondo dimostra che volendo, volendo si poteva anche fare....7 punti
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È on-line il n. 11 del Notiziario del Portale Numismatico dello Stato. Diviso in due tomi, è dedicato al Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Parma. Buona lettura https://www.numismaticadellostato.it/web/pns/notiziario6 punti
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E' di oggi la notizia che per la prima volta dal 1943, il premio Nobel per la Letteratura non sarà assegnato. L'accademia di Svezia, dopo lo scandalo molestie sessuali e l'indagine per gravi irregolarità finanziarie, ha deciso di annullare la premiazione del 2018. La medaglia dei premi Nobel, una breve cronistoria riportata in alcuni articoli. Una medaglia, un diploma e una somma di denaro (8 milioni di corone, all'incirca 900 mila euro) è ciò che si porta a casa chi si aggiudica il premio Nobel. Ma com'è fatta l'ambita medaglia di Stoccolma? Le medaglie per i Nobel per la Chimica, Fisica, Letteratura e la Medicina sono tutte uguali tra loro, ma diverse da quelle per la Pace e per l'Economia. In comune hanno però le dimensioni - 66 millimetri di diametro - e il fatto che fino al 1980 sono state tutte realizzate in oro 23 carati, del peso di 200 grammi. Da allora, si è passati ad utilizzare oro 18 carati e un peso di 185 grammi per la medaglia di Economia e 175 grammi per tutte le altre. Le differenze stanno poi nell’essere state disegnate da artisti diversi: Erik Lindeberg, scultore svedese, per le medaglie di Chimica, Fisica, Medicina e Letteratura; Gustav Vigeland, scultore norvegese, per la medaglia alla Pace; Gunvor Lundqvist Svensson, scultore svedese, per l’Economia. Tutte, in differenti stili a seconda della mano dell’artista che le ha realizzate, raffigurano sulla parte anteriore il ritratto di Alfred Nobel e gli anni della sua nascita e della morte in latino – NAT-MDCCC XXXIII OB-MDCCC XCVI. Sul retro delle quattro medaglie disegnate da Lindeberg è poi inciso il nome del Nobel e la scritta: “Inventas vitam iuvat excoluisse per artes” (“Cerchiamo di migliorare la vita attraverso le arti”). I simboli raffigurati variano a seconda delle rispettive istituzioni di premiazione. Il retro della medaglia per la Pace raffigura un gruppo di tre uomini a voler rappresentare un legame fraterno, con la scritta “Pro pace et fraternitate gentium” (“Per la pace e la fratellanza degli uomini”). Inciso poi sul bordo della medaglia “Prix Nobel de la Paix”, il nome del Nobel e l’anno di premiazione. Sul retro della medaglia per l’Economia è raffigurata la stella polare, emblema dell’Accademia Reale delle Scienze. Anche in questo caso il nome del Nobel è inciso sul bordo della medaglia. Proprio questa scarsa visibilità del nome del “laureato” è stata la causa di uno scambio di medaglie nel 1975. Erano gli anni della guerra fredda quando il russo Leonid Kantorovich vinse il Nobel per l’Economia e l’americano Tjalling Koopmans quello per la Pace. Solo dopo quattro anni di sforzi diplomatici le medaglie scambiate tornarono nelle mani dei legittimi proprietari. Ogni vincitore ha la possibilità di richiedere fino a tre riproduzioni della medaglia per uso personale o per donazioni a musei o università. La medaglia è identica all’originale, ma realizzata in bronzo placcata in oro e non è vendibile al pubblico né alle istituzioni. Alcuni conii della medaglia. Alcune curiosità. Il problema è che non sempre questi importanti riconoscimenti finiscono incorniciati a una parete. Alcune volte si trovano a vivere storie decisamente più avventurose. Il caso più recente è quello del fisico novantaduenne Leon Lederman, che ha messo all’asta la sua medaglia venduta poi per 765 mila dollari il 28 maggio scorso. «È stata da qualche parte su uno scaffale per almeno vent’anni – ha detto Lederman – e ora venderla mi sembra la cosa più logica da fare». Più eclatante è il caso di James Watson che ha venduto all’asta la sua medaglia per farsi pubblicità e tornare alla ribalta, dopo essere stato allontanato dalla comunità scientifica in seguito alle sue dichiarazioni sul quoziente intellettivo degli africani. La medaglia è stata acquistata per quasi 5 milioni di dollari dal miliardario russo Alisher Usmanov, che l’ha poi restituita a Watson perchè riconoscente degli sforzi che lo scienziato ha fatto contro il cancro, malattia che ha causato la morte del padre di Usmanov. Ci sono invece Nobel che hanno ceduto la propria medaglia per scopi umanitari. È il caso di Luigi Pirandello, che nel 1935 la donò in occasione della raccolta d’«oro per la patria», e di Niels Bohr, che nel 1940 donò il ricavato a sostegno della resistenza finlandese. A volte, invece, a sbarazzarsi della medaglia sono gli eredi del premiato. Quella di Francis Crick, ad esempio, ha fruttato oltre 2 milioni di dollari alla nipote Kindra, che ne ha poi devoluto parte al centro biomedico intitolato allo zio. Solo 47 mila dollari è stato invece il valore attribuito alla medaglia del figlio di Niels Bohr, Aage, anch’egli fisico. Ma è andata ancora peggio agli eredi dello scrittore William Faulkner, che non ricevettero alcuna offerta. Sempre a proposito di eredi, è successo anche che la medaglia d’oro diventasse addirittura motivo di “guerra” giudiziaria tra loro. Quello che stupisce è che in questo caso si tratta di un Nobel per la pace, e non uno qualunque: nientemeno che Martin Luther King. Brian Schmidt è stato bloccato all’aereoporto di Fargo, Nord Dakota, per il contenuto “sospetto” della sua valigia: la medaglia in oro ricevuta a Stoccolma (Creative commons tramite Wikipedia) Altre volte ancora la medaglia “viaggia” tra Stati e continenti. Quella di Carlos Lamas, premiato per la pace nel 1936, ha letteralmente fatto perdere ogni traccia di sé dopo la morte del Nobel. È ricomparsa nel 1993 in un banco dei pegni del sud America ed è poi passata per le mani di diversi collezionisti, per essere battuta, infine, all’asta a Baltimora (USA), l’anno scorso, per 1,6 milioni di dollari. I Nobel Niels Borh e George de Hevesy sono i protagonisti della storia più avvincente: in tempo di guerra hanno dissolto in acqua regia le due medaglie in oro dei colleghi Max von Laue e James Franck Infine, c’è la storia, degna di un film d’azione, di altre due medaglie, quelle dei Nobel per la fisica Max von Laue e James Franck. Era il 1940, l’inizio della seconda guerra mondiale, e in Germania vigeva il divieto assoluto di far uscire oro dal Paese. I due fisici riuscirono lo stesso a mandare le loro medaglie al collega Niels Bohr in Danimarca per salvarle dalle razzie naziste. Quando però le truppe tedesche giunsero a Copenaghen, le due medaglie espatriate (e per di più appartenenti a un ebreo e a un oppositore al regime nazista) diventarono come due sentenze di morte. Bisognava farle sparire. Nasconderle era rischioso e distruggerle quasi impossibile vista la stabilità chimica dell’oro. Fu il genio del chimico George de Hevesy, che di lì a tre anni avrebbe ricevuto anch’egli un Nobel, a trovare la soluzione… quella chimica, adatta a “tramutare” in un pomeriggio i 23 carati di entrambe le medaglie in un liquido giallo pesca. Tre parti di acido idrocloridrico e una parte di acido nitrico, in altre parole acqua regia concentrata. È questo l’unico solvente in grado di allentare i legami chimici che tengono insieme in modo tanto stabile gli atomi d’oro. Il liquido color pesca fu quindi lasciato da Hevesy su uno scaffale in un’anonima boccetta da laboratorio. Là rimase indisturbata per oltre cinque anni, fino a quando, a guerra finita, Hevesy potè tornare e invertire la reazione chimica. L’oro ricavato fu inviato alla Nobel foundation di Stoccolma che ricostituì le medaglie e le restituì successivamente ai legittimi proprietari. Sperando di aver fatto cosa gradita. PB5 punti
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Ok allora a grande richiesta... seconda divagazione, poi prometto ai curatori di sezione di non inquinare più la loro fantastica area con queste sciocchezze ..... mi scuso a priori .... il nostro personaggio è in linea con i tempi, ha voluto fortemente un lifting e ha fatto ricorso alla chirurgia estetica... poteva chiedere di assomigliare a Brad Pitt o a Marlon Brando, ma no, lui è fedele alla romanità, quella vera..... altro che Hollywood!, ma è anche consapevole che il confine tra i sessi va assottigliandosi .... 4 denari e 1 aureo per questo mostriciattolo..... chi è il personaggio base? quali i pezzi e di chi altro? buon divertimento Alain5 punti
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e per i baffi....... a questo punto ve lo dico e vi metterete a ridere per non averci pensato se il gioco vi è piaciuto ve lo riproporrò in futuro saluti Alain5 punti
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Bellissima notizia, complimenti al promotore dell'iniziativa, Mario, ed a tutti quelli che lo hanno affiancato e supportato. Zecca importante, città culturale e capitale economica del nostro Paese eppure, Milano, dal punto di vista numismatico...langue. Ben vengano quindi queste importanti realtà. Ora ci vorrebbe un convegno all'altezza della città: la butto lì, chissà che qualcuno non raccolga4 punti
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Ciao Giovanni, rileggendo questa interessantissima discussione volevo un attimo una precisazione sul punto che ho evidenziato in grassetto: Se ti riferisci alle lire quadriga (briosa, veloce e aquila sabauda), queste non erano in argento .835, mentre lo scudo era a titolo .900? @bizerba62 A tal proposito, chiederei a Michele: una maggiore bontà di titolo avrebbe avuto una maggiore "appetibilità" nell'incettare queste monete? Facendo due rapidi conti "di peso", uno scudo era una bella "scorciatoia" per portarsi 25 grammi di buon argento in un solo pezzo, mentre in altri modi (con gli spezzati da 1 e 2 lire) si sarebbero avute almeno tre monete a titolo inferiore. Sempre in merito al dibattito se lo scudo Quadriga abbia circolato si, no, si e no... Stavo facendo una riflessione che anche se non da una risposta secca, ne tanto meno certa, potrebbe (spero) dire qualcosa a coloro che ancora credono che lo scudo quadriga abbia circolato. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu Michele in particolare. Ma la condivido volentieri con Voi tutti se avrete pazienza e voglia di sopportare ulteriormente il mio scritto Gli scudi che ancora giravano nel periodo preso in esame da questo thread erano quelli emessi sotto VEII e poi successivamente sotto umberto I. Solo per VEII, il totale dei pezzi battuti (con esclusione del solo taglio per Firenze del 1861) non arrivano a 69ML (ML= milioni) netti. I pezzi battuti sotto Umberto I sono solo 4,1ML di pezzi Sotto il Regno di Vittorio Emanuele III, oltre al primo "famoso" scudo "Aquila Sabauda", datato 1901, vennero emesse banconote dello stesso taglio attraverso diversi decreti di emissione. Banconote, quindi parliamo di cartamoneta, quella che effettivamente era denaro contante, speso quotidianamente. Lo preciso perchè, per un collezionista del regno che raccoglie solo monete, che da poco si è avvicinato alla numismatica, questo non è un concetto proprio chiaro. Erroneamente si potrebbe pensare che le monete del primo '900 fossero i soli soldi che circolavano ed erano spesi... ma non era proprio così. Le banconote la facevano da padrone... Vediamolo... La prima banconota da 5 lire emessa sotto Vittorio Emanuele III era praticamente identica a quella emessa sotto Umberto I; E' un banconota rara, stilisticamente a me piace molto, e riflette il gusto artistico delle banconote dell'ultimo '800 (in allegato potete vedere una scansione di questa tipologia). Evidentemente la scomparsa improvvisa del padre e la necessità di circolante potrebbero essere la spiegazione all'emissione tipo di questo primo contingente, che venne stampato con decreto (ci si risale con i numeri di serie) del 4.9.1901 per un totale di ben 23ML di pezzi (l'effettiva stampa di questi biglietti, con il medesimo decreto, fu però spalmata in qualche anno, fino al 1904). Dopo qualche anno, Vittorio Emanuele III potè avere una banconota da 5 lire tutta "sua": il 5 lire tipo "floreale", ( @bizerba62 probabilmente è proprio questa la tipologia di banconota cui faceva riferimento @petronius arbiter in riferimento all'art.2 del decreto sul controvalore degli scudi "in valuta corrente del Regno"). Il primo decreto di emissione (distinguibile sempre dai numeri di serie riportati sul biglietto, e stampato per qualche anno, dal 1904 al 1907, come nel caso della banconota con ritratto di Umberto I) del 8.11.04 che risulta stampata in 90 ML di pezzi Una nuova, secondaria, emissione dello stesso pezzo fu con decreto di emissione del 27.12.11 (anno del cinquantenario ): 30ML Nel 1914 (anno appunto, dell'emissione dello scudo Quadriga), ci furono due emissioni: - 22.1.14 per l'ammontare di 62ML di pezzi -05.11.14 per l'ammontare di 191ML di pezzi Quindi, fino a tutto il 1914, si ha una circolazione cartacea di più di 350ML di pezzi di banconote da 5L, (esclusi quelli con il ritratto di Umnerto I) contro un'emissione di scudi veramente esigua. Tutto ciò, credo non possa far altro che rafforzare quanto già scritto precedentemente: Cioè che questi scudi non abbiano circolato affatto come moneta propriamente detta. Tra l'altro, il contesto monetario vede chiaramente una grandissima predominanza di cartamoneta, che inesorabilmente ha di fatto soppiantato la circolazione monetale (in pratica: chi avrebbe speso moneta "buona" avendo sottomano moneta "cattiva", cioè carta?) ANCHE con le politiche attuate per il cambio dei nuovi scudi... Come già scritto: non proprio comodo ed alla portata di tutti. Rinnovo la domanda già citata da @bizerba62 in più punti di questa discussione: Avrebbe avuto senso spenderli così "tranquillamente", anche vista la trafila per richiederle? Alla fine di tutto questo, spero di avervi anche incuriosito con la bellezza della cartamoneta italiana di inizio '900. Il liberty degli scudi lo troviamo accennato in queste piccole opere d'arte, ma se vorrete saperne di più, la sezione cartamoneta, con il buon @petronius arbiter sarà felice di ospitare qualche vostra visita. Cito anche @nikita_, appassionato di banconote che forse potrebbe avere qualche asso nascosto nella sua manica a tal riguardo Perdonami qualora ti abbia chiamato in causa in una discussione che potrebbe invece rivelarsi un po noiosa per i tuoi interessi numismatici. Scusate per la prolissità Un saluto a tutti, Fab4 punti
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Potrebbe essere un soldino di Milano di Carlo II, tipo questo: https://www.deamoneta.com/auctions/view/1/14983 punti
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sul GdN : http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/monete-biblioteca-ambrosiana-milano/3 punti
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Concordo con Mario, tutti UNITI per la nostra numismatica, spero in un evento nel centro Italia3 punti
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Ciao, nessun asso nella manica purtroppo, sono digiuno sulla monetazione del regno ed i biglietti di stato non sono stati stampati dalla Banca d'Italia. Al dato dell'emissione dei biglietti da 5 lire del 1914, dovresti aggiungere anche ben 225 milioni di esemplari di biglietti da 1 e 2 lire prodotti nello stesso anno, anche loro contribuirono alla diffusione di massa della cartamoneta, surclassando di fatto la monetazione argentea in generale.3 punti
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Da un colloquio di oggi pomeriggio in Ambrosiana la stessa, per permettere e consentire la divulgazione e la possibilità di assistere a tutti quelli che vorranno all'evento, acconsente all'ingresso di un maggior numero di persone e anche di utenti anche lamonetiani appassionati, ora mi permetterei, vista la bellezza, l'importanza, e le rarità con diversi R5 delle monete che saranno esposte di taggare alcuni utenti che ritengo indubbiamente legati culturalmente e numismaticamente alla città, ma ovviamente anche appassionati in genere di numismatica, chi volesse può rispondere qui o sulla mail [email protected] e quindi tra questi anche storici e importanti appassionati di Milano e grandi divulgatori : @Ambronummus@gpittini@Edoardo91@viganò@Volf@Max68Busca@fleonardi@mfalier@gigetto13@ak72 @Filippo il bello@giancarlone@rongom@ceolo@niko@Ross14@Gallienus@fabgeo@Cinna74@blaise@numa numa@Axelmilano@Chronos@kingmasu@417sonia@Philippus IX@FrancoMari@[email protected]@Ciprios@gcs@Ronca@centfranc@prtgzn@adelchi@Sator@flepre@vwgolf@ambidestro@gpbasetti@mazzarello silvio@anto R@Garbo92@palpi62@demonetis@Filippo1948@MASSIMALE@giollo2@teofrasto@Ozolt@fabry61@piergi00@cembruno5500@chievolan2 punti
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Tutto sembrava impossibile ormai... Milano offriva le visite singole su appuntamento al Castello per una visione specifica e dettagliata richiesta di pezzi o qualche, veramente molte poche, monete classiche al Museo Archeologico. Mancava il percorso divulgativo accessibile a tutti, in ogni giorno, anche all'improvviso, con uno spaccato cronologico della nostra monetazione e dei nostri simboli. La storia cambiò però il 3 novembre 2015 giorno in cui aprì con la sua inaugurazione ufficiale il nuovo Medagliere dell'Ambrosiana. In particolare ebbi modo di parlare alla fine e vidi in più di uno dell'Ambrosiana gli occhi della divulgazione, gli occhi disposti a mostrare a tutti, alla città. Gli occhi non tradiscono mai e anche in quel caso non tradirono. Iniziò un mio lungo percorso in Ambrosiana, in fondo poi è di fronte al Cordusio, forse fu il segno del destino che unì queste due realtà così diverse tra loro...eppure un filo le univa...le monete... Pensai a un primo step che diventò Milano Numismatica, 28 gennaio 2017, altra tappa storica per Milano dove un gruppo di appassionati potè entrare in una nostra importante istituzione come l'Ambrosiana e vedere monete... Fu un successo con 40 che poterono fruire della visione di rari e splendidi esemplari ... Eravamo arrivati al primo step con la parola GRUPPO...che non era più il SINGOLO...ma non bastava...il giorno dopo iniziai subito a pensare a come arrivare al secondo step il più importante, molto più difficile, quello finale... CONTINUA...2 punti
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E' un piacere parlare di belle cose, grazie a chi le condivide ! Sul controvalore della medaglia sono stato ...di braccio corto, il fatto è che i prezzi di molte medaglie conoscono ondeggiamenti non marginali, basta guardare un qualunque listino d'asta o di vendita. In realtà, se ad un collezionista interessa la Medaglia X, non se la farà sfuggire anche se il prezzo richiesto gli sembra un po' caro, in caso contrario difficilmente uno acquisterà una medaglia solo perché costa poco, se il tema non gli interessa. Un saluto cordiale. @calicola742 punti
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Continua Alain........... permettimi di dirtelo, troppo bello ................. buon week end a te e tutti voi2 punti
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Ciao, anche da me in provincia di Padova, ricordo che da bambino quando si parlava di lire, si usava spesso il termine franchi, lo usavano soprattutto i nonni. Qualche volta ancora adesso2 punti
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Io penso che sarebbe bello e giusto se questo avvenimento trovasse eco mediatica anche e soprattutto fuori dall’ambiente numismatico. Quante volte, magari dopo una qualche affrettata azione giudiziaria, numismatici e collezionisti sono stati sbattuti in cronaca in articoli imprecisi, nei quali si è fatto di ogni erba un fascio, e si è dipinto un ritratto dal quale il lettore medio ha ricavato l’equazione appassionato di monete = tombarolo? (con l’aggravante che, praticamente sempre, una volta che “il caso” si è sgonfiato e rivelato una bolla di sapone, non è stato dato altrettanto spazio alla riabilitazione dell’immagine del malcapitato di turno). Qui abbiamo la dimostrazione pratica che la “passione” non è necessariamente volta all’appagamento di se stessi, ma può anche mettere in moto energie positive e circoli virtuosi che producono come risultato finale il cosiddetto bene comune. Bene “comune” perché è per tutti. Si, ci sarà un momento inaugurale con partecipazione limitata, ma poi l’esposizione, a quanto pare, sarà permanente. E così io, per esempio, che non vivo a Milano e in vita mia ci sono stato solo poche volte, oggi non posso partecipare, ma in futuro potrò usufruire di questo beneficio. E come me tanti altri... Perciò che si faccia circolare quanto più è possibile la notizia, sfruttando tutti i canali di comunicazione, sia tradizionali che moderni. È uno spot, per usare una parola che qualche volta abbiamo impiegato a proposito di alcune discussioni. E, direi, uno spot non “per la numismatica”, ma “per i numismatici”, quelli veri, intesi come persone che coi tombaroli non hanno nulla a che fare, anzi...2 punti
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Devo dire che la risposta non si è fatta attendere e molti sono stati i consensi. D'altronde come non poteva essere altrimenti visto l'impresa... Mi ricordo quando Quelli del Cordusio donavano libri ai giovani, e davano la possibilità di crescere facendoli esprimere in ogni ambito, molti del forum sono nati e cresciuti proprio al Cordusio, è questo evento è anche la conseguenza di anni di lavoro svolto per divulgare la conoscenza e aggregare tutti attraverso la numismatica. Mi ricordo quando il Cordusio faceva le targhe per donarle ai più meritevoli durante le conferenze, e la targa al personaggio che si era distinto per divulgazione.. E sii bei tempi, voglio ricordarli per il clima che si respirava, per l'unione che contraddistingueva anche la città di Meneghina. L'Ambrosiana è l'arrivo anche di tutto ciò, il massimo dell'espressione.. Mi duole però scorgere che nella lista delle adesioni ad oggi, vengan a mancar anche chi ha partecipato a tutto questo, vedi riconoscimenti ecc. et cetera... E quella parte di Milano del nostro ambiente che in qualche modo sembra rappresentarla... L'evento e l'istituzione (Ambrosiana), di certo non penso sian meritevoli di tal riscontro.. Ma la vita è fatta anche di queste piccole cose.. Fortunatamente il Cordusio vive e ci porta a gioir nuovamente, attraverso le più grandi espressioni che la passione possa omaggiar.. Eros2 punti
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@ilnumismatico Sì Fabrizio, hai ragione. A partire dl 1862 gli spezzati d'argento Italiani furono coniati con titolo di Ag 0.835, mentre gli Scudi mantennero quello originario (dai tempi di Napoleone) di 0.900. O meglio mantennero quel particolare valore definito dal Progetto Pepoli (1862) e poi dall'Unione Monetaria Latina, volta a uniformare il sistema di cambio a livello di alcune nazioni europee (inizialmente Francia, Belgio, Italia e Svizzera nel 1865, poi allargato ad altri Paesi nel 1868 e ancora nel 1889). L'UML previde l'interconversione fra gli Stati delle sole monete in oro e dello Scudo in Ag da 25 g (al titolo 0.900 e con rapporto Au: Ag 1:15.5 con prezzo dell'Ag fissato a 222,22 Lire/Kg); per quanto riguardava gli spezzati minori d'Ag questi, per evitarne l'esportazione speculativa, furono coniati ad un titolo inferiore (in Italia appunto 0.835 e limitati alla circolazione al solo ambito interno), rappresentando monete con valore intrinseco inferiore a quello nominale (la moneta d'oro e lo Scudo d'Ag presentavano invece identità tra i due valori). Certamente la differenza di peso in Ag (0.325 g per 5 lire) sarebbe stata tale da poter comunque indurre fenomeni speculativi, se non fosse che, come hai giustamente notato, la circolazione in moneta metallica fu solo una parte trascurabile di quella totale, quasi virtuale, e che la coniazione degli Scudi in Ag da 5 lire fu solo simbolica (e poi vietata nonostante che per le 5 Lire del 1911 e del 1914 fosse stata applicata una sospensiva di tale divieto). La carta moneta, con solo valore nominale e senza alcun valore intrinseco, rappresenta la moneta cattiva della legge di Grisham, quella cioè in grado di scacciare (= far tesaurizzare) la moneta buona (d'oro e d'argento) e determinare i fenomeni inflattivi (nonostante la convertibilità dichiarata in moneta metallica, ovviamente impossibile se tutti lo avessero richiesto). Ciò detto esistevano ambiti di contrattazione minuta che richiedevano moneta metallica (sempre più limitati nel tempo) e di certo la differenza in argento metallico tra gli Scudi da 5 Lire e gli spezzati non sembra tale da poter alterare questi minimi scambi (ben altro discorso se la scala fosse stata più vasta, ma ciò non era possibile e solo la cartamoneta era presente in ambito di grandi contrattazioni o finanziario). E qui entra in gioco la circolazione della moneta metallica di cui si è parlato.2 punti
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Ed anche questo non potevo farmelo scappare, in questa conservazione poi...Come vi sembra? Grazie Daniele1 punto
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Perdonate questo innesto ma a suo tempo mi incuriosì e colpì tantissimo, sia per le parole che furono utilzzate dall'autore, che trovai in un primo tempo ironiche all'ennesima potenza, sia che per il significato. Ricordo che l'ascolatavo più volte, l'avevo registrata in una musicassetta mescolata a tante altre di diverso genere, negli ultimi anni l'ascolto grazie al pc. Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni; va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia, chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato... Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante, mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante: giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo, e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta... Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa, però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia; io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi: vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso... Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare, godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare... se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie: di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo... Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista, io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista! Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino, io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare! Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento? Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento. Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro: compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco! Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni, voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni... Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete, un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate! Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso, mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare: ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!1 punto
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Di nulla purtroppo non ci sono immagini per la 631 (si passa dal n.630 al n. 632), ma è comunque del tipo con la testa dell'aquila rivolta a sinistra e l'indicazione del valore (G.2), di seguito l'immagine della pagina precedente: e le tavole dello Spahr relative al due grana, manca anche qui, dal n. 94 passa al n. 98.1 punto
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@santone grazie per aver segnalato articolo su GdN, questa iniziativa deve poter raggiungere molte più persone possibile.1 punto
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Ciao, probabilmente sono troppo pesanti, quanti mega occupano? In caso prova a ridurle, basta anche con paint1 punto
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Dalle mie parti il periodo prima e dopo la seconda guerra mondiale mia suocera diceva che il denaro venisse chiamato "Soldo".1 punto
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ps: conto e spero di essere presente all'inaugurazione sabato 12, anche se la concomitanza con l'asta NAC forse me lo impedirà: vediamo...1 punto
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Beh qui si parla di traguardi impensabili, e fortunatamente realizzati grazie anche allo sforzo di alcune persone, che hanno sempre creduto e mai mollato..1 punto
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UDAEA, Aelia Capitolina (Jerusalem). Herennius Etruscus. AD 251. Æ 28mm (13.36 g). Radiate, draped and cuirassed bust right / Boar running right; on his back, legionary eagle of the Legio X Fretensis. Meshorer 169. Fine, olive-brown patina, a little roughness. ILLUSTRAZIONE: CENTURIONE DELLA LEGIO X FRETENSIS1 punto
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E' vero, nonostante gli spazi dedicati all'argomento siamo fuori dall'ambito monetario specifico, comunque a mio avviso è un testo utile anche per noi numismatici, per meglio capire i contesti in cui la moneta nacque e si sviluppò.1 punto
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ho letto anch'io il bellissimo testo (ma anche difficile per alcuni versi e decisamente lungo) di Goetzmann che tratta in maniera magistrale il tema "denaro", che è assai diverso invece dal tema "moneta". I due concetti sono distintissimi per coloro che hanno un minimo di infarinatura. Purtroppo una delle poche pecche di Goetzmann è che a mio avviso non è preparatissimo dal punto di vista numismatico, ovvero proprio della 'moneta', mentre negli altri ambiti è un super esperto. Riguardo la circolazione di monete frazionali provo a dare un paio di suggerimenti riguardanti gli articoli scritti dal Prof. Manganaro in materia che mi auguro possano tornare utili per gli aspetti riguardanti i frazionali toccati nella discussione.: Manganaro, G. (1984), 'Dai mikrà kermata di argento al chalkokratos kassiteros in Sicilia nel V. sec. a.C.', Jahrbuch für Numismatik und Geldgeschichte 34, pp. 11–39. Manganaro, G. (1999), 'Dall'obolo alla litra e il problema del “Damareteion”', in M. Amandry and S. Hurter (eds), Travaux de numismatique grecque offerts à Georges Le Rider. Mi scuso per la poca disponibilità in questo periodo che non mi permette di essere presente nelle discussioni come vorrei. Un cordiale saluto a tutti..1 punto
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A me sembrerebbe autentica, però non sono un esperto, aspetta anche qualcun'altro1 punto
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Grazie dei tanti riscontri positivi, fanno piacere perché dietro a questo Service Culturale, storico e numismatico c'è una storia lunga, molto lunga, io ritenevo impossibile e facile non era, se no sarebbe stata già qui e già fatta. Quando entrai sul forum mi riproposi due cose, di dire intanto quello che penso, di essere quello che sono, pur con le mie caratteristiche, che senso avrebbe avuto mettersi in gioco e recitare una parte non mia ? Credo che Lamoneta lo abbia capito nel tempo, ma l'altra mia idea era di essere qui e nel mondo della numismatica, ma per fare per tutti, per i giovani, per la divulgazione, per vedere concretamente le nostre monete esposte, per cercare di fare qualcosa per la mia identità, per la mia città' Milano. Io avevo dal primo giorno che mi interessai di numismatica un grande obiettivo, un sogno, ne ho scritto qui a più riprese, gli appassionati, i collezionisti, gli studiosi, la società chiedevano una esposizione permanente di monete della nostra zecca, era il primo desiderio come risulto' anche qui in una discussione/sondaggio su cosa volevate dalla numismatica. Io facevo tanto, di vario genere nel frattempo, ma pensavo sempre al sogno, che era di fatto irrealizzabile, inattuabile, ma era un sogno che va oltre ogni sigla, ogni appartenenza, era un sogno per la mia città, un Service che mancava, che andava sopra tutto e tutti, oltre ogni logica di orticelli, sigle, in una direzione che era quella del fare, del non stare fermi, immobili, e fare per la società, per i giovani, per chi verrà dopo di noi, una missione forse ...se saprete poi il percorso negli anni ma credo che dovrò continuare in un altro post ... Tutto sembrava vano, quando un giorno ...1 punto
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Buonasera di nuovo a tutti, in questa piastra del 1834, invece vedo sul rovescio due R ribattute ,un povero Leone senza coda e niente punteggiatura. Sul diritto una A ed una D ribattute. Salutoni ai piastristi amanti delle varianti! Silver1 punto
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Prima del Naxos citato ci sono stati tantissimi falsi ma erano soprattutto coinvolte trattative private. una volta al grande collezionista Moretti fu offerto un tetra di Leontini che lui acquisto’ ritenendolo buono. Un grande mercante gli disse che qualcosa in quel tetra non andava pur essendo una bella moneta con tutte le sue cose apparentemente a posto. Moretti si incaponi e spese per due perizie private importanti che le certificarono buona. Di nuovo il grande mercante non era convinto e Moretti per stravincere ( e convincerlo) spedi nientemeno che al British museum la moneta per un’analisi molto costosa ( piu del valore della moneta). Il BM stabili’ che il metallo era originale dell’epoca e quindi congruo con la coniazione. Trionfante sbandiero’ il certificato del British sotto il naso del grande mercante che pero’ chiese di tenere la moneta per po’ di tempo per rifletterci sopra. Dopo qualche settimana si presento’ da Moretti e mostrandogli un particolare lo convinse che il pezzo era un falso moderno. In realtà era una riconiazione ( l’antesignano di quanto oggi avviene abbastanza frequentemente) . L’analisi del British sul metallo era corretta purtroppo non andava al di la’ di quanto mostrava. Ci voleva tutta l’esperienza e tutta la sensibilità di un profondo conoscitore per accorgersi che cio’ che diceva il metallo e cio’ che appariva agli occhi non era che un artifizio - realizzato secoli dopo - ma ingegnosamente e subdolamente con lo stesso metallo dell’epoca originale. Avrebbe ingannato chiunque tranne chi le monete le ‘sentiva’ e aveva compreso da alcuni particolari che la moneta non comunicava le stesse sensazioni degli esemplari autentici pur apparendo tale. “The show must go on “ lasciamolo ai mercanti avidi e ai collezionisti superficiali o frettolosi. Sulle monete e’ bene prendersi tutto il tempo che serve per studiare e approfondire . La conoscenza di cio’ che si vuole acquistare , o anche soltanto osservare, resta fondamentale.1 punto
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Ciao @Traiano177.....non è questione di affari...o meno; ma negli ultimi anni vedo spesso sempre dei bei Cigni...poi c'è ne sono in giro sempre più belli degli altri...ed è sempre un rincorrere a chi lo ha più bello....... questo però perchè di questi Cigni c'è ne sono tantissimi. Figuriamoci, non critico il modo di collezionare delle persone ...... ma di "brutti Anatroccoli", uno diverso dagli altri.... chi si preoccupa di radunarli tutti ? ... è questa la vera collezione (ovvio che parlo sempre delle Napoli). Collezionare, per poter poi osservare le monete di Napoli, nominale per nominale.....tutte raccolte per date.....è davvero un qualcosa di impareggiabile. Per farla breve, nelle più grandi collezioni del passato....c'erano una grandissima quantità di brutti anatroccoli !!1 punto
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Oak Tree Alle Willow Tree fecero seguito, all'inizio degli anni '60, le Oak Tree, le monete della quercia, albero raffigurato al dritto, stavolta con una maggior rassomiglianza che non per il salice. Anche il nome Oak fu usato fin da subito per indicare queste monete. Il già ricordato Sir Thomas Temple, nel 1662, avrebbe mostrato a re Carlo II alcune di esse: il re domandò quale fosse l'origine del disegno e Sir Temple rispose che l'albero intendeva rappresentare la Royal Oak, all'interno della quale il futuro re si nascose per sfuggire alla cattura dopo la sconfitta nella battaglia di Worcester. Le monete, come le precedenti, furono prodotte nei tagli da 3, 6 e 12 pence, tutti datati 1652, ma ad essi si aggiunse un nuovo taglio da 2 pence, e questa moneta è l'unica di tutta la serie delle monete del Massachusetts a portare la data del 1662 (illeggibile nell'unica foto che ho trovato, ma fidatevi di me ) Perché questa variazione? Fu un errore? O forse, fu fatto per indicare la data in cui questo nuovo taglio fu autorizzato? I numismatici americani sono divisi sulla questione, ma la seconda ipotesi appare la più probabile, in forza del fatto che proprio nel 1662 la Corte Generale del Massachusetts ordinò allo zecchiere di "coniare pezzi da due pence in argento, proporzionati secondo il giusto valore e la lega delle monete permesse qui, per venire incontro alle richieste di scambio del paese". Le Oak Tree furono coniate fino al 1667, anno in cui, il 4 ottobre, furono anche rinegoziati gli accordi con Hull e il suo socio Sanderson. Un altro accordo fu siglato il 12 maggio 1675, in virtù del quale Hull e Sanderson furono autorizzati a coniare monete per altri sette anni. Durante gli anni in cui furono coniate le monete, numerosi tributi, comprendenti alberi di navi, 3000 merluzzi, e altri articoli di vario genere, furono inviati in Inghilterra, per ottenere il favore del sovrano e posporre ogni sua azione riguardo le monete del Massachusetts petronius1 punto
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Taglio: 2 euro cc Nazione: Portogallo Anno: 2007 Tiratura: 1.250.000 Condizioni: BB Città: Milano Taglio: 2 euro cc Nazione: Portogallo Anno: 2016A Tiratura: 680.000 Condizioni: BB+ Città: Milano Note: NEWS!!!1 punto
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Le prime monete coloniali Se si volevano coniare monete, si doveva trovare un modo per aggirare entrambi i limiti. Questo modo fu trovato, per la prima volta, a Boston, Massachusetts. Nel 1652, i coloni del Massachusetts cominciarono a produrre monete in argento, di fattura assai rozza, portanti un fantasioso NE (per New England) al dritto, e i numeri romani III, VI o XII al rovescio, per indicare il valore: 3, 6 o 12 pence (1 shilling). Dove avevano preso il materiale grezzo? E come pensavano di poter mettere e mantenere in circolazione queste monete, quando tutti sapevano che il diritto di battere moneta spettava esclusivamente al re? La risposta a queste domande, sta nel fatto che i coloni, alcuni dei quali appena sbarcati, incominciavano già a pensare se stessi come Americani, invece che come inglesi trapiantati L'argento veniva dal commercio, illegale, con le isole caraibiche, ancora in larga parte spagnole. I bravi cittadini di Boston, mandavano giù rum, legname e grano, e i bravi cittadini delle Antille, mandavano su zucchero e monete, soprattutto pezzi da otto. Che, in teoria, avrebbero dovuto essere inviati in Inghilterra, ma, in pratica, venivano spesso trattenuti nella colonia, specie se di peso calante o argento di basso titolo (cosa assai frequente, poiché in quegli anni la zecca di Potosì era nel pieno del suo peggiore scandalo, dipendenti infedeli che adulteravano le monete per trarne un profitto personale). Ma l'acquisizione dell'argento e la sua trasformazione in monete, erano difficoltà minori rispetto a quella di poter tenere queste monete nel Nuovo Mondo, una volta coniate. Si doveva trovare il modo di renderle poco attraenti per gli inglesi, pur garantendo il loro appeal presso gli americani...come fare? Ci pensò un genio sconosciuto probabilmente qualcuno collegato al braccio fiscale del governo coloniale. Se queste monete fossero state fatte, deliberatamente, di peso inferiore rispetto a quelle inglesi, ma con lo stesso valore nominale, nessun mercante a Londra le avrebbe accettate, perché poi non avrebbe potuto far altro che fonderle per recuperare l'argento, rimettendoci comunque dei bei soldi. Invece, un mercante di Boston, le avrebbe abbracciate, perché esse avrebbero fatto parte di un sistema monetario chiuso, basato su valori a lui familiari, III, VI e XII pence. Per un bostoniano sarebbero state, almeno in parte, monete fiduciarie, e finché tutti le accettavano, non ci sarebbero stati problemi. E così fecero. Sul finire di maggio 1652 venne approvata dal governo coloniale la legge che autorizzava le nuove monete, e fu impiantata una piccola zecca nell'officina di John Hull, un argentiere di Boston. Lui e il suo socio, Robert Saunderson, avvalendosi dell'opera di un ironmaster di Saugus (cittadina a nord di Boston, sede della prima industria siderurgica statunitense, fondata nel 1646) per attrezzature e conii, diedero il via alla produzione. Come compenso per il suo lavoro, John Hull ricevette inizialmente dal governo coloniale uno scellino e tre pence per ogni 20 scellini NE coniati, compenso poi modificato diverse volte durante il suo periodo di servizio come mintmaster. Le prime monete, come sopra descritte, furono coniate da giugno a ottobre 1652, e sono oggi della più estrema rarità, perché la produzione fu fermata quando si capì che lettere e numeri, incisi con piccoli punzoni piuttosto che con matrici complete, erano facile bersaglio di truffatori e falsari. E così, alla breve vita delle NE coins, fece seguito quella, assai più più lunga, di monete dal disegno più elaborato, che vedremo nei prossimi post. petronius1 punto
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Taglio: 20 Cent Nazione: San Marino Anno: 2016 Tiratura: 200.000 Conservazione: BB Località: Torino1 punto
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La pelle dell'orso "Non vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso", recita un noto proverbio. Ma nel Nordamerica, venivano vendute non solo le pelli d'orso, ma anche quelle di quasi qualsiasi altro animale. Tra gli indiani, così come in molte altre società primitive dipendenti dalla caccia, pelli e pellicce di animali divennero moneta. E gli europei, al loro arrivo, non ci misero molto ad adeguarsi. Del resto, le pelli degli animali più pregiati erano già molto ricercate in Europa, e il Nordamerica, da questo punto di vista, rappresentava una fonte quasi inesauribile. E così la pelle dell'orso acquisì valore legale nel Canada francese nel 1673, mentre in Alaska e nella Columbia Britannica si preferiva quella di lontra. Più a sud, in Kentucky e Tennessee (o meglio, nei territori che sarebbero diventati questi due stati), era il procione ad avere il discutibile (per lui ) onore di fornire la sua pelliccia affinché se ne facesse moneta. Ma l'animale che più di tutti si trovò a svolgere, suo malgrado, un ben preciso ruolo monetario, fu senza dubbio il castoro. Nel Nordamerica, le pelli di castoro erano generalmente accettate ovunque come mezzo di pagamento, e in più c'era una fortissima richiesta anche in Europa, dove venivano usate per farne cappelli. Ben presto esse divennero lo standard contro cui veniva misurato il valore delle altre pelli. In un listino del 1703, tutte le merci indiane erano prezzate in pelli di castoro, sebbene si potesse pagare anche con quelle di altri animali. In Canada, la Hudson Bay Company stabilì il "made beaver" (fatto in castoro), come standard di valore poco dopo il 1670, e tale rimase per quasi due secoli, fino agli anni 1850. Nel Massachusetts, un uomo della tribù Chickataubott, nel 1631, fu condannato a pagare una pelle di castoro per aver sparato a un maiale, e i Dutch bricks erano venduti a New Amsterdam, nel 1661, a 4,16 rijksdaalder per migliaio, pagabili in pelli di castoro. Fino alla fine del 1788, ogni impiegato di contea dello State of Franklin, nell'odierno Tennessee, riceveva come salario annuo, 300 pelli di castoro. Le pelli erano popolari soprattutto nelle aree di frontiera, ma il loro uso si estese alla fine dall'Atlantico al Pacifico. Non sorprende quindi, che quando, nel 1849, l'Oregon si diede a coniare proprie monete, con l'oro che arrivava dalla California, abbia raffigurato sulle stesse l'animale la cui pelle, più di ogni altra, era stata, ed era ancora, un simbolo monetario. Otto importanti uomini d'affari fondarono la Oregon Exchange Company, con James Taylor come direttore, W.H. Wilson assayer, William H. Rector preparatore dei conii e il Reverendo Hamilton Campbell incisore-capo. Questi uomini, e gli altri componenti la Compagnia, raggiunsero l'immortalità numismatica quando Campbell incise le loro iniziali al dritto della sua moneta, il pezzo d'oro da 5 dollari. Kilborne, Magruder, Taylor, Abernethy, Wilson, Rector, Campbell e Smith, che sulla moneta formano la sequenza K.M.T.A.W.R.C.S. Immortalità che toccò anche al castoro, raffigurato al centro delle monete, e che alle stesse ha dato il nome: "beaver coins of Oregon". petronius1 punto
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taglio 5 cent paese italia anno 2003 tiratura 1.956.000 condizioni bb città trieste1 punto
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Taglio: 2 Euro CC Nazione: Monaco Anno: 2007 Tiratura: 20.000 (???) Conservazione: ??? Città: Nettuno (RM)1 punto
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