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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/25/18 in Risposte
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Mi inserisco solo per segnalare che nel forum esiste una sezione dedicato alla pulizia, al restauro e alla conservazione delle monete. Con una semplice ricerca per parole chiave potete trovare tutte i suggerimenti del caso. Al fine di evitare irrimediabili errori vorrei solo anticipare alcuni principi fondamentali della pulizia e del restauro: 1) le monete hanno attraversato i secoli per arrivare fino a noi... che ne saremo custodi temporanei... il nostro intervento dovrebbe essere volto alla migliore leggibilità, senza stravolgerne lo stato, e alla migliore conservazione. 2) difficilmente potrete trovare in garage o in cucina i materiali necessari per un adeguato restauro; l'olio d'oliva e l'aceto è meglio usarli per l'insalata; esistono prodotti specifici per la pulizia e il restauro, acquistabili anche on-line, per pochi euro. 3) su monete in rame, bronzo o oricalco i prodotti complessanti possono essere utilizzati ma con molta prudenza...ed è qui che compare il bisturi, da utilizzare con microscopio binoculare o monocolo a 20x (i bisturi sono reperibili sia monouso, con manico in plastica, che con portalama metallico e lame intercambiabili; ne esistono di diverse forme e misure...io normalmente uso la 23). per quanto rimane da approfondire... appuntamento dell'apposita sezione ciao Mario3 punti
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Appena tornato da Verona, dove ho trovato con piacere il caro ed instancabile Mario (dabbene). Oggi ho fatto il pieno, non nel senso di carburante ma di cultura: copia n° 400 del manuale delle Monete di Napoli con dedica dell'autore, che stimo, e al quale vanno i miei più sinceri ringraziamenti. La copia del Gazzettino del Cordusio, la copia di Res Nummariae Mediolanenses e la chicca del catalogo delle monete conservate all'Ambrosiana. Avevo la macchina che piegava leggermente a dx dato il peso culturale che avevo messo sul sedile del passeggero. Mi spiace immensamente non esserci domani soprattutto per il pranzo, ma come ho già detto a Mario ho un impegno e una ricorrenza importante. Auguro a tutti un buon sabato lamonetiano. Dimenticavo: tessera n° 120 del Cordusio.2 punti
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Buonasera a tutti, Vi mostro un particolare di una piastra nella quale, a mio avviso, si ha la V di Ferdinandus con la A rovescia. Sono molto accetti i vostri pareri. Filippo2 punti
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Sarò presente tutta la giornata di sabato. Dovrei riuscire a venire al pranzo.2 punti
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Ho trovato una moneta… … Quanto vale? Iniziamo col dire che le monete del Regno d'Italia sono fuori corso da oramai più di 70 anni e quindi se le hai trovate in casa sarà fondamentalmente per due motivi: Qualcuno le ha collezionate (e quindi probabilmente saranno ben catalogate e conservate in album, vassoi o simili e forse ci saranno in giro per casa anche libri di argomento numismatico, cataloghi d'asta, eventuali fatture di acquisto, etc etc.) Qualcuno le ha accumulate senza particolare criterio e le ha poi abbandonate in soffitta, in cantina, in cassetti, in armadi etc etc... Due consigli preliminari: 1. NON PROVARE MAI A PULIRE, IN NESSUNA MANIERA E PER NESSUN MOTIVO UNA MONETA! Invece di migliorarla l'unico sicuro risultato che otterrai sarà quello di rovinarla irrimediabilmente azzerando anche quel minimo valore eventualmente posseduto. 2. CONSULTA UNO DEI SEGUENTI CATALOGHI SULLA MONETAZIONE ITALIANA: - GIGANTE F. - Catalogo Nazionale delle Monete Italiane dal '700 all'Euro - Gigante Editore - MONTENEGRO E. - Manuale del Collezionista di Monete Italiane - Montenegro Editore Sono facilmente reperibili online o in qualsiasi libreria ad un prezzo di circa 20€ e consultandoli potrai almeno farti un'idea generale di quello che hai in mano. ATTENZIONE! Questi cataloghi oltre a varie informazioni, tra cui la RARITA' delle varie MONETE, riportano anche la loro quotazione in base allo "STATO DI CONSERVAZIONE". Sappi però che questo concetto in numismatica si basa su precisi criteri la cui padronanza si acquisisce solo con molta pratica ed esperienza pertanto quella che ad un occhio non allenato potrebbe sembrare una moneta in ottime condizioni e "che vale tanto perché così ho letto nel catalogo" nella realtà dei fatti si rivela (quasi sempre) una moneta in condizioni scarse e di valore pari a zero. A questo punto: Se ti trovi di fronte ad una collezione strutturata ti consigliamo di non improvvisarti esperto e di rivolgerti direttamente ad un professionista del settore che potrà darti un parere generale sul materiale in tuo possesso ed eventualmente, su tua richiesta e al costo delle tariffe di categoria, procedere a valutazioni e operazioni più approfondite. Se ti trovi di fronte ad un accumulo di monete varie dimenticate in scatole e sacchetti puoi anche divertirti nel fai da te e questo per il semplice motivo che le monete del Regno d'Italia ritrovate fortuitamente in casa nel 99% dei casi non valgono nulla in quanto: o di annate comunissime prodotte in milioni di esemplari, o in pessime condizioni (a causa di lunga circolazione, colpi, graffi, ruggine, tentativi di pulizia, incrostazioni, pesanti patine formatesi in luoghi umidi o inadatti,etc etc) o, ancora peggio, sia in pessime condizioni che di annate comunissime Tuttavia questi accumuli di monete conservano comunque un minimo valore e solitamente vengono trattati all'ingrosso per 10/20 euro al kg per poi essere rivenduti per pochi spiccioli nelle ciotole dei mercatini. Chiaramente discorso a parte per le monete d'argento per cui, anche se in pessime condizioni, il valore è almeno quello del metallo prezioso contenuto. (E comunque nettamente superiore al valore del monetame vario in metallo non prezioso.) Tieni comunque presente che nella monetazione del Regno di Italia esistono MOLTISSIME MONETE OGGETTO DI INTENSIVA FALSIFICAZIONE (e quasi sempre quelle di maggiore valore) quindi anche quelle collezioni che all'occhio di un profano potrebbero sembrare composte da grandi e belle monete di sicuro valore (sempre perché "così ho letto nel catalogo") potrebbero poi rivelarsi all'analisi di un esperto come una semplice raccolta di "falsi da bancarella" e non cambia nulla che "queste monete girano in casa da 30/40 anni" perchè i falsi non sono sicuramente un fenomeno solo di questi giorni. Ma come si riconosce una moneta falsa? Premesso che, come per "lo stato di conservazione", anche per distinguere la falsità o meno di una moneta occorre un occhio allenato e preparato, sappi che gli esemplari autentici delle monete riportate nell’elenco sottostante (che riporta i più comuni e diffusi "falsi da bancarella") sono tutti in metallo prezioso (ARGENTO o ORO), quindi almeno all’apparenza dovrebbero avere un colore assimilabile a questi metalli. La prima e semplice prova che puoi fare da solo è poi misurarne il diametro e il peso. Quest’ultimo in particolare deve essere il più accurato possibile e se non hai un bilancino al decimo o, meglio, al centesimo di grammo, puoi rivolgerti a qualcuno per fartela pesare (un orafo ad esempio) e, poiché quasi sempre vengono utilizzati metalli poveri, QUASI SEMPRE il PESO DEI FALSI è MINORE rispetto agli originali. Esistono poi tutta una serie di altri indicatori di falsità che possono essere valutati di volta in volta quali ad esempio il bordo, il contorno, i rilievi ma preferiamo non dilungarci perché ad un occhio non esperto anche una moneta palesemente falsa potrebbe sembrare identica all'originale. Infine puoi anche chiedere un parere qui sul forum accompagnando la tua richiesta di aiuto con: - Fotografie chiare e a fuoco, preferibilmente in alta risoluzione, sia delle due facce della moneta che del contorno. - Indicazione della misura del diametro e del peso. Ribadiamo che, come scritto poco sopra, quest’ultimo deve essere il più accurato possibile, almeno al decimo di grammo. Elenco delle principali monete falsificate (ATTENZIONE! L'elenco non è esaustivo) Clicca sul link per visionare la relativa pagina del catalogo online 5 L. (Lire) 1859 - Vittorio Emanuele II Re Eletto 5 Lire Italiane FIRENZE Marzo 1861 - Vittorio Emanuele II 5 L. (Lire) - Vittorio Emanuele II, principalmente con le seguenti date: - 1861 con Marchio di zecca Torino [T] - 1862 con Marchio di zecca Torino [T] e Napoli [N] - 1864 con Marchio di zecca Napoli [N] - 1865 con Marchio di zecca Napoli [N] e Torino [T] - 1866 con Marchio di zecca Napoli [N] - 1872 e 1873 con Marchio di zecca Roma [R] 100 L. (Lire) 1874 e 1878 - Vittorio Emanuele II 5 L. (Lire) 1878 - Umberto I 20 L. (Lire) 1882 - Umberto 5 L. (Lire) Tallero 1891 e 1896 - Colonia Eritrea - Umberto I 5 L. (Lire) 1901 - Vittorio Emanuele III 5 L. (Lire) 1861 1911 - Vittorio Emanuele III 5 L. (Lire) 1914 - Vittorio Emanuele III 20 L. (Lire) 1927 e 1928 - Vittorio Emanuele III 20 L. (Lire) 1928 "Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora" - Vittorio Emanuele III Di questa moneta esistono diverse varianti "di fantasia"; per maggiori informazioni vedi questa discussione 20 L. (Lire) 1936 - Vittorio Emanuele III REGNUM ITALICUM 1918 N.B. Di ogni moneta è presente un collegamento al nostro CATALOGO ONLINE DI NUMISMATICA ITALIANA e cliccandoci sopra verrai portato automaticamente alla scheda analitica della moneta in questione dove potrai trovare varie informazioni che la riguardano. Leggi anche la discussione relativa alle monete di fantasia del 20 Lire 1928 Articolo ideato e realizzato in collaborazione con @ilnumismatico2 punti
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L' amico Giuseppe Rovera , autore del libro : " Sulle Tracce dei Maestri delle Antiche Monete Sabaude Le Zecche e le Monete da Oddone a Amedeo VIII Duca " , tramite il nostro forum vuole sottoporre ai collezionisti sabaudi alcuni spunti di discussione. Il primo tema e' bene sintetizzato in questa domanda : Quale pensate sia la moneta più bella del periodo dei Conti ? Come stile, attrattività, indipendentemente dalla rarità, massimale o non. Avete voglia di postare anche qualche immagine per creare una galleria fotografica di monete sabaude .1 punto
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Ho risposto a Mario Dabbene per dire che, a mio parere, ipotesi come quella del tetra tolemaico “eptaisovalente” rivelano un chiodo fisso sui numeri che si allarga pericolosamente a macchia d’olio dai monogrammi (mono e polivalenti per esprimere lo stesso numero) ai graffiti (mono e polivalenti per lo stesso motivo), oscurando il significato storico di alcuni monogrammi. Suggerirei maggior cautela e circospezione nell’avanzare ipotesi del genere, sia da appassionato con particolare interesse per la monetazione di Alessandro Magno e suoi predecessori e successori, sia da uomo di scienza. Le mie motivazioni sono fra parentesi quadra al di sotto delle frasi in corsivo. Le notazioni impresse dal conio indicano univocamente la quantità di un milione di dracme: [L’autore dà per scontato che i monogrammi indichino il numero di monete coniate, ignorando che questa è ancora una sua ipotesi tutta da dimostrare.] al diritto dietro l'orecchia di Tolomeo Sotere: = 10 attico = 1.0(00.000) di dracme; [L’autore non dice (o ignora?) che questo piccolo Δ dietro l’orecchio (preferisco il maschile!) è generalmente interpretato come "Delta Master", cioè firma dell’incisore: ma ciò non sarebbe a conforto della sua ipotesi, a supporto della quale, invece, aumenta arbitrariamente il numero espresso dal monogramma di ben cinque ordini di grandezza.] al rovescio nel campo in alto a sinistra:= 100 del sistema ionico=1.00(0.000) di dracme; [Il P che l’autore interpreta come 100 nel sistema ionico viene in questo caso aumentato arbitrariamente di quattro ordini di grandezza in modo che i conti tornino.] al rovescio nel campo in basso a sinistra: M (10.000 del sistema attico) x I (10 del sistema ionico) = 1.000.00(0) di dracme. [E qui viene il bello! L’autore interpreta questo monogramma come combinazione di una M e una I, il cui prodotto viene aumentato arbitrariamente di un ordine di grandezza per farlo coincidere con i valori assegnati ai due simboli precedenti. Solo che Δ e P sono costanti (cioè sempre presenti) in questa serie di tetradrammi del primo dei successori di Alessandro che ha voluto raffigurare il proprio ritratto sulle sue monete, e quindi indicano lo stesso numero assegnato, mentre il monogramma in basso a sinistra rappresenta la variabile della serie stessa. Ho visto circa una decina di tetradrammi con monogrammi diversi dall’MI in questa posizione, che evidentemente non possono corrispondere tutti al valore numerico di Δ e P sempre presenti nelle stesse posizioni.] Veniamo ai graffiti. Tutte le lettere incise si spiegano ancora una volta in maniera perfetta come numeri che in modo diverso indicano la stessa cifra: [L’autore supporta la sua tesi sulla base di una relazione a suo dire perfetta tra lettera (diversa) e numero (uguale): vediamo come dimostra questa perfezione.] al diritto A sormontata da I = 1.000 (A originario di Andania o ,A=1.000 del sistema ionico) x 10 (I) = 1.000.0(00) di dracme; [L’autore prende a sua scelta la A di Andania del sistema ionico e aumenta arbitrariamente il numero attribuito al monogramma di due ordini di grandezza.] al rovescio = 1.000 del sistema attico = 1.000(.000) di dracme; [L’autore stavolta fa riferimento a sua scelta al sistema attico e aumenta arbitrariamente il numero espresso dal monogramma di tre ordini di grandezza.] al rovescio = 10 del sistema attico = 1.0(00.000) di dracme; [Qui l’autore sceglie di rimanere nel sistema attico e aumenta arbitrariamente il numero espresso dal monogramma di cinque ordini di grandezza.] al rovescio = 1.000 (A originario di Andania o ,A=1.000 del sistema ionico) = 1.000(.000) di dracme. [Qui invece l’autore sceglie di ritornare alla A di Andania del sistema ionico e aumenta arbitrariamente il numero attribuito al monogramma di tre ordini di grandezza.] Ripeto d’aver espresso il mio parere personale senza pretesa che qualcuno lo condivida. Se poi qualcuno ha da eccepire, faccia le sue controdeduzioni su ciascuno dei punti che ho messo fra parentesi quadra riguardanti questa moneta specifica e non altro.1 punto
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Avevo notato anch'io queste monete accompagnate da cartellini storici e ne ero stato attirato; purtroppo la qualità dei pezzi, dal mio punto di vista, era troppo bassa. In asta erano sicuramente finite in qualche lotto cumulativo. La classificazione proposta da Catawiki è corretta, in quanto riporta il numero di RIC aggiornato (edizione 2007) e non quello vecchio. Il 365 del cartellino, invece, non può assolutamente essere riferito al catalogo McAlee, sia perché il suo autore probabilmente non era ancora nato quando il cartellino medesimo è stato compilato, sia perché l'ipotesi di circolazione in Siria (peraltro recentemente messa in dubbio dal defunto prof. Buttrey) era anche quella di là da venire. Probabile che si tratti di un riferimento proprio del collezionista.1 punto
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La foto che hai inserito purtroppo è priva di particolari, se è argento sembrerebbe buona, ma onestamente non so esprimermi al meglio. Confrontala con questa presa dal web ed aspetta magari qualche altro parere. https://en.numista.com/catalogue/pieces10781.html1 punto
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Grazie, entrambe le monete presentano segni di lustro. il buono da vicino è meglio che in foto. anche secondo me sono due spl.........o quasi. Per me meglio il 20 centesimi che il buono.1 punto
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...in questi giorni sono quasi tutti felicemente impegnati al Veronafil.... Come dicevi sono due "comunissime monete" in discreta conservazione. Il buono da due lire direi qSPL. La moneta ha un bel bordo e al R/ si intravede del lustro di conio. Il D/ è in conservazione leggermente inferiore ma spero che quelle righe sul volto del Sovrano a moneta in mano non siano così evidenti. Le foto del 20 centesimi 1918 non permettono di vedere se c'è del lustro sulla moneta, ma a giudicare dai rilievi direi che si merita un BB+, se invece ci fosse ancora del lustro che ripeto da queste foto non riesco a vederlo potrebbe meritarsi anche un qSPL.1 punto
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Intanto grazie per le indicazioni. Come ho già scritto, mio malgrado, sabato devo far incastrare più cose ed a pranzo sono assieme a dei colleghi veronesi. Ma sono sicuro che ci sarà un'altra occasione, ho in programma una gita in quel del Cordusio... A domani. PB1 punto
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Queste interessanti testimonianze - di una civiltà con grande apertura commerciale e amministrativa ( tendeva a registrare tutto :)), sembrano evidenziate che non vi fosse un prezzo univoco per i beni, anche gli stesso beni , ma che lo scambio - bene desiderato contro oggetti che misurano il valore (stoffa, orzo, argento, bronzo) - dipendesse dall’effettivo incontro domanda/ offerta. Ovvero se avevo una pecora da vendere mi poteva andare bene un certo quantitativo d’argento oppure un boccale di bronzo + farina + telo di lino. Questi scambi sono probabilmente andati avanti per migliaia di anni. Piu’ o meno articolati e complessi. Mentre l’avvento di una vera e propria moneta - con valore predeterminato e soprattutto con peso e fino garantito dall’Autorita’ rappresentera’ un vero e proprio balzo in avanti nell’evokuzione economica e sociale delka popolazione . Resta da vedere se inizialmente almeno i tagli monetari introdotti - ovvero le ‘gocce’ di elettro che troviamo ad Efeso e gli stateri e frazioni ( anche minuscole) in uso nella Ionia ad esempio fossero riservati ‘solo’ ad alcuni tipi di transazioni ( piu’ pesanti) oppure concorressero a formare quella economia di mercato - agevolando le transazioni al minuto - che si stava progressivamente sviluppando.1 punto
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Tessera probabilmente Milanese, personalmente ne ho trovate tre, ma non si conosce il LUOGO PIO. Il Vandoni ipotizza che potrebbe essere di Vigevano in quanto la scritta IN CIBOS PAUPERUM è la stessa della precedente, comunque non è escluso che possa essere coniata precedentemente. D/. Braccio che esce dalle nuvole e indica col dito la scritta IN CIBOS PAUPERUM R/. Occhio Divino raggiato, sotto la scritta RETRIBUE DOMINE1 punto
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Riepiloghiamo per il pranzo Ritrovo lamonetiano allo stand 254 fila G di R -R Riccardo Rossi alle 12,20 di sabato poi procediamo insieme verso la Pizzeria Grotta Azzurra in Via Scuderlando 87 Ovviamente chi vuole può trovarsi direttamente la’ con inizio pranzo comunque alle 13, e mi raccomando foto, foto !1 punto
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Ti aspettiamo molto volentieri Martin ore 12,20 circa allo stand 254 fila G di R-R Riccardo Rossi, poi insieme andremo alla Pizzeria Grotta Azzurra, a domani, Mario1 punto
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Sicuramente si, @mfalier te la giro credo che siamo a 39 ma qualcuno potrebbe aggiungersi ancora ...1 punto
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Ciao @gpittini, grazie della considerazione ma non essendo uno storico professionista ma solo un dilettante , posso fare solo delle supposizioni a proposito della Storia Augusta come valida opera storica ; la prima considerazione e' che siamo molto fortunati che sia sopravvissuta , capirai bene il perché , la seconda e' che la Storia Augusta fino all' epoca di Eliogabalo e' certamente affidabile in quanto gli autori di questo periodo presero spunto dall' opera di Mario Massimo , militare , Senatore e scrittore storico dell' epoca di Settimio Severo vissuto circa tra il 158 e il 230 , che prosegui' l' opera di Svetonio partendo da Nerva fino a Eliogabalo , opera originale purtroppo perduta ; la prova della presenza attiva di Mario Massimo nella Storia Augusta e' testimoniata dal fatto che viene spesse volte citato nell' opera , appunto fino all' epoca di Eliogabalo . Oltre Eliogabalo nascono i problemi in quanto gli autori della Storia Augusta sembrano parlare e scrivere per se stessi senza fare riferimenti a fonti antiche , come se fossero contemporanei dei fatti trattati , il che fa ritenere , ma senza prove certe , che tutta l' opera risalga all' epoca di Diocleziano , scritta probabilmente dopo il 305 quando Diocleziano si ritiro' , quasi in ozio , nel suo Palazzo fortezza di Spalato , in questo frangente potrebbe aver dato disposizione di redigere l' opera che termina con Numeriano .1 punto
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A me , molto poco . Poi quella A ben visibile potrebbe essere l' iniziale del nome dell' artista , artista perché sembra essere una bella riproduzione .1 punto
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Buongiorno, So di essere in ritardo, ma se possibile, vorrei aggregarmi al pranzo di sabato..1 punto
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Buon convegno a tutti i lamonetiani, peccato non poter esserci!1 punto
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E aggiungerei ultimo esempio ufficiale , se ricordo bene . Bisognera' attendere Costantino , tranne altri sporadici casi sui rovesci delle monete , con la sua serie di monete dedicate chiaramente alla dea Roma e alla lupa con Romolo e Remo e in seguito i Goti di Teodorico con la serie Invicta Roma , per rivedere monete sul D/R che in qualche modo potrebbero essere considerate di REST perché dedicate all' URBS e alle sue mitiche origini .1 punto
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Bene si allunga la lista per il pranzo, da aggiungere un'altro amico Martin_Zilli.1 punto
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Certamente carissimo, quasi la stessa emozione, come per gli euro magari del vaticano per alcuni, ma la cosa bella e che monetizzavi subito il raccolto.. Al Cordusio mi ricordo che tutto era richiestissimo, 5 lire 56, 5 lire 66, 10 lire 54 in alta conservazione, 10 lire 65, 50 lire 58 e 60, era anche il periodo dei mini assegni, mi ricordo di gente che guadagnava cifre spropositate al giorno comprando dalle banche le mazzette, e rivendendoli ad uno ad uno al Cordusio.. Gli anni 70...una magia unica...tutti collezionavano qualunque cosa, tutti ricercavano, tutti divulgavano, tutti credevano nella meravigliosa passione che ci accomunava... Centinaia di persone ogni Domenica facevano a gara per accaparrarsi qualche tondello che gli mancava, un fiume di folla, era la vita di quegli anni, floridi per la cultura e per gli uomini... Eros1 punto
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E poi ti accorgi che forse ci sono anche altre strade... E poi ti fai un bel viaggetto in una ridente e ricca cittadina... E poi ti accorgi che la città ti vorrebbe... E poi ti accorgi che comunque ci sono anche gli aspetti burocratici da assolvere.. E poi ti accorgi che i consensi aumentano di giorno in giorno.. E poi ti accorgi che nonostante tutto, forse si è fatto veramente tanto.. E poi ti accorgi che l'appetito vien mangiando... E poi ti accorgi che gli amici esistono... E poi ti accorgi che i progetti ti danno la carica... E poi ti accorgi che vorresti non finisse mai... E poi ti accorgi che è stupendo esistere...1 punto
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Le iconografie equestri sono quelle che mi hanno sempre più affascinato.... Di seguito un grandissimo il Bernini, e la sua magnificenza rappresentativa. Rappresentazione di Costantino con il cavallo che s’impenna, come effetto dell’abbagliante apparizione della Croce. Questo celebre episodio, a seguito del quale Costantino autorizza il culto cristiano, giustificava in Bernini l’invenzione di un’iconografia originale, che si discostava da quella tradizionale. Ecco un chiaro esempio di come possa prediligere certe iconografie... Certo ho scelto il massimo forse... Eros1 punto
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Ciao a tutti, mi trovo in accordo con te in parte anche con altri poi ognuno ha il suo parere, io ne ho pulite molte con il bisturi e non ne ho mai rovinata una, certamente ci vuole molta pazienza e pratica, magari iniziare con qualche moneta di poco valore, però e molto bello pulire le monete.1 punto
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Ciao @Myviam. Serve una foto. Saluti. p.s. se non riesci a caricarla controlla che non superi i 100kb. Nel caso fosse così, usa paint o simili per ridimensionare. Da quel poco che si vede, nel "anteprima" del tuo post,sembra una riproduzione di una moneta romana per Claudio con data in numeri arabi, sarà stato una sorta di gadget o allegato a qualche rivista o chissachè. Posta cmq le foto.1 punto
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DE GREGE EPICURI L'incontro si avvicina, e sarà bene rinfrescare i nostri ricordi della Historia Augusta (argomento trattato da Wikipedia in modo abbastanza esteso ed esaustivo). Si tratta di una storia degli imperatori che si estende da Adriano a Numeriano (c'è però una lacuna dal 244 al 253 d.C.). Nelle varie dediche ad augusti e cesari della tetrarchia, gli Autori della Historia si presentano e si firmano: sarebbero 6 persone diverse. Tuttavia nell'800 un valente storico e filologo tedesco, notando uniformità di stile e altri elementi (una vita ricopiata da Eutropio, ecc.) ipotizzò che i 6 nomi fossero tutti finti, e che l'autore fosse uno solo, di epoca dioclezianea-costantiniana. Altri, naturalmente, non furono d'accordo; il grande T.Mommsen assunse una posizione intermedia. La data di compilazione sembra essere stata intorno al 330 d.C. Ma soprattutto, le notizie sono affidabili? Si notano molte esagerazioni, una certa tendenza al feuilleton, diciamo a romanzare le cose; però su molti punti ci sono concordanze con altri AA, epigrafi, documentazione varia. Ma vorrei sentire le opinioni di storici e archeologi, oggi che cosa se ne pensa, @Legio II Italica, @Filippo1948?1 punto
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Thessaly, Krannon Æ Dichalkon. Circa 350-300 BC. Laureate head of Zeus or Poseidon right / KP–A, rider, wearing petasos, on horseback right. Rogers 182; BCD Thessaly II 117.7 var. (A below horse; same obv. die). 5.13g, 18mm, 7h. Good Very Fine. From the Mark Gibbons Collection; Ex BCD Collection, CNG e311, 25 September 2013, lot 74.1 punto
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- 1 Si preparano i trolley per i soci ... speriamo di reggere al peso della cultura ?1 punto
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Confermo la piacevolissima serata al Circolo. Molto competenti ed esaustivi i relatori. Ambiente accogliente. Alla fine ho deciso che era il momento di diventare socio. :-) Grazie davvero di tutto.1 punto
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Mbb (meglio di BB) o BB+ e non ero a gradisca e il biondo NON sono io, anche se come carattere ci siamo1 punto
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Denari. Denari. Denari, per carità. Bandiamo, una volta per tutte, la parola oboli, in merito a queste monetine. Potremo mai farcela? :-)1 punto
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Sì però ragazzi, già è un pò stucchevole sta cosa di chiedere i prezzi delle monete che si vogliono comprare (cosa che non ho mai concepito, basta fare una banalissima ricerca sugli scaduti per capire il valore di una moneta), adesso arriviamo addirittura a chiedere se il prezzo è ancora conveniente ad ogni minimo rilancio. Se come pare di capire è un'asta ebay, arriveranno rilanci su rilanci negli ultimi minuti, cosa fai, chiedi ogni 30 secondi se il prezzo è ancora conveniente? Se non si è ancora in grado di capire che un 50 cent stemmino, anche se di data comune e anche se bruttino, almeno 15/20 Euro li vale sempre, prima di buttarsi in acquisti consiglio di studiare un pò il mercato di queste monete. E in ogni caso, anche non volendo resistere alla smania di comprare, che differenza può fare tra lo spendere 5 piuttosto che 6 Euro??1 punto
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eppure ci sono bravi restauratori,anche qui sul forum,che usano proprio dei bisturi,quindi se si ha una buona manualità associata ad una mano ferma non credo si possano causare seri danni,ovviamente occorre tanta pazienza ed esperienza...1 punto
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Ciao. Beh, non so se il paragone sia proprio adatto, però il "concetto" che esprime direi che coglie nel segno. La differenza tra la conoscenza dei grossi tagli attuali rispetto alle monete d'oro ottocentesche e, perché no, anche rispetto agli stessi scudi, credo risieda nel fatto che oggi, bene o male chiunque, attraverso la TV o le pubblicità cartacee, è informato dell'esistenza delle banconote di grosso taglio (anche se poi in tanti potrebbero non averle mai viste dal vero, ricevute nello stipendio e spese), mentre nell'800 l'informazione in genere e quella monetaria in particolare era un "lusso" che in pochi si potevano permettere, vuoi perché le notizie - solo cartacee - erano di difficile reperibilità e vuoi perché anche se reperibili, l'analfabetismo dilagante ne impediva la conoscenza. Diciamo che, nel panorama lavorativo della seconda metà dell'800, un impiego pubblico di inserviente presso la zecca poteva già considerarsi un lavoro da privilegiati, avuto riguardo al fatto che una giornata di lavoro di un bracciante agricolo era pagata 1 lira. Quindi, mentre "un inserviente" avrebbe anche potuto ricevere degli scudi nella sua busta paga (strano...ma teoricamente anche possibile), tenderei invece ad escludere che la stessa cosa potesse accadere ad un bracciante agricolo. Considerando, anche intuitivamente, quale fosse in Italia il "volume" degli addetti al comparto agricoltura nella seconda metà dell'800, possiamo facilmente ipotizzare che una grande massa della popolazione italiana non solo non avesse "contatti" con le monete d'oro e, probabilmente, anche con gli scudi, ma fosse pressoché all'oscuro anche dell'esistenza dei grandi moduli aurei. Ora, trovare oggi un soggetto che non sappia dell'esistenza dei biglietti da 500 e da 200 euro (anche se può non averli mai maneggiati), non è così facile, perché è probabile che anche un analfabeta li abbia visti in un filmato del TG, in una pubblicità televisiva o in una locandina di una Finanziaria . Sicuramente l'uguaglianza monetaria del Paesi membri dell'U.M.L. favoriva l'interscambio di moneta (inclusa quella aurea) fra i membri stessi dell'Unione. Quindi, una volta stabilito che il prezzo di una compravendita dovesse essere corrisposto in moneta aurea, utilizzare marenghi italiani o francesi o belgi o svizzeri era assolutamente equivalente. Ti chiedi, giustamente, che fine abbiano fatto tutte queste monete auree? Alcune sono attualmente tesaurizzate nelle Banche Centrali (solo la nostra Banca d'Italia detiene nei propri caveaux uno stock di monete auree di varie nazioni che ammonta a 900.000 pezzi!!!), altre sono state fuse per ottenere lingotti impiegati poi per produrre oggetti di oreficeria, altre le detengono i cittadini come "bene rifugio" o per collezionismo o sotto forma di "gioielli", altre ancora riposano nei medaglieri dei musei, ecc. Il termine "marengo", come certamente saprai, venne utilizzato in area italiana fin dai primi dell'800 per designare una moneta aurea del peso di grammi 6,45 al titolo di .900/1.000 e del valore di 20 franchi. Questa moneta era stata battuta per la prima volta nel 1801 a nome della Repubblica Subalpina per celebrare la vittoria di Napoleone sugli austriaci, nella battaglia combattuta il 14 giugno 1800 a Bosco Marengo, in provincia di Alessandria. Il termine marengo divenne pertanto sinonimo di moneta aurea avente le caratteristiche sopra indicate. Non direi pertanto che, nell'800, solo i numismatici usassero questo termine per definire la moneta italiana da 20 lire, ma sarei propenso a pensare che chiunque avesse avuto familiarità con questa moneta l'avrebbe potuta chiamare in questo modo. Il problema è però sempre il solito. Chi mai poteva avere familiarità con i marenghi? Evidentemente, sono sempre e solo i soliti esponenti di quelle classi agiate che avrebbero potuto prima procurarseli e poi farne uso. Quindi, voler ricercare una diversa definizione utilizzata dal "Popolo", mi sembra di per se uno sforzo abbastanza inutile, dal momento che come abbiamo già detto, dove c'era il Popolo non c'erano i marenghi e viceversa e cercare una definizione popolare per designare una qualunque moneta d'oro è impresa improba. Comunque, sulla "inappropriatezza" dell'uso del termine "zecchino" per indicare la moneta aurea da 20 lire, ho rintracciato nella libreria di casa un opuscolo pubblicato nel 1862 contenente le "Tavole di ragguaglio" fra le monete auree aventi corso legale in Italia e la moneta italiana e quella romana: Come si può vedere nella colonna a destra del frontespizio, vi sono alcune monete aventi corso legale nel Regno che venivano indicate come "zecchino romano", "zecchino di Toscana" e "zecchino di Milano", le cui caratteristiche pondometriche erano ben diverse dal "marengo". Se quindi si fosse utilizzato, anche solo "gergalmente", il termine "zecchino" per riferirsi al "marengo", ciò avrebbe sicuramente prodotto una notevole confusione, dando adito a fraintendimenti fra gli interlocutori. Fra l'altro, quando l'Autore di Pinocchio utilizza il termine "zecchini", egli potrebbe aver voluto fare riferimento proprio allo "zecchino di Toscana" (cioè ad una moneta che, d'altro canto, nel Granducato di Toscana si coniò fino al 1853? https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-L2/22 e non al "marengo", dal momento che lo scrittore era toscano e ben poteva, nell'ultimo ventennio dell'800, aver ancora contezza e ricordi della moneta aurea toscana, tanto da citarla, seppure in "chiave letteraria" (non certo con valenza e finalità numismatiche) nella sua più famosa opera. La Tua conclusione mi pare molto condivisibile. I "Littori" e gli "Elmetti" dovrebbero avere circolato, sebbene il termine del loro corso legale (fissato al 31 dicembre 1937) faccia pensare che l' eventuale loro impiego nell'effettiva circolazione debba circoscriversi a meno di un decennio. In base alle tirature ufficiali, queste monete dovrebbero comunque essere state prodotte per la circolazione e dunque sarebbero state distribuite dalle tesorerie. Ricordo che una decina di anni fa provai a chiedere ad alcuni arzilli vecchietti ultra ottuagenari se avessero memoria di queste monetone d'argento nella circolazione; la risposta fu che non ne avevano memoria. Ma questo, ovviamente, non significa nulla ....la circolazione di un certo tipo di moneta poteva non essere diffusa in ambienti agro-pastorali (luogo dal quale provenivano i suddetti arzilli vecchietti e dove, fino agli anni '40 del secolo scorso, era ancora ben radicato "il baratto"), al contrario di quanto invece poteva accadere nelle grandi città o in contesti industrializzati. Saluti. M.1 punto
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@Viribus Unitis Non credo davvero che l'argomento da Lei proposto possa annoiare qualcuno... Anzi, adesso che lo ha accennato aspettiamo di sapere qualcosa di più1 punto
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Credevo (anche se con qualche riserva) che era il solo periodo vicereale ad essere sotto esame, o meglio....doveva avere prima o poi una rivisitazione; ma a questo punto credo che anche le Borboniche abbiano bisogno di una "spolveratina" .... se continuiamo così, come in questi giorni è inevitabile. Detto questo.......partiamo dalle Ferdinando 1818......se alcune volte ci sono documenti (pochi ma ci sono) è bene che qualcuno li leggesse e non far passare poi chi fa notare queste "cavolate" come colui il quale (Io Pietro Magliocca in prima persona) deve produrre ulteriore documenti per provarle.....ma provare cosa. 1 - E' scritto che le Reimpresse del 1818 dovevano tutte avere oltre la lettera R "sempre e solo" la data 1818 anche se prodotte negli anni dopo il 1818.....e Ferdinando era "severissimo"......non mi dilungo (perchè ci sarebbe altro da scrivere) più di tanto ma il documento esiste.....quindi è chi ha riportato una moneta senza la data che deve "Comprovare" l'inverso.....forse qui il discorso non è abbastanza chiaro...e questo vale anche per le aste che ogni tanto avallano ipotesi. 2 - Nel Corpus non vi è traccia di nessuna Piastra 1818 senza data (ma anche il CNI come vedremo, non è immune da errori), infatti il Pannuti e Riccio non le riportano, entrambe, sia Testa grande sia Testa piccola; ma chi le riporta per la prima volta ? il D'Incerti.....ma questo menziona solo un testa grande e non un testa piccola, quindi il PR sorvolano questa classificazione, magari essendo un attimino studiosi, avranno letto il documento che ho letto io...e quindi non classificano un testa grande senza data. 3 - Qualcuno però (anzi più di uno), non tenendo conto del CNI e del PR classificano la Piastra 1818 s.d. testa grande (come il D'Incerti) .... ma aggiunge di più......ci mette pure un testa piccola s.d. (vds anche MIR 462/2 - Gig. 9a). Ma se il D'Incerti (sicuramente commettendo una svista, errore) ha catalogato un testa grande del 1818...da dove sbucano fuori anche i testa piccola ? ....... continua........vi lascio il tempo di leggere.1 punto
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