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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/04/18 in Risposte
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Letto tutta la discussione e tenuto conto che l’amico @El Chupacabra ha fatto riferimento al mio Manuale vorrei lasciare scritto il mio pensiero: Le valutazioni contenute nel Manuale sono degli indici di valore puramente indicativi, ma comunque non espressi senza aver fatto le opportune stime del caso; è ovvio che se parliamo di monete “nuove” queste potrebbero lievitare di prezzo sia verso l’alto che verso il basso. Il tutto dipenderà dalla domanda e dall’offerta e comunque il tutto resta circoscritto a quanto il commerciante e/o la casa d’asta vuole proporre il pezzo e quanto il collezionista/compratore è disposto a pagarla, ma credo che questo dobbiamo lasciarlo decidere al mercato … in definitiva nessuno è sprovveduto. E comunque sia dato che parliamo di monete “nuove” vi sarà tempo e modo per procedere ad un “aggiustamento” dei prezzi; noto però che non si vuol lasciare nemmeno il tempo per questo. Approfitto anche (considerato che spesso, se non in maniera maniacale, si chiedono documenti in continuazione) per informare che: Per coloro i quali non avessero ancora letto e tradotto l’intenzione da me lasciata trascritta nel predetto volume ( o fanno finta), è che mi sono adoperato per isolare (e quindi trascrivere) tutte quelle monete variate che potrebbero essere state ascritte a errori non casuali in fase di coniazione, ma ad un atto volontario adottato dall’incisore. Una volta isolate, l’intendimento era ed è quello che in un successivo momento si potevano concentrare studi adeguati atti a far emergere e relazionare dettagliatamente del perché venivano operate, sulle monete di Napoli, segni identificati con l‘intenzionalità. La Numismatica deve avere il suo percorso a piccoli passi e @rastan non doveva, per me, nemmeno mostrare quello che ha portato in discussione... ma lui è un buono. La monetazione è stata per lunghi anni ferma ed adesso tutti chiedono e vogliono spiegazioni e documenti. Per quanto mi riguarda, un primo passo in avanti è stato fatto e non dimentichiamoci che queste nuove varianti, per la maggiore, sono tutte sfuggite a grandi studiosi della monetazione napoletana; sono novità numismatiche e consideratele come delle aggiunte ai già precedenti lavori del D’Incerti, del De Sopo e del Traina (ai quali non è mai stata chiesta documentazione), ma valutate sotto un nuovo aspetto. Non voglio meriti di questo, figuriamoci, ma lasciatemi/lasciateci lavorare. Una considerazione finale (utilizzando, e mi scuso, questo post) è quella che negli ultimi anni/mesi in questa sezione (del Sud) si stava assistendo ad una vera e propria voglia di conoscenza, di scambio di idee, l’accostamento di molti giovani a questa monetazione, toni pacati, il mostrare ogni giorno sempre monete alla ricerca di spiegazione; in pratica un insieme di ingredienti per evolvere. Al contrario, in questa settimana, noto un distacco proprio di queste persone verso il discorrere, spero tanto di sbagliare ….. ma questa letta ultimamente, purtroppo, non è la Numismatica alla quale appartengo. Sono felicissimo di dare il mio contributo alle discussioni, di riportare e condividere con tutti Voi le mie conoscenze, quelle dove tra le righe non li legge malizia, ma se ci sono utenti che in alcune e/o in tutte, stanno sempre e solo a chiedere giustificazioni, documenti senza conoscere nei dettagli nemmeno la monetazione in questione, ma solo per non capisco quale motivo ecc. ecc. sono costretto a declinare dagli interventi, tenermi tutto per me …. Aggiungo che poi chi li vuole leggere e ricercare, ho appena scritto un Manuale …. molte risposte sono li, altre in progresso, e altre ancora (visto come vanno le cose) le tengo “care” per me, o meglio discuterne a degli incontri umani con chi dico io. Detto questo, buon lavoro a tutti. Pietro Magliocca8 punti
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Oggi vi presento... Un video! Si tratta del ripostiglio di Meximieux (Ain), Francia. I dati e le informazioni su questo deposito sono molto scarsi e la rete è parca di informazioni e dettagli: Ce trésor du IIIème siècle fut découvert en Juin 2012 lors de travaux de terrassement. Examiné au service régional d'archéologie de Rhône–Alpes, il est composé à 99% d'imitations de Tetricus I et II, ainsi que de quelques monnaies de Gallien, Claude II et Victorin. Non è nemmeno chiaro l'ammontare dei pezzi, comunque compresi tra i 700 e i 1000... Comunque un deposito di una certa consistenza e, presumibilmente, composto sì da imitazioni ma, con buona probabilità, di cosiddetti "minimi" ovvero pezzi dal diametro inferiore (o cmq prossimo) ai 10mm. A differenza di altri depositi comunque, abbiamo un video che mostra alcune immagini e offre dei dettagli sul ritrovamento... Per chi sa un po' di francese ovviamente il tutto è più semplice! Perché vi parlo di questo ripostiglio? Semplice! Passati i 5 anni dalla scoperta, le monete, giudicate di scarso valore e non rilevanti ai fini museali, sono state liberalizzate per la vendita e (tutte? Parte?) finite in grossi lotti esitati da una piccola casa d'aste francese. Le monete, dato il loro stato e il loro valore, non sono nemmeno state pulite e restaurate se non in maniera sommaria... Giusto per capire di cosa si trattasse. Bene... Adesso si tratta solo di avere un po' di pazienza! Questo lo stato del lotto. Dopo un paio di giorni di ammollo, ecco qualche risultato: Sono davvero emozionato nel cimentarmi nella pulizia e nello studio di questa piccola porzione di ripostiglio! Una sorta di analisi preliminare, come se i pezzi fossero stati appena rinvenuti... E il tutto in maniera assolutamente legale! Ecco, ci tenevo a condividere questa cosa con voi. Se i risultati saranno soddisfacenti, li pubblicherò mano a mano!4 punti
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Si, e’ un po’ così, poi qualcuno rimane alla fine e fosse anche per pochi ne e’ valsa la pena. Il difficile e’ passare dall’identificazione e poi stima alla riflessione sul documento moneta, e’ un po’ il passaggio dall’aspetto puramente commerciale che è nettamente predominante al puro aspetto culturale, storico e divulgativo . E oggi i divulgatori sono rari, molto rari, anche se sul forum ci sono, l’interesse predomina sugli aspetti formativi di volontariato culturale, ma in fondo come ho sempre pensato il forum riflette la vita e i suoi andamenti ...e anche se con malinconia a volte ne dobbiamo poi prendere atto e’ poi giusto per me pero' resistere non fosse altro che come esempi ...3 punti
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un mesetto fa è stata venduta da Morton & Eden Ltd una moneta definita "la prima moneta in oro araba riportante una legenda di tipo religioso in arabo" la moneta ha realizzato 132.000 sterline + fees ARAB-BYZANTINE, TEMP. ‘ABD AL-MALIK B. MARWAN (65-86h). Solidus, without mint or date (struck circa 72-74h). OBVERSE: No legend. Three standing figures, that in the centre taller than those on either side, as on Byzantine solidi showing Heraclius and his two sons; each crowned and holding in his right hand an orb surmounted by a globe finial (in place of the cross on the Byzantine prototype). REVERSE: In margin: bismillah la ilaha illa Allah wahdahu Muhammad rasul Allah, staff, surmounted by globe finial, fixed vertically on four steps; in field to left and right: B – I. WEIGHT: 4.40g. REFERENCES: Qatar 198, same dies; Barber Institute of Fine Arts, coin AB30, same reverse die; Artuk 5; Lavoix 26; SICA 1, 607; Walker p.18, B.2; Miles, Earliest Arab Gold Coinage type B; Bernardi 5. CONDITION: Scratches both sides (especially on the reverse), otherwise very fine to good very fine, extremely rare and historically important. Ex Baldwin’s Islamic Coin Auction 19, 25 April 2012, lot 7. THE FIRST ISLAMIC GOLD COIN TO BEAR RELIGIOUS LEGENDS WRITTEN IN ARABIC . The Arab conquests in the first decades of Islam are astonishing for their speed and their scale, and their impact changed the Middle East forever. By 31h/AD 651, campaigns in the East had brought about the conquest of Iran and Iraq as the Sasanian empire collapsed, while Syria, Jordan and Egypt had been seized from the Byzantines in the West. Vast areas which had been culturally, politically and religiously different for centuries were now suddenly brought together under the banner of Islam. Coinage, part of daily life as well as vital for paying troops and collecting tax revenues, was a crucial element of this process. In the former Sasanian lands, the Muslims seem at first to have allowed the mint-towns they conquered to continue striking Sasanian drachms without changing the legends or design. From the 30s/650s onwards, the coins were subtly modified to include a brief Arabic legend marking them as an Islamic issue, and during the 40s/660s we find the name of an Arab governor or caliph replacing that of the long-dead Sasanian monarch. But in other respects the design changed little for some fifty years until the great reforms of ‘Abd al-Malik b. Marwan in the late 70s. In the West, however, the situation was rather different. Syria, Jordan and Egypt had been part of the Byzantine currency system, based on gold dinars and copper folles. Unlike the Arab-Sasanian drachms, which all bear the date and mint of issue (a feature also adopted for the post-Reform Islamic silver coinage), Byzantine gold and copper is seldom dated in this way. This means that the chronology of the Arab-Byzantine coinage is less well understood, and scholars continue to disagree over some points, but there are good reasons to accept the broad scheme outlined by Tony Goodwin (Sylloge of Islamic Coins in the Ashmolean, Volume 1, p.106). On this analysis, until the late 30s/650s it appears that the local demand for coinage was met by importing Byzantine copper coins – and that this import was officially sanctioned by the Arabs. In or about 40h, it seems that these imports almost completely stopped, and local cities in Syria, Jordan and Palestine began to issue their own copies of Byzantine folles to fill this gap. From 55h or so, the first copper fulus with Arabic legends start to appear and this represents the inception of what may be termed the Arab-Byzantine coinage. Over the next fifteen or twenty years we find more and more mints beginning to produce these coins, duringwhich period we can also see a move away from local types being issued on local initiative towards ever greater standardization and central control. In or about 70h this culminates in the introduction of a new, uniform type at virtually all mints, with the Standing Caliph image on the obverse and the modified cross-on-steps on the reverse; this was to endure for another decade until it was in turn replaced by post-Reform fulus. By contrast with Arab-Byzantine copper coins, which were clearly produced in very large quantities, it seems that gold coins were never issued in significant numbers. Why was this so? One answer is that the Arab-Byzantine copper fulus were essentially a local coinage, produced on local initiative. This attitude survived the coinage reforms of ‘Abd al-Malik, and so post-Reform fulus may carry any or all of a mint-name, a date, and the name of a local governor or official – although many in fact have none of these and bear purely religious legends. This kind of variety is not found in the silver and gold coinage, which was far more tightly controlled, and indeed the degree of uniformity between coins struck thousands of miles apart is remarkable. So while the caliph was apparently content for governors to strike Arab-Byzantine copper coins to meet local demand, issuing a gold coinage would have been another matter entirely and one which would have required official approval. There are nevertheless indications that the need to replenish the supply of gold coins available within the former Byzantine provinces was being felt during these early decades. A small number of ‘de-Christianized’ Byzantine solidi have survived, all very close copies of seventh century Byzantine prototypes with the bare minimum of modification to remove overtly Christian symbols. Thus the crosses on the emperors’ crowns have been removed, and the cross-on-steps is transformed into a T-shape with the top arm removed, but in other respects the designs and legends are unaltered. There are good reasons to regard these as local issues: Bernardi lists only some fifteen specimens extant (which is less than half the number of ‘year 77’ dinars known today) but these nevertheless copy four different prototypes. This lack of standardization seems to fit better with the idea of a local governor recognizing the shortage of gold coins and so striking solidi which were sufficiently Islamic to be acceptable to the caliph while otherwise attracting as little attention as possible. The coin offered here is a very different proposition from these earlier copies, and is surely to be regarded as part of the first stage of ‘Abd al-Malik’s series of reforms which ultimately led to the adoption of a uniform silver and gold coinage throughout the Islamic world. The obverse is still a close copy of a Byzantine solidus, but it is noteworthy that a type without legend should have been chosen meaning that there is no Latin to be seen. The choice of three standing figures also forms a clear visual contrast with the single figure of the Standing Caliph which featured on virtually all fulus then being struck. The reverse, however, with its Islamic marginal legend written in Arabic around a modified cross-on-steps, is a much bolder statement, unequivocally announcing that the coin has been struck to circulate in a province which is part of an Islamic empire. The coin is still recognisable as the successor to the old Byzantine solidi, but the legends are no longer intended to be familiar to Greek or Latin speakers. Anyone who wished to read the coin had to learn Arabic – which ‘Abd al-Malik had adopted as the official language of the new empire. The coin is undated – the ‘B –I’ on the reverse is a Byzantine indictional year copied from the prototype along with the rest of the reverse design, and no longer represents a meaningful date. But it is generally thought that these first attempts at a gold coinage with Arabic legends were issued between 72-74h, after which dated Standing Caliph gold dinars are known for the years 74-77h, followed in turn by post-Reform dinars issued from 77h onwards. They are best understood as the gold counterpart to an experimental series of Arab-Sasanian type silver drachms which do bear both mints and dates; these are unambiguous in stating that they were issued at Damascus from 72-74h, and it seems difficult to imagine that these gold coins could have been produced elsewhere. Like these silver drachms, it seems that they were never produced in large quantities, and their great rarity today may be explained by the actions of ‘Abd al-Malik b. Marwan after the introduction of his new, purely epigraphic dinars in 77h: ‘The Caliph issued a command that…all of the formerly-used Byzantine and Arab-Byzantine pieces were to be recalled to the mint for restriking. All those who ignored this order were to be punished by death.’ (from The Coinage of Islam: Collection of William Kazan, Beirut, 1983, p.22). la medesima aveva realizzato da Baldwin's 110.000 sterline + fees 6 anni prima3 punti
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A me spesso.. E' imprescindibile l'attrazione fatale.. Ci sono tondelli come già raccontato più volte che non riesci a capire il perchè del loro richiamo, taluni addirittura fuori area di raccolta. Io ho una mia teoria a riguardo, noi siamo solo dei vicoli, loro i tondelli ci scelgono come custodi del tempo.. Wiva la passione, Wiva l'emozione, Wiva l'irrazionalità... Eros3 punti
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Qui vi sono alcune "differenze di conio", curiosità che trovano comunque estimatori.3 punti
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Alcune informazioni spero interessanti, mi perdonerete se le poche informazioni che pubblico sono basiche e soprattutto non vi è la parte storica documentale, ma quella è riservata alla pubblicazione del volume, questo e i seguenti sono solo appunti di catalogazione3 punti
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Buonasera a tutti, oggi mi trovo ad iniziare questa discussione perchè dopo diversi mesi dal suo acquisto mi sono accorto che quello che avevo acquistato come un sesino di Francesco I d'Este per Modena, è in realtà (o almeno penso) un imitazione coniata nella zecca di Solferino da Carlo Gonzaga. Il volto del duca e l'aquila nel rovescio sono esattamente identici alla moneta modenese e questo mi ha tratto in inganno per tutto questo tempo, anche se sin da subito mi ero accorto che quel poco di legenda rimasta leggibile non combaciava con nessuna variante trovata sui cataloghi. Nelle ultime settimane mi era venuto il dubbio che potesse appunto trattarsi di un imitazione gonzaghesca, ed ecco che finalmente ieri ho trovato quella che credo essere la giusta classificazione di questa piccola ma affascinante moneta. Come si può vedere dalle foto, al dritto, alla destra della testa del duca, si possono ancora leggere le lettere (C)AR . D . G . che sono proprio le iniziali della legenda presente sulla moneta di Solferino. L'imitazione della moneta per modena è davvero ben fatta, continua a risultare credibile anche a quasi 400 anni di distanza... A questo punto mi sorge un dubbio, quali vantaggi poteva portare l'immissione nel mercato di queste imitazioni per le zecche che, come Solferino, le coniavano? Inoltre, vi trovate d'accordo con la mia classificazione della moneta? Grazie a chiunque vorrà partecipare alla discussione. Cioso.2 punti
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Ti confermo la classificazione e anche, ora come allora, complice la parziale obliterazione delle legende, la intrinseca difficoltà nell'individuazione dell'inganno. Per comprendere le motivazioni (speculazioni monetarie) che potevano spingere a queste imitazioni ti consiglio la lettura del lavoro che ti segnalo in collegamento... perdonerete l'autopromozione...ma è il lavoro più recente e sistematico sulla monetazione bassa di Francesco I. https://www.academia.edu/34619869/Modena_sesini_muraiole_e_giorgini_per_Francesco_I_dEste_proposta_per_una_collocazione_cronologica_delle_varie_tipologie._Prima_Parte https://www.academia.edu/34883901/Modena_sesini_muraiole_e_giorgini_per_Francesco_I_dEste_proposta_per_una_collocazione_cronologica_delle_varie_tipologie._Seconda_parte Si tratta di uno studio pubblicato nel 2017 in sette puntate da Panorama Numismatico e riproposto in formato pdf su academiaedu; in particolare, scorrendo la seconda parte fino all'inizio della quinta puntata (corrispondente al fascicolo di P.N. uscito nel giugno 2017, da pag.41), leggendo i paragrafi di pag,41 e 42 e relative note, potrai trovare la spiegazione, non l'unica, di quanto la speculazione monetaria poteva fruttare ai commercianti del tempo...di fatto un guadagno anche del 25% spostando i sesini da Modena a Firenze. ciao Mario2 punti
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Ciao! Gettone/tessera ad uso di "titolo di credito convertibile" da parte di un ipotetico possessore, nel senso più ampio del termine, non ti so dire; certamente ci sono stati gettoni/tessere che rappresentavano un "controvalore"; vedi quelli per la distribuzione dell'olio o del sale in uso a venezia, o in generale quelli per ritirare derrate alimentari che sono stati in uso fino al secolo scorso ed emessi da nomerose società caritatevoli o religiose. saluti luciano2 punti
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Qualche info del giorno prima : inizio ore 18,30 con Conferenza Prof. Lucia Travaini segue presentazione nuovo Gazzettino e Catalogo Ambrosiana si finisce con aperitivo rinforzato offerto dall'Associazione per tutti e in Hotel Entrando la locandina sarà proiettata a video che vi porterà alla Sala Milano entrando a sinistra e scendendo poi la scala 52 posti a sedere controllati ora, quindi due interessati dell'ultima ora potrebbero ancora aggiungersi, in fondo bancone per nuove iscrizioni o ritiro dei prodotti bibliografici per i soli soci Indirizzo esatto Hotel Galles, Piazza Lima 2, Milano, di fronte esattamente all'uscita della metro 1 la rossa, fermata Lima Di fronte anche parcheggio sotterraneo a pagamento Ingresso gratuito per chi ha già dato il nominativo esattamente 50 e per eventuali altri 2, soci o non soci, in pratica chi vuole. Per altre informazioni chiedete pure anche qui, o in MP, o nella nostra mail [email protected]2 punti
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Condivido in toto quanto detto da Eros..però..però..a volte è meglio darsi un pizzicotto e non farsi perdere dalla smania dell'acquisto e continuare sulla strada del collezionismo che si è scelto... Prendere tutto, diventa dispersivo e dispendioso e col tempo, poi, ci si pente, ad aver accumulato più che collezionato.... Saluti Eliodoro2 punti
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Già... È giusto il Motivo per cui ho postato alcuni appunti del volume di cui sopra... Almeno si Inizia a capire se poter criticare costruttivamente e in base a cosa... Altrimenti rimane una discussione sterile2 punti
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Accetto sempre di buon grado critiche costruttive, anzi si figuri che proprio grazie a discussioni animate si è giunti poi a conclusioni che forse, senza contrasti, non si sarebbero raggiunte. Ciò che anima il mio studio è la passione, posso capire che vi possa essere altrettanta passione anche in altri, ciò che non digerisco con facilità è invece la critica fine a se stessa, che NON È quella definita nel link di cui sopra. Critica, non demolizione per partito preso. Questo è il mio punto fermo. Relativamente allo studio, ciò che è stato mostrato è frutto di mesi di studio che spero siano graditi. Lo sharing della Conoscenza è quanto di meglio abbiamo per migliorarci. Aggiungo che la passione mia e dell'autore Magliocca è quanto di più lontano ci sia al marketing o alla strumentalizzazione. Mi pare non vi debbano essere dubbi in merito, qualora ci fossero, eccoli dichiaratamente fugati. My 2 cents.2 punti
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Questo un dettaglio grafico della spiegazione del perché si tratta di una ribattitura VOLONTARIA riferita alla piastra di Francesco II2 punti
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Caro @rastan apprezzo la passione che metti nel cercare di convincere chi vuole documentazione precisa. Non si può dare torto ai novelli s.Tommaso se chiedono una cosa lecita (anche se non capisco la trasudante irritazione dalle righe di certuni). Il problema qui è che chi ha posto le aquile capovolte lo ha fatto solo in anni che hanno corrispondenza nei momenti di tensione fra monarchia e popolo, mentre gli altri errori (lettere sottili e no, caratteri diversi, punti e puntini assenti o meno, ecc.) sono equamente spalmati in tutti gli anni di regno di Ferdinando II. L'apposizione dei pennuti a testa in giù è stata fatta solo in alcune monete (per quanto si tratti di un numero consistente) e se è vero che voleva essere un atto di sfida al regnante, risulta difficile pensare che l'autore abbia lasciato documentazione del tipo "sono stato io", ma che abbia preferito nascondersi dietro le varie "varianti" che hanno afflitto tutta la coniazione di Ferdinando. Rimane (in assenza di ulteriori prove) la congettura, a mio parere estremamente probabile, basata sulla coincidenza degli anni. Hai parlato di una più approfondita documentazione che permette di meglio comprendere ed interpretare il tutto. Proporrei di sospendere questa (sterile) polemica in attesa di leggere il libro che dici in preparazione: sarà più facile, poi, giungere - tramite una critica costruttiva - ad una verità. Ma tieni presente che, qualora la documentazione risultasse chiara ed inappellabile a tuo favore, ci sarà sempre qualcuno che non vi crederà: ancora adesso - nonostante secoli di prove - c'è chi non vuol credere che la terra sia sferica...2 punti
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Due monete dalle colonie greche di occidente, con belle raffigurazioni di tori : coniate nello stesso luogo, ad una ottantina di anni di distanza tra loro . Dalla seconda, un nomos di Turio, il bellissimo toro al rovescio dice del periodo in cui un Re era un Basileos : dalla prima, uno statere incuso di Sibari, il forte toro retrospiciente potrebbe ricordare un tempo in cui un Re era un Wanax .1 punto
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Ciao vero e qua la cosa si complica, ma a cosa corrispondevano? Ho dato un'occhiata veloce su acsearch, su circa 800 monete semplicemente scrivendo dupondio, la maggior parte delle raffigurazioni femminili erano pre riforma, perciò escludiamole, delle altre ne ho contate 11 con pesi dichiarati dai 8 gr di Tranquillina ai 15 di Sabina, Faustina I da 12 a 13, Domna da 10,91 a 12,77, fatto la stessa cosa per gli assi, risultato su 12 monete Domna da 11,64 a 12,7 Sabina da 9,17 a 12,79, Faustina da 8,21 a 13,50. Io rimango dell'idea che anche queste emissioni facessero parte degli assi, non credo che girassero con in tasca un bilancino. Silvio1 punto
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Grazie comunque Giuseppe. Posto anche il dritto, vediamo se può aiutare...forse è un tondello ribattuto? ma su cosa?1 punto
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Ciao a tutti, questa tendenza descritta da @Legio II Italica è innegabile, ma è appunto parecchio difficile separare un certo tipo di utenza dall'altra. Pochi giorni fa ho partecipato ad una discussione un po' "movimentata" in cui un nuovo utente cercava delle identificazioni di monete romane comprate per ampliare i suoi interessi: non era affatto interessato al valore economico, non sperava affatto di aver fatto l'ormai famigerato "colpaccio" - secondo me si capiva che lui cercava più informazioni e meno "quotazioni". (un saluto se lui legge questo post e si riconosce..?) Altri invece arrivano a gamba tesa con un "Quanto vale??????" in apertura, che tutto sommato non lascia molti dubbi. E se la sezione "Richiesta Identificazione/valutazione/autenticità" diventasse "Richiesta Identificazione/autenticità"? Tanto poi su certe monete vengono date solo delle cifre di massima, da catalogo. Se qualcuno qui da noi si fa identificare una moneta rara di un certo valore, può poi sempre vedere in rete ( Baia & co.) -> da solo <- a quanto sono state vendute, mai che poi capitasse che vada da un perito. In altre sezioni di approfondimento, poi, si può tranquillamente parlare anche del valore, ma l'approccio qui è un altro. Stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia... Servus, Njk1 punto
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Dieci consecutive... praticamente hai regalato un milione di miliardi! ___________1 punto
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Ciao Stefano la prossima volta che hai intenzione di liberarti di altre banconote pensa anche noi1 punto
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Molto grazie, giulira. I'm sorry for the delay replying...squirrels chewed through a cable and caused major problems with our Internet. We now have a new service line, and the squirrels have something fresh to chew on. v.1 punto
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Buonasera finalmente a Verona son riuscito a trovare questa tipologia come volevo io...le foto non son proprio il massimo ma spero rendano l'idea son molto soddisfatto grazie a chiunque si esprimerà marco1 punto
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Roman Provincial Coins Thrace, Pautalia. Caracalla. A.D. 198-217. Æ (30 mm, 18.53 g, 1 h). Laureate and cuirassed bust of Caracalla right / Apollo Iatrus standing slightly left, leaning on serpent-entwined staff and resting hand on hip; behind Apollo, small figure of Aesculapius standing facing, head left, extending arm toward him. Ruzicka 172; Varbanov 2142. Very rare. Nice original green patina. Nearly extremely fine. The reverse of this rare coin of Caracalla depicts Apollo Iatrus, or Apollo in his guise as a healer (Iatrus literally means ""physician""). Apollo was also the father of Aesculapius by his lover Coronis, who is shown on this coin standing to his side of his father, presenting him with an uncertain object, probably a caduceus. The staff that Apollo Iatrus rests upon is a restorative token of the serpent that entwines it and which has the ability to slough its skin. Although we know that leading up to his eastern expedition Caracalla sought the healing powers of the gods, we do not know from which illness(es) he ailed. In Germany, the emperor visited a shrine of Apollo Grannus (originally a Celtic god of healing associated with thermal and mineral springs), then visited the great shrine and medical complex of Aesculapius as he passed through Pergamum, and finally he sought relief at Alexander's tomb once he reached Alexandria. ILLUSTRAZIONE: UN MEDICO ROMANO ALL'OPERA.1 punto
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Infatti ho già messo in programma di visitarla appena rientro a Milano oltre a fare una capatina al Cordusio per vederci. Colgo l'occasione per ringraziarti dell'invito all'inaugurazione, purtroppo non mi era possibile esserci per quella data. Posto l'ultima moneta, il Grosso della repubblica Ambrosiana: Possiedo anche un mezzo ambrosino d'oro (non l'ho ora a portata di macchina fotografica), che ritengo non sia corretto attribuire a Luchino o Giovanni Visconti dato che non è presente un riferimento nominativo a differenza delle altre coniazioni a loro attribuite. Non conosco le datazioni e la presenza di ripostigli in cui era presente tale moneta ma da profano trovo verosimile sia del periodo della signoria viscontea ma sotto Matteo Visconti dunque precedente al 1339. A parte ciò ho trovato giusto metterla in collezione dato che come detto in precedenza colleziono monete milanesi prive di riferimenti ad personam.1 punto
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E dov’è questa documentazione? Un conto è studiare... ma se non ci sono documentazioni a riguardo? e per favore, si risparmi risposte sarcastiche con chiamate varie di tappi di bottiglia te simila. Qui si parla di avere documentazioni probanti con cui fare asserzioni di un certo peso.1 punto
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Numismatica Ars Classica > Auction 105 Auction date: 9 May 2018 Lot number: 83 Price realized: 45,000 CHF (Approx. 44,816 USD / 37,803 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Show similar lots on CoinArchives Find similar lots in upcoming auctions on Lot description: Aurelian, 270 – 275. Aureus, Antioch early 273, AV 5.29 g. AVRELIA – NVS AVG Laureate and cuirassed bust r.; with lion's skin (?) over l. shoulder. Rev. RESTITV – TOR ORIENTIS Aurelianus on prancing horse r., attacking with spear two fallen enemies, of which the one on the l. is already run through by a spear while the one on the r. covers his head in protection. C –. RIC –. Göbl pl. 138, 365 (pierced, these dies) = Estiot pl. 85, 260 (pierced, these dies, Cyzicus). Calicó 4031 (this coin). Biaggi 1563 (this coin) Of the highest rarity, only the second and by far the finest specimen known. A lovely portrait and a very interesting reverse type. Almost invisible scuff on reverse, otherwise extremely fine This coin published: Sylviane Estiot, "L'or romain entre crise et restitution", in Journal des Savants, 1999, pp. 51-148, no. 159b. Provenance Leo Biaggi de Blasys (1906-1979) Collection, acquired privately in 1978 by Bank Leu and Marco Ratto. Sold by Numismatica Ars Classica, Zürich, auction 33, 6 April 2006, lot 572. Sold by Numismatica Genevensis SA, Geneva, auction 4, 11 December 2006, lot 238. Aurelian, arguably the greatest of Rome's so-called military emperors of the third century, hailed from Sirmium in Pannonia Inferior, and was either of very humble origins or possibly of equestrian stock. He joined the legions when he was around twenty years of age, ca. A.D. 235, rising rapidly through the ranks to become, first, a cavalry commander during Gallienus' reign, and subsequently to the position of Magister equitum – cavalry commander and, effectively, the overall commander of the Roman army after the emperor – under Claudius II as well as a member of that emperor's inner circle of advisors. While still a cavalry commander under Gallienus, Aurelian led a contingent in the Battle of Naissus (A.D. 268), which saw the Goths defeated, and participated in the siege of Mediolanum against the usurper Aureolus, during which Gallienus was assassinated and Claudius II was proclaimed the new emperor. Under Claudius II, Aurelian successfully led the cavalry in many engagements against various invading tribes along Rome's borders in Rhaetia and in the Balkans – principle among them the Alemanni and, again, the Goths – and when Claudius succumbed to the plaque in A.D. 270 while himself campaigning against these Germanic tribes the soldiers elevated Aurelian to the purple. Aurelian's first task as emperor was to secure his power by defeating Quintillus, the brother of Claudius II who had been elevated to the throne by the Roman Senate. He made short shrift of the Senate's choice, and the august body had no choice but to immediately confirm his position. With this accomplished, Aurelian set about the task of restoring the res publica, as the previous two decades had seen Rome suffer greatly from incursions of barbarian tribes, widespread instability, devastating plaques, a number of usurpers, and ultimate financial collapse, all of which eventually led to the splintering of the Empire itself. In the west the general Postumus and his successors had created a breakaway Gallic Empire consisting of the Roman provinces of Britannia, Gaul and Spain, while in the east the city of Palmyra under Queen Zenobia and her son took control of much of Asia Minor, Syria and Egypt. By the time Aurelian had secured his position as emperor, the Gallic Empire was on its last legs, and Aurelian decided to wait to deal with it. Thus, in A.D. 272 he focused his attention on the Palmyrene Empire, which had recently cut off shipments of Egyptian grain to Rome, the Eternal City's principal source of food. Marching through Asia Minor, all but two cities – Byzantium and Tyana – opened their gates to Aurelian's troops. At Tyana, the city authorities had refused to submit, but after capturing the city the emperor magnanimously spared its inhabitants. When other cities in the east heard of the emperor's benevolence towards Tyana, they readily opened their gates to the emperor. Thus within six months Aurelian was before the gates of Palmyra itself, which quickly surrendered after its queen fled the city. Aurelian's conquest over the Palmyrene Empire permitted the reinstitution of the Egyptian grain supply to the Empire's capital, thus freeing the city of Rome from imminent starvation. The emperor was hailed Parthicus Maximus and Restitutor Orientis ("restorer of the East"). The reverse of this exceptionally rare aureus – one of only two known – celebrates Aurelian's victory over the East. Here Aurelian is depicted as the cavalry commander, riding astride his horse and bearing down on two enemy combatants, which he spears with his lance. The ethnicity of the enemy is made clear by the Phrygian helmets they wear – they are easterners. The legend, RESTITVTOR ORIENTIS, proclaims Aurelian as the restorer of the East, and indicates that the coin was struck shortly after the conquest of Palmyra and commemorates Rome's victory.1 punto
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Un grazie va a voi che avete dato vita a questo evento e non solo anche agli altri, quelli ai quali ho partecipato con immenso piacere ed entusiasmo ed anche a quelli dove purtroppo non ho potuto partecipare, ma ho seguito in streaming. A martedi sera.1 punto
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E allora perchè non lo segnaliamo in massa? E' davvero insoddisfacente tenersi così quei folder...1 punto
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Ciao La distinzione tra asse e dupondio è sempre stata oggetto di discussione e da quel che ho letto nell’articolo se pur spiegata bene,ne è stata tralasciata una parte, provo a spiegare quello che ho imparato, leggendo e ragionando su quel che leggevo. Sino a Nerone le differenza sostanziali erano due : peso e metallo, uno come già detto rosso l’asse in rame e giallo il dupondio in oricalco, differenza che dopo poco tempo scompariva per l’ossidazione che essendo anche il dupondio in maggioranza composto da rame risultavano identici con notevole difficoltà di identificazione e visto che la differenza di peso era minima circa 4 gr la cosa si faceva dura,dopo poco tempo a causa dell’usura e del peso effettivo del tondello non sempre esatto sia per una moneta che per l’altra, ma visto che il valore intrinseco rimaneva comunque doppio la cosa non penso andasse molto a genio sia a chi doveva riceverlo che a chi doveva spenderlo. Nerone come sappiamo fece la riforma che semplicemente riassumiamo in corona radiata e laureata, ma prima di arrivare a questo ci furono diverse prove, sia per l’una che per l’altra moneta. Furono coniati degli assi ridotti con in esergo il valore I dal peso di circa 6 gr sia con la testa radiata che con la testa laureata, e con lo stesso retro come per esempio il Genio che si trova con la testa laureata e il segno in esergo I o l’Apollo citaredo con testa radiata e il simbolo I o i vari dupondi qui con segno II o senza , es della serie con al retro la Securitas la troviamo con Nero radiato o laureato stessa cosa per la serie con la Victoria Augusti, pero’ tutte queste prove probabilmente sono finite con la scelta della semplice corona radiata e laureata per distinguere i due valori, cosa molto semplice e istantanea da vedere e capire anche per le persone meno colte, e eliminando il problema dell’ossidazione. È vero ci sono varie aste che catalogano assi per dupondi solo in base al peso,anche se ho visto che su tre dei 4 link postati il peso era di circa 10 gr e non ne riesco a capire il motivo se non uno sbaglio o un tentativo di attirare maggiormente l’attenzione del compratore. Questo come ho detto è quello che ho capito sulla differenza tra questi due nominali, passibile di correzione. Secondo il mio parere la moneta descritta rimane un’asse. Silvio1 punto
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Eccomi..le monete che colleziono io (basso impero) ci stanno bene...anche le più grandi.1 punto
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10 Cents from Umberto I were known by the population as 'Palancone', no idea why. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-U1/31 punto
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Immediata e gentilissima risposta del Prof. Giovanni Gorini che qui riporto : Ho dato un’occhiata alla sua moneta e mi sembra autentica ed è chiaramente una moneta celtica della Baviera. In particolare si dovrebbe trattare di un quarto di statere (peso medio1,895 gr) delle emissioni note come Regenbogenschossulchen . Datazione I sec. a. C. D/ anepigrafe R/ depressione centrale con forse tre globetti al centro, che però non riesco bene a distinguere nella sua fotografia. Rif. bibliografici : M. Kostial, Collezione Lanz, 1997, n. 12; B. Ziegaus, Collezione Flesche, Muenchen 2010, nn. 327, 3371 punto
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http://www.revista-hecate.org/ Spanish numismatic journal. Open acces! Call for Papers open until 30 november. Godas Rex. La amonedación del Reino de Godas Un nuovo metodo d’indagine scientifica dei documenti numismatici: DIANA (Digital Iconographic Atlas of Numismatics in Antiquity). Il caso studio della triskeles Kind regards1 punto
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nel complimentarmi con tutti per le bellissime monete postate... ne pubblico anche io una degli stati preunitari che per bellezza e conservazione mi piace un sacco e penso meriti di essere condivisa in questa discussione. Auguri di buon anno a tutti1 punto
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Salve,altra moneta a cui tengo parecchio è questa, non si tratta di moneta rara , ma è in una conservazione abbastanza piacevole. Un grano 1737 per Carlo di Borbone, zecca di Palermo.1 punto
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Tra i gettoni dei cosiddetti ‘Lombard Bankers’, le famiglie di banchieri delle città del Nord d’Italia che espansero la loro attività e guadagnarono una crescente influenza in gran parte dell’Europa, ve ne sono due pubblicati dal Mitchiner in relazione con le due tessere mercantili del Guinigi. L’aquila a sinistra sul diritto e la lettera ‘P’ (Pisa) sul rovescio suggerisce l’attribuzione del primo alla città di Pisa. Da notare che la lettera ‘P’ è stata anche raffigurata sui gettoni coniati dai Pulci di Firenze, e che l’aquila è stata usata come simbolo da parecchie famiglie tra cui gli Agolanti di Firenze e Bologna, i Dati di Milano e i Valori di Firenze. La chiave sul secondo gettone è il logo della famiglia Riccardi di Lucca, che aveva uffici anche a Firenze e a Roma e rapporti in Inghilterra e in Francia. La tessera del Guinigi di I tipo nasce dall’associazione aquila-chiave e quella di II tipo dall’associazione ‘P’-chiave. apollonia1 punto
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Ora dobbiamo aggiungere le decine delle lire. Abbiamo già una tessera sul 90 ed andiamoci ad aggiungere le 70 lire della seconda cifra. Ormai il procedimento è acquisito e andiamo a spostare verso sx la tessera di quante sono le decine di lire da aggiungere. Quindi nel primo passaggio metteremo una tessera su 100 (+10) (lasciandola lì) e ne prenderemo un'altra per terminare la somma partendo da 10 (+20), 20 (+30) .... fino ad arrivare a 60 (+70). Analogamente a quanto fatto finora, si toglie la tessera sul 100 e si sposta a sx quella posta sulle centinaia (800) portandola a 900 ed ora passiamo a sommare le centinaia di lire. Partendo da 900 andiamo a sommare le lire della seconda cifra (400). Spostiamoci a sx fino a 1000 (+100) e lasciamo la tessera. Ripartiamo da 100 (+200) e così via fino a giungere a 300 (+400) e lì posizioniamo la tessera. Ora siamo in questa situazione Non ci rimane che sommare le migliaia di Lire. Togliamo la tessera sul 1000 e spostiamo la tessera sul 6000 di una casella a sx, quindi su 7000 ed andiamo a sommare le migliaia di lire della seconda cifra (6000). Stesso procedimento, spostiamo a sx la tessera da 7000 a 8000 (+1000).... fino a 10000 (+ 3000), qui lasciamo la tessera e ne prendiamo un'altra e ripartiamo da 1000 (+4000)... fino a 3000 (+6000) e posizioniamo la tessera. A questo punto per terminare la somma basta togliere la tessera su 10000 e spostare di una casella a sx la tessera delle decine di migliaia che era su 40000 e portarla su 50.000. La somma è terminata e la tabella si presenta come segue: Quindi il risultato dovrebbe essere lire 953367, soldi 4, denari 3. Ed infatti la somma di lire 946893, soldi 16, denari 6 con lire 6473, soldi 7, denari 9 è proprio quella. Può sembrare complicato, ma all'epoca era un ottimo sistema anche per chi era anlfabeta. Questo metodo però ha il vantaggio di usare poche tessere, ma lo svantaggio di fare una somma alla volta. Infatti c'è un altro sistema che prevede la somma di più cifre assieme, ma la necessità di più tessere magari di colore diverso o di tipo diverso per distinguersi tra loro... ma per oggi basta. Credetemi, è più facile da capirlo che da spiegarlo.1 punto
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