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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/17/18 in Risposte
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Per me è autentica. Sono normali bolle di cuprite. ps. Bella moneta!4 punti
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“Se tutte le cose diventassero fumo, sarebbero i nasi a conoscerle.” ERACLITO Un saluto a tutti gli amici sono stato per un pò di tempo assente. Dopo un bel pò di tempo nuovo arrivo con tanto di naso. Vissutella come piace me, un saluto a tutti e a rileggersi mi auguro quanto prima.3 punti
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Moneta Artefatta Satirica 10 Soldi 1869 Pio IX https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Mentana3 punti
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Buongiorno, Altra mezza piastra 1856, con molte differenze rispetto a quella già postata sopra. Data con 5 ribattuto e cifra 1 che sembra presentarsi speculare. I 5 gigli nello stemma hanno forma di 5 Croci. Diversa forma delle aquilette. Torre molto stretta.3 punti
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Non seguo questa monetazione e non sono amante delle patine; le sole due monete in argento che ho sono chiuse in capsula per bloccarla prima che si formi. Mi permetto di scrivere perché sembra un gioco ed imparare fa sempre piacere. Apprezzo innanzitutto che nel ventaglio delle possibili scelte del sondaggio non compaia FDC. Trovo davvero che nel grading sia abusato (esiste davvero?) e comunque non sia mai possibile definirlo attraverso una foto. Detto ciò mi pare, vedendo altri esemplari passati nelle varie aste, che questa patina a macchia di leopardo sia la norma e che comunque la stessa non influenzi sensibilmente le aggiudicazioni. A me pare che la moneta non abbia circolato, i rilievi sono integri, direi intonsi e mi pare anche di vedere un po' di bavetta sul bordo. Pochi segni di contatto e una freschezza del metallo evidente. Per me insomma è UNC. Valore? Beh, leggendo le ultime aggiudicazioni, libera (e "probabilmente" dichiarata qFDC se non FDC) credo potrebbe realizzare 60 euro in asta (compresi diritti); chiusa in slab come MS63 quasi il doppio (certo anche chiuderla ha il suo costo). Perdonate se i miei ragionamenti sono errati ed attendo di sapere se e dove abbia sbagliato nella mia valutazione. Buona serata.2 punti
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E'..si, voi due mi piacete molto..... Non a caso ho lasciato trascritto qualcosa a pag. 440/441 del Manuale, proprio a tal proposito: parlo almeno dell'ultimo anno (o meglio scrivere, mesi) di regno di Ferdinando II di Borbone; speriamo che ulteriori ricerche Ci daranno ragione. Sono proprio le monete degli ultimi anni di Ferdinando che devono essere attentamente osservate, analizzate e valutate.....quindi occhio... il documento è chiaro: si coniarono monete sotto Francesco II nel 1859 ancora con l'effige di Ferdianando II .... ma quali cavolo sono ? ..... La prova della Piastra con taglio a rilievo, venne fatta su una moneta del 1856 (con l'effige di Ferdinando, appunto) ...ma eravamo nell'anno 1859.....Luigi Arnaud, preparò i cerchi per questo tipo di taglio. Per i ricercatori più sagaci....buona caccia.2 punti
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Sulla pagina Facebook del museo della sindone è stato condiviso (ritenedndolo così piuttosto affidabile) un articolo edito da vatican insider che è gestito dal quotidiano la stampa che mostra come le ipotesi sulla falsità delle macchie non sia attendibile http://www.lastampa.it/2018/07/17/vaticaninsider/sindone-macchie-false-ma-la-nuova-ricerca-solleva-molti-dubbi-bmqRrehgsJrylum6jUUETP/pagina.html2 punti
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Il sistema alfabetico utilizzato dai Greci per scrivere i numeri che si diffuse a partire dall'età ellenistica consiste nell'uso delle lettere del loro alfabeto, alle quali viene attribuito un valore numerico convenzionale determinato dalla posizione occupata. Per la codificazione numerica si è reso necessario l'uso di tre lettere arcaiche, stigma, coppa e sampi, oltre alle 24 lettere dell’alfabeto classico, in modo che il sistema numerale poteva disporre delle tre serie di nove lettere ciascuna elencate nel prospetto seguente. I numeri da 1 a 10 sono così espressi da una lettera, mentre per quelli da 11 a 19 sono necessarie due lettere, la iota per indicare una decina e una delle prime nove per indicare le unità. Analogamente i numeri da 21 a 29 sono rappresentati dalla lettera kappa (due decine) e da una delle prime nove indicativa delle unità, e così via. Su alcune monete antiche non vi sono dubbi riguardo al significato numerale di alcune lettere e letterale di altre. Per esempio, le emissioni autonome di Faselide (Licia) di tetradrammi in nome e nei tipi di Alessandro Magno dal 218 al 186 a. C. circa riportano in lettere maiuscole il numero dell’anno civico che parte da 1 (Alpha = c. 218/17 a. C.) e termina con 33 (Lambda Gamma = c. 186/5 a. C.), accompagnato dalla Φ iniziale del nome della città/zecca di Φάσηλις (v. ‘Le monete più attraenti di Alessandro Magno’ in Monete greche: Grecia). Nel mio tetradramma di Faselide (Gorny & Mosch 216), la iota maiuscola nel campo a sinistra del rovescio esprime 10 come anno civico, corrispondente a circa 209/8 a. C. LYCIA, Phaselis. Civic issue. Circa 221/0-190 BC. AR Tetradrachm (16.99 g, 30-34 mm). In the name and types of Alexander III of Macedon. Dated CY 10 (circa 209/8 BC). Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; in left field, I (date) above Φ. Price 2847; Müller 1185. VF-EF. E’ vero che la Φ sotto la Iota esprime il valore di 500, ma se le fosse stato attribuito questo significato, non sarebbe stato possibile assegnare la moneta alla zecca di Faselide! Così invece possiamo leggere sulla moneta il luogo e la data di nascita, come nella carta d’identità. Analoghe considerazioni valgono per altre monete di alcune zecche della Panfilia descritte nella discussione succitata. E’ stata avanzata l’ipotesi che le lettere e i monogrammi su una moneta indicassero il quantitativo di pezzi coniati nel processo di produzione ufficiale. In base a tale ipotesi, l’interpretazione delle lettere cerchiate in rosso sul tetradramma della foto è quella riportata in corsivo (v. ‘Quegli strani segni graffiti su alcune monete’ in Monete greche: Grecia). Piccolo Δ al diritto: 10 attico = 1.0(00.000) di dracme. P al rovescio nel campo in alto a sinistra: 100 del sistema ionico = 1.00(0.000) di dracme. MI al rovescio nel campo in basso a sinistra: M (10.000 del sistema attico) x I (10 del sistema ionico) = 1.000.00(0) di dracme. Quindi l’ipotesi ‘contabile’ prevede l’uso di un Delta sul diritto e sul rovescio di un Rho e del monogramma MI per indicare, con arbitrari adattamenti applicati caso per caso, lo stesso numero di un milione di dramme in tre zone diverse della moneta. Si può obiettare che i Greci potevano disporre del segno acrofonico M (per μύριοι o Miriade) che moltiplica per 10.000 il numero che lo accompagna, e quindi utilizzare tale segno seguito da un Rho (100) per scrivere 1.000.000 senza dare adito a dubbi. C’è anche da chiedersi poi perché su un tetradramma il numero di pezzi coniati dovesse essere espresso in dramme, quando per scrivere 250.000 bastavano due lettere con l’apice in basso a sinistra, Sigma e Nu, dato che con tale contrassegno il valore delle lettere del prospetto iniziale era moltiplicato per 1000. Come ultima osservazione, se nessuno dei tre segni impressi dal conio aveva a che fare con la zecca o con chi aveva curato la produzione delle monete, come sarebbe stato possibile attribuire il tetradramma alla zecca di Alessandria d’Egitto e stabilire che la testa raffigurata era quella di Tolomeo I Sotere, il primo sovrano dell’Ellenismo a mettere il proprio ritratto su una moneta? Ma c’è anche da tener presente che sulla stessa moneta vi sono quattro graffiti segnati in rosso nella foto seguente, che nell’ottica dell’ipotesi ‘contabile’ vengono interpretati come riportato in corsivo. Al diritto A sormontata da I = 1.000 (A originario di Andania o ,A=1.000 del sistema ionico) x 10 (I) = 1.000.0(00) di dracme. Al rovescio = 1.000 del sistema attico = 1.000(.000) di dracme; Al rovescio = 10 del sistema attico = 1.0(00.000) di dracme; Al rovescio = 1.000 (A originario di Andania o ,A=1.000 del sistema ionico) = 1.000(.000) di dracme. Tale lettura dei graffiti si basa sul presupposto che essi fossero tracciati dal personale della zecca adibito a marcare ogni moneta appena uscita dal conio, con il risultato che era inciso a mano, in forma diversa, per quattro volte lo stesso numero che il conio aveva impresso una volta sul diritto e due volte sul rovescio. Boh!2 punti
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Ciao @web27it, io personalmente NON spenderei mai quella cifra per una Piastra 1856 con "presunte" varianti. Saluti, Rocco2 punti
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Salve Rocco68 io sono un uomo del sud è mi definisco all'antica perchè credo moltissimo alla vera amicizia anche se virtuale appunto mi piace condividere le mie monete con altri.2 punti
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Io ritengo che il fenomeno dei suberati vada inserito in ambito "ufficiale" quanto a luogo e/o mezzi e/o maestranze di produzione. La prova sta nel livello estremamente elevato di fabbricazione che di fatto rendeva impossibile la distinzione dal tipo ufficiale. Quanto invece all'autorità che ci sta dietro la faccenda è più complessa: quantitativi studiati dai funzionari di zecca? Numerario destinato a usi specifici e particolari? Intere officine "deviate" che lucravano sulle risorse statali in barba al governo? Conii ufficiali trafugati dalla zecca da parte di alcune maestranze in contatto con gruppi criminali dediti alle frodi? Infine, sebbene in via del tutto residuale, non mi sento di escludere in senso assoluto nemmeno l'ipotesi della falsificazione a opera di ottimi falsari (in fin dei conti accade tutt'oggi). Quanto meno qualche ipotesi potrebbe prendere più forza e spessore se si riuscisse a fare uno studio puntuale e completo su tutti i suberati noti cercando possibili identità di conii con i tipi ufficiali... Ignoro se esistono lavori che hanno dato seguito a questo spunto.2 punti
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Gemini, LLC Auction XII, Lot 106, Date 11/01/2015, Hammer 10.000 USD Thessaly. Larissa. c. 370 BC. Drachm, 6.25g (11h). Obv: Head of nymph Larisa in three-quarter view, wearing two ears of wheat at the forehead, ear-pendants, and necklace. Rx: ΛΑ-Ρ-ΙΣΑΙ-[ΩΝ] Cuirassed and helmeted warrior on horseback right, holding spear. Herrmann, p. 44, pl. 6, 14. BCD Thessaly II, lot 292 (same dies). Traité II 4, pl. 299, 11. McClean pl. 173, 19. Minor metal flaw on cheek. About EF Ex CNG 90, 23 May 2012, lot 80. Ex BCD Collection. Ex Leu 22, 8 May 1979, lot 85 As at Syracuse which produced the model for this obverse type, the local nymph at Larissa too was sometimes reinterpreted as another goddess, in this case Persephone, as the ears of wheat indicate2 punti
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XX nummi,d.INVICTA ROMA ,R. Alberi di fico tra due aquile. N.C. Ostrogoti ,Teodorico. Complimenti,bella moneta. Adelchi.1 punto
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Capisco tutti i discorsi qui espressi, però molti varrebbero, a mio parere, se la differenza fra i prezzi riportati sui cataloghi e quelli di mercato , fosse del 10%-20% . Spesso sono del 50% , non capisco come molti lo accettino o cerchino di giustificarlo. Si compra un catalogo per le foto, la ricerca, ma anche per "conoscere" i prezzi, soprattutto agli inizi, come spesso si spendono cifre per la passione, la cultura ma anche per l' investimento teorico in questo Mondo numismatico. Come scritto in altri post, tutto ciò danneggia la Numismatica ed al posto di assecondare questo status quo bisognerebbe porvi rimedio. Casualmente i prezzi medi "veri" di ogni tondello sul mercato, si conoscono ......è così difficile stamparli ? Probabilmente non si vuole, e non ci vedo niente di positivo.1 punto
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Ciao se ne è parlato molto di fusi, e ogni volta che una moneta presenta delle imperfezioni di conseguenza viene classificata fusa. La differenza tra bolle di fusione è già stata spiegata parecchie volte, è per questo che ho detto che la moneta era buona e con un po' di conoscenza delle fusioni si riesce a distinguere da una fusione o da una coniatura. A prescindere da questa moneta, ci sono vari esempi di monete fuse per necessità, cioè per mancanza di moneta spicciola, era una prassi abbastanza comune nelle periferie e non solo dell'Impero. Ad Aosta ne sono state trovate molte nelle varie tombe e Orlandoni ne ha parlato molto in un suo articolo su " Scritti di numismatica " Silvio1 punto
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Arrivato oggi !! Monete e Mercanti, la collezione della Banca Popolare di Vicenza con intervento del famigerato Presidente Zonin. La parte storica di Alvise Zorzi e bellissime foto di ducati, zecchini e 1 per tipologia di Luigino Rancan. Un volume tutto da godere e da leggere per chi ama la storia e le monete di Venezia1 punto
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A mio parere è una piastra interessante ma non ti svenare nella proposta...1 punto
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Non è periziato, ma è a mio parere un bell'esemplare, con limitati segni di contatto e una brillantezza intatta del metallo molto forte anche sull'elmetto e su tutte le zone ampie, piane ed esposte (tallone d'achille di questa moneta). (anche la patina non è malaccio ...)1 punto
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Ciao, Perdona se estrapolo sono questo trafiletto riguardo quello che dici sui Littori, ma proprio da amante dei Littori posso dirti che un altro esemplare con una patina così io non l'ho mai visto... Poi, se da una parte è vero che il Littore FdC non è difficile trovarlo, diversamente non mi sembra che sul piano patine siam messi così bene... Li lavano tutti! E' tuttavia "fattibile" trovarne qualcuno patinato in modo molto gradevole... (ma con una patina così omogena, estesa ed iridescente... )1 punto
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Che dire?... azzardo una risposta… Probabilmente, abituati ad osservare le Piastre, vuoi perché sono più grandi, vuoi perché sono più comuni e più collezionate, abbiamo fatto l’occhio a queste e di conseguenza le aquile grandi e ben definite dei 120 grana, inconsciamente le abbiamo trasportate anche ai 60 grana come normalità… (chiedo scusa a Freud che a quest’ora si starà rivoltando nella tomba). Non è un caso che, io per primo, consideravo le 12 torri nello stemma del Portogallo la norma anche nelle mezze piastre (invece sono 11) che nei tarì (14)… Per non parlare dei 3 gigli presenti nella palla più grande dello stemma dei Medici (considerati, a torto o ragione, come sinonimo di alta conservazione) sempre assenti nelle mezze piastre… Come sostenuto da @Rex Neap in un altro post, nonostante i tanti studiosi che si sono cimentati con merito, nell’individuazione di errori e varianti, soltanto per i 120 Grana siamo fermi ad un 20%, non accorgendosi tra l’altro, di aquile capovolte e TVR… Tornando al tuo quesito, @Rocco68 , sicuramente ne spunteranno altre, di aquile ben definite nei 60 Grana, chissà se con date diverse… potrebbe essere un esperimento dell’ultimo periodo… chissà …1 punto
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Allego a titolo esemplificativo l'esemplare della Classical Numismatic Group, Mail Bid Sale 57 (2001), lot 421 punto
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Concordo con @luigi78, l'abbinamento tipologico non trova riscontro all'interno delle emissioni metapontine. Il simbolo dell'aratro, in particolare, pur contrassegnando una serie argentea di fine IV secolo a.C. accanto alla tradizionale immagine della spiga al R/, si trova associato al D/ alla testa di Demetra.1 punto
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Davvero interessante, sia per il lato umano del Cordusio, sia per l'interesse davvero globale sulle nostre monetazioni :)1 punto
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@paoloilmarinaio....il bello sarebbe trovare una Piastra 1833 con 13 torrette!1 punto
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Ciao, bel metallo, bella luce, ottimi rilievi... insomma ha tutte le carte in regola per essere un esemplare degno di nota. Magari manca solo un po' di patina, ma c'è tempo Complimenti!1 punto
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Salve , solo una cosa , non conservare le monete nelle bustine in plastica , nel lungo tempo creano umidita' e rovinano le monete .1 punto
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Salute stamani sono stato alla filiale della Banca d'Italia della mia città ed ho chiesto alla cassa circa la distribuzione dei 2 euro commemorativi 2018 e mi è stato risposto che saranno nelle loro disponibilità a settembre di quest'anno. Per sincerarmi di questa info ho chiamato prima il centralino della Banca d'Italia a Roma e sono stato in attesa circa mezz'ora affinché mi si passasse a rispondermi al telefono l'ufficio cassa, ma nessuno è venuto a rispondermi per darmi la info che volevo.Il centralino ha effettuato molteplici"rimpalli"telefonici ed alla fine qualche "anima pia" , impietositasi per il fatto che ero da tanto tempo ad attendere al telefono , mi ha attaccato il ricevitore.....fine della telefonata. Trattasi di un disservizio fornito dalla Banca D'Italia e non ci si può rifugiare dietro al fatto che sono oberati di lavoro e non possono rispondere al telefono con competenza. Salutoni odjob1 punto
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fortunatamente sì... solo lo scatolo bianco ha risentito... ma la mancanza del nastro di sigillatura mi lascia anche molto perplesso. Decisamente quelle 35 euro non sono state onorate compreso il numero di telef. in cui sbagliano la formattazione della cella del data base...1 punto
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Beh con i soli miseri 35€ di spedizione cosa pretendi?!?! A parte gli scherzi, pezzesca questa cosa, spero la moneta all'interno ci sia e sia miracolosamente integra.1 punto
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BB+ B ecc ecc per me nelle classiche NON HA SENSO è solo una deformazione dei collezionisti dei Vittori Emanueli e dintorni1 punto
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Ciao Paolo, secondo me, e sempre da come personalmente interpreto le foto, la tua piastra non raggiunge lo spl (mi attesterei su un BB/spl), con nota “colpi al bordo al dritto), che ne penalizzano il valore economico. ti saluto fab1 punto
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I tondelli con i ritratti frontali sono i miei preferiti. In questo caso la dracma con il ritratto quasi frontale della ninfa Larisa, crea un'effetto tridimensionale del ritratto, facendolo diventare quasi un tutto tondo. Ricordiamo che dal punto di vista incisorio le difficoltà sono maggiori.1 punto
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Guarda le conservazioni per le monete antiche lasciano il tempo che trovano, anzi ti dirò più sono belle e maggiori ritocchi hanno subito, questo vale soprattutto per i grandi moduli (ad esempio sesterzi). Nel caso di specie, la tua bella monetina è molto affascinante e con bellissima argentatura, hai fatto benissimo a comprarla.1 punto
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La scienza non può dare risposte a tutto, come la fede non può rispondere a quesiti scientifici. Ognuno ha il proprio ambito ed ognuno deve rispettare l'altro, senza sminuire o ritenersi superiore. Personalmente le tracce di sangue possono essere anche state ritoccate, oppure possono essere state prodotte anche posteriormente, ma non tolgono nulla, come ha detto già bene @Legio II Italica, al vero mistero della realizzazione dell'immagine tridimensionale ed in negativo.1 punto
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Si d'accordo, ma se un catalogo (nella specie di filatelia) sballa sui prezzi di mercato del 90%, non è più un catalogo-prezzario, ma diventa un nonsenso o meglio una barzelletta...1 punto
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Rex Neap questo è il bello della numismatica che ognuno ha un modo di vedere e giudicare una moneta e ognuno deve accettare il parere degli altri sono perfettamente d'accordo sulla conservazione che hai dato lo sapevo che il colpetto al bordo la penalizzava.1 punto
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Allora mi spiego meglio. L'UE insieme è nemica, anche se commerciale, mentre i singoli stati sono amici ''commerciali'' ? La spigola è meglio dello squalo ? E' questo il concetto? Arka1 punto
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Il 5 grana proviene da montatura, ha una doratura abbastanza spessa, l'ho visto pochi mesi fa nella classica scatoletta di plastica (che molti si ostinano a chiamare slab). Il proprietario della moneta in oggetto l'ha anche ostentata su Facebook in pompa magna e tutti gli hanno scritto che non è in oro.1 punto
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Ma come si fa a presentare certe mostruosita' (non mi riferisco a PLOTINA) , e' un English monster , altro che English patina !1 punto
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Chi mi conosce sa la mia passione per gli astucci e le medaglie dorate....qui c'è tutto questo1 punto
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Cari amici lamonetiani, stasera vi presento l'ultima moneta entrata nella mia collezione. Sono riuscito ad acquistarla da un amico che per tutta la vita ha collezionato monete. Si tratta di una mezza ghinea coniata nel 1801 a nome di Giorgio III. A mio parere lo stato di conservazione si attesta sul BB+ qSPl, ma attendo i vostri pareri ben più competenti su qualsiasi informazione riguardante la moneta in questione. Vi ringrazio e vi auguro una buona serata! Auriate1 punto
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Non ci è andato tanto leggero di pulizia...Ma per fortuna ora questo piccolo pezzo di storia sta in ottime mani. ? Bisogna considerare che Costantino è uno degli imperatori romani più importanti e studiati, talmente tanto che le sue gesta (vere e false) sono scritte in ogni libro di storia, da quelli delle elementari fino agli universitari. Riguardo a Crispo secondo me è sconosciuto per 2 motivi: 1) Non è descritto in molti libri di storia (al massimo nei libri universitari del dipartimento di storia) ; 2) Era cesare e non imperatore. Comunque ci sono anche imperatori importanti che, per la maggior parte delle persone, sono sconosciuti. Uno di questi che mi viene in mente è Aureliano.1 punto
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e soprattutto non esiste buon motivo per strapazzare una persona, e la sua inconsapevole fidanzata, che ha soltanto chiesto un parere, e visti i nobilissimi e antichi esempi di monete incastonate non mi sembra che si sia inventato nulla di scandaloso.1 punto
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@taglialuca, gli affianchiamo anche la sorella minore di un anno più giovane, una coppia del genere è da paura ?1 punto
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Riapro questo Post in quanto avendo terminato la lettura del libro di Livio Zerbini e volendo condividere con Voi , per chi non lo avesse acquistato , un breve commento su questo atteso e splendido libro su Traiano , mancante ormai in editoria da tanti decenni ; desidero farlo in questa Sezione di Storia piuttosto che nella Sezione Bibliografia , dove e' esposta una presentazione del libro , forse meno adatta ad un commento prettamente di carattere storico . Livio Zerbini oltre che essere un grande storico di Roma specializzato nell' area danubiana dell' Impero Romano e' anche un grande scrittore di argomento , ma di queste sue due peculiarita' personalmente gia' ne ero al corrente essendo in possesso di altri due suoi libri inerenti alla grande area storica dell' alto e basso Danubio che comprendeva in epoca romana la Pannonia e la Mesia Inferiori e Superiori e la Dacia dopo la conquista romana . Una consistente parte del libro su Traiano , ricca di nuovi particolari , frutto di recenti ricerche e studi , si basa su quanto ci raccontano i rilievi della Colonna Traiana , le Metope sopravvissute del grande Cenotafio di Adamclisiin Romania denominato Tropaeum Traiani e sulla abbondante Numismatica del periodo traianeo , poiche' essendo perduti i Commentari della Guerra Dacica scritti personalmente da Traiano e quasi tutta la storiografia antica dedicata a questo Imperatore , l' unica fonte scritta antica sui fatti narrati , per altro non diretta , ci giunge dalla storico Cassio Dione ; nel libro esistono altri riferimenti storici a Plinio il Giovane che ci racconta tra altri fatti le tentate alleanze tra Decebalo e Pacoro II Re dei Parti a cavallo tra le due guerre daciche , contiene inoltre riferimenti a Polibio , a Tacito , a Flavio Giuseppe che , per quanto riferito agli ultimi due storici , si riferiscono in generale all' esercito romano che quindi non sono contemporanei ai fatti ; cita inoltre Giovenale , Marziale , Seneca , oltre ad altri scrittori romani . Concludendo , con la lettura di questo libro biografico su Traiano , Livio Zerbini colma una lunga lacuna editoriale italiana di quasi 90 anni dedicata a questo Imperatore romano che non a caso e non per plageria fu chiamo dal Senato e dal Popolo Romano : Ottimo Principe , facendolo apparire con incontestabili prove non solo come un grande militare che riprese dopo circa un secolo la spinta espansionistica dell' Impero Romano , ma anche come un perfetto organizzatore e pianificatore militare , cosa che sembrerebbe scontata per un Imperatore , ma che con l' esperienza precedente di Domiziano , non fu una cosa affatto scontata . Abbondantemente descritta la figura di Traiano anche come costruttore di strade , di splendidi edifici a Roma , in Italia e fuori , come tollerante in campo religioso e di iniziative sociali a favore dei piu' poveri ; insomma nessun titolo attribuito ad un Imperatore fu piu' meritato di quello dato a Traiano che , con il termine Ottimo condensava ed esaltava tutte le sue virtu' . Questo libro di Livio Zerbini e' un testo su Traiano che credo rimarra' una pietra miliare dell' editoria italiana relativamente al periodo traianeo ; molto interessante anche la parte relativa allo sfruttamento delle miniere d' oro di Alburnus Maior (attuale Rosa Montana) in epoca romana : http://fondazionecanussio.org/atti2003/piso.pdf , miniere che oggi si vorrebbero riaprire , con il rischio pero' di sconvolgere completamente ed inquinare il territorio aurifero ricchissimo di testimonianze di epoca preromana e romana e di incontaminata natura . Per tutti gli appassionati di questo periodo storico dedicato a Traiano e in particolare delle due guerre daciche , consiglio di affiancare a questo libro il piu' completo testo oggi esistente sulla Colonna Traiana , edito da Einaudi nel 1988 , di ben 600 pagine , scritto da : Settis - La Regina - Agosti - Farinella ; particolare come argomento , molto bello e ben fatto , ricco di splendide foto di oreficeria dacica e romana in oro e argento estratti dalle miniere della Dacia , e' il libro : Ori antichi della Romania , prima e dopo Traiano , edito da Silvana editoriale .1 punto
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