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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/02/18 in Risposte

  1. Gli anni passano e non avendo in famiglia qualcuno che coltivi la mia stessa passione per la numismatica, ho fatto il gesto "alfieriano" di cedere le mie amate monete. Non è stato facile compiere questo gesto; alcune di esse risalivano agli "albori" della mia vita da collezionista e studioso delle monete, ossia a più di 40 anni fa. Mi sono sentito molto triste ma ho voluto evitare quegli altrettanti tristi episodi di quando un collezionista lascia qualcosa nelle mani di chi non ne può apprezzare il significato e nemmeno il valore venale. Quando ho preparato la lista per la cessione ho ricordato per ciascuna moneta le circostanze dell'acquisizione, associandole a luoghi e a persone..ed è stato molto penoso. Ovviamente non smetterò di studiare la numismatica e quando vorrò vedere delle monete ci sono tante occasioni per farlo, ad iniziare da quelle che voi posterete sul nostro forum. Ho ritenuto di farvi partecipi di questo momento. Desidero ringraziare Egisto Cedrini per la professionalità dimostrata nelle varie fasi della cessione e dell'alienazione.
    11 punti
  2. Un caro amico prima di alienare la sua collezione ha lavorato per più di un anno a un catalogo privato della propria "creatura", con foto di tutte le monete fatte da lui e testi di accompagnamento scritti da lui. Una volta pronti i contenuti di questo catalogo ha deciso impaginazione, copertina, tipologia della carta insieme a un tipografo e poi ha fatto stampare una 50ina di esemplari di questo speciale catalogo della sua collezione che ha poi regalato agli amici. In seguito ha poi venduto tutte le monete. Credo questo sia il modo migliore di procedere quando si decide di dismettere, perchè poi ci rimarrà sempre il catalogo a testimonianza della collezione che abbiamo creato (e un libro credo sia comunque qualcosa che gli eredi e chi ci vuol bene abbia piacere di ricevere e magari sfogliare ogni tanto). Mi sembra che il tutto gli sia costato sui 2/3 mila euro, ma mi diceva di essersi poi reso conto che ormai esistono servizi digitali sul web di autoproduzione di libri con i quali basta inviare un file .doc o un .pdf per vedersi poi recapitare a casa i libri stampati di ottima qualità e spendendo infinitamente meno (qualche centinaia di euro).
    6 punti
  3. La storia di Roma presenta spesso dei fatti poco chiari per noi moderni , dovuti principalmente alla perdita degli Atti del Senato che in antico erano a disposizione , per consultazione , degli uomini importanti della classe imperiale , ma anche degli storici che spesso erano Senatori loro stessi oppure legati tramite parentele o amicizie a questa veneranda istituzione dello Stato romano . Anche tutte le opere storiche che furono scritte specialmente tra la fine della Repubblica e il periodo imperiale presentano per noi moderni in linea di massima dei frammenti , degli spaccati , della realta' del passato , frammenti comunque importanti anche se spesso incompleti , poche opere storiche ci sono giunte integre , comunque limitate nel tempo e alla vita dello storico , inoltre non tutti gli storici furono di alto livello o imparziali nel raccontare la storia presente o passata , alcuni ripresero semplicemente gli scritti storici di quelli vissuti prima di loro e ne proseguirono l' opera tramandandoci in tal modo fatti a loro attuali ma potenzialmente anche manipolati ; fu proprio questa triste perdita di documenti senatoriali e storici che non ci consentono oggi di avere una visione completa e sicura del passato di Roma ; compito degli storici moderni e' quello di ricostruire il piu' fedelmente possibile tutta la storia di Roma basandosi su quanto ci e' giunto dal passato principalmente tramite i testi antichi e l' archeologia , intendendo con archeologia tutte le cose tangibili disponibili , cioe' : monete , epigrafi , monumenti e reperti vari , forse anche le tradizioni orali che andrebbero pero' dimostrate . Questo preambolo per giungere all' argomento del Post del quale conosciamo molto , ma non i motivi per cui Roma non riusci mai a superare l' ostacolo persiano che impediva ai Romani di seguire la via tracciata da Alessandro . Uno dei fatti storici forse piu' oscuri della storia di Roma e' il motivo che indusse i Romani a fermarsi , per la parte orientale dell' Impero e nel momento della massima espansione in questo settore , sulle rive del Tigri e dell' Eufrate senza seguire le orme del grande macedone Alessandro che apri' la via per giungere fino ai confini dell' India , perche' Roma non pote' ripercorrere quella strada pur avendone tutte le potenzialita' militari ben superiori a quelle del macedone ? L' altra frontiera strategica del nord est europeo avrebbe una spiegazione logica affinche' non fosse superata ed ampliata , indipendentemente dalla famosa disfatta di Quintilio Varo , in realta' non c'era nulla da conquistare nella selvaggia Germania Magna se non foreste , pianure , acquitrini e popoli semi selvaggi , nessuna ricchezza su cui gettarsi che avrebbe dato un senso pratico alla conquista , tutto , se non una forma di prestigio per la armi romane , ma in effetti ne valeva la pena imbarcarsi in una conquista , in teoria possibile , senza avere un riscontro economico incentivo principale di ogni guerra di conquista ? Forse no , non ne valeva la pena , penso' Augusto e i suoi successori , se non per motivi di sicurezza dei confini gallici e dei balcani , nel cui caso sarebbe stata necessaria una pronta e severa risposta militare come in effetti avvenne in frequentissimi casi durante il periodo imperiale . Il discorso fatto sulla Germania non vale pero' per la Persia , territorio ricco di storia e di popoli abituati alla ricchezza piu' raffinata derivante principalmente dai ricchi traffici e commerci con il lontano Oriente della Cina e dell' India ; cosa impedi' ai Romani di ripercorrere la via tracciata da Alessandro ? I Persiani erano gia' stati confitti diverse volte dai Greci nel corso della storia , perche' non riusci in modo definitivo anche ai Romani i quali disponevano di eserciti altamente organizzati ed efficienti ? Le sole armi dei Persiani tra cui la cavalleria catafratta non basta a spiegare le sconfitte subite e quindi il motivo che impedi' a Roma di arrivare nell' estremo oriente . Effettivamente ci furono diversi tentativi in cui Roma tento' di violare il territorio persiano per recarsi in Oriente via terra , a cominciare da Licinio Lucullo che conquisto' l' Armenia anticamera della Persia , passando da Pompeo , da Crasso , da Antonio e se fosse sopravvissuto alla congiura , da Cesare che pare avesse predisposto 12 Legioni piu' gli Ausiliari per l' invasione della Persia , fino ad arrivare a Traiano e Settimio Severo , gli ultimi Imperatori che tentarono di sfondare definitivamente il blocco persiano verso la via delle Indie , in seguito furono solo risposte militari . A questo punto sorgono alcune riflessioni , Alessandro fu anche fortunato , oltre che abile , nel compiere la sua memorabile impresa considerando che al suo seguito disponeva al massimo , secondo le fonti , di soli 48.000 fanti e 6.000 cavalieri , ma secondo altri storici del periodo anche meno soldati e meno cavalleria , contro un esercito persiano numericamente enorme , anche se differenziato etnicamente ; eppure Alessandro riusci' nell' impresa anche se la sua avventura rimase solo una escursione militare non una conquista territoriale ; perche' invece non riusci ai Romani con il suo esercito altamente specializzato ? Forse Cesare aveva compreso bene che per invadere la Persia avrebbe avuto bisogno di un esercito numericamente imponente , composto da circa 140.000 unita' di fanti l' equivalente circa di 12 Legioni piu' Ausiliari , appoggiati da una consistente cavalleria e condotto da lui stesso ; con un esercito inferiore non avrebbe portato a termine una conquista , cosa indispensabile per aprire una via sicura e stabile con la Cina e l' India , ma avrebbe solo ripetuto quello che fece Alessandro cioe' una vittoriosa escursione militare ma senza conquista stabile , stabilita' che sarebbe derivata solo ponendo presidi militari stabili lasciati lungo la via delle Indie e per questo occorreva un esercito numericamente imponente . Concludendo , il sogno di Cesare non si realizzo' per il motivo che tutti conosciamo e in seguito Roma non fu piu' in grado di ritentare l' impresa preparata da Cesare , ci furono tentativi piu' che altro di risposta militare , ma il sogno di Cesare rimase tale e raggiungere il lontano Oriente via terra piu' breve rimase per sempre una chimera ; ci furono contatti commerciali via mare , ma la distanza e i pericoli della lunga navigazione non permisero scambi commerciali stabili e frequenti , solo la conquista della Persia lo avrebbe permesso . In foto un Cammeo di Alessandro , il percorso seguito da Alessandro fino ai confini dell' India , una moneta d' Oro di Tolomeo , un Generale di Alessandro , con al rovescio Alessandro che guida un carro tirato da elefanti simbolo dell' India e un' altra con al dritto Alessandro e una Vittoria alata al rovescio .
    4 punti
  4. tetradramma di Leontini withdrawn ! Probabilmente andrò all'asta, proverò a scattare foto in HD delle monete sospette di Selinunte e di Atene.
    4 punti
  5. 2 punti
  6. E siamo in 2 ad averla ricevuta, sotto a ch tocca.
    2 punti
  7. @ClaudiusIl denaretto è sicuramente sopra la media come conservazione anche se di questo tipo (Matzke H3b. Enrico IV/V ) se ne trovano facilmente in buono stato, il prezzo, come ha giustamente evidenziato @dabbene , è molto variabile e in alcuni casi specialmente su siti stranieri anche un po troppo alto ma fino a 20€ credo sia corretto.
    2 punti
  8. Beh intanto abbiamo il primo segnale di movimento, è arrivato per il prossimo Gazzettino un bellissimo articolo di @Tm_NPZ, verrà editato e sarà sicuramente presente nella pubblicazione, non dico altro, né titolo, nè contenuti perché devono essere ovviamente sorprese, dico solo che è un bello spot per certe monetazioni, bravo !
    2 punti
  9. Io temo, anzi ne sono sicuro, che la discussione dei denari di Lucca così avvincente e lunga nel tempo abbia contribuito a far salire in tutti i sensi l'interesse per questa moneta, che certo i cultori delle conservazioni rifuggono, Mario
    2 punti
  10. Ciao posto il mio contributo a questa corposa discussione. Uno dei miei denarini di Lucca, invero il più leggibile. Lo presi perchè +ENRICUS e *IMPERATOR erano abbastanza chiari. Gli altri miei esemplari sono molto indecifrabili, soprattutto quelli "quadrati"
    2 punti
  11. Volevo ringraziare pubblicamente anche qui il Circolo Numismatico Ticinese per aver organizzato questo interessante incontro di studio e per avermi inviato a partecipare, dandomi modo di ascoltare, di imparare e di confrontarmi con colleghi che già conoscevo e con altri che ho avuto occasione di conoscere in questa occasione. Lugano e il suo lago, soprattutto il sabato che erano baciati dal sole, erano bellissimi (probabilmente per chi li conosce ça va sans dire), così come la location del convegno situato nei locali del chiostro, tra il MASI e la spledida chiesa di Santa Maria degli Angeli: https://www.lugano.ch/ambiente-territorio/edilizia-pubblica/ristrutturazione-restauro-exconvento-santa-maria-angioli.html Peccato per chi non c'era (ma spero che chi interessato ai conenuti del convegno si possa rifare almeno con gli atti) Un caro saluto MB
    2 punti
  12. @gpittini mi sa che hai ragione! In effetti il MILIT si riesce a leggere benino! Grazie mille. Sì, i Mario iniziano a crescere, la collezione si sta espandendo bene, con pezzi interessanti... Un po'alla volta sto incasellando tondelli che non avrei mai pensato di possedere fino a qualche anno fa, certo mi accontento anche di conservazioni medio basse, ma ogni moneta ha la sua dignità e questa va al di là di qualsiasi grado di usura!
    2 punti
  13. Ciao a tutti, Oggi in rete ho scoperto questo piccolo bel video (che non mi sembra sia già presente sul forum) e vorrei condividerlo con voi: Se qualcuno avesse voglia di giocare, si potrebbero postare le foto ed i dati delle rispettive banconote usate per la sequenza. Inizio io: Mauritius, 5 Rupees la Regina aveva all' epoca 29 anni, e se devo essere sincero... ... mi sembra proprio una ... ehm... banconota affascinante! Servus, NJk Un saluto a @nikita_ che spero apprezzi il post ed uno a @petronius arbiter che se vuole può spostare il post altrove - io lo ho pubblicato in "Agorà" per l'argomento trattato ludicamente.
    1 punto
  14. Ricordate ancora la prima volta che è nata in voi la passione per la cartamoneta? Io si! A 14 anni. Collezionavo euro già a 10 anni, poi mi sono interessato alle monete del regno e dopodiché a 14 ho cominciato ad acquistare le mie prime banconote “ ovviamente il budget era molto ridotto”. Ora, a 24 anni, da qualche mese ho ricominciato lì dove avevo lasciato e mi sto conocentrando solamente sulla cartamoneta
    1 punto
  15. @italpen Complimenti per l'acquisto, che invidia! Il succo è che ha ragione @favaldar: troppe aste. Io in questo periodo, delle oltre 80 attive, ne sto seguendo 3. E' impensabile per me fare di più.
    1 punto
  16. Italo, ottimo occhio e ottima aggiudicazione !!
    1 punto
  17. Sicuramente, anche la tiratura lo fa capire
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  18. Bellissima, un gioiello, il Pucci mette una rarità R4 con una tiratura di 9.310 pezzi. Il tipo e' il 123 con i punti al rovescio in legenda.
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  19. Complimenti ancora @italpen fai con calma ma facci vedere delle foto migliori
    1 punto
  20. Hai fatto l'affare dell'anno acquistando una moneta R5 e in ottime condizioni un gran bel BB+ e forse anche qualcosina in più. E se l'hai pagata quel prezzo è anche colpa mia o merito mio ero solo io a rilanciare......
    1 punto
  21. Ed in effetti la moneta mi è piaciuta molto. Scusate le foto scattate in fretta col cellulare
    1 punto
  22. La confezione e la presentazione lasciavano sperare bene ....
    1 punto
  23. Ecco l'altra arrivata in collezione del 1720, sempre sotto Cosimo III la 1/2 pezza d'oro della rosa, di difficile reperibilità e quando lo è stata, non era in grande conservazione sulle aste..
    1 punto
  24. Qui il programma completo: http://www.centrostudidelgargano.it/progetti/langobardorum-nummorum-doctrina/
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  25. Dalla testa radiata direi Dupondio più che asse ... assolutamente Nerva al 100%
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  26. Bella lupetta commemorativa! complimenti
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  27. Buona giornata Solo ora, al rientro di una breve vacanza, posso rispondere al sollecito di @gigetto13! Non ricordo di averne visti altri uguali; li ascriverei senza dubbio a Venezia, troppo eloquenti i nomi seppur abbreviati e quelle rosette .... Non credo possano essere ascritti a gettoni di conto; quelli erano per lo più anonimi e con iconografie generiche. Qui abbiamo dei piombini nominativi e con un numero identificativo; penso a tessere mercantili che identificavano, con un certo numero, un dato collo di merci ed il nome del proprietario. Queste tessere potevano essere attaccate al collo di merci (non vedo però in quelle postate tracce di cordino, oppure escrescenze di metallo che possano indicare una possibile chiusura), oppure una sorta di contromarca che serviva per il ritiro della merce che aveva la medesima indicazione. Il collo 5 è di proprietà dell'illustrissimo N.H. Zuane Contarini ... Ipotesi personalissima! saluti luciano
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  28. io proverei a prendere solo il Geta a 100, se non sei obbligato a prenderle entrambe.
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  29. Ciao, le monete sembrano buone, il denarietto di Geta (da Cesare) bello ed estremamente interessante. Prova magari a scendere di una ventina di euro, ma se non ce la fai è comunque un'ottima presa saluti
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  30. 1 punto
  31. Buona giornata Complimenti per lo zecchino, che è in elevata conservazione e che ci ricorda l'ultimo doge "guerriero". Venne chiamato " Peloponnesiaco" dopo la riconquista dei territori nel Peloponneso che i turchi avevano precedentemente strappato a Venezia e, cosa eccezionale per la politica veneziana, fu rappresentato con una statua sebbene ancora vivente. saluti luciano
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  32. Buongiorno a tutti Vi posto la foto del convegno che si è svolto a Lugano organizzato dal Circolo Numismatico Ticinese (CNT) sabato scorso partendo da sinistra si riconoscono: Michael Matzke (Univ. Basilea), Benedikt Zaech (Winterthur), Arent Pol (Univ Leida), Luca Gianazza, Guillaume Sarah, Giovanni Staffieri (Vice presidente CNT), François de Callatay (Segretario Generale International Numismatic Council), Prof. Adriano Savio, Simon Coupland , Prof. Ulrich Geiger (Univ. Zurigo) , Monica Baldassarri, Maila Chiaravalle, Giampiero Sanavia, Prof. Andrea Saccocci, Fabio Luraschi. La giornata di studi è stata molto densa e interessante. Scorrendo velocemente le varie relazioni abbiamo avuto: Paolo Ostinelli che ha aperto la giornata fornendoci un utilissimo inquadramento storico e geografico della regione e dell'epoca oggetto della giornata di studi Arent Pol, Università di Leida (Olanda) che ci ha parlato della monetazione dei Merovingi. Una monetazione estremamente affascinante, molto poco dibattuta, di cui Pol è forse il massimo esperto. Giorgio Fusconi ci ha illustrato l'evoluzione stilistica degli splendidi tremissi di Liutprando formulando un'interessante ipotesi sulla chiave di lettura dei nomi che compaiono su diversi esemplari (che non necessariamente potrebbero essere dei magistrati monetari ..) Guillaume Sarah ha parlato del celeberrimo ripostiglio di Ilanz, il maggiore insieme delle monete auree emesse da Carlo Magno pre-riforma, ripercorrendone la storia e anticipando quello che sarà un lavoro di revisione critica globale comprensivo di analisi metallografiche avanzate che potrà portare nuovi significativi elementi alla comprensione di questa affascinante serie di emissioni Simon Coupland - forse il maggior esperto della monetazione carolingia post-riforma - ci ha fatto una bellissima esposizione sull'importante ripostiglio di Hermenches e la monetazione di Ludovico il Pio regalandoci anche un'immagine del rarissimo denaro emesso dal sovrano a MIlano con un ritratto spettacolare Monica Baldassarri - la ns bravissima Monica ha parlato dei ritrovamenti monetali nell'area alto-tirrenica dove ancora moltissimo deve essere scritto sugli importanti e numerosi ritrovamenti insulari (Sardegna e Corsica) che stanno aprendo un quadro assai innovativo riguardo a quanto conoscevamo per la monetazione longobarda dei secoli VII-VIII. Michael Matzke (co-autore del MEC XII) ha parlato delle emissioni alto-medioevali della svizzera centrale che testimoniano la vivacità degli scambi in un'epoca e in una regione che ancora molti si ostinano a considerare come buia e barabara.. e che invece da queste testimonianze appare tutt'altro.. Federico Pigozzo ci ha parlato di problemi di circolazione monetaria nell'area lombardo - veneta affrontando la tematica degli scambi economici per un periodo ancora troppo poco studiato nell'ambito della storia economica (soprattutto a causa della scarsità di documenti) Hanno moderato le due sessioni del convegno Giovanni Staffieri, vice-presidente del Circolo Numismatico Ticinese, e il Prof. Ermanno Arslan, eccellente nel condurre la discussione generale seguita agli interventi c on riflessioni, spunti e osservazioni che hanno arricchito notevolmente il dibattito. a conclusione dell'evento ha preso la parola Francois de Callatay, segretario dell'International Numismatic Council, che ci ha voluto onorare con la sua presenza, ci ha fornito degli spunti molto interessanti riguardo l'attuale direzione dell'indagine scientifica in numismatica che oggi puo' avvalersi di nuovi e potenti strumenti di indagine sia strumentale (analisi non invasive metallografiche molto raffinate) sia statistici applicati ai dati provenienti dai ripostigli/ritrovamenti e altri insiemi In sintesi una giornata ricca di dati, relazioni, spunti ma anche di particolare scambio e incontro tra i vari partecipanti relatori e pubblico che ha pienamente raggiunto lo scopo per il quale era stata organizzata: creare un incontro di studiosi e appassionati per portare avanti il dibattito, lo studio e lo scambio di informazioni su questo affascinante periodo della nostra storia economica e monetaria. Grazie a tutti coloro che ci hanno seguito
    1 punto
  33. Buongiorno, somiglia molto alle tessere mercantili. Vedi in Exonumia.
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  34. Buongiorno, Foto di gruppo per i 9 Cavalli ... Cosa manca?
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  35. Grazie Mario, se avrò ancora bisogno della vostra consulenza tornerò a disturbare. Saluti.
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  36. Beh le monete son buone e anche molto belle,per quel prezzo prendile tranquillamente ad occhi chiusi?
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  37. Bella @DOGE82, malconcia ma ben vissuta, cosa che io adoro. Direi MB/qBB, sentiamo gli altri.
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  38. Oggetto interessante, realizzato con accuratezza degna della famosa Casa produttrice indicata sulla base del distintivo. Penso a un'epoca di diversi decenni fa, forse immediatamente postbellica, ma su questo attendo il parere di chi conosce bene i dettagli dei prodotti della Lorioli. Lo stemma in sè aiuta poco. Lo scudo è un elegante sagomato, forma in uso da almeno cinque secoli, timbrato da un elmo posto in maestà, con svolazzi e cimiero: un cherubino. Lo stemma, piuttosto semplice (d'azzurro, a sei stelle di cinque raggi d'oro), è poco conforme con i canoni dell'araldica, per via delle stelle che si "ammucchiano" nel centro dello scudo anzichè ricoprirlo in armoniosa simmetria; però la presenza dello smalto lo rende gradevole alla vista. A una prima, veloce ricerca non mi è riuscito di identificarne il titolare: la presenza dell'elmo è solitamente legata a una famiglia e/o a un personaggio laico. Ma la relativa "semplicità" dell'insieme potrebbe dipendere anche dal fatto che è uno stemma di fantasia, privo di titolare... Forse la provenienza, o la storia, dell'oggetto (se conosciute) potrebbero esserci d'aiuto.
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  39. Aquinum muro ducta colonia, a triumviris deducta; mi piace iniziare questo post - che apro su suggerimento di @Legio II Italica - riportando le parole del Liber Coloniarum (p. 229 L.), perché negli scorsi giorni, mentre scavavo proprio in quel sito, mi sono tornate spesso alla mente. Quella che oggi è una modesta cittadina, situata tra le pendici di Monte Cairo e l'Autostrada Roma-Napoli, in età romana era un municipium - e poi una colonia - particolarmente ricco e vivace. Prima della costruzione della via Appia, Aquinum costituiva un crocevia obbligato per quanti, transitando sulla via Latina, si recavano in Campania, provenienti dal Lazio o dalle vallate dell'Appennino centrale. Tale condizione le garantiva una prosperità non comune: vi si svolgevano importanti mercati periodici, durante i quali i mercanti del basso Lazio e quelli della Campania settentrionale si incontravano per scambiare i rispettivi prodotti. Non stupisce quindi che la città, durante la prima metà del III secolo a.C., si sia dotata di una propria moneta, aderendo alla tipologia del galletto stante, fatta propria da diverse comunità che condividevano lo stesso network commerciale. Ma veniamo al dunque: mercoledì 26 settembre, il TG1 ha diffuso la notizia che durante gli scavi delle settimane precedenti erano state rinvenute tre teste marmoree, tra le quali una verosimilmente di Cesare, puntando i riflettori sul sito e offrendogli una meritata visibilità nazionale. Sarà bene riassumere la vicenda, per chi non avesse visto il servizio: l'area urbana di Aquinum è oggetto da dieci anni di indagini topografiche da parte dell’Università del Salento, sotto la direzione del prof. Giuseppe Ceraudo. Al professore va il merito di avvalersi di un puntuale lavoro di fotointerpretazione delle immagini aeree, punto di forza dell'ateneo leccese. Proprio durante tali indagini era stata individuata nelle immediate vicinanze del teatro un'area potenzialmente interessante: durante l'ultimo turno della campagna annuale di scavo la si è indagata a fondo e - come aveva bene intuito il prof. Ceraudo - gli esiti sono stati considerevoli. Sensazionale - non mi piace mai usare aggettivi così netti, ma in questo caso è d'obbligo - il ritrovamento di tre teste marmoree: un barbato, purtroppo mutilo di buona parte del viso, una muliebre e la terza, con buona probabilità, attribuibile a Gaio Giulio Cesare. Considerando lo scarso numero di manufatti che raffigurano il dictator perpetuus, qualora l'identità venisse confermata, è facilmente intuibile l'importanza della scoperta di quello che potrebbe passare alla storia degli studi come il Cesare di Aquino. Per chi volesse saperne di più, rimando alla pagina facebook dello scavo, dalla quale sono tratte le immagini che vi allego: www.facebook.com/ancientaquinum/
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  40. Si rinnova l'appuntamento del Salone Filatelico numismatico di Foggia all'inferno della Fiera dell'ottobre dauno. Dal 4 al 7 ottobre 2018
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  41. Buongiorno a tutti, Le PUBBLICA COMMODITAS di Ferdinando IV
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  42. Ottimo carissimo @lamanna921..ma hai un artiglieria !! Ah..Ahahah Molto utile...molto.
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  43. Assolutamente daccordo. Una volta mi sono perso un convegno che stava in seconda pagina e lo notai giorni dopo l'evento
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  44. @Zippo76 l'argomento è ancora fonte di grande dibattito fra i vari numismatici. A mio avviso l'attuale opera più dettagliata e convincente è l'articolo scritto da Monica Baldassarri sui quaderni Ticinesi del 2016 "Coniazioni ed economia monetaria del Comune di Genova: dalle origini agli inizi del Trecento". Riassumendo a memoria: Genova fu effettivamente la prima ad re-introdurre un nominale aureo, il quale non è da identificarsi con il Genovino quanto la Quartarola, questo è maggiormente plausibile tenendo conto dei dati ponderali del Tarì d'oro siciliano. Il Genovino venne introdotto poco più tardi, probabilmente, sulla scia del Fiorino di Firenze che riscontrò maggiori fortune grazie anche al fino leggermente superiore. Se hai piacere , accenno questo argomento anche nella mia tesi di laurea sulla monetazione ed economia nella Genova medievale ( https://www.academia.edu/35853754/Economia_e_monetazione_nella_Genova_medievale )
    1 punto
  45. L’iscrizione DAMA (n. 421), probabilmente da integrare con THP, identifica la divinità raffigurata (Demetra), come sembrerebbero documentare un gruppo di coni più tardi (Johnston A6. 7-9; figg. 7-8) contrassegnati dalla t. di Demetra (velata e non) dove il nome della dea compare in forma estesa (DAMATHR). Fig. 7 (Johnston A6.7) Fig. 8 CNG, Web Shop, 756901 (Johnston A6.12) Per quanto concerne le iscrizioni Hygieia, Homonoia e Soteria, le prospettive di lettura non sono concordi. Per Rutter (p. 133), sulla scia di Johnston, si tratterebbe di epiteti relativi a Demetra (e/o a Kore), che esprimerebbero i benefici di natura fisica (salute) e politica (salvezza, concordia) che la/le divinità apportano all’intera compagine civica. Di questo avviso anche la Caccamo Caltabiano (Caccamo 2008, p. 126), la quale peraltro osserva che in età timoleontea, Metaponto e la siciliana Henna (fig. 9) sono state le uniche città ad aver adottato il tipo di Demetra accompagnato dall’indicazione dal suo nome (Damater/Demater). Fig. 9 Gorny & Mosch Giessener Münzh. 253, 2018, 57 Che l’epiteto Homonoia definisca uno specifico carattere della sfera demetriaca sembrerebbe emergere dallo stesso dato epigrafico, dal momento che l’iscrizione si attesta sullo stesso conio di D/ (n. 420) che, rilavorato, ha battuto l’es. (n. 421) contrassegnato da . Non mancano ipotesi differenti. In riferimento a Hygieia, Fabbri (Fabbri 2011, p. 49), sulla scia di studi precedenti, interpreta l’iscrizione come identificativa del tipo, la dea della salute, ricavandone una testimonianza dell’attestazione del culto in Magna Grecia già a partire dal VI-V secolo a.C. e ravvisando significativi confronti con la testa di Hygieia dei Musei Capitolini e con la cd. “Testa di Milano” rinvenuta a Gortyna. Più complessa è la lettura dell’iscrizione NIKA, presente anche su due ulteriori serie, rispettivamente in AU e in AE (figg. 10-11). Fig. 10 Triton X, 2007, 44 (Noe-Johnston G3; Rutter 1629) Fig. 11 NAC K, 2000, 1050 (Johnston 5; Rutter 1641) Per Rutter (e BMC) essa identificherebbe la testa femminile, la Nike, e un riscontro in tal senso potrebbe essere offerto dalla più antica emissione di Terina (Holloway-Jenkins, gruppo A, n. 1). Non si può tuttavia escludere che essa rientri nel novero degli epiteti riferibili a Demetra. Delle tre emissioni che attestano l’iscrizione ben due (495, 488) appaiono contrassegnate al R/ da frutti (495: melagrana, 488: pera) che ben poco si addicono ad una Nike, trovando più plausibile – e consequenziale - collocazione all'interno della sfera demetriaca (la pera in realtà sembra una melagrana rovesciata o una capsula di semi di papavero). Il n. 495 inoltre condivide il conio D/ con il n. 490 che presenta al R/ il simbolo della melograna (Napoli, Fiorelli 2409). Suggestivo appare in tal senso il confronto con un busto femminile in terracotta – con ogni probabilità Demetra - rinvenuto a Ferrandina e databile al IV secolo a. C., adorno di collana con pendente a forma di capsula di papavero e con una phiale nella mano s. e una melagrana nella d. (Capano 2017, p. 141, fig. 18.). Va inoltre osservato che mentre sui coni n. 450 e 495 l’iscrizione NIKA affianca la testa femminile, sul n. 488 essa è collocata – come sulla citata serie enea (fig. 11) - alla base del collo, un leitmotiv che richiama i coni firmati dagli incisori e in particolare quelli siglati da Aristosseno che in quell'epoca era attivo a Metaponto. Le chiavi di lettura di NIKA risultano pertanto molteplici: epiteto riferito a Demetra? immagine della Nike? firma di incisore (n.488)? In realtà io propenderei per una valutazione del termine in un’ottica di qualificazione più che di identificazione ed ho l’impressione che il termine, nell’alludere alla vittoria, ben si associ con Salvezza, Salute e Concordia adombrando non tanto (o non solo) una vivificazione del culto demetriaco, quanto una ben programmata ideologia di matrice politica. In altre parole attraverso il canale religioso la città si faceva foriera di messaggi di stampo propagandistico. In quest’ottica appare di notevole interesse, come osserva Mele (Mele 2007, p. 106, che sull’es. 452 l’iscrizione NIKA (D/) si associ a METABO (R/), il nome indigeno di Metaponto, a latere di quello ellenico, proprio nell'epoca delle lotte contro i Lucani, quando nella polis è attestata la presenza di condottieri che la documentazione archeologica concorre ad identificare come mercenari italici. E’ forse questo lo scenario che fa da sfondo a queste emissioni? il momento in cui si invocano benefici a Demetra: salvezza, salute, concordia e last but not least, vittoria? Oltre un secolo prima, in anni prossimi alla sua disfatta, anche Sibari siglava con NIKA un esiguo gruppo di stateri (fig. 12) con il consueto toro retrospiciente (Spagnoli 2013, fase C, nn. 250-252: 514-510 a.C.). Vittoria agonistica? militare?........altro? Fig. 12 NAC AG 52, 2009, 34 Abbreviazioni Caccamo 2008 = M. Caccamo Caltabiano, Il 'ruolo' di Demetra nel documento monetale greco, in C. A. Di Stefano (a cura di), Demetra. La divinità, i santuari, il culto, la leggenda (Atti del I Congresso internazionale - Enna 2004), Pisa-Roma 2008, pp. 123-134. Capano 2017 = A. Capano, Il culto di Demetra nella Lucania antica, in "Basilicata Regione. Notizie", 2017, pp. 128-151. Fabbri 2011 = L. Fabbri, Hygieia minore. Aspetti iconografici della dea nella numismatica e nella glittica, “LANX” 10 , 2011, pp. 47-84 . Mele 2007 = A. Mele, Magna Grecia. Colonie achee e Pitagorismo, Napoli 2007.
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  46. La questione della “Nike” metapontina sollevata da @VALTERI in realtà è molto complessa. Tenterò di fare un po' d’ordine……o forse disordine. Le iscrizioni che troviamo accanto alle teste femminili metapontine sono state variamente interpretate. Allo stato attuale se ne contano almeno cinque: 1) HYGIEIA (Noe-Johnston cl. V: 411; Rutter 1516) 2) HOMONOIA (Noe-Johnston cl. V: 420; Rutter 1517) 3) SOTERIA (Noe-Johnston cl. VII: 449; Rutter 1523) 4) NIKA (Noe-Johnston cl. VII: 450, 495,488; Rutter 1524, 1526, 1543) 5) DAMA (Noe-Johnston cl. VIII: 421; Rutter 1535) Noe 411 (Hygieia) NAC P, 2005, 1052 Noe 420 (Homonoia) NAC AG 13, 1998, 142 Noe 449 (Soteria) CNG, MbS 82, 2009, 187 (Noe 450) NAC AG 13, 1998, 143 (Noe 495) Gorny & Mosch Giessener Münzh. 122, 2003, 1064 (Noe 488)
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  47. Vi ringrazio per la stima… anche qui a Napoli servirebbe una piccola tribù di appassionati e divulgatori del vostro calibro, una città ricchissima di storia ma ancora poco valorizzata, soprattutto in certi ambiti, anche se qualche scintilla si intravede… io intanto proseguo col mio progetto solitario, dietro le quinte, come avviene sempre nelle attività bibliografiche e di biblioteca, si lavora costantemente, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, per imporre un ordine al caos delle informazioni e registrazioni sparse il cui aumento esponenziale nell'era digitale rende ancora più necessario e ineludibile questo lavoro, catalogare il web è la nuova frontiera e ciò riguarda anche il futuro degli studi numismatici che non può prescindere da strumenti adeguati come repertori bibliografici e biblioteche specializzate… questo tipo di lavoro è generazionale, non termina mai in quanto mai finisce la necessità di catalogare e organizzare il sapere scritto, oggi lavoro da solo e dietro le quinte proprio come il simpatico animaletto da cui deriva il mio nickname, un giorno non lontano mi auguro di lavorare in squadra con altri "missionari", e in tempi futuri ciò che avremo costruito verrà portato avanti da altri in una continua manutenzione e creazione Gianluca
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  48. Alcune immagini del santuario Longobardo di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo 1) scala tortuosa 2) iscrizioni longobarde 3) iscrizione di Romualdo I 4) Affreschi floreali sugli archi del Santuario Longobardo
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  49. Mi sembra una ottima idea. La condivido pienamente.
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